mercoledì 31 ottobre 2012

Peter e la pioggia

Vado a nanna con questa canzone nella testa. I can't stop The rain, here it comes again.

La saggezza di Peter Criss, anche se le parole vengono da altra fonte. Il suo volto bianco e verde stampato sul fondo nero della serie dei Kiss album. Silenzio per ascoltare solo la pioggia, e non sai cosa troverai quando torni a casa. O meglio, lo sai benissimo.

Rumori e silenzio si alternano come le note di questa canzone, che affiora da una New York con meno paure negli anni Settanta. Tutto era possibile. E se la pioggia non smetteva mai di cadere, uno se ne faceva una ragione... Alzava le mani, se non gli occhi, al cielo.

La prof di francese, non ci crederete

Libreria, sto aspettando una persona. Ma entra lei. La prof di francese uguale a 25 anni fa. Impossibile. Forse è sua figlia, mi dico con un filo di apprensione. Sta ordinando un libro e mi chiedo se sia un testo scolastico. Sudo, forse incombe un compito in classe e io non ho ancora studiato.

Mi scuoto: la maturità è un ricordo e lei è sempre stata così buona. Ora dovrò esserlo anch'io e quando si gira, le rivolgerò un gentile: buona giornata, prof. Forse persino in francese.

Arriva però la persona che aspettavo e quando mi giro, l'insegnante non c'è più.

Giuro che prima c'era. E per non saper leggere né scrivere stanotte studio: il che, mi rendo conto, linguisticamente è un'impresa.

Un velo di cipria sulla notte

Un pallore non di silenzio, di spavento o di natura. Scende un velo di cipria sulla notte. Polvere profumata d'altri tempi, che sfugge al regno delle creme disincantate.

Forse ê persino polvere di stelle, ma di quelle che non hanno vergogna nello sfogliare romanzi antichi e di nascondere il rossore nelle carezze della notte.

Cipria sulla sua notte,  a coprire le sue paure.

Che cosa c'entrano i petardi

Capisco che ogni scusa è buona per qualcosa di esplosivo, in questa piatta vita. Ma che cosa c'entrano i petardi con Halloween?

Volete che le streghe si indispettiscano per i botti? O il mix di tradizioni è ormai irreversibile?

Basta che all'ultimo dell'anno non mi costringiate a vestirmi da strega.

L'insostenibile peso della colazione

Datemi tregua. Il mio collega che va in palestra con diligenza (Arguta, ci va in auto, non ho detto in diligenza, non tediarmi), lo fa dopo una robusta colazione per bruciare le calorie.

Oggi leggo uno studio in cui si dice che per perdere chili basta fare un po' di esercizio prima della colazione.

Io non chiedo solide realtà, ma un fantasma di certezza. Quando cribbio faccio colazione? Nascondendo la domanda più delicata: l'esercizio è d'obbligo, vero? Accidenti, se Slash vede questa  non domanda me le suona.

Scontato, mai più (rock crusade)

Scappo dai servizi giornalisti su Sandy, mi folgora un tweet di un mio caro rock deejay. L'uragano visto e vissuto da Eddie Trunk mi inchioda a un'immagine. Lui racconta la sua lotta nel recuperare un minimo di normalità. E di elettricità.

Conclude con un impegno: non darò mai più per scontata l'elettricità. Carico l'ipad e quasi ringrazio per il miracolo. Quel quasi l'ho infilato per uno scatto d'orgoglio umano.

Tutti ossessionati

E vogliamo parlare delle sentenze memorabili di Beautiful? Per favore, solo un istante.

Oggi un'imprecisata sorella Logan si riferisce al marito definendolo "ossessionato". Interviene capo Brooke: tutti gli uomini sono ossessionati.

Cribbio, Brooke le azzecca sempre, di solito. Ma da quando Beautiful è diventato un film horror?

Enzo Paolo e Carmen per sempre

Riassumo per la mia amica distratta e oggi vagamente intrattabile. Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo si fanno leggere la mano da Solange, si dichiarano, si raccontano con Columbro a Verocapri.

Io li avevo persi di vista, a parte i lanci gossipari dei giornali, perché non guardo l'isola dei famosi. Che adesso poi non la guarderà più nessuno, perché la tv ha paura dei naufragi, più che dei naufraghi, giusto?

Eppure anch'io ho un'anima, persino quando mi vesto da Arguta Paffuta, e mi commuovo per qualche istante. Insomma, non sono una delle poche coppie televisive italiane sopravvissute?

Forza innamorati, e ogni scelta merita rispetto.

Un mestiere stupendo 2

Quando ti fermi un attimo, pensi anche con più gusto. Incontri con più gusto.

Oggi incrocio tante persone per cui ringraziare i Disegni e il mio mestiere. Uno è un incontro virtuale, una mail. Un imprenditore che non voleva un'intervista, ma confrontarsi con me, tra le difficoltà di tutti. Gli ho risposto con ciò che penso, con ciò che voglio credere, io figlia del tessile. E lui mi ha detto in seguito: oggi ti pubblico io. Io ho ringraziato chi me l'ha fatto conoscere (chi e  Chi, per la precisione) perché è una persona grintosa con garbo, dalla quale imparo molto. Ma l'elenco è lungo.

Chiaro che con la mia professione incontro anche tanti pirla, e poi in fondo siamo pirla un po' tutti quando ci va storta. Ma si impara da tutti.

E oggi ho avuto un altro incontro, una signora dalla bellezza in queste ore triste. L'avevo conosciuta all'ospedale, quando suo marito era ricoverato con mio papà. Quindi per motivi personali. Ma se siamo rimasti fortemente uniti, è anche perché suo marito era un grande tifoso della Pro Patria e voleva leggere sul giornale gli articoli della sua Marilù.

Ci siamo abbracciate, sotto lo sguardo buono dei nostri cari. E ripensando alle altre persone che ho incontrato, anche solo salutato, accompagnato oggi dico: grazie,mestiere stupendo.

Bud Spencer, pensaci tu

Il suo più recente lavoro lo contemplo volentieri a Ischia. O forse è il più recente in cui metto la testa io, vista la mia scarsa sensibilità sulla televisione.

Viva Bud Spencer, perché i nostri maschietti lo amano. Viva Bud Spencer, perché non fa mai del male (veramente) a nessuno. Neanche a chi lo merita: basta la stazza, uno sguardo e poco altro. Se proprio uno non capisce, passa alle cattive.

Bud pensaci tu. Anzi, vieni anche qui... ogni tanto

Auguri

Essere indipendenti

Ti ho osservato, gattina, tra una corsa e l'altra. essere indipendenti è una questione anche di stile, e tu ce l'hai, come ogni micio. A volte bisogna cedere, per fame o per amore, ma lo spirito autonomo non se ne va.

Credo di essere più un gatto, e per questo prediligo i cani: perché contemplarmi, non mi interessa, non mi fa crescere.

Essere indipendenti è duro come la pioggia di inverno. Ma quando ci lasciamo andare, nessuna carezza è più morbida.

martedì 30 ottobre 2012

Quello che vi pare

Chi si scandalizza per Halloween e chi vuole tuffarsi nelle sue atmosfere. Domani toccherà ad altro. Ma se ci sono due mondi separati da un muro, in faccende anche più serie, io sogno sempre che chi urla, si fermi a guardare la scritta su entrambe le pareti.

Fate quello che vi pare. E meglio ancora, permettete agli altri di fare altrettanto.

Andiamo, Arguta Paffuta e addormentata. I Ramones stanno suonando.

What a wonderful world.

Notte.

Rivedere la partita

Come siamo piccoli, in tv. E non si avverte il freddo. Che bello? Un corno: essere nel gelo per amore delle tigri fa parte del gioco. Per favore mettete un po' di brina sullo schermo.

Ma rivedere la partita è bello, perché lo condividi, anche con chi faceva finta di dirti: non andare, fa un freddo cane.

Wooof, certo. Aspetto che segno un altro gol.

Buona partita.

New York, Haiti, il mondo intero

New York da quelle acque riemergerà, come ha fatto dal fuoco e dalla polvere. Me lo dico, come una preghiera che mormoro dentro di me, perché amo questa città e questo mondo.

Ma Haiti? L'uragano infligge ferite, e non ne parliamo. Non ci sono immagini che scrosciano da lì,  non ci sono gridi "incredibili" che accompagnano le nostre ore mediatiche, se non per pochi coraggiosi.

Il coraggio di portare anche un'altra voce.

New York, ti amo. E ti amo Haiti, dove la disperazione silenziosa sembra scorrere, ma dove so che c'è chi semina speranza.

La cascina magica

Per una stradina solo apparentemente smarrita, sono giunta alla cascina magica. Due cani facevano festa, ma era la capra che si industriava nel vegliare, fissa sullo scenario del lago Maggiore, con lo sguardo diffidente.

La cascina degli amici finalmente si è mostrata, con i suoi angoli fatati, gli attrezzi dimenticati, cartelli che provengono da altri mondi. Uno urla: lotta alle mosche, disposizioni di legge. E credo che solo per quelle lettere antiche stampate, qui nessuna ala si affacci.

Profumo di mele e salami, bottiglie di vino e di ogni ben di Dio, un angolo dove scriverei mille racconti. Ma certi rifugi non sono per tutti. Ti lascio, cascina magica, ma tornerò.

E' davvero l'ultimo giorno

Come promesso, sono passata dagli amici l'ultimo giorno. Il penultimo per loro, a dire il vero, ma per noi l'ultimo restava in quel locale dove avevo comprato molto tranne l'amicizia: quella è fiorita, giorno dopo giorno.

Il negozio con gli scaffali ormai semivuoti, gli occhi lucidi e i clienti - chiamiamoli così - in processione accentuata rispetto ai giorni scorsi.

I miei amici. Resterà così. Ma quel negozio spento mi sembrerà una ferita che non si può guarire. Rimaniamo in contatto, ma lui vuole fare una foto, nel suo negozio. E mi dona un magnete per il frigo: come a restare uniti, come a trasferire qualcosa che ti ha sempre accompagnato, nella tua casa.

E' davvero l'ultimo giorno e cerco di non commuovermi. Ma perché poi? Commuoviamoci e viviamo.

Dicasi freddo

Dicasi freddo di un alterato stato fisico che crede a indicatori oggettivi e quindi fallaci. Escludendo molto più scientifiche condizioni come:

un sole meraviglioso che scioglie la montagna
amici fedeli che illuminano la giornata

sde45... questo l'ha scritto la gatta. forse perché sapeva che stavo per parlare di lei.

una gatta che viene a farti compagnia non guidata dalla fame, ma dalla consapevolezza che stai pensando a un'altra bestiolina.


Dicasi freddo di tutto ciò. dunque chi lo sente.

Raffie e il gatto

Raffie, ora hai proprio una bella casa. Non faccio in tempo a convincermene che arriva con un balzo un gatto. Miao, ho fame, i sentimentalismi a dopo.

Cedo ai suoi ricatti e alle sue coccole. Me ne vado, torno, è ancora lì. Ha dovuto "usare" tutti gli alberi ed entrare in casa è un'impresa, perché ha l'orecchio finissimo sull'apertura della porta. Adora farsi fotografare, scopro, ma accidenti odia il pc. Così, per ora, cede solo questo sprazzo di immagine e poi fugge, infastidito dal ticchettio dei tasti che le impedisce di dormire.

Se ti fai gli affari tuoi

Darling, guarda il sole è sorto da un pezzo sui nostri pensieri. Guarda, ammira il mondo, qui tremiamo per il freddo ma stiamo meglio rispetto ad altre, sconquassate parti.

Darling, avrai qualcosa da fare, giusto? Ce l'hanno tutti, se sono di corsa, ci sarà un motivo. Anche tu mi sembri dal passo spedito, il che mi convince che fai parte della truppa. O è tutta una messinscena?

Su, darling, se ti fai gli affari tuoi, starai meglio. risparmierai tempo ed energie, non sarai tentato di deviare dalla tua impellente strada per scombinare le carte degli altri. Arriverai prima, forse persino primo.

Su, darling, se ti fa gli affari tuoi, forse farei felice persino me. A parte che la mia felicità che dipende da te è po' difficile, mmm ... io sono crudele, io sono Arguta Paffuta.


Ah ah, morning ragazzi e ignorate i curiosi.

Gelido, dicono

Gelido, dicono. Come se non vedessero i tuoi colori, e la tua morbidezza fosse andata perduta. Come se nulla rimanesse del calore, se non viene gridato.

La neve si è accaparrata la carezza più ambita e si definisce gelido chi la concede? Amare è andare oltre le apparenze di un freddo che passa, come tutto. Se non ci credete, chiedetelo all'ortensia, quando decide di non sfoggiare più. Allora, è ancora più vera.

Fonzie e le cabine

Perché è un bevo ragazzo... Non c'è canzone più adatta a lui per il compleanno, no? Henry Winkler è un ottimo ragazzo. Uno di quelli che fanno sempre la mossa più garbata e saggia, come se venisse naturale. Del resto,  Fonzie era così diverso? Alla fine, del suo buon cuore nessuno può dubitare.

Ci fosse un Fonzie per le strade, e a disposizione per ogni ingiustizia. Meglio di Superman. Fonzie ormai è un ricordo di noi devoti televisivi degli anni Settanta. Ma quando compare Henry Winkler, mi viene da guardarmi attorno per rintracciare una cabina. Solo che poi mi accorgo che sono scomparse pure loro.

Auguri!

lunedì 29 ottobre 2012

Uragano o pensiero della sera

Gli uragani mi incutono un ragionevole timore e vorrei non trovarmi su costa alcuna. Ma se devo rivelare il mio terrore più profondo, è quello che mi provocano i giornalisti che lo commentano. Incredibile, spaventoso. Grazie di avercelo spiegato.

Pensiero pauroso, e masochistico immagino, della sera.

Rotola la luna

Un soffio di vento più insistente, un'incertezza del cielo, una voglia di essere malandrina.

Quando tutto tace o fa finta, lei splende con maggiore vigore. E c'è chi lo scambia per dolcezza. Al contrario, lei è così astuta, forse persino calcolatrice. E la luna rotola, correndo e divorando il proprio fiato.

Una compagnia fuggente della notte. Notte tra raggi rotolanti.

La vita e la sua parte

Succede anche questo. Che al cimitero, nella folla in crescendo, cui non sei abituato, ritrovi volti conosciuti, abbracci e antiche storie.

Che un luogo silenzioso si animi, in maniera dolce o insopportabile. E tu possa scegliere, o così ti illudi, quale delle due atmosfere vivere.

Quando sei convinta che questa scelta sia in tuo possesso, incroci un giovane quasi di corsa: lascia il luogo che tu stai raggiungendo.  Il sole ti rivela che ha gli occhi lucidi, mentre declama: del resto la morte fa parte della vita.

È già scomparso, e avverti quella gelida consapevolezza che cerca di fuggire, forse inseguirlo. Ma con te, non riesce a restare.

Loro non capirebbero

Da uno scorcio di un documentario non asettico, vibrano storie e dolori. Vibra un mutismo voluto, uno sguardo che si placa, un rinchiudersi improvviso.

Lei constata, tristemente, nel ritrarsi: loro non capirebbero. E lui replica con fare quasi sbarazzino: loro non capiscono mai.

Sbarazzino e saggio, cerca di spazzare via la ritrosia. E temo non ci riesca.

Un mister un uomo

Apprendo dell'esonero di Novelli e mi spiace. Qualcuno farà risolini soddisfatti, perché hanno una differenza fondamentale rispetto a Novelli. Lui è un mister, ma soprattutto un uomo.

Da un pezzo non voglio adorare nessuno, perché non esistono dei o semidei sulla terra. Quando ripenso a Novelli, però, ripercorro ciò che ho imparato da lui come persona. Gli sono grata per questo.

Sono abituata a vedere persone che cedono alle minacce, o alle lusinghe. A volte, resistere alle seconde è ancora più impegnativo. L'ho già detto e lo ripeto: l'ho visto assaltato ed ero pronta al peggio. Adesso cederà, adesso cambierà. E ogni volta mi sorprendeva, perché no che non cedeva.

Non mi importa se alcuni la prenderanno male. Io voglio bene a Novelli e gli sono riconoscente per l'anno condiviso. Siamo rimasti ancorati al "lei" perché il rispetto lo esprimiamo anche così. Corretto, professionale e umano. Mi ricordo una sera, una sera difficile perché con una sconfitta come spesso accade per la Pro sotto le stelle, dopo una conferenza stampa. Erano giorni duri per tutti e lui passò, mi diede un buffetto come fossi una figlia. Anche se gli anni mettono una distanza a questa ipotesi!

Io amo la Pro Patria, l'unica che resta. I nomi e i volti passano. Ma da lui ho imparato tanto e non lo negherò mai per far piacere a qualcuno, neanche se a quel qualcuno voglio pure bene. Lo stesso Novelli una volta via disse che teneva al bene della Pro ed era felice quando vinceva. Perché lui è così.

Mister, in bocca al lupo. Tanto noi non molliamo mai.

È urgente?

Ci sono tante personcine deliziose al mondo, ma c'è anche il popolo di Urgentolandia che si insinua nella tua vita.

Volete una escalation metaforica? Et voilà, quando raggiunge forme di perversione mai viste.

- buongiorno, telefono per l'arrosto. È urgente
- ok, ma io tratto frutta e verdura, si ricorda?
- ma è urgente
- se urgente, a maggior ragione chiami il macellaio no?
- ma lei non capisce è urgente. Tra un mese e mezzo è Natale e di solito io preparo la faraona.

Mi rifiuto di proporle delle patatine di contorno. Chissà perché la linea è caduta.

Gli strani medici di #beautiful

Ci sono strani medici in tv, ma quelli di Beautiful li battono tutti. Ok, uno che accetta di scambiare lastre in nome di cospicue donazioni, è cosa orribile. Ma vogliamo parlare di come si comportano i medici di soap e dintorni?

Un momento ti danno per spacciato o quasi. Un secondo dopo, riprendi conoscenza perché tuo marito è entrato e miracolosamente parli. Allora il medico dice: domani ti mando a casa.

In un verso o l'altro, si sbilanciano. E siccome tutti in una telenovela almeno 10 volte nella vita passano in ospedale, anche moribondi, di scene così ne vediamo tutti i giorni. Mi chiedo quanto ci influenzino, quando poi ci rapportiamo alla realtà.

Perché pochi di noi vogliono indossare i capi Forrester. Neanche i camici, sperem.

Un giovane da Darkness

Uno dei segni di vecchiaia si registra quando ti intestardisci a seguire gruppi storici, bocciando ogni traccia di nuovo.

Impaurita da questi evidenti sintomi, mi sono applicata a plasmare orecchie e cuore sui nuovi gruppi, soprattutto in ambito rock.  A parte il caso per me imbarazzante dei Tokio hotel (sapete che mi piace The dark side of Sun, ciascuno ha i propri guai), qualche anno fa ho cominciato ad accogliere i Darkness. Poi vicissitudini varie e quando li ho ritrovati, l'entusiasmo era sbiadito.

Tuttavia, reputo "permission to land" uno dei migliori cd degli ultimi 10 anni. Ehm, è del 2003, vedo. Abbastanza per farmi sentire una fanciulla?


Buu a chi (i bambini ci guardano)

Mi ha fermato un tifoso infuriato e ha ragione. Però, come dicono i Soliti idioti, "non - solo - per la ragione che dici te".

Si tratta del solito buu al giocatore avversario di colore. Sulla multa possiamo stare a discutere, perché osservava un altro tifoso, se tu urli "pallidone di menta" non risulta che scattino sanzioni, va bene.

Anche a me è spiaciuto vedere signori coi capelli bianchi gridare cose stupide: non puoi neanche giustificarli con storie tipo "sono ragazzate" .

No, non sono ragazzate. Peggio, tra i piccoli tifosi che stanno tifando la nostra squadra ce ne sono di ogni colore.  Chi urla buu ha davanti anche i bambini. Ferisce loro, e infligge un colpo a un'armonia tra bimbi di culture diverse, che noi ci sogniamo.

Non è questione di apparenze da rispettare, ma di una realtà che forse è meglio accettare. Chi urla questo, lo fa nei confronti del proprio figlio, del proprio nipotino. Di se stesso.

La coperta invernale

Bianca, solo bianca non può essere. Allora la curiosità di un acero mi appaga: lo guardo sciogliere la sua rossa chioma e intingerla nella neve.

Va già meglio... Eppure non è finita. Il vento sospinge altri sguardi di alberi, e aghi di pino si conficcano con morbidezza. Foglie gialle li rincorrono, tirando i capelli a ciuffi testardi di erba.

Più veloce di un pittore, il tempo ha preparato la copertina invernale.

Largo, Charlie's Angels

Approfitto del compleanno di Kate Jackson. Bella senza esagerare, elegante, efficace. Un sacco di "e", a unire ciò che la natura le ha dato in armonia.

Compie gli anni questo angelo di Charlie, e probabilmente è meno grintosa di prima. Bruna, quel che basta, magra quel basta, scattante quel che basta: così era. Adesso? Che cosa importerà mai?

Lei resta un Angelo di Charlie e vorrei avere un quarto della sua grinta. In certi momenti, anche la sua pistola, borbotta Arguta Paffuta.

Dai, Paffy, noi che siamo pacifiche. Non so perché, ma in questo momento sono felice che Arguta non abbia la pistola: sarà il bagliore nei suoi occhi?

domenica 28 ottobre 2012

Una notte per New York

Una notte a New York, tra luci domate e timori, il sogno che deve rallentare per fuggire dall'incubo.

Ti tengo stretta, mentre affronti i tuoi fantasmi; ripenso alle tue splendide sfumature che si rincorrono più veloci delle auto in coda. Ai Viali che si spalancano in respiri profondi.

Calma... Tutto passerà. E ti terrò stretta, come prima.

Notte, dolce mela, città più tenera di quanto vuoi mostrare.

Domani e oggi

Domani mi armerò di pazienza di fronte ai furbetti, ai noiosi e a chi non si fa gli affari propri. Diciamo domani... O settimana prossima.

Oggi ho altro da fare e francamente me ne infischio. Sarà colpa della neve, che mi riporta alle mie orme e non mi illude che il mondo sia un giardino intonso.


Il mio mister è diverso

Lo stadio è come la casa, mi si scioglie presto il cuore. Inseguo anch'io la palla, mentre ci aggiorniamo sulle novità dei nostri familiari.

Che bello che il Luca venga lì a condividere la ripresa, che Wilma mi riservi sempre il posto speciale, che spunti il viso solare della Pamy, e tanti altri incontri.

Ma il meglio è il nostro mister. Il Baffo che oggi non è rimasto ai popolari scoperti ma è dimasto tra noi ai coperti, aggrappato alla balaustra per gridare le istruzioni precise in campo. Bonfanti, sali! Dario, mancano 5 minuti. Arriva anche un richiamo ufficiale a un avversario un po' troppo teatrale nel crollare a terra: resta lì che domani raccolgono l'umido!

Il mio mister è diverso.  E gli voglio bene.

Matti o tristi

Oggi nel mio vano non riflettere, ho trovato un luogo dove arrendermi, in un film. Già, la vituperata tv. Sequenze appassionanti su Basaglia e sulle persone con disagio psichico. Giusta la stupida e moderna espressione?

C'è un passaggio meraviglioso in cui gli abitanti del quartiere non vogliono convivere con il nuovo centro di salute mentale. Hanno paura, dicono, dei matti. Allora si alza una ragazza e racconta la propria storia, di persona che da triste passa per matta. Avete paura di me? Scorrono altri personaggi meno dolci di lei, ma così autentici e graffianti. Potessero lacerare le nostre convinzioni.

Penso a persone che conosco, che non sono matte, ma fanno fatica a vivere su questi schermi brillanti. Che rinchiudono in sé il proprio dolore. Alle loro famiglie.

Penso, finché vorrei non pensare più. Chi è così sano da poter escludere di essere o diventare matto. E chi è così insano da pensare che sia merito suo se il mondo non lo giudica tale?

Il fiore nel tappeto bianco

Il pregio di essere un fiore in mezzo alla neve, anzi i pregi. Primo, in quel tappeto bianco spicchi con un certo orgoglio che vorrebbe anche invitare a rispettare il tuo essere peculiare, il tuo aver bisogno di temperature diverse e colori meno assillanti.

Secondo, quel freddo mette in fuga i tiepidi e ti godi in fondo un bel calduccio, che consiste nello scavare nel calore della terra, senza farti notare, e assaporare ciò che puoi.

Terzo, hai il respiro rarefatto del tempo e non butti via neanche un istante.

Un fiore nel tappeto bianco, scopre di sapere quando tacere, quando parlare.

Dopo di lui il lago per sempre

La mattina in cui lui se n'è andato, splendeva un sole fuori tempo. Tu hai capito e sei stata più zitta del solito.

Non c'era più lui che ti faceva gli scherzi, scherzi che accettavi volentieri perché preludio a coccole e parole tenere.

Quella mattina, tu hai capito più di tanti altri e hai taciuto per davvero. Poi hai imparato a parlare per consolarci e hai sbirciato negli anni curiosa quel lago che lui amava. Guarda, il lago è sempre di fronte a te.

Il mondo non sta in una vasca

Manadou, che verità. Il mondo non sta in una vasca. Non sta nemmeno in un locale di pochi metri o immenso come una reggia.

Non sta in un prato, anche se infiniti ti sembrano i fili d'erba: c'è Chi li può contare.

Il mondo è aria senza confini, che scava e libera ogni energia.

Una vasca, un locale, un prato, un sospiro. In tutto questo,  il mondo non sta.

Troppo facile il sorriso, Julia

Troppo facile dire che di Julia Roberts invidio il sorriso. Anzi, quella risata un po' di traverso che lancia da Pretty Woman in poi.

Il sorriso, già. E l'altezza. E quello sguardo diretto, quel suo gettare indietro la testa, quel suo essere irregolarmente perfetta in ogni circostanza. Ha tutto più di me, persino un sonoro anno.

Per questo mi inchino e le faccio gli auguri di compleanno.

sabato 27 ottobre 2012

Se non ti ho portato al mare

Perdonami se non ti ho mai portato al mare, se ti consegno alla terra, se ho la testa persa nel cielo che non mi appartiene.

Perdonami se i miei piedi sprofondano nel muschio, e non nelle onde che desideravi. Se l'acqua mi ha sempre saputo incutere tumore.

Perdonami le sgridate, le carezze a sorpresa che ti spaventavano, o se ho sempre pensato che andava tutto bene.

Facciamo così, andiamo al mare. Chiudiamo gli occhi, e siamo già lì. L'aria è irresistibile e anche tu esiti, a caccia di un soffio più dolce dell'acqua.

E dolce notte a te.

Chi è più folle del vento

Chi è più folle del vento? Il cielo che si limita a guardarlo, con quel fare disinteressato. Della serie, non mi tange, e intanto scaglia lampi e raggi con uguale disattenzione.

La terra che non trattiene la polvere, come a voler diventare aria.

Forse chi si ostina ad accendere luci, mentre si offre all'oscurità.

Oppure io, che mi ostino a chiamare un esserino che non risponde e che forse dorme.

chi è più folle del vento, se non l'umanità intera?

Non importa

Sì, scorre via tutto. Ma non importa. Infuriano freddo e vento. Ma non importa, ascolta il calore dentro di te. Viene dal mio pensiero sempre in viaggio verso di te.

Sei la mia Luce, e io una piccola ricarica. Come il cerchio perfetto di cui sognavamo prima.

Soffri, e così io, ma non importa, credimi perché sono già con te.

Buona serata.

Sbattere via il cielo

Il buco nell'anima arriva per poco, o per quello che altri possono ritenere poco. Viene da una nuvola più fredda, da una bestiola che era tanto umana e adesso chissà dove dorme, da una persona cara che non si può coccolare abbastanza per lenirne il dolore.

Che cavolata ascoltare le canzoni più tristi degli Aerosmith. Il buco nell'anima, quante volte ti afferra. Quanti angeli caduti, hai solo sfiorato. Quanti misteri ti trafiggono. Eppure c'è un cerchio pieno, qualcosa che torna sempre, specialmente quando te ne accorgi. Bisogna raccontarselo, forse.

Don't piss heaven off, you got hell to pay. Non sbattere via il cielo, che dobbiamo pagare l'inferno. E con quel pensiero fisso: dove vanno a finire gli angeli caduti? Forse ha ragione Steven Tyler. Continuano a cadere.

L'assistente

La chiamiamo così e lei sorride. Lei confessa che non mi chiama Malu, ma le piace di più Marilù. Va bene, è più in voga allo stadio e quindi mi piace.

L'ammiro, perché ben assiste e quindi è fondamentale. Sono sicura che il nostro comune amico annuisce. Lei è così garbata e ogni passo ha il silenzio di chi non vuole farsi notare, perché non ne ha bisogno. Vive del dare occhiate premurose agli altri: non esiste qualcuno più prezioso di lei.

La spina e il televisore

Devo rimettere la spina del televisore. L'ho detto ieri a pranzo e mi hanno guardata in modo strano.

Va be', dovevo fare dei lavori e ho tolto le spine. Solo che lo stereo è tornato al suo posto, il televisore no. Nessuno si è lamentato (anche perché le partite di calcio meglio ignorarle, ehm), e io ogni sera sospiro: cribbio, devo rimettere a posto quella spina. Poi: lo faccio domani, tanto non guardo niente oggi.

I pochi sprazzi di tv, da mia madre. Ma tanto lì non sento niente, vedo solo immagini: lei commenta ogni istante. Quindi la mia attenzione allo schermo è sotto zero.

La spina mi guarda malinconica anche questa mattina, ma io la placo: aspetta... E spera?

Il bimbo ritrovato

Il piccolo non è stato ucciso, il piccolo è ritrovato. Leggo questa storia in Siria, con una commozione irresistibile.

Un bimbo per il quale la parola speranza ha un senso. Ha un corpo. Il profumo di un abbraccio.

Il bimbo ritrovato, stretto forte da suo padre, con la luce di chi può ricominciare davvero. Anche se ha già tutto, ha i suoi figli. E persino il conflitto, il disastro, l'indifferenza sembrano finire su uno sfondo minore.

Bimbo ritrovato, ti abbraccio anch'io.

Gianni Nazzaro, perdono

Confesso che in questo momento non mi viene in mente un titolo. Ma il volto sì, anche la voce. Ci sono cantanti bravi e famosi, dei quali ci sfugge una canzone, ma che abbiamo infilato come in un album della nostra vita.

Così chiedono perdono a Gianni Nazzaro. Non è distacco, anzi mi è molto familiare. Ma  la mia amica Contessa o il mio amico preparatissimo, forse, mi sapranno citare un titolo sul colpo.

Intanto leggo che "perdere l'amore" doveva cantarla lui. Invece, guarda un po'...

Che strani, i treni della vita che passano quando vogliono. O quando vogliamo?

Intanto, auguri di cuore.

venerdì 26 ottobre 2012

Nuvolacci nuvolini

Squisite presenze alla porta della mia finestra: morbidi e grigi, cercano di entrare. Ma scherzate, avete visto quanto avete da fare là fuori?

Nuvolacci nuvolini, coprite un po' di dubbi e pigrizia, che dobbiamo andare a disfare il mondo. O anche solo a tirargli un po' le orecchie, per ridere e per amarlo.

Buona giornata, tra le nuvole.

Piove sulle strade di Parigi

Piove sulle strade di Parigi, e batte la luce dove il volto si nasconde. Se avessi le ali, però, non volerei sulla Tour Eiffel.

Piuttosto, mi rifugerei su una finestra di una soffitta. Mansarda, dicono loro, ok. Starei lì come un uccellino smarrito, e in realtà ben consapevole del suo desiderio. Lambire calore e luce, prima di riposarsi un poco.

E anche se non mi sveglierà il sole, ma una pioggia insistente, sarà più luminosa.

Dolce notte, dolce risveglio.

Vicinissima

Sto chiudendo questa settimana, ultimo sforzo. Mi sforzo pure di non fare il conto delle delusioni inferte. Il tempo, soprattutto. Vai a raccontare a chi ami che il tempo non esiste, lo afferma anche la Kabbalah.

Oggi ho stampato di fronte a me l'elenco di chi ho trascurato. A casa, tra gli amici, forse una persona che aveva bisogno di essere ascoltata un po' di più.

Ecco, ricomincerò. Ci proverò. Vorrei gridare ad alcune persone in particolare che sono vicinissima, anche se lo sanno.

Stasera ho mancato con tanti. Ma quelli che vanno in rete sono loro, i miei moschettieri. Mi voglio addormentare pensando: uno per tutti, tutti per uno.

e un sogno c'è già... ecco che si sta scrivendo da solo. Tra poco.

Stanca da ballare

Non ho sbagliato, Arguta: ho pure tolto le lenti progressive dopo un giorno infernale. Non sono stanca di ballare, perché nemmeno ho cominciato, o testona.

Sono così stanca da ballare, piuttosto Ho trascorso ore concentrata, o ci ho provato. Ho avuto una bella serata in cui ho imparato tanto, tra giovani e meno giovani.

E adesso sono così stanca che vorrei ballare. Liberare i muscoli e i pensieri, fletterli in qualche modo. Non importa come, non importa nemmeno se lo farò.

E' questa sensazione, magica, che mi avvolge, a solleticarmi.

Guasciatu noi siamo

Guasciatu. Le guance mi si gonfiano, la mente viaggia in espansione pure lei, lo stomaco in fibrillazione.

Guasciatu. Capite che bello il dialetto, trasmesso da Pà Carloeu? Ingordo, non è la stessa cosa. Scorpaccione, mangione, traduce lui...

Ma guasciatu... Tutta un'altra storia, un altro desiderare.

Chisse (auguri auguri)

Chi se ne frega dei compleanno oggi, non li guardo nemmeno i vip. Oggi ne ho due speciali.

Uno è quello della mia sorellina. Forse anche oggi fingerà di essere imbronciata per il cielo britannico, ma sono certa che si riuscirà a strapparle un sorriso. Mi manchi, vorrei dirle e forse dovrei proprio farlo. Invece, lo scrivo qui, così non lo vede nessuno.

L'altro compleanno è di una persona straordinaria che non conosco da una vita come lei. Ma è stato un bell'incontro, che mi ha riconciliato con la sanità in un momento di svolta, anni fa. Un uomo che indossa il camice con professionalità e gentilezza. Che assiste persone, non malati. E che qualche mese fa, dopo un addio, ho visto con una lacrima agli occhi prima ancora che affiorasse a me.

Auguri, Amici.

giovedì 25 ottobre 2012

tutti vicini

Adesso metto da parte Arguta e penso alla Calabria, terra meravigliosa che vorrei scoprire. Una ferita anche lì, e speriamo che non se ne creino altre. Prego per quell'anima portata via e per tutti quelli che soffrono in queste ore di tribolazione.

Che terra folle la nostra, quasi quanto noi. Siamo al sicuro solo se siamo tutti vicini.

Una tranquilla giornata di paura

Siete pronti? Beati voi. Io raduno le mie cosette, vediamo cosa c'è qui. Un terremoto, ecco. Un'esplosione, voilà. Cos'altro si abbatterà bene non lo so. Sicuramente proteste e sconforto per fatti vani, perché quelle che non mancano mai qui

La missione più difficile la riservo in fondo, perché bisogna portare speranza senza essere fasulli.

Arguta, scostati che parto per una tranquilla giornata di paura.

buondì

La notte che passa

Scherziamo se si può, e inseguiamo una stella monella. A volte siamo sinceri, altre nascondiamo un magone... Ma no, siamo ugualmente sinceri.

Perché scherzando gridiamo il nostro amore per tutti. Per chi è al nostro fianco, per chi non c'è, per la vita balorda e irresistibile.


La notte che passa, ma non noi che in un modo o nell'altro ci teniamo per mano.

La prof di francese da 25 anni

Questa mattina l' ho vista al mercato. Può essere? Era come 25 anni fa, stessa pettinatura, uguali abiti e aria elegante.

A noi, ci perdoni, 25 anni fa sembrava un'anziana signora e la facevamo disperare, sforzandoci di distrarci. E dire che quella letteratura era un fiume di delizie.

Ma la prof di francese l'ho vista, e chissà se è stato un sogno. Sembrava in procinto di andare a scuola, oui.

Nei panni di Rossella O'Hara

Nei panni di Rossella O'Hara, chi ci entra? Non è (solo) questione di linea o di vitino da vespa. Rossella O'Hara  e Vivien Leigh non si diventa. Non si possono vestire tessuti di sogno e di disperazione, senza strapparli.

Non si può mandare al diavolo il mondo intero e richiudersi in se stessi, non sul serio. Bisogna lanciare strane esclamazioni e interrogarsi poco o troppo, a seconda se si è Rossella o Vivien.

In quei panni, non si può entrare, se non nella mente.

Lazio a chi

Una giornata difficile e ronza ancora una mosca. Zzzzz. Perché sento riecheggiare - di nuovo - la parola Lazio?

Da un amico la sopporto. Dal collega improvvisamente biancoceleste mica tanto. Ma che cosa c'è alla tv? Perché questo accanimento poco terapeutico?

Amico, lo sopporto solo da te. Vedi che quando rompiamo la tregua del silenzio sull'argomento, poi si creano tensioni. Come quando qualche ora fa mi dicesti: quando abbiamo vinto lo scudetto...

E io: avete vinto uno scudetto?!

Perdono...

Inutile dirlo (autoflagellazione)

Sottofondo cosmico, un tg. Due servizi nel giro di pochi minuti contengono l'espressione folgorante: inutile dirlo.

Graffiata di chitarra, in me irrompe l'autoflagellazione giornal-rock. Ma se è inutile dirlo, perché lo diciamo? Prima persona plurale, perché sì, sono convinto di averlo scritto in qualche angolo. Ma non lo trovo, perché la sorte è perfida con chi si vuole correggere.

Così lo scoverò domani, da qualche parte. Allora per sicurezza lo scrivo qui: inutile dirlo.

Disperata ma non seria

Avete presente la canzone dei mitici Adam and The Ants? Be' avete in mente Adam and The Ants? Se sì, siete verosimilmente della mia generazione. Se la risposta è no e appartenete ad altra era, beati voi. Forse.

Io mi ricordo tutte le sue canzoni e a chi mi dice, facile sono poche, mostro i dentini. Quella che mi canta Arguta Paffuta, quando le cose apparentemente si mettono malino è una ricarica, pure gratis.

Situazione disperata? Sì, ma non seria. E ci ridiamo su.

Desperate but not serious

Il wrestling di Atsushi

Papà, che cosa stai guardando? Il mio rapporto controverso con il wrestling - catch, allora - iniziò così. Vedevo papà interessarsi e ridere di fronte a uno strano sport. Sport, spettacolo, chiamatelo come volete.

Anche se ho eletto a mio prediletto Undertaker, mi ricordo i personaggi di quei primi passi. Il gigante buono, il mitico Hulk e anche un volto giapponese. Atsushi Onita, che oggi - ho letto - è passato dal ring al Parlamento. Se fosse anche nel nostro... mmm, che richieste tentatrici avrei.

Buon compleanno.

Mutrignòn risanatore

Quanti volti scuri, quanti "musi" di cui ci rivestiamo. Studio un modo per sconfiggere la tentazione di oscurarmi, specialmente all'inizio della giornata, che dovrebbe essere la parte più radioso.

Allora, vado dal mio Pà Carloeu che mi insegna un termine nel mio dialetto. Mutrignòn. Significa tronfio e disdegnoso. Va bene da mormorare, quando siamo portati a uscire con questa faccia detestabile che sembra gridare: largo, che state tutti sulle castagnette a sua maestà.

'dem, mutrignòn. E viene da ridere. Di se stessi.

Buona giornata, risanata da un sorriso.

Don Orione e l'Avanti

Adoro sfogliare il libro di padre Cremona sui santi. Oggi c'è don Orione. Un volto, una storia ed emozioni di bene contagiose, se volessimo. Ma mi piace molto questo episodio raccontato dall'autore.

Un ragazzo imbronciato sul treno, e don Orione gli chiede se voglia leggere qualcosa. La risposta, provocatoria: io leggo solo l'Avanti. E il sacerdote scende dal treno, va in edicola e lo compra per il ragazzo. Quel ragazzo si chiamava Ignazio Silone e non dimenticò più don Orione.

Anch'io, voglio ricordarmelo.

mercoledì 24 ottobre 2012

La notte che si ritira

Buona notte, chiudendo gli occhi, ritirandosi dalla scena ed entrando su un altro palcoscenico. Bagliori buoni che preparano il terreno ai sogni, discorsi che si smorzano come canzoni.

Ci ritiriamo, per varcare la soglia di un universo esplorabile da cui ci separeremo, con una sorta di nostalgia. che siano sogni, forse persino incubi, ma interromperli è come lasciare a metà un'emozione, senza sapere dove andare.

Eppure avverrà... Anche la notte, allora, si ritira.

Per ora, buona notte, tra bagliori buoni.

Dolce tensione

Una dolce tensione, quella di un fiore fuori stagione, che cerca di scoprire dove finisce il cielo, come può. Un germoglio che non si lascia incantare, ma riscaldare sì e pensa, se salirò ancora un pochino, nessuno mi fermerà. Una tensione irresistibile, che niente e nessuno può placare, se non un angelo. Un bocciolo forse fuori stagione, questi desideri compressi e stupendi che colorano la stagione mia, nostra.

Seratina con fungo e castagne

Seratina con fungo e castagne. E guai a chi parla di dieta. Perché, non è cibo povero questo? Con quello che costano le castagne, mi ha fatto notare un amico di Facebook. Ha ragione, ma le mie manine hanno raccolto da sole questi frutti che io adoro perché mi fanno tornare bambina.

Il loro profumo, ma prima ancora la loro vista. I ricci diffidenti, la loro arrendevolezza finale che spesso nasconde un'ultima cocciuta spina.

Sono piccola, piccolissima, e voglio divertirmi così. Sgranocchiando e ridendo, un po' sciocca ma felice.

buona serata, con un profumo bambino

Siamo uguali-diversi

Un incontro di lavoro mi porge tante riflessioni. Sulle persone che si incontrano ogni giorno o quasi, che si sfiorano solo nella loro umanità, perché concentrati sui rispettivi ruoli.

Ma se accade che si parla oltre quegli stessi ruoli, avvengono scoperte. Non sempre buone, ma oggi è stato così. Si scopre che siamo talmente distanti da trovarci in realtà vicini. Da avere un percorso in comune, come ideali e valori, e magari anche di sentirsi un pesce fuor d'acqua, talvolta, tra i vari luccichii.

Magari ci incontreremo ancora nella diversità, magari ci scontreremo, magari no. Ma dentro di noi potrà fiorire un sorriso. Anche perché di tutti gli aspetti che ci uniscono, uno è particolarmente speciale: avere avuto, avere ancora accanto a noi, un grande papà.

Buona serata agli uguali-diversi.

Domande o affermazioni (autoflagellazione)


La sferzata di Slash continua a farmi riflettere e ho rotto anche le scatole ad alcuni interlocutori,  per chiedermi: ma che domande facciamo, noi giornalisti?

Poi dicono che non serve a niente, la musica. Oggi mi metto in croce per la madre delle domande rivolte per confermare ciò che si pensa. Lo faccio anch’io e la mia missione – spero non impossibile – nei prossimi giorni è cercare di evitarla come la peste.

Mi riferisco a quando sforniamo una fantastica affermazione e per rivestirla di aria di domanda, ci appiccichiamo in fondo un bel “giusto?” o “no?” finale. Ah, se ci casco anch’io.

Mi sono ripromessa di spararmi nelle orecchie per castigo Paradise City 20 volte di seguito. Ma è un castigo?

Sopravvissuta a molto

Ripenso quasi stupita al fatto che sono sopravvissuta a molto in queste ore. All'aver concluso felicemente la non visione di Apprentice, perché di assomigliare a Briatore non mi importa, sorry. Ad aver perso ore di dibattiti tra pulitini dichiarati e non della politica, con tutto il contorno di sdegno costruito. Al traffico di nevrosi cosmica, che ho assorbito per cinque minuti e mi è bastato, incastrata tra una che voleva ficcarsi in un parcheggio e l'altro che non se ne voleva andare, incuranti del mondo in palpitante loro attesa attorno.

Ogni giorno, sopravviviamo a qualcosa. Non è gradevole anche questo? Buona giornata.

Il mio negozio chiude

Lei ha telefonato dicendo: chiudiamo tra pochi giorni. Su di corsa, perché non è possibile. Quel negozio è loro da una vita, è mio, è di tutti noi che abbiamo vissuto e siamo cresciuti lì.

Ierii ho avuto il coraggio di passarci, di fare le ultime spese, di abbracciare. Era come se mancasse l'aria. e in effetti mancherà. I pochi negozi fra le mie colline si sono congedati con un sorriso amaro, e adesso questo che era una casa, più che un negozio.

Ci rivediamo, ci risentiamo. Ma manca l'aria, io già lo so.

Acero in blu

Con che cosa ti vuoi unire, caro? Con un tuffo nell'aria più blu. Voglio rivestirmi e non mi importa se durerà poco, purché mi faccia sentire puro.

Allora qualcuno ha soffiato via le nubi e il sole ha abbracciato il mio acero e il suo piglio autunnale, finché il mare del cielo è sceso fino a lui. E anch'io ho sentito che tutto era Perfetto oltre le nubi.

martedì 23 ottobre 2012

Quella zampa grande e buona

E se ciascuno di noi dormisse così, come quel leonino tenero? Sopra un cuscino speciale, una zampa grande e buona che veglia sempre?

Quando scivoli, sa raccoglierti senza svegliarti. E quando si avvicina un pericolo, si posa sopra cacciandolo.

Fosse così, io saprei di chi sarebbe quella mano e le altre che la affiancano per proteggermi.

Notte, come un leoncino protetto.

L'ultima delicatezza

L'ultima delicatezza è tendersi verso il sole e ritrarsi, per lasciare il posto a me. Per un raggio gentile da gustare, un fiore da studiare senza stupidamente sfogliarlo.

L'ultima delicatezza ha un colore che si perde nel vento, ma in realtà si è già trovato in uno specchio timido.

L'ultima delicatezza è la prima, per te.


La mia coperta d'autunno

Calda fino al delirio, e morbida da impazzire dolcemente: questa mia coperta autunnale mi avvolge senza invadenza. Ha il profumo tardivo di primavera, un retrogusto di fumo zuccheroso e colori da cui attingere in qualsiasi giornata. Sa dissolvere la tristezza e rendere saggia la gioia. Una coperta, che non finisce mai, e cambia sempre, consapevole della tendenza dell'umano ad annoiarsi.

Ogni secondo conta

Sei cancellato, sei diventato un mostro per tanti, lo sei stato, non lo so e non mi importa. Non potrò mai saperlo, mi dico, come tante altre ombre rimarranno ricacciate sul fondo di ogni sport e dei suoi approfittatori.

C'è un mondo che punisce gli scienziati, e lascia liberi gli sciacalli. Come posso avere fiducia nello sport, che ormai non ha meno interessi?

Come posso pensare di cancellare anche il bene fatto per chi soffre?

Ogni secondo conta. Questo, non lo può cancellare nessuno, Lance.

Geografia e province

Sentito davvero, sul serio. Mi aggiro in un negozio e sento: con Monza? Ma se non so nemmeno dov'è.

Seconda stella a destra, sto per dirle. O sinistra, mi viene il dubbio?

La signora accanto peraltro precisa che a Varese non ci va mai. E a Milano? Alla fiera di Sant'Ambrogio, ammette.

Lo sapevo che non serviva un granché studiare la geografia, mi dico sommessamente. Tanto cambia sempre e non la conosce comunque nessuno.

Alzo la mano e propongo: io vorrei andare con Siena. Nessuno si scompone.

Ps: la mia preferenza è verissima.

Pelè e stop

Grazie a Marco che mi ricorda del compleanno, anzi del Compleanno. Il mio cuore brasiliano batte all'impazzata di fronte alla prospettiva di gridare auguri al Maestro.

Pelè, stella incontrastata nel mio cielo, e nemmeno per imprese condivise in tempo reale sul campo vista la mia tenera età. Pelè E' e basta. Le sue imprese raccontate dall'amico di papà, quando arrivava e ci diceva subito, spazzando via ogni tentazione di replica: i campioni siamo noi, campioni do mundo...

E io mi sedevo a sentire le vibrazioni di un calcio che era fantasia, sudore e tenacia. A scuola feci anche una tesina su "Fuga per la vittoria", principalmente perché ci recitava lui. E quando vuole rientrare in campo nonostante il corpo scosso dal dolore, quando compie quel capolavoro e lo stesso ufficiale tedesco deve applaudire... ragazzi sento i brividi anche mentre lo scrivo.

Certo, era un film. Ma Pelè è una leggenda e una realtà.

auguri, Calcio.

Siamo artisti

Mia mamma contempla un messaggio che le ho lasciato, un piccolo e grazioso promemoria. Grazioso, per me  e Arguta.

Lei scuote la testa: ma non puoi scrivere bene?

Per fortuna, Arguta Paffuta è dalla mia parte, per un giorno: "Siamo artiste, noi".

Forse non ho voglia

Forse non ho voglia di mettermi in discussione, anche oggi. Di rivedere tutto e di indossare il sorriso. Di riuscire a sbrigare tutto, con la sensazione di aver combinato poco o niente.

Forse potrò essere arrogante e scalare una parete verticale,verticalissima. Potrò nuotare attraverso l'oceano, nonostante la mia dichiarata incapacità. Forse raccoglierò fiori senza nuocere loro, e prenderò persino la birra giusta.

Forse non ho voglia di ricominciare, anche oggi. Il profumo del lago e delle castagne mi distraggono. Eppure sono qui e già mi chiedo chi sono.

lunedì 22 ottobre 2012

Stelle, eroi e ceneri

Una notte impastata così, di stelle, eroi e ceneri. Di dubbi che affiorano quando è tardi per fermarsi, e di gioie che si intingono inaspettate nella coperta luminosa.

Ci sono eroi che forse non lo sono mai stati, ma non per questo mi sembra più giusto trasformarli in ceneri. Stelle esaltate, e ora soffocate dalla cattiveria che nient'altro aspettava.

E speranza. Scie di speranza, che chissà da dove arrivano.

Tieni duro, eroe che forse eroe non sei mai stato. Perché sei e resti un uomo, e nessuno può strappare questo.

Notte, di stelle ed eroi, ricacciando le ceneri tra le lacrime.

Gatti rossi

Ho sempre avuto un debole per i gatti rossi. Ne vedo uno che domina la neve, le sue zampotte sicure che non conoscono la tentazione di scivolare. Mi ricordo quello nella casa di corte, la prozia lo chiamava e lui arrivava, mai di corsa.

Non pigro, bensì saggio nel calibrare le proprie comparse, per non stufare mai. Eppure era il re del cortile, bastava un tocco o un soffiare appena accennato.

Ho sempre amato i gatti rossi, re dei re, e le fiamme nelle notti della valle. I sogni che fanno le fusa, e la realtà che graffia.


Quelli che hanno guadagnato con Lance Armstrong

Va bene, strappiamogli tutti i titoli, additiamolo come l'uomo del male, scarichiamolo. Io osservo senza avere gli elementi, la forza né la volontà per giudicare, ma mi pongo un'unica domanda.

Tutti quelli che hanno guadagnato con Lance Armstrong, che si sono fatti belli con lui, che hanno portato a casa i loro bei redditi in vario modo, che cosa faranno?  Sicuramente restituiranno i quattrini incassati grazie a lui e li destineranno a varie, benevole cause.  Sicuramente si spoglieranno dei profitti di cui con lui si sono adornati.

Attendo fiduciosa che dopo aver scagliato tutte le pietre, si spoglino dei diamanti.

Cibo in foto, non è colpa mia

Ok amici in dieta, sono tentatrice e odiosa. Fra l'altro in questo gruppo "amici in dieta" ci sarei anch'io.

Ma a mia difesa voglio rivendicare questa dura realtà: non è colpa mia se tutti le fotografie in rete per quanto riguarda il cibo, mostrano delizie supercaloriche. Se non abbandonano zucchine, carote, insalate e via dicendo.

Chi sono io per oppormi a questa tendenza? La piccola Malu, che strumenti ha per ribellarsi?

Inoltre, se guardo le prelibatezze, almeno le mangio con gli occhi, no?

Ho sentito un no. Va bene, me ne vado. Insalata, vieni da me, perché con il cavolo (siete parenti) che avverrà il movimento contrario.

Che giorno speciale

Che giorno speciale, che morbide cifre, quel due ripetuto come amorevole conferma. E' nato il mio nonno Giannino, lo sapete. E' nato un amico speciale, grazie al quale ho fatto cose che io umana col tubo che ci arrivavo. E' nato il mio libro con Papà, che ha compiuto poi il suo viaggio.

Racchiudo queste coincidenze, o meglio le raccolgo come fiori soffici e profumati. E li porgo a chi compie gli anni, in cielo e in terra.

Autoflagellazione in salsa giornal-rock

Parigi trema per le raffiche di rock firmate Slash. I giornalisti di più. Mi espongo senza remore alla sua flagellazione, anzi passami la frusta.

Quesito del nostro amico chitarrista: ma perché i giornalisti mi fanno tutte le domande di cui conoscono la risposta? Potrei lanciarmi in una disquisizione psicologica: della serie, cerchiamo tutti rassicurazioni. Invece, forse è pigrizia; peggio ancora, arroganza. Ma il gusto della domanda, dello scoprire, è a rischio.

Mi sto flagellando, Slash, zitto. Quante volte l'avrò fatto anch'io. Adesso lasciami in pace che devo mettere a fuoco una domanda decente. Non dovrebbe essere impossibile per una che dopo anni di studi di filosofia è rimasta socratica. Forse.


PS. Dottore, se legge, anche lei mi ha cazziato per lo stesso motivo. Le ho rivolto una domanda di cui conoscevo già la risposta. Chiedo perdono, è un vizio.

domenica 21 ottobre 2012

La vera benzina

Il caffè e latte è un ottimo carburante, tanto più quando te lo trovi preparato e ammiccante nella tazza. Un cd dei Def Leppard come contorno, si impossessa della mente, liberandola dalle pesantezze delle ultime ore. Le mani aggrediscono la tastiera, poi si rilassano.

E' una giornata in cui fare una montagna di cose, ma mi rifiuto di stilare una lista su un foglio con la certezza che lo dimenticherò a casa. Sarà l'istinto a dettare le priorità.

La macchina si mette in moto, ma la benzina sei tu.

Buona giornata


Sonnellino sotto la barca

Visto che parlare di sonno è eccessivo, con le poche ore in programma, voglio concedermi un sonnellino. E ci vuole un posto adeguato.

Penso a una spiaggia, a una barca. Forse negli ultimi tepori di Ischia, forse nelle punture fresche di Skye. Ascoltando il frastuono del mare inquieto o il sospiro appena accennato del lago. Che differenza fa.

Non voglio andare al largo, ma mi fermo sulla spiaggia. La barca, come una coperta variopinta, per nascondermi alle stelle, troppo belle per me.

Un sonnellino, nell'umidità profumata.

Notte.

Obiettivi minimi

La domenica del villaggio, Leopardi mi spiace. Naturalmente la vita prima è sofferenza, quindi la mia Roma deve andare sotto, e di brutto.

Ma sapete qual è il bello per me di questa serata da brivido? Non il risultato in sé (Arguta, non è vero che mi sta crescendo il naso), o il rientro di De Rossi (Arguta, l'ho sempre avuto grossino, piantala), e nemmeno il primo gol del capitano (Arguta, non mettere il naso negli affari miei se tu ce l'hai tanto piccolo).

Mi porto a dormire la risposta di Zeman a Biaggi. Domanda un po' da giornalista, scusa Max, comunque: quali obiettivi minimi si pone?

Credo che Zeman abbia mosso a malapena un sopracciglio. Poi ha detto che obiettivi minimi non se ne pone. E' contro natura, su. Un obiettivo è massimo e si naviga da lì a sotto...

Ora il mio obiettivo minimo è riposare un poco. Ma domani non ne voglio avere. Su l'asticella. Al limite, Arguta, prendo dentro con il naso.

Notte.

Pose o fremiti

Ci ascoltiamo, in tanti modi. Anche con l'audio esteriore spento, ci troviamo a scambiare informazioni preziose. Sensazioni, che si nutrono di un dialogo muto.

Tozzi le chiamava pose, "che hanno preso il posto delle frasi". Io forse li definisco fremiti, che riescono a raggiungerci e cogliere la nostra attenzione. Frammenti di sintonia, che si uniscono e ci dominano.

Pose. Fremiti. Parole, basta.

Buona serata.

Il mio piccolo Amico

Quando ho dubbi o graffi di pessismismo, quando piove dentro e quando sbuffo semplicemente, penso al mio piccolo Amico.

Penso a quanto è grande, giorno dopo giorno, e tra un po' dovrò alzare lo sguardo o adottare tacchi più consistente. Ma in fondo, lo faccio già. Perché spesso ha pensieri così da grande, e gesti così teneramente adulti, che mi sento piccina io.

Questo strano mondo

Questo strano mondo in cui tanti si rincorrono, pochi si cercano, ha il fiatone eppure conserva il suo fascino.

Che sia dorato da un sorriso o da un sole incerto, poco importa. Mi ispira emozioni e pensieri, come il primo giorno. Forse persino di più, perché in questo strano mondo ci sei tu.

buona domenica

Superfogli

Canticchiando "ed è malinconia", guasto un po' il suo compleanno, ne sono consapevole. Ma Riccardo Fogli è a un traguardo speciale, quello dei 65.

Un ex ragazzo che ha fatto sognare persino una cocker (qui ci sta, tengo le orecchie basse) come me, nelle rare incursioni nella musica pacifica di quegli anni. Quante volte mando giù una rottura di scatole, mormorandomi di fregarmene perché sono "Storie di tutti i giorni".

auguri, Superfogli!

Miglia di dolci terre

L'oblio in mille modi, leciti e non concessi, strappati e subiti. Voglia di sognare a ogni costo miglia di dolci terre ambite. E acque morbide, che si beffano delle certezze umane, imprigionando un vecchio marinaio.

Mi trascinano i versi di Samuel Taylor Coleridge, e sono grata a ogni parola che danza. Così rivolgo a questo poeta tormentato un dolce augurio in cielo.

sabato 20 ottobre 2012

Rocker deliziosi, dormo tranquilla

Slash ormai è sboccatissimo, ma Rick Allen è un signore. E sono doppiamente felice, presto vi spiegherò perché.

questa sera tutti ad augurare un buon weekend al batterista dei Def Leppard. E a me è sfuggito un augurio doppio: di essere felice, sempre, perché lo adoro, ed è il migliore.

Lui ha ritwittato, con un sorriso. Perché è un signore.

Slash, basta con quel "f...". Ma no vai avanti. Rocker deliziosi, in modi così diversi.

Ora posso dormire tranquilla.

Cronaca di un fallimento

Questa mattina, grazie all'invito del caro Davide, ho partecipato a un convegno interessante. Che mi ha dato un'iniezione di fiducia e simpatia.

Un collega che mi ha fatto piacere rivedere, certo. E un clima costruttivo, anche perché le donne quando si mettono in testa di fare qualcosa di buono, ci riescono alla grande.

Purtroppo il tema era conciliare lavoro e famiglia. Quando ho accennato a casa, mi hanno affibbiato una bella risata preventiva. Affettuosa, eh, però intanto me l'hanno tirata.

Allora ho deciso di aprire il mio intervento con il titolo già fatto per me: "Cronaca di un fallimento".

Ecco.

Pazzia e concerto

Com'è andato il concerto? Chiudo gli occhi e risento la tua domanda. Come ascolto la tua cassetta. Sì allora si usavano le cassette, e quella l'avevi confezionata con la cura delle altre, eppure riveste un significato speciale.

Stasera ho bisogno di una canzone strana e avvincente, così mi avvolgo in "Crazy". Aerosmith rules. Il concerto è andato bene e ci siamo scatenati;, ti racconto con me c'è anche un'Amica cara, che oggi ricorda con me. Sono trascorsi, bruciati, suonati, anni, e io ascolto ancora la tua cassetta.

Forse ti unisci anche tu, dal cielo, fratello mio. Forse ti ho deluso e me la lasci cantare da sola. Ma poi sei troppo buono, e mi concedi un sorriso. Quel profumo, lo sento ancora, mentre "Crazy" sta sfumando. E ora è Amazing. Again and again.

Notte, lassù.

L'aria e l'acqua di Lourdes

Sento dell'alluvione a Lourdes, mentre uno sguardo alla tv, allo sceneggiato su Bernadette, mi riporta un'altra pioggia, di emozioni e pensieri.

La sua storia non mi porta una commozione istintiva, effimera, ma un solco in cui scorrono emozioni più profonde. Torno lì, ogni volta. A quei giorni bizzarri, in cui arrivai a pregare e ringraziare, e mi infastidii moltissimo perché fui colpita da un banale raffreddore. La prima sera chiusa in albergo, con un tentativo di febbre, e le fiamme delle fiaccole così lontane.

Una piccola sofferenza, con cui sforzarmi di camminare in quei luoghi comunque. Un banale star male, in cui lo sguardo conduceva a chi soffriva davvero nel corpo e chissà. Una piccola amica, conosciuta il primo giorno, che non mi lasciava mai sola. Anche lì, fastidio iniziale di chi voleva stare in solitudine a pregare. E riuscì farlo solo una mattina all'alba.

non c'era nulla, quel giorno, se non un vuoto dolcissimo in cui vibravano luci e voci. Non so se fu il momento più vero, oppure il più autentico fu quando dovetti compiere gesti "per forza".

Per forza, come se fossero contro me stessa, mentre me stessa ritrovavo.

Tutto questo e molto di più scorre in me, quando la piccola anarchica mette da parte tentazioni rabbiose e si accoccola ai piedi di un sogno reale.

Sarò seria

Sarò seria, serissima. Ho anche la cura antisolletico, figurarsi se tremerò: l'ho appresa dalla Kabbalah e vorrei farla fiorire anche per altro.

Ma ci sono momenti in cui la tentazione di ridere è troppo forte. In cui sorridere è un fremito irresistibile dell'anima. Resisto resisto... E poi mi chiedo perché. In fondo, versare una risata per poco o niente è meno grave rispetto alle lacrime.

Sarò seria. Ah ah.

Buona sera.

Fame canaglia

Ho fame. Tremendamente fame. L'ottimo aperitivo al posto del pranzo si è rivelato una solenne fregatura per un'anima che non sa sottrarsi alle tentazioni. C'è un sogno che prende consistenza: un panzerotto. Giusto perché il doppio Cheeseburger è troppo lontano e non c'è tempo.

Ogni giorno individuo uno stratagemma per essere buona e obbedire ai diktat della coscienza, oltre che del buon senso. Sono riusciti a inserirne un po' la sera, così almeno non mi trovo ad accumulare pericolose calorie.

Ma il pomeriggio... il richiamo della foresta è irresistibile. Le foglioline sono fette di pane... i fiori boccioli di mortadella. Sì, c'è il fruttivendolo che potrebbe fermarmi. Ma ho preso una liana, come Tarzan. E finché non si spezza...

Bela faceva davvero paura

Bela faceva vera paura, e non aveva bisogno di parlare. Lo sguardo trafiggeva già, ombra di Dracula che si allungava sui passi di chi non credeva.

Sullo schermo, sul palco, dappertutto, Bela Lugosi non doveva che uscire dalla sua eleganza di routine e indossarne un'altra, di orrore.

Bela faceva davvero paura. E quelli di oggi sono vampiretti.

Auguri in cielo.

Ps: Alexander di True Blood so che mi stai leggendo, sai che tu sei escludo dai vampiretti di cui sopra.

venerdì 19 ottobre 2012

All'attacco olè

Vi sentite stanchi? Il sole è sorto, voi un po' meno? Le forze proprio non arrivano? Vorreste dire: il letto lo rifaccio io, giusto per tornarci e magari caderci addormentato per un poco?

Vi siete già rotti le scatole in tre minuti di confronti con il resto del mondo? State contando i giorni che vi separano al pomeriggio tardivo di Natale, il momento in cui, piatti a parte, potete riposarvi con ragionevole certezza?

Bene, è il momento di dire: all'attacco olè. Proprio il momento giusto

buona giornata

Ci sono

Ci sono, e tolgo l'io davanti. Perché se ci sono, è per te. E' per coloro ai quali appartengo, in molte e talvolta misteriose maniere, e per i quali vorrei fare tanto. Briciole invece porgo, e con lo sguardo cerco di mormorare ciò che non so dire.

Ci sono. Se il corpo si sta già nascondendo, l'anima è l'ultima a ritrarsi. E sa trovare altre vie per gridarvelo: ci sono. Con un millimetro di me, che grazie al vostro amore diventa una distesa infinita.

Arranco, mi perdo e ritorno. Ma ci sono.

Dovrò mica dormire?

Sistemato tutto, ascoltato mai abbastanza, meditato anche troppo, mi trovo al punto cruciale.

Dovrà mica dormire? dovrò mica tuffarmi nell'oblio? Ne ho desiderio e ne ho paura, come se avessi dimenticato qualcosa. No, ho scordato una marea di cose e domani affioreranno tutte.

Dovrò mica dormire? Ma siamo matti, e quante luci perderò?

Dovrò mica dormire? Temo proprio di sì, anzi lo voglio. Mi sto già rivoltando tra i pensieri.



Ritrovo non convenzionale

Questa sera passavo in uno stato di semiconsapevolezza davanti a un luogo oscuro, ed ecco spuntare un gruppo di motociclisti neri come la notte.

Per un attimo mi è tornato il flash o trip - chiamatelo come volete - del Rocky Horror e ho sperato che fosse un piccolo esercito di non convenzionali ospiti di Frank Furter. Pronti a sfrecciare nel cuore del buio e scuoterlo fino a farlo diventare alba.

Niente di così emozionante, oppure molto di più. La festa sa sempre quando iniziare.

Il wrestling pecorella

Contro i miei principi, le mie abitudini e il mio tempo ho acceso la tv. Girovagavo tra un canale e l'altro, dovendo subito fuggire. Tra film, fiction e austeri programmi di cronaca solo zampi di uccisioni, tentati stupri, misteri irrisolti che noi giornalisti più intelligenti degli altri dobbiamo finalmente portare a soluzione, si intende.

Finché ho avuto due miraggi. Uno, i Cesaroni. Mi sono soffermata, perché parlavano della Curva Sud e il mio sorriso si è tinto di giallorosso. Poi c'era il wrestling. Botte da orbi: la cosa meno violenta in tv che ho intravisto stasera. Pecorella bianca.

Notte notte.

Rincorrere prego

La sera rincorro spesso tutto. Specialmente l'attenzione che non dedico mai abbastanza. Devo ascoltare. Devo amare. Devo essere remissiva e propositiva. Questi due aggettivi li scrivo, perché non so cosa significhino precisamente, li ha vergati Arguta ridendo come una matta.

Rincorro tanti fili, che per fortuna nel buio assumono colori diversi e mi guidano. Forse qualcuno li illumina apposta, mi piace pensare.

Rincorro rincorro. Ma non dimagrisco di un grammo.

La mia prof di tedesco

Sono rincorsa dal ricordo della mia prof di tedesco. Non mi ricordo come si chiamasse e le chiedo idealmente perdono. Non era quella innamorata di Robert Redford, di cui rammento alla perfezione il cognome.

Di questa (che rimase un anno solo) no, mi sfugge il dato essenziale. Eppure forse non è così. Mi ricordo la distanza che c'era all'inizio, il suo scrutarmi, il mio annoiarmi da Gemelli insofferente. Eppure poi mi ha travolto la sua passione per quella lingua che amava, e che io amavo non di meno. Tant'è che a quel punto l'avrei studiato per sempre.

Lei un giorno non mi mise più alla prova, e io sbocciai felice di essere un fiore ribelle ma delicato. Come il tedesco, ne sono e ne rimarrò convinta.

Incomunicabilità senza speranze

Tra le persone che bussano, c'è sempre lui. Quello che non capisce ciò che fai e, a dire il vero, non gliene frega neanche molto perché è concentrato su ciò che preme a lui. E metaforicamente potremmo tradurla così.

- Ciao, come stai? Volevo un filetto e uno spezzatino
- Io non faccio il macellaio, ho un negozio di frutta e verdura
- Ah che bello
- se vuoi ti do il numero del macellaio
- Grazie che carina

Passa un giorno e ti arriva un messaggio: più tardi allora passo da te per lo spezzatino.

Vorrei averne gli attrezzi, caro. Davvero (avverbio non necessario ma cautelativo).

Anche Veronica ride

Anche i ricchi piangono, vi ricordate? Ci ha rinfrescato le idee e ci ha condotto nel magico mondo delle telenovelas.

Veronica Castro, occhi brillanti in un mare oscuro. Abbiamo scoperto che comunque vada, in Sudamerica si piange. Eppure proprio per questo si può sorridere.

Auguri a Veronica Castro.

giovedì 18 ottobre 2012

Cinguettano in barba

Sto scrivendo, sistemando, mangiando, vestendomi. Mille azioni insieme, prima di schizzare via.

Eppure loro cinguettano. Sono lì, apparentemente immobili, un fremito solo della coda, il becco che si apre, il crapino che si gira.

Immersi nell'autunno, ancora cinguettano con garbo. Cinguettano in barba alla velocità che cerco di imprimermi, in barba al frescolino che si annida, in barba al disfattismo, in barba a chi pensa di saperne di più.

Bona giornata, con gli uccellini che cinguettano, in barba a tutto.

Senti il calore della notte

Si è ritirato anche l'autunno, un po' spaesato. Nonostante la detestabile cornice televisiva, risento la brezza di Lourdes.

Tu mi pensi, lo so. E una luce strana cerca di curiosare tra i miei sogni, per metterli in ordine.


Senti il calore della notte, su questa pelle che è mia, che è tua.

L'autunno si è ritirato, e quando tornerà ne sarà contagiato.

Fra i rocker ci si intende, yeah

La balancia si sta assestando, i vecchietti passano la palla ai relativamente giovani.  Ora sto bene e posso affrontare ore e giorni travolgenti.

Steven Tyler finge sempre il broncio contro i suoi coscritti Kiss (a essere fiscali, lui ha pure qualche annetto in più di Paul Stanley), ma si commuove e retwitta il messaggio di un soldato in congedo. 

Ahi, cos'è torniamo buoni, anzi diciamo pure rammolliti, ragazzi? No, con il soldato si può fare.

Ci pensa Slash, che avevo bastonato per un attacco di buonismo, a rimettere le cose a posto. Con un gesto buono,  twitta gli auguri a Chuck Berry. Complimenti a non finire. Ma si inizia con un sonoro "fuck".

Ah ragazzi, così vi riconosco, e ascoltate pure mamma Malu. Tra rocker ci si intende, oh yeah. Anche se il pc si ostina a cambiare rocker in cocker.

Guazzabuglio e dissolvenza

Un bel guazzabuglio, ne sono consapevole. Oggi ho avuto un flash dei bei balli stile Rocky Horror Picture Show, quando avrei strappato il trucco a Tim Curry e l'arma letale a Riff Raff.

Dissolvenza. Arrivano i Guns e mi godo il più bell'assolo della storia. Sarò contestata, ma mentre sul volto scende la pioggia di November Rain, non ascolto nessuno. Solo la mia mente in viaggio.

Dissolvenza. Vorrei anche una città Paradiso, dove l'erba è verde, non da fumare. Ma qua e là fiori irresistibili sbirciano e quell'erba è una come una chioma infinita.

Dissolvenza. Un amico mi ricorda... Manchi come l'aria. Come il sale. Cos'è un cibo senza sale, un profumo senza consistenza.

Dissolvenza. Puoi toccare senza tatto, vedere senza occhi... Se lo chiede Gene Simmons.

Can you feel it? Dissolvenza. Strilla "Tommy" e la follia di essere diversi, senza averlo chiesto. Touch me.Feel me.

Forse, ci vorrebbe soltanto un bel sogno. Ma all'inizio del post non c'è qualcuno che raccomanda: non sognarlo, fallo?

buona notte guazzabuglio.

Un bravo ragazzo

Cara Malu, perché ricordare quel momento imbarazzante tra di noi? Non volevo darti dell'anziana, dai.

Ecco la lettera del meccanico triste per il post di cui sopra. No, tranquille girls, per ora la lettera non è arrivata. Ma voglio spezzare una lancia per questo bravo ragazzo. Non voleva darmi dell'anziana, ci credo. Il problema è che sto diventando ipersensibile su questo tema. E forse proprio per questo un po' anzianotta?

Buona serata, ragazze e ragazzi, sempre giovani.

La scrittura e la mazzata

Ho una pessima calligrafia, e quando avevo un anno ho chiesto a Babbo Natale: so che da grande avrò una scrittura terribile, puoi per favore inventare i computer?

Uno dei problemi cosmici è quello degli assegni, perché la cosa che scrivo peggio - penso, ci sono diverse versioni in proposito - è il fantastico mondo dei numeri. Allora generalmente li preparo prima con calma, detesto farlo in diretta. Difatti chiamo in officina, ma non mi sanno dire quant'è.

Mi rassegno a un prelievo, se non basterà la carta.
- Signora, ma poteva portare l'assegno
- Scrivo male
- Ma lo compilavo io. Lo faccio sempre con le signore anziane.

Scende il gelo tra di noi ed estraggo la carta di credito, grazie.

Ansia di comunicazione

Quando faccio la spesa, c'è sempre qualcuno che mi telefona. E alla domanda "Ti disturbo?", io rispondo con onestà intellettuale e visiva: sto facendo la spesa.

Uno su dieci dice: ti richiamo dopo. Il resto ondeggia con una conversazione che dura dal minuto ai cinque, intervellata: scusastareifacendolaspesaancheamecapita.

Come un sasso nello stagno, l'acqua torna normale. Finché mormoro dolente: sarei alla cassa ora.

A me capita spesso di telefonare a una persona cara in un orario in cui fa la spesa: devo dire, che lei è più fedele a questo compito di me. E se succede, le dico: ti richiamo dopo. Oppure lo fa lei.

Questa ansia di comunicazione - che è poi di parlare, perché a quanto pare si ascolta poco - mi mette l'ansia davvero. E al tizio alla cassa con me.

Mandrakediscoclub

Mandiamo in pensione la radio del Texas e graffiamo così questa mattina. Mandrakediscoclub è pronto a ballare almeno una canzone. E quando si scatena, tutti stanno ad ammirare questo gruppetto, prevalentemente femminile, sorry.

Ma quando il disco finisce, riponiamo i lustrini. Mandrake è bello, quando fa una rapida incursione. Mandrake is not forever: un'ora al giorno può bastare, girls.

Buona giornata e non siate sempre mandrake.

mercoledì 17 ottobre 2012

La lite sporca e cattiva continua

Leggo che Slash esulta per la vittoria di un premio da parte del grande Eddie Van Halen.

Nooo, siamo tornati buoni nel mondo del rock? Abbiamo smesso di spaccare le chitarre ancora una volta?

Per fortuna, Steven Tyler non ha intenzione di mollare l'osso, saremo tornati ai tempi di Sick as the dog. Su Twitter chiede scusa per aver definito i Kiss un fumetto, o meglio siccome Fonzia abita qui, precisa che voleva dirlo in senso buono. Embè, io in senso buono pensavo.

Però i fans dei Kiss in America devono avergli fatto un considerevole mazzo, e da quello che ho captato, aver sommerso il sito degli Aerosmith. Risultato ottenuto, un po' di attenzione... Ma Steven al buonismo non ci sta e deve rimarcare: Kiss my ass.

Ecco, la lite sporca e cattiva continua.

Il fuoco di Rita

Avere il fuoco di Rita Hayworth, che dai capelli corre al vento. Incendiare vite e la propria, senza farsi mai catturare.

Una farfalla meravigliosa, che attinge dal genio e dall'apparente nobiltà. Eppure non ha bisogno di alcuna scintilla, di alcun combustibile, il fuoco di Rita.

Auguri in cielo.

Se mi chiami balen

Forse la scrissero per te quella canzone, perché eri la mia certezza. Se ti sentissi ancora una volta dire "balen". Farmi posare la testa sulla tua spalla. Offrirmi una carezza ruvida e sincera. Se mi dicessi tu che sto agendo bene e di non aver paura.

Io ci crederei. Io mi muoverei. Io correrei.

Se mi chiami balen, credo subito a qualcosa e non spacco il mondo, perché è vano. Torno ad arrampicarmi sull' Empire o sulla Marmolada, che ti piace di più. Abbasso la musica, che ti tormenta, e non ti faccio più impazzire per firmarmi la giustificazione a scuola, perché voglio andare in Svizzera al concerto rock. Ti lascio vincere a carte, anche se non vuoi. E forse vado persino a lavorare un banca.

Qualsiasi cosa, se tu mi dicessi balen.

Un capello in più

Hair ha un diavolo per capello. Ha un anno più di me. Che bello essere battuti da questo musical che mi è rimasto nel cuore, nonostante come alcuni di voi sanno non abbia visto il finale che una volta 30 anni fa. Poi, da superinfantile, ho sempre spento prima.

Preferisco fermarmi al sacrificio dei capelli del mio mitico Treat Williams. Che spero sempre di incontrare un dì, anche se non ha più niente di quelle chiome e vitalità. Neanch'io ballo più come prima, dai, su quelle note.

Intanto, rimiro l'autografo di John Savage.

Buon compleanno, Hair.

La mia bimba a motore

Mi chiama il meccanico: signora...

Per un attimo il cuore trema. Non sta bene? Cos'altro dovrò fare?
-la sua auto...
Dica pure la mia bambina. In questo momento le sto pagando una retta del nido più altre spesucce. Mi porto la mano alla gola: dica...

- se vuole le inverto le gomme.

Dio ti benedica, signor meccanico: no grazie, poi la porto a mettere le gomme invernali.
 - ok, è solo che so che lei ha poco tempo.

Grazie. Ma non chiamarmi più, eh, lo farò io. Son troppo sensibile.

Gatto, e che cavolo

Passo davanti a una deliziosa casa e seminascosto nel giardino vedo un micio. Cicciottello, bianco con qualche macchia, si riposa.

Gli faccio il verso di richiamo per salutarlo e lui drizza appena le orecchie. Arguta - che capisce il suo linguaggio per solidarietà paffuta - mi traduce la domanda gattesca: ma quando passi davanti a una casa di sconosciuti, se vedi umani ti metti a fare sti versi?

Rispondo, perfino, che idiota: no.

- e allora perché devi rompere a me, e che cavolo?

La nave e la preghiera

Diceva che sono contraddittoria, e lo diceva con amore. Ascolto i Doors e vedo una piccola nave di cristallo, che solca l'acqua con respiri lievi. Quando ascolto i Doors, è grigia, ma tanto faccio in modo che non se ne accorga nessuno.

Sono contraddittoria, forse anche per vivere. La nave di cristallo, con la sua bellezza carica di dubbi, si allontana. La gente è strana, i soldati muoiono per niente, la fine è la tua migliore amica e aspetta pure il sole: chiudo il bigino morrisoniano scritto da Arguta Paffuta.

Ascolto i Bon Jovi. E quando li ascolto è grigia, perché quel moderato ottimismo mi irrita, e non capisco perché quel ragazzino di 28 anni fa sia più in forma di me. Ma quando mi entra nell'anima Living on a prayer, so che vorrei tanto essere capace di vivere di quello. Una preghiera.

Dai, suoniamo così Arguta ride, e mi contagia.

L'amico al momento giusto

Arriva quando meno te l'aspetto, e quando meno potreste. Sei più o meno al momento in cui ti senti come Rocky nel Rhps quando canta "my life is a misery".

Non esiste un valido motivo, ma ti senti così e ti lanci nella noia febbrile. Finché ti chiama e sai che passerà. Perché è uno anarchicamente preciso e se l'ha detto, anche solo ipotizzato, lo farà.

Parliamo di ciò che ci attende e di ciò che pregustiamo insieme. Quando se ne va, Rocky sta cantando ancora My life is a misery, ma la sequenza sta cambiando.

E tu ti svegli la mattina con un sorriso, perché hai un amico importante, che arriva al momento giusto.

Tormentati come Montgomery

Le biografie ti bollano facilmente. Tormentato, bello, sprofondato. Come se qualcuno potesse dare altra luce agli occhi di Montgomery Clift. Racchiudere la sua anima in una sequenza.

La sofferenza, ciascuno la cela nel suo cuore o la riversa sugli altri, sotto forma di veleno forse.

Io penso e sogno che questo compleanno sia oggi in un Posto al sole, sopra ogni nuvola.