mercoledì 30 aprile 2014

Notte che proprio basta

Il primo maggio è sacro, dai tempi di Umberto Tozzi. No, Arguta Paffuta, cancella questo che non l'ho detto io.

Primo maggio, su coraggio? Sì, coraggio di ringraziare se hai il lavoro. Di cercarlo se manca e di non farsi rubare neanche un frammento di sogno. Di non farsi usare da nessuno.



Allora, comincia a dire basta. Ad alzare frontiere, per tornare libero. Non c'è più niente da dire e fare.

Questa è una notte che proprio basta.

There are worse things I could do - canzone per la notte

Quando Rizzo cantava malinconica questa canzone, magari arrossivamo un po' ma dentro di noi le davamo ragione. Sbagliata? Forse. Scorretta? Non proprio.

Il punto è quello più vecchio del mondo: chi si vuole essere, chi si finge di essere.

Aspettare che si realizzino sogni o andare a prendersi la vita, è molto più di un dilemma adolescente. Oh sì, ci sono cose peggiori che potremmo fare. Al contrario, essere capaci di sentire o piangere, è una forza vera.

Resta quella certezza: la cosa peggiore che possiamo fare, è piangere davanti a qualcuno che non merita quelle lacrime. Quindi a tutti, suggerisce Arguta Paffuta?

There are worse things, Stockard Channing, canzone per la notte.

Orzowei - canzone per il giorno

Del sole giallo oggi neanche l'ombra, ma non cambia una virgola di questa canzone, affogata nella pioggia dei ricordi.

Corri ragazzo vai. La canzone può essere semplice, per qualcuno semplicistica, ma in fondo non è semplice il messaggio inviato da un romanzo, da un telefilm, dalla realtà?

Si può sempre avere la pelle del colore sbagliato da qualche parte. Basta non pensare che tutto sia contro di te. Credere nell'amore e correre veloce con esso. Basta immaginarsi forse anche di essere dall'altra parte.

Orzowei, Oliver Onions, canzone per il giorno.

Spaccare

Vorrei poter affermare che non mi piace spaccare, perché sono buona o non sono una bambina.

La realtà è che non mi piacciono le cose troppo facili.

martedì 29 aprile 2014

Solo un ragazzo

Riecheggia una canzone a me cara, e una verità più antica.

Tanti, se non tutti, a scannarsi sul nulla, troppo impegnati nell'operazione per ammettere: stiamo perdendo di vista ciò che conta.

Finché lui dice: non capisco più niente, a me interessava solo fare una cosa che amo. E quando si ama, quella cosa è per gli altri.

Ci vuole un ragazzo, solo un ragazzo, per riportarci a ragionare.

La gentilezza da riparare

E se scambiano la gentilezza per debolezza? Mettila al riparo, perché si sciupa, e non offrirla in pasto all'arroganza.

Cullala, come un bambino, e dille: aspetta a uscire, ancora un poco. Ma non lasciar andare al posto suo l'arroganza a tua volta, perché altrimenti prenderà il potere lei. Affidati alla fermezza, a una sillaba più che una parola, a un basta più che a un discorso vano.

Prima di far uscire lei ancora, tremante ma riparata come si può. La gentilezza.

Pipetta cresciuto

Quando guardo film di Ron Howard, come Apollo 13, mi viene sempre in mente mio nonno. Che con i nomi americani non andava d'accordo, così ribattezzò un ragazzo in un telefilm: Pipetta.

Ul pipetta, per la precisione. Per me da sempre, Happy Days significa che c'è ul Pipetta e il vero nome arriva in un secondo momento.

E quando guardo un film diretto da lui, tanto più proiettato nello spazio, mi viene da dire: nonno, ul Pipetta è cresciuto.

Peggio di cadere

Peggio di cadere, con la solita situazione per niente eroica, una scala o un marciapiede più devastanti di una montagna...

Peggio di cadere e di farsi fermare, c'è solo il fermarsi da sé. E quando ti guardi attorno, non c'è da dire: che figura. Ma da ringraziare chi corre a sollevarti. La prossima volta, toccherà a te.

lunedì 28 aprile 2014

Notte con un antidoto

Toglierti di dosso i veleni, come un abito che non va più. Sfilare le risse sul nulla e anche i silenzi ringhiosi.

Tanta leggerezza accompagna la notte, che è andata in giro monella e ha raccolto una boccetta ammaccata: contiene l'antidoto, a tutti quei comportamenti distruttivi incontrati lungo la via. E se ne se sono rimasti addosso contagiosi brandelli, quel liquido ti libererà.

La notte non è fatta per i tormenti, ma per cercare verità e amore. Che poi, qualcuno mi assicura, sono la stessa cosa.



C'è qualcos'altro

C'è anche qualcos'altro, oltre alle vostre beghe. Al rincorrere se stessi, senza rendersi conto che un'ombra si sta seguendo.

Persone che non sanno partecipare, divertirsi, amare, neanche provano a vivere.

C'è molto altro, al di là delle vostre beghe, ed è un terreno in cui amo danzare.

Take on me - canzone per il giorno

Metti che dalla vetrina ti parli una figura. O torni a casa pensando di avere la febbre oppure ti rassegni alla pretecnologia anni Ottanta e lo ascolti.

Sulla coscienza di rocker ho una bella dose di sfottò sull'ascolto degli A-Ha da parte dei miei cari. Eppure, come spesso accade, guardando e ascoltando anni dopo divento quasi malinconica.

Già cantavano da una fredda terra e che appariva lontana, mentre ora è dietro l'angolo o quasi. Poi ripassando bene la spalmata delicata di note e le parole, sarei persino tentata di commentare come la mia sorellina: tenero.

Ma colgo in me e catturo il finale di Take on me: me ne andrò tra un giorno.

Mmmmm. I rocker l'avrebbero tirata più per le lunghe.

Ringraziando Silvio per la canzone e il video

Take on me, A-Ha, canzone per il giorno.

domenica 27 aprile 2014

Notte con una canzone sconosciuta

Stasera non ho una canzone per la notte. C'è un silenzio buono, dopo tanto fracasso in un locale. Ma lo sguardo sorridente di un'amica vera (e son sempre vere, se no non sono amiche, lo so Arguta Paffuta) l'ha dissolto e mi ha liberata.

Penso a quanto merita e quanto vorrei donarle, eppure ci riesco così poco.

Poi gli incontri: come di un ragazzo che è tornato a fare ciò che gli piace.

Penso al mister. Boskov non c'è più, forse, ma nella vita ho avuto la fortuna di conoscere allenatori speciali. Pochissimi, ma preziosi.

Penso che questa notte è molto bella, con la pace delicata che si posa su di noi. E che ha una sua canzone, conosciuta. Se chiudo gli occhi, la posso sentire, infilandola poi in un cassetto perché non fugga più. A meno che sia più saggia di me e capisca come aprirlo.

buona notte con una canzone sconosciuta

Un giorno che sia speciale

Roma, che mi manca, e quell'eternità che è vita, non parola. Quei due Papi, ai quali ho voluto bene in modo così diverso.

E il tuo compleanno, papà. Un giorno speciale, che si colora di luce ancora di più oggi. Lo dice l'anarchica pacifica, su tutti i fronti.

Auguri, papà, e quella festa lassù ci contagi, oltre le cerimonie, tra le pieghe dei desideri più belli, quelli mormorati o anche taciuti, ma che ci appartengono in profondità. Quelli che ci fanno pensare agli altri, non al nostro vagare.

Dimenticare e ricordare da tigre

Meno due. Partita ininfluente, come molte altre di questa stagione? No. C'è da far dimenticare quell'orribile sconfitta casalinga contro il Pavia, quel campanello d'allarme che non smetteva di rintronarci.

E c'è far dimenticare molto di più. Che il calcio continua a scivolare verso l'autoflagellazione e coloro ai quali meno interessa, sembrano alzare la loro voce sopra gli altri.

Sembra. Perché io ci credo ancora, un ruggito di tigre sincero può cancellare tutta la loro protervia.

Una partita da nulla, cara Pro Patria. Vedi tu se vuoi far ricordare chi sei. E se ti vuoi ricordare di chi ti ama veramente.

Maestro è quando maestro fa

Mister, le parole da parte. Abbiamo scherzato a lungo, perché tu ci hai insegnato cose serissime. A mettere in campo i fatti: penso a mio fratello e al pellegrinaggio compiuto in omaggio al vostro scudetto.

Ma gli scudetti si conquistano ogni giorno, con il lavoro e la costanza che non ti sono mai mancati, dai primi tuoi passi a ogni istante che hai condiviso con noi. Sdrammatizzare prego e tirar fuori tutta la grinta che abbiamo.

Maestro è chi maestro fa.

RIP, Boskov.

Comunicazioni reali

- che cosa stai facendo?

- perché?

- non viene poi, quella domanda?

- quando?

Dentro una strada vuota

Dentro una strada vuota, il vento spazza via tutto, anche la voglia di uscire.

Eppure ci sono i testardi e si muovono gli uni verso gli altri. Le spighe, le più ostinate di tutto, che fanno da cornice al viale e danzano come un'unica onda. Tu che ti fai sospingere, fino a casa, ma intanto catturi ogni profumo, anche il più umido e nascosto.

Dentro una strada vuota, pochi e autentici incontri. Il resto sullo sfondo, non si riesce a percepire.

Dentro una strada vuota, c'è la vita.

sabato 26 aprile 2014

Notte con una pioggia di volti e il lusciatt

Ci hanno fregati anche stasera, con la tempesta rimandata. E il merlo impazzito, la gattina che viene a dare il benvenuto.

Nel nostro posto preferito ci sono volti, molti volti. Nei loro occhi leggo le storie. I ragazzi sgridati perché portano i pantaloni troppo abbassati e li rovinano; uno di loro divora una fetta di torta in un nanosecondo e mi lancia un ghigno felice. E racconti verosimili o inventati si inseguono tra i tavoli e tu non mi riveli ciò che più mi interessa stasera, perché ti piace giocare con la mia curiosità.

Sono una bambina offesa, finché fuori vedo un manifesto che non riesco a definire funebre: è un dolce addio. Nome e cognome e qualcosa che deve riempire d'orgoglio il nuovo angelo: lusciatt.

Ombrellaio, come un cavaliere che ci ha salvato dal drago pioggia, prima che ce ne scordassimo.

Grazie, lusciatt in cielo.

Ora può piovere, buona notte.

I viaggi che finiscono

I viaggi che finiscono, che rallentano, si interrompono e magari riprendono. Ma non è dato saperlo.

I viaggi nello spazio, in un ideale o una piccola, deliziosa avventura sono come una calamita di persone: tante ne incontri e di poche ti rimarrà qualcosa.

Eppure di quelle poche ti resterà una forza, che ti rimetterà in viaggio, se vorrai. Con loro fisicamente o con loro comunque.

The sweetest thing - canzone per la notte

Perché girarci troppo attorno? Nulla è come si era aspettato. Volevo correre, mi fa strisciare. E i colori degli occhi si scambiano equivoci. Voglia di sole, e immersi in una nuvola.

Una sana confusione e la paura di perdere chi si ama. Alla fine, si può riassumere in una sola parola. E se volessimo proprio definirla, difficile stancarsi di chiamarla la cosa più dolce.


I wanted to run but she Made me crawl

The sweetest thing, U2, canzone per la notte

Una puntina di troppo

Un foglietto malamente vergato, conficcato in un tronco.

Con una puntina. Innocua puntina, mi dirai geniale ideatore. Perfeziona la tua idea la prossima volta: appunta l'annuncio economico sulla tua fronte, sarà più efficace e forse quel dolore ti permetterà di evitarne agli altri.

Le mie azalee e un soffio

Quando arriva questo momento, in cui ogni azalea del mio giardino ha il suo canto perfetto. Dura poco, una manciata di giorni e un soffio nelle loro vite, ma è capace di segnarti per l'anno intero.

Una coperta fresca, di quelle che coprono i desideri, e ciascuna ha un suo colore irresistibile. Eppure la vera bellezza è l'armonia di quelle sfumature differenti che le uniscono. Così perfetta, che anche un piccolo e incerto fiore giallo viene a spiarla con coraggio.


I vecchi amici come Fred

Lo schermo si lascia addomesticare  o addomestica me: compare il volto di un vecchio amico. Subito mi viene in mente: è Fred.

Fred McMurray,  che quando arriva sistema sempre tutto, con un martello o con un sorriso. E Kurt Russell che è solo un ragazzino. Poi si affaccia lei, è una vecchia amica e mi sfugge il nome. Ecco, la modernità si innesta prima dei titoli di coda: è Vera Miles.

I vecchi amici sono così, fai fatica a staccarsene. Specialmente quando osservi che stanno costruendo un campo in un movimento spontaneo di volontariato, vicino al lago. Oggi servirebbero due anni di trafile burocratiche e subito ci sarebbero tutti gli uffici di tutti gli enti del mondo a verificare se sia tutto a norma di legge e di più.


venerdì 25 aprile 2014

Notte con una coperta strappata (di stelle)

Ogni tanto,  mi dimentico di estrarre la mia coperta preferita. Qualcuno crede che sia piena di strappi, ma sono le finestre per le stelle.

Quando si affacciano, io sono già lì. Sorrido il meno possibile, ogni movimento le può disturbare, mi dico. Stelle poco chiassose, così vere e modeste, tanto da non volersi intrufolare nei buchi e nei sogni.

Notte con una coperta strappata (di stelle)

Da cosa riconoscere un uomo

Da cosa riconoscere un uomo? Da come rispetta una persona e le offre uguale valore, che sia all'apice o a terra, o semplicemente non più utile.

Ci penso e metto a fuoco episodi e persone. Una in particolare, perché accidentalmente la incrocio. Usa e getta, e l'ha dimostrato in tanti modi. Ma avrei dovuto cogliere l'episodio più significativo.

Quando un giorno ha assecondato uno come lui, che doveva andare ad ascoltare un uomo, così come l'aveva tormentato in passato quando gli faceva comodo. Ma quest'uomo ora non serviva più né allo schiavetto, né al padrone.

Mi ricordo che incappai in questa vergogna e ne sentii l'onta come se l'avessi commessa io. Anche se la "vittima" mi disse: che c'entri tu? È che quelli non sono uomini.

Ho messo le virgolette, perché vittima non era. Piuttosto, un uomo sì, che mi ha insegnato tanto, soprattutto a non vendersi mai.

Quel giorno avrei dovuto capire tutto di schiavetto e padrone. Invece, mi illusi che padrone poi avesse capito l'errore. Così non era: stava indossando un'altra maschera e avrebbe colpito ancora.

Anche me. Solo che io non sono una vittima. Vittima sono solo persone così, di se stessi e di quel gioco di ruoli che alla fine le lascia sole e svuotate.

As - canzone per la notte

Il confine leggero, racchiuso con una delicatezza in una parola come un soffio. E un sempre che si può tradurre in una rassicurazione: ti amerò.

Tutto si mescola con la grazia, la stessa usata da Chi ci ha messi qui, in questo posto, con le caratteristiche che amiamo o ripudiamo.

Finché sogniamo della vita e la vita diventa un sogno.


Until We dream of life and life becomes a dream

As, Stevie Wonder, canzone per la notte.

Con un grazie a Francesca.

La radio libera sopra la tua testa

La radio libera sopra la tua testa. Nascosta e poi capace di gridare all'ennesima potenza, fino a stordirvi.

Perché la mia città, quando voleva essere decisamente libera, sapeva essere prima nel modo più giusto: al servizio.

Siamo liberi, gridò una radio in un palazzo. E a me piace - papà - pensare che quella emittente felice nell'annunciare la libertà potesse essere solo lì, sull'anima coerente e sincera che io amo e che sei tu.

Baby please don't go - canzone per il giorno

Il gusto di una canzone che ha attraversato decenni, secoli e ormai un millennio portando un grido eterno.

Per favore non andare. Parole miste a pianto, e un orgoglio che se n'è già andato. Un classico treno di mezzanotte e la metà non può che essere New Orleans. Un abbandono che ne segue un altro, quello della propria indipendenza.

Come un cane, come un cane. Piange un uomo e verrebbe da credergli, quando una canzone viaggia per un secolo.

Baby please don't go, Big Joe Williams e una miriade di band, canzone per il giorno

Quelli che cercano di non (far) capire

Quelli che cercano di non capire, e deviano, e si affidano a grandi proclami e si ergono a paladini di una conoscenza universale... Ho sempre il dubbio che si sforzino di non far capire agli altri.

Arguta Paffuta

giovedì 24 aprile 2014

Notte da streghetta

Lo sai? No. Ma dentro di te sì, più profondamente di tante notizie che ti seguono quasi fedeli.

A volte, temo di essere un po' streghetta, senza rendermi conto che è il fiume universale in cui ci immergiamo tutti - se vogliamo scoprirlo - a rivelarci più di quanto sappiamo.

A volte, non mi va di essere streghetta, perché è come se questa consapevolezza pesasse tanto, troppo.

Infine, posso solo accettarmi. E augurarmi una notte così, da streghetta, che io voglia o no, qualcuno di più grande lo vorrà.

Storie che

Storie che si leggono, nelle pagine e nei cammini. Storie che si incontrano e vorresti scriverle. Ma ci sono storie che sfuggono, che chiedono il riserbo perché altrimenti sfiorirebbero.

Storie che ti rafforzano, con una lacrima o con un sorriso. Storie ispide, storie appena visibili.

Storie che raccoglierei tutte, forse per lasciarle libere.

Dream on - canzone per la notte

Cantare per il riso e le lacrime si intona con un sogno. E il sogno deve continuare, sempre.

Come le linee, spesso invisibili, sul volto: il tempo di vedere in fuga il passato. Mi piace ascoltare la voce di Steven Tyler che si affida ai saggi e ai folli per imparare: chissà se esiste poi un confine tra queste categorie.

Basta cantare per oggi, questo momento che appartiene solo a noi, se vogliamo illuderci.

E vale la pena continuare a sognare, finché il sogno non si realizza. O comincia ancora.

Dream on, Aerosmith, canzone per la notte.

Non è affar mio

Quante volte mi ripeto: non è affar mio. I mulini a vento mi fanno girare la vista, oltre alle scatolette, e quando vedi una cricca impegnata a negare l'innegabile, non puoi che raccomandarti: non è affar tuo, inutile gettare le energie, si scioglieranno da soli.

Poi pensi a piccoli e grandi mali che si sono estesi con energica pazienza. Tu dovresti almeno mostrarne abbastanza e resistere, tanto non puoi fare nulla.

Respiri, ti rilassi, cento tecniche di prevenzione alla battaglia solitaria, quattro saltelli, bene, stai imparando, ripeti: non è affar mio, non posso farci niente.

Ehi, che cosa stanno facendo le tue gambe?

Sto già partendo.

mercoledì 23 aprile 2014

Notte con idee nel ghiaccio

Le idee prendono fuoco facilmente e io le metto nel ghiaccio. Le metto lì, per una sola ragione: perché voglio difendere le fiamme nel mio cuore. Perché sono felice, nella quiete e nella lotta.



Buona notte, con idee nel ghiaccio.

Il primo raggio

C'è sempre un raggio che arriva per primo, e non è detto che sia il più bello o il più potente. Forse gli altri sono più lenti, più attaccati al cielo o persino più generosi.

Quel raggio si posa e fugge, ancora stupito del suo primato. O sono io che non oso crederci, a un altro giorno di primavera.

Poison - canzone per il giorno

C'è un veleno che scorre nelle vene e che non nasconde affatto la propria natura. Ma c'è qualcosa in noi che ripudia la sua essenza e va a cercare aromi secondari, irresistibili.

Veleni, di cui non si può fare a meno. Catene, che non si vogliono spezzare. Una follia che non si può soffocare.

E la risposta è forse quella di Mr. Cooper: non è che ti voglio, ti voglio troppo. E questo diventa veleno.


Non voglio toccarti, ma sei sotto la mia pelle.

Poison, Alice Cooper, canzone per il giorno

L'ombra ritrovata

Il 23 aprile 1912 è una data con una pennellata rapida eppure che lascia una traccia di colore pesante nella ricostruzione di Apsley Cherry-Garrard.

Aspettando il rientro di una squadra in pericolo e sapendo che un'altra - quella del capitano Scott, al Polo Sud - non tornerà, scrive: quello stesso giorno il sole spuntò per l'ultima volta, lo avremmo rivisto dopo quattro mesi.

In mezzo, accadrà niente, e tutto, perché gli uomini della spedizione sono costantemente al lavoro. L'esploratore ben comunica la gioia vedendo il sole che spunta dall'orlo del ghiacciaio.

Nitida si staglia l'ombra. Ed è come ritrovare una parte di sé.

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martedì 22 aprile 2014

I nervi e il cuore

Da sempre c'è chi cerca di giocare con i tuoi nervi, perché è l'unico modo per farsi notare.

Ma verrà sconfitto da se stesso, perché  potrà mai farlo con il tuo cuore, che corre libero e fedele nello stesso tempo a ciò che conta.

Fiera come una farfalla

I miei amici si stracciavano le vesti, qualche tempo fa, ma non si sono mai arresi. Come le loro farfalle.

Come sono fiera della mia città in finale scudetto con la pallavolo. Grande Unendo Yamamay. Sembra impossibile sognare, quando si è ottenuto tantissimo, invece si prova ancora il brivido giusto.

E ancora: non siamo appagati, leggo il commento di Parisi.

Bene, farfalle, non siate sazie, mai. Un murone per far volare più alto ancora la voglia di contagiare con i sogni.

Notte con una fiamma accesa

Il giorno non vuole congedarsi più, pentito forse di non aver offerto uguale luce per ogni parte. Allora la spande a volontà negli ultimi istanti e nel giardino la contempliamo.

Anche un uomo che non ama tanto parlare e temo sia seccato dalle nostre chiacchiere. Poi apre il cuore lui, tra una sigaretta e una risata, raccontando ciò che conta nella sua vita. Con pudore alternato a un gesto di orgoglio, tiene accesa con fiamma la sera.

Lo guardiamo mentre si allontana con il suo cagnolino bianchissimo e io li immagino pochi minuti dopo che condividono una mela.

Notte, con una fiamma accesa, sempre.

What it takes - canzone per la notte

In stile rock blues, le lacrime maschili con fiammata d'orgoglio qua e là. Insomma, sarò crudele, ma anche qui le parole sono cariche, forse un pelino troppo. O forse è Arguta Paffuta che fa la cinica.

Questa non è una poesia, però, è una canzone. Una splendida canzone e se gli Aerosmith non mi incastrano con il testo, la musica mi travolge. La ruvida armonia che si completa con la voce di Steven Tyler, triste, indignata, fiera, implorante e più salda di ogni sillaba. Fino ai vocalizzi finale, scanditi da quel Let it go...

Perché questo chiede, il birbantello: dimmi cosa serve per lasciarti andare. Che smetti di cantare, Steven. Altrimenti, a noi romantiche in fuga da Arguta Paffuta, sembra di vederla tornare indietro. La tua donna, non Arguta Paffuta, non temere.

What it takes, Aerosmith, canzone per la notte

Stupirsi della gentilezza

Perché stupirsi della gentilezza, che dovrebbe essere uno sfondo piacevole e quasi da non notare razionalmente.

Perché non stupirsi della gentilezza, impedirle di diventare dovuta, scontata, allungare una mano e nemmeno sfiorarla, come si rispetta una farfalla, inseguendola in silenzio e a distanza finché si impara a volare un po'.

Senza tradire Riccardo

Riccardo si può non mettere su un piedistallo: a un Cuor di Leone tale sta pure stretto. Che viaggio interessante, quello con Franco Cardini sulla Rai. E pure il mio "secondo" - Giovanni - sfiorato, ma con approccio serio.

La storia che scava e non si rende schiava delle leggende, ma neanche le calpesta a tutti i costi. C'è una tensione amorevole nel suo procedere, persino un inchinarsi a un film, come "Il leone d'inverno".

La scena di Riccardo che torna e prima con l'astuzia, ma poi con il coraggio esplosivo ferma gli uomini del Saladino, riporta a un mondo crudele - proprio come il nostro - ma in cui due condottieri potevano riconoscere il reciproco valore (proprio come il nostro?).

In questo guerreggiare re Giovanni c'entra poco. Ma non per forza in modo negativo.

Si possono intravedere i lati oscuri di una leggenda, senza tradirla.

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Un grazie speciale a Roberto che mi ha segnalato la puntata

Siamo tutti un po' terra

Quasi vergogna a calpestarti, senza mai un pensiero. E a dare tutto per scontato: ciò che ti veste, che ti profuma, che ti fa battere il cuore.

Trattarti come una cornice, da sistemare se serve, tanto il quadro siamo noi. 

Invece no, nessuno può ricavare i tuoi colori e donarli con questa spontaneità. 

Siamo tutti un po' terra, mischiata ad amore.

lunedì 21 aprile 2014

Notte perdendo il giusto

Ho perso i trattori, il tempo, la ragione per cui qualcuno mi aveva fatto arrabbiare, la voglia di scappare.

Ho perso molto e sono così leggera che potrei danzare. Non ho perso il desiderio di ridere, il filo del libro, la gioia guardando te.

E anche se le bilance non mi sono propizie, mi dico, vi dico

Buona notte, perdendo il giusto.

Il cielo di Rodi

Il cielo chiassoso di Rodi, le tracce di un film e di cannoni, mura da accarezzare. La mia sorellina ride, io vedo fiorire un sogno e la luna lo sbircia curiosa.

Ti parlo sotto le stelle e guai a chi mi distoglie. L'acqua è già fredda, quasi autunnale, ma il cielo lo nasconde e io bevo un altro sogno, per ricominciare.

Tanti anni e qui, immerso in questo istante.

L'utilità dei manifesti elettorali

Nelle mie passeggiate ritrovate incontro anche loro: i manifesti elettorali. E a che serviranno mai queste urla di carta, nel groviglio onnipotente della rete?

A me, moltissimo. Ogni anno mi faccio tentare dal mio anarchismo pacifico e grido: basta non voto più. Poi vedo certe facce stampate sui muri, mi ricordo una cospicua lista di cose e decido di tornare a votare.

Gli altri.

Ricordati chi sei

La sera più insistente, un foglio che ti riassume e sai che ti sta stretto, una foto che ride con delicatezza.

C'è molto che ti racconta e molto più che non ci riesce. Ti abbraccia, si sottrae, fugge e ritorna. Se tu volessi scavare nel sottofondo di parole, capteresti le più importanti.

Ricordati chi sei. Ricordati quanto hai costruito. Quanto hai sbagliato, eppure sei qui.

Ricordati chi sei. Non ricordarlo agli altri, che importanza ha.

Ricordati chi sei e sorridi.

Grattando sopra la pioggia

Ci dev'essere qualcosa sopra quella lastra ostinatamente bagnata. Grattiamo via insieme tutta quell'acqua ribelle e frughiamo sopra la pioggia.

Un tepore riconoscente, che offre profumi di fiori. Tocca a noi indovinarli ed é più bello perché nessuno ci premia: hai vinto.

Siamo solo noi il premio, il nostro esile coraggio grattando sopra la pioggia e divorando i prati con la nostra corsa.

Too fast for love - canzone per il giorno

Non sarà canzone da Pasquetta, ma quando la pioggia non ammette discussioni, bisognerà pur sfidarla qualcosa. E io le oppongo fieramente questa canzone impertinente e un po' folle che iniziò il cammino dei Motley Crue. Sì, quel disco che chiesi innocentemente a mamma di comprarmi "tipregotiprego" mentre era in giro, per evitare una sgridata sulla copertina dalla signora del negozio: infatti la presi dalla mia genitrice.

Too fast for love è un miagolio (perché a volte Vince Neil sembra un po' così, niente di male) elettrico e sporco, un riconoscere la fortuna con una risata e dichiararsi ciò che si è, si vorrebbe essere o si finge. Trovarsi nei sogni altrui e scompigliarli, soprattutto ridere, ridere perché la vita è un passaggio veloce e non lo si può frenare con inutili pesantezze.

Dedicare al mio amico uccio, che me l'ha ricordata.

Too fast for love, Motley Crue, canzone per il giorno.

domenica 20 aprile 2014

Il flipper è femmina

Maschiaccio abbastanza da volere il flipper, ma lo uso da femmina. Oh, rendiamo felici ancora un po' di quelli che mi propinano la questione sensibilità femminile.

Sarete felici, uso il flipper da ragazza. Dovrei abbattermi come una dannata sui comandi e furiosamente combattere alla pari dei maschietti.

Ma non mi piace. Preferisco studiare, riflettere, aspettare il momento giusto...

Il flipper non è femmina. O forse di più.

Calpestare o percorrere

Osare poggiare un piede su un tappeto di sogni. Per sentire la loro morbidezza, il fresco soffio del tessuto che copre il percorso svelandolo.

Non temere di calpestarli, perché invitano ad addentrarsi fra trame e colori.

Tutto questo,e molto di più, è svegliarsi davvero.

Notte senza lacrime

Piove ancora un mondo, quello che non siamo riusciti ad attraversare tutto. Quello che non siamo riusciti a consolare, nonostante il soccorso strepitoso di una Luce.

Piove ancora un mondo, ma non vedo le lacrime, perché una mano le cancella con dolcezza. Ripenso all'omelia di oggi, al ragazzino e ai suoi compagni, al pianto condiviso.

Ma oggi, e ogni giorno, è accaduto qualcosa. E le lacrime se ne vanno, sciolte da una pioggia morbida.

Notte senza lacrime. Perché sei tornato Tu.

Roxanne - canzone per la notte

Si può affermare che le parole non suonino troppo persuasive? Ma anche se Roxanne non fosse convinta dalle implorazioni, il ritmo potrebbe riuscirci.

Perché esprime il pulsare del cuore quando si vuole aiutare chi si ama, preservarlo da un gesto terribile o da una difficoltà.

Non devi farlo, a frugare nel campionario di frasi scolpite nei tempi per dissuadere. Ma quando si sta per rinunciare, la musica viene in soccorso e corre verso la soluzione.

Non devi farlo, Roxanne. E chiunque altro.

Roxanne, Police, canzone per la notte.

Giusto per dire anziano

L'anziano davanti a me è silenzioso, stanco ma non triste: vorrei irragionevolmente raddrizzargli il colletto della giacca dietro. Forse perché non posso fargli una carezza.

Non lo conosco, ma in un anziano si legge una vita che noi nel nostro casino manco sfioriamo se non stiamo attenti.

L'anziano non è quell'immagine denigrante e denigrata, farcita di battute che non fanno ridere, quando in questi giorni si parla dei nonni assistiti da Berlusconi.

Se c'è un motivo per allarmarsi sui nostri tempi, è la considerazione verso gli anziani. Prima, erano i saggi, o comunque meritevoli di rispetto.

Difficilmente all'anziano frega qualcosa dei social, ma non perché è scemo: forse gli scemi a volte siamo noi, la fabbrica dei post.

Un anziano meriterebbe una telefonata, una visita, un sorriso. Persino raddrizzargli il colletto, come lui farebbe quasi certamente con me.

La tua fiducia

Così mi porgi la tua fiducia. Non so perché, ma apro le mani. Lentamente, per darti il tempo di ripensarci forse e a me la forza di restare ferma.

La fiducia è un tesoro così ragguardevole, che ho solo paura di rovinarlo. Le tue ferite si risaneranno, ti rassicuro bambina.

Ma intanto ho questo velo delicato sulle dita e ti sono riconoscente, perché mi aiuti a nutrire anch'io fiducia verso di me.

Forza amico.

Alla tavola del mio Presidente

Chissà perché oggi mi viene in mente una cena dal mio Presidente. Semplice e vera, alla sua tavola in taverna, quando lui da un pezzo non guidava più la mia Pro Patria.

Ci aveva messo i soldi e il cuore, Giancarlo Colombo. E i suoi occhi brillavano ancora al solo nominare i colori. Lo ricordo tranquillo e garbato, attento a come gli amici accoglievano le sue delizie, e non meno al suo amatissimo gatto. Si prendeva cura degli altri, come sembrava venirgli naturale.

Mi ricordo questa cena, perché ne sento troppe, forse. Mi scorrono via, perché io ho imparato poco in questi anni, abbonamento dopo abbonamento, tra gli abbracci e le lacrime, ma certo credo che se si ama, se si coltiva un ideale, piccolo o enorme, nessuno possa ferirlo.

Alla tavola del mio Presidente, tutti erano amici. E mi vengono in mente i pasti condivisi anni fa all'occupazione dello stadio da parte della squadra (c'era Novelli, problemi?) e quella sensazione di essere uniti nella difficoltà, più bella quasi di una vittoria sul campo.

Io ho ancora fame di questo, che si chiama sport, ascolto, umiltà, mettersi al servizio gli uni degli altri.

Buona Pasqua, Pro Patria, a te e a chi ti ama, chi cerca di fare il tuo bene, chi non giudica senza metterci il cuore e chiunque voglia credere nel calcio delle radici.



sabato 19 aprile 2014

Notte con daje

Selfie e sberleffi, Europa siamo tornati. Essere lupi è anche questo afferrare la preda, una per volta, e con il sorriso vale due.

Champions, i miei lupi sono pronti a tornare. Vorrei che finisse con un sorriso anche la stagione della tigre, ma a quanto pare il traguardo è così annebbiato.

Così anch'io procedo un passo per volta.

Notte, con daje, e daje sempre.

Ma ci sono io

Chi è mai qui? Chi occupa uno spazio incerto e morbido? Ma ci sono io.

Troppo tempo ad ascoltare chi riesce solo a sfibrare e intanto non aiutare veramente chi ha bisogno. Non offrire un supporto reale neanche a me. Pasticciare splendidamente, nonostante gli avvertimenti di Arguta Paffuta.

Ma ci sono io. E salpo, canto, sfioro pensieri. Un mondo senza misura, ha miracolosamente anche il mio riflesso: ci sono io ed è tempo di rimettersi in cammino.

Tornando in Galilea

Non c'è luogo più luminoso. Una terra dove si vive, si condivide, non si possiede per mostrare.

Tornare in Galilea, dove hai sentito per la prima volta quella voce. Ti puoi essere allontanata e aver preso neon per il sole, ma adesso sei troppo felice per cascarci. E preghi, preghi sottovoce che questo dono sia per sempre.

Tornare in Galilea, suggerisce il Papa. Ritrovarsi in cammino, con una forza che ci appartiene più di quanto possiamo riconoscere.

Ammirarsi e vedere

Ma se il tuo pensiero fisso è farti ammirare, come puoi vedere gli altri? E che spettacoli ti perdi.

Un giorno perfetto

Innocuo, incoerente, tumultuoso o invaso da ciò che non vorresti. Ma tuo, un dono stupendo che difatti ti meraviglia ancora.

Un giorno nuovo è un giorno perfetto, indifferente a ciò che scorre attorno, permeabile solo alla gioia di essere. Sta a te, come suggerisce la Kabbalah, una volta che te lo porge come un fiore il creatore.

venerdì 18 aprile 2014

La trappola del punteggio

Si apre il nuovo capitolo del testo di filosofia "The flipper". Quando sei abbastanza sicuro di crollare miseramente? Quando sbirci il punteggio. Vuoi essere sicuro di quanto hai realizzato e spingi l'avidità (perché a questo punto perde il sapore di speranza) a quanto ancora puoi conseguire.

Trappola.

In quel momento, precisa e bastarda ti sfugge la pallina.  Continua a giocare, se vuoi vincere. O semplicemente giocare.

Ma ci sono io

Chi è mai qui? Chi occupa uno spazio incerto e morbido? Ma ci sono io.

Troppo tempo ad ascoltare chi riesce solo a sfibrare e intanto non aiutare veramente chi ha bisogno. Non offrire un supporto reale neanche a me. Pasticciare splendidamente, nonostante gli avvertimenti di Arguta Paffuta.

Ma ci sono io. E salpo, canto, sfioro pensieri. Un mondo senza misura, ha miracolosamente anche il mio riflesso: ci sono io ed è tempo di rimettersi in cammino.

Notte con tempesta di aprile

Tempesta di aprile. Non quella giusta, che ti fa sentire nella tensione della primavera. Tempesta aspra, neanche dispettosa.

Non hai ancora capito la differenza tra donarsi e sprecarsi. E brontola tutto il cielo, fino a un attimo prima intinto nella preghiera.

Dicono che tutti passi, anche le tempeste di aprile, le piogge di novembre e l'aridità del cuore.

E questa è una notte, che non sa bene cosa scegliere.

Tu attendi e contempli, con uno strano distacco.

Notte, con la tempesta d'aprile.

I remember you - canzone per il giorno


Ci sono anche notti insonni deliziose. Patti mai dissolti, ricordi che li nutrono. Una lettera d'amore, una passeggiata mano nella mano, una constatazione: vivrei una vita davanti ai tuoi occhi.

E anche se dal tuo sguardo devo allontanarmi, un minuto, un'ora, un impreciso lasso di inconsistente tempo, saper scandire questa certezza in ogni azione: ti ricordo.

Una memoria che è respiro e si ripete con meravigliosa regolarità.

I remember you, Skid Row, canzone per il giorno.

giovedì 17 aprile 2014

Il calcio che mi fanno scappare

La pazienza se n'è già andata, ma il calcio è qui ancora. Potrei dare il merito alle mie radici per la Pro Patria e a una squadra meravigliosa (ma al di là de "er progetto" nessuno mi emoziona quanto il Pupone) per la Roma.

Fanno di tutto, ma di tutto, per farci scappare il calcio. Noi qui a cercare di unirci per una maglia, e non contro gli altri, checché ne dicano e scrivano. Noi qui a contare i minuti, mai i punti. A essere convinti che come tagliano l'erba allo Speroni, nessuno lo fa. A considerare i nostri colori i più meravigliosi del mondo, e lo sono ovviamente.

Perché intestardirsi e non trascorrere domeniche lontano, anche con la mente? Sentimentalismi...

Il nonno che in bici porta la sua piccola alla grande, umile festa dello Speroni.

Una ragazzina timida ad aspettare la Roma di Liedholm fuori dall'hotel.

Sì, sentimentalismi. Ma me li tengo stretti, perché contano più di ciò di cui hanno rivestito il calcio.

Nonostante tutto, in qualche modo... Non mi farete scappare il calcio, con la pazienza.

Notte con le pagine strappate

Quando si congeda uno scrittore, la parola fine ti sembra ancora più crudele. Ti pare persino che i tuoi libri abbiano pagine strappate. Che alcune storie ti sfuggiranno per sempre, come se averle lette finora non ti fosse servito a memorizzarne che frammenti inconsulti.

Forse, è tutto vero. Bisogna ancora frugare nel cielo, per cogliere che le stelle sono pagine luminose, sistemate in alto solo perché tu sappia amarle e cercarle. Con gratitudine.

RIP, Gabriel Garcia Marquez

Buona notte, con le pagine strappate. E ritrovate.

Johnny B - canzone per la notte

Notte insonne, e lei grida il tuo nome. Tu ci caschi, Johnny B, eppure sai che il suo amore è veleno.

Ripesco questa canzone, dolcemente stressante dialogo, tentativo di preservare un amico dalla delusione.

Non vedi? Che frase insensata da rivolgere a un innamorato che ha occhi solo per la creatura a lui destinata. Il semaforo diventa rosso eppure per lui c'è solo un infinito via libera.

Buona notte, a tutti i Johnny B per strada.


Johnny B, the Hooters, canzone per la notte

E se non riesco a sorprendermi

Se non riesco a sorprendermi, quando vedo una follia o una banalità, ci sarà una ragione.

Vuol dire che sono apatica? Oppure che sono più saggia. O una strega?

Oppure davvero chi mischia le carte contando sulla disattenzione di chi ama un ideale, un colore, un sogno, pasticcia più con se stesso. E non sorprende più chi si è vaccinato agli schemi fissi umani. E anche un po' disumani.

The man I love - canzone per il giorno

Le più solenni bugie si pronunciano con una canzone, eppure ce ne sono che si nutrono di verità. Come questa che dedico a un'amica un po' triste, soprattutto meno incline a sognare.

Invece, mi sbilancio e credo che i Gershwin abbiano ragione, sospinti via via dalle voci più belle (tranne Diana Ross, no dai, sto scherzando, ciao Diana).

Un giorno arriverà per lei quell'uomo, ed è bello il vagare dello sguardo sul calendario: sarà una domenica, anzi no raddrizzerà un lunedì, persino un banale martedì.

Perché non ci sarà più niente di banale nei gesti quotidiani. E soprattutto, non ci sarà bisogno di pronunciare una parola.

The man I love, Scelgo cantata da Ella Fitzgerald, canzone per il giorno.

mercoledì 16 aprile 2014

Notte con la luna a posto

Commissioni da concludere: parziale fallimento. Incontri rigeneranti: presenti.

E quella luna? La luna al suo posto, grintosa e sorniona, cammina sul filo del cielo. Quasi dà l'impressione di cadere, per strapparti al pungolo dei sogni.

Ma è sempre lì e posso scegliere se sfiorarvi entrambi.

Tu, io, la notte con la luna a posto.

Non importa se non sai più a chi credere

Non importa se ascolti tante storie e vacillano istinto e ragione. Non necessariamente per dolo, ma per (in)disposizione umana, osservo scorrere parole e spesso non so attribuire loro il peso giusto.

E Arguta Paffuta, per una volta meno odiosa, mi dice: non importa se non sai più a chi credere. Cerca di volere il bene di tutti e credi a Chi non può mentirti. E se non lo capisci, è colpa tua, ma Lui una colpa non te ne fa.

Non importa, se non sai più a chi credere.

A lucky guy - canzone per la notte

Che deliziosa canzone, Francesco. Talvolta viene da considerare fortunato chi naviga senza pensieri per l'altro e la notte dorme persino.

Ci si rimprovera, quasi, per un cuore che non si può placare. E si piange. Un poco, un poco soltanto.

Perché ad un tratto ci si scopre così: fortunati, fortunati, perché un nuovo giorno si è spalancato.

A lucky guy, Rickie Lee Jones, canzone per la notte.

Fermarsi e non pentirsi

Ci si può fermare, e soppesare ogni "issimo con una persona speciale. Che ha una responsabilità, se hai preso una strada, e ti chiede se tu sia pentita.

No, anche se ogni via può essere ripercorsa in tanti modi, con il senno di poi, con le cicatrici e le speranze.

Ma ciò non conta. Importa che devi fare una valanga di cose, eppure ti puoi fermare. Con una persona speciale, alla quale è giusto dire grazie per l'ispirazione di tanti anni fa e la presenza gentile. Il sole si ritira e neanche te ne accorgi, perché il tempo è andato in felice confusione.

You rock, you win

Alla mia non veneranda, ma nemmeno scarsa età, c'è una scoperta che mi rallegra giocando infantilmente con il flipper degli AcDc.

A un bel colpo ascolto con soddisfazione misurata "You win". Ma mi incendio quando la vocina commenta: you rock.

Perché di vincere, in fondo, mi frega poco o niente. Conta quella voglia di sentire il sangue scorrere più in fretta e veramente.

Commento fuori campo di Arguta Paffuta: toglietele il flipper.

Dialoghi reali

- io comunque farei così

- io chi?

- io... marilena

- ok

Corro a guardarmi allo specchio. Ma possibile che abbiano capito che ci sia anche tu, Arguta Paffuta?

Il gioco che non fa ridere

Tu che giochi sulle (presunte) incapacità altrui. guarda che non fai ridere. Ho finto di non sentirti una volta, perché non volevo infierire su di te.

Ma tu insisti, nello sfottere lei. E mi chiami in causa per un suo presunto errore.

Io ti rispondo, va bene: e se invece di grammatica, fosse poesia?

Come vorrei che le persone impegnate a giocare sulle (presunte) incapacità altrui, capissero che il loro gioco non fa ridere.

martedì 15 aprile 2014

Fenomenologia sfuggente di Grease

Analisi stilistica di Grease, guarda caso interpretazione già incrinata dalla predilezione per la secondità.

Perché una parte di me - e non era Arguta Paffuta - applaudiva diligentemente Travolta e Newton-John, ma poi tifava sottovoce per Channing e Conaway. Quest'ultimo e la sua grinta seconda che si percepiva, lui che aveva vestito i panni da primo.

E lei magnifica come la sua voce. Sua, la canzone più bella di Grease #aprescindere.

Fenomenologia sfuggente di Grease. Ci sono cose peggiori che potrei fare e la peggiore è scappare dai ricordi che tracciano una strada verso il futuro.

Notte diversa dalle altre

Se chiudo gli occhi vedo un sorriso sopra la tavola. E' quello di don Lorenzo, e c'è una notte diversa dalle altre.

Gesti che non sono solo materiali, cibo che non è solo nutrimento fisico. Ogni alimento si veste di un messaggio più elevato, ogni tappa del rito diventa una risposta a questo.

Perché questa notte è diversa dalle altre? Perché eravamo schiavi. Di un faraone e molto di più. Anche quando ci siamo ritrovati lontano, nel deserto, abbiamo avuto modo di rimpiangere la vita da schiavi. Invece, il deserto ci conduceva alla libertà, se lo volevamo.

Penso a quanto il popolo ebraico abbia percorso la strada, prima di me e ogni giorno esprimo la gratitudine al Signore per questo Passaggio. Per Pesach, perché mi ha fatto conoscere tutto ciò grazie a un sacerdote illuminato come don Lorenzo che ha sempre celebrato la Pasqua ebraica.
 

E ogni aggettivo scivola via, perché il Midbar, il deserto ci mette gioiosamente al cospetto del Creatore. Tanto che solo lì, splendono veramente le stelle. Nel posto della parola, quella reale e luminosa.

Notte, magnificamente diversa dalle altre.


Sii obiettivo

Così la cucciola ascolta e alza il muso verso di me quando anch'io sento risuonare questa frase: bisogna essere obiettivi.

E che è, sembra chiedermi con gli occhi curiosi?
- ah non so, le rispondo, mica puoi domandarlo a un umano.

L'ultima pallina

È il flipper che ti rovina o la filosofia che continua a scavarti, silenziosa?

Arriva l'ultima pallina e se ti fai prendere dall'ansia, diventa l'ultima in fretta. Ci devi puntare tutto, con una frenesia che toglie anche il piacere di gioco.

Guarda cos'è. Una pallina. Un'occasione. Ultima, l'hai appiccicato tu, ma sai che c'è un nuovo gioco da qualche altra parte.

Tutto questo ragionamento e mi sono distratta: la pallina è sprofondata. Con gli applausi di Arguta Paffuta.

Game over.

No, start again please

lunedì 14 aprile 2014

Via dal faraone

Via dal faraone. Le catene insopportabili diventano leggere, mentre le sciogli. Come capelli che danzano con il vento.

Via dal faraone, da chiunque voglia tenerti schiavo: c'è un cielo da servire dolcemente e non ti obbliga.

Via dal faraone, da chiunque voglia trattenerti. A partire da te stesso.

Pesach

Notte sotto un cielo di Scozia

Un dono sulla mia bacheca e il vento mischia i cieli nella mia mente. Il vento testardo di Dundee che allontana la pioggia e colora via le nubi.

Ma la notte no, resistono i pensieri scolpiti lassù. Il ponte non riesce a prendere sonno, così io. Perché giro attorno a sentieri pulsanti, in un silenzio che è musica. E non mi perdo mai.

Protetta sotto questo cielo di Scozia.

Crederci e di più

Che cosa significa crederci? Lo sintetizza bene un amico allo stadio, di fronte alla conquista del quartultimo posto.

Se vinciamo ancora e sette squadre prima vengono squalificate per varie inadempienze, arriviamo dritti ai playoff.

Noi ridiamo, ma poi ripenso: crederci, e di più. In tutto.

domenica 13 aprile 2014

Abiti da regina

È quando sono nel fango, con gli abiti stropicciati dall'affetto furioso dei cuccioli, con le scarpe che ormai calpestano timidamente solo prati, con una giacca che neanche sapevo più di avere...

È in quelle circostanze e in quei panni che mi sento una regina.

Quello strano modo di amare

Ti volti a un borbottare, che non sai cosa significhi.

È uno strano modo di amare. E il suo essere bizzarro non toglie niente alla sua verità; anzi per qualche formula magica la potenzia.

La notte è l'abbraccio di un bambino

La notte è una bimba che conta i secondi e afferra la mano del padre quando torna. L'abbraccio di un mago fuori campo a un ragazzino. La piccola che scivola dalla bici per contemplare i cagnolini. E i ragazzi che fino all'ultimo bagliore non abbandonano il campetto.

La notte è una bambina che non si vergogna di abbracciare, né di stringere la mano se ne ha bisogno. Si veste di buio, per un antico pudore.

Sì, la notte è l'abbraccio di un bambino.

T.N.T. - canzone per la notte

Colpa del flipper, se continua a scorrere questo grido. Dinamite, per scuotere via le incertezze e le paure.

Un inno cafoncello, ma ogni tanto ci vuole. È bello non usare mezzucci, né esitare ancora, diventare dinamite pura e far esplodere sogni perché si riempiano di realtà. Si chiamano progetti, by the way, ma dobbiamo vestirli di una magia potente.

Ehi, caro, spostati: siamo dinamite.

T.N.T., AcDc, canzone per la notte

Liberi solo a guardarvi

L'ultimo gioco contro un cielo che si tinge di riposo. L'erba che prende vigore, nuovi amici che si scoprono ma lo sguardo che cerca quelli antichi, la corsa di voi creature libere per un pezzo di legno.

Da conquistare, lasciarsi rubare, condividere. Noi siamo felici solo a guardarvi, nell'ultimo gioco della sera, piccole meraviglie del creato che rincorrete piccoli sogni sotto gli occhi.

Noi siamo liberi solo a guardarvi, senza sogni vuoti e ingombranti.

Un tifoso e un mondo

Poi, siccome sei un tifoso, e di tigri, ti guardi intorno e pensi: nessuno ha un mondo così.

Giocatori che sanno come in campo ci fossimo anche noi. E bimbi deliziosi che ci mettono un tempo a ritrovarsi sbarazzini. Il Pier che parte in quarta e che fa una brusca frenata scorgendoli: un sir. E la bimba con il papà che gentleman si ritrae per fumare, ma non la perde d'occhio anche se tutti la accudiscono.

E un gol del capitano a ricordarci chi veglia sempre. E il Merlino uomo fuori campo e indiscusso leader che abbraccia il nostro Danielino.

Il mondo Pro, senza sfarzo, ma con raggi che ti rincuorano, nonostante troppi siano indifferenti o astiosi. Ma non qui, nel nostro magico mondo.

Grazie ragazzi, grazie Pro Patria.

Un calcio, poi non penso più

Un calcio al magone che ondeggia alla penultima partita in casa. Non ne ho, invece, per il futuro.

La mia squadra è questo ritrovarsi, con le differenze che ci uniscono sugli spalti. Bianco e blu che ci riflettono, le ragioni che ci portano qui non hanno bisogno di essere spiegate.

Nella mente ho ancora i ragazzini incontrati sabato scorso al Tigrottino. E chi li scorda più. Come eravamo noi, i nostri genitori un tempo, e capaci di immergersi in qualcosa che non grida la tv.

La mia speranza è lì, Pro Patria. Non in quelli che pensano di giocare a palla con te, in ogni ruolo.

Un calcio a questo magone, ho solo voglia di vederti giocare. Un calcio, poi non penso più.

Dialoghi reali occhio a dare del pirla

Un signore gentile, un compagno di tifo che ricostruisce timori e speranza dell'anno. Finché prende fuoco
- e poi quei quattro pirla che erano fuori dallo stadio a protestare lo scorso inverno
- signore, io ero fuori dallo stadio
Arrossisce e si dibatte con scritto sulla fronte "voglia di sprofondare": sì, ma quei quattro pirla a sbirciare la partita dal muretto
- io no (lo rassicuro)
Prende speranza e forza: e a suonare i tamburi
- no, no, io suono la tastiera ma non allo stadio

Non so se se ne vada consolato. Io medito: ero solo fuori con i miei amici sotto la pioggia. Mi sentivo un po' pirla, signore, ma ero a modo mio felice.

Prove speciali di maturità

Meglio scrollarsi via un po' di incrostazioni ragazzine, che dici? Basta fare i bambini.

Obbedisco a me stessa, solo che Arguta Paffuta si offre entusiasta di darmi una mano. Troppo entusiasta, dovrei notare, ma si vede che sono sul serio bambina per fidarmi così.

In poche ore mi trovo: una app con cui posso modificare le foto innestando maschere e simboli vari dei Kiss; un nuovo flipper, tutto improntato sugli AcDc. E soprattutto una dannata voglia di concerto, che se non accontento, suonerò la tastiera tutto il giorno. Sento già nell'aria il movimento dei vicini che corrono a procurarmi i biglietti.

Soddisfatta, anzi no - I can't get no satisfaction -, mi dico: stupendo fare i bambini.

sabato 12 aprile 2014

Vorrei dire una cosa lieve

Vorrei dire una cosa lieve. Sussurrarla sottraendole all'usura del tempo e delle interpretazioni.

Vorrei emetterla e salvarla, in una bottiglia di morbido vetro. Vederla evaporare in tutta la sua felicità.

Vorrei dire una cosa lieve, che a tutti sfuggirebbe. Ma non a te.

Essere forti, essere deboli

Non mi piace fare la forte, per impressionare. E neanche fingere oppure ostentare debolezza.

Mi piace vivere, con il tono che mi si addice. Piangere per ottenere, mi farà avere furbi risultati: ma mi sottrae me stessa.

Sono forte se non lo devo dimostrare. E se mi mostro fragile per (far) assecondare i miei capricci, sono una cretina, tutto lì.

Lasciatemi con le mie forze, ad avere ciò che sono. Senza unirmi agli spettacoli di corte.

Notte di essenza

Raduno tutto ciò che ho: l'essenziale, è poco. È tantissimo, perché riempie tasche, valigie, tasche.

Così posso affrontare la notte. Mi piace che essenza significhi anche profumo, qualcosa che ti prende, che tu lo voglia o no, ma poi sta a te non farlo fuggire.

L'aria spoglia, se non di un unico pensiero.

Notte essenziale, notte di te.

Scappare e sotto il braccio

Scappare e sotto il braccio avere la cosa più preziosa. Una michetta di pane. Un raggio di sole stortato. Un sogno vestito modestamente. E l'aria, l'aria che ci solleva fino a farsi angeli.

Scappare con un tesoro sotto il braccio. Persino restando fermi, perché c'è già il cuore che danza.

Rock of ages - canzone per il giorno

C'è una notte in cui dare tutto a fuoco, un fuoco buono che conduca a un nuovo giorno.

E lo senti potente dentro di te, percepisci forze giovani e sincere, ma allo stesso tempo con una storia e un peso. Epoche che ti portano qui e ti mostrano una consapevolezza.

Che cosa vuoi? Puoi rispondere il rock o qualsiasi altra cosa. Basta che ti ponga la domanda.

Rock of ages, Def Leppard, canzone per il giorno.

venerdì 11 aprile 2014

Notte senza i sali di zia Pittipat

Duemilaquattordici. Ci sono ancora molte donne - e hanno pure contagiato gli uomini, che prima almeno avevano l'acquavite - che nei momenti di presunta difficoltà si comportano come zia Pittipat.

A me non servono i sali di zia Pittipat, mi consolo. Né mi piace l'acquavite. Un battito d'ali, una preghiera, un silenzio per trovarmi o trovare qualcosa migliore di me. Un sogno, anche rosicchiato. E soprattutto, senza sbraitare: non ho bisogno di attirare l'attenzione.

Cafonissima, perché io voglio vivere la notte, con tutta me stessa. Senza i sali di zia Pittipat, senza l'acquavite, ma con tutto lo spirito che mi viene offerto.

Il tuo bacio è come un rock - canzone per la notte

Il tuo bacio è come un rock, ma ci ficcano dentro troppe parole in inglese. Anzi troppe parole, per farmi ballare su queste note.

Importa quella parola, come accostata alle tue labbra. Importa che di danzare non ho alcuna voglia, perché devo stare ferma a contemplare te.

Il tuo bacio è come un rock, Celentano, canzone per la notte.

Rock and roll all night - canzone per il giorno

Dobbiamo cantare ancora così: vogliamo rock and roll ogni notte e feste ogni giorno. Dobbiamo stare su un palco insieme, per un'unica, ultima volta, anche se i nostri amici sono altrove. C 'è poi un batterista gentile che meriterebbe più di tutti di stare lì.

A ogni concerto non possiamo ritirare gli strumenti se non la cantiamo. Parole e note allo specchio, come in Detroit rock City per esemplificare ciò che è un concerto dei Kiss.

Hall of Fame varie, età, giacche lucide e sorrisi civili non sono la storia dei Kiss di 40 anni, che mi hanno insegnato (anche) a non prendere troppo sul serio le cose.

Questa canzone però sì. Perché c'è sempre, da 40 anni a questa parte, un momento in cui ti riprometti: ora entro nel mio mondo rock. Magari parto persino per una tournée.

Finché lo fai davvero.

Rock and roll all night, Kiss canzone per il giorno e 40 anni.

giovedì 10 aprile 2014

Notte saltellante come un disco

Come un disco antico, nero e rugato. La canzone si incanta, se la ride la puntina, ma forse è un modo per inculcarci ciò che non vogliamo capire.

Una notte così, come una lunga e graffiante risata. Che saltella e ripete quanto sia bello immergersi nel buio per ritrovare un po' di luce.

Notte saltellante come un disco, antico, non sbagliato.

Il nome del migliore amico

Il nome del tuo migliore amico ti fa impennare le orecchie, più del tuo.

Non riesco mai a contare tutto ciò che ci insegnano gli animali. Anima grande.

mercoledì 9 aprile 2014

Quando ti abitui

Quando ti abitui al sole, negli occhi o sulla pelle dell'umore, basta che ti abitui e lo perdi. Puoi arrivare tu stessa a cacciarlo dal tuo libro dei desideri.

Lo smarrisci, lo soffochi in un cuscino di noia e vuoi andare a vedere cos'altro c'è al mondo. Mentre forse sarebbe più saggio riscoprirlo ogni giorno, o non potrai essere sicuro di trovarlo, al tuo ritorno.

Notte con una ragione

Caos oppure ordine, nel cielo o nella mente. Una collezione di immagini della giornata, e poco tempo per dare loro un senso.

Né serve, basta una ragione in quest'ultimo soffio di vento. Una sola, e più forte di una leva.

Una ragione per amare, per vivere, per cambiare, per rifiutare o saltare.

Notte, stretti anche a una ragione.

I fiori e il castello

Che cosa mi apre di più il cuore, un antico castello o i fiori che lo circondano. La ragazzina votava uno ed elogiava le opere degli uomini, quasi venissero dal nulla.

La donna sosteneva la seconda ipotesi e si inchinava alla natura e al suo Autore.

Eppure non è magnifico questo abbraccio? Mi commuovono quei petali tenaci e l'insistenza umana quando si uniscono nel tempo e oltre.

Quando fuggi

Quando fuggi, è solo per portarti avanti. Io ti voglio bene, speranza, che ci aspetti sempre. Anche quando rimaniamo ostinatamente indietro.


Siamo tutti un po' Atletico

Siamo tutti un po' Atletico, spacciati contro uno squadrone. Eppure basta un gol. Non meno, molto di più.

Essere se stessi, meravigliosamente cocciuti, e a questo risultato puntare. Finché non arriva anche l'altra vittoria.

Perché preferivo il vecchio televisore

Accendendo questo aggeggio quasi nuovo, vedo: politici che vengono continuamente invitati in salotti civettuoli a parlare di ciò che dovrebbero fare, faranno e fanno chissà quando. Programmi definiti comici, in cui non mi scappa da ridere neanche con il solletico. E donne famose di cui non so dirvi mezza parola, perché non arrivano i sottotitoli a chiarirne identità e professione reale. Non che con gli uomini sia più chiara la faccenda.

Così mi chiedo perché. perché ho buttato il vecchio televisore. Almeno potevo dare del vecchio a lui.

La pizza e il sesto giorno

Ho aspettato che la natura facesse il suo corso più dell'uomo, ma ieri ho festeggiato il sesto giorno della pizza abbandonata.

Spesso mi lamento che nelle aiuole del viale c'è tutta l'umana fabbricazione, destinata a sfiorare l'eternità per incongruità di materiali. Invece, c'è quel pezzo di pizza, lanciato o lasciato cadere tra l'erba settimana scorsa. Ogni giorno passo e lo vedo resistere alle intemperie, persino gli animali lo lasciano stare: altro che biodegradabile.

Forse lo fa per solidarietà con gli altri rifiuti. O forse è un grido di malavoglia urbana: la vita è una pizza, persino al sesto giorno.

Le armi chimiche dei cuori

Ascolto l'intervento di Rabbi Boteach in Ruanda. Vedo il filo tracciato, da quel genocidio alla Siria. E tanti altri in una ragnatela di ombra pesante.

Quando ripenso a quella tragedia, mi appare come un monito su ciò che siamo, più importante delle armi che abbiamo. Tormentati dal nucleare, dalle armi chimiche, dalla diffusione delle pistole.

Poi basta un machete per scatenare l'inferno. Di più, basta un pensiero, crudele, velenoso, contagioso.

Forse per questo non troviamo (quasi) mai le armi chimiche. Perfettamente nascoste nel cuore.

I wanna be sedated - canzone per la notte

Controllare dita e cervello, impresa difficile: sembra una scena di Kill Bill.

Ma voglio prendere un aereo, portatemi su un aereo, in qualche modo e anche se all'ultimo pronuncio un deciso no. Per decidere e cambiare, serve anche questo: farsi sedare, anestetizzare tutto ciò che ti chiedono. E il cervello, dita di mani e piedi, particelle di anima e corpo... Non ossessionarsi a controllarli.

I wanna be sedated, Ramones, canzone per la notte.

Ps un grazie speciale a Silvio

Le debolezze

Sulla scia della Parola, oggi frugo nell'anima e le ammiro. Le mie debolezze sono di una tale quantità che potrei perdermi.

Allora, invece di contarle inutilmente, le metto sotto la luce. Quella è solo Tua e le fa risaltare senza dolore, le riveste di una strana gioia, pietre all'improvviso più solide e in possesso di una loro bellezza.

martedì 8 aprile 2014

Notte con la strada perfetta

Questa notte tornerò sulla strada perfetta. Anche se buio, ne vedrò la curva lucente che accarezza la collina invece di opporsi.

La valle la offre, come un respiro profondo, eppure silenzioso. Ricordo un amico che scese dalla macchina, per fotografarla, in ginocchio in mezzo alla strada. E noi a scherzarlo, come da contratto, ma aveva ragione.

Una curva impeccabile, quando l'umanità non vuole raddrizzare la natura e segue rispettosa il cammino dello Spey.

Notte, con la strada perfetta, in Scozia.

Non ne vengo a capo

Non ne vengo a capo. Frizzano le idee, gli incontri, gli spunti e tutto si presenta come il contenuto della mia borsa: un generoso bordello.

Sotto l'ombra traditrice della primavera, io devo ammettere la mia impotenza, perennemente distratta da qualcos'altro.

Non ne vengo a capo, mi confesso, finché Arguta Paffuta alza le spalle: e allora, comincia dalla coda.

Il nonno nel prato delle margherite

Che splendido ufficio trovo per scrivere. Un giardino invaso dalle margherite. Su una panchina c'è un signore giapponese che telefona in continuazione, con un monologo apparente grazie alla tecnologia.

Il sole va e viene, in preda alla curiosità di scoprire altri luoghi. Poi arriva un signore distinto, accompagnato da una ragazza. Si muovono piano nel prato, finché arrivano alla panchina vicino a me.

Passa un altro uomo e lo saluta: buongiorno, professore. Ecco, lo avrei detto un professore, questo signore distinto. Nonno, dice lei, felice per una telefonata che le comunica l'assenza di voti negativi nella pagella. E anche se non lo guardo, io vedo occhi felici che fingono di frugare tra le margherite.

Quando se ne vanno, mi mancano, persino. E per fortuna due cani biondi si mettono a inseguire il sospiro delle margherite.

lunedì 7 aprile 2014

O bello ciao

Su, fai uno sforzo. Dimmi ciao. Anche di fretta. Non partire chiedendo, esigendo, sparando, urlando, anche solo pianificando.

Ogni giorno è un giorno nuovo e non bisognerebbe che rivolgersi così agli altri, quando non li vedi almeno da prima della danza della luna.

O bello, ciao. Basta un ciao. Un buongiorno. Un ehilà. Un salve. Si può declinare in mille modi. Ma quando scrivi una mail o un messaggio, è come se parlassi, non c'è differenza.

E non c'è differenza perché hai davanti un essere umano. Al quale dire: ciao. Se poi aggiungi un "come stai", hai vinto qualcosa.

Notte senza una birra

In una sera così, la luna si aggrappa alle stelle, anche solo per fare dispetto. Il calore si sente ancora sulla pelle e anche la sete della lunga camminata.

In una notte così ho bisogno assolutamente di una birra. Quindi, posso farne a meno, perché sono libera come una stella.

Notte senza una birra, e con desideri che viaggiano veloci.

Se piangi, se ridi - canzone per la notte

Quel che tu fai, sopra il mio volto lo rivedrai. Possiamo sorridere snob per la rima baciata, ma cavolo tre quarti delle canzoni di oggi mi sembrano apposta trasandate per colpire.

Essere parte di qualcuno è questo riflesso che segue le emozioni, le sfumature, i sogni e i bisogni. Trovarlo sempre, anche quando si è distanti.

Se piangi, se ridi, lo faccio con te. Versi da cullare dentro, persino per un rocker.

Se piangi, se ridi, Bobby Solo, canzone per la notte.


Un capitano coraggioso e cresciuto

Se n'è andato, chiudendo la porta di un museo vivo. E forse omaggiando la Holly dell'appartamento a fianco, abbandonando le paturnie.

MickeyRooney, capitano coraggioso, bimbo cresciuto e capace di attraversare ogni tempo, con tanti film e frammenti di ricordi nei miei occhi. Eri già in silenzio, non lontano. Né lontano sei ora.

Ciao, piccolo grande uomo.

La vecchia strada

Cerchi e trovi la vecchia strada, quella che un tempo non passava più.

Ti sottrai ai falsi ritmi di libertà dell'autostrada e riscopri ogni campo, casa, vecchia trattoria. Non ti ricordavi una tale varietà di colori e gli odori ti fanno festa. Scorri, non corri, dai prati al fiume che è sotto un tenero assalto.

La vecchia strada ha perso pezzi, ma altri ne ha acquisiti. E quello che non perderà mai, sono i tuoi ricordi.

Rotaie e gioventù

Sul treno mi sento più giovane. Mi viene da controllare se ho portato il libro, gli appunti della lezione precedente o se ho infilato il giubbino giusto per gridare la mia fede rock.

Sul treno mi sento più giovane. Finché incontro gli studenti. Allora, li ascolto, il loro linguaggio, la schiera di abbreviazioni in cui mi perdo, lo smanettamento che mi illudevo di possedere da record.

Se li ascolto bene, però, in fondo, colgo palpitazioni a me note. Dubbi, incertezze, falsi proclami.

Sul treno mi sento giovane.

domenica 6 aprile 2014

Basta credersi addosso

Ancora a credersi addosso, e non voler spalancare gli occhi su un dato pallido e potente: siamo qui, percependo ciò che vogliamo, quasi mai ciò che voliamo.

Siamo qui e dovremmo tendere in ogni nostro centimetro a cercare una verità che ami. Basta credersi addosso e rinsecchirsi come pianticelle che rifiutano sole e pioggia, convinte di vivere per se stesse.

Notte con la racchetta a metà

Finalmente una notizia di tennis schizza in alto nei media e mi rallegro, come quella sigaretta echeggiata da Tozzi però, che non brucia come vorrei.

Onore a Fognini e agli azzurri tutti, mi dico, ma so che la notte rimarrà con la racchetta sospesa. Perché la Gran Bretagna è uscita di scena anche per Andy Murray, il mio beniamino, e soprattutto quando c'è uno scontro tra l'Italia e la Scozia, per me son sempre dolori. 

Notte con la racchetta spaccata a metà, ma anche con l'entusiasmo di ritrovare lo sport carico di entusiasmo e ripagato per una volta, non solo il calcio che pur amo.


Ps poi eseguirò il calcolo sui media italiani e anglosassoni per verificare se Murray -da perdente- sia stato definito britannico o scozzese. I miei amici in Scozia puntano sulla seconda opzione, of course.


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The long and winding road - canzone per la notte

E' tutto contorto: la strada, l'attesa, il rifiuto, l'orgoglio. Ma c'è una via così lunga e tortuosa per ogni cosa, perché siamo nati per complicare, perché è - anche - così che cresciamo, perché ci deve essere un passaggio segreto delle nostre istruzioni all'inizio che non abbiamo mai recuperato.

E non si sa se vinca la pioggia o il vento, se le mattina ci sia una pozzanghera o uno specchio di lacrime. L'unica certezza è quella strada che porta a ciò, a chi si ama, che ci lascino entrare subito  o no.

The long and winding road, Beatles, canzone per la notte.

Comincia, comincia sempre

Il primo fiore rosa che nasce dai rami duramente tagliati in apparenza, e in realtà rinvigoriti. E le azalee si lasciano convincere che la primavera è inoltrata.

Piccole tracce, tracce di sfumature e una risata nel vento. Comincia, comincia sempre.

Tigri davvero #perlello

Ho un po' di remore a chiamarlo vecchio, perché è un campione giovanissimo. Ieri l'ho visto rimanere tra i ragazzini e le foto di un tempo in silenzio, ma quando ha preso la parola, nell'aria si è sprigionato l'incantesimo.

Tigri che si facevano beffe delle grandi acquisite. È lontana quella Pro Patria, siamo lontani noi?

Oggi a Chiavari vorrei che ci fosse un'onda irresistibile, capace di spazzare via questi e altri dubbi.

Tigri davvero, per questo campione, il nostro Marcora che giocò nella Pro e nel Torino. E per il campione che se n'è appena andato, Lello Antoniotti.

#perlello e per trovarci ancora

sabato 5 aprile 2014

Tutto aiuta a decidere

Lasciati pure tentare dal rinvio, ma tutto aiuta a prendere una decisione.

Se cerchi di ancorarti comodo a un divano di situazione, che non ti piace o non ti procura bene, accadrà di tutto: un fruscio strano, la corrente che traballa, un attacco di fame, una voce irresistibile.

Tutto ti aiuta, finché sarai costretto a non ignorare più.

Chi scrive per te

Chi scribacchia in un cassetto, chi vergò quel vecchio compito. Chi compilò e gettò quella lista, chi la rifece.

E la pagina di ieri, la riscriverei diversa o forse un altro autore è stato, sarebbe.

Chi scrive per te, è il mistero più grande, foglio di vita.

Notte dolcemente confusa

Bambini che ti insegnano tanto, amici che ritrovi grazie al pallone. E rischi di andarci nel pallone, se ti lasci trascinare da altro che cerca di insinuarsi.

Corri in posti così disparati. Respiri il lago e vorresti sottrarti alla folla, mentre alla fine rimani avvinghiata dalle sue frasi convulse. Quei due continuano a bisticciare, vuoi vedere che si amano davvero. Il nonno dai capelli bianchissimi, il cane stanco, la luce che gioca con i colori nelle stanze oscure, poi ancora i riflessi dall'acqua e tanto, tanto vociare.

Poi rifletti e si mischia di tutto: anche che ti abbiano presa in giro. E probabilmente è così, ma intanto ti sei già spinta avanti, la tua libertà mai stretta in pugno ma posata come una farfalla.

Tutto si rimette in modo, solo per placarsi.

Notte, dolcemente confusa.

Il quadro che guardi tu

Il quadro che guardi tu, in cerca forse solo di un prato o anima pura e artistica, mi sfugge da tanto tempo. Le immagini attorno a me, scelte con amore, si sono perse sulle pareti.

Prima perché troppo distratta ed egocentrica, poi perché non voglio pensare. Tu con un'occhiata mi riconduci a quel paesaggio e scorgo una strada dove vorrei correre, per un abbraccio.

Every time you go away - canzone per la notte

Quella minuscola pausa, come una sospensione tra "andare" e "via". Forse è l'aspetto che mi intriga della canzone, calpestata a dovere negli anni addietro da brava rocker.

Quasi a dare l'ultima possibilità all'altra persona o a se stessi. Mi giro e ci sei ancora. Forse se non ti vedo, è proprio per questo, che tu sei vicino: che bella e contorta questa interpretazione.

E perché non perdersi dietro tante parole, quando poi la certezza è una sola: ogni volta che tu vai via, porti un pezzo di cuore mio con te.

Every time you go away, Paul Young, canzone per la notte.


venerdì 4 aprile 2014

Have a nice day - canzone per il giorno

Un solenne Have a nice day a chi ci dice come dobbiamo vivere. Si può reagire con fermezza alla Bon Jovi.

Buongiorno, ma alla newyorchese, perché non c'è bisogno di chi ci spieghi cosa è bianco, cosa nero. 

Have a nice day a chi si fida delle apparenze e vuole pure inculcarle.

Ci sono pochi ritornelli fiammeggianti, di quelli che ti fanno davvero brillare e volare nel vento, quanto questo.

Have a nice day, rafforzato dalla risposta più bella: vivere la vita come sappiamo fare.

Have a nice day, Bon Jovi, canzone per il giorno.

Angel - canzone per la notte

Un angelo forse è colui che racconta la storia d'amore tra la luna e il mare blu. Che scende il tempo di salvarti e promette che ritornerà.

Ma una creatura è quella che sogna di salire e aspetta il momento in cui mettere le ali.

Sembrano così distanti e si ritrovano. Alla fine, essere per sempre al fianco di un altro è l'unico desiderio che aiuta a volare.

Angel, Jimi Hendrix, canzone per la notte

Notte con un po' troppi silenzi

E che giornata folle è poi questa? Umberto Broccoli, la gioia del sapere che significa cercare sempre, si deve fermare e la radio gracchia troppo vuoto.  David Letterman annuncia il suo ritiro e bravo il supereroe Alec Baldwin che scende in campo per impedirlo.

Noi, che cosa facciamo per impedire che il nostro prof non sia più in onda? Firmo la petizione, diffondo tra i miei amici, ma mi resta che il magone che le nostre voci siano più soffocante ancora.

La cultura è civile, non sbraita, non fa casino e non si fa comprare. Una, tutte queste pecche o più si rincorrono.

Ecco, io guardo la notte con sgomento perché ha un po' troppi silenzi per i miei gusti.

giovedì 3 aprile 2014

Notte con i tasselli nascosti

Abbiamo tirato fuori i puzzle, ma non hai fatto i conti con la bimba che è in me. Ho preso qualche tassello e l'ho nascosto.

Alcuni, andranno smarriti per sempre: colpa della mia creatività nel trovare nascondigli, tanto che non riesco più a individuarli. Invece di arrabbiarci, ridere felici.

È quando non tornano i conti, che la notte è più bella.

Notte con i tasselli nascosti.

Quasi con parole mie

Non voglio pensare che finirà. Che le voci intelligenti e curiose (per me, termini che possono essere accorpati) vengano spente. In nome di che cosa non so.

E se fosse in nome di una presunta modernità, mi chiedo perché quest'ultima debba essere scambiata per la brama di cancellare ciò che è un pilastro.

Sono così addolorata che non so dirlo Con parole mie. Seguivo ormai poco, causa orari e abitudini immerse nel cambiamento, ma era come poter contare su un vecchio amico dal quale correre appena possibile.

Mi ricordo i momenti magici in cui rientravo a casa a pranzo e potevo gustarmi la saggezza arguta di Umberto Broccoli in tv. Un uomo che sembra sapere tutto e mai che te lo faccia pesare.

La cultura viva e pulsante. La voglio ancora. Con Parole mie.

Can't buy me love - canzone per la notte

Comprare non è per sempre. Un anello di diamanti scivola via, come qualsiasi cosa che tu possa solo acquistare.

La persona giusta è quella che ha un unico desiderio: ciò che non si può comprare. Un dono irreversibile e continuo nel suo offrirsi, che sei tu. Chi se ne frega del denaro, il denaro non può avermi.

Sarà per questo che ho sempre voglia di abbracciarti e cantare.



Can't buy me love, Beatles, canzone per la note.

C'è posto per me

Ho fatto posto - tanto posto, a volte meno - per gli altri e qualcuno avrà da lamentarsi che era pochissimo comunque.

Pazienza, non sono brava a prendere misure. Faccio un'eccezione in momenti come questo: voglio ricavare qualche metro per me, tutto per me. Non mi occorre tanto spazio, prometto, e non chiudo le porte. Non tutte almeno, perché troppi spifferi d'aria procurano troppi guai e perché bisogna stare attenti a non farsi portare via le energie.

Ma questo è l'annuncio che mi rivolgo, mentre comincio a riordinare: c'è posto per me, nella mia vita.

Quella pessima influenza

Se qualcuno ha una pessima influenza su di te, riesce a far star male chi ami e cerca di farti terra bruciata attorno, allontanati e lascialo con il suo cerino in mano.

Non odiarlo, anzi è giusto volergli più ancora più bene, perché ne ha bisogno. Ma anche tu hai bisogno di una barriera di protezione, per te e per chi ami. Non importa chi lo seguirà, vuol dire che segue le luci delle fiammate, non delle stelle.

Importa che tu non cambi per lui, per loro. Così la penso, amico mio.

God save the Queen (and whisky)

Sì, ma che gagliarda è la regina. La signora tedesca, la chiama un mio amico scozzese. Ma come faccio a negare un minimo di ammirazione.

Visita lampo della serie: vado al cuore del viaggio, vale a dire l'incontro con Papa Francesco e non fatemi perdere tempo con sciocchezze che non c'entrano. Si porta dietro l'assistente numero uno, un secondo che in fatto di battute non è secondo però a nessuno, cioè suo marito.

E i doni? Prodotti biologici, dalla marmellata al miele, senza tralasciare il numero uno: whisky scozzese, of course.

Insomma, non so quanti di noi porterebbero una bottiglia di whisky al Papa. Lei può. memore anche dell'insegnamento materno.

Una donna di spirito, che per un attimo mi fa anche vacillare il referendum dell'indipendenza nel cuore.

God save the Queen and whisky.

Sei tu

Il sole che si nasconde per farsi cercare e che torna per abbracciarti. La chiave che sembra scivolare, ma apre il posto giusto.

E il caos che fa bene, prima di lasciarsi riordinare. La goccia che scende per mettersi a saltare. La speranza che si spoglia delle ombre e ogni pensiero che resta.

Sei tu.

Mosè che non sapeva parlare

Perdo la timidezza, non il rispetto, e ascolto le argomentazioni di Mosè di fronte al Signore intenzionato a punire il suo popolo testardo.

Mosè che non sapeva parlare, è uno splendido oratore che tocca ogni cuore. Il Signore voleva veramente punire il suo popolo o permettere a Mosè di dire e dare il meglio?

Un po' come a tutti noi, balbuzienti dell'anima, che lo sappiamo o no.

Finire un libro

Finire un libro, sfogliare la pagina definitiva e sorprendersi dei fogli alle spalle , come infinite briciole di Pollicino.

Ma non si può tornare indietro. Si è diversi, come quel libro.

Finire un libro. Esaltante. Ti rigenera. Ti smarrisce, con la mano che cerca altre pagine.

mercoledì 2 aprile 2014

La contabilità dei grazie

Quando mi assale la tentazione di tenere la contabilità dei grazie, mischio tutti i foglietti improvvisati.

Così non sono più sicura dei calcoli e aggiungo qualche grazie, anche a caso o palesemente calpestato, non dovuto.

I grazie crescono e ho voglia di sorridere, che tornino o no.

Notte un po' riassuntiva

Mi ricordo che sono, mentre scivolo via. E lo ricordo anche a chi ha voglia.

Mi tocca viaggiare nei numeri, ma cerco le persone.

E resto tra gli umani, anche se sono la parte della natura che più mi straccia.

Non amo le risse, ma non sono scema. Se capisco che mi prendi in giro, non resto neanche un attimo a sprecare forze per litigare.

Sono già lontana, non ti sento.

Amo la vita, tanto, tanto. Che a volte la strozzerei.

E rido per niente, più di quanto io pianga. 

Felice, in questa notte un po' riassuntiva.

Strawberry fields forever - canzone per la notte

Quell'angolo dove nulla c'è di cui preoccuparsi, dev'essere proprio nel campo di fragole? E perché il laboratorio di inglese mi privò subito di ogni ingenuità, facendomi balenare di cosa si trattasse realmente?

Io torno bambina e voglio correre in un giardino di mille profumi, come quello che mi accoglieva dal nonno in valle. Lì, nulla mi turbava davvero.

Il mio albero. Il mio sogno. E la voglia di condividerlo.

In fondo, non è cambiato niente. Ti porto nei campi di fragole.

Strawberry fields forever, Beatles, canzone per la notte.

Il mio cane nerissimo

Un cane nero, come si può avere paura di un cane perché è nero? Eh, già, mi suggerisce Arguta Paffuta, vogliamo parlare dei guai passati dai gatti? No, lasciamo perdere gli umani, ho capito.

Penso al mio cagnolino nero. Forse incuteva meno timore perché aveva le zampine bianche, e persino la stessa immacolata camicia? Si chiamava Kiss, penso che nessuno possa indovinare il motivo di questo nome...

Aveva carattere, ma non un brutto carattere. Certo, non dimenticava un torto e il casino era che intuiva le mie scarse simpatie per qualcuno, per fortuna senza infierire.

Ma non solo. Nero si chiamava, proprio sfacciatamente, un meraviglioso meticcio che purtroppo era senza un occhio. Vedeva metà pericoli e si fidava completamente degli umani: non so cosa sia più rischioso.

Nero era nel canile e lo portavamo fuori nel weekend. Appena uscito dalla gabbietta, rimetteva. E io mi preoccupavo. Mi dissero che era per l'emozione, e difatti poi si scatenava.

Il mio cane nero. E quel cane nerissimo. E noi, che potrei trovare cento modi di definire, ma mi viene un solo aggettivo: stupidi.

Se rinasco, rinasco cane. E pure nerissimo. ecco.

Mille volte il fascino del mattino

Mille volte sono caduta di fronte al fascino del mattino, e mille volte lo vorrei rivivere. Quel pallido affacciarsi dell'inizio, la luce che ancora non osa palesarsi, ma fruga nei pensieri soffocati dal sonno.

E i visi che si liberano delle ombre e si colorano di stupore.

Mille volte il fascino del mattino, mille volte ripartire.

martedì 1 aprile 2014

E c'è ancora chi dice Medioevo

E c'è chi dice ancora Medioevo con tono sprezzante o compassionevole. Calpesta secoli con leggerezza, nonostante maestri come Le Goff ci abbiano liberato dai veli.

Io cammino gioiosa tra sentieri di chiese e scienza. Ringrazio l'esempio potente di Eloisa e arrossisco ancora al suo coraggioso amore. Riesploro l'incredibile storia di Eleonora d'Aquitania e guardo quella data spartiacque delle Costituzioni con un sorriso a re Giovanni, secondo bollato di crudeltà con facilità. Perché la sua era un'epoca crudele? Perché ogni epoca lo è.

Ma c'è ancora chi si ostina a vedere il Medioevo, e non se stesso.

With a little help from my friends - canzone per la notte

Rido come Ringo e non mi preoccupa da che parte tira il vento. Alla fine di una giornata, all'inizio di una canzone: qualsiasi cosa diventa possibile con un po' d'aiuto dagli amici. Si prova tutto, si ottiene tutto, si accende la luce, con il loro aiuto.

Prestami le tue orecchie e ti canterò ogni strofa. Ma prima di tutto, prestami il tuo cuore.

With a little help from my friends, Beatles, canzone per la notte.

Around the corner - il castello

Non c'è foto che ti renda giustizia, non c'è esplorazione che esaurisca la tua ricerca. Non c'è invasione di turisti che ti tolga il fascino, Eilean Donan castle.

Tutto per me si concentra in un istante, dopo aver cavalcato le Highlands. È quel momento in cui compare il castello, come sospeso.

Just around the corner. Proprio dietro l'angolo si potrebbe dire, osare, ridere. Ma non c'è il tempo nemmeno per una di queste azioni.

Un tappeto così

Io che sono relativamente allergica ai tappeti, guardo quello già consumato della primavera. A conferma del fatto che ciò che finisce sotto i piedi, non merita i nostri sospiri.

Ma poi penso all'erba e ai suoi giochi e già si incrina la mia determinazione. E' vero, questo tappeto nuovo indossato dalla terra è di petali malconci, come un'ombra di illusione. E vorrei sapere perché a un tratto lo sento come irresistibile.

Un tappeto così, forse ci camminano i sogni.  La primavera non finirà mai.

Cercando una preghiera addormentata

Ho cercato una preghiera, anche addormentata, ma il fracasso attorno non la svegliava. Il silenzio la blandiva. E io non riuscivo nemmeno a sfiorarla.

Una preghiera addormentata si desta solo al tuo tocco, perché anche questa è stata creata da te. E io te la riporto, timida e felice.

Buona notte

Ricominciare come in un quadro

Le ore non consentono di fermarsi e si intrecciano gli incontri, le gioie, i progetti. Poi c'è la consapevolezza di quello che attende: che bisogna prendere una decisione e ricominciare, su un fronte.

Chiedo se posso, un'ultima volta ancora, lo chiedo a te che sei buono e paziente, a te che conti. Difatti, mi dai il permesso e io eseguo.

Sosto con il tramonto che si spegne garbato e incontro un amico paziente quasi quanto te. E' bello celebrare così, anche perché si rinnova un incantesimo, si unisce un'altra persona, arriva anche un meraviglioso cagnolino che ha una voracità di cibo e amore straordinaria.

Sul parco ondeggia la sera e l'ultimo brindisi si consuma. Che cosa c'è di ultimo, in una vita così intensa e pazzesca? Arrivo e scuoti il capo, ridendo.

Ricominciare, come in un quadro che si muove.


Sentirsi liberi con Le Goff

Sentirsi ancora ragazzi e con il mondo che si spalanca con mille sentieri. E tu invece di partire in quarta, lo ami, lo rispetti.

Sentirsi fragili e liberi. Sentirsi grati. Sentirsi senza gabbie e forti di pagine come guide che non ti forzano.

Sentirsi tutto questo e molto di più con Le Goff.

Rip

Comunicazioni reali

- Che cosa stai facendo?
-chi?
- Tu
-quando?
- Adesso

Temo la prossima domanda. Anzi, perché ho cominciato?

Ps Ti adoro

La libertà fa male (agli altri)

La libertà, quegli spazi che hai raggiunto con gli anni e non vendendoti a nessuno. Credi che possa essere capita così diffusamente?

La libertà fa male. Agli altri.