venerdì 23 febbraio 2024

Gli unici momenti

 


Si posano così su di noi, gli unici momenti in cui lasciar affiorare tutto ciò che è vero - parola che di solito, mi turba assai -,  ciò che non pesa, che impegna ma libera, che fa sciogliere in bocca ogni amarezza.

Sono i momenti unici, come quelli con te. Tutto il resto ha schiacciato la propria anima a terra. Noi voliamo sotto un cielo teso e bellissimo, lo sfioriamo anche senza ali, ci stupiamo di bellezza e teniamo tra le mani un biscotto.

Un piccolo grande cuore, che ci tiene assieme, un patto di cura e farina, che ci mette al riparo e che ci offre infinita leggerezza.

mercoledì 21 febbraio 2024

La mia prima margherita


 Io, cresciuta a fumetti singhiozzanti perché tanto i compiti non li facevo lo stesso se sognavo altro, sobbalzo con un solenne "Gulp" alla tua vista.

Sei la mia prima margherita: che importa quante volte affermano che io ti abbia incontrata? Irresistibile, come lo sguardo che fiorisce dalla tabula rasa delle esperienze.

E grido alla cucciola: guarda, una margherita! 

La primavera mi tortura se penso all'incombente estate; invece mi ancoro qui, alla tua semplicità.

Finché vedrò la mia prima margherita, in questo solenne bordello, sarò salva.

lunedì 19 febbraio 2024

Le parole riposte


Avevo riposto parole, convinta che sui libri figurassero meglio. Stasera, me le sono trovate davanti, brillante di vernice.

Una, l'avevo dolosamente dimenticata: utopia.

Il fatto che qualcosa non si trovi in alcun luogo, il fatto che un luogo stesso non esista, rende tutto irresistibilmente vero, perché ci spinge a realizzarlo.

Le parole riposte, non tornano di moda, ma prendono vita.

E io stasera salirei su un'infinita scala per un luogo che non esiste, solo nell'immaginazione altrui.

domenica 18 febbraio 2024

Ardito e vulnerabile


Ardito e vulnerabile: dimmi se non ti vuoi o non ti puoi allontanare. Mi avvicino ancora, per capire se ti devo aiutare. 

Tu mi sfidi dolcemente, poi voli via ma senza prendere distanze dolorose. Resti a guardare i miei passi incerti e io ti sento più che mai come lui. Vorrei essere capace, come mio padre, di intavolare fischiettanti conversazioni nel suo regno davanti a me, stupita principessa degli stracci.

Tu mi segui dolcemente. Ardito e vulnerabile, come lui, come me. Non hai bisogno del mio aiuto; io del tuo, penso di sì. 

In questi giorni in cui troppi sembrano avvertire il bisogno di diventare rapidamente angeli e vedo lei sempre più triste e sola, io mi aggrappo alle tue piccole ali per un poco. Così posso volare via, ma non eccessivamente: solo per una manciata di metri, a guardarmi tutt'attorno e ancor più dentro di me. 

Poi, torno da lei a raccontarle una storia in cui potrebbe credere, a mostrarle un film che ricorderà ma la farà sorridere, ad ascoltare silenzi e capricci. Arditi e vulnerabili, tutti noi.


sabato 17 febbraio 2024

Ricomincio, ancora - niente sale sul treno con noi


Dal telefono compare un video, pochi secondi inviati a un amico pazzesco, che ha vegliato su di me nei giorni più difficili dello scorso anno.

Giorni, settimane, mesi. Mi tiene ancora d'occhio, e così faccio io perché una delle certezze che ho appreso dopo l'infortunio è che non esiste un successo acquisito. Che ogni progresso è da difendere, nell'oscurità e nella solitudine della propria camera.

Era un anno esatto fa e nel video gli mostravo come dopo diversi sforzi riuscissi a sollevare per qualche istante mano e braccio, a patto di restare sdraiata. Ricordo bene la frustrazione di non poter compiere quel gesto fino in fondo se non dopo mezz'ora di tentativi.

E vi era una frustrazione anche peggiore: una volta conquistato quel risultato, non era affatto un gradino da cui continuare la salita. Ripiombavo inesorabilmente a terra e dovevo esercitarmi un'altra mezz'ora prima di alzare il braccio per un poco.

Era una sensazione che mi scuoteva, perché mi sembrava di non imparare niente, almeno non stabilmente. In realtà, se il mio corpo soccombeva, la mia mente poteva assorbire un'utile lezione,

Non c'è progresso che tu non debba difendere, sempre. Non c'è traguardo, che ti permetta di riposare tracciando quell'amabile segno: fatto.

Non c'è persona che tu abbia conosciuto davvero e che non possa sorprenderti, anche terribilmente: tu per prima. 

Guardare questo video dovrebbe confortarmi, un anno dopo almeno quell'interminabile esercizio non sembra servirmi più. Ma me lo ricordano una debolezza improvvisa, una difficoltà a muovermi, una ferita nell'anima inferta quando me n'ero appena curata una, mani tese ad afferrarmi per tirarmi in ragionamenti di cui non me ne frega più niente perché vedo il treno della vita procedere verso ben altri lidi.

Attraverso i vetri, tutte le cose ci faranno grandi cenni di addio.

Nessuna si offrirà per salire con noi avran tutte paura di tenerci compagnia.

Come scrive Madeleine Delbrêl, io già sento effimero molto, e non abbastanza.  Persino quell'esercizio doloroso e testardo che mi ha permesso perlomeno di rialzare un braccio, adesso mi incute simpatia distaccata: eppure ho nitida in me la disperazione di quei giorni e quando non riesco a usarlo come devo, vacillo.

Ma tanto, devo ricominciare. 

Nessuna cosa, nessuna persona sale sul treno con me. Mi accomodo e sciolgo il nastro dei pensieri, mentre ricomincio, ancora.

mercoledì 14 febbraio 2024

Anche se il cielo si oscurasse

 

Anche se il cielo si oscurasse tutto, di indifferenza, vanità o autodistruzione, sono certa stasera che io vedrei una stella.

Un miraggio, più vero, della realtà che si piccano di vedere tanti altri.

La luce dell'anima, di un Popolo che per quanto martoriato resiste per sé e tutto il mondo. Anche io, mi aggrappo a quella stella, per l'eternità.


Anche se il cielo si oscurasse tutto, io fisserei l'unica stella che mi racconta di futuro, di pace, di civiltà, di spirito. Di tutto ciò che posso essere, nonostante i miei pesanti limiti.

Il cielo si rinchiude nell'oscurità. Io mi addormento, su una stella, e conto i minuti per destarmi e capire cosa fare. 

domenica 11 febbraio 2024

Passeggiare con riconoscenza

 

È soltanto da te che mi accade di essere trascinata dal desiderio di passeggiare. La gente scompare ed è come trovarsi nel mio bosco silenzioso; solo, parlano i muri, le fiere finestre, le carezze di buio e quelle di luce.

Soltanto da te, mi capita di passeggiare anche per raggiungere la mia meta. Passo dopo passo, mi godo il mio viaggio, scopro qualche nuovo angolo o sobbalzo trovandomi dove non pensavo, con un brivido di piacere. 

Passeggiare riconoscendo, passeggiare con riconoscenza per il tuo caldo abbraccio e il tuo non impormi nulla.

domenica 4 febbraio 2024

In un angolo del momento perfetto


 Ondeggio tra la nebbia e il cielo, accarezzati da uguale morbidezza. La rocca sta sonnecchiando, forse per confondere i nemici. 

Il mio lago è di una bellezza cui non mi so abituare, ancora più stregato quando non lo grida.

Poi entra quell'essere che invidio nella sua rigorosa libertà: si prende la scena, con corpo e ali nitidi più dei miei pensieri. Resta fissato sull'immaginaria pellicola, tanto che con il dito sfioro come a cancellare una sbavatura che non c'è.

È il momento perfetto, quello in cui tutto si fissa a memoria dell'eternità. Io, mi trovo in un angolo di questo quadro: quello più invisibile, come se io non esistessi se non per un istante, e distrattamente.

In un angolo del momento perfetto, come te cerco di non farmi notare prima di volare via.