lunedì 31 maggio 2021

Il mio vaccino amatissimo


 Non riesco a contare le file, tanto meno le sedie disseminate in fiera. Intuisco solo che la maggior parte dei presenti, in attesa del vaccino, sta manovrando il cellulare. Per comunicare, postare, qualcuno scatta foto a sé e tutto attorno. 

Io, con me ho un libro. Non è un libro qualsiasi, ammesso che di libri qualsiasi si possa in qualche occasione parlare: è il regalo di un amico, un uomo che quando racconta, ti fa capire un mondo; quando legge, persino di più. Ci conosciamo da diversi anni ormai, ma è la prima volta che ho tra le mani un testo scelto da lui. Questa mattina, prima di andare a MalpensaFiere per sottopormi alla vaccinazione e alla speranza, ho guardato nella borsa che mi ha consegnato lui ieri, ricca di storie, e ho scelto questa.

Faccio così fatica, ultimamente, a ritagliare il tempo in cui leggere davvero, senza essere interrotta da trilli o vibrazioni, che potrebbero benissimo aspettare. Volevo solo averti accanto, si intitola questo libro, e penso d'istinto a chi vorrei qui, a parte chi è dovuto rimanere fuori ad attendermi con trepidazione.

Vorrei mio padre, ovviamente. Marco, perché ho bisogno di una sua risata, di un suo "Mari" con la erre arrotondata. Penso al mio caro amico, che chiamavo "il capo" e lo facevo perché lui sollecitava che io mi rivolgessi a lui con un familiare "tu", o mi chiedeva comunque di chiamarlo per nome. Ma io, per la differenza d'età e il rispetto che nutrivo per lui, non osavo.

Allora, a inventarmi questa formula, che lo faceva ridere e gli andava a genio: capo.

Buona settimana, capo.

Glielo scrivevo il 15 marzo 2021, quando era ricoverato nel reparto Covid. Ma ne uscirà, lui è tosto - mi dicevo -, lui ha un sogno importante da completare


Grazie cara...
Quattro giorni dopo, non mi avrebbe risposto più. In testa, non posso cancellare il messaggio in cui mi raccontava l'avvio del calvario, l'iscrizione al portale della Regione il 17 febbraio, nessuna chiamata, poi a presentarsi è stato il virus. 

Io oggi sono qui e avverto tutta la fortuna di poter avere questo vaccino. Avverto molta gratitudine verso quelle donne e quegli uomini che hanno lavorato giorno e notte per darcelo. Avverto molta rabbia - non posso negarlo - pensando a ciò che si è inceppato in questo inizio d'anno condannando troppe persone, come "il capo". 

Io sono qui, con un libro, mentre un amico a tre file di distanza mi scrive che gli sembra di essere in un film. Ci chiamano, una fila dopo l'altra si scioglie e si ricompone. Non voglio mollare il mio romanzo fino all'ultimo, anch'esso racconta di dolore e di ricerca della speranza, come della verità: piani surreali si incastrano e scivolano via.

Quando anche la mia fila viene convocata, entro nello spazio con le varie postazioni. Non so quante volte io ci abbia messo piede in questi mesi per raccontare degli altri, ma adesso non ho niente da raccontare: devo solo provare a vivere. Qui mi rendo conto che dovrò tenere in borsa il libro, perché non c'è tempo: mi interrogano, si decide a sorpresa per il vaccino in cui avevo anche sperato un po' di più.

Una donna dietro di me mi assicura che se le danno un certo vaccino, lei si tira indietro perché poi deve andare in ferie, non può tornare per il richiamo.

Io prendo tutto. Per me, per il capo, per tutti coloro che non sono riusciti. 

Non ho più voglia di ascoltare lamentele; mi giro.

Poi la sorte mi conduce a colpo sicuro verso la postazione con un dottore che ho intervistato più volte, nella mia vita: il dottor Lualdi. Ci ridiamo su: Lualdi vaccina Lualdi, eccolo il film che cambia. Lui è brillante, come al solito, professionale ma anche capace di farmi ridere. L'infermiera mi dà tutte le istruzioni mentre lui verga l'orario in cui potrò uscire: mi sembrano che siano qui da sempre, e forse è così, come i volontari che hanno occhi e orecchie per tutti.

In quel quarto d'ora, provo a proseguire la lettura, ma il cuore batte forte; sento che ho bisogno di uno spazio tutto mio per continuare a vivere la storia altrui.

Adesso, cerco un'uscita da quest'anno e molto di più. Adesso, voglio ritrovare il tempo di leggere, senza interrompere, e di scrivere quello che mi scava l'anima; voglio camminare nella valle, e non mi accorgerò se porto ancora una mascherina. 

Volevo solo averti accanto. Lualdi ha vaccinato Lualdi, come a portarmi un messaggio di papà. Oggi è il compleanno di Marco e il regalo me l'ha fatto lui. Forse potrò provare ad aiutare a realizzare a sogni, come quelli del capo. Come se accanto, ci fossero tutti.

Stringo questo libro, perché non posso stringere il vaccino. Ma in fondo, è anch'esso il mio vaccino amatissimo.

domenica 30 maggio 2021

Quello che il cuore sente di più

 Sono notti in cui mi sembra di essere sulla collina, perché sento cantare ostinatamente i grilli. Forse è il desiderio che si unisce alla realtà, o forse si sono rifugiati in un angolo che io non riesco a vedere, ma i gatti intuiscono benissimo. 

Mi viene in mente Stru e di come si indigna della nostra indignazione, quando reclamiamo il nostro diritto al sonno. Chissà quante volte rompiamo le scatole noi, bulletti della natura.

Eppure mi piace anche pensare, in questo momento in cui gli umani si riversano fuori e mi sembrano più chiusi che mai, che il cuore senta di più voci e pensieri delle altre creature. Forse perché ha trovato una via per ascoltarli oppure sa di essere ascoltato.

Quello che il cuore sente di più, ti conduce a un sorriso di pace, anche quando i grilli strillano nella tua notte.

sabato 29 maggio 2021

Fermarsi ancora un po’


 Il giorno emette già un concentrato di rumori come se volesse imitare questo mondo, forse ripreso troppo in fretta o alla rinfusa. 

Chissà perché sento più solitudine che mai in questo affannarsi e avverto il bisogno di fermarmi ancora un po’.

Mi vedo in buona compagnia e mi accomodo su rami di pensieri come la luna, sostando indecisa in uno scenario che non mi appartiene.

Questo, è il grosso guaio: non credo di aver pensato abbastanza, per poter ripartire.

venerdì 28 maggio 2021

Sullo sfondo


 Ho taciuto sullo sfondo, contando i dubbi sfiniti in questa settimana senza tregua per l’anima. Il dolore ci ha giocato, senza pietà, e mi conforta un’immagine.

Sullo sfondo un cielo che ci avvolge, cercando di scaldarci con la pace. Perché fa troppo freddo sulla terra, quando anche i ricordi di infanzia sono sovvertiti dalla tetra umanità. 

Vorrei essere lì, restare sullo sfondo. Ma anche nella tua Assisi tu mi hai insegnato che se mi dici, vai, non posso stare immobile.

Allora, in qualche modo sarò da te.

giovedì 20 maggio 2021

Aspettando ancora un poco

Perché tutti possano assistere, e allo show che si meritano, bisogna attendere. Un concerto che segna mezzo secolo, un momento e luogo storici, che gli Aerosmith rimandano. Ancora. Ci si sposta più in là nel tempo per celebrare tutti insieme, l'8 settembre 2022. Suona come il prossimo secolo e invece la band dice così: sappiamo che significa dover aspettare ancora un poco. 


Aspettando ancora un poco, in un universo che pare aspettare da sempre. Mi appare come la frase di un adulto ai bambini che scalpitano e forse la pronuncia più per convincere se stessi.

Aspettando ancora un poco. Un concerto, un viaggio, una risata senza schermi. Un abbraccio, più di tutto un abbraccio.



martedì 18 maggio 2021

Se non ci fosse una cura

 Stasera mi sono messa in testa che non ci sia una cura. Sarà il giorno perdendo un filosofo e la notte che non riesce più a trovare luce.

Se ci fosse una cura, non saremmo qui a odiarci, pontificare, librarci sopra tutti.

E se non ci fosse una cura, forse non esisteremmo affatto.

Ma questa sera penso di esistere un po' meno.

martedì 11 maggio 2021

Come un filo del telefono

 Anche se questa data è impressa a fuoco sulla mia mente, cerco di sfuggirle come posso. Poi, lo sguardo inciampa sul telefono e mi rivedo lì, immersa nelle nostre conversazioni.

Vorrei chiudere fuori tutti, ma esiste questa cosa anacronistica di nome filo del telefono un quarto di secolo fa. È tutto così netto, mentre stai scivolando via e nessuno di noi se ne accorge. Del resto, io sono piccola e tu sembri già padrone del mondo, pur in modo gentile.

Non sento più la tua voce, non ci sono più docili malandrinate da fare. Ma forse se afferro il filo del telefono, ti ritrovo.

Come un filo del telefono è la via perduta, che dovrebbe portarmi a te. Così evidente e tramontata, da non poterla spiegare a nessuno.

lunedì 10 maggio 2021

Piove dentro di tutto

 In una giornata inaspettatamente infelice, indifferente anche al fatto che tu abbia ritagliato su un foglio stropicciato una promessa di normalità, ficca dentro il suo sguardo curioso la pioggia.

Allora ti senti in dovere di arraffare tutti i tuoi sentimenti e infilarli in una tana improvvisata.

Così resti fuori solo tu, ad affrontare la pioggia, ma ti rendi conto presto che non basta.


Piove dentro di tutto, il dolore, la rabbia, la sfacciata comprensione che ci sia una forza capace di comprimere la terra sopra i sogni proprio quando pensai di averli portati al sicuro.

Fradicia di consapevolezza eppure impotente osservi questa meraviglia di nome pioggia dettare la sua legge. 

venerdì 7 maggio 2021

Semplicemente Milano


 Ci sbircio dentro di fretta, e questo mi fa sentire quasi che poco è cambiato. Eppure scorgo il vuoto ancora marcato, come un mascara sfuggito al controllo e diventato spettrale.

Cercavo la vita qui ed ero sicura che mi avrebbe trattenuta, anche nei momenti di peggiore misantropia. Adesso ammira ogni sforzo come se fosse il gesto più commovente del mondo e forse lo è davvero, Milano. Così sospesa, da non respirare, eppure ne tiri fuori di voce. Basta un piccolo raduno inaspettato e tutti si fermano a guardare cosa ci sia, con la curiosità che si mischia a speranza.

Quando volti la schiena a Milano, la volti al pane. Ti sono sempre stata devota così, ma era vincere facile; adesso, se mi giro, sembra che tu non possa fare nulla per richiamarmi.

Non è così: la tua voce stanca mi sta già accarezzando, i tuoi progetti mi inseguono nella mente e so che non ho alibi per allontanarmi da te. Paradisi artificiali, quelli che blandiscono e condannano al vagare eterno. Tu sei semplicemente Milano e non hai tempo da perdere. Ti stai già raccogliendo, per slanciarti più forte; magari nella mossa cadrai, ma sono certa che ritenterai. Persino io, potrei farlo.

mercoledì 5 maggio 2021

Ogni volta che spezzi il mio cuore (notte, Nick)

 Ogni volta che spezzi il mio cuore, qualcosa di più di una voce dentro di me urla. 

Come piccoli sogni in frantumi, sogni che non potevano essere più lontani, i ricordi si sfilacciano e restano impigliati nelle note.

Ogni volta che tu spezzi il mio cuore, un pianto, un passo di danza, un'immagine. E vorrei dire che sono più forte.

Notte, Nick Kamen.

martedì 4 maggio 2021

Rocking rolling (per resistere) - canzone per la notte

 Ci hanno detto di non suonare più. Com'era incomprensibilmente reale questa minaccia a quindici anni, per  chi accettava solo quelle due parole: rocking rolling.

E prima di tutto, «per resistere» come assicurava Scialpi. Guarda che scherzo atroce, una valanga di anni dopo, e qualcosa, qualcuno ci ha spenti davvero.

Niente più show, niente più spettacoli. Io che sbircio calendari estivi con malcelata speranza. Ci hanno chiusi dentro un metrò che non parte mai.

Tutto ciò mi fa rabbrividire su come guarda lontano la musica. Sembra dire follie, tanto che sono così reali. E quando ti abbandoni al disfattismo, ecco che ti riversa addosso la soluzione.

Rocking rolling. Per resistere

lunedì 3 maggio 2021

Non sono mai scappata dalla tempesta



Non sono mai scappata dalla tempesta. Non lo dico per farmene chissà quale vanto, forse sono stata anche scema. Anzi, a volte mi piace puntarle lo sguardo contro, pugnalarne l'anima con gli occhi e poi chiederle scusa, mentre dovrei chiedere scusa a me, che troppo mi sono esposta.

Penso a tutto ciò che posso sopportare. Ma non sentire un poveraccio chiamare una professionista (che fa un lavoro ben diverso dal mio) una "donnetta" - scriverei un uomo, però tanto uomo non dev'essere - o  figure di plastica gloriarsi di essere i soli presenti, quando con il cuore sono così assenti, recite di un mondo che non mi appartiene più

Piano piano, ho scoperto come ribellarmi, tranciare fili di pietra, sottrarre a copioni mal assortiti, riconoscere e premiare chi è riconoscente anche quando non hai fatto nulla.

Ma non sono mai scappata dalla tempesta, neanche quando mi dilaniava dalla paura.
Neanche adesso. Perché lei, è sincera.

sabato 1 maggio 2021

Un talento imbattibile

 Ho conosciuto un ragazzo che definiscono speciale, ma ho potuto appurare la reale ragione. Ha un talento imbattibile, qualcosa che possiede solo lui.

Lui ti chiede la tua data di nascita e dopo pochi secondi, non importa in qualche secolo o in quale zona di esso tu sia piazzato, ti rivela a quale giorno della settimana corrisponda. Inutile rincorrere il meccanismo per cui ci riesce: è suo, solo suo. 

Pensavo così che forse ciascuno ha un proprio talento imbattibile. Un tesoro inaccessibile, un potere della mente e del cuore, che sfugge ai più. E che forse bisogna a volte fermare una persona a caso e farle la domanda giusta, per mostrarlo. 

Ciascuno unico, alla propria maniera, in cerca della propria opportunità