venerdì 30 giugno 2017

Sbuffare nel cielo

Sbuffare nel cielo, sfuggire a quella calma che impone volare lassù.

Sbuffare e far correre impazzite le nuvole, che non vi sono abituate.

Io sbuffo anche se sono quaggiù e mi illudo che stiano correndo per la mia impazienza. Invece, magari sbuffano anche in cielo. Ed è meraviglioso.

Adoro guardare le illusioni, che si smarriscono tra le nubi e da qualche parte si ritroveranno.

Notte e ho attraversato mari e monti

Non conto chilometri, bensì desideri. Oggi devo averne pure assaggiati troppo.

Ho attraversato mari e monti, senza trovare oasi o isole.

Adesso sento di aver voglia di una pianura, persino afosa o nebbiosa, con un risolino di smog che mi indurrebbe a scappare. Eppure, per qualche folle  alchimia, mi fermo qui. Forse perché ci sei tu.

Notte e ho attraversato mari e monti.

giovedì 29 giugno 2017

Notte e le tempeste che non ti spaventano

Vorrei tornare alle tempeste che non ti spaventano, quelle che hanno il luogo sicuro come le canzoni dei Guns. Quelle che non devo affrontare cavalcando l'asfalto con gli Iron Maiden.

Quelle che si abbattono sul traliccio sotto casa e tu sei lì a contemplarle, mentre infiammano i fili. E sotto questo infernale spettacolo, mi sento al riparo da ogni inferno.

Notte e le tempeste che non ti spaventano.

Non ci si inchina ai leoni (buoni primi novant'anni)

Così siamo arrivati ai novant'anni. Se corro indietro, salto anche qualche vita indietro, mi sa, Gian Pietro Rossi.

Io scrivo da qualche mese alla Prealpina, non procuro ancora dolori alla classe politica: la sto studiando, diciamo. Poi arrivano le elezioni, il mio capo Gianni Fusetti mi manda un salto a prendere i dati ed è il primo contatto con il municipio della mia città. Sì, niente internet o diavolerie simili.

Mi trovo un sindaco nuovo, e non so che in realtà lo ritrovo. Fino  a quel momento, ero poco bustocca, molto milanese, troppo sparsa per le città del mondo.

Il primo brivido di quelli veri - tra timore e godimento - è quando torno in redazione un giorno e sento il signor Gianni che accoglie una  furibonda telefonata di questo sindaco, già tre volte senatore e per la settima volta nella stanza dei bottoni di Palazzo Gilardoni. Avevo spulciato tra le delibere e trovato una decisione che non sarebbe proprio piaciuta a un alleato politico: zac, pubblicato e adesso tempesta sia. Il leone Rossi chiama, fruga in redazione alla ricerca della preda piccola Malu e pare volerla azzannare.

Il signor Gianni non è uno che sbraita, neanche quando gli urlano addosso. Ma i suoi ragazzi non si toccano. Con voce ferma mi difende. Io rabbrividisco e sento che questo mestiere mi piace moltissimo.

Mi piace indisporlo un po', questo leone, quando è potente, lo ammetto. Quando esplodono gli anni dell'ingiustizia, io sono disorientata anche dal suo coraggio. Per la prima e unica volta nella mia vita, mi ribello nel mio piccolo; con un mio amico, anarchico pacifico come me, compio un gesto che non ho mai fatto per nessuno e solo loro due conoscono.

E quando giustizia tardi viene fatta,  non finisce a tarallucci e vino, tra di noi. Adesso che tutto è chiarito, qualche scintilla deve ancora divampare.  Perché le voglio bene. Si è arrabbiato (e pure io), ma non mi ha mancato mai di rispetto: qualcosa che non posso affermare di altri.

Adesso che compie novant'anni, la guardo e mi appare ancora come un leone, un leone ferito perché sente la mancanza di  ciò che è più importante, la sua compagna di una vita. La sua metà, silenziosa nella sua saggezza.

Ma lei è ancora leone, Rossi. Quando la incontro, ha tanti ricordi e anche tante idee nuove. Non si ferma mai, pensa a cosa fare per Busto, scuote la terra e i palazzi. E io sono sempre una ragazzina anarchica: non mi inchino davanti ai leoni. Preferisco ringraziarli, con un abbraccio, di aver camminato insieme, di esserci pizzicati e di averci riso insieme, in tutte queste vite.

mercoledì 28 giugno 2017

Mi devo affacciare per ricordarmi

A volte mi devo affacciare per vederti, per ricordarmi che ci sei oltre la corsa immensa, Milano.

A volte, mi devo affacciare per vedermi, per ricordarmi che ci sono. Per non correre più e stare ad ammirarmi almeno qualche istante, prima di ripartire con il mio ritmo di libertà.

Blu verticale

Blu verticale, io che non so da dove partire per sognare a occhi aperti.

Il tuo sorridere timido da lago, la sfrontatezza del cielo che gioca con le nuvole: tanto alla fine vi specchiate insieme, senza confondermi le idee. Un blu verticale, che mi spinge a volare come il grido delle poiane. Per posarmi sulla vita con desiderio, ma senza avidità.

Notte e attraversare giornate e anime

Anche oggi ho attraversato giornate ed esistenze, con scarse probabilità di dichiararsi liberi. Toccare il fondo e grattarci anche un po' sotto, avere persino le macchine del futuro contro, infrangersi sulla voce di un amico che con delicatezza ti indica dove tu ti stia sbagliando e ti riporta sulla retta via.


Attraversare giornate e anime, come se fosse una passeggiata. E da questa passeggiata tornare con un sorriso.

Notte e attraversare giornate e anime.

martedì 27 giugno 2017

Notte e succederà quel che è giusto

Mentre la notte mi riporta al mio cuore, gli ultimi sussulti di conversazione e autostrada, io ho bisogno di rivolgermi una cantilena, una fiaba o tutte e due.

succederà quel che è giusto. Mi dico proprio questo, sottovoce per non disturbare, non più per non farmi deridere.

Perché, con le ferite fresche di ogni giorno, io me lo so dire con una dolcezza che non è mia. Lo ripeto, anzi: succederà quel che è giusto. Anche quando risuonerà come una follia, forse proprio allora.

succederà quel che è giusto e ne sarò persino convinta.

Buona notte e succederà quel che è giusto.

lunedì 26 giugno 2017

Il lago che protegge

Anche se, soprattutto se sembra oscuro.

Il lago che protegge in una serata di tregua, si incupisce ma ti lascia libero.

Nessuno ti ha fatto un dono così grande.

Notte e una giornata avvolgente

Una giornata che ti avvolge con un abbraccio capace di fissarti negli occhi. Giovani che mettono i loro sogni davanti ai loro occhi, come al Fashion Graduate Show. Ragazzi che stanno affrontando una battaglia e forse più, che si prendono cura dei propri desideri e degli altri attraverso i desideri.

C'è un capo che non avresti più osato sognare. Un ragazzo che porta dentro di sé la propensione a occuparsi di chi è lontano dagli sguardi, come il fondatore di quell'azienda capace di far fiorire stampe magiche che ti ha cambiato la vita.

E giovani donne strappate o fuggite dai loro Paesi, che fanno indossare la libertà.

Una giornata avvolgente, quella che mi lascio alle spalle.  Ed è solo all'inizio, anche se ora sembra affacciarsi il buio.

Notte e una giornata avvolgente.

domenica 25 giugno 2017

Notte e il tempo ascolta il silenzio

Quando riagguanto un po' di silenzio, mi pare che anche  il tempo si fermi ad ascoltarlo. Così mi siedo e respiro oltre l'afa, perché rincorrerlo è faticoso.

Il tempo, senza il silenzio, è sempre più avanti da me. Adesso gliene offro un altro po', così resto a contemplarli, tutti e due.

Notte e il tempo si ferma ad ascoltare il silenzio.

(Chi ti dice) non ci puoi far niente

Non ci puoi far niente.

Te lo dicono coloro che vogliono che tu non faccia niente.

In primo piano per curiosità

In primo piano, tu stesso stupito. Premiato, non tradito, dalla curiosità.

Così esposto da poter guardare meglio. E da voler guardare ancora.

Intorno a te, forse scuotono il capo: che vorrà fare da solo, lì. Ma tu lo sai, fiero dei tuoi timidi colori, che qualcuno ti ha prestato per amore.

sabato 24 giugno 2017

Notte e ho scelto la natura

Non è più gentile, non è meno spietata. Eppure non ti sfrutta mai.

Vive con te e non chiede niente che non esiga da se stessa. Si china su di te, preoccupata, quando non osi confessare che non stai bene, perché il suo cuore è anche il tuo. 

E anche quando ti travolge, non lo fa per punirti.

Ho scelto la natura, perché ho scelto me stessa.  E prima ancora chi ci ha offerto la chance di respirare qui.

Notte e ho scelto la natura. 

venerdì 23 giugno 2017

Buttare avanti il coraggio

La prima immagine, è di tenerezza. Piccola ortensia, che osi spuntare ma conservi un po' di titubanza, tant'è che ti mischi tra il verde delle foglie che ti abbracciano.

Ma penso anche alla durezza. La durezza di osare per primi, di buttare avanti il proprio coraggio, di esplorare quando attorno non c'è nulla. Di cadere per primi.

E mi, ci consola pensare che la prima carezza darai.

Il venditore di angurie o un profeta

Sciolta nel traffico, lascio correre lo sguardo verso il venditore di angurie. Il suo camion carico di frutti sfida le code e il sole atroce, lui si sistema accanto su una seggiola con un'aria di sfida. Lo sovrasta un albero ad ampie fronde, che spunta dalla cancellata.

E io penso: è un venditore di angurie, ma assomiglia al profeta Giona.

Io mi riparo sotto questa pianta e guai a chi me la toglie, fosse anche il creatore in persona.

E io penso: ciascuno di noi può essere un venditore di angurie o un profeta o entrambe le cose, e strappare un sorriso a Dio.

giovedì 22 giugno 2017

Notte e non si gioca più

Ho lampi di ricordi, soffocati dal tempo, di quando la valle era per me riso, gioco, tuffare il naso nell'erba umida e poi allontanarmi da cittadina incivile.

Oggi quei lampi mi rincorrono, come per scrutarmi. Un ragazzo, con il mio sangue, che oggi è un uomo e piange la perdita più terribile. Molto tempo prima, un'amica di mia cugina, che sorrideva sempre, finché un male l'ha portata via proprio in quegli anni per noi dorati: fisso la sua foto al cimitero, e lei indossa il grembiule di scuola.

Quando ci dissero che se n'era andata, io mi ricordo esattamente dove io fossi: a letto con una febbriciattola che aveva fretta di posarsi altrove.

Fu come se per la prima volta mi avessero detto: guarda, non si gioca più.

E stasera, tramortita da quanto è accaduto, sento quella voce ripetere con freddezza grigia la stessa frase.

Non si gioca più, la speranza immobile tra quei fili d'erba che nascondono e smorzano le nostre risate.

Notte e non si gioca più.

Notte e dir(si) dolcemente no

No: affiora questa parola troppo spesso ricacciata a fondo. No: dolcemente dire no, perché senti di dover riversare quelle energie lasciate scorrere dappertutto, su un fiume che conduce dentro di te.

Dire dolcemente no, perché è giusto non accontentare tutto e tutti, senza esaudire i desideri più veri.

Dire no, anche a se stessi, quando un guizzo traditore induce ad andare oltre ciò che puoi fare, ancora. E mette di fronte, con implacabile dolcezza, ciò che vuoi.

Notte e dir(si) dolcemente no.

Smokin' in the boys room - canzone per la notte

Sono trascorsi trentadue anni. Mi vedo davanti quell'album dalla copertina che strizza l'occhio a una lezione antica, con tocco glam, e voglio mandarlo al diavolo. Theatre of Pain.

Solo, non riesco. Home sweet home, sarà sempre più importante per me. Eppure quell che mi rimbomba in testa stasera, è la cover Smokin' in the boys room. Appuntamenti segreti, ma non troppo, per infrangere le regole.

Perché sai benissimo ciò che non deve essere fatto, è il perché che talvolta (quasi spesso, osiamo?) ti sfugge. Allora provi a fare il ragazzaccio, che può voler dire un mondo di cose.

anche solo dire basta alle  ovvietà.

Teacher don't you fill me up with your rules
Everybody knows that smokin' ain't allowed in school

Smokin' in the boys room, Motley Crue, canzone per la notte.

mercoledì 21 giugno 2017

La luce ovunque

La incontriamo, quando non l'aspettiamo.

Ribelle ad asfalto e lamiere.

La luce ovunque tu vada, ti perda o cerchi di trovarti.

E chissà come fa, quella birbante.

Ti trova lei.

Shout it out Loud - canzone per la notte

C'è sempre qualcuno troppo vecchio per capirti. E non devi guardare la carta di identità, perché è menzognera.

C'è sempre qualcuno che ti ordina cosa sentire, se non essere.

E c'è sempre una ricetta poco segreta: urla forte ciò che senti, ciò che sei.
Shout it out Loud, Kiss, canzone per la notte.

Notte e cos'è un gentiluomo

Apprendo per una casualità che non oso definire tale che un uomo gentile doveva incontrarmi. E poco prima, ha cominciato a  stare molto male.

Ma ha lottato e mi ha accolta, ignara. Quando me ne sono andata, ha insistito per accompagnarmi fino alla porta ultima dell'edificio nonostante le mie proteste perché conoscevo la strada. Non sapevo che poi sarebbe corso via, sfinito. 

Notte e cos'è un gentiluomo.

martedì 20 giugno 2017

Ieri e oggi (qualcosa da sognare)

Ieri e oggi, qualcosa da sognare che si tende verso un cielo troppo azzurro e irraggiungibile.

Ma è questo forse che ci spinge a osare, ancora.

Ogni tempo con le sue avventure, sotto un cielo troppo azzurro per farlo desistere.

Scritte e vite

Mi perdo nel fermarmi tra vecchie scritte, che profumano di altre vite. Abitudini e ritmi che si credono smarriti magari e invece eccoli lì, stampati su un muro.

Luoghi in cui sostare, riposare e lasciar riposare le creature che camminano con noi.

Scritte e vite, tracciate insieme, e mondi che ti sembra di poter toccare ancora con mano. Come se a impallidire fossimo stati solo noi.

Notte e tutte le volte che non mi sono fermata

Nel viavai della stazione c'è un signore immobilizzato in uno sguardo triste. E non molto lontano mendicanti addormentati con i loro cani nella calura: uno di loro dorme tenendo una zampina del suo amico.

Quante volte penso: mi fermo, non mi fermo. Quante volte nemmeno lo penso. Immobilizzata dai miei pensieri o da essi spinta via.

Tutte le volte che non mi fermo, neanche con lo sguardo, un po' meno viva.

Notte e tutte le volte che non mi fermo.

lunedì 19 giugno 2017

Notte e voglio emozionarmi come Alice Cooper

Il mío presidente ragazzino Alice Cooper si dichiara emozionato, con tanto di emoticon, per la reunion della band originaria.

Credo che il rock sia uno dei pochi mondi ancora capace di sbriciolare la sua maschera dura, di fronte a un sogno che lo accarezza. E quel sogno può essere un nuovo giorno o il ripresentarsi di uno addietro.

Il rock, che scardina il tempo e ride anche di se stesso. Con tante rughe che raccontano la Vita, c'è voglia di emozionare insieme ancora.

Io voglio essere una ragazzina, voglio emozionarmi ancora come Alice Cooper.

Notte e voglio emozionarmi come Alice Cooper.

domenica 18 giugno 2017

Notte e non importa quante volte ti sei fidato del sole

Il sole sceglie quando giocare con te, magari apertamente scottarti. Non importante quante volte tu ti sia fidato di lui, esitando o affidandoti sfacciatamente.

Lui decide quando lasciare il segno. Anno dopo anno, l'hai imparato, dalle spiagge sferzate dal vento fino alle colline fin troppo dolci nel loro sorriso.

E ogni volta ti fidi, ancora.

Notte e non importa quante volte ti sei fidato del sole.

Visto da una margherita

Visto da una margherita il mondo non è immenso, ma avvolgente. Come una cascata di fiori selvatici, che rompono il tabù della timidezza. O le radici del castagno, che si allungano curiose verso le altre creature.

Tu alzi lo sguardo e non vedi la fine dello spettacolo: forse per questo, dentro di te senti quei  morsi di felicità.

Visto da una margherita, il mondo ha un senso che stordisce.

sabato 17 giugno 2017

Specchio senza brame

Specchio senza brame, la vita si affaccia sull'acqua con un sorriso.

Un generoso groviglio di rami, foglie e nuvole sfiora la superficie e fugge.

Specchio senza brame, perché già sei tutto.

Notte nel silenzio delle piccole creature

Tra il fracasso mascherato da musica e gli strilli travestiti da conversazione, si fa strada un suono irresistibile. Non è il vento rovente e smarrito, ma il silenzio delle piccole creature.

Quelle che non hanno bisogno di fabbricare parole, ma hanno un loro canto gentile. E' un verso appena accennato, un borbottare che si assopisce, anche il solo respiro. Solo... Il primo miracolo.

Io resto ad ascoltare il silenzio delle piccole creature e non sento più nient'altro. Come se potessi diventare piccola e saggia pure io.

Notte nel silenzio delle piccole creature.

Dialoghi reali - Le idee chiare della mamma

Un ragazzino dal ciuffo biondo e dagli occhi vispi, tenta promesse sul treno alla mamma.

- Vorrei fare l'ingegnere. Ma forse no.

- Basta che non fai il delinquente o ti ammazzo.

Idee chiare, mamma.

venerdì 16 giugno 2017

Stato di grazia

Stato di grazia, come un bonet o una sua imitazione. Come la luna o una lampadina che folleggia. Come un prato che profuma e un pavimento tirato a lucido. Tutto mischiato in un'unica emozione, che non ha senso ed è irresistibile.

Stato di grazia: tutto gusti come se fosse la prima volta. O forse, perché l'hai riconosciuto.

Notte e c'è una telefonata

C'è una telefonata: è una persona straordinaria, che vuole raccontarsi come ordinaria, per aiutare gli altri a imitarla, ovvero a non arrendersi.

Mi vuole ringraziare per aver condiviso la sua storia, quando sono io quella che dovrebbe esprimere riconoscenza e non trova mai parole sufficienti.

Una telefonata. Che bello. Per incoraggiarsi, per chiarirsi, per bisticciare e subito abbracciarsi, per ascoltare le sfumature di una voce, per essere reali e non fantasmi dei social.



Una telefonata. E le sono grata ancora una volta

Una farfalla che ha deciso

Mi poso sulla vita, come una farfalla tra due fiori. Senza esitazioni.

Scegliere tra due morbide bellezze non è una tortura, ma un dolce arrendersi all'evidenza.

C'è qualcosa, qualcuno che ci chiama. Possiamo scegliere anche di non rispondere. O vivere.

giovedì 15 giugno 2017

Notte e mi porgi un numero magico

Mentre la notte si confonde con i lampi, mi mostrano un oggetto speciale, frutto di arte più che di lavoro, e mi invitano a guardare il  numero.

- Lo giochi al lotto, signora.

Non ne ho bisogno, rispondo. Questo è un numero magico, un numero di vita che mi porto dentro. E' u numero che mi porgi tu, quando vedi che sbando o persino che sono felice. Come a sussurrarmi: io sono qui. Anche questa volta, come ogni volta

Notte e mi porgi un numero magico.

mercoledì 14 giugno 2017

Come una chitarra

Come una chitarra, dei Kiss precisamente, che suona la stessa musica in ogni luogo. Ma si colora per salutare ciascuno come se fosse unico.

È unico. 

Una nota che non si ripete. Una variazione sul tema, che fa sentire tutti uguali.

La musica e i suoi travestimenti di sincerità, io sento.


Notte e il buio gentile

Le montagne svettano dolcemente nel buio annacquato di pioggia.  Chi viaggia con me si rammarica: avrei voluto vederle bene, con il sole.

Io credo invece che il buio sia gentile: copre le cose di scarso gusto che vi abbiamo disseminato intorno.

E chissà quante altre brutture manda a nanna, per farci sognare.

Notte e il buio gentile 

martedì 13 giugno 2017

Come per caso

Eccovi ancora lì, fiori spuntati come per caso, anarchici e diligenti.

Ciascuno aggrappato ai piedi del castagno, eppure così libero da incutere paura. Un giorno, un mormorio di vento, un raggio di sole più scapestrato e ognuno di voi ha trovato il proprio posto.

Ora, manchiamo solo noi, gettati come per caso.

Notte e se si è felici

C'è voluto un po', mi è occorso arrivare fino a questa serata con Veltroni per condurci al film "Indizi di felicità".

C'è voluto un po' perché io capissi cos'era ciò che scorreva nella storia che mi raccontava Angelo un giorno di tante settimane fa. Un fiume in piena, irresistibile, quasi in contrasto con la tranquillità del lago a pochi metri da me. Avevano salvato e rimesso in piedi la loro vecchia azienda, ora tenevano le redini della rinascita nelle loro mani.

La felicità. Quella per cui  non hai qualcosa, ma hai, meglio sei tutto. E non lo sei da solo. Che sei stanco, ma non svuotato, che non stai in piedi ma stai già volando.

Così stasera mentre mi allontano, accarezzando con un sorriso anche quel giorno caldissimo di 22 anni fa, quando Veltroni e io ci trovammo compagni d'esame di giornalismo a Roma, penso a quanto fossi felice a mia volta quel luglio. Perché ero arrivata a un traguardo, da dove ripartire.

Se si è felici, bisogna correre a raccontarlo a qualcuno. O forse correre ancora, e basta.

Notte e se si è felici.

Le cose spiegate da una mamma

Con la manina stretta in quella della mamma, procede sicura la bambina. Rallenta solo davanti a un negozio dal nome troppo difficile per lei.

- Che cos'è questo negozio?

- E' dove fanno questo e questo.

La bimba annuisce e anch'io, senza che me ne renda conto. Quasi quasi le seguo e imparo qualcosa.

Perché le cose spiegate da una mamma, le capisco anch'io, ragazza ottusa.

lunedì 12 giugno 2017

Le scarpe della vita

Un giorno, il negoziante di scarpe disse che avrebbe chiuso sotto il peso degli anni.

Rammaricata ma comprensiva, continuai per la mia strada, finché non vidi la saracinesca alzata. Forse - pensai - è entrato qualcun altro.

Ma lo stile delle scarpe era uguale, come la cortesia quando entravi, quell'occuparsi di te e non poter permettere che tu uscissi senza il tuo piccolo sogno ai piedi.

Sì, era rimasto nel suo negozio, la sua vita con i suoi cari.

Un giorno, mi accorsi di un manifesto nel mio paese. E capii che il negoziante di scarpe se n'era andato, forse dopo aver infilato il paio più bello per andare nella Vita. Fedele a se stesso e a ciò che sapeva fare per rendere felice la gente.




Notte ed è ancora così

Poi, penso in questo compleanno: quanto è bello, quanto sono grata che sia ancora così


http://neicassettidimalu.blogspot.it/2012/06/ogni-giorno-voglio-credere-qualcosa.html

Basta uno

 Una candelina racchiude la mia vita, un giorno pure, persino quando scordo che giorno è.

Un sogno riaccende la scia di desideri addormentati. Una pagina fa correre avanti un romanzo dimenticato.

Basta uno, non c'è bisogno di appiccicargli cifre o dotte considerazioni. Basta uno, di tutto, per vivere.

domenica 11 giugno 2017

Notte e riso rosso come la luna sul Verbano

La luna si appoggia con un rossore improvviso sul Verbano.

Il riso l'aveva sussurrato, raccontando i contrasti armoniosi della vita. Amara e capace di sorprenderti per la sua dolcezza, come la luna che si affaccia con piglio scarlatto.

Anche il lago è quieto stasera, a Meina non deve mai urlare per farsi notare. La rocca si illumina con delicatezza, la stessa con cui assaggiamo questo riso. Così penso che a volte riusciamo a parlare lo stesso linguaggio, noi e la natura di cui ci scordiamo di far parte.

Notte e riso rosso come la luna, sul Verbano.

Dire la cosa giusta

Ero così impegnata a dire la cosa giusta, che mi sfuggiva la cosa migliore. Ed ero pure distratta, mentre gli altri parlavano.

Adesso pronuncio ciò che arriva, dritto dal cuore. A volte cerco di governarlo, ma prende direzioni sue. E io fingo di sgridarlo, perché sono ancora un po' pasticciona.

Ma dire la cosa giusta è terribilmente pericoloso: poi giusti si crede di essere, mi sa.

sabato 10 giugno 2017

Nulla così acido

Mi mettono in guardia: quella birra sarà così acida. Mi mettono al riparo con un dolce.

Io osservo e mi addentro in entrambi, mischiando sapori e pensieri.

Cosa è acido, cosa è dolce. Cosa fa correre la vita e cosa ti induce a fermarti e gustarla. Non ho molte risposte, mentre assaggio ciò che non conoscevo e persino ciò che ritenevo così noto.

Un sorso o un boccone, per imparare - visto che sono così ostinata - che nulla è così acido, così dolce.

Notte e chi crede ai tuoi sogni

Mentre vibro di primavere e desideri avanzati, getto dalla mongolfiera della vita un po' di lamentele.

Quella più odiosa: ma chi crede ai miei sogni?

Una sola domanda vale: ci credi tu?

Vale la pena ridere e correre dentro l'esistenza, se si è in grado di rispondere sì. Chi crede ai suoi sogni, devi essere tu.

Notte e chi crede ai tuoi sogni.

venerdì 9 giugno 2017

Notte e la vita che indossi

Ormai inchiodata all'epifania di Jim Morrison, conto le vite come un gatto e non so scegliere la più strana. Quella attuale, mi dico: risposta troppo facile.

Ma non capisco mai abbastanza tutte le vite che ho attraversato fino a quando non incontro i compagni di infanzia. Quelli con i quali non sei stato neanche troppo amico, perché non ce n'era bisogno. Quelli accanto ai quali sei cresciuto, e questo era già una certezza.

Li incontri, i capelli grigi e le spalle un po' curve, mentre ti domandano: come va.

E pensi che prima, quando eravate bambini, ragazzini, e persino giovani donne e uomini neanche ve lo chiedevate. Adesso, ascoltate persino le risposte. Vi confidate i pesi, in una battuta, e ringraziate Dio per averli.

La vita si presenta così e anche questa sera scegli quella che indossi, o che indossa te.

Notte e la vita che indossi.

Il sole tra i capelli

Quando mi capita di trovare il sole nei capelli, non riesco a trattenere lo stupore.

Io, colore dell'aria e a essa fedele, incline ad accarezzare le nubi perché mi proteggono, sono quasi travolta dall'impeto di quella stella lassù.

Il sole tra i capelli, mi ricorda che ho una testa da usare, no… da coccolare. Come voglio io.

giovedì 8 giugno 2017

Ho sbagliato qualcosa (vuoi vedere…)

Ho sbagliato qualcosa: ne ho sentore  o certezza. Ci sarà mica una differenza, tra queste due parole.

Ho sbagliato qualcosa. Vuoi vedere che qualcosa potrà imparare?

Cerco me

Se devo prendere da qualche parte il succo del discorso e versarlo sulla vita, meglio partire da me.

Questo faccio, non più solo nel tempo libero. Anzi,  quasi diventata una professione.

Cerco me. 

Come un'ape, che non fa programmi sul prossimo fiore, ma (si) nutre dell'istante e dei suoi desideri.

Notte e stanca da voler ricominciare

A volte anche a me viene la tentazione di raccontare la "stanchitudine" della vita, tipo quando cerchi di conciliare tre o quattro esistenze.

Poi, ti capita una giornata come questa. In cui, mentre correvi, hai incontrato volti da tutto il mondo, persino di casa tua. E sei corsa su un battello a respirare il lago, pensando che il paesaggio fosse l'unico protagonista: invece, lo erano anche le persone.

E certo che sei stanca, stanchissima. Perché sei felice. Così stanca da voler ricominciare.

Notte e stanca da voler ricominciare.

mercoledì 7 giugno 2017

Ciò che resta della tempesta (lezione da piccione)

Sballottata dalla tempesta, tra ghiaccio e onde aggressive, non riesco a trattenermi: invece di pensare fino in fondo alla pelle, mi viene la tentazione di fare la filosofa da strapazzo.

Dovrò pur trovare consolazione e la maturo, quando parcheggio l'auto. Registro che non solo non si è gibollata come temevo: è pure pulitissima.

Credo che io stia in qualche parte di me ancora coccolando questo pensiero, quando esco al termine della commissione. Salgo sull'auto, parcheggiata sotto una pianta riparatrice (mi illudevo) e mi rendo conto degli effetti di un'artiglieria da piccione.

Quel che resta della tempesta, lei fragile quanto noi a dispetto di colori e percosse, non lo so. Ma anche un piccione ricorda che ogni istante riserva l'inatteso.


Notte e mai abbastanza lontani

Un amico va a respirare una meritata vacanza e incontra una persona con la quale conversa. Salta fuori che conosceva suo padre e il suo infinito cuore.

Come un battito d'ali di farfalla, questo scatena una gentile raffica di casuale incontrarsi tra di noi. In poche ore ci siamo visti quasi tutti noi legati da questa notizia, o comunque siamo stati insieme, stretti da fili che liberano la gioia.

Lui pensava di essere lontano, ma lontani, non lo si è mai abbastanza. Per fortuna.

Notte e mai abbastanza lontani.

martedì 6 giugno 2017

Living backstage

Tra cavi e vibrazioni, sento che la vita è qui. Living backstage, durante la mia tournée, senza intenzione di nascondermi, anzi per esserci davvero.

Tirando le fila di un discorso che non è solo mio, il rumore che si scioglie in musica e la folla che solo si intuisce, comincio a danzare. Vivere dietro le quinte, senza dover stringere tra le mani un copione e balbettare parole a caso se te lo stracciano: chissà se questa è libertà.

So solo che nella mia tournée sono felice di non dover temere di essere impreparata a "su il
Sipario" per cercare in fretta e furia un volto da indossare.

Notte e il cielo libero nell'asfalto

Le strade immense a volte restano vuote per il cielo. Per farlo viaggiare più speditamente verso la sua bellezza.

Così anche stasera contemplo il sole racchiuso tra le nubi, che poi sfugge con una risatella e sparge raggi umidi sul suolo.

Il cielo racchiuso nell'asfalto, in apparenza; in realtà così libero, da prolungare quelle vertigini che non osavo provare.

Notte e il cielo libero nell'asfalto.

lunedì 5 giugno 2017

Notte e la magia senza prove

Arriviamo sospesi sul lago, tra nuvole create da un prestigiatore mai sazio della bellezza. Due germani reali giocano con la pioggia e ci fanno venire voglia di imitarli, ma non c'è tempo.

Ci sono gli amici da riabbracciare. Socchiudo gli occhi e frugo in questi anni strani come a cercare di capire da dove siano piovuti questi doni. Cioè, lo so bene, ma mi chiedo perché a proprio a me. Quella che a volte è una tentazione di lamentela, ora è un canto di riconoscenza.

Come una bambina, mi domando se io me lo sia meritato, ma il pensiero fugge via sul velo d'acqua e capisco che non starò ad ascoltare la risposta.

E ci ascoltiamo, ci commuoviamo, ridiamo e mettiamo in disordine con l'emozione i colori accesi in fondo al lago. Non c'è voglia di foto o altro che quasi saprebbe di bisogno di prove: le immagini che ci concediamo di catturare, sono da serbare nei luoghi più preziosi, nel cuore, non esposti.

La magia senza prove, quella che ti esplode dentro, mentre risali il lago. E dentro di te risuonano ancora le risate degli amici che ti sono scivolati addosso così, come questa pioggia che ha fretta d'estate.

Notte e la magia senza prove.

domenica 4 giugno 2017

Il sole dentro

Il sole dentro, tra le tue frasche, tra i miei rami fioriti o spezzati.

Non c'è da frugare, o da invocare.

Il sole arriva, come una macchia di felicità su un telo che già sorride.

Notte e una bimba salva il mondo

In chiesa chiedo perdono ma non troppo, l'attenzione attirata dai più piccoli. In fondo, penso Tu sia contento, guarda il mio ardire, anche di una messa vissuta così.

Un bambino che si scontra anche con la mamma, perché vorrebbe stare vicino alla piccina amata. E deve desistere, finché è lei - girl power come al solito - a chiedere il permesso e a correre da lui.  Una monella dolcissima, che illumina il sorriso al compagno timido  e alla sua famiglia.

Una bimba di pochi mesi intanto, dai capelli colore del sole al tramonto, si fa trasportare dalla sua giovane mamma in giro per la chiesa, lottando contro l'afa. Un ragazzino si addormenta dolcemente sulla spalla di sua madre, durante l'omelia.

Ma poi c'è lei. Ci appare una neonata di poche settimane, forse giorni. Le dita dei piedini sono lunghissime: diventerà una ragazza alta e irresistibile. Intanto però dorme profondamente. E quando il suo visino ci appare, ha un'espressione di tale beatitudine che tutto l'orrore e tutta la sofferenza rinnovati in questi giorni si affievoliscono.

Una bimba, che salva il mondo con il suo sonno di pace: così mi appare.

Notte e una bimba salva il mondo.

sabato 3 giugno 2017

Great expectations, piccole creature

Una minuscola creatura che cerca di confondere le idee sul grande castagno. Eppure il suo sguardo sembra vorace e fruga altrove.

Piccole creature, magari con grandi aspettative. Come ogni sogno che si stacca da una corteccia scura e spinge a spiccare un salto, lontano.

Notte fino a un abbraccio o una preghiera

Ci sono giorni che si aprono con il dolore tuo o altrui: e quella "o" si scioglie al primo raggio di pensiero.

Poi tu ci versi sopra di tutto, compresi discorsi ragionevoli e un bicchiere di vino. Ma resta quel retrogusto, che in realtà è davanti a tutto, fino a un abbraccio o una preghiera.

Che poi, che differenza ci sarà.

Notte  fino a un abbraccio o una preghiera

venerdì 2 giugno 2017

Notte e lasciarmi tenere per mano

Mi è accaduto ancora - sempre più di frequente avviene, a dire il vero - di essere presa per mano da qualcuno, che per me era stato un riferimento. Questa volta devo guidare io, mi sussurra questo gesto inatteso.

Stupita, anche impaurita, tentata di tornare indietro nel tempo e affidarmi ancora un po'. 

Ma poi, sento che non è solo impossibile. Che adesso tocca a me e un giorno tutto potrebbe ugualmente cambiare senza che io lo chieda. E senza diventare schiava di un tempo in cui non credo davvero, mi lascio tenere per mano. 


Notte e lasciarmi tenere per mano.

Via dal porto invisibile

Esco lentamente da un porto invisibile, ondeggiando tra il lago scintillante e le piante della riva. Se mi volto indietro, vedo comunque la bellezza, ma non la ragione per cui mi ero fermata.

Via dal porto invisibile, senza temere di tornarci quando devo. Solo, con addosso una consapevolezza che non so se sia da adulta o ragazzina. Forse è persino senza tempo, bevuto dolcemente nel viaggio sulla specchio delle emozioni.

Via dal porto invisibile e mai così vicina.

Angel - canzone per la notte

E' il 1987, io afferro l'album "Permanent Vacation" con trepidazione. Quello prima mi ha colpita, ma non affondata: avevo dovuto fremere per contratto, a "Done with Mirrors" di fronte alla reunion degli Aerosmith.

Nella mia giovinezza rock non li avevo mai gustati insieme, solo assaggiato l'eco di influenze nei gruppi più giovani. Quando arriva "Permanent Vacation", a questo punto so che fanno sul serio. Non saprei scegliere la mia canzone preferita, anche se probabilmente opterei per "Hangman jury", una "Hey Joe" più sfrenata.

Invece, stasera inciampo in "Angel". Chiaro che trent'anni fa ne ero incatenata, avrei affidato agli Aerosmith ogni scelta di vita o giù di lì ed ero pure una ragazza con preoccupanti tendenze romantiche. Poi mi sono allontanata, perché bisogna pur darsi un tono.

Finché arrivi a un'altra fase di vita, in cui ti correggi: no, con il cavolo che bisogna darsi un tono. C'è sempre una notte (o molte) in cui invochi un angelo, in carne e ossa o con lieve battito di ali.

C'è sempre una persona che per te è tutto, la ragione per vivere o morire, che non fa conoscere altre ragioni.

C'è sempre un momento in cui chiedi un cortese salvataggio.

E quel momento, è più facile cantarlo. Vieni e sistema tutto.



You're the reason I live
You're the reason I die
You're the reason I give
When I break down and cry
Don't need no reason why


Angel, Aerosmith, canzone per la notte.

giovedì 1 giugno 2017

In mostra solo

In mostra solo il silenzio, attenuato dal vostro bisbigliare.

Piccole creature della terra, fragili ma non più di noi. Un tetto che ci ripara, solo a distanza. E sotto le carezze dell'estate non ci importa.

Notte e le parole camminano altrove

In quei giorni in cui le parole escono e camminano da sole, esplorano nuovi universi  e se ne vanno lontano.

Il suono lascia lo spazio al respiro: nella mente un vuoto che è musica.

In quei giorni, tu ti senti libero.

Notte e le parole camminano altrove.

C'è tutto in uno sguardo

L'arte, la parte, una pianta protettiva, la corte del Monte Rosa che dietro cova una nuova veglia, la ciminiera.

C'è tutto in questo scorcio, in questo sguardo e mi fermo a catturarlo. Mentre non so bene dove andare, ogni punto di riferimento è posto con estrema pazienza lì.

Ciò che ci viene regalato, ciò che ci rende felici, ciò che sudiamo, ciò che troviamo casualmente.

C'è tutto, piccola ricetta di vita, stampata su un cielo piemontese e senza sbarre di spazio. Fermarsi per caso e per caso trovar(si).