sabato 30 gennaio 2021

Non c’è spazio, se non per la pioggia

 In questa tela increcciata di nome mondo, non c’è spazio per chi si mostra fragile, e per chi lo è davvero. Non c’è lo spazio per la svista, solo per l’errore calcolato. Non c’è spazio per ciò che si è, per il sospiro che non sia d’invidia.

Non c’è spazio, se non per la pioggia, che non esprime il suo desiderio, né ride di quelli altrui.


C’è spazio solo per nuovi mondi,  che non chiedono la linea. Senza microfoni, sussurrano che stiamo ricominciando, davvero.

venerdì 29 gennaio 2021

La stessa luna

 Ti riverso addosso il mio cielo confusionario, finché il mio sguardo non si impiglia nella luna. Allora, sento la mia voce sciogliersi in banalità: vedi anche tu la stessa, meravigliosa luna?

Già pentita, finché sento la tua voce scandire sì. 

La luna che baciamo con gli occhi, per ritrovarci un po’. Un tesoro pallido e splendente, che ci scivola via dallo sguardo, a una curva o a una frenata, ma che appare come l’unico luogo in cui poterci ritrovare.

martedì 26 gennaio 2021

Adesso metto tutto in ordine

 Adesso metto tutto in ordine. Seriamente gioco e mi sento già un po’ libera.

Nei puzzle ero un disastro, nei quadri già composti anche peggio. Adesso, sono semplicemente me stessa: un casino con un rigore.

Sto giocando con la brezza e volo già un po’ via.

Adesso, metto tutto in ordine.

M

venerdì 22 gennaio 2021

Aspettando un treno



Andando da qualche parte, sognando in qualche modo, aspettando un treno o una magia.

Internet mi segnala 1.500 chilometri di distanza, ma mi sembrano pochi e un controllo me ne segnala 700 in più. Sempre misera cosa, appaiono. Supero tunnel, imbocco autostrade, esito alle rotonde. 

Tu sei molto più vicino, eppure irraggiungibile. Come tutto, ma tutto sei tu.

Ci vorrebbe Harry Potter, in un angolo di Scozia. Aspetto un treno o una magia, forse entrambe le cose, perché un gesto scontato come salire su una carrozza e ridere, sbadigliare, sonnecchiare senza filtri deve trattenersi, ancora.

Una bella rottura

 La scorsa estate mi decidevo a comprare gli occhiali nuovi, una richiesta sfacciata della mia carta d'identità. Che poi ha i suoi lati piacevoli, invecchiare, lo dimostra anche questo processo. Da lontano, vedo sempre meglio. Comunque mi ricordo la gioia di quel momento, persino la vanità perché il rosso esercita quest'effetto su di me.

Poi, gli occhiali sono rimasti rigorosamente nel cassetto. Li avevo infilati un paio di volte, ma mi rendevo conto che dovevo abituarmi e non è una pratica che mi esalti. 
Finché, la scorsa settimana, i vecchi occhiali si sono decisamente fracassati: non è una grande notizia, è che è scattata tutta la riflessione che mi rende semplicemente complicata come mia abitudine (ah, ma allora...).

Per cambiare, per visualizzare meglio la vita, non basta la parola: spesso, si deve spezzare qualcosa. Allora tu, disorientato, vai a cercare a tentoni quel cambiamento che ti chiamava e a cui rispondevi «Sì, sì» distrattamente. Ti ci vuole del tempo, a questo nuovo modo di vedere.

Ci vuole una rottura, una bella rottura, per ritrovare dove stavi andando: un po' la sorte, un po' il coraggio, e sei già in cammino.

 

mercoledì 20 gennaio 2021

Il tempo, che piove via

Quando parlo del recente passato, ho un vuoto temporale: dico magari “un anno fa”, eppure il momento a cui mi riferisco, si spinge all’anno prima. Come se si fosse creato uno strappo, un buco nero che ha inghiottito mesi interi. Eppure sono i mesi più importanti, quelli che hanno guardato dritto negli occhi della vita.

È questa pioggia dura, che mi richiama oltre la finestra, a ricomporre  questi pensieri. Invisibile e pressante, attraente e ostile. 

Il tempo che piove mia, mi dice, da qualche parte andrà. Forse te lo troverai ad aspettarti e ti racconterà cosa hai fatto, mentre si riparte insieme.

venerdì 15 gennaio 2021

Il bizzarro potere della gentilezza

 Capita che incontri una persona scortese, che non capisce il tuo peso, figurarsi tu il suo. In questa escalation di scarsa empatia, non vedi l'ora di liquidare il caso.

Poi lei ti scrive, perché qualcun altro l'ha messa in crisi. Ritrova lo spazio per i grazie e i per favore; tu la rassicuri senza troppe smancerie e le rispondi con fermo garbo. Lei non capisce che è freddo, trova solo la tua gentilezza.

Un'incomprensione buona ci fa sentire improvvisamente umane, l'una nei confronti dell'altra, o forse potrei chiamarlo così: il bizzarro potere della gentilezza. Che vince anche quando non è voluta. Quando non hai alcun merito, ma lei sì, è più forte.

giovedì 14 gennaio 2021

Come se fosse scontato

 Le ho beccate: le due signore stavano smontando l'albero, nel quadriportico della chiesa, con una pressante naturalezza. Conversando con parole e gesti, mentre ogni addobbo scivolava via e quindi si assopiva nella scatola. Come se non importasse, come se fosse scontato, e a ben vedere lo è.

Stavo per esclamare loro di no: io tolgo sempre tutto a Sant'Antonio, quindi mancano ancora giorni. Poi a volte mi dimentico di levare tutto davvero. Pochi giorni fa, invece, il gatto è riuscito a raggiungere il calendario dell'Avvento e l'ha strappato via, sdegnato. Io l'ho riappiccicato sulla porta, testarda quanto basta, ma pochi giorni dopo si è staccato volontariamente.

Come se fosse scontato, ho borbottato anche a lui, mentre cercavo tracce di colore alternativo. Ma è ancora troppo inverno e io sono ancora troppo piccola per arrendermi.


mercoledì 13 gennaio 2021

Hai visto, sei tornato a casa

 Sul viale stiamo procedendo a zigzag, per cogliere meglio le lusinghe del sole, finché piomba lì un'ambulanza. 

Apre le portiere a ridosso di una cancellata e noi non scorgiamo vie di fuga. Lasciamo che i barellieri si spostino e con mestizia ci insinuiamo nel varco sul marciapiede con la testa bassa, finché capiamo che non stanno portando via nessuno, per fortuna; casomai lo stanno portando a casa.

Un figlio felice aspetta l'anziano: i sorrisi si vedono meglio, con la mascherina perché ci si concentra, scherziamo ma non troppo. Sentiamo la voce sovracarica di gioia: «Hai visto, sei tornato a casa».

È una frase così bella e semplice, da posare sui pensieri di tutti. Hai visto, sei tornato a casa: adesso non crucciarti. Quei sorrisi pervadono l'aria e noi sappiamo che dietro quella realtà c'è molto di ciascuno di noi.

Anch'io, sono tornata a casa.

giovedì 7 gennaio 2021

Il vociare della scuola

Le strade ancora troppo vuote, il mondo in preda a convulsi tentativi di sentirsi normale. Colori che si confondono, come le nostre idee.

Poi, lungo il viale, corre un’onda carezzevole, ed è il vociare dei bambini. Nel cortile nastri dai colori netti regolano con garbo il gioco e i piccoli si inseguono con morbida anarchia. 

Il vociare della scuola, potrebbe essere ancora l’eco dei nostri giochi. Se non avessi avuto troppa paura, ma ora non ne ho più. Grazie a questi piccini festosi e a questa piccola, festosa me.

 

domenica 3 gennaio 2021

In dissolvenza


Tutte le parole hanno cambiato senso, ancora. Come feste. Ma c’è un filo che le stringe ed è la sensazione che provo attraversando il viale intinto nelle luci.

Manca ancora una manciata di giorni, eppure le feste sono in dissolvenza. Certezze che si affievoliscono, speranze che sprigionano tutta la luce, passi che risuonano  in un silenzio che parla.

In dissolvenza un mondo, seccante spesso ma era l’unico che conoscevamo. E quello nuovo prova a farsi spazio, ma non so chi, cosa vincerà e se ci sia qualcosa da vincere, poi. So che stiamo camminando nel viale intinto nelle luci ed è un dono.

sabato 2 gennaio 2021

Mondi paralleli


 L’acqua confonde i tratti ed esalta i colori: sento lo scroscio fuori e mi spinge indietro, verso un viaggio in treno. Fuori, il mondo correva in preda a una frenesia di bellezza: tentava di imprimersi dentro, l’ombra della vita in carrozza.

Andavo a Roma, libera da far paura. E infatti di paura, ne ho sempre un po’ avuta, quando la felicità mi chiamava a voce alta.

Che strilli a fare?

Adesso sono nel mattino ancora rabbuiato, ma la pioggia mi racconta storie dietro la persiana. Sto ad ascoltarla senza aprirle: mi basta la sua voce.

Mondi paralleli, nel tempo e nello spazio. Io qui imprigionata, con una sensazione di libertà che si possa sulla mia pelle.

venerdì 1 gennaio 2021

Se lo dice il Danubio

 


La musica e i colori che si riversano sullo schermo: mi accoglievano quando entravo in casa da te, il primo giorno dell'anno. Allora anche oggi ho voluto respirare il profumo di Vienna, le note incalzanti o dolci, persino la voce che rivela tanti particolari sul mondo Strauss mi sembra quella di un'amica. 

Aspetto i bis come una carezza di papà, eppure oggi capisco che posso ascoltarne uno solo. Non è la Marcia di Radetzky, poiché a una baldanza che non mi si addice: mi dico che sarà un effetto temporaneo, ma di ciò che è duraturo in questo momento ho scarsa percezione.

Spengo appena si affaccia, prima mi accomodo sulle sponde del Danubio blu, mi lascio attirare dal suo mormorio, poi vedo che prende vigore e vorrei credere anch'io che tutto questo passerà, sta già passando. Se lo dice il Danubio, gli devo credere.

Se lo dicessi tu, ancora di più, papà.