venerdì 28 febbraio 2014

The trial - canzone per la notte

In un  momento storico in cui mi allontano da Waters, mi consolo vedendo la firma di Bob Ezrin, al quale devo un album snobbato e meraviglioso qualche anno dopo.

Ma torno subito sul pezzo, qui tra i mattoni che devono sbriciolarsi. Lo urla la giustizia, e magari fosse così in ogni vita. I personaggi sfilano, più potenti delle persone, nella vita di chi non riesce a essere protagonista.

Resta così poco, in un processo dall'esito certo solo nell'album e nel film.

Mi sento folle, oltre l'arcobaleno, perché lo so... ci deve essere stata una porta nel muro, una porta da cui sono entrato.


Crazy, 
Over the rainbow, I am crazy,
Bars in the window.
There must have been a door there in the wall
When I came in.
Crazy, over the rainbow, he is crazy.

the trial, Pink Floyd, canzone per la notte.

Notte tempestata

Avevo archiviato il cappello, l'ombrello speravo quasi di non trovarlo più. Libera quanto basta, per poi indignarmi di fronte alla pioggia dura e rognosa.

Che stress, parlo del tempo, sarò proprio invecchiata. Ma no, mi ribello, è che sento questa notte tempestata e vorrei trasformare ciascuna di quelle gocce dure e impenitenti.

Dai, diventate desideri e non staccatevi più da noi. Oppure frammenti, anche di follia: perché tutto, ridotto in piccolo, è saggezza.

Notte tempestata di ciò che volete, purché siamo capaci di ridere ancora.

#buonanotte

Peggio di chi ti lascia indietro

Peggio di chi ti lascia indietro, perché ha già un suo piano e un suo passo, c'è chi ti ha usato costringendoti persino a rallentare.

Ti ha detto: stai tranquilla, stai serena, guarda, rallento pure io.

Ed era vero: per scappare e affidarsi a una nuova vittima.

Mi spiace, anima che non posso chiamare amica con il cuore spalancato. Facevi parte di un gioco, e dalle tue dita è scivolata ogni pedina, compresa te stessa, mentre loro corrono avanti.

Finché lasceranno indietro anche se stessi.

giovedì 27 febbraio 2014

Piccoli canti

Quelli della natura stentano ancora sotto la pioggia, ma non è la pioggia stessa un canto?

E danza la tapparella del vicino, ancora un po' stordita dal riposo. Il calorifero gorgheggia. Si muove lento l'ascensore. E passi come pensieri sul fresco pavimento. Un fischio strano, lontano. Il tuo respiro, come un direttore d'orchestra.

Piccoli canti di risveglio.

Chi vive con il gatto

Si strofina come un gatto, lui cagnolone che pur abbaia per reclamare coccole.

E mi dicono che vive con un gatto, che lo adora e se ne scorge uno simile in giro, si spaventa: sarà mica scappato il nostro?

Chi vive con un gatto, parla come un gatto. Diventiamo simili per amore.

Notte verso la luce

L'aspetto così intensamente, che se non avessi il buio mi sentirei vuota.

La luce, nascosta per farsi cercare, come in un gioco d'amore. Abbraccerei tutta questa oscurità, se fossi una creatura saggia. Ma sono soltanto minuscola e fuggo, fuggo verso l'orizzonte.

Non la troverò lì in fondo, bensì solo nel tuo riposo.

Notte, verso la luce.

Voi riannodate

Quanti fili ho smarrito o spezzato nella vita, per disattenzione, dolo estremo o ignoranza.

Poi mi giro e mi stupisco, di fronte al loro riunirsi. Escono capolavori dal passato, che neanche saprei rintracciare,

Io impegnata e distruggere, voi a riannodare.

mercoledì 26 febbraio 2014

The power of love - canzone per la notte

Questo istinto di protezione, non dite che si trattava solo di musica da discoteca.

Un mondo si sprigionava ed eravamo persuasi che l'invidia si nuocesse da sola. Sì, ti proteggerò contro vampiri di ogni tempo.

Forse mi sfotteranno, perché credo nel potere dell'amore. E gli angeli sono come sogni, un talismano amorevole, certo.

Paura o piacere, qual è la differenza? Te lo dirò io, con arroganza bizzarra: l'amore è un tesoro puro.

Grazie, Marta, che ascolti

the power of love, Frankie goes to Hollywood, canzone per la notte.

My free Scotland

I haven't changed my mind yet: I can't see what is better for my dear Scotland.

My free Scotland. I don't know if it can gain more freedom or power. Love is perhaps the worst way to understand reasons and results.

My free Scotland, do what you like. As I've hardly experienced the freedom I've lived in your arms anywhere else .

Diavolo di un cannolo

Mi piace prendere fiato per pochi minuti in questo luogo, dove la dolcezza è gigantesca. Prendo due brioche, sapendo che sono destinate a sfamare quattro.

Quindi un cannolo, che serve per una tribù. Sono virtuosa e lo lascio in macchina, ma che tortura quando affronto il viaggio con il suo canto di profumi.


Diavolo di un cannolo, ti domino. Quando sarà a casa, ti sbranerò, te l'assicura. E di te rimane un unico desiderio: quello di tornare nel magico luogo dove la dolcezza è gigantesca.

Buona notte.

Comunicazioni reali

- ma secondo te ci rivedremo nell'aldilà? Cioè, esiste un aldilà?
- non puoi spegnere il computer?

Gatto on The rocks

Cavalchiamo la collina, quando scorgiamo un'ombra insolita. È lui, super gatto on The rocks. La roccia è enorme, il suo corpo pure, tanto che il muso sembra piccino. Come scolpito addirittura sulla pietra, non appoggiato, è immobile come la sicurezza.

Noi, invece, frenetici come turisti di passaggio, di quelli che mai più coglieranno una simile scena, a fotografarti. E tu, fermo, te ne freghi, te ne freghi di tutto sì (semicit).

Cast The first Stone - canzone per il giorno

Uno di temi ricorrenti delle canzoni hard rock, le battaglie epiche, dove gloria e onore alzano la testa. Ma dove percepisci anche tutta la fragilità umana e alla fine ti rimane in bocca il dolore.

Cast The first Stone, guarda le coste lontane avvicinarsi: dal mare arrivano spade e canzoni. Che cosa cercano quei soldati? Regni d'oro, eterna follia.

E tutto ciò che sai, quando il re manda il suo grido di battaglia sui sopravvissuti, quando la notte si prepara al vuoto... È che non sai cosa sia giusto, cosa sbagliato.

Cast The first Stone, Angel, canzone per il giorno.

martedì 25 febbraio 2014

Amici che

Che ti aspettano, che tu lo meriti o no. Che uniscono fili in armonia, senza escludere né pretendere. Che ti trattengono in armonia oltre la porta della notte.

Che brindano con poetica precisione e a un tratto senti che si tratta di qualcosa di solenne. Un patto per salvare qualcosa, qualcuno, il mondo intero.

Amici.

Notte scoprendo tutto di te

Così pensavo: scoprirà tutto di sé e io non conterò più. O semplicemente conterò meno, che è lo stesso, a ben guardare.


Eppure la natura parla una lingua ancora sconosciuta. Piangevi nell'allontanarti da lì; oggi guardi, con uno stupore antico.

Notte, scoprendo tutto di te. E io, ancora un mondo da scoprire.

Lulù - canzone per la notte

Altro che blu, qui vedo tutto in bianco e nero
E mi esalto ragazzi,a dir il vero.

Io qui a essere romantica, ma 'sta camicia me stringe.

Lulù, occhi blu come i capelli e i dentoni tuoi: forse si stinge.

Se dobbiamo essere sentimentali, ok, ma ridere porta più amore e porta via i tentennamenti d'autore.

Lulù. Avevo una bambola con questo nome. E conoscevo un cane, che rese felice un ragazzino respinto dal mondo magro e senza colori.

Segnate che voglio ridere con Aldo Fabrizi, perché senza risate non c'è amore.

Lulù, Aldo Fabrizi, canzone per la notte.

Comunicazioni reali

- Conti due minuti per i ravioli?
- Solo?
- sì

Tic toc tac: sono trascorsi due minuti.
Pausa di riflessione: secondo me son pochi. Ne conti un altro per favore?

Tic toc tac
- tre minuti
- naeh, non bastano

Ripasso tra un'ora. Forse due. O tra una settimana


Arguta Paffuta


Confine

Dicasi di luogo dove i colori si mischiano e si separano, talvolta dolorosamente, altrimenti mettendo a fuoco un lesto ritorno.

Confine, tra cielo e terra, paradiso e inferno. Il sottile velo del tramonto che unisce e poi si allontana.

Confine docile o ribelle, da qualcuno inventato, da altri solo percepito.

Confine, verso il quale tendo la mano, quando la mente non teme di viaggiare.

Prima di aprire, prima di chiudere

Prima di aprire l'ombrello a un guizzo di nuvola,perché non spalancare le braccia a questa luce coraggiosa?

E prima di chiuderti in casa, di nasconderti dietro uno schermo, stringere la giacca, c'è tutto un mondo da aprire: sei tu.

lunedì 24 febbraio 2014

Notte profumata

Tutto profuma di una primavera più profonda, che nessuna inversione meteo può cambiare.

Tutto parla di luci, che invadono con dolcezza la notte.


Tutto. Noi. E un frammento di eternità da condividere, come un fuoco silenzioso.

Notte profumata

Chissà perché mi sono messa in testa

Chissà perché mi sono messa in testa di essere sincera. Per mio vizio e delizia, immagino, visto che basta esserlo e ti si scatena il mondo attorno.

Metti in guardia=sei odioso, invidioso e tutto ciò che finisce malamente per oso.

Taci, fingi e ti mostri zuccheroso in barba alla dieta e ti sarà servita una marea di sorrisi.

In faccia - sussurra Arguta Paffuta - perché alle spalle sarà come sopra.

Chissà perché mi sono messa in testa di essere sincera. Forse perché amo l'avventura oppure non me lo sono messo in testa, ma è un ordine a cui non so resistere.


Quando fu trovata morta Laura Palmer

Non c'è luce o buio che prendano il sopravvento, quando si spalanca la prima scena di Twin Peaks. Leggo che 25 anni fa, in questo periodo, David Lynch eseguì le riprese. A noi sarebbe arrivato con il doveroso ritardo il tormentone su chi avesse ucciso Laura Palmer.

E che ritardo. Fu uno dei pochi momenti di mia dipendenza televisiva. Tanto che maledicevo se quella sera scattava un consiglio comunale o altro da coprire, puntavo il videoregistratore, ma una volta mi tradì. Vacillai solo con lo scoppio della guerra del Golfo.

Per il resto, era testardamente Twin Peaks e in quel luogo pacifico, un rivolo torbido specchio di come sa essere l'umanità, con l'ombra di un aiuto esterno o più intimo che mai

E le note, le note di Twin Peaks, quella musica come un pianto che ti può ferire o persino consolare. Così quando non ne potevi più di incastri, si insinuava una smorfia, un lato Buffo della vita e riuscivi a sorridere, anche se non sapevi, maledettamente non sapevi chi avesse tolto la vita a Laura Palmer. Anche alla fine non ne eri tanto sicuro.

L'unica certezza per noi, tra respiro dei pini, ciambelle e caffè bollente, è che 25 anni fa fu trovata morta Laura Palmer.


Le bambole di Zina

Una bimba circondata dalle bambole, come non si capiscono le fortune. Ce n'era una biondissima e vestita di pelle rossa, che vegliava sopra il mio sonno.

La certezza per me, negli anni, era la provenienza: "Quella è una bambola della signora Zina".

Zina, che nome fulmineo e dolce, come un bacio. Visite in una casa che ancora oggi, quando sfioro nei miei viaggi, rivedo. Insistentemente, una tenda verde e volti che si illuminavano nel vedermi: Zina, il marito, la mamma anziana che rideva più di tutti.

Poi quel viaggio in Veneto per darle un addio che non poteva già più sentire.

Molte di noi hanno una signora delle bambole, e io Zina non la posso dimenticare.

domenica 23 febbraio 2014

Notte proteggendoti

Ci sono cose che non condivido con te, per non ferirti, in questa palla che sputa veleni, di nome mondo. E i veleni sono invidie, ipocrisie, indifferenze: chissà perché molto inizia con la i.

Non ti dico nulla, perché vedo già le tue ferite. Le adorno con un sorriso e ti conduco verso la notte, sperando che lei copra tutto.

Io ci provo, e soprattutto ti proteggo, a modo mio. Come mai avrei pensato di poter e dover fare, in questa palla che sputa veleni e da cui mi proteggevi tanto tu.

Notte, proteggendoti come posso.

Camminare a passo più lento (costi quel che costi)

Stasera mi fermo e mi godo le variazioni sulla pazienza. Una sostanza che non si sazia di aggettivi, un traguardo che si lascia intravedere, un sole troppo forte per gli occhi eppure - forse per questo - irresistibile.

Prendo una perla di Portolano su Twitter, quel richiamo a camminare a passo più lento, e torno ai miei eroi in Antartide. Fine febbraio è un periodo terribile per il capitano Scott e i suoi uomini: hanno perso Evans, il loro gigante, quello che non doveva fermarsi mai. E di lì a poco Oates mostrerà i suoi piedi rosi dal gelo.

Sono scossi e deboli, così li definisce il loro compagno di avventura Cherry-Garrard, nel suo diario di viaggio che i percorsi di più squadre riunisce.

Dovranno rallentare, ancora.

È imparare a camminare con il passo più lento perché non voglio lasciarti indietro

Così parla Portolano, e questo mi commuove ancora di più pensando a quegli uomini che si comportano proprio così. Rallentano, per non lasciare indietro un compagno che non ce la fa, e  in questo modo sanno che anche loro non usciranno vivi dall'Antartide.

Ma che cos'è, la vita? Il confine tra pazienza ed eroismo, labile sotto una bufera di neve.

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Ci devo essere

E dici: ci devo essere. Senti un suono da lontano, capisci che nulla ti può fermare. E anche se dovesse farlo, scapperesti lontano e veloce via dal destino.

C'è un luogo che ti chiama, e non è rinchiuso in una mappa. Batte più forte del tuo cuore.

Tu dici: ci devo essere. E in qualche modo sai che ci sarai.

La libertà non si grida

Se gridi la tua libertà, si dissolve già nell'aria. Libertà è pudore, è difenderla senza aggredire gli altri, è passo lieve, 

Se gridi la tua libertà, forse l'hai già persa da un pezzo. Ed è inutile rimproverare gli altri che non ne hanno: la libertà vera è tra le pieghe del cuore.

Il lembo della sera

Tutti troviamo una scusa per scappare e afferrare nel parco l'ultimo lembo della giornata, il primo della sera. Con i nostri amici a quattro zampe.

Nel parco l'ombra si espande, con la lentezza di un'onda stanca e il sole come una ragazza timida si ritrae. Noi ci spostiamo per tirare quei lembi, come aquiloni, mentre gli amici corrono, giocano e si contendono legni e palline.

Tiriamo tardi per loro, ci diciamo, solo per loro, perché possano godersi questo straordinario e tiepido confine. Ma in fondo siamo anche noi quelli che vogliono giocare, con l'ultimo lembo della giornata, il primo della sera.

Noi tutti (bustocchi e non) siamo questo

Abbiamo gettato al vento una vittoria, ma io guardo i nostri tigrotti e sono felice. Il combattimento vero e sano sotto gli occhi per gran parte della partita, il gol delizioso di Calzi, ho toccato ferro solo quando il Vicenza è rimasto in dieci, perché la superiorità numerica spesso ci smonta e ci punisce.
Non è così, i ragazzi hanno sempre tenuto duro e pagano quella ingenuità.

Alla fine vi applaudiamo, ci applaudite.
Perché questo siamo, noi bustocchi e voi che indossate i colori della nostra Pro Patria.
Siamo persone che oggi si sono sobbarcate una coda chilometrica e diversi si sono fatti un doppio giro, dai popolari alle biglietterie, per le tessere non valide. Era sul sito internet e a tanti è sfuggito. Ma tra quei bustocchi c'erano anche anziani, che nel dubbio vedendo gli altri si sono trascinati fino alle biglietterie.
Ne avevo uno davanti, e quando sono tornata verso l'ingresso dei popolari, mi sentivo in colpa io vedendolo camminare piano e con il fiatone.

E' entrato dieci minuti dopo, allo stadio, e ringrazio il cugino Marco che è andato alla base della scala per aiutarlo a salire, così stanco.

I bustocchi, i valligiani sono questo. Non altro.

Sono quelli che ricordano, come grida lo striscione dedicato a Giorgio Campo. E che vorrebbero che gli altri mostrassero uguale memoria. 





Legno relativo

Lo aspetti come una gioia, quel legnetto. Per te un tesoro nel campo infangato.

Per la tua amica più grande, niente di che: nessuno le ha mai insegnato a giocare da piccola, l'amore e le cure sono arrivate poi.

E per quel cagnolone tanto ferito ancora dentro, è una minaccia: l'ombra del bastone che troppe volte si è abbattuto su di lui.

Legno relativo, come tutto sotto il cielo. Per ogni creatura, dagli occhi spalancati o socchiusi sulla propria vita.

Il sole per chi non piange

Vorrei donarti un giorno così solare per il tuo ultimo viaggio. Sono trascorsi tanti, tantissimi anni e io ricordo flash tremolanti.

L'addio nella chiesa che forse non sentivi come tua, quella che portava il nome del tuo patrono e mischiava i suoni potenti delle campane alla voce di tua madre.

In una giornata che io ricordo intriso di pioggia. È così, o erano le lacrime attorno a me? Forse no, perché noi non piangiamo, vero?

Papà, dimmi che non piangiamo e io uscirò nel piazzale, afferrerò il primo raggio di sole e ci giocherò. Me lo farà trovare, il buon Giannino.

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E l'erba più verde di tutte

Questo sole come ti bacerà? Sono le domeniche in cui posso anche accarezzare con lo sguardo te, erba più verde di tutte.

Nel mio stadio ti stimerai tutta, come dice il maestro, poi giocherai con il cielo che ha stampato sulla nostra maglia i suoi colori.

Oggi niente capitano, tocca ai cuccioli, che cuccioli non sono.

Lo stadio, la mia Pro, l'amicizia, tutti spronati dalla primavera.


Coniglio morde

Cambio animale e divento più realista, afferma Arguta Paffuta.

Dopo i serpenti, sogno un coniglietto dolcissimo. Peccato che a un certo punto mi morda la mano e schizzi via per la casa, nervoso e imprendibile.

Finalmente l'hai capito - sospira Arguta - sono i conigli che mordono e da cui stare in guardia, anche perché sono tanti; i - pochi - serpenti al limite ti porgono mele.


Ps grazie a chi l'altra volta mi ha mandato info sui serpenti in sogno.

sabato 22 febbraio 2014

Notte in punta di sogni

Sulla terra si può anche volare, insegnami a essere leggera. E cadono pesi che non riconoscevo, ombre che mi trattenevano.

Come una ballerina del cuore, potrei danzare per ore dipinte di stelle.

Notte in punta di sogni.

People are strange - canzone per la notte

Se sei forestiero, sono strani e credono di essere cattivi o liberi. Ma è difficile scorgere il proprio giogo.

E sotto la pioggia, in strade ingiuste, fingono di stravolgere il tuo nome. Eppure è caro agli angeli, se ti vedi piccolo come sei.

La gente è strana, quando sei straniero, e prova a giocare con le tue ferite. Eppure non sono quelle vere, nascoste a tutti, a partire dalla gente strana.

La gente è strano, e tu forse per primo. Ma almeno della pioggia e delle strade  impervie non hai paura.

People are strange, Doors, canzone per la notte.

Versioni

Versioni di una canzone perduta, di un piatto antico, di felicità.

Raccogliamo ingredienti e note, mischiandoli senza fretta.

Versioni non da scrivere, bensì da vivere.

Senza cornici, solo colori liberi.

Faccio linguacce

Non ho più l'età per fare la ragazzina; invecchiando si torna bambini, no? Così ogni tanto, faccio linguacce.

A chi giudica le mie scelte e a chi se ne inventa per addobbare i suoi film. Get a life, dice il mio guru, non riempi i tuoi vuoti di vita con le parole contro gli altri.

Faccio le linguacce.

Perché sono cattiva, perché son viva.

Arguta Paffuta

Fumo rivelatore

Siria, Ucraina, Venezuela e tanti luoghi sommersi dal lutto, dal fumo.

C'è il fumo che copre, il fumo che segnala.

Fumo rivelatore di quanto distanti siamo noi, da quando viaggiamo e crediamo di conoscere il mondo.

venerdì 21 febbraio 2014

Se lo dici tu

A sviluppare mille analisi, per secoli, e chiacchiere da bar, vistose conversazioni tra pseudo amiche.

Invece, è tutto così semplice.

Se lo dici tu, ci credo. Se lo dici tu, mi fido. Se lo dici tu, è vero.

E ci dormo su.

Buona notte.

L'erba corre più verde

L 'erba corre più verde tra le rotaie di un tram , baciata dalla notte sincera.

E non puoi fermarne i fremiti, né i dubbi. Sfiorata dal ferro, ma non dalla superbia umana, per un attimo sembra un angolo di cielo, non di terra.

Scegli tu

La pioggia che non si rassegna e il sole tenace, che si affaccia in tempo per un saluto.

In mezzo l'orizzonte, incerto come me.

Coraggio, si tratta di scegliere una via. Lontano dal punto comodo dell'esitare.

Tutte quelle statue che respirano

Chi ha sentito il respiro del Duomo di Milano? Non io, non finora. Devo entrare nella penombra del museo per viaggiare in seicento anni e percepire che il percorso continua.

Che le minuscole statue sono gigantesche, che ciò che sfugge al mio sguardo è visto da Occhi essenziali. Che la vita è un cantiere scambiato per eternità.

Incontro i Visconti, gli Sforza, San Carlo; si intromette Napoleone.

Non è ancora, non è mai finita, ma adesso sento le statue che respirano sottovoce.

Il giardino del mago - canzone per il giorno

Di che colore sono le grandi idee invecchiate nel giardino del mago? E come si può dirigere il tempo, immersi nell'eternità?

Si cavalcano farfalle e domande, nel giardino del mago. Finché si distoglie lo sguardo da una canzone che si veste di profezia.

E meglio contar le stelle, che le lacrime.

Il giardino del mago, Banco del mutuo soccorso, canzone per il giorno.

E rip Francesco.

Tutto quello di cui non mi accorgo

Una scritta ignorata per secoli e luci accese a metà. Il dettaglio di un quadro amato. Una tua parola arrotondata.

Un segno morbido nella roccia. Un sogno di chi amo, riposto in un cassetto. Un fiore più curvo. Un ingrediente defilato.

Tutto ciò di cui non mi accorgo, è così dannatamente importante.

giovedì 20 febbraio 2014

Alba chiara - canzone per il giorno

Spalmo le note sul cielo, che si stinge a poco a poco.

Piano, come i respiri che non vogliono provocare risveglio. L'aria è fresca senza ferire e quasi la posso afferrare.

La normalità che stupisce e commuove. Non offrirmi i fuochi artificiali, stretti dalla folla.

È questa silenziosa alba che si incammina in libertà.

Alba chiara, Vasco Rossi, canzone per il giorno.

Chi parte nella notte

C'è sempre qualcuno che parte nella notte, e non fatevi ingannare dalle valigie.

Può essere una stella, un volto oscuro, una vita che vuole viaggiare.

Non sai se tornerà e dovrai lottare contro il magone.

Ma c'è sempre qualcuno che parte nella notte. E se non puoi accompagnarlo, almeno non lasciarlo solo.

Buona notte

Oltre Kiev

Oltre Kiev il gioco crudele tra pietà e indifferenza.

Comodi, comodi: le vite vengono travolte.

Non era affar nostro in Bosnia, a lungo, e poi i soliti, dolorosi pasticci.

Kiev brucia. I nostri cuori, freddi e indifferenti. Come se credessero ancora ai muri.

Se potessi votare in Scozia

Se potessi votare al referendum in Scozia... Dopo secoli di unione forzata. Dopo battaglie epiche e tragiche, costellate da tradimenti (anche tra clan, e non ci voglio pensare, perché fanno così male). Dopo ferite di esilio brutale. Dopo emigrazioni forzate. E miserie, e lacrime versate sotto il peso dell'indifferenza.

Se potessi votare nella mia seconda terra di cuore e dire goodbye all'Inghilterra...

Ecco, se potessi farlo, non saprei cosa votare.

Sono così italiana, o scozzese ancora di più?

Scotland something so serious

Scotland is so serious to me, as much as love should be.

No joke. No dream. Just a reality. I can number her pains and get lost.

Respect is The music I listen to. Deaf to any other sound.

La Scozia, una faccenda così seria per me. Quanto l'amore.

Non una barzelletta, o un sogno. Solo una realtà. Posso numerare le sue sofferenze e perdermi

Rispetto, l'unica musica che ascolti. Sorda a ogni altro suono.

Gente molto cattiva

Quando sento che la gente è diventata molto cattiva, sorrido per non ribattere.

E' sempre lo stesso mondo. Il secolo più crudele. Il luogo dove non c'è rispetto. Il gruppo che diventa branco. Ogni volta, ogni generazione.

Scrollo via questi facili giudizi legati al tempo che non esiste. E se avessi voglia, ci riderei su.

Poi arrivi tu e mi dici: la gente è diventata molto cattiva, bambina.

E su quel bambina, non rido più.

E se volesse salvare il mondo?

La sfottono perché vuole salvare il mondo.

Folle e inutile, salva te stessa.

Ma non è già un miglioramento rispetto a volerlo ferire?

Quel gran dattero della vita

Mi accolgono i datteri che hai tenuto da parte per me. Io amo quelli morbidi e pensierosi d'Israele. Offrono nutrimento anche alla mente.

Il morso prudente per timore del nocciolo, poi la liberazione e la possibilità di gustare tutto ciò che si arrende.

Quel gran dattero della vita, che non si sprigionerebbe senza quel primo ostacolo.

Le luminarie che arrossiscono

Sono rimaste ancorate al passato, come troppi di noi? Ecco che arrossiscono, le luminarie appiccicate sul cielo del centro.

Non sai mai se le abbiamo dimenticate, ritenute meno importanti o ci siano cose più importanti da fare.

Loro arrossiscono, giocherellano con una gru, frugano tra vecchi ruderi, sbirciano impensierite un palazzo super moderno.

Fuori posto, a loro agio. Più sagge di troppi di noi.

I numeri che ricordavamo

Oggi una persona deve rintracciare un'altra, che non ha temporaneamente il cellulare. Va be', chiamo a casa.

Panico. Le nostre rubriche traboccanti di cellulari, al massimo qualche ufficio. I numeri di casa spesso neanche si trovano sugli elenchi telefonici.

Un tempo (aiuto, mormora Arguta Paffuta) conoscevo a memoria tutti i numeri di casa delle persone per lavoro. Qualcuno me lo ricordo ancora adesso.

Eppure ora siamo rintracciabili dappertutto e che strano, mi sembra che siamo quasi apolidi, senza un rifugio.

I numeri che ricordavamo, come briciole che ci conducevano a  una meta, mentre adesso vaghiamo nello spazio.

mercoledì 19 febbraio 2014

Non ostento lacrime

Non ostento lacrime, perché so quanto sono vere e nessuno può iniettarle di maggiore realtà.

Non ostento lacrime per condividerle, perché sono solo mie e non ne ho paura.

Ciò che posso offrire e dividere, timidamente, è un sorriso.

Notte senza luna

La luna quasi d'impiccio, si è ritirata per non guardare. Troppo strani e belli siamo, sotto la sua luce.

Fa tre passi indietro e per noi sono come auguri. Di cercare raggi più forti, che nessuno ci possa togliere.

Saranno nei nostri occhi o nelle pieghe delle nostre anime. Ma solo se si uniscono, dimmelo ancora.

Buona notte, senza luna.

Scosu

Come un lieve pendio verso la strada o il più ribelle orizzonte: scosu. Davanzale che ti conduce lentamente verso gli altri e da cui ti puoi ritrarre, se lo vuoi.

Ma ul pà Carloeu dice che "scosu" è anche grembo. E questo mi commuove, come una Natività timida e coraggiosa.

Tra i fili del mio dialetto, verità sussurrate che non puoi vestire con arroganza.

Non posso

Mi spiace deludere, ma lo farei ancora di più se offrissi la frase più innaturale.

Certo, lo farò.

se non posso, non posso davvero. Quando non ce la faccio, è perché il mio limite mi sta sorridendo, persino un po' rassegnato.

non posso. Se puoi accettalo. Se vuoi, fermati a parlare con me.

Sindrome da gemelli

Quando sono a Casa, cerco sempre istintivamente le anime gemelle. A Roma insomma ho bisogno di fratelli romanisti come il pane, visto che qui siamo pochi (ma ottimi).

Eccomi a intervistare persone della mia terra, che gentilmente mi invitano a un brindisi. Ma non posso mangiare, quindi mi devo far sfuggire il buon vinello. Facciamo così, alzo il bicchiere e sfioro solo.

Il brindisi è doveroso a loro e a chi fa tanti sacrifici. Ma sono a Casa, posso posso dire anche un forza Roma? In un angolo della taverna, ci sono due signori che mi sanno di laziale. Non chiedere nulla, implora Arguta Paffuta.
- siete laziali?
-no, juventini

Cavoli, sono a Casa e mi devo sforzare assolutamente di essere gentile con gli juventini. Ci provo, su Malu, evoca qualche augurio positivo.

Ce la faccio: be', in bocca al lupo.

- ma signora, proprio al lupo?

Volevo essere gentile, giuro.

martedì 18 febbraio 2014

Notte molto arruffata

A me piacciono le notti molto arruffate, dai ricordi e dai progetti. Quelle in cui devi cedere presto al sonno, perché hai dato tutto te stesso, ma non puoi chiudere la porta.

La giornata, si riversa ancora dentro, e la notte si ribella a tante confidenze.

A me piacciono le notti molto arruffate, le notti arruffate da te.

Relax - canzone per la notte

Non mi interessano significati reconditi o sfacciati, per me c'è solo un Frankie e sta andando dritto a Hollywood.

Viaggia senza affanno e nella valigia ha la certezza che a un certo punto bisogna rilassarsi, afferrare la pausa che è il vero piacere. Vivere i sogni, invece di collezionarli nella mente, progettarli se ne hai il coraggio.


Live those dreams
Scheme those schemes



Relax, Frankie goes to Hollywood, canzone per la notte.

Apocalypse now, se avessi la forza

Se avessi la forza, non avessi un pessimo ricordo collaterale e non fossi stanca abbastanza da non voler disperare rivedrei Apocalypse now.

Viaggerei in ogni luogo ferito, la voce di Jim Morrison come uno sciamano che non cerca, né concede pietà. Ferite che frugano nel passato, ma ci hanno raggiunti e non ci lasciano.

Ogni giorno è l'Apocalisse, ogni giorno è la fine. E ogni giorno - come dice il saggio Mauro Corona - è buono per ripartire.

Così guarderò l'alba, piuttosto.

Le ore scottanti e l'umanità

Scotta, Roma, scotta sempre per me. Anche se la tocco e fuggo, la pelle reagisce come i sentimenti.

Scotta l'umanità, con i suoi problemi, le sue speranze, le sue fatiche. Uno zaino così vario quello che ho visto oggi sulle spalle dei piccoli imprenditori che protestavano e in tante persone incontrate tra le strade romane e i treni d'Italia.

Minuscoli, noi, e belli nel nostro essere fragili e viaggiare, fermandoci di fronte a un monumento, a una collina, a un frammento di vita: questo non l'avevo visto mai.

Arriveranno i Mondiali di calcio

Non li ho mai desiderati così intensamente, ho persino sognato una puntatina in Brasile. Come una nemesi storica dei Mondiali che mai mandai giù?

Sì, ma c'è di più. Vorrei che arrivassero presto per vedere sparire le giravolte politiche in tv, per godermi fumetti folli eppure più sinceri.

Sto dicendo che il calcio d'oggi è sincero? Devo essere già in Brasile e ho preso un'insolazione. O forse mi gira la testa per le chiacchiere politiche in tv. Perché la tv quasi non la guardo, ma leggo i vostri riassunti e commenti su Twitter.

Voglio i Mondiali di calcio, così li vedrò attraverso di voi, che siete più sinceri.

Siete più sinceri, vero?

lunedì 17 febbraio 2014

Più puntuali dell'alba

Intingere una brioche nell'attesa e briciole di sogni dappertutto.

Si fa desiderare l'alba, quando ti incammini.

Intanto i tuoi sussulti prima di svegliarti, le tue preoccupazioni e i tuoi desideri per me. Riflessi di progetti che neanche sotto la lente della notte capisco. E profumi ancora non condivisi.

Tutti più puntuali dell'alba.

Colori sotto la pioggia


Chi dice che si perdono i colori dietro la pioggia. Io li vedo sorridere, forse per attirare l'attenzione e accompagnarci.

Se volessimo crederci, una volta sola, una volta ancora, la tavolozza al posto della valigia. E spalle lievi che si incurvano solo per un sorriso.

Notte senza ritrovarmi

Voglio andare a spasso, lontano da me, e la notte è il momento giusto. Mi giro, di fretta, mica di avere la tentazione di seguirmi, ancora.

Come un astronauta, lasciando l'angusta navicella, finché lo spazio non ti stordisce.

Una notte dolce, senza ritrovarmi a lungo, perché immersa in te.

Non ti scordar di me - canzone per la notte

Tante voci da quasi un secolo e un'unica implorazione rivolta a una piccola rondine.

Nidi che non si sfaldano, uomini che non recriminano, né si infuriano o progettano il male: sospirano dietro la ricerca di una primavera di viole.

E giurano, come se fosse vero: c'è sempre nel mio cuore un nido per te. Tu sai che è persino vero.

Non ti scordar di me, Gigli e voci innamorate, canzone per la notte.

La pausa che nessuno sa

La pausa che si colora solo delle mie sfumature. La cornice la stringe con gentilezza e le consente persino di debordare, come quando disegnavo da piccola imbranata. Macchie felici e riservate.

La pausa, bambina, che nessuno sa oltre te e me, e casuali spettatori. Ombre sorridenti o indifferenti, non ha importanza. Scorrono nella pausa che è solo mia, quindi solo nostra. Ed esce già un nuovo pastello.

Un filo sottile e robusto

Non oso chiamarlo nemmeno sole. Un filo sottile, gettato come per caso, e bisogna sperare per prenderlo, fidarsi per tenerlo.

Un filo per aiutarti a sorridere. Per accompagnare nel suo ultimo viaggio un uomo che ha voluto bene alle sue città. Per attraversare l'aria umida di pensieri.

Alla fine, ci potresti camminare persino sopra. Un filo sottile e robusto, che ama farsi accarezzare.

Il serpente che sceglierà di morderti

Non fabbrico sogni, ma romanzi con colpi di scena improbabili. Molti ne ricordo, altri fuggono credo anche impauriti da me, o da Arguta Paffuta.

La scorsa notte sono stata punita, penso, dal mio post di ieri sugli animali. Ne ho sognati tanti in un'avventura che prevedeva diverse tappe. In quella finale, a ridosso di una casetta di campagna, vedo due verdi serpenti.

Creature, mi dico, ma poi vigliaccamente mi chiedo: mica mi morderanno? Ce n'è uno che mi sembra più aggressivo; invece, puntualmente è l'altro che mi morde. Fanno una brutta fine entrambi, bastonati da chi mi è vicino, mentre il proprietario della casa mi cura il morso.

Chi se ne intende di interpretazione dei sogni, mi svelerà l'arcano.

Io ho elaborato solo un paio di pragmatici, e sommari, ragionamenti.

1 ti morde sempre il serpente che non ti aspetti

2 che senso ha prendersela con i serpenti tutti?

3 anzi pure con il serpente mordente. Tanto ormai ti ha morso.

Isotta - canzone per il giorno

Tutta colpa di Arguta Paffuta, che mi ha detto: ora ti tiro fuori una canzone di auto motivazione. Sapere che bisogna prenderla alla lettera.


Ma non è delizioso quando il motore non gira, vedere tutto quel popolo fatato mettersi al lavoro per ridarti carica e benzina? Io visualizzo ranocchi, trote, gru e più. Metto a fuoco i viaggi, che sono più belli quando ti fanno camminare con il popolo, più con i vip.

Non gira non gira? Metti su il disco...

Isotta Isotta, dai che ce la fai
Strombetta metti la marcia e vai.

Pippo, metafora di vita, grazie fin da bambina.

Isotta, Pippo Franco, canzone per il giorno.

domenica 16 febbraio 2014

Il presidente che ascoltava

Era tutto finito, o comunque camminavamo sul fondo. Lui ci prese per mano e ci fece risalire. Lo fece con grazia e forza. Il volto gentile della moglie, la capacità di ascoltare i tifosi che a quanto pare non erano dei mostri.

Solo gente alla quale batteva forte il cuore, e lui ben sapeva cosa si provasse.

Signora - disse poche settimane fa sotto la pioggia un nostro mito a una elegante creatura - la Pro Patria con le donne è sempre andata bene.

Anche 20 anni fa. E accanto a una grande donna, c'è sempre un grande uomo.

Riposa in pace, Giorgio Campo.

C'è sempre un gol da cui ripartire

Una fiammata, una reazione degna di un draghetto che però non basta.

Caso vuole che riprendo un gol. Lo offro alle ragazze di Busto, alla pallanuoto (che è uno splendido sport) e a tutti gli atleti che camminano lunga una strada più costellata di sacrifici che di riflettori.

La loro è una luce che segue un proprio corso, e chi si accosta, ne è contagiato. Ieri sera mi raccontavano dello straordinario clima in piscina, con il derby strappato in extremis.

Oggi è finita male, ma le ragazze sono toste. Ne ricordo diverse impegnate con uguale ardore in piscina e per i poveri di Haiti.

A volte, un gol è qualcosa di più: un gol per ripartire.

Gabbie - canzone per il giorno

Se voglio affacciarmi in un mondo torbido e reale, passo anche da qui. Le Gabbie di chi vive senza speranza, di chi cresce senza una chance. E crede che Gesù abbia smesso di scendere a consolare il nostro Natale da un pezzo, dal primo scippo figurati.

Ragazzi dimenticati, che diventano adulti nelle gabbie. Cambiano forme e colore, queste ultime, ma non si spezzano mai.

E al termine di rabbia e barlumi di umanità, Gesù viene invocato con un grido di cui ti viene da pregare non sia di disperazione definitiva.


Fammi un piacere Gesù fa' questo gancio che regga

NO RIALZATI, ragazzo ovunque tu sia.

gabbie, Umberto Tozzi, canzone per il giorno

I bimbi che leggono con i gatti e le differenze

Ci sono due coincidenze dolcissime, oggi. Leggo un articolo de La Stampa sui bimbi che leggono - meglio - con i gatti in America e così si aiutano reciprocamente.

L'altro fatto: oggi compiono gli anni due amici che hanno un legame speciale con i cani.

Spesso sento polemiche su bambini e cani, tra predilezioni ed esagerazioni, che a me suonano inutili. Perché nessuno cambierà idea, ma prima di tutto perché mi pare arduo fissarsi su differenze che di principio possono essere scontate, dall'altra dipendono dalla vita e dal cuore, più tangibili dei principi.

I bambini sono il motore del mondo, il suo futuro. Ne conosco parecchi di insopportabili, grazie soprattutto ai genitori, e ne incontro numerosi che sono miracoli di speranza e maturità, grazie soprattutto ai genitori.

I cani, i mici e tutti gli animali sono creature ai quali è stato affidato altro compito dal Signore, io credo.

Compiti diversi a ciascuno sulla terra, e non mi piace dare la caccia a chi conta di più, perché il creato intero conta, come ricordano il cantico e la vita di San Francesco.

Se proprio vogliamo scavare nelle differenze, ne piglio una. I bambini possono cambiare il mondo che noi roviniamo (pur essendo arduo se vengono su come noi), gli animali no. Mi sento arrabbiata e responsabile quando devo ripulire il parco per i cani da pezzi di vetro, mozziconi e oggetti pericolosi che non gettano loro. Come quando vedo un passerotto che sta male  perché mangia un chewing gum sul marciapiede.

Gesù aiutò la donna che ricordò come i cagnolini mangiassero le briciole dal tavolo dei loro padroni.

Non mi sento in colpa ad amare gli animali, come amo tanti bambini, vorrei vedere più amore per gli anziani.

E in generale, credo che l'Amore sia un dono miracoloso: più ne offri, più ne troverai per tutti.

La domenica senza la mia squadra

La domenica senza la mia squadra, ostenta sempre uno strano grigiore. Per 90 minuti non ho la tachicardia, lo sguardo incollato al campo o allo schermo del telefono.

Possiamo scegliere un film più lungo. E se piove, maledettamente, esco senza dover inventare scuse.

- vorrai mica andare allo stadio con questo tempo e questa tosse?
- ma ti pare?

E poi a pregare che non mi chiami, perché mentire non mi viene bene.
- ma cos'è questo rumore. Sei allo stadio allora !

La domenica senza la mia squadra , sono un angelo, vedi. Ma se tu potessi, alla fine disegneresti una partita tutta per me, perché io abbia sul mio volto la luce dei miei colori, dei miei amici.

sabato 15 febbraio 2014

Segreti da fiutare

Ci sono segreti che pochi esseri sanno fiutare. E quando li colgono, li sfiorano e li lasciano volare.

Il tempo di offrire un sorriso di condivisione e così ti aiutano e ti proteggono.

Segreti, dolci e preziosi, da rispettare.

Usare la tua città

Mi addolora se vedo usare la mia città. Per una poltrona, per campare, per una vetrina, per un buffet gratis.

La vorrei solo ammirare coccolata, anche ferita per il bene. Le sue persone, non personaggi. Tutto per lei, senza ricompensa. E la ricompensa è vederla crescere, migliorare.

Mi addolora se vedo usare il mio Paese. Per una o cento poltrone - non c'è differenza -, per campare, per un buffet gratis.

Vera eleganza

Oltre le vetrine passeggia, non sfila. Un cappotto scuro e lucente con discrezione, i capelli seminascosti da una fascia nera.

Ha una meta e non la ostenta.

I gioielli, quell'aria riflessiva e abbandonata. Vera eleganza di chi ha negli anni viaggiato, senza perdersi, né assumere altre identità.

C'è ma non lo vedi

La pioggia perfidamente promessa. Le luci delle luminarie zuccone. Il profumo dei primi fiori. Il dolore di chi cammina a testa alta.

Persino la freccia dell'automobilista davanti a te.

Ci sono, ma non li vedi.

La vallata in cui tutto si ferma

La vallata in cui tutto si ferma. Dicono che vi sia sfrecciato il treno di Harry Potter, ma io lo vedo solo chiudendo gli occhi.

La vallata in cui trattieni il respiro, perché è immensa, eppure così fragile nella sua asprezza. Accoglie tutti, senza trattenerli, perché da offrire ha solo la sua antica natura e guarda le opere umane con pazienza.

Se ti fermi in questo punto di Scozia, devi stare attento, perché potresti non voler più ripartire. Gustando lo smarrimento del tempo, scolpito nel vento.

Quando nacque Totò

Quando nacque Totò, una lacrima corse ad accarezzare un sorriso. E la nobiltà entrò ad abbracciare le sobrie stanze, senza vantarsi.

Le maschere del teatro si guardarono e capirono che per sempre avrebbero condiviso il cammino nel mondo. Un angolo di terra parlò per tutti e un principe partì per altre regioni e nazioni.

Quando nacque Totò, tutti lo implorammo: facci ridere, che la vita é miseria. E lui ci riuscì, ma quella lacrima e i pensieri lo, ci inseguirono e anche di loro siamo grati.

Buon compleanno in cielo, principe.

venerdì 14 febbraio 2014

Un filo o un mazzo di fiori

Sarò senz'altro distratta, perché non mi rendo conto della differenza.

Un filo d'erba o un mazzo di fiori. Un praticello o un pianeta. Un micio o una band di gatti innamorati.

Chi ti fa il solletico, chi ti travolge. Dipende tutto da te.

Radici e pensieri

Le radici immerse nella terra, e pure.
Fossero così i pensieri, da polvere contaminati.

Neanche su piani diversi, certezze si trovano.

Ma l'armonia è li, in radici  e pensieri, che si cercano.

Meglio della luna

Così piena da far male, e con un cerchio alla testa. Se ti sposti sotto il balcone, puoi persino vederla in gabbia.

Eppure splende questa luna, confusa e in fuga.

Io sto molto meglio di lei, perché la mia luce è tiepida e sicura. La mia luce sei tu.

giovedì 13 febbraio 2014

La pioggia si sfalda

La pioggia si sfalda più veloce della terra, e zampilla una luce sconosciuta.

Io non mi volto, perché so che tu hai espresso un desiderio.

Reali conversazioni

Ora perdo la pazienza e divento orribile, no: orribilissima, anche se non si dice. Mi sembra giusto comunicarlo attorno a me.

- Perdo la pazienza e divento orribile, durissima.
- Io lo faccio da sempre
- Lo so
- Dovevi cominciare a essere orribile subito?

Battuti dal battutismo

Battute. Premiati, votati, promossi, pagati per battutismo.

Ce la prendiamo con la politica, ma è specchio nostro. Il Paese del battutismo che soffoca quello del fare e lo sputtana, ma intanto se ne nutre.

Il battutismo, per nascondere i vuoti di fatti e pensieri.

Scivoliamo verso il nostro destino, Paese che ti sei ribellato alla retorica per ridere a battute da sbadiglio. O passiamo dalle battute alle cose da fare seriamente, un giorno dovrà accadere per non morire.

DIre basta a se stessi

Prima di pronunciare quel basta, di incavolarti con il mondo intero, perché non eseguire un ultimo esercizio?

Bravo, di' basta. A te stesso. Se sai che oltre non puoi andare, o semplicemente non è giusto, se un muscolo o un pensiero ti tradisce, dillo, sussurralo anche.

Ma a te. Riparti da te. Perché non c'è nient'altro fuori, se dentro hai il vuoto.

Fermati, respira, ricomincia.

Tutti sanno tutto Giallisti perfetti

Obbligata a dieci minuti di programma pseudo giudiziario, lo potrei persino sopportare. No, non è vero, ma sono costretta a dirlo.

Quello che mi fa seriamente male, è la sfilza di commenti sicuri degli spettatori. Sì, quello è l'assassino. Innocente, io lo so.

Io neanche ho risolto il giallo di chi lascia aperta la porta del palazzo. Forse devo portare il caso in tv, ma temo non lo accettino senza assassinio e storie pruriginose.

Un ma a volte servirebbe

Chi afferma che sia duro. Un ma a volte sarebbe prezioso. Per addolcire un rimprovero, per capire quanto ci hai provato, per opporre un muro di affetto a un vuoto di motivazioni.

Hai sbagliato, ma capisco quanto hai dato.

Hai riso, ma scorgo le tracce di pianto.

Non tutti i ma sono sciabolate, alcuni ti rafforzano il cuore.

mercoledì 12 febbraio 2014

Rido via la notte

Rido via la notte, perché è appena cominciata e le sorprese mi fanno il solletico.

Rido via la notte, perché le lacrime non ci stanno, né la noia. E  muovo le punta delle dita, come se suonassi ancora. Forse sveglierò tutti e mi ringrazieranno.

Perché c'è tanto da ridere, anche quando è inopportuno. Quando dovrei essere pure sgridata.

Ma rido via la notte, per far sorridere anche te e trascinarti su con le stelle, birbanti spregiudicati fino al risveglio.

Io sono un perdente - canzone per la notte

Confesso che il passaggio preferito è caro il mio pubblico, "caro nel senso di carogna".

Mi piace, perché nulla è come appare. Perché una parola gentile è una coltellata di ghiaccio. Perché chi è perdente, ha già vinto molto, ma è come se non lo volesse dare a vedere.

o sono un eterno sconfitto, un perdente, come già ribadito precedentemente, evidentemente, ed altri avverbi con mente, io sono un perdente ma pur sempre un essere umano 
ti prego, dammi una mano. 

La chiedesse anche chi ritiene di essere un supervincente e ci strazia ogni giorno. Gli verrebbe data volentieri, da qualche perdente. 

Io sono un perdente, Skiantos, canzone per la notte.

E rip Freak Antoni.

Sei tu, Jean Cler

Finché compare la sua foto e lo rivedo lungo la strada, la bici, il suo compito in aiuto al mondo.

Jean Clèr, ha ragione Luigi Giavini: posso portarti la valigia, un attimo solo? Quando passavi, voglia di abbracciarti o sguardi imbarazzati.

Ma io credo che gli angeli mille compiti si inventino per stare a fianco degli uomini.

Gridare per esistere

Gridare per esistere. Ridere per non guardare un pianto. Parlare come un telegiornale per sfuggire alla realtà e avere giudizi pronti.

Risse, risate, risicati uomini e donne che siamo.

Proprio prati verdissimi

Lo voglio scrivere proprio così, per convincermi, con tendenza all'allitterazione.

Proprio prati verdissimi, spuntano dalle barriere, da palazzi ingestibili, da ruderi schiacciati dal freddo. Stracciano ogni altro colore, con la loro naturalezza.

Proprio prati verdissimi, non li diresti gelidi, ma gioiosi contro ogni ragione.

Spuntano senza preavviso, come la primavera.

Un tassista cantore

Un tempo, li frequentavo più a Roma ed ero convinta fossero cantori travestiti. I tassisti, che vagano come Ulisse, solo che trasportano altri come Caronte: così si comportano come Virgilio e ti guidano pure con le parole.

A Milano e in altre città immerse nella nebbia, a volte penso che girino comprensibilmente loro un po' le scatole; così sembrano meno ciarlieri.

Io, però, quando devo prendere un taxi, non riesco a farne a meno. Sarà colpa di Sordi, ma innesco una conversazione. E anche in questi giorni ho incontrato Ulisse-Caronte-Virgilio: in pochi attimi, ho imparato di più su crisi ed Expo, che in mille conferenze e letture.


martedì 11 febbraio 2014

Sì sì, la notte

Il tempo strappato e tu recuperi frammenti, senza ansia. È arrivata la notte e sei felice, come se mettesse tutto a posto.

Parlano di buio, ma non ho mai visto tanta luce. Capisco dove sono, e perché.

Sì sì, la notte. La chiamano così, solo per ingannarci e tentare di tenerci lontani.

E ridiamo come stelle, perché non ci riescono.

Shirley, Laura e noi bambini

Shirley Temple, dirò una cosa orribile: ero convinta fosse già su un altro, meraviglioso Schermo. Così quasi mi stupisco della sua età.

Vi sembrerò insensibile, ma non è così. Io, che mi ero messa in testa della morte di Shirley anni fa, oggi sono rimasta ferita duramente. Leggo e rileggo, tra cui un ringraziamento al suo esempio da parte di Melissa Gilbert. Tradotto in tv, Laura, de "La casa nella prateria", che ha avuto vita ben diversa, ma non importa.

Sono, rimangono bambine. E soprattutto noi.

Un bacio, Riccioli d'oro.

L'ultima domanda, l'ultimo treno

Sportello con coda sopportabile. La ragazza colleziona domande, una dopo l'altra.
Siamo tutti troppo nervosi, anche se il treno è ancora lontano. Sgrido Arguta Paffuta che scalpita e scambia una grintosa occhiata con la signora davanti.

Sai cos'è, borbotta. Che ogni volta sembra l 'ultima domanda. La depone, ascolta la risposta, riflette, fruga nella borsa. Pare persino distrarsi.

E quando noi, odiosi, ci godiamo quel silenzio preludio al nostro turno, sentiamo la sua vocina: ma...

Non era l'ultima domanda. Ma tra un po' sarà il nostro ultimo treno.
Perdonaci, ragazza capace di domandare.

lunedì 10 febbraio 2014

Come posso capire ciò che voglio

Come posso capire ciò che voglio, quando il tepore di un sogno appanna il gelido vetro. Quando infuria la nebbia, e quando diluvia sull'orizzonte dei desideri.

Poi splende il sole, con violenza. E mi confondo ancora di più.

Deviata da mille raggi, come posso capire qual è il mio.

Speedin' back to my baby - canzone per la notte

Da ragazzina l'adoravo perché era sbarazzina. E perché era un pegno d'amore, scritta da Ace Frehley con la moglie Jeanette.

Una lite come tante, quella testardaggine degli innamorati nel bisticciare quando le cose vanno bene. E lui che parte sgommando, in preda alla gelosia.

Forse è meglio che io torni. Forse è meglio che io tolga il forse. Un'inversione e rientro alla base, sempre che la macchina non partecipi al complotto.

Sto tornando di corsa, da te. Mi perdoni?

Tutti quanti abbiamo un'anima dalla quale tornare di corsa.

Speedin' back to my baby, Kiss, Ace Frehley, canzone per la notte.

Matteo e i tre gol per sempre

Scalpito prima della cerimonia, perché il derby sta finendo. Per fortuna, la Pro Patria ha già portato a casa la sua vittoria.

Sono tempi difficili e il mio interlocutore è uno juventino, che poi corregge: più tifoso del Varese.

Ottimo... Ma è simpatico e quando gli racconto che il gol del successo è firmato - ancora - da Serafini, esclama: ah quello che ci ha segnato tre gol. Sì, colui che tre volte in una partita punì la Juve: ce lo presentarono così.

Oggi, tuttavia, quasi non ce ne ricordiamo.

È quello che si spreme, guida, ci tira fuori sempre dalle sofferenze.

In una parola, il capitano.

L'amara epifania del freddo

Ho spesso la tentazione di rimpiangere ed evocare il freddo, ma mi agguanta un'epifania amara e lontana. Qualche anno fa, quando già vi raccontai un incidente banale e diffuso: la caldaia bloccata dal ghiaccio, tecnici rari e di corsa dappertutto, io immersa in una fredda miseria perché non potevo abbandonare la casa con il rischio che tutto peggiorasse.

Ogni tanto, si trovava rifugio in macchina, sotto la neve. Oltre al dolore fisico inferto dal freddo - e avevo un tetto, coperte, una timida stufetta e cibo - mi rammento gli stati d'animi. Disorientamento, rabbia, amarezza fino ad arrivare a una pericolosa rassegnazione.

Mi sentivo misera e incavolata come il profeta Giona dopo la morte della piantina.

Finché il mio sguardo interiore è vagato nelle stazioni, tra i portici, sulle panchine, tra le ferite di chi accoglie rassegnato il freddo come una delle fatali solitudini a cui è esposto.

Così quest'anno ringrazio Chi ha avuto più pietà di loro, almeno dalle nostre parti.

Piccoli tesori, vuoti anonimi

Mentre mi allontano dal lago, strade infinite e anonime. Cerco piccoli tesori, trovo tutto spento tranne centri enormi e senza volto, che potrei rintracciare dappertutto.

Cerco un segno che mi sveli questa terra umida e ne trovo dissolti nella nebbia del mondo. Buio, che giocherella stancamente con i neon.

 Cerco piccoli tesori, ma crescono vuoti anonimi.

domenica 9 febbraio 2014

La cornacchia e la benefattrice

Uno stuolo di piccioni nasconde un segreto. E zampette nervose si muovono dietro l'ombra di un'auto: gattini che sorridono con discrezione a una benefattrice, carica di cibo. Ha pensato a loro e li sfama all'ombra del vecchi motel, sbattuto sulla strada ormai sotto gli occhi di tutti.

I mici indifferenti alle prede indaffarate a nutrirsi, neanche si accorgono dell'intrusa che  si stacca finalmente dalla folla: una cornacchia con un pezzo di pane stretto nel becco, vola sopra la strada e le lamiere nervose.

Notte tra piccole onde

Le onde sono minuscole e parlottano, pregustando la notte ancora intinta nelle stelle.

Vorrei allungare una mano, per captare un frammento della loro conversazione e trasportarla nei miei sogni.

Ma bisogna rispettare i segreti. Così mi ritraggo, curiosa eppure felice, perché penso che c'è un piccolo mondo a due passi, su cui vegliare. E anche se io sono una goccia, più minuscola di un'onda, grande e responsabile mi sento nel mio allontanarmi rispettoso.

Notte, tra piccole onde.

Spunta la luna dal monte - canzone per la notte

Profumo di Sardegna, e parole intraducibili nella loro bellezza lunare diventano patrimonio di tutti. Lo erano anche prima, in fondo, perché i suoni dal cuore hanno una loro via.

In una notte scura, senza la sera, che sa essere guerriera come impotente, le mani cercano.

Se mi fermo, il vento le aiuta e mi riporta ogni frammento d'aria. Mentre i volti di pietra si sciolgono in pianto, io sto danzando trasportata da quelle lacrime di desiderio e gioia.

Spunta la luna dal monte, Tazenda e Bertoli, canzone per la notte.

L'amore delicato e del sorriso

L'esperienza al concorso Mario Berrino è sempre carica d'energia. Quando leggo i racconti e le poesie, perché scopro un modo sempre nuovo, e nuovi volti dell'amore. Devo dire che io non leggo volentieri storie d'amore, non più. È uno dei sentieri più impervi - credo - su cui si misura l'attuale umanità, anche letteraria.

Per qualche giorno, mi rinchiudo in un mondo diverso. E quando emergo in quello scrigno adorabile che è la sala che ospita la premiazione a Ispra, trovo un altro mondo ancora. Persone di ogni età, timide e sincere, che si mischiano tra il pubblico e a fatica ammettono che sì, loro sono tra gli autori. Voci che tremano, ragazzi innamorati e signore dolcissime, con un filo di perle o un maglioncino colorato. Lacrime versate di soppiatto, tra ricordi ed emozioni che scoppiano, poi addolcite da un sorriso. E musica, musica che delicata come l'amore accompagna.

L'amore del passato, l'amore sempre da declinare al presente,e ha ragione Pinketts.

Grazie, Ispra. grazie, amore.





L'articolo e la copertina

Ho letto, costringendomi, un articolo che avrei chiuso subito. Una donna intervistata sul letto d'ospedale, dopo un fatto terribile, seppur non criminale. Una donna che ha compiuto un gesto o truffatore o folle, si sentenzia in giro.

Mi sono costretta, perché - vigliaccamente immagino, ora che di cronaca non mi occupo più da tempo - non sopporto di vedere la foto di una persona in ospedale, se ho il sospetto che sia fragile. Mi fa ancora più male scorgerla sul giornale che leggo più volentieri.

Inizio, indignata e addolorata. Proseguo, sempre ferita. Termino e non so più cosa pensare.

Non so se fosse giusto, qualcuno scomoderebbe la parola "etico", intervistare quella donna. Di regole, esterne e interiori, capisco sempre meno. Ma mi ha suscitato compassione, voglia di aiutarla, tutto tranne che giudizio.

Allora, non guardo più la copertina da cui ero tentata di giudicare. Come ti avvicini a una persona e come la puoi raccontare - ferire o aiutare - è forse più importante di tutto.

Non arrenderti mai - canzone per il giorno

Dal cassettone segreto bussa questa canzone. Un nome, Piero Cassano. Una storia, tante vite. Con i Matia Bazar, con artisti ai quali ha assicurato successo.

Da solo, con questa musica che chissà perché mi rincorre oggi. Sarà che ho una brutta faccia, la fama non lo so. Questa non è una canzone auto motivazionale, bensì un dolce appello a chi ci ama, un invito ad avere una testarda pazienza contro tutto e tutti a partire da noi.

Non c'è spazio, né tempo per promesse farcite di illusioni in questa vita. Non c'è assicurazione, nemmeno su se stessi. Che audacia tenera chiedere all'altro: non arrenderti mai. E se ti viene la tentazione di alzare le braccia, stringile piuttosto attorno a me.

Non arrenderti mai, Piero Cassano, canzone per il giorno.

Quando sei distante, come una malìa

Quando sei distante, come una la malìa. E proprio lì a Reggio poi, dove mi ero risvegliata o così credevo.

Arrivammo in un esercito di sognatori. Oggi hanno annullato il pullman per la partita. Come si possa spegnere entusiasmi, quando si è reduci da una stagione di riscatto, insieme, è per me un mistero ancora. Stringi i denti, Pro Patria, e scatena il tuo fascino giovane, con il capitano che lo guida e ala fine è il più fanciullo (saggio) di tutti.

Com'è distante l'Olimpico, come una malìa. Il derby poi non esiste, mi scoppierebbe il cuore. L'ultima volta, vidi la Roma dal vivo (perdere) contro il Legnano: troppo per un lupo tigre, anche se era una squadra di riserve. Sono travolta da tante emozioni, che non so come fare.

Olimpico, un giorno tornerò. E Pro, ha ragione Mattia Brazzelli Lualdi su l'Informazione: stupiscimi ancora.

sabato 8 febbraio 2014

Notte prima di capire

Un ultimo mozzicone di parola e fumi di sensazioni. Non capiremo mai abbastanza, forse non capiremo affatto.

Chissà perché ce ne rallegriamo, come monelli. Comprendere non è ciò che conta e la notte così ci strizza l'occhio. Conta un senso, che batte sotto il cuore.

Notte, prima di capire.

Mi sont on malnatt - canzone per la notte

Mentre brindiamo e scherziamo, intercettiamo questa fantastica canzone. Non è il mio dialetto, e non ci sono solo le u a separarmi dal milanese. Non so se un bustocco si rivolgerebbe così al Signore.

Che per noi non è ul Signur, ma ul Signui.

Ma è così bello ammettere di aver perso la trebisonda e di essere un malnatt. Di aver pastrugnato e di chiedere perdono, e sapere che qualcuno dovrà andare a  ciapà i ratt. Chiedere perdono, con una vada arroganza.

Ho perso a trebisonda.

Mi sont on malnatt, Nanni Svampa e..., canzone per la notte.

Un angelo che non puoi guidare

Dicono che veda come ombre, ma ha un sorriso che inonda di luce. Può darsi che ti chiedano di guidarla, ma tu sai che è lei che conduce.

Il suo bastone bianco dev'essere un 'ala spezzata, ma l'altra è salda e nascosta ai nostri sguardi disattenti. E in effetti cammina come un angelo, sfiorando appena la terra.

Ho condiviso pochi minuti e non so, non so come restituirle la gioia. Gli angeli sono così sfuggenti ai doni, occupati come sono a farli loro.

Sfreccia un treno e ti solleva ora verso altri luoghi, altre storie. Tornerai a casa, superando tanti ostacoli che a me sembrano insormontabili. Con le tue ali buone.

Dolce fregatura

Ci avevano lasciato intravedere spicchi di sole, poi ce li hanno subito divorati.

Ma siamo specializzati nel ribaltare le fregature. Adesso ho una scusa per stare in casa con te. Troppo freddo, bambagia oscura ci frigna attorno. Ho proprio bisogno di un riparo, l'ombrello della tua attenzione, il rifugio del tuo sguardo.

Nota di Arguta Paffuta: io mi sarei fermata a "freddo".

Can't change me - canzone per il giorno

Per un compleanno penso sia il regalo più adeguato. Malinconia sull'autostrada e fierezza senza esagerazioni: non puoi cambiarmi, trasformarmi in qualcosa che non sono.

Quand'ero ragazzina e aspirante giudice, aspettavo di veder cambiare Vince Neil. Un uomo che ha avuto più guai di quante se ne potessero prenderne in prestito, per dirla come lui.

Non so se sia cambiato e conosco solo una parte delle enormi sofferenze. Eppure anche oggi contemplo il suo sorriso, senza mitizzare, senza giudicare.

So solo che non puoi cambiare qualcuno a tuo piacimento, senza per questo perdere un legame. Basta che una persona non sia da qualche parte nel futuro e tu qui, intrappolato nel presente.

Buon compleanno, Vince

You can't change me.... Vince Neil, canzone per un sempre nuovo giorno.

venerdì 7 febbraio 2014

Come un sogno con Charlie Chaplin

Come un sogno con Charlie Chaplin. Sembra in bianco e nero, invece inonda di colori.

Dicono che faccia ridere, ma non vedi le mie lacrime. E quando sto piangendo, si apre una speranza.

La ricchezza sprofonda nella miseria e se sei povero, indossi vesti regali.

Come un sogno di Charlie Chaplin, amo l'umanità.

Notte senza pensare avanti

Chi pensa troppo avanti, resta indietro. Lo mormoro per fermare quella corsa di pensieri.

Riuscirò a prendere quei due treni? quel giorno farò tutto? Scontenterò chi mi ama o mi ringrazierà con lo sguardo perché sono riuscita a renderlo felice.

Questi pensieri corrono avanti, troppo avanti per me. E rischio di restare indietro.

Mentre voglio rimanere qui, con te.

Buona notte.

Tutti senza invito, da qualche parte

Davanti a un posto autorevole, ma non mitico, ci fermiamo per capire dove entrare. Finché una signora, anziana e con un cagnolino bianco e quieto, ci ferma.

Con fare perentorio, ci spiega: qui non potete entrare senza invito. E lei borbottando sale, entra poi in un locale dove ci sono le pattumiere. Il cagnolino sembra meno bianco e di lei dovremmo vedere la povertà.

Invece, entriamo nel nostro palazzo esitanti, noi che il permesso l'abbiamo.

Siamo tutti senza invito, da qualche parte, nella vita.

Nevica prima

Adesso nevica, prima che lo capisca. Nevica prima che io senta quei fiocchi confusi e lamentosi.

Nevica, perché lo decreta lo smartphone. Virtualmente nevica e dobbiamo adattarci.

Ma no, forse si è sintonizzato su Sochi. Anche le macchine sognano e fuggono.

Bella da morire - canzone per il giorno

Con passaggi irrimediabilmente da tempi lontani, non ultimo il riferimento ai sedici anni che oggi inzupperebbe polemiche a volontà.

Ma bella da morire è questa canzone, offertami dalla rete, che scivola come un ricordo deciso a non spegnersi. Un amore non da spiagge tropicali, ma tra nebbia e freddo che scolpisce gli aliti e le immagini. Un rimpianto di film, uno sguardo all'indietro e il nome stupendo di un gruppo.

Bella da morire, Homo sapiens, canzone per il giorno.

Si chiamano persone

Mi deve essere rimasto impigliato un sogno dalla notte.

Gridavo: fermi tutti, si chiamano persone. Gli aggettivi rari, e mai legati alle loro caratteristiche fisiche, che tra l'altro non hanno chiesto loro. Come si vestono o quanto spendono poi... Tutto vano.

Si chiamano persone e l'unica cosa che conta, che le definisce è quanto il loro cuore le muove verso il Bene: qualcosa che non potremo capire mai.

giovedì 6 febbraio 2014

Anche questo è mattino

Un brivido di pioggia ritrovata, che sta cercando il suo posto nell'aria. Un pianto lontano, ma non abbastanza. Tapparelle che si mettono a cantare e il ritmo rock viene dato dal giornalaio in motorino.

I semafori son già stufi di compiere il loro dovere, maledetti o trascurati. Tutti già altrove, almeno con la testa.

Non tu che resti con me, e non spegni sotto la pioggia il sorriso che mi hai preparato.

#buongiorno

Ostinatamente sotto la pioggia

Cammino ostinatamente sotto la pioggia, perché il parcheggio è separato da pochi metri. Arrivo in portineria e mi guardano con pietà. Occhi carichi di imminente futuro: signora, l'aspettano in fondo al cortile, dopo quel capannone... dopo quella palazzina.

La palazzina, per intenderci, neanche l'intravedo. Dovrei detestare me stessa e il mio disprezzo per l'ombrello, invece me la prendo con le nubi lassù. Che non si fermano mai di scherzare, facendo così sul serio, che anzi io lo so... hanno dato il meglio quando sono scesa dalla macchina.

Io essere umano al centro del mondo, sotto la pioggia. Ostinatamente sotto la pioggia, e non voglio ammettere: bastava prendere l'ombrello, una piccola resa.

Notte dimenticando

Quanto ho dimenticato delle mie vite, dei libri di storia, di lingue impraticabili, di varie sazietà?

Vicine o lontane, viaggiano le mie amnesie e forse un giorno si incontreranno di nuovo, con stupore di vago riconoscimento.

Intanto, notte dimenticando. Tutto, tranne perché sono con te.

L'unico motivo suor Adriana

Ma stiamo scherzando, io figlia unica ho il diritto di essere viziata e all'asilo non ci voglio andare. Piagnistei in cui ho dato modestamente il massimo.

Bambini insopportabili, né mi consola il giardino. C'è pure un bimbo minaccioso.

Me ne voglio andare, questo non è uno spezzatino e detesto i piselli.

Non vedo una ragione per restare qui, né ho voglia di schiacciare i pisolini.

Me ne vado. Anzi no, perché c'è una luce bellissima: il sorriso di suor Adriana.

Vere conversazioni

- Te l'ho detto di quella signora che ho incontrato oggi?
- sì, me l'hai detto
- (dubbiosa) e che cosa ti ho detto?
-  non mi ricordo


Viva le conversazioni sincere

Shock The monkey - canzone per la notte

Certo che l 'ho già cantata, ma è tutta colpa di due straordinarie fanciulle, una delle quali qui saluto.

Scuotere questa benedetta scimmia, anche il passo indietro che noi siamo. Ma così è davvero? Dall'ultima volta in cui l 'ho ascoltata, una scimmia ha tenuto in scacco la mia città per un po'. Come un piccolo King Kong. Non ha osato salire su un grattacielo? Beh, ha sfidato un treno.

Via la scimmia. Oppure via noi umani, che ci scimmiottiamo.

Shock The monkey, Peter Gabriel, canzone per la notte.

Due musiche lontane

Il silenzio nella folla, l'ingresso del cimitero che si popola per l'ultimo omaggio. E chi sa perché un signore veste uno strano sorriso.

A volte accade che sorridiamo per nascondere o combattere la paura, il dolore. Io guardo e mi allontano, da questa musica vacillante.

Finché lontano ne scoppia un'altra. Di festa, come un matrimonio.

Non so a che musica dar retta, meglio probabilmente accoglierle entrambe.

Milano che si risveglia, che ti risveglia

Il mio amico laziale mi sgriderebbe: noi dell'Insubria possiamo fare a meno di Milano. È vero, solo che io sono una piccola bustocca e lo sguardo si sposta solo a Sud.

Sono alla vetrata della terrazza e Milano si è svegliata. Una scossa dal sole: ci conosciamo, vero? Il tempo di offrire un sorriso e la vita riprende come un quadro magico, o forse la pista dei trenini. No, guarda bene, è il tram che si avvia incredulo e quelle macchie tante vite.

Milano si risveglia e io sono felice, sotto il cielo cantato dal Manzoni.

Profumo di sole

Perché alzi il muso così? Non è perché hai captato un rumore, ma un profumo. Prima di vederlo lo senti nell'aria; c'è il sole.

Un fremito, una corsa timida, quasi subito rimangiata.

Dal balcone torni incredibilmente profumata di rosmarino. Ma forse è aroma di sole.

Chi è fuffa

Dibattiamo su ciò che è fuffa. Su chi vive di aria virtuale. Su un mondo che non sembra avere fondamenta.

E non so, non so, amico mio, se fuffa, vuoto, virtuali siamo noi, poggiati su false concretezze.

mercoledì 5 febbraio 2014

Quando un bustocco entrò nei Beatles

Se qualcuno la vivesse come una leggenda , abbiamo una foto per smentirlo. Per una sera i Beatles furono cinque, perché quel soggetto che li introdusse al Vigorelli quasi con loro si mimetizzò e accanto a Ringo e soci fu scambiato per uno di loro a Milano.

A me piace pensare che il sorriso più aperto di Ringo in quella foto storica scaturì da una battuta di Lucio Flauto. Sì, il ragazzo che scosse Busto, la tv e molto altro se non avessimo la memoria corta, ne disse una delle sue. Perché non aveva timore davanti a quattro miti, perché ne vedeva l'umanità.

E perché in fondo lui quella sera era il quinto Beatle.

Un ponte per che cosa

Ne scopro un altro pezzo, ormai quasi non scorgo più il cielo lungo la strada.

Ponti, ombre di ponti, dove sfrecceranno altre macchine. Sfrecceranno, si fa per dire. Lente e nervose.

Ponti, ombre di ponti, ma che non collegano distanze perdute, vuoti sempre vivi e incolmabili da mattoni e lamiere.

Babooshka - canzone per la notte

La voce graffiante e il fascino originale di Kate Bush per creare questo film. Prima dell'epoca social, così si potevano mandare lettere profumate - aromi di altri tempi - per l'inganno amoroso.

Vestire i panni di Babooshka, non per diventare un'altra, bensì per ritrovarsi: unica via per lasciarsi riscoprire anche dall'amato. E alla fine, unica certezza è quel grido: sono completamente tuo, da scambiarsi sulla scia di un patto antico, solo assopito.

Babooshka, Kate Bush, canzone per la notte.

Una fonte nascosta nella notte

In ogni luogo si nasconde una fonte, fresca e minuscola per i cuori roventi. O tiepida e rassicurante per quelli più timidi.


Non si conosce la ragione per cui sgorga proprio lì, né a chi si rivolge finché questo la trova. A volte l'ha faticosamente cercata, altre volte oseresti parlare di fortuna.

Ma nessuno può capire se un'anima stia desiderando o no, soprattutto quando scorre la notte.

Basta una goccia per spronare il corso di una vita. Se ti va, comincia a cercare.

Buona notte

Facebook e quello che non cambia

Per me gli anni sono la metà, caro Facebook, e vivo lontana dalle social conversations. Tranne quando viaggio (in treno, tranquilli) o non dormo.

Sarò sciocca e sentimentale, ma il video confezionato per i 10 anni mi ha emozionata. Penso anche che è finito come è cominciato, anche se non si può mai dire.

Mi sono iscritta da scettica, l'ho trovato uno strumento per imparare e condividere ciò che volevo comunicare. Ho preso cantonate, ho avuto piacevoli sorprese, ho condiviso visioni di film e di vampiri; ancora oggi non reggo che in pubblica via si fissino appuntamenti, quando c'è comunque uno spazio privato, per non parlare del vecchio telefono. Parlo per me, ripeto, perché gli altri possono fare ciò che vogliono.

Alla fine Facebook, da strumento o luogo virtuale, è come altri spazi di vita, quindi cambia poco. Certo amplifica, e questo in un mondo che giudica e strilla alla velocità della luce, non mi piace affatto. Ma basta cogliere un fiore inaspettato e puoi cliccare un bel like con convinzione.

Sorvolando non perdi quota

Sorvola, qualche volta. Me lo raccomanda Arguta Paffuta, quando incrocia il mio sguardo prossimo all'incendio.

E sorvola.... Sorvola, così almeno non perdi quota.

martedì 4 febbraio 2014

Saint and sinner - canzone per la notte

Operiamo un mix selvaggio e vagamente sacrilego. Il Piccolo principe non ascoltava i Kiss, ma quanti bimbi lo fanno felici: ormai è un affare di famiglia,

Ok allora, tu sei il santo e io il peccatore, canta insistentemente Gene Simmons.

Ci lego il delizioso, piccolo saggio: ti ammiro, e che te ne fai?

Si intromette canticchiando Arguta Paffuta: frustrato è chi il frustrato fa.


Non c'entra?

Buona notte, peccatori, magari si diventa più santi. I santi, quelli veri, ci sorridono.

Saint and sinner, Kiss, canzone per la notte.

Basta crederci

Basta crederci, hai ragione Mitì.

Un 'immagine diventa reale, una fredda realtà irresistibile. Un vizio, un rimedio. Un sentiero, una strada che si spalanca nel cielo.

Basta crederci e ridere, ridere forte fino alle lacrime, fino all'eternità.

Buona notte

Cultura è la Scozia

Cultura è la Scozia che raccoglie ogni frammento di pietra e di storia. Che guida in labirinti di memoria, stretti da un filo d'amore. Che non si ferma e che se si distrae rimedia.

Certo visione distorta ho io, da brava italiana disfattista e filoscozzese. Ma tra le nostre rovine sono stanca di camminare e vorrei vedere tutti i sussulti di orgoglio diventare un fiume in piena.

Castello addormentato

Chissà se si risveglierà il castello addormentato. Un bacio del lago, melodie che vogliono entrare e correre poi nei giardini attorno.

O forse il desiderio così forte di tutti coloro che passano davanti e si frantuma il sortilegio. Che siano stanze immense o una torretta, hanno solo voglia di spalancare le porte. Basta crederci, sotto il canto della notte.

Innominato e il nome mio

Sul meraviglioso solco Twitter dei Promessi sposi l'Innominato incontro e mi fermo ad ascoltarlo.

Quante volte ho letto con emozione quelle parole. Ma adesso quelle di altri lettori, di ragazzi, di persone coraggiose perché si sanno perdere in questo mondo di lago, monti e spazi infiniti, sono un'eco irresistibile.

L'Innominato... l'ascolto ancora. E vorrei una scintilla del suo zelo.

Vorrei parlare come lui e Anna... Il suo non nome che ai nostri si unisce.



L' spiega ai bravi che non si dovrà più far del male, e dice a chi non è d'accordo di andar via. /24

Il falò delle priorità

Ti chiameranno vecchia e monaca o altro ancora: tutti complimenti,  a esser precisi. È capitato pure a me, anche se di rado te lo dicono in faccia. Così ti dico tutto.

Mi piace divertirmi, ma sfuggo le tavolate da tempo, specialmente quando con il pane viene esibito il gossip. Dove c'è una voce su un altro, mi allontano: da una festa a un funerale. Mi è sempre più estraneo ciò che luccica, perché non si fa accarezzare, per timore di essere sgualcito. Non sono mai stata una fan delle tendenze e invecchiando peggioro o miglioro a seconda dei punti di vista.

Non è un merito, né credo un disastro: solo, ho fatto da un pezzo il falò delle priorità dettate da altri e dalle mode, dal calcolo e da ulteriori malanni.

Me ne sono rimaste poche e traggo energia dal loro calore, che vorrei tanto poter distribuire. Imbranata o egoista, probabilmente non riesco. Ma che bello tendere le mani verso le fiamme e vedere quelle poche priorità danzare.

Hai voglia di ballare, vero?

I luoghi dove si soffre

Non sopporto i luoghi dove si soffre, solo aspettando e temendo, o già feriti.

In coda all'ospedale, davanti a una fabbrica chiusa che credevi essere anche tua, con il volto chino sul vuoto a una stazione.

Eppure è lì - insegna la Kabbalah - che incontri umanità e la puoi assorbire, che cresci, che diventi più forte.

Due anziani in silenzio, mano nella mano, finché esce un'infermiera: andate, siete liberi cittadini.

E il sorriso a un tratto scalda tutti, anche chi non potrà allontanarsi con quella dolce sentenza.

lunedì 3 febbraio 2014

Più tempestivi delle buche

Non capisco chi si lamenta perché le buche imperversano e i Comuni non intervengono.

Ieri sera attraversando tre province e varie località, ho notato una serie di cavalletti impressionante. Così, invece di cercare di evitare le buche, ho dovuto dribblare quegli ingombranti segnali.

Più tempestivi delle buche, with kind regards

Balla - canzone per la notte

Che brivido questo ballo infinito, con tramonto e alba che si confondono.

Provare e riprovare, non soffocare la musica. Scatenarsi e contemplare, due coniugazioni del verbo amare. Un ritmo che si solleva all'ordine del cuore.


l'acqua si beve per dissetare. Ma è così bello avere sete di te.
Balla, Umberto Balsamo, canzone per la notte.

Sogno le cento pecorelle

Comparse nel cuore della pioggia, eppure il campo era deserto da un tempo che nemmeno so quantificare.

Erano cento pecorelle. Nel lampo di autostrada non le ho contate, ma ci giurerei. L'acqua era insopportabile, ma non per loro, felici della libertà ritrovata.

Cento pecorelle da contare tutte, fino a un sogno immerso nella pioggia.

Buona notte

La cattiveria, la gentilezza

La cattiveria, la gentilezza salgono sullo stesso treno. Entrambe hanno il biglietto e non puoi sapere chi incontrerai. Chi interpreterai.

E quando scendono, non si guardano in faccia, ma percorrono lo stesso sentiero. A volte, si sfiorano persino.

Scivolano come guanti dai gesti delle persone. Incontri lacrime e sorrisi, senza vero preavviso. Perché all'ultimo potrebbero scambiarsi, ancora.

Un pezzo di scotch

Un pezzo di scotch sulla porta. Minuscolo e cocciuto, è sopravvissuto.

Ricordo cosa significa, non sono ancora adulta. Cartelli inneggianti alla libertà. Ribellione di parole, che a volte andava a frugare nella musica.

Un frammento che dice: questo è il mondo e non devi entrarci.

Quando il mio mondo eri solo tu.

L'unica autorizzata a odiare la pioggia

Ma cribbio, ti dico trascinandoti, come fai a odiare la pioggia? Sei un mezzo pastore e hai assaggiato l'autunno nella corte. Giochi meglio nel fango e il tuo pelo si arriccia meglio di una star.

Odio la pioggia perché non mi lascia scegliere, lega i movimenti e mi inumidisce i sogni.

Va bene, cucciola. Sei l'unica autorizzata a odiare la pioggia, ma quando l'erba stenterà nel tuo parco ne riparleremo.

Tu vivi, io a pensare alla primavera.

A pensar male peggio si fa

A pensar male si indovina, si sta male o entrambe le cose.

Ma mi stupisce chi riesce sempre a pensar male degli altri. Perché sa forse fare ugualmente, o persino peggio, ciò che prevede.

Invidio invece chi si fida, fregato cento volte e pazienza. Perché nei suoi occhi vedo solo luce.

domenica 2 febbraio 2014

Why - canzone per la notte

Anche oggi un grazie a chi mi ha trasmesso queste note dalla rete.

Che mi fanno pensare: più grande é una bocca, meno sa tacere. Tu a trattenerti, a volte persino a scusarti, pur di non lasciare ferire un cammino. Invece, niente da fare.

Parole scivolano a volontà da quella bocca. Allora, non ti resta che mettere a fuoco te stesso. Capire i sogni che sognerai, invece.

Perché, non importa nemmeno più. Stai danzando e questo basta.

Ti è mai importato come mi sentissi io? Quante barche affondano, senza un perché.

Why, Annie Lennox, canzone per la notte.

Philip come fosse Truman

Questa è la vita sullo schermo. Come se ne fosse andato Truman Capote, ancora, e un libro di chiudesse davanti.

Invece, è diverso, di più. Un attore, tanti volti, una magnifica capacità di trasmettere vite. E una vita che si infrange qui, sospesa tra il dolore e l'infinito.

Rip Philip Seymour Hoffman.

Povero chi crede di far la pace

Povero chi crede di costruire la pace dividendo, creando fuochi e seminando odio verso un altro: popolo, gruppo o individuo.

Povero chi crede o finge, chi urla di deporre le armi solo agli uni e si arma per primo di un "contro". Ed è contro sempre gli stessi, specialmente se fa comodo o rischia meno.

Povero chi si veste di amore per la pace come una divisa, perché non prova mai la nudità e la sofferenza di ciascuno. Perché quando cambierà la moda, cambierà pure boicottaggio e parte da ferire. Ferendo in realtà tutti.

E bravo chi resiste alla tentazione. Fosse anche un'attrice, recita una parte di vita.

Brava Scarlett, per esempio.



La legge del capitano

Non sento il gelo con i miei amici, neanche quando sul campo inghiottiamo gol e ingiustizie.

Non importa, il capitano segnerà due reti e andrà tutto a posto. Keep calm and sperem, grida l'ultima pagina del Tigrottino.

Ci spero, sono serena: sarà un attacco di follia. Ma so che in campo deve andare in onda (anche sulle pozzanghere) la legge del capitano e noi non ci tiriamo indietro. Nessuno può farlo. Anche chi è incerto, reagisce, trascina, colpisce.

Non c'è più nessuno che si possa sottrarre. Sotto di un giocatore, chi se ne rende conto?

Il capitano vuole correre ancora, gli anni gli scivolano via. È un esempio che non ci fa amare solo la Pro Patria (lei è legata per conto suo stretta stretta al nostro cuore) ma il calcio che ancora può esistere.

Signori: Matteo, Matteo, Matteo Serafini.

Riso alla John Wayne

Un piatto ottimo, senza retrogusto che diventa amara sorpresa. Ti fa prendere tutto sul serio e ti porta al palato chicchi di sicurezza.

Sai che nulla potrebbe nuocerti e che dietro la prateria ce n'è un'altra ancora. Che la verità spunterà prima o poi e sorprenderà tutti, a partire da te.

E quando sei sazio di tutto ciò, John Wayne ti fa esplodere un sorriso. Può essere per la solare compagna o un duetto con Dean Martin.

Voglio riso alla John Wayne, grazie.

A horse with no name - canzone per il giorno

Nel viaggio in un deserto, che snida fiumi e diventa oceano, c'è questo adorabile cavallo di cui poco sappiamo. Solo che non ha nome, o almeno non lo conosciamo: ammesso che ci sia differenza.

Seguo il cammino degli America, lontano dalla pioggia. Un esodo solitario e questa strana contrapposizione: nel deserto, conosci il tuo nome.

Non quello del cavallo, che a un certo punto devi lasciare in libertà. Non sai se perché sia giusto o il troppo sole ti abbia levato lucidità.

La la la la, mentre galoppa, distante dalle città dove la gente non ama.

A horse with no name, America, canzone per il giorno.

Inseguo

Inseguo i sogni, perché corrono rapidamente e mi piace tenermi in esercizio.

Inseguo i pensieri, per essere certa di non perderli, ma ogni tanto resto indietro per vedere che effetto fa.

Inseguo te, perché non affretti mai il passo e mi piace osservarti, specialmente quando ti giri di poco, pochissimo: il tempo di guardarmi e sorridere.

Inseguo, perché non mi va di stare davanti a farmi ammirare o detestare o che altro non importa.

Voglio osservare e respirare, e quando mi stacco è per tornare, felice.

La spiaggia che non si bagna

Le carezze del mare così discrete, la pioggia che sbircia e fugge.

Tutto si posa con rispetto su questa spiaggia, tanto che pare non bagnarsi mai. Talvolta percepisci un respiro umido, ma è come se avesse indossato un velo di profumo.

La sabbia resta calda e ospitale per le tue orme, e nessuno le cancella per fretta o avidità o incuria.

Le spine prima della luce

La luce non grida, le spine ci provano. Uno schermo che non si può superare, in apparenza o con le nostre forze.

La luce del mio campanile, quello che ho visto prima di nascere. E le spine che si intromettono, che cercano di portarlo via.

Ma vuoi vedere che forse lo esaltano, lo indicano e tracciano anche la strada.

Le spine, la luce, la vita.

sabato 1 febbraio 2014

Notte senza dover dimostrare

La notte, ancora più liberi. Abbiamo collezionato pensieri e gesti, offrendoli lontano da luci vane. Ti trovi a sorridere nell'angolo più buio ed è che dovevi, lo senti.

Legami autentici, di quelli che non opprimono ma fanno fiorire i tuoi pochi talenti. Tesori che non si fanno notare. Abiti che sulla tua pelle danzano con movimenti impercettibili.

La notte, ancora più liberi, perché nulla dobbiamo dimostrare.

Buona notte.

Uno chef e la leggerezza

Uno chef, che va in tv, per ricordare un nostro Amico che non vorrebbe essere definito maestro. Uno chef, come Sergio Barzetti, che ha portato i nostri bruscitti in tv. Che ama la tradizione, senza per questo temere di creare, che non teme di svelare le fregature sugli scaffali e che "ridendo e scherzando" dice cose estremamente serie.

Un tuffo nella bontà genuina e nel tenersi strette le cose che amiamo, per condividerle. Socchiudo gli occhi, tra gli amici. Il nostro regiú Luigi Toia, ricordato da Dolores Rusconi. Chiara Massazza, che oggi guida la Famiglia bustocca. Il bel ritratto di Angelo Grampa e del Magistero.

Leggerezza, per Luigi Toia: che è dare il giusto peso alle cose che passano e a quelle che restano.

Luigi, la Beata Giuliana restaurata al cospetto della basilica sorride anche grazie a te.

Alla Libreria Boragno ora Barzetti parla dell'amore per ciò che si gusta con il cuore. E tu sorridi, lo sappiamo.

Dall'altro lato della valle

Dall'altro lato della valle tutto sembra più scuro. Non arriva il riso lieve del fiume e gli alberi stanno immobili.

Le macchine corrono distratte, le fabbriche solo in parte attendono il giorno: per le altre una notte senza fine.

Eppure se si ha pazienza, anche qui si può sentire il cuore della valle che batte forte.

Ricominciare da San Marino

Me la ricordo quella partita, vissuta da lontano. Il compagno di tifo Franco era appena salito lassù e credo ci avesse messo lo zampino.

Aspettavamo scalpitando la partita del riscatto ed ecco che a San Marino fu conquistata. 

Mesi trascorsi come anni. Noi senza alcune tigri su cui contare, stufi di non vedere riconosciuto il nostro attaccamento se delle critiche altrui ci importasse ancora. 

Perché ci importa solo della nostra maglia e di chi la indossa con rispetto.

Contare le ore sotto la pioggia. E se potessimo saremmo già là.

Ripartire da zero (e il dono che ti fai)

Sfianca ripartire da zero ogni giorno, hai ragione amico che mi guidi con saggezza.

Ma sfianca di più avere tutto regalato, servito su un piatto d'argento, spesso non meritato. Non è un tentativo, pure goffo, di consolarti.

È che ci credo. Sudarti tutto, con la sensazione a volte di non strappare niente. Ma fosse anche un frammento di carta, un brandello di luce, tu lo puoi guardare e cogliere in esso il dono che ti sei fatto. E - se credi anche più su - tu sei il dono che Qualcuno ha fatto a noi.

La vita nell'ultimo tweet

La morte sui social, di chi segui, di chi hai solo intercettato qualche volta, di chi conosci più per la sua attività o in tv.

Tutto così surreale, da ferire nella sua realtà. E la delicatezza dell'addio, anticipata in un tweet sulla malattia. Messa giù così, con diagnosi diretta senza particolari. Riassunto nell'esistenza, senza dettagli - anche qui - ma quanto incisiva: uno stile di vita molto diverso.

L'ultimo messaggio ha la parola #vita

Riposa in pace, @StracquaG

La natura sbaglia sempre

Ci osa sommergere di neve quando è inverno. Con altri è capricciosa e ci schiaffeggia di acqua. E quando si scalderà il calendario, anche l'aria ci soffocherà.

Pazzesca, questa natura che sbaglia sempre. Con noi, che mai ci opponiamo o cerchiamo di influenzarla. E ne fanno le spese spesso coloro che più la amano, i suoi feritori al sicuro e nascosti nell'arroganza.