giovedì 29 dicembre 2022

Dal primo giorno insieme e per sempre. Io voglio giocare

 

Dal primo giorno insieme. L'ho scoperto tardi, che quando nacqui tu eri in Italia. Sei persino venuto nella mia città, quando io ero ufficialmente immersa nel basket, ma il Brasile mi chiamava con la forza del calcio e dell'amicizia.

Papà e i suoi giri del mondo che sostavano lì. Caio e quei legami di lavoro che diventavano qualcosa di profondo, un amico importante, continuo. 

- Manda Carla e Marilena qui da me.

Io non ci sono mai andata, come se non ne avessi bisogno. C'era già stato mio papà e se non aveva dominato in uno stadio, era stato campione sulla scalinata che conduce al Cristo di Rio de Janeiro. L'avevano un po' sfidato gli altri, per papà quello era apparentemente un ostacolo insormontabile diventò un'impresa che sempre ricordò: il bambino che non ha mai potuto correre, è arrivato in alto fino al Cristo mentre gli altri crollavano.

Roba che tu, O Rei, l'avresti incoronato. 

Poi Caio veniva in Italia, mi gridava "Campioni du Mundo", si rotolava nella neve mai vista come un bimbo, parlava di te e del suo Brasile. Mi regalò una penna a forma di indigeno, con cui mi presentai ostinata all'hotel Astoria - guarda un po', corsi e ricorsi LEGGI QUI - una manciata di anni dopo a chiedere gli autografi alla Roma, Falcao in testa. Naturalmente rimasi delusa che lui non esclamasse: «Ehi, ma questa è una penna del mio Paese». Del resto, lui era il re di Roma, tu del mondo: il re dei re, come ti ha definito Ardiles, uno dei miei giocatori preferiti. No che corre il pensiero all'82: ok, troppo tardi, è successo.

L'unica che colpevolmente pianse nell'82 e dovette penare prima di ricordarsi quale dovesse essere il suo naturale tifo ai Mondiali. Io.

Perché c'eri tu, perché c'era il calcio. Quando andai al liceo e mi obbligarono a scrivere una tesina sul cinema, non esitai un attimo: Fuga per la vittoria. I confini tra la realtà e la fantasia che si sciolgono e io a riguardare ogni attimo: più della rovesciata, oggi sento risuonare quelle tue parole.

- Io voglio giocare. Sto molto meglio, posso giocare.

Ci riuscirò anch'io, un giorno, a dire ancora così. 

domenica 25 dicembre 2022

Leif, Daniela, Francesca e il bene senza tempo


 Non c'è mai tempo per niente, non c'è tempo per nessuno. Mi rigiro in questa convinzione, mi percuoto, ci soffro. Poi, respiro quel bene senza tempo, in un duplice senso. Persone che da tanti anni si ricordano di me e si prendono il tempo di accarezzarmi con le loro parole. Oppure persone che incrocio ora e senza conoscerle, senza conoscermi si prendono il tempo di aiutarmi.

Anche così vivo questo Natale. Il giorno prima, arriva la fedele lettera di un amico di penna: mi scrive da quasi 40 anni. Non ci siamo mai incontrati, né con lui, né con sua figlia: con lei ci siamo scambitate negli anni ruggenti audiocassette rock e conversiamo a volte su Facebook. Leif mi scrive ancora lettere di Natale come quando ero al liceo, solo che io ora non oso rispondere perché la mia calligrafia è riuscita a peggiorare nel tempo e messaggio a sua figlia.

Colora il cuore il cartoncino, e così le parole.

Sono poche e non meno meravigliose, quelle di Daniela. L'ho conosciuta una ventina di anni fa, una giovane, tosta donna che veniva dall'Albania e ha sempre combattuto le avversità a suon di lavoro. Non ho fatto niente per lei, proprio niente. L'ho indirizzata a una persona che sapevo sensibile e capace e l'ha aiutata. Tutto qui. Ho ancora negli occhi l'immagine di lei che entra in redazione con una borsa carica di dolci per dirmi grazie e io protesto, ma i suoi occhi mandano lampi fieri.

Da allora non c'è festa in cui non mi scriva. 

E poi arrivi alla vigilia di questo Natale, in un anno ancora carico di dolore e di preoccupazione. Mi accorgo di un problema che affligge la mia cagnolina e ora è la vigilia, è tardi, chi mai potrà darmi retta? 

Trovo per caso il numero di un negozio in un paese vicino, che sembra ancora aperto. Mi risponde una voce gentile e mi invita ad andare da lei. La mia piccola ha paura, la donna mi dice di non preoccuparmi e di accostare con la macchina, sale, la rassicura, risolve il problema. Non vuole niente e io protesto. Allora accetta i biscotti di Natale che avevo con me.

Quando sono già via, mi rendo conto che non ho chiesto il suo nome. Fuori, c'è nebbia e dentro pure perché l'ansia ci ha fatto appannare i vetri, mi lampeggia sullo schermo una radio che non conosco. Però Subasio - mormoro, mentre i vetri si alleggeriscono di quel velo - mi dice qualcosa. 

La donna mi risponde gentile e mi dice il suo nome: Francesca. Non mi stupisce, adesso. Francesca, San Francesco, Subasio, il mio monte che chiama. La tensione si attenua, la gratitudine mi dice questo: che in questo egoista mondo, di cui io sono purtroppo un tassello, c'è un bene senza tempo.

Una promessa di eternità.

Tu, così piccolo

 

Tu, così piccolo, forse per riuscire a entrare in un piccolo cuore.

Così arrendevole, da riposare nella mia mano che poco sa fare. 

Così fiducioso, da stare a fianco di chi vacilla nella fiducia.

Tu piccolo, immenso dono.

sabato 24 dicembre 2022

Sgusci fuori dalla notte

Grazie allo zampino dei gatti, è rimasto tutto nascosto per le festività natalizie. Resistono poche, inattaccabili decorazioni. Ma adesso ci sei tu, minuscolo presepe: sgusci fuori dalla notte, dici essenzialmente quello che c'è. Un gran buio tutto attorno, una luce dolcemente ostinata.
Semplicemente, provo a vivere qua e là. Intanto mi stupisco di come mi possa travolgere la vita una luce piccola come un bimbo. 

 

domenica 18 dicembre 2022

La puntata più bella, con te


 Per me è la puntata più bella. Quella in cui ci si potrebbe persino rivelare tutto, non fosse per pudore o saggezza.

Tu sei da me, come ogni domenica, e ti preparo i manicaretti che vuoi. Ma io sono girovaga, e tu mi aspetti anche la sera. Arriverò con la pizza e guarderemo il tenente Colombo. Non ricordo se a questa puntata ci siamo appassionati di più. So che stasera l’ho divorata senza sentire la tua voce. 

Come altre volte e forse di più. 

La puntata più bella. Ma senza di te è silenzio, papà. 

mercoledì 14 dicembre 2022

Le castagne e le dita scottate


 Infilo nel forno le castagne che non ho raccolto, soffocando il disappunto. Quando credo siano pronte, mi accoglie il dolore sulle dita scottate. Eppure, non è un vero dolore, in quanto lo placano subito i ricordi.

Una serata, ai piedi della collina, chiacchiere mentre il camino anima i sapori delle castagne. Penso che diventerò grande e gusterò quel sapore spettacolare, senza scottarmi.

Le castagne, le dita scottate e quel sogno di non soffrire più. Forse, scottano di più

sabato 10 dicembre 2022

La nebbia che ti tiene vicina alla verità

Quando mi trovo inghiottita dalla nebbia, non posso soffocare il brivido di paura. Poi, incontro qualcosa che incute ben maggiore spavento: la chiarezza, totale. Le luci che appannano la memoria, 
Il sapere tutto, che tutto è imporre. Allora scivolo dentro i Demoni dei Superfurry Animals e mi ricordo cosa mi mette in crisi.
CLARITY JUST CONFUSES ME

Un amico mi induce a proseguire: a flirt with mediocrity  comes with a heavy penalty
La realtà potrebbe essere che questa vita è una grande catena di sapere infranta. Così la nebbia mi spaventa, ma mi tiene vicina alla verità.

I know that you know that we know they don't know what's going on
 

venerdì 9 dicembre 2022

Le voci timide di canto


 Santa Maria Novella, le nostre voci ancora timide di canto: le loro no.  Cinguettii che scuotono l’alba, l’inverno dell’umanità. E noi dentro questa canzone, specchio del coraggio così arduo da trovare.

Firenze si sta svegliando a fatica, quelle bestiole con ali forti di volontà spingono avanti ogni proposito. 

Ascolta chi ha il coraggio di cantare.

mercoledì 7 dicembre 2022

Ci metto tutto dentro

 

Tutti quei pensieri che si sono accumulati, luci artificiali che coprono la paura e quella macchia di speranza che cerca di allargarsi sullo sfondo.

Guardo cosa stai facendo, ci metti tutto dentro. 

Ci metto tutto dentro, anch'io, e non cerco di ordinare ciò che non mi appartiene. 
A volte, quella massa di pensieri mi pare eccessiva; altre, non ho la pazienza di credere nell'arrivo dell'alba. Spesso, ti contemplo e quando non ti chiedo nulla e mi limito a guardare questo immenso scenario, dove mettiamo tutto dentro. 

La luna non si perde, si nasconde

 

Questa sera, ho rincorso la luna tra le luminarie,  tanto che ho temuto si perdesse. Ma solo noi umani possiamo farlo.

Allora, mi sono detta, forse si nasconde, turbata di fronte al nostro illuminare una festa così luminosa. Poi, a conferma di questa possibilità, è scivolata via nella nebbia, scesa tanto implacabilmente quanto in modo sorprendente.

La luna non si perde, si nasconde, mi sono mormorata. Forse per convincermi di poter fare altrettanto.

domenica 4 dicembre 2022

Tornerà l’estate


 Dicembre, la pioggia che aspettavo come un bacio, ora scivola via.

Tornerà l’estate, mi dico, e io mi spoglierò di tutti i brividi, come pure mi attenuerò del mio candore. Mi rivestirò di colori e ti aspetterò, con una tenacia inconfessabile. 

Sono già pronta ad accoglierti, mentre sfoglio immagini di neve che si avvicina, perché il mio cuore l’ha già sciolta.

martedì 22 novembre 2022

Come quando fuori



 Come quando fuori corre, tutto quanto forsennatamente. Ci vuole coraggio ad ammettere che forse stai correndo tu. 

Come quando qualcuno è al volante e tu pensi di poterti rilassare, ma poi vuoi sapere chi sia mai. E lo cerchi, non vicino a te, ma frugando nel desiderio di essere stabile come una montagna, senza accorgerti che trema come te.

venerdì 18 novembre 2022

Un groviglio di ordinate sensazioni


 Un groviglio di ordinate sensazioni, che l'ordine mettono in subbuglio. Il raggio di sole che scombina le previsioni di un piovoso mattino. Il vento che ti ricorda l'impeto dell'autunno. Un amico che dà forma agli interrogativi assopiti dentro di te. Una terra scoperta così tardi da far parte di te da sempre.

Un groviglio di ordinate sensazioni, che non puoi domare, perché ti liberano. 

Buonanotte, Abruzzo. 

giovedì 17 novembre 2022

Le magie ti aspettano


 Le magie durano un lampo, eppure ti sanno aspettare più di quanto tu sappia fare con loro. 

Devi metterti in strada, nella valigia dubbi e paure che non riescono a soffocare quella strana fiducia capace di sfiorarti. 

Quando meno te l’aspetti.

domenica 13 novembre 2022

Conosco quell'espressione


Lo scatto fotografico mentre sono felice con un amico, eppure quando lo riguardo, sobbalzo. C'è nella mia espressione qualcosa di familiare, qualcosa che mi racconta qualcun altro e allo stesso tempo mi svela con precisione.

Conosco quell'espressione.

L'ho vista nei momenti in cui dovevi essere serio, ma non riuscivi, forse perché era troppa la felicità, oppure la responsabilità o entrambe le cose. Immortalata al massimo della potenza il giorno del matrimonio: la domavi a stento persino davanti al prete mentre ogni tanto controllavi che fosse davvero lì, assorta e impeccabile, come non sappiamo - né vogliamo - essere io e te. E poi l'apoteosi: fuori dalla chiesa, al terzo o quarto scatto della zia ti sciogli in parte dal braccio della tua novella sposa, esegui un gesto inequivocabile che grida "era ora" e il volto si illumina di libertà e nuova vita.

In quel giorno eccezionale, traboccavi di quell'espressione, ma l'ho ritrovata in tante immagini stampate sulla carta o nel cuore.

Si è posata sull'ultima fotografia, quella che ho scelto per lasciarti andare. E quando sono triste guardandoti, osservo meglio e mi scappa un sorriso: faccia da teppa - quella buona, che scherza per vivere, non per schiacciare - mi dico, ricordando le tue battute, le tue barzellette e i tuoi innumerevoli scherzi. Perché noi, in barba alle nostre paure e fragilità, siamo degli "scherzoni".

Da 14 anni oggi, non la posso guardare sul tuo volto davanti a me, papà, ma la ritrovo nelle foto. E infine, sul mio volto. Faccia da teppa, come te.
 

sabato 12 novembre 2022

Ti cercherò


 Un giorno ti cercherò, ti troverò persino, nella foresta arida delle mie contraddizioni. Affiorerai come il paesaggio del mio cuore o forse sei già lì, ad attendermi, e devo solo alzare la testa. Scrollarmi di dosso la nebbia, incollata come un alibi, e ammirarti come un tempo, senza paura.


lunedì 7 novembre 2022

La luna che non deve gridare

 


Bisognerebbe imparare dalla luna. Il suo silenzio cura il dolore, non ha bisogno di gridare la sua luce.

In questo mondo chiassoso, refrigerio le sue mute carezze. Il suo saper piangere nascosta dalle nuvole.

venerdì 4 novembre 2022

Tutto sospeso

 

La luna offuscata per riflettere, la notte che si stinge, il pensiero che si scioglie nell'autunno.

Tutto sospeso. Non puoi decidere ma solo attendere.

Tutto sospeso. Non lo insegna forse mai abbastanza la vita, eppure ora qualcosa ti inchioda al principio indissolubile: c'è un momento in cui tutto è sospeso, il confine tra scegliere e seguire. La luna annebbiata lo scolpisce nello spazio e nel tempo.

In realtà, è sempre tutto sospeso, ti fissa costantemente il confine tra scegliere e seguire, soprattutto quando sembra splendere la luna.

domenica 30 ottobre 2022

Questione di un attimo


 Questione di un attimo. Scivolare fuori dal letto, mormorare una preghiera frettolosa che si aggrappa al cuore, tendere un dito verso una tela. E questa scioglie i suoi colori: non per dispetto, bensì per prudenza. Per ricordarti che tutto è questione di un attimo e di attimi sei fatto tu: cupi e colorati, aridi e abbondanti, subìti e scelti.

lunedì 24 ottobre 2022

Accessori tra i pensieri


 Viaggiando tra i pensieri, mi affido ai colori. Indosso il rosso che avevo giurato di bandire anni fa, ritrovo il mio rossetto più forte delle mascherine e quando non basta, frugo alla ricerca di un sorriso. 

E quando non basta ancora, ripesco quel buco nella gota che deliziava la zia Giulia. La sua frase che si posa sul sentiero della mia memoria, mi aiuta ad andare, ancora. 

giovedì 20 ottobre 2022

Le poche cose che so

 Non potrò portare via canzoni con me, ma qualcuna ci proverò. Battiti, vibrazioni, lacrime, macchie senza domande.

Le poche cose che so, sono dovute anche alla musica. 


Io, che non amo gridare i colori, ripeto quelle parole. Io so che ho giocato d'azzardo, ma non voglio essere la scema di nessuno. Io so che mi hai insegnato cose mai apprese altrove.

Io so che quando scende il buio, è il tuo nome che mormoro.

Le poche cose che so, mi accompagnano. Che vengano via con me oppure no, non mi lasceranno mai sola.

 




martedì 11 ottobre 2022

In punta di piedi da te


 Ho il passo pesante di chi ha paura di volare, ma quando venivo da te, arrivavo in punta di piedi.  Forse anche quella sera di una settimana fa sul palco, con la consapevolezza fragile di chi si precipitava dallo stadio a cambiarsi in pochi minuti prima di correre a teatro a ricordarti. 

Ancora una volta lo sguardo allo specchio, prima di respirare la tua eleganza composta che nell'aria alleggiava anche quella sera. La grazia non si allontana mai davvero. In punta di piedi da te e da coloro che hanno realizzato un mondo senza vestirsi di parole, cercando di accarezzare tessuti tra cui sono cresciuta e di farmi avvolgere dalle loro certezze.

sabato 8 ottobre 2022

Una pioggia sincera, leggera


 Ci sarà una pioggia, sincera, leggera, di quelle che non sono rimaste a lungo imprigionate nei pensieri. Sarà lei a liberarti.

Stingerà tutto il trucco e ti inzupperà gli abiti di scena, così tu sarai costretto a levarli.

Rimarrai con la pelle dell'anima nuda, accarezzata da una pioggia sincera, leggera.

lunedì 3 ottobre 2022

Mi hai chiamato


 Prima di arrivare alla tua sorprendente primavera, ho dovuto attraversare il mio inverno.

Mi hai chiamato o forse l’ha fatto lei, o ancora un coro di voci con un direttore instancabile. Però sono partita e ricordo ogni tappa di acqua e nebbia, fino ai raggi di sole tutti vostri. 

Non permettere che il mio cuore vaghi lontano, San Francesco, e ti prego di proteggere tutti gli ultimi che noi calpestiamo.

sabato 1 ottobre 2022

Nulla di definitivo

 

Nulla di definitivo: una carezza improvvisa, la paura che riaffiora, la speranza che colora il mio cielo. Tutto cambia sfumature e forme in effimera stabilità.

Definitivo non è nemmeno il mio stupore, perché un giorno potrebbe addormentarsi anche di fronte a tanta bellezza.

Nulla di definitivo, forse irresistibile o insopportabile qui. Non lo cerco nemmeno dietro le nuvole, posso solo sperare che mi troverà. 

giovedì 29 settembre 2022

Lo sguardo dentro e oltre

 Guardo dentro un bicchiere, una vigna, un pensiero e sono già lontana.

Tante storie mi hanno attraversata e nessuno mi ha lasciata. A volte, mi sorprendo a trovare un ricordo meno fragile di me. Lo sguardo dentro e oltre, anche me.


mercoledì 21 settembre 2022

Il cielo che prova a dirti tutto

 

Il cielo che prova a dirti tutto, raccogliendo forze e colori. Tu che trattieni il fiato, per timore di lasciarti sfuggire qualcosa che non tornerà più.

Eppure, basterebbe una briciola di benedizione per non perdersi in quell’immensità o farlo ritrovandosi.

Il politico alla porta e il rispetto


 Molti, molti anni fa entrò un politico in redazione. Politico, non era nato: prima, aveva fatto mille cose, nella sua professione e per le persone fragili.

Quando varcò la soglia, io aprii il taccuino e lui prese un foglietto. Ben presto mi avvidi che lui stava non prendendo spunto da un foglio, ma mi dettava. Persino le virgole cercavano di scivolare nel mio discorso, al che io lo invitai a smettere.

Non lo fece, allora io chiusi il taccuino e lo invitai a uscire: non scrivevo sotto dettatura. Lui mi guardò e riprese a parlare, questa volta senza gabbie impresse sul suo foglio: eravamo liberi entrambi.

Questo episodio diventò un gesto dolce e rispettoso parecchi anni - e una pandemia - dopo. Lui si presentò a un evento che mi riguardava e non potevo sapere che sarebbe stata una delle ultime volte in cui usciva di casa. Si era presentato lì, ricordando le tante interviste - forse persino quella - i momenti condivisi, le battute, le confessioni. 

Quella sera, mi emozionai nell'udire le sue parole. Nell'udire il suo rispetto, che forse fu alimentato anche da quel metterlo alla porta.

Adesso, noi siamo liberi, entrambi.

giovedì 15 settembre 2022

Ma cosa mi dici mai - tutto è scuro scuro


Nella corsa davanti alle vetrine, inciampo in uno stop obbligato. Milano brulica di luci, vite, idee, ma tu mi riporti indietro, a quando ridevamo insieme. Io non immaginavo che le cose fossero così serie, dietro a quel sorriso tremolante, ma tu forse sì.

Ma cosa mi dici mai.

Mi chiamavi Topo Gigio, perché anche i miei denti erano incerti. Il Tuo Topo Gigio, per la precisione. E adesso che sono cresciuta, anche un po' troppo, mi fisso davanti alla vetrina a cercarmi. Lui, loro, cantavano anche così: tutto è scuro, tutto è scuro scuro. Tutto ciò mi pare rara saggezza, che sconfina in profezia.

Tutto è scuro, senza di te. 

Lascia andare non drammatizzare,Ma strapazzami di coccole (coccole

Non drammatizziamo, ma rassicurami solo su una cosa: Topo Gigio conosce la verità e tu me la dirai, per conto suo. 


venerdì 9 settembre 2022

Ho rincorso la luna

 


Ho rincorso la luna, io ingrata ragazzina. O forse lei.

Si era addormentata sul sottile confine, tra campagne e industrie. Io, mi ci sono persa subito: tutti i colori si sparpagliavano nel buio, come i pensieri. Solo allora mi sono rifugiata vicino alla chiesetta: e la luna là a flirtare e confondermi le idee con un lampione.

Ho rincorso la luna: non ho raggiunto né me né lei.

giovedì 8 settembre 2022

Ti ho incontrata bambina - buon viaggio, Elisabetta

 

foto dalla pagina internet del castello di Glamis - Elisabetta e Margareth

The Bowes Lyon family and all at Glamis join with people across the world in mourning the loss of Her Majesty The Queen. Her steadfastness, wisdom and humour will be profoundly missed and she will always be remembered with great fondness at the Scottish home of her maternal grandparents, where Her Majesty spent many happy childhood holidays.


Questa sera sono corsa a Glamis per te. Mancavo da tanto: quel castello incantato era pur stato tra i primi ad accogliermi e la tua calligrafia sulle lettere, nella mia immaginazione, tratteneva a stento la gioia.

Perché andare dai nonni, è sempre una gioia per ogni bambina. E io, ti ho incontrata che eri bambina, Elisabetta, anche se sembra incredibile dire così. Quadri, lettere, oggetti in un luogo per me fatato, e poi tutt'attorno il segreto della porta scomparsa o la sedia lasciata sempre vuota in cappella per il fantasma, il cimitero dei piccoli animali... Glamis è un mondo che dura da 650 anni.

Ti ho incontrata da bambina e poi molte volte ancora. Io questa sera resto lì, a Glamis. Forse perché tu te ne sei andata non poi così lontano da lì, nella mia cara Scozia. Otto anni fa, mi aveva colpito che tu - secondo quanto riportavano i media britannici - uscendo dalla chiesa ti fossi rivolta insolitamente alla gente radunata fuori e ai giornalisti, invitando a pensare con attenzione a cosa votare. Allora, da scozzese nell'anima, mi indispettii un po', devo ammetterlo.

Ma vedendo quanto sbraitano i politici, oggi il tuo appello mi riporta a una ferma delicatezza. Infine, sei volata via lì, nell'amata Scozia. Buon viaggio, Elisabetta, tornando bambini.

sabato 3 settembre 2022

Troppo silenzioso


 Il buio rotto da un pianto di luce. Mai avuto paura delle lacrime, ho temuto solo di sporcarle con le parole. È tutto troppo silenzioso per non crederci. 

giovedì 1 settembre 2022

Scosto le nuvole


 Frugo nel cielo scostando le nuvole, con un raggio di sole che mi arriva da direzione sconosciuta. E quando le sfioro inavvertitamente, le consolo perché anche loro sono paesaggio dell’anima.

lunedì 29 agosto 2022

L'intelligenza artificiale - se non mi riconosci

 

Chiamala intelligenza artificiale. Qualche giorno fa, mi ero intestardita a non digitare più, ma a impartire solenni ordini all'app del telefono.

Così le ho intimato di chiamare mia zia, operazione minimalista, poiché nei contatti c'è un solo nome alla parola zia.

Invece, la app, più cocciuta di me, mi ha mandato un messaggio in crescendo freudiano. Prima mi ha sibilato che non aveva alcun contatto in agenza riconducibile a una zia, quindi mi ha offerto la fredda, risposta finale.

- Del resto, non so nemmeno chi sia tu.

Certo, sono la cretina che pensava di tenere in mano il mondo, perché avevo te, cellulare. Sono lieta, tuttavia, di essere irriconoscibile per te: forse ho persino una speranza. Perché ero convinta di essere irriconoscibile davvero, un mistero assoluto in un mondo confuso, quindi così calata nelle sue mancate ubiquità. 

domenica 28 agosto 2022

Il mondo, spine e cielo

 Il mondo, spine e cielo. Frutti e nuvole che cercano di sorridere. Io mi immergo nei colori e mi specchio in quel riccio, che danza un po' goffo nel vento e si sporge vorace verso il nuovo giorno.


sabato 27 agosto 2022

A piccoli passi, tu che sei immenso


A piccoli passi, persino tu che sei immenso. E io che sento di non muovermi mai abbastanza dall'orizzonte della vita. Da te gli occhi miei respirano lezioni di umiltà. Anche se so che non sei tu a scendere dal tuo trono, mi vieni incontro con la tua anima.

venerdì 26 agosto 2022

Generalizzando, scorre via l'Amore. Non sei un cane, ma un dono di Dio


Ogni tanto, anche oggi dichiarata Giornata mondiale del cane, sfoglio vistose o soffocate generalizzazioni. Peccato, perché generalizzando scorre via l'Amore, e la Vita.

Io oggi non festeggio Fanni, perché lei non è il cane o un cane. È il mio cane, in senso non di possesso ma di appartenenza, come io faccio parte di lei.

Se il Signore, che ha creato tutte le creature, mi avesse dato il figlio per il quale a lungo ho combattuto, io avrei preso subito un cane accanto a noi. Ogni altro ragionamento mi è estraneo, perché mi interessa Vivere, non dire la Verità o imporne una agli altri.

L'avrei fatto, perché ciascuno di noi è una creatura che completa l'altro. Fanni è arrivata a soffiare via le lacrime dopo un anno disastroso e ha fatto un sacco di cose in questi anni, oltre ad amarmi. Ha allevato i gatti, ha tenuto d'occhio la nonna, ha riempito di baci una marea di persone, ha salvato un merlo e molto altro ancora.

Io non ho definizioni per lei, perché ne racchiude tante. È nostra figlia, si comporta da mamma anche con me, fa la sorella complice, è un'amica impagabile, non solo racchiusa in messaggistica varia.

C'è qualche vuoto a perdere che pensa: al cane basta dare da mangiare. Ma lei non è il cane, è la mia Fanni. Quando torno a casa, lei non mi cerca mai il cibo: urla di gioia e corre a prendere il gioco, che è un modo per stare con me. 

Tante volte mi ha stupita, in un caso mi ha lasciata senza fiato. Mi venne un dolore forte, fortissimo per due giorni, che nessun medicinale mandava via; lei una sera arrivò, saltò sul letto e posò il muso sul punto dolorante per ore. Il calore del suo fiato mi fece andare via il dolore testardo e non è tanto questo che mi ha sorpresa.

Piuttosto, il fatto che lei sapeva esattamente che soffrivo e dove. Molti, non si accorgono neanche che stai male: vorrei dire, quasi tutti, ma starei generalizzando. So che lei ascolta anche ciò che non dico e non sapevo di aver nemmeno pensato.

Non perché è un cane, ma perché è Fanni. Un dono di Dio.

lunedì 15 agosto 2022

Siamo tutti ultimi, almeno una volta. E per gli Ultimi dovremmo muoverci



Una volta almeno, ci troviamo tutti nelle condizioni di ultimi: che ce ne rendiamo conto o no. Ci sarà sempre un momento in cui la nostra parola, il nostro pensiero, persino le nostre vite saranno considerati di poca o nessuna importanza da qualcuno. In cui scivoleremo in fondo a una lista non scritta, banale o drammatica. 

Anche per questo, dovremmo fermarci e riflettere su quanto sta accadendo alla Sfattoria degli Ultimi. Un nome schietto e profetico. Si tratta di un santuario che si prende cura di più di cento animali tra maiali e cinghiali salvati da condizioni di disagio e maltrattamenti a Roma e che ora è tristemente sotto i riflettori per il dramma in cui è stato gettato: il provvedimento di abbattimento di suini che non sono ammalati e sono isolati dagli altri, vivendo in un santuario. Provvedimento decretato a causa della peste suina per cui era scattata la zona rossa. 

Per chi ama gli animali, che sia vegetariano come me o vegano, anche per chi non lo è ma percepisce il paradosso doloroso di questa vicenda, è un colpo al cuore. La mobilitazione di tante persone, giunte da tutt'Italia, ha gridato proprio così e adesso si vedranno gli sviluppi giudiziari, mentre la politica è poco o niente pervenuta. 

Eppure quanto sta accadendo riguarda tutti noi. Riguarda ogni ultimo, quindi ogni essere umano, ogni animale, ogni esistenza. Se passa questo principio per cui si possono uccidere animali sani, animali d'affezione, microchippati, che cosa potrà accadere alla prossima diffusione di un virus che può riguardare altri tipi di bestiole? Un'autorità sanitaria ci potrà dire che si dovranno uccidere ad esempio i nostri cani, i nostri gatti, i conigli per prevenire una malattia? Questo dubbio affiora, perché in quel momento sarebbero loro gli ultimi, e magari ci verrà detto che la loro vita è meno importante di altri obiettivi da raggiungere. E noi, staremo a guardare?

E poi siamo ultimi anche noi umani. Possiamo esserlo. La storia ce l'ha dimostrato e ce lo continua a dimostrare. 

È un bivio drammatico, ma anche illuminante.

Protestare pacificamente ma fermamente e muoversi per gli Ultimi è una battaglia di civiltà. Ed è persino un atto di egoismo, proprio perché siamo tutti - almeno una volta - ultimi.
AGGIORNAMENTO 15 AGOSTO qui

giovedì 11 agosto 2022

Me lo fossi sognato

 

Tu immagina se me lo fossi sognato un cielo così, indeciso se tornare indietro. Io se andare avanti. Così, per scarna magia, ci siamo incontrati.

Parole di troppo

Ci sono i silenzi di troppo, e le di troppo parole.  Stasera, ascolto solo te come quasi mai sono capace di fare. La voce che non conosce invadenza, né reticenza, risuona nel chiarore della sera. Ti aspetterò o mi metterò in viaggio: comunque, ci incontreremo

 

martedì 9 agosto 2022

Buon viaggio Olivia. Ci racconteremo ancora tutto ciò che faremo e ti faccio una promessa (con Rizzo )

 Io sogno e rido, mia mamma indossa un sorriso che vuole coprirmi dal dolore. Il mio incontro con Grease è stato questo, come un'ultima traccia di spensieratezza. Che adesso, sta appiccicata a fatica sul volto dell'anima.

L'ho già accennato in passato, la storia di quelle due maschere dello spettacolo che si univano nella vita. Eravamo a Milano per un motivo drammatico, un luminare doveva vedere gli esami del mio nonno Mario. Non lo sapevo, non dovevo saperlo, ma il verdetto fu tragico. 

Io appresi solo che a Milano, dopo una misteriosa tappa, saremmo andati al cinema a vedere Grease. Olivia Newton-John era per tutti Sandy e io per fare la dura dovevo mostrare che non cadevo nei cliché, che tifavo per lei e Danny, ovviamente, ma che il personaggio da sostenere contro ogni ragionevolezza era Rizzo. A mente fredda, anni dopo, avrei privilegiato proprio una canzone interpretata da Stockard Channing, che proprio ora risento per dire addio a Olivia e non è un controsenso.

Che poi, addio... salirà su quell'auto con Danny e sparirà solo dai nostri occhi, ma la sentiremo, eccome. Ci racconteremo tutto ciò che avverrà nelle nostre vite, anche quando a tratti diventeremo adulti sul serio.

Farà un'uscita come nel video di Xanadu, la canzone che mi piace sentire per le sfumature e la forza della sua voce. Come Physical, grida la capacità di osare e scherzare allo stesso tempo: chissà se è vero che doveva essere servita a un uomo, questa canzone, e la volle lei.

So che quando ho stretto il disco di Grease tra le mani, era un regalo di Natale da fare i salti di gioia perché allora gli Lp costavano e si compravano con il contagocce. Che quando divoravo il film nella sala milanese, non sapevo che di lì a poco avrei perso il mio nonno adorato per un tumore.

Seppi troppo presto che anche Olivia Newton-John doveva combattere contro il cancro. L'ha fatto con la sua energia, la sua dignità, l'attenzione al dolore degli altri attraverso la fondazione. 

La spensieratezza per me era aggrappata a uno scenario fragile. In dissolvenza con la scomparsa di Jeff Conaway, fondamentale per chi ha il culto dei secondi come me. Con il trascorrere degli anni, avevo imparato anche a ritrovare il coraggio di vedere Sandy con occhi autentici, un po' come mi era successo con Melania in Via col vento: la vera forza è la coerenza, lo sguardo che poni sulle cose e allora non ci sarà delusione che potrà ferirti, allora sarai un riferimento saldo e profondo per gli altri.

Con questa consapevolezza non posso negare magone e lacrime aperte, in queste ore. Per Olivia che ha terminato - non perso, come non la persero mio nonno e troppe persone a me care - la sua battaglia qui e adesso che è salita con l'auto in dissolvenza fino a lassù dovrà intraprenderne delle altre per il bene di questi testoni di umani e la natura ferita.

Poi, però, cerco di dire basta a quelle lacrime perché forse mi stai guardando. Lo faccio, con la canzone di Rizzo, Sandy non ne avrà a male, e tanto meno una creatura come Olivia che Stockard e le altre "ragazze" oggi ricordano nella sua generosità.

Piangere di fronte a te, è la cosa peggiore che potrei fare.

Non l'ha fatto mia mamma, nel buio di un cinema, per me. Adesso, provo a smettere anch'io, perché quella spensieratezza era già strappata, eppure non me la porterà via nessuno. Come nessuno porterà via te.

Grazie, Olivia.



sabato 6 agosto 2022

Il sole anche di lotte

Sfiorarsi, sbuffare, crescere insieme, ciascuno con la propria, dolce testardaggine. Castagno e Bruno, ormai così vicini da mormorarsi segreti e da abbracciare il sole insieme.
Il sole, complice di sorrisi e segreti, e anche di lotte, quando i rami si toccano e si intrecciano in un duello immaginario. Poi, la brezza si concede finalmente e li allontana: allora sono forse indecisi se respirare un po' o cercarsi ancora. Magari per catturare il sole, insieme. 
E offrirlo persino a me, muta spettatrice in terra piemontese, che ne prendo un pezzetto e lo mangiucchio con gli occhi, mentre su di voi sosta, sincero, per sciogliersi poi nel lago Maggiore.


 

lunedì 1 agosto 2022

Isole attraversate come un’adulta

 Il primo e unico autostop a 16 anni per andare in discoteca, lontano migliaia di miglia da casa. La radio strillava “Such a shame” e come darle torto.

Il ritorno all’alba incerta, nel silenzio dei boschi interrotto solo da ululati. E isole attraversate come un’adulta, senza saper nuotare, rassicurando un guardingo papà al telefono.

Era il 1984, ero tremante e a tratti invincibile. Come tanti altri; più fortunata soltanto. Più fortunati io e la mia famiglia che mai ha dovuto svegliarsi sotto un nitido e lancinante presagio.

Ciao, piccole.


Senz’altra fiamma


 Quieta la piazza, come l’anima, eppure gli umani ora sono timidamente più numerosi dei colombi, confidano i negozianti 

Tra quelle mura, poi, tutto si placa, anzi prende fuoco: pregate sempre, non c’è altra fiamma in un mondo che si spegne di senso.

Dentro la basilica di Sant’Antonio, risuonano tutte le lingue. Eppure c’è un silenzio pieno di amore. 

domenica 31 luglio 2022

Argento in prestito

Il mio argento, sei tu la mattina. Un sorriso pigro ai primi battiti del giorno e il blu dell'acqua si lascia scivolare addosso il muto gioiello.

Argento in prestito, come ogni materia che passa dalle nostre mani, dai nostri sguardi e da ogni senso: una benedizione fuggente, che pur in qualche modo resta.

Il mio argento, sei tu quando ti cerco e quando sono cercata: sto pensando ad altro e tu brilli, attirando il mio sguardo. Già, mi sono persa.

sabato 30 luglio 2022

Aiutandoci in tanti piccoli modi. Un balsamo e un privilegio, Patti

 

I giorni di amore e tormento, le notti di rock and roll: sul lago  Maggiore questi versi si riversano, scombinando i piani temporali. Il sole è gioioso dominatore di questa giornata e a pochi metri da me c’è Patti Smith. Una perla, questo incontro tra i concerti firmato sempre dallo Stresa Festival. Una conversazione con Roberto Calabretto al Palazzo dei Congressi di Stresa, con Paolo Maria Noseda che offre l’intensità del pensiero di Patti in italiano.

 

Ho qui con me il mio primo incontro materiale con lei, come un talismano quasi per darmi forza: perché lei non è ancora entrata sul palco e il cuore batte all’impazzata. Ho bisogno di credere che qualcosa, qualcuno ci possa liberare. Che possiamo cambiare qualcosa. Che c’è una sacralità troppo profonda per non poter chiamare una volta almeno tutti. 

Ah, il mio talismano: è la cassetta con cui il mio compagno di liceo mi consegnò con una sua solennità per farmi conoscere Patti. Io ero dura e stravagante, sotto un'apparente pelle esile, e accolsi quella musica con meraviglia.


Adesso lei è qui e non si tratta di una parentesi tra i due concerti a Verbania, è un’ora che si perde nell’infinito, in cui avviene ciò che Patti indica come fondamentale: si è connessi. È un’ora in cui vedi scorrere tratti del suo cammino. Quando le tirano arance e pomodori, da ragazza, e lei affamata raccoglie, ringrazia e mangia. Quando condivide i legami che le hanno trasmesso tanto, artisti, poeti, scrittori. Di oggi, di ieri, per sempre. 


Non aspettavo una rocker, ma una donna, una signora che sa ascoltare, parlare, sorridere, ringraziare e mandare saluti con le sue inquiete dita. Che mi parlasse di Pasolini, di Leopardi, della matematica bella e terribile e poi confessasse che se deve scegliere un libro, uno solo, è Pinocchio. Gli errori lievi, madornali, eppure la possibilità di redimersi, sempre.

Il valore del rispetto e poi la bellezza di rimanere curiosi che mi porta indietro, a quel giorno altrettanto indimenticabile con Elio Fiorucci.



 

Lei è un balsamo che mi cura in momenti biechi: dalla guerra all’indifferenza che confinano, lasciar uccidere un uomo a mani nude, permettere che muoia di stenti una bimba, sparare a un cane vicino alla chiesa di Padre Pio. Alla fine, esco ancora convinta che sì, la musica ispira ma noi possiamo cambiare le cose. Che la via è «helping one another in small ways». Che il progresso tecnologico può avanzare, ma c’è un’evoluzione reale, umanistica, che tocca a noi, che ci chiama sempre in quei minuscoli e irrinunciabili modi. Che, semplicemente, vivere è meraviglioso.


L’ho sentito per quarant’anni nelle tue canzoni, da quel giorno al liceo, Patti e oggi la tua voce mi ha offerto questa speranza anche senza le note, prima di congedarti per prepararti al prossimo concerto. 


 

Allora capisco, perché lungo il lago riecheggiano questi tuoi versi, perché mi riportano al titolo di quella canzone. È stato un Privilegio, una liberazione, ascoltarti e mi accompagnerà in ogni istante, buio e lieto.



venerdì 29 luglio 2022

Per cielo e per terra

Per mare per terra, ma anche più infinitamente ti cerco. Un confine netto eppure in qualche modo impalpabile ci separa. Come il fronte del santuario a Boca, che sembra misurarsi con il cielo, se non sapessi che in realtà si inchina ad esso.    
Per cielo e per terra ti inseguono i miei pensieri e si riposano su quella linea che forse vediamo solo noi. 


 

Il tempo di abbracciarti tra le nuvole

Il tempo di abbracciarti tra le nuvole e tu mi inondi di colore.   

 

giovedì 28 luglio 2022

Pianto di gioia

Scoprire di poter ancora piangere di gioia. Si spegne ogni parola, sotto il canto silenzioso di vita, l’arsura dei ricordi che si scioglie.




Il piatto (non) è mio

 Uno dei fatti curiosi che hanno caratterizzato gli ultimi sette anni della mia vita è l'improvviso interesse dei commensali attorno a me nei confronti di ciò che mangio. 

Quando ero onnivora, non poteva fregare di meno a nessuno. Con l'eccezione di qualche amico che chiedeva di assaggiare o scambiare. 

Da quando sono diventata vegetariana - o meglio ho scelto di avviare il percorso vegetariano perché ha richiesto e richiede continue nuove consapevolezze e conseguenti scelte - il mio piatto è diventato oggetto di conversazione e contendere. Spesso, in chi mi è più vicino e ciò mi arreca dolore.



Uno dei capolavori dello chef Leeman a Joia

Si va dagli sfottò alle critiche di chi mi accusa di seguire le mode, quando tra i maestri a cui via via ho guardato non rientrano soltanto personaggi di questi tempi, penso a un Leonardo da Vinci, per esempio.  Atteggiamenti conditi da ostentare carne e pesce nei piatti dei critici in questione, che io cerco di ignorare anche perché la mia non è una scelta salutista, pur avendo denotato questo ulteriore risvolto.

In realtà, io ho l'istinto da vegetariano da sempre. Da quando ho riconosciuto l'identità del primo animale del piatto e mi hanno costretto a mangiarlo a casa. Persino all'asilo io che avevo fama di mansueta, ho combattuto contro la suora che mi costrinse a mangiare un pezzo di carne, tanto che per anni ho respinto pure il contorno di quel piatto: per fortuna, in famiglia non era molto amato e non se ne accorsero mai.

Ho pianto disperato, rifiutandomi di afferrare un fagiano quando mio padre ne vide uno, intontito, in montagna e mi chiese di correre a prenderlo.

No, perché poi tu lo mangi.

Mio padre, come sempre, sapeva già le cose in anticipo: sì, molto prima di me. Non mi ha graziata quando mi ero piccola, ma mi è parso di scorgere in lui una lenta, inesorabile resa. Con picchi di ostinazione - per il mio bene, ne era convinto - come quando teneva le anguille vive nel secchio. Una volta mi chiese di andare a controllare e trovai la bestiola che saltellava in cantina: altro rifiuto disperato, quando  me la trovai morta nel piatto e lì i miei si impuntarono. Il risultato fu che la rigettai e per ironia della sorte, in via eccezionale l'avevano accompagnata con il contorno ripudiato all'asilo, per cui fu un disastro pluriannunciato.

Eppure ci ho messo una vita a diventare vegetariana e a compiere ulteriori scelte che definirebbero vegane: io ho una naturale allergia verso le definizioni. Se proprio ne devo trovare una, torno a "leonardiana" per pura vanità dai.

Ho mangiato di tutto e al pensiero avverto una fitta. Poi una serie di fattori mi hanno liberata e mi hann permesso di ritrovarmi. L'aver scritto un libro dove gli animali aiutavano la protagonista, come hanno sostenuto me, è stato un passo decisivo CHI HA BISOGNO DI WILLY. La contemporaneità di Expo mi ha dato una mano, anche per l'incontro con tante persone illuminate: uno su tutti, Elio Fiorucci.

Avevo già rifiutato di mangiare i cuccioli, poi ho smesso con i mammiferi e sono passata a lasciare in pace i poveri pesci, che fanno una fine anche più terribile degli altri. 

Per vivere, e bene, non mi sono necessari e non capisco dunque perché infliggere loro sofferenza in vita e in morte. Dal momento in cui ho lasciato crescere in me questa consapevolezza, del resto, è aumentato anche il dolore, cioè la sensibilità al loro. Un combustibile è la pornografia della morte nel cibo: non sopporto l'esibizione di animali uccisi (perché è così, bando all'ipocrisia) come se si fosse combattuto ad armi pari o per la propria sopravvivenza, a maggior ragione con pose derisorie. Proprio per questo è duro il percorso vegetariano, e oltre, perché ogni volta avverti un'ingiustizia in più nel nostro mangiare, vestire, calzare e ti senti profondamente impotente.
Puoi solo combattere nel tuo piatto e nel tuo stile di vita: una briciola, tutto ciò che puoi fare.

Ma ci provi e quando gli altri ti assaltano, deridono, improvvisamente interessati a ciò che mangi, potresti usare un vecchio slogan - che pur non ti è affatto simpatico - plasmandolo così: il piatto è mio.

Anzi, non lo è affatto. Perché ciò che mangiamo, beviamo, vestiamo, usiamo - uno dei termini tristi dell'umanità - viene dalla natura, da qualcosa che abbiamo avuto in prestito, ci è stato affidato.

Quindi, il piatto - non - è mio e lo difendo, con la stessa gioia che provo quando accarezzo un animale, di cui prima magari avevo persino paura: perché tutto cade con la consapevolezza, questo dono che si fa strada nelle anime giorno dopo giorno. 

martedì 26 luglio 2022

Fingere di cadere nelle nuvole - video

Chissà cos'è la mia libertà, quando tu - poiana - puoi addirittura fingere di cadere nelle nuvole, per poi rituffarti sulla terra. Spettacolo e pericolo, come ciascuno di noi. 


VIDEO