lunedì 30 settembre 2013

Puoi solo sentirmi

Fruga pure tra le nuvole perdute, ma puoi solo sentirmi. Un falco che vola tra le malinconia, i miei versi che si perdono tra il vento e i campanelli delle capre.

A che ti serve vedermi, non certo a tenermi stretto a te.


Stella ribelle

Luce vanitosa che sfida la bellezza della luna. Sarai spenta a un nostro cenno, capriccioso.

O forse, niente di te abbiamo capito. Sei una stella ribelle, in cerca di altra eternità.

#buonanotte


Un papà che accompagna

Sciolgo preghiere e riflessioni a un giorno dedicato a una santa troppo grande per non rifugiarsi tra i piccoli. Ma riassaporo in particolare le pagine dedicate a suo padre.

Un papà incredibile, quello di Teresa di Lisieux, che accompagna le sue reginette in convento. Pochi appaiono sovrani come lui, che accetta di separarsi dalle sue figlie e si batte per realizzare i loro sogni, e quello del Re dei re.

Io ammiro ogni passo terreno di quest'uomo e l'amore incondizionato di Teresa. Che sa cercare il suo Amore, avvolgendo in esso un padre che ha sempre accompagnato con aria non meno regale ciò che agli altri pareva sacrificio.

Won't get fooled again - canzone per il giorno

C'è sempre una nuova rivoluzione. Dalle armi  è passata alle chitarre, e dai sogni agli spot. Si colora, si stinge, ci fa fremere e pensare che sia finita. Che sia iniziata.

Riprendo a suonare e mi trovo in ginocchio a pregare perché non siamo fregati ancora. Forse è quella musica che ci dà lo stimolo a rialzarsi e a credere che la nostra preghiera sia esaudita. Perché se ascoltiamo il vociare attorno, la sensazione è diversa.


But the world looks just the same
And history ain't changed

Sì, il mondo sembra uguale, la storia non è cambiata. Eppure riprendiamo in mano la chitarra o qualsiasi cosa ci spinga a credere ancora, con l'ombra di un ghigno, di un sorriso.

Won't get fooled again, the Who, canzone per il giorno

Luci e ombre

In Santa Maria Maggiore è racchiuso tutto ciò che amo. Il riparo dell'ombra e quello della luce. La condivisione con gli altri e la Santa solitudine. Il fruscio del bene e il suo canto silenzioso.

Non ci può essere tappa a Roma senza di lei. E da bustocca, quando vedo la statua che mi ricorda la mia Madonna dell'Aiuto, mi sento a casa e nella Casa ancora.

Non chiedermi nulla (e ti darò tutto)

Non chiedermi nulla, non occorre tracciare vane domande di noi.

Non chiedermi nulla, che mi soffochi. Non chiedermi nulla, perché non sono capace. Non chiedermi nulla, perché sono egoista.

Se puoi, offrirmi uno sguardo silenzioso. E io ti darò molto di più, ti darò tutto.

domenica 29 settembre 2013

Cinque strofe #daje

Comunque vada, questo ritornello è finito in fondo alla canzone. Stasera sorrido ancora ai miei lupi e a quel numero per me magico.

Cinque, i gol di oggi della mia Roma.

Cinque, la mia prima maglia che non è più potuta cambiare, quella di Falcao. Il primo senso di appartenenza, la genuinità e l'eleganza, la scoperta di un leader e dei tanti che erano.

Cinque, i miei riferimenti incontrastati negli anni insieme a lui. Di Bartolomei, Totti, De Rossi.

Ma il più importante resti tu. Giorgio Rossi. La lealtà, il rispetto, il coraggio che ancora mostri ogni giorno. Oggi i nostri ragazzi ci hanno regalato cinque gol. Io vorrei donarti un sorriso, amico della Roma, amico mio.

Ps messaggio alle mie tigri. Adesso voglio il vostro risveglio #daje Pro Patria

Somewhere Between heaven and hell - canzone per la notte

Questo terreno forse il più calpestato nei cammini quotidiani. Sembra polveroso o dorato, cangiante come i passi.

Un luogo imprecisato  tra delizia e dolore, tra paradiso e inferno: non c'è verso di saggiare i confini e tracciare una protezione. Un luogo dove serve dolce ostinazione.

Dove i pensieri di ciò che ti serve si confondono come quella terra. E alla fine, puoi trovarti d'accordo con Gene Simmons: non ho bisogno del vostro amore, non voglio nulla, né simpatia né un amico.

Ho bisogno in qualcosa in cui credere. Per continuare a camminare in quel luogo, da qualche parte tra verità e bugie.

Somewhere between heaven and hell, Kiss, canzone per la notte.

Katharine, Cary e la difficoltà di far sorridere


Non capisco perché tanti politici oggi perdano tempo in tv. O forse è meglio così, meno danni altrove?

So che quella volta che accendiamo quell'apparecchio incline alla polvere, mi pento. Prima di sopprimerne la diffusione di veleno, giro un attimo. Bringing up baby, Katharine Hepburn e Cary Grant. Bellissimi, folli e capaci di far sorridere con mille acrobazie.

E com'è difficile far sorridere. Io li ringrazio, e anche Tv2000 per quest'isola che mi fa scordare che razza di penisola stiamo diventando, o siamo diventati.

Al ma manca (dialetto e lingue del mondo)

Oggi riascolto ul maèstar mentre mi fa assaporare una poesia meravigliosa. Mi manca il mio dialetto. Finito in angoli, umiliato, ripreso in mano per ridere e poi finalmente per sentire.

Mi manca il mio dialetto. E ogni lingua del mondo, che lo alimenta, lo arricchisce, lo spinge avanti.

Anche se a volte, maèstar, mi assale una certa malinconia. Tutte le lingue e le parole del mondo, e riuscire a capirsi così poco.


Come va - canzone per il giorno

Si intrufola con la pioggia, questa canzone: ma forse non è acqua, forse hai pianto. Ron scolpisce la domanda, che spesso casca casuale nelle conversazioni, spesso neanche sfiora la mente di chi ti incontra e in rare, preziose occasioni ti senti rivolgere con il cuore.

Come per un amico, giovane e aperto al mondo, che me lo chiede ogni volta, e ogni volta mi emoziono perché comprendo quanto gli prema sul serio.

Eppure accade anche altro. Che ci sediamo senza parlare e stiamo ad ascoltare.

Lontano come un sole abbandonato, chiede un angelo persino alla pioggia: come va.

Come va, Ron, canzone per il giorno.

Vorrei essere lì, ancora

Dieci giorni corsi via e un fisico poco bestiale, che non ha saputo stare al passo.

 Ma l'anima sta ancora volando. E io vorrei essere lì, ancora, Papa Francesco. Essere in balia di un'onda buona, mentre tu giri, ti fermi, saluti.
Ma molto di più, giungere alla spiaggia calorosa dove bere la Parola. A volte basterebbe una parola, anche cucita alla bell'e meglio, ma le nostre sembrano solo strappare speranze.

La Parola.

Tutto si unisce alla voce tua e di chissà Chi... Sotto il cielo strabiliante di San Pietro.


Le favole del dottore

Costringere una bimba a entrare dal dottore era possibile solo al prezzo di una favola. Quel medico che mi pareva immenso, guardava dentro un mio orecchio e nell'altro faceva scivolare una favola.

Le scriveva lui, riflessioni intrise di psicologia. Me ne ricordo una su Umberto e Gianni Agnelli.

Aiutare le persone ad ascoltare con ogni centimetro di se stessi, è opera meritoria. E durissima.

Questo mi viene in mente, grazie a una giornalista buona. E mi sembra di rivedere il dottore chino su una bimba, intento a scovare una favola.

sabato 28 settembre 2013

Don't leave me now - canzone per la notte

La più orribile canzone d'amore o la più bella di anti amore?

Va bene servita con tutto, specialmente se di nulla importa oltre se stessi. Eppure, quando ero ragazza, non ne scorgevo la follia. Bisogna crescere, ferire ed essere feriti per capirla fino in fondo e trovare persino una luce di speranza.

Non lasciarmi ora.. Ricorda i fiori che ti ho mandato, ho bisogno di te per metterti sotto la grattugia, di fronte agli amici. Ho bisogno di te, per picchiarti a sangue un sabato sera.

Tu corri via, fallo. Non è un problema tuo se si condanna alla solitudine, questo essere. Puoi solo tracciare una preghiera.

Don't leave me now, Pink Floyd, canzone per la notte.

Il tramonto visto da Mr. Roubini

Che cosa mi dà pace? Tanto, di atteso e inaspettato. Tornare da un turno e sentirti felice, perché hai fatto una gita e sembri un ragazzino. La sua voce dolce e ferma, che mi assicura che tutto andrà bene, sempre. La mia amica di una vita che ride affettuosamente dell'ultima mia discesa libera a Roma.

È tutto così profumato, che posso aprire Twitter facendo lo slalom tra canti e singhiozzi sul Governo. Sobbalzo: c'è un tweet anomalo di Mr. Roubini.

Dottor Sventura che profetizzò la crisi e che di recente a Cernobbio non ci aveva tirato su il morale. Tranne quando l'ho avvicinato a Villa d'Este e lui, reduce dalla conferenza stampa: no, non parlo con giornalisti. E io: per favore le voglio solo chiedere del lago, di questo magnifico lago.

Lui si lascia andare. Forse come stasera. Il suo tweet è un tramonto, su New York. No, non c'è triste messaggio subliminale dietro. È solo un bellissimo tramonto.

Grazie, Mr. Roubini.

(Pianto in) sacogia

Quanti occhi seri, riservati e amabili ho incontrato nella mia vita. E che impressione mi procurano, che fitta, quando - dopo tanti anni - li vedo inumidirsi. Per un ricordo, una sofferenza, una scomparsa.

Le lacrime sono sempre un mistero, da cui non si può fuggire. Ma quelle degli anziani... Forse ha ragione ul me maèstar, hanno il pianto in sacogia. Dopo prolungato esercizio di controllo, possono lasciarsi andare. Il cuore ha assorbito tanto, come tanto ha dato: le lacrime forse raccontano questo.

Con gli anni, divengano meno controllabili, più nobili. Io immagino quella tasca, quella sacogia, tessuta nel tempo e i suoi ricami hanno oro che nessuna crisi può svalutare.

So che c'è un fiore

Solo un fiore può strapparmi un verbo così: sapere. Io so che c'è un fiore, in ogni vita, in ogni terra, in ogni stagione. E sento (qua già mi sfumo come i suoi colori) che bisogna curarsene, condividerlo, ma sempre proteggerlo.

Che lo dono a chi lo vuole, tanto rimane sempre con me a modo suo. Che lo ammiriamo insieme o fugga in un altro prato, io so che c'è. Tenetelo, rispettatelo, amatelo se volete.


Mama, I'm coming home - canzone per il giorno

Metti due cattivi ragazzi, il ricordo di casa, un cuore di pietra. Scorre così, come la strada che separa da chi si ama, da tanti anni eppure sembra un minuto.

Mama, I'm coming home: così Ozzy Osbourne, con l'aiuto di Lemmy, si avvicina alla meta, e alla metà. Non è l'isola felice, ma il luogo dove si può forse essere se stessi, abbracciare, bisticciare, accettare una ipnosi che rende migliori.

Sto tornando, e la strada è lunghissima, quando ti devo sussurrare ciò che sei per me. Sto tornando, e rallento, quando ho un magone che non voglio far scivolare anche su di te.

Ma ho questo cuore di pietra da darti e sto tornando a casa. Aspettami.

Mama, I'm coming home, Ozzy with a Little help from Lemmy, canzone per il giorno.

Rimbaud e Marsiglia che tornano

Il mio poeta e la mia città più aspramente desiderata. Quasi avevo soffocato il morbido legame, tra Arthur e Marsiglia. Tengo stretto lui ragazzino e nel riposo, alla sua città natale. A Parigi, ai viaggi d'amore ferito con Verlaine, ai Paesi da conquistare abbandonando la poesia.

Ma è Marsiglia ad attenderlo, il suo cuore incerto, temprato dai mille volti e dagli odori. Arthur arriva con il destino negli occhi, nel corpo, e io vorrei abbracciarlo, ancora. Stringere quella lettera che per me è una delle più belle scritte, nel tormento d'amore: torna.

Arthur et Paul. Chi se ne frega delle polemiche per un piatto di pasta, della bilancia della libertà che si sposta sui cliché e si nutre di reazioni spesso isteriche a un libero pensiero.

Tutte distrazioni dalla vita, dall'amore.

L'amore è anche questo rincorrersi, ferirsi, fuggire e scrivere inesorabilmente: torna. Come la Francia ti sussurrava, Arthur, attendendoti sulle acque di Marsiglia. Perché anche torna, sempre.

Un pulsante e mi aggiorno

Quella macchia rossa, piccola onta retrograda, mi tormenterà finché non eseguirò anche questo aggiornamento.

Da una parte la detesto. Dall'altra invidio smartphone e compagni. Perché io ho fame di aggiornamento, cercare di imparare mi dà vita. Tuttavia, mi sono posta questo dubbio: capisco sempre quando sto diventando antica? Quando non sto compiendo il prossimo, necessario passo? Quando mi sto trastullando con appassiti allori?

Busserei a voi, magnifiche società, per imprimermi una macchiolina, un pulsantino che mi avvisi: attenzione, ti devi aggiornare.

Strane espressioni

Vorrei essere io la prima a comunicarlo: l'ho sottolineato a più riprese, quindi il tema mi pare superato. Poi mi viene riportato un incontro con una persona e un sesto senso mi avvisa.

-Ma per caso le hai detto...?
- mi sembra di no

Mi sembra, strana espressione. Gli occhi birbanti non fanno in tempo a fuggire.. Ok il caso è chiuso, l'annuncio a sorpresa sfumato. O così mi sembra.

venerdì 27 settembre 2013

So you want to be a rock'n'roll star - canzone per la notte

Me l'ha insegnata Patti Smith, ma stasera apro le porte ai creatori, i Byrds. Mi piace questo attacco indisponente, questo entrare nel vivo e prendere di petto il problema, magari ascoltare un saputello che si presenta, affamato di gloria e ignaro del dolore. Così vuoi diventare una rockstar...
Perché l'inizio è facile: suonare, imparare un po' pettinarsi e vestirsi nel modo giusto; quindi entrano in gioco altri attori, che saranno tuoi registi e finirai in vendita. Se non stai attento.

Cosa puoi fare? Forse non dimenticare chi sei. Non farlo, mai. Sei una rock'n'roll star e la tua maschera non è molto differente dalle altre.

"Mi chiamano vetro rotto, per via del suono. Riconosci la mia faccia?"

La chitarra stride, come i pensieri.

So you want to be a rock'n'roll star, canzone per la notte.

La musica e i limiti

Zio Lemmy ha tenuto i curiosi lontano e ho potuto pensare. Ora metti qualcosa di più morbido, prego, che la notte sta iniziando.

Conterò le stelle e le note, e ballerò finché posso. Anzi di più, perché non conosco più limiti.

Senza musica non si accenderebbe nulla e sono gli angeli a raccontarcelo.

Lemmy scrive, io obbedisco (più di una canzone per il giorno)

Se non si può piangere, se non si può ridere, che vita assurda. Se non si può indossare una maglietta (ma si possono incollare centimetri dubbi) per andare a scuola, vale la pena indignarsi anche per questo, che ne dite.

Ascolto "Crying shame", il nuovo singolo dei Motorhead, e penso che la musica possa essere sempre così, ruvida, sincera, anche spiacevole se deve, basta che non tiri fuori il male di noi, se non per farlo svanire.

Lemmy dice di votare il nuovo capolavoro di Aftershock e chi sono io per non obbedire. L'ho anche twittato ieri sera "please people obey" e i Motorhead l'hanno gentilmente aggiunto ai preferiti.

Crescendo (si dice così, non invecchiando, Arguta Paffuta), sapete che ho accettato che la musica alzasse il volume. Forse cercavo una formula aggiunta di libertà, in questo universo di note illusorie. Le idee di Lemmy non sono proprio le mie, ma amo la persuasione di fare ciò che si crede, non ciò che ti dicono a priori.

Amo anche che un ragazzino sia mandato a casa da scuola, perché la sua maglietta dei Motorhead fa pensare a qualche gang strana, e il gruppo gli manda subito il suo affetto. La risposta di Lemmy, da antologia. Ecco, non lasciamo che nessuno ci dica cosa dobbiamo indossare nel cuore.

Questa è più di una canzone per il giorno.


Taylor-
Thank you for your diligent defense of Motörhead…glad we’re still worthy!
Don’t ever let the b******s grind ya down!
Lemmy

Il nostro vanto

Non fidandomi di me stessa, fermo una cortese signora per chiedere dove sia un edificio. Lei si illumina, mi traccia la retta via e aggiunge: lo vedrà subito, perché è bellissimo.

In mezzo al cemento, o così mi pare, mi avvio desiderosa di ammirare cotanta bellezza. Che a momenti perdo. Perché, diciamolo, è proprio anonimo; anonimo, capite, perché affermare che è orribile, è già fargli i complimenti.

Mi rendo conto di dove provengo e di quanti tesori sia io circondata. Di quanto sia ingrata, pure. Nel giro di pochi minuti, mi sento ingrata nei confronti della signora.

Il mio vanto così poco esibito, e lei entusiasta mi perdoni: merita un tesoro più di me che non so affrontare una minima, e convincente caccia.

Se la gente fosse generalmente buona

Una scintilla buona, gettata da una giornalista britannica. Che colpo dolcemente assassino citare Pollyanna, libro letto a pochi anni e poi ripreso in mano ogni decennio.

La gente è generalmente buona: Pollyanna lo pensa e le vengono inferte non poche delusioni. O meglio, le verrebbero. Perché il suo volto arrossato dal sorriso dà conforto a tutto, a partire da chi legge. Così viene da pensare: ha ragione, e anche quando puoi scoprire che non è affatto così, può darsi che tu non ti accorga. Che tu resti felice.

Non so, Pollyanna, ma per sicurezza ti leggo e ti rileggo.

Intregu - intero o lento

Pà Carloeu mi infligge una lezione durissima per il venerdì. Intregu  intero, non si tocca. Eppure significa anche lento nei movimenti. 'me 'n boeu, lento come un bue.

E dagli torto, al bue, che deve lavorare sempre ed essere tirato in ballo in incerti proverbi.

Forse rimanere interi, integri, rende dannatamente lenti.  O santamente lenti. Perché corre solo chi si divide in mille rivoli e non riesce mai a vedersi il mare.

giovedì 26 settembre 2013

Ancora un cielo

Ancora un cielo, sceglilo blu, o tuffati nel grigio se vuoi cedere all'autunno, ma non perderlo mai di vista. Che sia nello splendore della capitale o in un angolo dimenticato di mondo.

Ancora un fiore, che apra la porta all'autunno o superi ogni stagione, che si pettini d'estate o che si lasci andare a ozio di letargo.

Ancora te, perché sei il giorno che si spalanca e che mi dà la forza di muovermi, stirandomi sul telo di un cielo solo apparentemente lontano.

Nei bar con l'ispettore Rebus

Questa è una notte in cui starebbe bene il vento. Un vento da lupi e bastardo, che azzanna tutto ciò che trova.

Incontrei l'ispettore Rebus, in questa notte immusonita, e dovrei seguirlo in un bar; sentirei i mille casi e le poche ossessioni del suo repertorio, mentre ingoia di tutto e di più. E dovrei almeno parzialmente seguirlo, lontana dalla bibita della sua assistente, quella che era così frizzante che a un minimo scoppio mi imbrattò per sempre all'ombra di Maria Stuarda. E non so che canzone metterei, ma una canzone sicuramente da lupi e bastarda.

Camminando per le vie di Edimburgo o  in qualche sobborgo scozzese oscuro, sempre più vero di un vuoto che si illumina per niente.

Good night, Mr. Rankin.

A casa oltre il confine

Sapete cosa vi dico, ondeggiando tra i confini oggi? Ho visto aziende in partenza dichiarata, e molte - spero - non partiranno affatto.

Ho visto che di là le auto si fermano al passaggio pedonale, ma - udite udite - qualche buca esiste ugualmente. Ho capito che stiamo toccando il fondo.

Eppure, appena ho superato il confine del mio Paese, ho respirato coraggio, bellezza e molto altro.

Io sto bene a casa, oltre il confine. E la sera già ha ripreso colore.

Prendere tempo per te

Dubbiosa e soffocata, prendo un bel respiro. Perché penso a una persona che ha afferrato un treno e il suo tempo. Si è presa del tempo per leggerti, ascoltarti e capirti. Non ti ha convocato via facebook sotto gli occhi di mezzo mondo e  si è rallegrata quando sono scomparsi tre sguardi dipinti di azzurro e grati, debitamente annunciati.

Un cappuccino ritardato dall'ombra di una tragedia. Ma vogliamo guardare il sorriso del cielo.

Si è presa tempo per te, senza gridarlo, e prima ancora ti ha sottolineato. Tanto che ha scavato in te più di quanto tu abbia fatto nei momenti migliori.

Si è presa del tempo per te, sui binari e in una splendida stazione arrugginita dalla folla. Per stare accanto a te e agli altri, mentre tutto correva.

Grazie.

Amarsi un po' - canzone per il giorno

Avvicinarsi un po'. L'inizio, il cuore, la dolce prosecuzione. Nasce da uno sguardo, poi diventa facile come respirare.

Facile, non banale, perché di ogni respiro ringrazi.  Amarsi un po', è vero, come evitare di morire. Ma mi piace lasciare che scorra quel fiume, pigramente e abbastanza, finché non si può più trattenere. Fino ad amarsi molto e sentire ogni istante di vita scandito di te.

Io non ci credo, che siamo vicini e sempre irraggiungibili.

Amarsi un po', Battisti, canzone per il giorno.

Fiducia o follia

Dove finiscono i miei biscotti? E dovrò rispondere in spagnolo al telefono? Come faccio a scoprire cosa fare da grande, e possibilmente farlo bene?

Dovrei intingere tutti questi pensieri nel caffè e lasciarli tiepidamente affogare. Ho incontrato ancora storie terribili, di persone che non sanno dove andare e non vogliono nemmeno chiedere. Certo, ho anche intravisto un mondo perfettino, che non mi piace affatto.

Perché respiro il mio Paese. Lo amo, mentre ne calpesto il contorto suolo e le buche lasciate da noi umani come fossero opere d'arte. Mentre tutto sembra sbriciolarsi, c'è un raggio da afferrare da qualche parte. Anche sfidando tutti, persino noi stessi.

Sotto quest'ombra sempre più soffocante, io ho fiducia. Qualcun altro la chiamerebbe follia, ma a me viene questa parola e non la rinnegherò.

Non ho fiducia in politicanti, veri o travestiti, ma nella vita.

#buongiorno

Eleganti come te

Distratta sempre o quasi, ma ogni tanto metto a fuoco come pochi siano eleganti come te. Non conta infilarsi addosso indumenti firmati (e strappati), c'è qualcosa che manca e non si può afferrare.

Eleganti come te, che sceglievi, soppesavi e sapevi offrire allo sguardo quella fierezza mai sfacciata, ce ne sono pochi. E ammiro chi resiste tra gli uomini e non si colora di sciatteria o falsa eleganza, che è quella peggiore.

Eleganti come te, quasi non si vedono. Per fortuna, uno cammina pensoso sotto i miei occhi, sempre. E mi riporta, sempre, te.

Straèloeua

Non riesco ad appiccicare come si deve la o e la e, maledetti tempi moderni.

Una stradicciola, che si scioglie tutta in vocali, dopo un avvio duro. E lasciandosi solo cullare da una "l", pà Carloeu.

Straèloeua, quella che mi piace imboccare, quando la meta mi importa davvero. Non occorre che ci sia un grande gruppo, ma presenze vere. Più di tutto, occorre che mi aspetti tu.

mercoledì 25 settembre 2013

Janie's got a gun - canzone per la notte

Il rumore di una pistola e la voce di una ragazza. Un'altra ancora, che chiede: cos'hai fatto? Con delicatezza, forse di genitore, gli Aerosmith hanno costruito una canzone capolavoro su un tema così tremendo come l'abuso.

Una canzone sofferta, da cui corro via come incita il ritornello; come mi allontano, quando sento di drammi simili. Ma  scorre nella notte, portando nel dolore anche una strana traccia di sollievo. Non è nella vendetta, forse è solo che la musica cerca di asciugare lacrime, anche quando è impossibile.

Forse è nella voce di un papà che vuole consolare un'altra figlia, farle capire che non è sola.

A Janie, non credeva nessuno. Lei ora ha una pistola. Corri via...

Janie's got a gun, Aerosmith, canzone per la notte.

Una gioia al momento (vietato montarsi la testa)

Non mi monto la testa, e non solo perché mentre ballo con i lupi, ho le tigri a secco.

Non mi monto la testa, perché la Roma è la gioia da gustare al momento. Perché mi piace ridere forte senza ragione, e se c'è una ragione, il volume non cambia.

Non mi monto la testa, perché l'anno scorso sul carro di Zeman sono saliti in milioni e ci hanno calpestati rapidamente.

Noi invece abbiamo bisogno di spazio. Di respirare, di danzare, di fare ciò che sentiamo, più che quello che ci dicono. In fondo, se il mio cuore è rimasto giallorosso, è anche per quello. E così lo voglio tenere. Spensierato, anche quando tocchi il cielo con un dito e ti fanno pronostici che ti lasciano indifferente.

Un patto e l'unico posto sicuro

Un patto si rispetta, come un fiore. Non si deve recidere per portarselo via, bisogna vincolarlo alla terra e alle sue sagge richieste.

Un patto si innaffia, si coltiva, si tiene dove lo si è seminato. Che è l'unico posto sicuro, il cuore. 

Perdonami se non l'ho curato come dovevo. E non l'ho fatto con me stessa.

Guarda, sto estraendo guanti, forbici, acqua e luce. Nel nostro giardino questo patto non lascerò mai sfiorire.

Il coraggio di chiudere gli occhi

Quando chiudo gli occhi, sull'autostrada travestita da vita, so che posso trovare la via giusta. Che una mano tiene il volante, che i miei piedi si muovono al momento giusto con i pedali.

Ne sono consapevole, eppure vacillo, sempre. Ci vuole tanto coraggio, più ancora di saggezza, a chiudere gli occhi e  lasciarsi guidare.

Giustizia a un avvocato

Com'è possibile che non l'abbia ancora ringraziata? Se il nostro viaggio di tifosi dal Papa non è stato stortato subito dal destino, lo dobbiamo a lei, a Federica.

Sfogliando l'album, è vero, non compare mai nelle fotografie. Ma non se ne deve avere a male. Più di essere visibili, vale l'importare. E lei è stata decisamente importante, aiutando con competenza e grinta.

Quando il nostro leader ha affrontato la sua disavventura appena sbarcati nella capitale, lei è arrivata e ha governato perfettamente il potenziale dramma in corso. Non è questione solo di navigare con tranquillità nel mondo della legge; è stata impeccabile, ha mantenuto la freddezza e non dimenticherò mai quando si è rivolta al gruppo intimando "nessuno rivolga la parola a quel signore", proprio davanti al soggetto che ci aveva messo in agitazione. Nessun timore, quando si ha la coscienza tranquilla.

Ha preso in mano la situazione, e tutti noi.

Federica è un avvocato. E merita giustizia, oltre al nostro affetto. Grazie di esserci.

Ul Magnificat

Ul me maéstar ha una voce meravigliosa e quando ha presentato le poesie in bustocco di Luigi Giavini, non ha resistito. Non a esibirla, bensì a offrirla.  Meno male.

Così mentre cantava ul Magnificat, ve l'ho registrata. E ho riletto questa meravigliosa preghiera cantata dalla Donna più importante della storia. Magnificat, che non finisce più, ha sentenziato il maestro, perché ringraziare Dio per la sua infinita bontà non può terminare mai.
tenetelo sul cuore, perché - come osserva Ginetto - in latino non lo si sente più.

Due letture

Lo stesso fatto mi incute un timore spaventoso. Oppure mi racconta un sogno meraviglioso.

Lo rigiro, con stupore, a disagio, ondeggiando tra la paura e la gioia. Mi accade talvolta, ma quando è così forte, d'impatto, i sentimenti contrastanti crescono.

E mi chiedo se ce ne sia uno vincente in modo definitivo. E se sono veramente io a decretare l'eventuale trionfo.

Due letture, gli occhiali gentilmente forniti da chi.

martedì 24 settembre 2013

Il coraggio di chiudere gli occhi

Quando chiudo gli occhi, sull'autostrada travestita da vita, so che posso trovare la via giusta. Che una mano tiene il volante, che i miei piedi si muovono al momento giusto con i pedali.

Ne sono consapevole, eppure vacillo, sempre. Ci vuole tanto coraggio, più ancora di saggezza, a chiudere gli occhi e  lasciarsi guidare.

Forse la notte è tutta qui

Forse la notte è tutta qui, un lampo che si è perso per strada e si imbroncia cercando la via. Una macchina che non vuole ripartire, dopo i chilometri macinati nella giornata. Le ultime luci della gelateria,che gioca sul confine dell'estate. Il silenzio frantumato solo dalla cagnolina capricciosa, che non scorge più il suo amato sull'altro balcone.

Forse la notte è solo una pausa, o una finta perché noi ci fermiamo. Ma nel frattempo accade di tutto e si vive persino di più. Ma non lo si può gridare, per paura che qualcuno rubi questo sogno.

You're all I need - canzone per la notte

Questa canzone dei Motley Crue ha molti anni alle spalle ed è eterna come sa essere la musica. Sono terribili parole gridate, sussurrate, pensate da troppi uomini che non ritengono possibile essere lasciati. Sono i drammi che ogni giorno leggiamo, sentiamo dentro di noi. E se mi perdonerete se a me il termine femminicidio non va giù proprio.

Si uccide una donna, una persona, la si tradisce definitivamente, giustificandosi così: sei tutto ciò di cui ho bisogno. Dunque, ti porto via con me. Con una lama. Con una pistola. Con una macchina.

Questa canzone racconta tutto ciò e merita una considerazione a parte il video. Che fu censurato per la scena dell'omicidio. Ma i Motley Crue posero un'ottima domanda, a mio parere: perché trasmettono i telegiornali, allora?

You're all I need, Motley Crue, canzone per la notte.

Distruggere, ricostruire

Rallentare ti consente di guardare. Di scoprire che sì, hanno abbattuto anche quella casa. La chiesa osserva stupita tra le gru. E io non so che dire.

Perché non ce l'ho con chi distrugge, se non quando mi sembra che non abbia idea di cosa ricostruire. In questo periodo più che mai, tra macerie visibili e virtuali, sarò cieca, ma non scorgo nitidi progetti, una direzione che almeno attinga a un futuro senza calpestare il passato.

Perché non riesco più a far rosicare

Con il mio fraterno amico laziale non posso. Come vi ho già detto, è un antico accordo non scritto che l'uno non sfotta l'altro dopo il derby. Una volta, lui lo violò, ma l'ho perdonato. Non è vero, tuttavia gli voglio bene ugualmente, of course.

Accordo mantenuto con fatica, tant'è che ieri ho esitato a mandargli una mail con altro oggetto e l'ho riletta tre volte per verificare che non ci fosse anche la minima frase facile a prestarsi all'allusione.

Con il caro Roby non posso, perché mi ha scattato lui la prima foto con Totti ed è compagno di tifo tigrotto.

Com'è dura vivere a Busto e avere metà cuore giallorosso. Vivessi a Roma, penso, potrei far rosicare qualcuno. E mentre coltivo tali delicate riflessioni, sento un "Buongiorno, Marilena, come va". Il maestro che conosco da più di 20 anni, mi chiede dove sono, cosa faccio. Mi illumino,perché ho la mia grande occasione: è laziale! Ecco che allora gli rispondo, ma cominciò: eh eh, maestro, dai... In questi giorni non mi faccia parlare, che poi si pente.

Dalla sua faccia perplessa capisco che non si ricorda minimamente che sono romanista.

Che mondo orribile, dove manco ti puoi gioiosamente sfogare.

Ps un saluto ai miei cari amici laziali.

Toc toc - canzone per il giorno

Sempre dichiarata la mia devozione a Gianni Bella, secondo ufficiale eppure primo come pochi. Geniale, tenero, irriverente e autore di tanta musica che archiviamo frettolosamente di altri.

Allora stamattina mi è entrato in testa questo suo motivo, uno dei casi di sceneggiature perfette in canzone. Stile Ancora tu e Dimmi di no. A proposito, chissà perché viene meglio il film con le ex che si vogliono ancora, sciuri uomini.

Questa porta che suona una canzone a modo suo, che grida di aprire e ogni volta è uno choc, che ti fa venire voglia di aprire, ma molto più di morire, o il contrario, è una storia meravigliosa e coinvolgente.

Contiene persino una splendida lezione, la vendetta migliore: perdonare.

Non ti amo più, non mi ami più... Apri dai, vai, resta. Com'è deliziosa l'incertezza umana.

Toc toc, Gianni Bella, canzone per il giorno



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Anca mo - prove di indiano

Operazione sgombero casella. Non virtuale. Quella fisicamente sempre zeppa della pubblicità del mondo.

In un mattino esasperato, tolgo un volantino dopo l'altro. Sbrigato l'ingrato compito, scorgo un'ombra. Si tratta di un giovane indiano, che arriva armato di altro materiale pubblicitario. Mi esce dalle labbra un sofferto: anca mo!

Lui si ferma. Ha capito benissimo e mi sembra pure esitante. Io gli faccio subito una controproposta: le prendo un volantino ora, ma la prego, non me lo metta nella posta. Subito mi porge il manifestìno e scruta le caselle, indicando con sicurezza la mia: è questa, giusto?

Sì, è questa, grazie. Pensavo di parlare dialetto, invece sapevo l'indiano.

I tifosi e Michelangelo

Nel sistemare l'album dei ricordi, fotografo un momento delizioso. E lungo, scandito da una vera passione.

Nel viaggio a Roma da Papa Francesco, c'è spazio anche per scoprire o riscoprire la bellezza della capitale. A grande richiesta, si va a San Pietro in Vincoli. La mia socia e io attraversiamo, ammiriamo, preghiamo. Ma c'è uno spettacolo nello spettacolo, messo in scena da tre tifosi della Pro Patria. Con l'aria estasiata, non si staccano più dal Mosè di Michelangelo. Gli dedicano minuti interminabili, lo studiano, mettono le monete per illuminarlo, tornano a guardarlo, lo fotografano, gli dedicano tutte le loro energie, ne discutono.

Io trovo che sia meraviglioso e che in effetti la scultura sia una sfida ancora più avvincente per l'uomo. Ma non meno fantastici ritengo loro tre, devoti sugli spalti, leali all'amicizia e all'arte in tutta la sua potenza.


lunedì 23 settembre 2013

Hot stuff - canzone per la notte

Leggo un'intervista a Giorgio Moroder, che torna ragazzino e non può non parlare di lei, Donna Summer. Mi si spalancano le porte sull'altra metà del cielo negli anni Settanta, quella che non cambia il mondo con testi di denuncia, ma ti sta già spingendo a ballare.

Lo fa per mettere in fuga una notte di solitudine, dipingendola di luci forti e vibranti, di incontri a tutti i costi, di ricerca di un brivido e qualcosa che sia così caldo da bruciare ogni gelo accumulato.

Lo fa e stranamente inietta la stessa sensazione di libertà, che respiri in tanti testi saggi. Che tu lo creda o no, che tu ne sia capace o no, stai già danzando e c'è qualcosa per te.

Hot stuff, Donna Summer, canzone per la notte.

Tutto troppo lontano

Non ci interessa, vero? Nairobi. La strage di cristiani in Pakistan. In Iraq il consueto attacco ai funerali, viltà tra le viltà. E le altre ferite del mondo. Persino la Siria ora frega di meno, con l'ombra dell'attacco degli Usa più lontana.

Ecco, lontana. Tutto è troppo lontano, da noi. Ci gloriamo di girare il mondo, con viaggi e social network, ma quando c'è da preoccuparsi degli altri, passiamo sul gioco di moda sullo smartphone o scegliamo dibattiti che tranquillizzano il mondo. Il nostro mondo.

Che è lontano, troppo lontano, proprio quando abbiamo l'opportunità di conoscere meglio, da vicino. Ma se non c'è una sana indignazione, se la pace per noi è il quieto vivere, ce la teniamo stretta, finché durerà.

E in eterno non durerà. Perché il mondo non è affatto lontano e verrà a prenderci.

Esmèssu (sms)

Tal chi. Questa volta, devo abbandonare ul pà Carloeu, perché lui avrebbe mai immaginato l'avvento di questa diavoleria. Che può essere anche una benedizione, come scrive nel suo Cirléi Luigi Giavini.

La bellezza del dialetto è (anche) questa. Non è mera nostalgia, non è solo (e importante) salvare termini e concetti del passato; deve immergersi nel futuro e nel presente.

Una parola dialettale che ancora non avevo udito è esmèssu. Sms, in bustocco: meraviglioso. Come la fusione di lingue in quella che respirano e ti tramandano i tuoi avi. Tu ricevi, ma anche dai. Pensate alla nostra festa della Gioeubia, il fantoccio bruciato l'ultimo giovedì di gennaio. Quanti bambini di tutto il mondo vivono quel momento nella loro lingua, ricorda Giavini, ma la parola Gioeubia li unisce tutti.

Perché il dialetto unisce, non divide.

"Chi ama la propria terra, ama il mondo intero"

Listen please


Take it like a man - canzone per il giorno

Se vuoi il mio cuore, prendilo come un uomo. Leggo questo testo fresco, di una canzone che ancora non ho sentito, mentre annunciano l'album di Cher. Un'esperienza nuova, dal mondo potente della rete.

Sono una fan ragionevole di Cher, che ho amato più come attrice che come cantante. Ho conosciuto anche lei sulla strada dei Kiss e devo dire che nella circostanza che ho letto sul libro di Gene Simmons è stata una signora. Poi ci sono tante, tantissime cose che mi lasciano distante, e rivolgersi a un ragazzo mi può far sorridere.

Ma alla fine si chiede sempre la stessa cosa a chi si ama, a ogni età: essere un uomo e comportarsi come tale.

Il guaio è che quando "sii uomo" lo dicono a noi: ma perché devo diventare meno coraggiosa? Scusate, amici cari, è stata Arguta Paffuta, naturalmente.


Take it like a man, Cher, canzone per il giorno

Siamo tutti Balzaretti - provaci ancora

Tu arrivi, pensi di stracciare il mondo e invece ti va storto tutto. Non gira, crescono le incomprensioni, e potresti perdere forza e fiducia.

Ma se resisti, non una, due, tre, cento volte, la vita ti può dare l'occasione di raddrizzare tutto. Fino alla prossima partita, al prossimo ostacolo. Intanto, però, hai ricostruito un ponte.

Sono felicissima che sia stato Balzaretti a segnare il gol decisivo del derby. Quello che spezza l'attesa, carica, comincia a iniettarti la gioia della vittoria più importante. Sono contenta, per più motivi che si uniscono in un quadro perfetto.

Primo, con Balzaretti, a torto o ragione, non girava. Ma il popolo della Roma è così; mette il muso, eppure aspetta solo un'occasione per amarti. Per essere pazzo di te.

Secondo, ti becchi un palo e la tua riscossa sembra sfumare. Ma non desisti e la porta sta per cedere.

Terzo, c'è sempre un aiuto dalla sorte, se tieni duro. E se si chiama Totti, è anche meglio.

Quarto, il pianto di gioia pura. Con tutti noi.

Quinto, le parole di Danny De Rossi su Federico, che quando ha visto il palo - confessa a Teleradiostereo - ha pensato "Incredibile, a questo poraccio neanche stavolta...". Poi esulta con lui e così lo definisce: "mai avuto atteggiamenti da calciatore medio che si stranisce per i fischi, un ragazzo meraviglioso".


Ecco, comunque la si metta, Balzaretti non è un calciatore medio e sa mandare giù, come credere nella riscossa. E ci dispiace per gli altri.

Siamo tutti un po' Balzaretti. Se lo vogliamo.

I miei fiori non ci credono

I miei fiori non credono che devono abbassare la testa. C'è sempre un'ortensia nel cespuglio che vuole dire ancora la sua e mostrare i colori più dirompenti. E la ciotola al suo cospetto vede il rosso accendersi con un sussulto, fingendo di ignorare i ricci attorno.

I miei fiori non ci credono. Devono raccontare anche storie infinite e non vogliono che la luce si riduca. Si lasciano guardare negli occhi e non tremano nemmeno all'insistenza del vento.

Non abbassano la testa, se non per sorridere ad altri fiori.

domenica 22 settembre 2013

Una sola battuta e il mondo

Una battuta, una sola, all'interno di una memorabile opera in dialetto. I miliòn daa Merica, splendida storia scritta da Angelo Bottigelli, che vorrei tanto, tantissimo vedere di nuovo in scena. Di questi tempi, ci racconta molto più di ciò che crediamo.

Ma ul me maèstar l'ha fatta grossa qualche giorno fa, narrando un aneddoto che tormenta la mia coscienza filosofica. Nella compagnia che la interpretava qualche annetto fa, c'era l'attore che faceva il postino, tra i più solerti e preparati.

Segno particolare: aveva una battuta sola da pronunciare. Eppure lui non mancava a mezza prova e ci metteva l'anima. Quella battuta per lui era l'intera opera (e guarda che davvero è il momento di svolta, nella sua semplicità).

Quanta di quella solerzia vorrei. E quanti gesti a una persona possono appartenere al mondo e farlo sorridere,

Livin' on a prayer - canzone per la notte

Stanotte ho bisogno di una preghiera diversa, come quella di Tommy e Gina, che si sostengono. Che perdono, afferrano in parte una speranza, la danno in pegno. Che si rassicurano: siamo a metà strada. Che si svegliano nel cuore della notte e vorrebbero fuggire.

Bisogna vivere di una preghiera, tenere duro su ciò che si ha e capire il tesoro fondamentale in nostro possesso: ciascuno ha l'altro. E Qualcuno al quale affidare una preghiera.

Livin' on a prayer, Bon Jovi, canzone per la notte.

Esultare il doppio e a metà

Così i due profiteroles sul piatto che mi avevano fatto pregustare un due a zero, erano per la Roma. Non per la Pro Patria.

Raramente le due mie squadre si mettono d'accordo nel regalarmi una giornata piena di gioia. Ma il calcio è anche lo specchio della vita. Così perdo la testa per questo derby, mi spiace dannatamente per le mie tigri ancora a zero. Studiando la mia foto con capitan Totti martedì, mi sa che tiro fuori quella con capitan Serafini: ho due settimane di tempo.

Mi sento a disagio a provare sensazioni e sentimenti su questi campi, in un giorno così luttuoso. Lo sport ha anche un potere di carica e consolazione, per affrontare i problemi, le sfide, l'odio.

Palla al centro, lottando per ciò in cui crediamo in un mondo tanto ferito. Come noi.


Il poeta, la terra e il fratello traditore (ul naguta)

Che paradosso, o è proprio l'aspro sapore della vita. Mentre ho sfogliato poesie bellissime, hanno assassinato un poeta.

Sui media italiani stento ad accorgermene e non mi scandalizzo. Ciascuna delle vite spezzate a Nairobi è una tragedia. Ringrazio Einaudi che lo racconta: Kofi Awoonor è citato tra le vittime. Una voce dal Ghana, che doveva risuonare a un festival vicino in queste ore.

Lo conoscevo? No. Apprendo ora i suoi versi e non riesco a non commuovermi, a ogni parola. Scopro un suo libro, dal titolo Questa terra, mio fratello.

Fratelli, che si uccidono, che uccidono e che tolgono ogni speranza in apparenza. Stiamo correndo nel nulla. Poi, come per reazione, mi sovviene una delle poesie di Luigi Giavini (Cirléi, Nomos), la prima che mi aveva colpito, quando la lessi. Ul naguta, il nulla. Non esiste, il nulla; all'origine di tutto c'è stato un gesto d'amore.

E dedico questa convinzione a un poeta e a tutte le vittime innocenti.

Hanno mandato gli operai a tagliare quell'albero piantando al suo posto un'enorme insensata cattedrale di rovina. Kofi Awoonor Einaudi Editore su Twitter




Il paese salvato da un rifiuto

Cosa si scopre mai da pagine di poesia. Il coraggio degli alpini, che si manifesta anche in un rifiuto.

Avete presente quelli che si sono sempre giustificati degli orrori, dicendo: ho eseguito un ordine? Balle, dipende sempre da noi; non dico sia facile, ma non possiamo scaricare le responsabilità.

Così capisco che la voce di Luigi si incrini, quando svela un episodio della guerra, a pochi metri dal protagonista con il suo fiero cappello da alpino. Un paese in Liguria deve essere distrutto, per danni inferti all'esercito dai partigiani.

Ma chi viene incaricato, si ribella. E risponde: no, perché la gente non ha colpe; dovevamo fare noi bene la guardia, allora si puniscano le sentinelle. La sua ragione viene accolta dal superiore, forse già non troppo convinto dell'azione minacciata.


In biblioteca questo vecchio alpino esce con un'aria regale, sulla sua carrozzina. E per un attimo, io che non l'ho mai fatto in vita mia, sto per scattare con il saluto militare.

Sentite...

Stròlugu o Siamo tutti un po' salami

Ci sono persone che nascono così, capaci di intuire e prevedere. Anche mio nonno era un po' stròlugu, lo assicurava la nonna, ma lei diceva strion, perché il bustocco proprio non lo mandavano giù. Per tante parole incomprensibili scuotevano la testa, loro che provenivano da un paese vicino, ma con un dialetto più abbordabile.

Chissà cosa avrebbe detto il nonno apprendendo della variazione sul tema narrata da pà Carloeu. Ora, i miei concittadini avevano la fissa del mangiar bene, salamino in testa, e del dignitosamente bere.

Così nasce una versione alternativa e suggestiva di stròlugu.

"Salamino che non si sa di che diavolo sia composto, cosicché si richiede l'intervento di un indovino per indicarne l'intruglio"

Nonno, abbi pazienza. Oggi siamo meno indovini. Ma forse più salami.

sabato 21 settembre 2013

Why - canzone per la notte

Accompagnata dal padre di tutti gli interrogativi, sento la tristezza e la rabbia dei Bronski Beat.

Si possono definire gli altri malati o peccatori? In base a quali false sicurezze? Ogni giorno possiamo strappare una vita, anche solo con uno sguardo. Forse lo stesso sguardo che mai osiamo posare su di noi.

Perché? Tante domande, racchiuse in una, mentre scivoliamo nella notte.

Grazie a Stefano per la canzone.

Why, Bronski Beat, canzone per la notte.

Grazie Alida e donne in viaggio


Con la consueta delicatezza, Marisa Denna Ferrario si avvicina e mi porge una rivista. Nel trambusto gioioso della presentazione del libro di Luigi Giavini, lei ha avuto comunque il tempo di pensare a noi e farci leggere una recensione meravigliosa.

La rivista è Leggere donna; l'autrice dell'articolo Alida Airaghi, un nome bello che profuma di raffinatezza e so che lei respira poesia: la scopro e la vorrei conoscere di più.

E questo articolo... Leggo, mi emoziono e ringrazio questa donna che ha condiviso così intensamente il viaggio con il capitano Scott e su altri percorsi, così differenti, ci ha seguiti.

Sono in una rivista ricca di storie, volti, nomi, voglia di leggere e far comunicare il mondo. In prima pagina, leggo il nome della mia beniamina.

Elsa Morante, la scrittrice che mi ha aiutata a compiere i viaggi più belli e difficili.

Grazie.

http://www.tufani.net/anna-corsini/item/277-leggere-donna-n-160.html


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I valori e il lieto fine

Di Cirléi, il meraviglioso libro di poesie di Luigi Giavini, questi versi sono pure tra i miei preferiti. Preciso "pure", perché sono nella top ten del mio maestro.
Valori, annuncia la sospensione per ribasso del titolo serietà in Borsa. Luigi ha ragione, non c'è verso di farla andare a ruba. Ma ul me maèstar Ginetto non vuole che finisca così. A 87 anni non si rassegna e medita con la sua barba bianca, finché non trova un lieto fine. 
Ginetto, da grande sai che vorrei diventare un poco come te. 
Intanto ascoltate cosa escogita e leggete il bellissimo libro di 
Giavini.
http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=00000013

Sufistigà

Ma ti se sufistiga. Non era sofisticata, pia illusione, bensì seccatrice. Come ti ostini a cercare il pelo nell'uovo.

Un'espressione così, racchiusa in una parola: sufistigà, aver sempre da ridire, da spaccare il capello, da aggiungere qualcosa di conclusivo. Pà Carloeu, una parola soffocata, per un'abitudine cara anche ai nostri tempi.

Kiss - canzone per il giorno

Tra i gorgheggi di Prince si nascondono scariche di saggezza, che avevo quasi dimenticato.

Una canzone che ti spoglia di tutti gli atteggiamenti indossati per fare scena, riportandoti al cuore dell'amore. L'amore è senza pretese, vede l'unica, vera bellezza, corre via dalle arie di superiorità, vuole unire sane povertà.

Adoro Prince che chiede solo questo: extra time e un bacio. Mi piace che chieda a  una donna di comportarsi come la sua età, non come la sua taglia di scarpe (anche se nel mio caso è uguale, sussurra la perfida Arguta Paffuta). Che dichiari che vuole una donna, non una ragazzina, a governare il suo mondo.

Sono trascorsi tanti anni, ma già nel cuore della mia austerità rock ascoltavo volentieri questa canzone. Non mi tiro indietro adesso.

Kiss, Prince, canzone per il giorno

Come una bambina

Come una bambina, picchio i pugni; come una bambina, chiedo perdono quando accontenti i miei capricci. E come una bambina, mi tengo stretta il loro risultato.

Mi chiedo come possa essere così meraviglioso il tuo sorriso, quando mi contempli nel mio infantile procedere. Forse perché diamo il peggio nell'essere bambini, ma anche, inconsapevolmente, il meglio.

Bisogna per forza scannarsi?

Cammino tra pietre spezzate, non so se da lanci o passi pesanti. Cammino tra le strade, reali e virtuali, ammesso che questa differenza esista.

Ognuno appare serissimo e convinto, tanto da indignarsi a udire un parere diverso. Così l'unico interrogativo che mi viene da sussurrare, è: bisogna per forza scannarsi? Per vivere o sentirsi tali, convincersi di ciò che si crede, dare un senso al proprio respiro?

Se la finestra fosse un mondo

Ci cammino sotto, con rispetto intinto nel timore. Perché questa finestrella è così slanciata verso il cielo, e come una mano tra due contendenti, che credo non possa essere solo un'apertura, né un locale. 
Ponte, è riduttivo, perché come unisce, separa.
Per questo credo si tratti di un mondo: un pianeta intero che ruota stupito, a volte scambiandosi per il centro dell'universo. E di questo, mi viene voglia di perdonarlo.

venerdì 20 settembre 2013

Children's crusade - canzone per la notte

Ascoltando questo triste canto, credo che c'è sempre stata, e sempre ci sarà, una crociata di bambini.

Siamo troppo ignavi e grassi per combattere ogni battaglia, tranquillamente dietro un bicchiere mandiamo altri. E spesso sono i più piccini. Raccontiamo loro che non saranno mai schiavi, veri figli di Inghilterra. Al contrario, li carichiamo di vuoto e di armi, mentre togliamo loro l'innocenza.

Fiori con la faccia nel fango, di generazione in generazione finché Dio non ci perdonerà.

Children's crusade, Sting, canzone per la notte.

Il prodigio del mio capitano

Sfoglio in fretta le notizie, finché trovo lui. Il mio capitano. La mia Roma. Quella che non depongo per affetto, nonostante il mio crescente disinteresse per la serie A. Quella che mi riporta al mio tifo illuso e bambino, quando non conoscevo ferite.

Il mio capitano. Mi perdoni se dico che non gli chiederò pillole di saggezza (anche se secondo me sa essere più saggio di tanti altri, quando vuole), né lo imploro di darmi dissertazioni di vario tipo.

Lui si è meritato di essere il mio capitano sul campo. Perché ha amato una maglia, una maglia sola. E finché sarà così, in questo mondo in vendita, io avrò ancora qualcosa in cui credere quando un pallone rotola in campo.

Grazie, Francesco Totti, del tuo prodigio più forte di un cucchiaio.

Ti cerco nell'ultimo bagliore

Ti cerco nell'ultimo bagliore. Quello lieve, e che non tormenta; quello che accarezza gli occhi e fa sorridere ancora una volta prima di addormentarsi.

Un lampo sottile e ingenuo, che alimenta l'amore, che fa ridere ancora così forte. E quando tendo la mano per accarezzare quella luce, mi accorgo con stupore che è già in me. Come ogni tua sensazione, ogni battito di cuore.

ti cerco nell'ultimo bagliore. Solo così accolgo volentieri la notte.

Break on through - canzone per il giorno

Se il giorno distrugge la notte, se la notte separa i giorni, poco importa. L'unica certezza è che non possiamo scappare dal ballo apparente del tempo, anche a provarci e riprovarci.

Ma questo non impedisce, anzi forse invoglia ad abbattere le barriere. Trovare un modo di sfondarle, di volarci sopra, di intrufolarsi come un mago.

Non so se si scorga sempre il magnifico paesaggio d'amore celebrato dai Doors, navigando tra pianto e piacere. Tuttavia, ho trovato un'isola tra le tue braccia. E quello è l'unico posto da chi non voglio fuggire.

Le altre barriere.... Giù tutte, o ci proviamo, per vedere cosa ci sia dall'altra parte.

Break on through (to The other side), Doors, canzone per il giorno.

È nelle tue mani

Non provi fastidio, ma gioia, quando ti rendi conto che non ti importa più se qualcuno cerca di controllarti. Non un controllo benevolo, bensì un tentativo di usare un telecomando quasi tu fossi un apparecchio. O come se tu dovessi rendere conto ad altri delle tue mosse e azioni. O per trovare argomenti di conversazioni con altri.

Prima mi scaldavo: scusa, ma l'Unico con cento per cento di diritti mi dà libertà, e dovrei rendere conto a qualcun altro dei miei passi?

Non importa più. Capisci che se ci fai caso, non stai bene. E se gli altri vogliono essere registi della tua vita, è perché non ne hanno una loro, anche se spesso fingono di averne tre o quattro.

Forse c'è un unico rafforzativo per non farsi condizionare da chi ti vuole controllare: non voler controllare nessuno tu per primo.

La vita è nelle tue mani e hai già un bel da fare.

giovedì 19 settembre 2013

Un'ombra che non si spegne

Ci sono persone come statue della storia: la loro ombra non si spegne mai. E quando è sera e avverti inquietudine perché non sai intravedere il nuovo giorno, basta un goccio di luna.

Un goccio di luna per intravedere la loro ombra, poi sempre più allungata su timori ed esitazioni, a dire: è stato così e sempre sarà questo canto del mondo, sgraziato eppure più forte del suo male.

Just happy status

Coccole miracolose, risate degli amici, tutti siamo capaci di emozionarci davanti a occhi, bicchieri, preghiere.

Quasi quasi corro.

È la gioia di stare insieme, ricominciare, portare avanti, scommettere ancora.

Insieme è lo stato, accanto a just happy. Che non si esaurisce mai, sotto ogni cielo.

Le perfidie più sottili

Sai quali sono le perfidie piû sottili, mi chiede Arguta Paffuta. Per liberarmene, la invito: avanti, saputella.

Quelle - assicura -  che vengono messe a fuoco e spedite al mittente con apparente, diabolica precisione. Ma provocano solo graffi a chi si è abituato a intercettare, e tornano al destinatario provocando una ferita tristissima. Enorme, perché - per un po' o per sempre - non se ne accorge. E continua a sprecare tempo per sottili perfidie.

All of my love - canzone per il giorno

Si possono ricavare spazi per diventare un poco solitari, ma si sa sempre da chi tornare, da chi in realtà non ci si allontana mai.

Ogni goccia d'amore a chi ci fa sentire unici, e unici siamo. La tua mano è il tessuto, mia la mano che cuce il tempo. Sua la forza che vi giace.

A volte penso di non aver mai ascoltato niente di più meraviglioso e non ho paura che le maree possano affievolire le fiamme. Non ho paura di piume, che volano ma possono bruciare. Di fine o inizio. Che sia il compagno della vita, il bimbo che hai voluto e amato, la tua famiglia o la famiglia che è il mondo... All of my love



All of my love, Led Zeppelin, canzone per ogni giorno.

Il re di Busto e il cavaliere del Sudafrica (al cospetto di Cesare)

Bisogna essere a Roma forse per rivivere cerimonie dal sapore antico. Come quando il re sceglieva e investiva i cavalieri, riti con la loro immutabile sacralità.
Io ho avuto la fortuna di partecipare poche ore fa a qualcosa di simile e commovente. Il nostro ragazzino Giannino Gallazzi, ripercorrendo Roma con la sua Maria Pia, nota un giovane straniero con una maglia a strisce bianche e blu, accanto alla fidanzata, seduti nei pressi della statua di Cesare. Quei colori, quella bellezza nel cielo intrappolato dalla storia di Roma, sono irresistibili. E Giannino si dirige verso la coppia, chiedendo da dove provenga e se sappia che magica maglia indossa.
Il ragazzo racconta di essere sudafricano, non segue il calcio e gioca a rugby. Bisogna che Giannino gli spieghi: questa è la maglia della Pro Patria, la squadra della mia città.
Non è finita. Giannino prende un piccolo stemma adesivo della Pro e glielo incolla al petto, mentre il giovane stupito sorride.
Tutto questo al cospetto di Cesare. E se non si tratta di un'investitura dal re di Busto al cavaliere del Sudafrica, non so cosa sia. 


Un pizzicotto anzi no

Mi sveglio con questa richiesta, ma solo mormorata. Perché se fosse un sogno?

Un pizzicotto, dammelo ma senza esagerare. Perché mi sento piccina e ho camminato su lastre luminose, tanto che non vedevo i confini del giorno e della notte.

Vedo la mia città, che di più eterne non ne esistono, neanche sparisse stanotte. Vedo la mia gente aggrappata a un calcolo delle probabilità che sfiora l'impossibile. Vedo il mio Papa, con la maglia della mia squadra.

Vedo fede. Tanta fede.

E non credo di volere un pizzicotto, per sicurezza.

mercoledì 18 settembre 2013

La mia città senza fiori

Una delle novità per cui spero che mi sarete grati, è che a Roma non ho scattato foto di fiori. Secondo  Arguta Paffuta si tratta della mia fissazione da troppo tempo, ma io non l'ascolto.

Sono vittima dei fiori e non me ne vergogno. Tanto più pensando quanto spesso loro siano vittime di noi.

Nella mia capitale, a dire il vero, ho avuto qualche tentazione. Magari non davanti a una - due per la precisione - palme moribonde, ma ad altri alberi secolari sì. E ho ondeggiato davanti a una aiuola diligente.

Eppure ho resistito. Forse perché a Roma la natura è troppo abbracciata alla storia, e io non riesco a cogliere i confini come altrove.

Piazza grande - canzone per la notte

Intinta nella serenità, non posso dimenticare le piazze che sono grandi solo per chi sogna. Anche se nient'altro ha.

Schiaffi della sera, da cui tanti si proteggono; della notte non si preoccupano forse più, perché il sonno li strapperà a ogni dolore o così ci si può illudere. Cartoni abbandonati e usati tenacemente, in una piazza dietro l'altra, con persone che passano senza vederne altre.

Avrei bisogno di pregare Dio. O di offrire un sogno a chi non l'ha più.

Piazza grande, Lucio Dalla, canzone per la notte.

Il Papa e la nostra maglia

Il tempo di abbracciare una bimba, la maglia bianca e blu come questo cielo cade sulle spalle del Papa.

Piangiamo tutti, come bambini, perché un Papà speciale è come se ci avesse preso sulle spalle, alzati verso il cielo, consolati, giocato con noi.

Poi Francesco parla della mamma, della Chiesa. Pensiamo tutti a nostro padre, nostra madre. È così che ci si sente fratelli.

Anche grazie a una maglia a cui vogliamo bene, come quella della nostra Pro Patria.

Il fiume della piazza

Non c'è spazio per la canzone del giorno oggi, una piazza sta cantando a modo suo.

Inizia prestissimo, quando ancora ci sembra pazzesco essere qui di fronte al chiarore di San Pietro contro il cielo blu. Ma i gruppi scorrono, si intrecciano, voglio entrare e avvicinarsi.

Aspettiamo Papa Francesco, mentre scorre l'appello delle parrocchie, delle associazioni, di ogni gruppo che qui è pronto ad ascoltare e fare festa. Quando ci giriamo, la vista ci toglie il fiato.

C'è un fiume in piazza, e chissà in quale mare sfocia: non ne vediamo il confine.

Un gruppo di ragazzi italiani improvvisa una conversazione con giovani tedesche nella loro linda uniforme; si scalda un drappello del Brasile a essere nominato, le bandiere si levano dal fiume a ogni nome. Anche i nostri striscioni, forza Pro Patria. Lo sport è vita.

Si scherza ancora, per ingannare il tempo e l'emozione. Mentre mormora felice il fiume in piazza.

Un tramonto sempre uguale

Il tramonto sempre uguale: da quando ciò che non cambia, ci delizia? Eppure eccoci qui, in massa a fotografare il rossore sul cupolone.

Romantici e freddi come la pietra, a compiere peripezie per la luce perfetta. Bambini armati di tecnologia che catturiamo lo spettacolo più vecchio del mondo e non ce ne stanchiamo.

martedì 17 settembre 2013

Pump up The volume -canzone per la notte

La notte si popola all'improvviso e ai ragazzi si illuminano gli occhi. Lei balla al palo e c'è qualcosa di poetico. Lo dicono anche i romani ai nostri amici: nun ci prova', son brave ragazze.

A volte bisogna solo alzare il volume. Per scoprire l'amicizia, per rafforzarla, per crederci ancora.

C'è una sola, deliziosa stella e noi abbiamo desiderio di un ultimo brindisi.

Fratelli e sorelle, avremo bisogno di voi.

Pump up The volume, Marrs, canzone per la notte.

Scaron o del magone

A me questa parola della mia lingua ispira nostalgia. Perché il problema non è che, prima di leggere la pagina dul pà Carloeu, mi era sconosciuto il significato. Peggio, in italiano non so come si dica, né mi sfiorava l'idea che un nome potesse avere.

Avverto il magone di chi è stato separato dalla natura e non ha idea di se è quando la ritroverà.

Scaron. Ci vogliono due righe per spiegarlo: ceppo della pianta di granoturco rasa al piede. Roba da chinarsi ad accarezzarlo, chiedendo perdono per una distanza forse incolmabile.

Sciatòn

Non è un trasandato, come pensavo per falsa assonanza. No, pà Carloeu ha accompagnato anche una figura a trasmettere il messaggio.

Un rospo? No, di più. Quello è sciatu, che se ti ritrovi sullo stomaco, son cavoli amari. Acrimonia, desiderio di vendetta, sentenzia ul pà Carloeu.

Ma sciatòn è di più. Un rospo enorme, che ha fame smisurata di cibo o averi. Specie mai in estinzione negli stagni umani.

Riconoscersi nella folla

In un giorno che si lascia dipingere dall'ultimo sole, c'è tutto racchiuso.

La follia tenera di un gruppo che si lascia stupire da Roma, la dolcezza di una coppia che nella capitale si ritrova, la caccia alla fotografia per non dimenticare chi siamo e cosa stiamo vivendo fino all'ultimo.

La rissosità delle persone, che ci ferisce per un istante, ma poi ci ridiamo su. Persi nella folla, siamo noi e ci sappiamo riconoscere. Perché il mondo è troppo bello. E anche noi.

La Toscana accarezzata in fretta

Una carezza frettolosa e ti sembra che la sua gentilezza sia già sfumata. Invece, il treno si ferma. Muto, anch'esso, di fronte ai girasoli ormai stanchi.

C'è tempo di prolungare la carezza degli occhi e finalmente la Toscana appare com'è, immutabile senza abituarti mai.


#versoroma

Il primo viaggio

Guardo un bimbo in viaggio verso Roma, verso il Papa. Ha due mesi appena e non può non farmi pensare a te.

Non eri molto più grande, quando hai cominciato a graffiare i cieli. Eri così piccolo quando volasti in Inghilterra, ma  lassù sembravi più fragile tra le mie braccia il giorno del battesimo.Ben presto avresti avuto lo sguardo del pilota, più che del passeggero.

Contemplo questo primo viaggio e penso che ciascuno ha un primo viaggio, che sia da zero o una ripartenza, di pochi metri o proiettato nello spazio. Basta che lo sguardo si perda e si è in cammino.

lunedì 16 settembre 2013

Il vento che mischia la mattina

Mentre ti aspetto, c'è il vento che scompiglia la mattina, ne mischia le emozioni, ne scombina i colori.

Se ci fosse un destino capriccioso, avrebbe questo volto di vento che mi tiene compagnia per non annoiarsi. Ma quando mi giro e vedo te, sento che di destino testardo non c'è traccia, ma di un morbido plasmarsi a una Volontà.

#buongiorno

Il vento che mischia la mattina

Mentre ti aspetto, c'è il vento che scompiglia la mattina, ne mischia le emozioni, ne scombina i colori.

Se ci fosse un destino capriccioso, avrebbe questo volto di vento che mi tiene compagnia per non annoiarsi. Ma quando mi giro e vedo te, sento che di destino testardo non c'è traccia, ma di un morbido plasmarsi a una Volontà.

#buongiorno

Di che cosa parla il mio fiore

Un giorno finisce, si perde e mi lascia una scia di profumo. Se fossi sentimentale, penserei che mi parla uno dei fiori sulla collina.

Apparentemente, si addormentano eppure è in questo periodo che godo in profondità della loro bellezza. Misurata, con un senso di responsabilità che aggrava i colori. Forse parlano davvero tra loro e a me, da ogni distanza.

Ma io non posso immaginare, perché son troppo piccola, di cosa parlino i fiori miei, e mai miei.

You better run - canzone per la notte

Come penitenza rock per la mattina sdolcinata, Arguta Paffuta mi ha costretta ad ascoltare questa canzone. Che è il tipico lamento (ma tu sai come finirà) del rocker che trova la donna mistificatrice e senza pietà.

Questo rabbioso motivo di Peter Criss in fondo non è troppo convinto, poi. Prima di tutto tra un gridare "Cosa stai cercando di fare al mio cuore" e l'accusa di rito, ci scappa una confessione: lui la ama, la ama ancora, e tanto.

Ma soprattutto cercate di perdere di vista titolo (meglio che tu corra, nasconditi) e lo svolgimento, per tuffarvi nella musica pura; sentirete una risatella, un ritmo troppo allegro.

Della serie che neanche lui ci crede e li ritroverete a braccetto.

Meglio correre. A nanna.

You better run, Peter Criss, canzone per la notte.

Cosa ti aspetti

Quando sei rincorso da te stesso o dagli altri (c'è differenza?), non hai tempo, voglia di fermarti e mettere a fuoco...

Che cosa ti aspetti? Quando ti metti in viaggio e quando tutto risuona diverso, nel giro di pochi giorni. Quando uno sconosciuto ti tende una mano e un amico è distratto, forse persino più di te.

Quando stai compiendo un gesto coraggioso e un altro profuma di viltà.

Ogni gesto tradisce quella domanda, e ogni aspettativa sarà comunque tradita. Per piangere o sorridere, o una sana miscela.

Tu intanto cammini e le tue aspettative cambiano, più veloci di te.


Stay with me - canzone per il giorno

Arguta Paffuta, diciamocelo, qualcuno ci ha confezionato un brutto incantesimo. L'ho sentita stamattina e ora la canticchio.

Niente di personale, Diana Ross, sai che quel l'album fu da me acquistato 30 anni fa di nascosto, per capire cosa trovava in te Gene Simmons.

Ora, le parole di questa canzone sono meravigliose. Stai con me, trascorri un'altra notte con me. So che c'è un nuovo mondo da scoprire fuori, e a questo sei legato, ma non ho mai incontrato nessuno meraviglioso come te. Tanto di cappello.

Ma qualsiasi donna ragionevole, se non Arguta, sa che se inizi con questo tormento, lui alla seconda frase è fuori con le valigie.

Ti ho rivalutata col tempo e mi sei simpatica. Però sono felice che Simmons abbia sposato Shannon Tweed. Tutto ok, tanto siete pure imparentati.

Comunque state con me e Arguta, se volete.

Stay with me, Diana Ross, canzone per il giorno. Affettuosamente dispettosa.

L'italiano è come guida

Strappando via un po' di orgoglio nazionale, devo ammettere con rabbia a me stessa.

L'italiano è come guida. Bolla come stupidi regole e limiti, ma non muove un dito per cambiarli: meglio aggirarli e superarli con mille peripezie. Dà dell'imbecille a chi si sforza di osservare quelle regole.

Mica è figo come lui: furbo al volante, all'ennesima potenza. E quando lo multano, è un'ingiustizia. Tanto che se gli sembra per un attimo di conoscere l'agente, invoca l'aiutino o cerca disperatamente una via alternativa.

Tutto questo Paese sta andando alla deriva, per chi è alla sua guida. E per chi è alla guida e basta, grande specchio e metafora di chi comanda e del Paese che non cerchiamo davvero di cambiare.

Noi siamo come guidiamo e i primi a cui ribellarci per uscire da questa follia, siamo noi.

Senza confini (azalea song)

Così come non puoi chiamare confine, quello tra un fiore e l'altro in questa vampata rosa, guarda le curve sottili e silenziose che si fondono nella vita. Ti sembra che un fiore stia finendo e già un altro lo sostiene. La mia azalea è ricordo lontano ormai, eppure è sempre lì e splende solo di altri colori.
Senza confini è il mondo del sogno, se tu ti decidi ad aprire gli occhi, chiudendoli. Ancora più sconfinato, quello della realtà che ci insegue.


E sono abbastanza contenta di me

Sono abbastanza contenta di me, quando rido per sciocchezze, invece di piangere per sciocchezze. Quando tiro una riga e trovo più bello, artistico, il punto in cui ho esitato. Una perfetta sbavatura, che dici?

Quando non mi lascio trascinare in pista per l'esibizione da circo. Quando prendo un libro dal cesto magico e mi perdo. Quando la musica mi chiama e costruiamo insieme le regole, per poi buttarle in aria.

Quando tu siedi con i soli occhi che parlano e io riesco a non interromperti.

Sono abbastanza contenta di me.

domenica 15 settembre 2013

La notte che spegne

La notte che spegne le ultime battute, già disciolte, e le parole che non riesco a pronunciare. Spegne i colori, per farli riposare e riportarli ad accarezzare il volto nostro quando se ne va.

La notte spegne i dubbi e li lascia a mollo, tra cenere di nozioni bruciate dall'eternità. La notte spegne la mia voglia di combattere e accende quella di arrendermi. Ma solo a te.

#buonanotte

Heart of glass - canzone per la notte

Se chiudo gli occhi, sotto le note sento il fruscio dell'audiocassetta. Stanno finendo gli anni Settanta e io che mi sono appena affacciata, non ho idea di cosa siano veramente.

Ho in mente un finale brillante e grottesco. Sto accelerando, un'emozione di chi pregusta nuove frontiere.

O un'adorabile illusione, sentenzierebbe questa canzone. Che cos'è un cuore di vetro? Quello che sembra esplodere ogni volta e poi si stufa, cercando in fretta una nuova emozione. Divino, pensa, a un nuovo amore, una nuova amicizia. Ma la farà scivolare senza curarsi dei pezzi.

Cuore di vetro, che trema nella voce di Mrs. Harry e di ogni essere umano forse ma senza la sua propensione al disincanto sano.

Chissà qual è il confine, tra essere trasparenti ed essere fragili.


I'm the one you're using, please don't push me aside 


Heart of glass, Blondie, canzone per la notte.

Il tradimento dei sandali

Il vero tormento è questo: sfilarsi i sandali. Li trovo uno dei capisaldi della libertà, ma ammetto che sono anche parte integrante della ragionevolezza della natura.

Non mi va di forzare e mangiare fragole in inverno. Mi stupisco ancora degli stivali infilati in agosto, tanto più quando scoprono ogni centimetro di pelle ben sopra la decenza, concetto peraltro flessibile o malandato a seconda dei punti di vista.

So purtroppo che ci sono persone che non possono mettere i sandali, tanto meno camminare sull'erba sentendo con i piedi la natura arrendevole. Forse anche per questo mi aggrappo ai sandali, finché non calpesto la saggezza della stagione e ogni mio passo, vorrei compierlo anche per loro.

Ciao, sandali nell'armadio. Uscite ancora qualche volta, se potete.

Rag doll - canzone per il giorno

Tutti a volte torniamo monelli, capaci di strappare una bambola di pezza. Ma questa canzone è perfetta per la fusione folle di sillabe e accordi. Perché fa sorridere e ballare a un ritmo irresistibile.

Anima pupazzi, pensieri, poesie e forma una catena umana di sognatori colorati. Cresce, si snoda e non vuole smettere di vagare, tant'è che si aggrappa al superbo gorgheggio finale di Steven Tyler.

È questo il suo potere, mette in moto ciò che dà gioia, a volte più i sentimenti dei muscoli.

Rag doll, Aerosmith, canzone per il giorno

Yes, I'm movin', Yes I'm movin'

sabato 14 settembre 2013

Notte libera dalle parole

Vorrei che la vita fosse come la notte, libera dalle parole. Accoglie solo quelle d'amore o di ricerca, che sono poi la stessa cosa. E spesso le manda via, perché non servono già più, soppiantate da gesti e strane energie che chiameremmo sogni.

Sorrisi. Non corrono neanche, sotto le stelle, perché le parole sono già in fuga.

Un mare morbido in cui nuotare insieme, senza parole.

#buonanotte

Vanzüsci

C'è più dolcezza, in questa parola del mio dialetto. Può essere un retrogusto di malinconia oppure una speranza che nulla vada realmente perduto.

Rimanda a tempi lontani, quando nel piatto non poteva rimanere nulla. Ma forse la dolcezza è nel fatto che vanzüsci significa proprio avanzi di cucina, spiega ul pà Carloeu. Che possono essere riutilizzati e da piccoli diventare qualcosa di grande, un nuovo piatto che allontana la fame.

I falchi non ci ascoltano

Ovunque io sia, vi sento e accorro al vostro richiamo. Siete la mia magia preferita, quella che inchioda il mio sguardo al cielo.
Vi ascolto, ma vedo solo le nuvole che litigano con lo schermo blu della vita.
Eppure voi ci siete, comparite e prima che io possa riprendervi, siete già liberi dai nostri vezzi.
I falchi non ci ascoltano, nei loro discorsi di caccia e amore.
Troppo in alto, immersi nella loro libertà. 

L'indecenza del non avere freddo

Non sta bene che io non abbia freddo, lo trovo quasi indecente. Dimenticare la giacca anche quando il sole riposa e non accorgersi dello sbucare di un brivido.

Ma poi nel buio scorgo una rosa sfacciata,un'altra pianticella si dondola dal cancello. La gelateria brilla, anche se più timida. E ci sei tu, unica estate che con un bacio il brivido mi ruba.


Save our souls - canzone per il giorno

Yom Kippur, il giorno dell'espiazione. E io sento questa canzone, sporca come le strade invase da angeli neri e spazzatura, tra cui pur correre liberi. Tra cui cercare ciò che conta.

Centomila cuori sanguinanti ci mettono nelle tombe e non si è mai abbastanza alterati, per potere vivere. Chissà come risuona quel grido, salvate le nostre anime. Per il cielo, per la terra promessa.

Le nostre città piangono abbastanza e non serve un cielo così nero. Se non per invocare aiuto e cercare il luogo dell'eterna promessa.

Save our souls, Motley Crue, canzone per il giorno.

L'argento di Loch Fyne

Dall'alba mi si è dipinto uno scenario d'argento, è quello del Loch Fyne. E non riesco a sottrarmi al suo canto, al suo vanto.

Chissà se il nome attinge davvero dal vino, unica mancanza che avverto in Scozia. Loch Fyne è lago pensieroso, che però non si distrae poiché deve specchiare meraviglie. Ostriche richiamano, più di sirene, ma è il silenzio, il re di quel quadro d'argento che si è conficcato nei miei sogni.

venerdì 13 settembre 2013

Notte senza rassegnarsi

Sulle spalle del sonno un bagaglio confuso; spuntano anche gli occhi di sogni esitanti.

Tu sai che questa è l 'ora in cui cerco di non rassegnarmi a dormire. In cui dico: ti guardo un istante ancora. O spingo il pensiero, avanti o indietro. L'ora in cui infilerei una giacca e scivolerei nella notte,  senza rassegnarmi.

#buonanotte

Vacheti

Non pensate male. Non sono quelle creature un po' troppo evidenti che sprizzano entusiasmo da tutti i pori, diciamola così.

No, sono le minuscole e deliziose coccinelle, ho scoperto da pà Carloeu. Quegli esserini magici, che frugano forse tra i nostri desideri e poi li colorano di gioia.

Creature timide che sussurrano, il tempo di volare verso un bacio.

Il vero re

Il vero re, roba da rendere felice Jim Morrison, questa piccola creatura sospesa. Indecisa se lasciare terra e luce per aprire porte nuove. Concentrata sul suo compito, eppure un mio movimento la metterà in fuga.
Perché la libertà è un viaggio che non può essere disturbato. Una lucertola cerca il vero sole.

Can I tell you - canzone per la notte

Che tenero schiaffo questa canzone dei Kansas. Inizia con gentilezza: posso chiederti una cosa?

Tu ancora hai margine di chiudere schermo e attenzione. Di sottrarti. Ma senti che bello: se ti aspetti quella libertà che dici tua, prova che la meriti,

Oppure il tuo essere libero sarà solo parole.

Una domanda che vola di nota in nota, come una piuma libera.

Can I tell you, Kansas, canzone per la notte

Non mi manca Harry Potter

Mi manca Harry Potter, l'emozione che si impossessava ogni anno delle mie mani nello strappare il pacco che arrivava da Robbie. La misera autodisciplina che tentavo di impormi: non leggerai più di un capitolo al giorno.

Ma già ero corsa avanti, fingendo di sbagliarmi, e ciò che pregustavo, era irresistibile.

Tuttavia non è Harry il personaggio che mi manca. Neanche Dumbledore, come sospira la signora Rowling. Chi ha letto L'importanza di essere secondi, forse ritiene che io senta la mancanza di Ron; mi è simpatico, ma non è lui quello che rivorrei qui.

Mi manca Snape. Piton nella versione italiana, giusto? Mi piace qualcuno che dissimula il bene che fa, che non lascia trapelare nulla fino all'ultimo. Che ama senza chiedere nulla.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412

http://gma.yahoo.com/blogs/abc-blogs/harry-potter-15-years-later-j-k-rowling-122448872.html

Fidarsi in mare aperto

Non sono un'ottima navigante, anche se adoro le storie di marinai. Ma se fossi in mare aperto, con lo sguardo che si spezza a metà: da un lato un cielo pacato, dall'altro un rincorrersi di nuvole, credo che mi affiderei persino ai miei miopi occhi sulla direzione.

In barca c'è però un tizio tutto sorridente, che magari sa produrre meraviglie, eppure di mare capisce quanto me. Abbandonerei la direzione prescelta per seguire lui che incita: andiamo verso quello splendido telo nero?

Credo di no. Ma quante volte lo facciamo, mi chiedo pure, nel mare della vita. E nella vita, nessuno è marinaio impeccabile, penso.

He's a liar - canzone per il giorno

Ve la ricordate questa canzone, io visualizzo i Bee Gees in formato giudici senza appello, feriti e fieri, che emettono questa sentenza.

Una storia crudele, con una sua dolcezza, che scivola sulle battute della menzogna riconosciuta anche in se stessi per vivere. Un cliché collaudato nella storia delle canzoni, che però oggi metto a fuoco in modo diverso.

Perché siamo tutti un po' bugiardi, anche con noi stessi, e la sincerità va scavata minuto dopo minuto nella nostra roccia.

Ma accade che una persona nell'esistenza nostra e degli altri riveli all'improvviso, magari senza perdere il sorriso, che ha obiettivi, travestiti da ideali, o avidità, mascherate da affetto, o altre deprimenti menzogne. E non si può detestare, se siamo tutti bugiardi, ma nemmeno farsi prendere in giro ancora. Si può assaggiare la terra e non ha un buon sapore.

Ma infine dire: io sono affamato e infreddolito, eppure sono vivo. E non voglio comportarmi così: continuo a scavare nella roccia, come posso.


I'm cold and I'm hungry but I'm still alive 

And it's not how I want it to be 

There's a hand on my shoulder 

He said I'll survive ,but he's a liar.



He's a liar, Bee Gees. canzone per il giorno.

giovedì 12 settembre 2013

Ho più coraggio

Ho più coraggio, quando rido, rido forte; così confondo la paura. O armata di una canzone o di una carezza, di pagine o tue.

Ho coraggio quando vai avanti tu, capovolgendo i cliché di tanti film d'orrore, ma anche quando sono sola, perché sola non sono mai.

Il mio coraggio un dono, di cui fingere di ignorare la provenienza, finché sorrido riconoscendoti.

I paesi di pietra

Quando ci passo, non riesco a essere distratta. I paesi di pietra sono i più silenziosi e autentici, anche se cambiano riflessi a ogni sguardo.

Hanno una loro fiducia, compressa tra le pietre, e ti sanno far sentir piccina per la loro saggezza. C'è chi afferma che le loro vie si assomigliano, ma come perdersi nei paesi di pietra.