domenica 28 febbraio 2021

Macchie di fiducia

 

Nelle aiuole lo sguardo inciampa  in qualcosa di troppo delicato per essere umano. I fiori più fragili e sinceri, che esplodono senza far rumore, come le mie efelidi mi incatenano alla primavera per liberarmi nella vita.

Macchie di fiducia su uno sfondo monocolore e asfissiante: appena le ho viste, sento che accade qualcosa. Già la luce del giorno corre avanti a vedere a sua volta, senza affanno perché tutto si compie a tempo debito.

Macchie di fiducia tra l’erba ancora minacciata dai ricordi dell’inverno, sulla pelle, sulla vita.

venerdì 26 febbraio 2021

Camminare nello spazio

 Il mondo era insopportabilmente vasto una volta, chissà com’è diventato insopportabilmente stretto.

Anche il tempo si è consumato e ci cammino incerta, ma poi frugo tra le nuvole della notte, pettegole o premurose attorno alla luna.

C’è un posto dove camminare sempre, dove respirare e persino pensare. Un posto dove tutto ti sfiora e nessuno ti raggiunge, così esposto da passare inosservato.

Sto camminando nello spazio, sincero e morbido come tutto quello che non avevo osato pensare, eco di una canzone e pegno di silenzio.

sabato 20 febbraio 2021

La prima spesa bella

In cammino tra commissioni e ricordi, corro indietro a un negozio che non c’è più. Un giorno, senza troppe cerimonie mi viene affidato il compito di andare a fare la spesa nell’isolato.

Con un filo d’emozione mi presento e compro quanto prescrive la lista. Poi scorgo un formaggio che avevo visto alla tv e volli fortissimamente provarlo. Avevo pochi soldi in tasca, ma calcolai che ce la facevo.

Quando arrivai a casa, ero un po’ titubante perché insomma, per essere la prima spesa, forse avevo preso un po’ troppo l’iniziativa. Invece, lo sguardo divertito di mio padre, nonostante la mia scelta poco gourmet, mi portò questa sensazione indefinita fino a oggi.

La prima spesa bella, il primo gesto bello è quando fai una scelta tua, un minuscolo atto di libertà e sei già grande.

venerdì 19 febbraio 2021

Quella strana calma

 Ogni tanto incontri ingenuità, negli altri in te, o figli di buona donna e peggior padre (perché vale sempre la pena ricordare, in questo ottuso mondo, che i figli si generano in due). Comportamenti attorcigliati, risposte calzanti o silenzi traboccanti di una lezione: devi scegliere, sempre e solo tu.

Allora, immersa in quella solitudine, avverti una strana calma. Non si nutre di illusioni, soltanto di una certezza, una che si è difesa fino all'ultimo pugno in questo mercato delle vanità.

C'è un solo modo di comportarsi.

Ti ripagherà, oppure no, ma non è proprio questo il punto. C'è un solo modo di comportarsi; così quella strana calma scende su di te

Sei tu che devi scegliere, sei tu che devi salvarti, con quella strana calma.

mercoledì 17 febbraio 2021

Se torniamo in treno

Gli addii che ti piombano addosso, senza che tu possa mormorare mezza parola. Puoi scrivere, sì ma non è la medesima cosa. 

Solo al termine di un'infinita giornata, metti a fuoco una stranezza, ovvero che se ripenso a questi anni ci siamo visti sempre in posti diversi. A cena dagli amici in una sera d'estate gioiosamente pigra, nel tuo studio dove le vicine campane erano invadenti e scherzavamo sulla comune sorte acustica che univa te e il mio prozio, autore di strali poetici contro quel frastuono. Alla tua mostra o alla tua lezione, che era vita affidata con immagini e parole abbracciate, anche in maniera dispettosa.

Eppure, mi viene in mente un luogo più di altri: il treno. Sì, ci trovammo accidentalmente alla stazione e andammo insieme a Milano. In testa, avevamo una faccenda seria e deliziosa di nome design. 

La stranezza è proprio questa: la nitidezza di quel viaggio, un po' di tempo fa, e la consapevolezza non meno lucida che ormai quel viaggio abituale non lo compio più. Allora, il prossimo treno che prenderò per andare a Milano, mi ricorderà te. 

Se torniamo in treno, se usciamo da questo delirio che non ci fa incontrare, forse possiamo viaggiare ancora insieme, sorridere e scuotere la testa.

Se torniamo in treno, Efrem, chissà cosa ci diremo, ancora.

lunedì 15 febbraio 2021

Ancora un po’ di stupore


 Un ticchettio alla finestra, mentre preparo tutto (che si potrebbe meglio definire qualcosa, ma non so rassegnarmi all’incompletezza).

È un lampo di mattino come tanti, l’alba che fa l’impertinente con il freddo, suoni e odori come sempre. Sento già rime malandrine di Heine che dolcemente sfotte la fanciulla sospirosa.

Ma io non sono fanciulla e posso permettermi ancora un po’ di stupore, una sfumatura che sono certa di non avere mai colto, perché la natura si inventa sempre qualcosa e io mi distraggo così facilmente.

Ancora un po’ di stupore, che male c’è, anzi ieri sera in chiesa ho sentito che fa bene a sé e agli altri. Ancora un po’ di stupore per vivere, per non perdersi nelle consuetudini, per camminare ancora un po’. E sapersi ricordare che non hai fatto tutto, non lo farai mai, per fortuna.

venerdì 12 febbraio 2021

Come le promesse della neve


 Eravamo pronti a diffonderci nella neve, la vita che corre tra fiocchi abbracciati sul terreno come se avessero freddo pure loro.

Ma poche ore dopo l’erba è più verde e morbida che mai e ci assale il dubbio di aver sognato. Solo i vetri delle auto ci ricordano che la neve stava facendo davvero promesse e le ha sussurrate dentro le esitazioni della notte e anche nelle nostre.

Come le promesse della neve ci sentiamo, capaci di aggrapparci a un vetro fragile poco meno di noi per non sentirci dire che siamo illusione.

mercoledì 10 febbraio 2021

Dal cielo e dai tetti

 Vagabondi sulla terra, ci fermiamo quando ci cattura qualcosa dal cielo. Sbuffi e fili rosa si spargono sulla tela e ci incatenano lo sguardo.

Proprio quando pensiamo che sia uno spettacolo irresistibile e non ci muoveremo mai più, sbuffi

nero carbone si sprigionano dai tetti. Ridono i comignoli e si chiedono la ragione del nostro disappunto, quando ci siamo impegnati a fabbricarli.

Dal cielo e dai tetti esce la verità e noi ci ritroviamo in cammino, ancora.

domenica 7 febbraio 2021

In pegno una rosa


 Una rosa e febbraio che si ritraeva, promettendo già primavera: così era un anno fa. 

Pochi giorni ancora e non mi sarei più mossa, a lungo. Ma nel regno di Valdobbiadene mi rifornii di natura e umanità.

L’ ho pensato spesso, nei mesi successivi al viaggio, ripercorrendo una maternità in arrivo, una donna che conduceva le persone nell’anima dei suoi paesaggi e quella rosa.

Una rosa in pegno, una rosa di vita afferrai con gli occhi un anno fa. E la pioggia, oggi in sottofondo, mi sussurra che quella rosa mi attende da qualche parte, con la pazienza che io non possiedo.


giovedì 4 febbraio 2021

La pioggia, su Marte

 Vorrei essere su Marte, al riparo da notizie insopportabili. Lo penso quando scrivo ciò che mai vorrei ed esco al buio sotto la pioggia, ma non lava via il dolore e il disagio.

Forse sono già su Marte, attribuisco la colpa alla canzone di Alice Cooper che sento spesso scolpita in me, lui poi mi ronza in testa per il suo compleanno.

Potrei essere su Marte, eppure sono qui che osservo tutto da vicino, ci entro, ci cammino e i piedi affondano. 

Sì, questa deve essere la pioggia su Marte, distantemente vicina come noi. La ascolti tintinnare, persino ogni goccia ha un proprio canto, ma se allunghi una mano non riesci a sentirla.

Potrei essere su Marte, riesci a sentirmi?

La pioggia, su Marte, è più calda delle lacrime e non cancella le distanze, non riempie il vuoto. Lo fa solo l’arrivo di un’altra notizia, piccola e irresistibile, il grido forte di un gruppo ragazze che compiono il loro piccolo miracolo. E la vita, su Marte, scorre ancora, più testarda della pioggia.

mercoledì 3 febbraio 2021

Per un istante

 È l’istante prima dell’alba il più sincero, un lampo buio e irresistibile. Le persone, sagome scure e silenziose; gli animali che mostrano il loro coraggio. 

Il freddo si accomoda, per sfogliare il libro dei nostri accadimenti; si stanca in fretta e torna a girovagare.

Per un istante, è tutto vero con naturalezza. 

Per un istante, ci sei anche tu e sei il contorno più chiaro.

martedì 2 febbraio 2021

Soltanto sedici anni

 Non riconosco puntata di vita più felice dei sedici anni. Potrei costellarli di eventi, dal fidanzatino che mi ha fatto abbandonare le incertezze da anatroccolo all’estate vagabonda, con il primo viaggio in aereo, lontano dalla famiglia. Il culmine, la ribellione al divieto sul concerto in Svizzera: mi sentii realizzata perché lo capovolsi e dribblai anche la scuola con autorizzazione.

Ma il vero evento è che avevo 16 anni. Soltanto questo.

Me lo sono ricordata parlando con un ragazzo che ancora indossa quest’età: non può andare a scuola, figurarsi dribblarla, non può uscire, un aereo questo sconosciuto.

- questi sono i miei sedici anni.

Il suo sospiro mi ha riportato ai tanti sapientoni della mia generazione. Molti di noi affermano: sì è dura, ma che devono dire i ragazzini cresciuti in guerra.

È vero, solo che noi non siamo cresciuti in guerra, abbiamo vissuto i nostri sedici anni in ben altro contesto. Ridendo, scoppiando in lacrime, sulla colonna sonora di un’estate, in strada, nei cortili, su una spiaggia.

Non abbiamo fatto nulla di speciale, se non vivere i nostri sedici anni.

Eppure, parlando con questo ragazzo, è uscito anche un sogno come il suo mestiere del futuro  e questo ho pensato: i sogni crescono sempre testardi, quando hai sedici anni. 

Soltanto sedici anni, e questo  niente può levarli.