mercoledì 31 ottobre 2018

Notte e se il passo ti sembra pesante

In queste ore se n'è andata una signora. Con tanti anni sulle spalle, che pur sembravano così leggeri. La vedevo alla finestra e sulla soglia di casa, con i suoi piccoli riti e un sorriso delicato.

Oltre a questi incontri rapidi e gentili, serbo un ricordo speciale di qualche anno fa. Lei, aveva già superato i novant'anni e ancora guidava la macchina. Un giorno ci troviamo insieme in un negozio e lei sospira brevemente che le dolgono le gambe. Poco dopo, aggiunge: forse viaggio troppo in auto, devo camminare di più.

Questa nota mi ha suscitato prima tenerezza, poi una riflessione. Non si era lamentata, aveva solo esternato un problema e l'aveva addebitato a tutto, tranne che agli acciacchi dell'età, cioè qualcosa di ineluttabile e soprattutto ingovernabile.

Perché così è. Se il passo ti sembra pesante, devi ritrovare un po' di leggerezza. Non rinchiuderti nella convinzione che ci sia un destino incamminato più velocemente di te, a indirizzarti.

Buon viaggio, signora gentile. E il tuo passo è lieve, non perché ora hai le ali. E' perché lo è sempre stato.

notte e se il passo ti sembra pesante.

martedì 30 ottobre 2018

Notte e cambi più veloce di Milano

Tra un fuoco pallido di sole e gocce non meno svogliate, contemplo Milano che cambia.

Se chiudo gli occhi indietro di anni che mi sembrano giorni, queste torri, questo fermento non c'erano.

Milano cambia in fretta e tu stai per correrle dietro. Finché non inciampi in un pensiero.

Ciò che andava bene, o che era tollerato, ciò che accettavi per creanza o per abitudine, ad un tratto trabocca dalla tua vita. 

E tra un fuoco pallido di sole e gocce anche più svogliate, ti rimetti a correre.

Perché Milano cambia in fretta e forse tu di più.

Notte e cambi più veloce di Milano

lunedì 29 ottobre 2018

Notte e il tempo è un'onda

L'immagine di un negozio invaso dal mare si posa davanti ai miei occhi, poi accanto all'altra, scattata da me settimana scorsa: quella della spiaggia immersa più nel sole che nell'acqua.

Sembra passato un secolo, non una manciata di giorni, specchio di quei grani di sabbia ancora annoiati d'estate.

E penso che il tempo è un'onda, come la vita, come una gioia o una paura. E non importa se tu sappia nuotare o no, perché tutto ciò che puoi fare è seguirlo: peggio, cercare di correre avanti.

Notte e il tempo è un'onda.

domenica 28 ottobre 2018

Umanamente, Aranzulla

Quando smanettavo e la scatola della tecnologia rimaneva cocciutamente chiusa (più o meno come adesso), digitavo quelle parole su google: come…. aranzulla.

E ufficialmente è per capire meglio quel mondo che mi reco puntuale all'Aranzulla Day a Milano, sfidando pure lo sciopero dei trasporti. Solo che mi accade ciò che già avevo provato qualche mese prima, intervistandolo: mi distraggo dalle indicazioni di metodo tecnico, per fare qualche riflessione umana.

Sarà colpa della solita cicatrice che mi porto dietro da una vita, quella di filosofa testarda. Salvatore guida, fornisce un sacco di indicazioni, non vacilla mai, ma c'è qualcosa che mi colpisce più di tutto.  Lo vivo soprattutto durante la fase delle domande.

Non ce  n'è una di fronte alla quale scuota il capo; anzi spesso annuisce. A volte nei commenti esordisce con un "assolutamente". Le ritiene importantissime, le domande, e piano piano anche  noi, tanto che non ci vergogniamo. Mi viene in mente ciò che mi disse in quell'intervista, purtroppo telefonica (detesto essere separata da un mezzo, perché di solito siamo già abbastanza separati dalle nostre idee), ovvero quanta attenzione dedicasse alle mail che indicano gli errori.

Quanto cresci, con gli errori. E allora, vuoi non avere pazienza con gli altri e persino con te stesso.

Mi piace che in un campo così tecnologico scorra tanta umanità. E' come se contassimo ancora un po', noi umani. E vuoi vedere che contiamo davvero.

venerdì 26 ottobre 2018

Happy veg (troppo felice per desistere)

Un amico carnivoro mi porta da qualche tempo queste delizie. Lui non mi contesta, come io non contesto lui. 

Da molti altri battute sarcastiche, altri scuotono la testa. Lui mi vizia.

Ma io sono in cammino e la strada è lieve. Infatti sorrido, a poco a poco più libera. 
  

Troppo felice per desistere, pazienza se qualcuno pensa ancora a un vegetariano dallo sguardo triste o invasato.

Eccomi, happy veg. Perché sono in cammino con tante creature.

giovedì 25 ottobre 2018

Notte e potrei non avere più paura

Chissà perché accade quando confesso una mia paura e per sicurezza la calpesto di risate.

Un limite che mi segue fedele da quasi cinquant'anni. Lo porto dietro con pazienza, eppure a volte lo grido così forte che sembro in grado di scuoterlo via.

Eh sì che ho tanta, tantissima paura. E forse per questo motivo potrei non averla più.

Notte e potrei non avere più paura.

mercoledì 24 ottobre 2018

Notte e aspettando un treno (me lo cerco)

In preda ad un attacco di maturità, mi sintonizzo su Harry Potter.

Mi riporta a ciò che raccontavo poco tempo fa a una serata magica con i Lions, di cui racconterò presto. Il ponte del treno irresistibile verso la libertà, non è un sogno. È una struttura realissima, a Glenfinnan, in Scozia.

Da qui partì l'ultimo dei liberatori, il Bonnie Prince Charlie. Un tempo i turisti venivano a vivere sul Loch Shiel questo orgoglioso ricordo.

Oggi si presentano sotto il ponte per aspettare il treno di Harry Potter.

Io non lo aspetto più, il treno. Preferisco cercarlo, in ogni valle. E persino trovarlo.

Notte e aspettando un treno 


martedì 23 ottobre 2018

Notte unendo terre e sguardi

Non so se sento più gli anni o i chilometri. So solo che ogni tanto voglio essere ancora questo, nonostante la mia poco arrendevole natura.

Un ponte che unisce i lembi di una terra o di uno sguardo. Inarcata sotto un cielo macchiato di luce e voglia di bufera, resto immobile a sperare.

Anche di poter essere un ponte come quello sul Tay, nonostante la mia poco arrendevole natura. Che lascia passare tutti, ma con pochi si ferma ad ascoltare il vento.

Notte unendo terre e sguardi 

lunedì 22 ottobre 2018

L'estate, che va al mare

L'estate si rilassa, l'estate va al mare.

Felice della pace e delle sporadiche creature che la accompagnano, si ferma ancora un po'. Un'occhiata complice all'autunno, non un'implorazione.

L'estate si prende il suo tempo e tempo concede ancora. Istanti oppure ore, non importa. Perché se qualcuno ti offre il suo tempo, devi sorridere d'argento come il mare.



Il primo passo, con voi

Il compleanno del nonno, una data così bella da farmi superare anche quel ghiaccio di nome pudore. Se ho avuto il coraggio non solo di scrivere, ma di pubblicare il primo libro, è perché non era solo mio. Perché mio padre Nino si era portato avanti e io dovevo solo completare. 

- Quando pubblichi tutti quegli scritti che hai nei cassetti?

Bisogna rivelarsi, bisogna soffocare lo sgomento, bisogna fermare poi la paura di dire troppo o troppo poco. Quel giorno in cui decisi che questo libro doveva uscire e con l'immagine di mio nonno Giannino in copertina, era immerso in un mese e anno da spavento: novembre 2008.

L'anno dopo "Quando il nonno prese per il naso il re", edito da Nomos, era pronto a uscire e la sera giusta era il 22 ottobre: per il compleanno del Giannino, appunto. Quella sera che è rimasta unica. Accanto a me due amici speciali e pazienti. Le prime file occupate da volti emozionati: appartenevano tutti alla mia famiglia. Ai discendenti di Giannino e a quelli delle "piccole donne", le sorelle della nonna Giuseppina. Una piccola grande famiglia, che si radunava.

Così a volte dico a mio padre: il primo passo, ancora una volta, sono riuscita a compierlo con te. Ma poi aggiungo: con voi. Alcune delle persone in prima fila e non solo, nel frattempo, sono andate via. A compiere altri passi in altri luoghi che non si vedono e forse persino a vegliare sui miei.

Ma sono grata di quella sera, unica e inimitabile.

Buon compleanno, nonno Giannino, e chissà se prendi per il naso gli angeli, con timore reverenziale.

domenica 21 ottobre 2018

Due anni con le farfalle

Due anni, con le farfalle. L'aria così impalpabile, da riempirsi di colori.

Anche oggi ho corso, piccola Chiara. Ma a quell'ora mi sono fermata con un pensiero: due anni fa so dove mi trovavo, quando tuo zio mi chiamò e mi disse che eri volata via. Io risento ogni parola e il cuore che si ferma.

Da allora ho un pensiero che mi fa male: non abbiamo mai potuto giocare insieme. Ma ne ho altri che fioriscono come rose e altre mirabili corolle, su cui sogno che tu e tante altre farfalle vi posiate.

Bisogna vivere, vivere, vivere. E provare a sognare. Salire su un palcoscenico per far ridere, o strappare via il pianto, anche con l'inferno nel cuore, per aiutare altri bambini.

Due anni con le farfalle ti fanno scoprire che l'aria è così impalpabile da riempirsi di colori.


http://www.nomosedizioni.it/lariadichiara+

sabato 20 ottobre 2018

Il senso della stagione

Senza i laghi credo sia arduo rintracciare l'ombra del senso delle stagioni. Tutto si smarrisce senza l'acqua.

Il senso di una stagione, i forum a Villa D'Este che corrono verso l'autunno. Una collega mi invia una foto: io immersa in un'intervista.

Dopo il forum di Conftrasporto, quello di Coldiretti. Sorseggio un caffè contro i primi brividi, più cocciuti del sole.

Il senso della stagione, da stringere e tirare in caso di emergenza... e meno.


venerdì 19 ottobre 2018

Notte e il potere di un bravo

Nella tensione di un servizio impeccabile ho visto passare la gamma delle reazioni della vita.

Occhiate nervose, un rimprovero sussurrato, la testa scossa.

Poi un uomo dai capelli argentati si rivolge a un suo (cosiddetto) sottoposto e gli mormora: bravo.

Io non so cosa abbia fatto di così speciale. Ma forse a volte speciale è una lode, anche solo mormorata in un universo a caccia dell'errore. 

Notte e il potere di un bravo 

giovedì 18 ottobre 2018

Notte e quella bambina lì (mi ha insegnato tutto)

Stasera ho incontrato quella bambina. Aveva i capelli catturati da un amore paziente, quello del padre che si districava tra lacci e mollette. Camminava lungo il Ticino, incurante delle punture di zanzare, e ci credeva, che il mondo fosse sensato come un fiume che scorre.

Ad un tratto so cosa pensa, so cosa sogna. E' un po' orso, eppure chissà perché sta tra la gente. E' qui, in un verde magnifico, e lo sogna di più ancora, fino in Scozia. E scrive, scrive come una formichina armata di penna: mette in scena film e libri interi.

Quella bambina lì, mi ha insegnato tutto. Quella bambina lì è ancora qui con me.

Notte e quella bambina lì.

martedì 16 ottobre 2018

Notte e ogni giorno come un altro

Che poi un giorno cambia, così, perché ogni giorno diventa come un altro.

Fai molto, moltissimo. Corri, ami, ti incavoli, costruisci e butti giù tutto per rifare un edificio che assomigli a quello dei tuoi sogni.

Ma intanto, non ti sei accorta ancora che ogni giorno diventa come l'altro. Perché chi camminava sempre dalla tua parte, anche quando vi dichiaravate in contrasto ufficiale, è stato portato altrove.

E molti ti dichiarano che sì, sono proprio accanto a te. Ma nel quadro che vedi allo specchio delle tue giornate, vedi un vuoto che non puoi colmare.

Un giorno tutto cambia così, per anni. E ogni giorno - bellissimo, grintoso, fragile, bastardo, dolcissimo -  diventa come un altro.

Notte e ogni giorno come un altro.

lunedì 15 ottobre 2018

Trafitti, in qualche modo

Forse siamo molti, se non tutti, trafitti. In qualche modo, da qualcosa.

Da un tutti, che non si è fermato a "tu".

Da uno spettacolo che scorre solo fuori.

Da un raggio di eccessiva bellezza, per fermarsi da te.

Tutt'attorno le nuvole, perché tutto sia più chiaro.

Siamo spesso trafitti da qualcosa, mascherato per fingere che sia più sopportabile.

Notte e l'autunno oltre il grigio

Sommessamente attraverso chilometri di grigio, tentata di rimproverarmi per la scelta della camminata.

Persino il cielo si è spogliato di colore.

Poi, incappo in questo quadro che per un attimo mi pare artificiale.

Come se qualcuno l'avesse messo lì per me. E forse è davvero così, ma non per questo meno bello. Un inaspettato atto d'amore, mentre sommessamente cammino nella vita.

Notte e l'autunno oltre il grigio.

domenica 14 ottobre 2018

Notte e sveglia come davanti a un grattacielo

Sono a New York, in uno dei rari punti in cui i grattacieli si ritraggono, come per farsi scrutare meglio in un lampo di vanità.

Mi ricordo quella notte: ho lasciato le tende aperte per non perdermi un istante della loro vita notturna e del loro risveglio. Sembra un secolo fa, quand'ero così ostinatamente tecnologica e proprio ora.

Pochi giorni fa. Sono a Oslavia e la mia camera si affaccia sulla morbidezza dei vigneti. Il mio sguardo corre via con le loro ondulazioni e mi dico che non posso assolutamente dormire.

I don't want to miss a thing.

La natura non addomesticata dall'uomo, ma incline a farsi accarezzare. Come posso assopirmi davanti alla meraviglia?

Sveglia come davanti a un grattacielo, a un film che non si può perdere, finché mi addormenterò felice. Ma un angolo della mia anima rimarrà aggrappato a ogni sfumatura di quei vigneti, minuto dopo minuto. 

Notte e sveglia come davanti a un grattacielo 


sabato 13 ottobre 2018

Notte e ruvide le lacrime

Mi fermo ad accarezzare una rosa in dissolvenza, che vuole cantare contro stagione. Ruvide sono le lacrime, versate da chissà chi sulla sua morbidezza.

Come a protestare contro chi sa alzare la voce e lo sguardo, sullo sfondo del destino. O forse era un pianto di invidia buona, sfuggito al controllo poco prima di indossare un profumo nuovo e incamminarsi in questa stagione.

E lei così dolcemente indifferente, serba quelle lacrime senza tentare di asciugarle.

Notte e ruvide le lacrime.

venerdì 12 ottobre 2018

Notte e più di prima

Nella piazza semi addormentata si incammina una notizia.

È tornato un nostro amico, con la sua creatività generosa, il suo pensare a tutti con una bottiglia e un sorriso.

Alllora, ci mettiamo in cammino anche noi per abbracciarlo. E non ci sembra tutto come prima, ma molto di più.

Notte e più di prima.

giovedì 11 ottobre 2018

Notte e se arriva un giorno di primavera

Mentre si scioglie questa svogliata pioggia autunnale, un amico mi ricorda una storia bella e terribile. Quella di un maestro che non si sentiva tanto maestro e che guardava fuori, cercando ciò che era.

Finché venne un giorno di primavera e salutò i suoi alunni. Né più tornò.

Sarebbe stupenda questa storia, ma avverto un brivido. E non perché faccia freddo, non ancora. E' perché fuori dal finestrino, io la vedo nitida e sfrontata la primavera.

notte e se arriva un giorno di primavera.



martedì 9 ottobre 2018

Notte e non sono come le mie sorelle

Le (mie) sorelle Angelica e Samar, conosciute quasi vent'anni fa.

Le cronache annotano: israeliana e palestinese. Allora mi insegnarono a fare il pane insieme, o almeno a provarci.

A qualcuno pareva gesto politicamente meraviglioso. Mentre era meravigliosamente umano.

Io non sono brava come loro, non metto le mani nella pace.

Facciamo mega dibattiti politici, per non prenderci le nostre responsabilità.

Oggi le ritrovo insieme dopo tanti anni e sono grata, perché magari un granello della loro benedizione  un giorno si poserà su di me.

Notte e non sono come le mie sorelle (ma un granello di me forse un giorno potrà diventarlo)

lunedì 8 ottobre 2018

Il canto che solo l'acqua sembra ascoltare

C'è un momento in cui si spezza tutto, nella notte che sa già d'autunno. Come una chitarra dopo un concerto rock, tu vorresti o forse dovresti spaccare tutto.

E lo farai, ma adesso c'è qualcosa che chiama sul lago: un pianista che suona e solo l'acqua sembra ascoltarlo, perché fuori il fresco comincia a pizzicare.

Io, mi fermo e mi ribello con un sorriso. Lo rivolgo all'uomo che ricambia.

Forse ascoltiamo solo l'acqua e io, io per pochi istanti. Ma quelle note non sono perdute. Come non si perderà la chitarra che sto per spaccare.

domenica 7 ottobre 2018

Notte e la fortuna riposa in un bicchiere

Oslavia, ancora: un nome che è musica, come le promesse che ciascuno adotta.

Al cospetto di questo panorama, in una struttura che nasce, gestita dai giovani, mi sembra di avere tutte le fortune del mondo. Meglio ancora, non averle, che implica il possesso, bensì condividerle. Così  le luci si placano nella notte e sbirciano dentro i nostri bicchieri, come se fossero invidiose.

Perché anche la fortuna ama riposarsi e lo fa, in bicchieri che brillano, di curiosità e sacrifici.

Notte e la fortuna riposa in un bicchiere

sabato 6 ottobre 2018

La guerra dentro, dentro la guerra

Non si può lasciare Oslavia, una terra che mi parla di vita, famiglia, futuro fiorito  dal passato attraverso il meraviglioso mestiere del viticoltore.

Non si può, perché questo confine, oggi posato quasi dolcemente, mi fa viaggiare dentro le ferite che ci hanno condotto fino a qui. Lo percepivo nei discorsi degli uomini e donne che ho incontrato, perché tutti sono stati toccati dai conflitti dilanianti e più silenziosi.

Date e luoghi memorizzati a scuola per la prima guerra mondiale, che diventano un libro vivo. Non mi viene espressione migliore, perché prima di partire passiamo da qui, l'Ossario di Oslavia. Pallido e silenzioso, ci accoglie con una sola frase.

Qui riposano 57.200 italiani e 539 austro ungarici. Ragazzi... Ripenso alle parole di Dario. No, bambini. Mandati a combattere, traditi, schiacciati. Pochi testimoni, tra di loro la reporter di guerra della quale ho appreso grazie a Silvan, che quella storia tiene viva perché sia più forte della morte.

Quando entro, non c'è più parola che esista. Solo nomi, che sono stati volti, sorrisi, gemiti d'orrore, una preghiera.

Trovo due ragazzi con lo stesso nome del fratello del nonno Mario, Pietro. Lui non è qui, ma a Redipuglia. È come se il dolore si moltiplicasse.

Stordita dal silenzio di questa guerra, esco e guardo Gorizia. 

Sono stata dentro la guerra, con la guerra dentro. Dal castello illuminato da un raggio testardo al confine sloveno, tutto è pace: su di essa scende il rintocco delle tre. L'ora del supplizio e della rinascita.

Forse solo di una preghiera 


Learn by heart (il cuore della memoria)

I like to explore and feel The differences between my language and another one.

One of my favourite expressions is: learn by heart. 'Cause if you repeat mechanically and you don't feel it, well I guess there is hardly any chance to repeat it years after. I love the debate about it.

Il cuore della memoria 
The heart of memory

1 I don't know how many poems I was obliged to learn at school (imparare a memoria), but I know I can't repeat a complete one today in my language.

Two different matters.

I don't pretend to remember the whole Rime of the Ancient Mariner, but it's the ballad shining in my heart (with a little help from Iron Maiden) due to my devotion to Coleridge.

Sì, mi hanno aiutato gli Iron Maiden ad apprendere con il cuore Coleridge.

2 And perhaps water is the other key. The only poem I can completely repeat is Heine's Lorelei.

I don't think anybody forced me to learn it "a memoria" this song between the river and the rocks.

But my heart did it and I had to obey.

Ich weiß nicht, was soll es bedeuten

Non so che significhi...

Ps with my love and gratefulness to my Dad who supported my love for languages.

venerdì 5 ottobre 2018

Notte e tutte le lingue del mondo

Ci sono lingue che vorresti imparare, perché le parla il tuo stesso popolo.

Poi ti chiedi: ma di che popolo sto parlando? Ci strappano da un confine all'altro, senza poterci dividere.

Oggi cammino nella terra del Friuli e sfioro la Slovenia. Provo a scandire la parola sul bicchiere e mi sembra di essere più saggia.

Quasi come il viticoltore che mi ha raccontato le storie di guerra, perché innamorato della vita.

Stasera mi sembra di poter parlare tutte le lingue del mondo.

Notte e tutte le lingue del mondo.

Solo una pianta

Quante volte l'ho sentito dire: è solo una pianta. L'ho detto anch'io, da ragazzina aspirante tecnocrate invaghita di un progresso luccicante.

Non so quando qualcosa è cambiato. Forse quando alle prime ferite, il corpo usciva nel bosco finalmente insieme all'anima. Le prime a tendere la mano, le piante.

Molti anni dopo, mi hanno chiesto di scrivere la storia di Mafalda, alberello gettato nel fiume. Una fiaba che dalla natura prende respiro, che abbraccia il Lambro e ne segue il corso non geografico ma a caccia di un sogno.

Se lo realizzerà o no, si scoprirà leggendo.

Io grazie a Mafalda l'ho conquistato, un giorno convocata in una grande città a vedere un grattacielo: lo sguardo mi è stato subito rubato da una piantina dalla bellezza straordinaria, quella di dare vita.

mercoledì 3 ottobre 2018

E fidati

Sotto i raggi nebulosi dell'autostrada, mi percuote la telefonata di un signore.

- Lei ha perso un cellulare?

- Direi di no.

Sembra un dialogo di quelli reali, che infilo in questi cassetti. Ma intanto il mio sguardo fruga alla ricerca dell'altro cellulare, mica che l'abbia lasciato in qualche luogo improbabile. Eccolo lì che mi sfiora con la sua copertina rosso fiammante, adesso posso lasciarmi andare a un'ipotesi più sicura.

Sono vittima di una truffa telefonica, chissà questo dove ha preso il mio numero.

- Lo immaginavo. E' che ho trovato il suo bigliettino da visita, dentro la custodia del cellulare. Quindi ho provato a chiamarla.

Forse non mi sta truffando. Tuttavia, nel luogo da cui sta chiamando conosco pochissime persone e ancor meno hanno il mio biglietto. Faccio correre la mia mente a qualcuno nella zona che può avere i miei riferimenti e un'idea si affaccia.

Da quel momento, non solo ho perso la diffidenza, bensì mi sono lasciata contagiare dalla sua missione: se riusciamo a evitare a quella persona di girare a vuoto a caccia del suo cellulare, è meglio.

Ogni tanto lo chiamo, con un'idea: Mi mandi la foto dello schermo, così vedo se mi dice qualcosa?

 - Collegati via whatsapp che te la mando.

Ci diamo del tu, ridiamo e ci indaffariamo per aiutare qualcuno, complici nel bene. Lui, con questo gesto gentile, mi ha strappato la diffidenza e chissà se tra poche ore avremo la conferma che siamo anche dei buoni detective.

In ogni caso, ho imparato la sua lezione: e fidati, qualche volta.


martedì 2 ottobre 2018

Angeli, piccolissimi

Confidiamo in grandi bagliori e aspettiamo di vedere ali che ci adombrano. Pregustiamo effetti speciali e visioni che riempiono il cielo.

Poi arrivano loro. Angeli, piccolissimi.

Che quasi non li vedi. Togliamo il quasi.

Angeli che si posano con delicatezza su una lacrima e non la portano via.

Perché angeli sono, che non vogliono togliere le tracce del dolore ma guarirlo nel cuore. 

Buona notte angeli, piccolissimi. 

lunedì 1 ottobre 2018

Notte e quello che è giusto

Ogni tanto si piazzano davanti, con qualcosa di simile all'insolenza, beffe del destino che indossano un'aria innocente e si fingono solo scelte.

Tu le fissi, incavolato nero, pensando a cosa replicar loro, quindi ti accorgi che hanno ragione.

Perché tu ci metti sopra tutto il carico di emozioni, anche contrastanti, ma sono scelte. E puoi essere incazzoso, felice, stolto o commosso, ma alla fine sai cosa devi cercare di mettere in campo: quello che è giusto, o così ti appare.

In quel momento, ti senti così lieve, che ti pare di non averci nemmeno tanto pensato.

Notte e quello che è giusto.