domenica 30 giugno 2013

Kashmir, canzone per la notte

Approfittare degli ultimi istanti di giugno, per compiere questo viaggio. Attraverso spazio e tempo, ancora accolgo il sole e permetto alle stelle di riempire i sogni.

Seduta al falò immaginario, ascolto i saggi di una razza gentile. Raccontano di giorni per cui sedersi e attendere, giorni di rivelazione. Condivido discorsi e canzoni, che accarezzano con grazia il mio udito.

Kashmir, siamo già lì. Parto, se vieni con me. E affronto il viaggio a viso aperto.

Kashmir, Led Zeppelin, canzone per la notte.

Libera tra le vele

Il sole scotta quanto è giusto e io ti sto ascoltando, non per dovere. La tua saggezza mi guida ancora, anche se la scuoto con il mio impeto ragazzino.

Libera tra le vele, ho capito chi ha finto ma è già acqua passata, come chi ancora fingerà.

Conta quest'acqua, che splende di blu, ci libera. Non abbiamo bisogno di emettere gridolini per far capire che esistiamo. Anzi, mi hai spinta a cancellare ogni traccia effimera.

Conta il nostro cammino. Siamo felici, per ciò che siamo. Per ciò che abbiamo scoperto di buono e di meno buono:  tutto serve.

Libera tra le vele, io resto con te e con chi ci ama. Non ci rinchiuderemo, ma voleremo ancora sopra quest'acqua gentile.

Uno splendido inganno e la deliziosa paura

Di pagina in pagina, con "Uno splendido inganno", ho vissuto un crescendo di paura. L'ho accostato alla vita, agli incontri, alle certezze. E ho tremato, anche se pensavo di averlo già fatto a sufficienza.

Ero già immersa nelle parole ascoltate da Andrea Fazioli nella cornice di Comerio, parole che mi riconciliavano però con l'immaginazione della e nell'esistenza.

Leggere mi ha portato brividi reali, più di un giallo tradizionale, e passatemi l'aggettivo (così importante e tra poco vi dico perché, secondo me). Perché questo è un giallo così particolare, in quanto costituito prima di tutto dalle persone. E questa attenzione, da lettrice, mi ha resa grata.

Sono riconoscente anche per la consapevolezza dell'aggettivo che non svuota, né contraddice il sostantivo. Passata la paura, anzi no: diventata deliziosa.

La cosa più bella - canzone per il giorno

Dalla notte mi è scivolata in un angolo della mente e la lascio uscire per un mezzogiorno di fuoco. Cioè, il fuoco che mi spareranno addosso i miei rocker.

La cosa più bella, canta Claudio Villa. Così allegro e differente da come me lo ricordavo, sempre più drammatico. Questo suo volto, la sempre splendida sua voce, mi riportano agli elementi essenziali della vita. Forse per questo i più dimenticati, mi rimprovero.

Io che vivo alla luce del sole, io che mi accontento di quello che c'ho...

Offrire la cosa più bella a chi incontriamo e sappiamo, pensiamo, sogniamo che sarà la nostra metà, la nostra meta.

Mille discorsi di indubbia profondità, ma in fondo la chiave è questa.

La cosa più bella, canzone per il giorno.

I vasi rovesciati

Tra i fili che traccia la giornata, si insinua il volto di una bambina. Che oggi sarà grande e spero più saggia di me.

Non la conoscevo e i nostri genitori dovevano parlare di lavoro. Così andammo a casa sua e lei mi prese per mano e mi invitò a uscire con lei. Mi portò nel piccolo cimitero del paese. Non parlammo molto, non solo per rispetto.

C'era da fare. Lei si mise a raccogliere i vasi rovesciati sulle tombe e a raddizzarli; ipnotizzata, la seguii.

Ancora oggi, quando vedo un vaso caduto su una tomba, quel volto di bambina mi scruta  e mi sprona.

sabato 29 giugno 2013

Una coperta di stelle

Ti addormenti sotto una coperta di stelle e ti ritrovi con un groviglio di raggi. Impetuosi, come ragazzini incerti su dove tuffarsi, frugano la stanza.

Tu ondeggi tra il ricordo della sera e la consapevolezza dei tuoi passi. Non sai dire cosa sia meglio, ma cedi al bisogno di entrambi.

E accarezzi grovigli di sole, scambiandoli per stelle, e viceversa, in una perenne ricerca di uomo indeciso, anche a vivere.

Sotto ogni luce, e persino ombre... Vivi

Una sola regina

C'è una sola regina, e da nobile qual è, non ama che si parli di lei. Non dimenticherò mai il suo volto con la torta a sorpresa, gli auguri inaspettati e tutti quelli che l'hanno accompagnata con il loro affetto.

Lei è una regina, che ama camminare sullo sfondo. E si ferma, a ogni creatura, che tenda la mano o no. Perché lei capisce chi ha bisogno e si toglie tutto per farlo scivolare a un altro.

Lei non vuole che si parli di sé e già sto violando la sua consegna, troppo. Ma io sono una goffa creatura. Così chiudo il post con l'unica certezza.

Ti voglio bene, mamma. Auguri, regina mia.

Fermati allo stop - canzone per la notte

La parentesi nel testo è per te, anima mia. Questa frase sola mi conduce in armonia a #fermatiallostop, nel mio viaggio con Umberto Tozzi e Giancarlo Bigazzi.

Ma mi piacciono in generale tutte queste pause che la canzone invita a compiere, in una strada, davanti a un volto, a uno scorcio, a un episodio che ha segnato l'umanità. Bisogna avere il coraggio di fermarsi e di vivere anche non correndo. Perché se ci sono quella riga bianca e quel cartello, un motivo esisterà.

Fermati allo stop per ascoltare anche l'unica voce che hai. La tua anima - raggio di luce che parla e che tace - e quelle che ad essa si uniscono.

Fermati allo stop, canzone per la notte.

Ci sei sempre tu

Lo capisco da un'infinità di dettagli, a te così cari. Dalla carezza di una rosa improvvisa o che sembra aver atteso proprio me.

Da un canto troppo intenso per durare, eppure nell'aria persiste con grazia. Dalle ombre che dimentico, e da una luce che si affaccia sorridente. Da una gara di angeli per risolvere un problema. Da una preghiera che mi esce con naturalezza. Dalla gioia di un fiore più piccolo e selvaggio degli altri.

In ogni dettaglio, e nel nastro eterno che li tiene insieme, io vedo che ci sei sempre tu.

La Pro e l'onore fuori casa

In un luogo scaldato da fiamme autunnali, nel cuore di quest'estate, ho portato il libro #Promossa. Me l'ero ripromessa, perché, anche se siamo in terra straniera, persino sfiorata da profumo di derby, nel locale splende un gagliardetto della Pro Patria,

Magnifico, ha detto il destinatario, e che foto bellissime. In un attimo, l'ha mostrato ad altri signori. C'erano due ragazzine e il papà ha spiegato loro: è la Pro Patria, una squadra storica.

L'onore, si respira anche fuori casa. A volte, soprattutto. Questo libro è una storia di tifo, amicizia. Una storia spontanea, che ha battuto anche l'indifferenza di troppi nell'anno della promozione.

Siccome il mondo è minuscolo, entro una signora bustocca. Guarda, mi chiede novità sul passaggio di proprietà e commenta: ah, speriamo che sia qualcuno che ci porterà in alto.

O nel cuore, come meriteremmo di essere.

Intanto esco con la frase di quel papà, conficcata nel mio animo tigrotto..

http://www.propatriaclubs.com/2013/06/cercati.html

You can do magic - canzone per il giorno

Neanch'io prima credevo alle cose che non potevo vedere. Anche se non lo capivo realmente.

Ma la magia aspetta solo che tu le apra la porta. L'ho scoperta da anni, come un fiore che muta colori, non tenera efficacia.

Un cuore di pietra trasformato in argilla, solo tu puoi farlo. Nella tempesta fai affiorare il sole, e non c'è lacrima che tu non sappia asciugare. Con un solo cenno di mano o un battito di ciglia, tu sai creare magia. Spezzare un sortilegio, su una morbida canzone.

You can do magic, America, canzone per il giorno.

Io ballo fuori dal cerchio

Esiste un cerchio di fuoco e lo osservo, sempre più da lontano. Fino a dimenticarmi della sua esistenza, approfittando della mia vista deboluccia.

Già ora, sento più il fumo, il calore fastidioso: se ti fermi ad analizzarlo, capisci che è ghiaccio ed è ancora più pericoloso.

Oggi leggendo gli scampoli di saggezza della Kabbalah, l'ho rivisto in tutti i suoi lati tentacolari.


La maldicenza è un fuoco lento, inesorabile, contagioso.

C'è un cerchio di fuoco, ed è come ghiaccio. E io cerco di ballare sempre più lontana, dove limpida è l'aria, colorata di emozioni che si nutrono della luce.

Pedali senza strappi

Mentre pedalo, rannicchiata nella notte, la mente si schiarisce, come se ci fosse la luna.

Mentre pedalo e i brividi si calmano, un poco... Io lo sento

Nessuno può strapparti ciò che sei

#buonanotte

Cold gin - canzone per la notte

Potrebbe essere una canzone triste, ed estranea al Kiss pensiero. Ma nei Kiss originari c'è Ace Frehley, che a questo crede. E anche voi potete, magari sostituendo le parole #ginfreddo.

Tornerete a casa e il riscaldamento sarà rotto. Sarete stanchi per uscire a cercare carburante e dovrete trovarlo in casa. In voi.

Sarà gin freddo, o amore, o un ricordo o un sorriso. Ma qualcosa vi terrà insieme. E gli sarete grati.

Cold gin, Kiss, canzone per la notte.

venerdì 28 giugno 2013

Quello che so

Le mie alici al limone sono mitiche. E so leggere tre libri contemporaneamente. Ho buona memoria, anche se gli anni mi conducono a inconsapevole selezione. So persino pedalare, ho scoperto. E sistemare un oggetto rotto, mi chiedesse ore e ore.

E mi piace fare tutto questo, e anche molto altro.

Ma vivere, di corsa o immobile, non c'è aggettivo che cambi la sostanza. Vivere, mi piace di più.

Dove ritrovare un sorriso

A una creatura che lo indossa con grazia così spesso, non lo so proprio svelare. Dove si può trovare un sorriso, perso o - per pochi, forse - mai posseduto.

I sorrisi smarriti si nascondono in posti che amano dichiararsi inaccessibili. Eppure io sono convinta che un varco ci sia, sempre. Che qualcuno o qualcosa ci conduca a quel luogo di incontro, faccia balenare un raggio dolcemente sospetto. E per afferrarlo, di nuovo, non è sempre facile. Spesso ci si ferisce, nel tentativo.

E mi chiedo se ne valga la pena. Mi rispondo che ne vale, sì.

Cerca, cara creatura. Anche il tuo sorriso ti sta cercando.

Let me entertain you - canzone per il giorno

E' giunto il tempo di cantarla, magari ballando come facevo con il mio topo. L'Inferno se n'è andato, il Paradiso è qui e non c'è da temere.

La vita è troppo breve per morire, meglio scegliersi un alibi e muoversi a questo ritmo, anche solo con il pensiero. Possiamo credere tutto: persino di poterci liberare delle abitudini ed essere la generazione che va ascoltata.

Ma possiamo, soprattutto, indossare una maschera travolgente e vera, senza essere cinici. E gridare al mondo: lascia che ti faccia divertire.

Let me entertain you, Robbie Williams, canzone per il giorno.

Non litigare

Io, lui e l'altro, ovvero l'omino allo sportello. Chi è entrato per primo? Io credo il signore, difatti mi fermo, lui fa altrettanto. Insisto, è stato lui.

Ma alla biglietteria è colto da esitazione e si gira: vuole passare prima lei? No grazie - replico - tocca a lei e io non ho fretta. Forse queste ultime parole sono disarmanti, di questi tempi. Lui cede.

L'omino allo sportello però cede: non litigate per favore.

Litigare per cedersi il turno, cielo che Terra.

Cos'era Milano

Tutte le volte che ti attraverso, soprattutto nelle zone un tempo vissute quotidianamente, mi chiedo cosa sei, cos'eri.

Mi mordo le labbra pensando alle occasioni lievi che perdo - sia un teatro o un aperitivo con un libro -, cerco la vecchia drogheria, piango alla sparizione del negozio di animali. Penso che da qui volevo passare per conquistare un'opera o il mondo: che differenza c'è.

Che sei Milano, distante e presente, senza che ti possa sentire ancora mia. Ma forse questo è meglio.

Creatures Of The Night - canzone per la notte

Perché, forse non cerchiamo nel buio e corriamo via dal giorno? Siamo persuasi di essere gli unici rimasti svegli e non riusciamo a restare da soli. Ci nascondiamo dal domani, senza alcunché da dire. E viviamo nel mormorio finché riusciamo a gridare che siamo le creature della notte,

Meraviglioso sotto queste stelle, sentir affermare soggetti innamorati della vittoria come i Kiss:

QUANDO SUONA LA MEZZANOTTE, GLI SCONFITTI VINCONO

creatures Of The Night, canzone per la notte


giovedì 27 giugno 2013

Tra le righe (in bici)

Aspetta che mi conforto. L'aria è gelida e io so cosa può non riscaldarmi, ma ridarmi quella sensazione di leggerezza che mi appartiene, se voglio.

Tira una brezza crudele, ma non in bici. Si affaccia curiosa come la luna, quest'arietta malandrina, e sembra voglia fare qualche passo con me. Mi rincorre, mi precede e traccia righe d'oro in cui mi infilo.

Forse sogno soltanto, ma quando mi fermo, ho ancora polvere splendente sulle spalle. E la respiro.

Il tuo ticchettio

Ha ripreso a cantare così. Non so nemmeno come sia potuto venire in mente di farlo riparare: non da me che nutro un sacro rispetto per il tempo degli orologi e so sopportare la loro pausa, più di quella umana.

Adesso canta ancora. Lo fa con un verso sottile e accelerato. Era il tuo orologio preferito, a lungo vicino a te nel sonno e nei sogni.

Il suo silenzio ora mi pareva dolorosamente giusto. Ma forse quel ticchettio è l'eco delle tue parole che continuano a scorrere.

Il tessitore e il colore più bello

Sfoglio l'album di famiglia e vedo che nella casa del trisnonno tessitore oggi è festa. Colori meravigliosi invadono la sua casa di via Ticino, strada che cambierà più volte nome ma 139 anni fa conduceva semplicemente al fiume, nella visione della popolazione. Pur immersa nella città.

Angelo ha davanti a sé sua moglie Luigia. Lui, Crespi Tengit, stringe la sua bambina. La suocera si chiama Maddalena e così il nome scivola sulle spalle della piccola. Da almeno 200 anni, in un modo o nell'altro, sfacciatamente o timidamente questo nome viene affidato a una piccola della mia famiglia. Anche plasmato, come nel mio caso.

Maddalena è di una stirpe speciale e ne va fiera, anche se i parenti facoltosi si trovano da altre parti, in altre avventure. Lei diventa una commerciante, una moglie e una madre. La amo per quel suo volto serio, ma mi piace vederla bambina, un poco spensierata per il breve periodo che si può.

Nella casa di via Ticino, il tessitore non sa ancora che i fili verranno riannodati, e si coccola la sua bambina.

Hai ragione

Quando mi arrivano addosso troppi fiocchetti colorati, mi preoccupo. La mia vecchia pellaccia mi mette in guardia: occhio, che ti stanno fregando.

Ma ammetto che quando i miei cari dicono: hai ragione... be', è una sensazione bellissima. Rara, precisa Arguta Paffuta, ma solo perché è invidiosa. A volte, in preda al narcisismo gemelliano imploro: ti prego, fermati... ripetilo una volta ancora. Appunto perché è raro, insiste la mia vicina di anima.

Poi accadono le giornate apparentemente storte. In cui ascolto, faccio per dire un mio minuscolo parere e vengo fermamente zittita: prima lasciami finire. Siccome sono diventata vecchia e paziente, invece di alzarmi e andare, acconsento. Sono premiata. Perché a metà intervento, sento scivolare un dolcissimo: come dici tu...

Sinonimo di "hai ragione", giusto Argi?

Like a prayer - canzone per la notte

Se è vero che dobbiamo affrontare da soli il mistero vita, prendo anche questa certezza. Questa preghiera ricorrente, ogni giorno.

Ti sento pronunciare il mio nome e sono a casa. Come una preghiera. Perché quando invoco Chi è lassù, io cerco il mio amore. E quando mi chiami, questo rito è luminoso tra di noi.

Come una piccola preghiera, o come la preghiera dei piccoli. Non ho scelta, qualcuno mi chiama. E lo seguo senza inizio o fine, come con te.

Like a prayer, Madonna, canzone per la notte.

Come una donna

Sono una donna. Faccio lo stesso mestiere di mio padre, anche se pochi lo capiscono, e come lui non abbasso la testa.

Non ho mai avuto il minimo interesse per i gioielli, e i fiori li lascio nei campi. E sono una donna.

Non ho mai avuto strade facili tracciate davanti, e per scegliere ho dovuto anche ferirmi. Mutilarmi di sogni e cogliere chi fingeva soltanto di occuparsi di me, per farlo da sola o lasciarlo fare a chi lo intendeva davvero.

Ah se sono una donna. Non me ne frega di passerelle, ma di volti, anime e sangue. Mi arrampico, anche con i tacchi, ma non mi lascio obbligare a indossare un'immagine di donna.

Perché sono una donna. E molti, mi hanno stancata. Tanto che li ignoro e vado oltre; li compiango, senza cattiveria, perché non sanno cosa significhi essere una donna.

mercoledì 26 giugno 2013

The changeling - canzone per il giorno

Vivo nella città alta, anzi in quella sgangherata, e vivo in ogni luogo senza rimpianti. Con denaro e senza.

Mi puoi vedere cambiare ogni istante, senza che questo sia un tradimento nei miei riguardi. So diventare la tua aria, il tuo cibo.

E con un sacco di soldi in tasca o zero  centesimi, sono impegnato nel viaggio più bello, sul treno di mezzanotte e verso un nuovo giorno.

Mi vedi cambiare, e chi lo rinfaccia è solo perché ha paura, perché non capisce che sono proprio la stessa, mentre viaggio sul treno di mezzanotte. E guarda, il sole è così alto, che cambio ancora.

The changeling, Doors, canzone per il giorno.

E' quando conosco la strada

E' quando conosco la strada, senza essere sfiorata dal minimo dubbio, che mi perdo. Siccome sono persuasa del fatto che il caso non esista, voglio affibbiargli una spiegazione razionale. O giù di lì.

Forse il destino mi educa con una metafora. Mi sussurra: ma sei sicura, che tu voglia andare proprio lì, alla meta che dai per scontata? Sei sicura che tu stia viaggiando con il mezzo giusto? sei sicura di avere abbastanza benzina.

E quando rispondo tenace "sì" a tutte queste domande, mi fa smarrire. Ancora.

Piccoli desideri o grandi pretese

Vorrei che Lemmy si riprendesse e tornasse ragazzaccio, che il cuore suo si rivelasse per ciò che mi ostino a credere: bello e ribelle per difesa.

Vorrei che non ci fossero persone testarde nel cercare di trascinarmi nella vita in diretta. Io non l'ho mai fatto, e mai lo farò.

Vorrei che chi ti dice: sei diversa, guardasse dentro di sé, se si riconosce.

Vorrei essere capace di ridere, senza ferirti.

Vorrei che, visto che gli regalai una enciclopedia del cinema dieci anni fa, trovasse un'altra scusa oltre ai film per riattaccare bottone.

Vorrei prendermi cura di tutti, e probabilmente non riesco di nessuno.

Ma vorrei sorridere, e questo me lo posso togliere solo io: grande pretesa che afferro e faccio crescere.

Personal property, canzone per la notte

Mi sono così concentrata sui secondi, che a volte mi perdo gusti spettacolari. Come la voce di Joe Elliott. Non importa se accarezzi o rida o ancora aggredisca il mondo.

Il cantante dei Def Leppard ha una voce rauca come la vita, che mi appassiona. E questa canzone è così giocosa e adolescenziale, che la interpreto volentieri. Come quando qualcuna fa la svenevole e tu ridi...

Io, che non credo nell'avere, salgo su questo carro e canto: ehi, è la mia proprietà privata. Servizio personale, tocco personale e appartiene a me.

Così, scandisco: potresti essere la regina della giungla, ma lui non ha bisogno di una scimmia.

Adios, au revoir, wiedersehen...

Che bello scherzare e abbracciare, con la voce rauca di Joe Elliott.

Personal property, Def Leppard, canzone per la notte.

martedì 25 giugno 2013

Nessuno è più libero di me

Nessuno è più libero di me, quando il vento gioca all'altalena con me e la bicicletta. Sfreccia nel buio, con la sua luce ardita, e io la seguo con felicità bambina. Vorrei cantare Io vagabondo per sempre, ma non è la canzone per la notte.

Canzone è il suo campanello impertinente, o semplicemente il suono indefinibile del vento su di noi.

Non ci accorgiamo nemmeno se la luna si sia affacciata, perché ci siamo solo noi.

Nessuno è più libero di me. E di te se lo vuoi.

Live forever - canzone per il giorno

Vivremo per sempre, in qualche modo. Il giardino che cresce, mi invita a restare e volare nello stesso tempo.

Ringrazio il mio amiKo che mi conduce qui, tra fiori incerti, a chiedermi se io voglia davvero e solo respirare. Vivremo per sempre perché siamo simili, a partire dalle nostre differenze. E perché vediamo il mondo in un modo nostro.


Inzuppati di pioggia, senza dolore, viviamo per sempre in questo giardino.

Live forever, Oasis, canzone per il giorno.

Le zampe di un gatto

Sono in stato di pura contemplazione, quando guardo le zampe di un gatto. Un lampo di visione te ne fa intuire la morbidezza e la naturale propensione al passo felpato.

Studiandole, penso che ci vorrebbero 400 lauree, trenta stage, chissà quale grandiosa formazione... eppure niente, non si riuscirebbe a realizzare nulla di così magnifico.

Certo, poi Arguta Paffuta mi fa notare che se potessi vedere le zampe di una formica, rimarrei ugualmente incantata e in preda ad analoga osservazione. Mi riservo qualche dubbio e torno ad ammirare i mici.

Perché io che sono una fan dei cani prima di tutto, non riesco a liberarmi dall'idea che il gatto sia semplicemente perfetto. Per questo motivo, in casa mi inquieta, più di un essere umano.

Da quei primi passi una guida

Ieri ho rivisto Daniele Belosio dopo alcuni mesi e mi sono rallegrata, studiandolo. Non è cambiato, no davvero.

Quando ero ragazzina, mi ricordo il primo servizio giornalistico con  lui pronto a scattare foto. Era in un campo nomadi e non eravamo gli idoli della folla. Nelle settimane che seguirono, facemmo un sacco di inchieste in posti dove in ordine c'erano 1) smog da intenso traffico sulla Statale in cui dovevo uscire io per fermare (e intervistare) i camionisti 2) vicini di una discarica che soffrivano per la puzza. E via di questo passo. Ma anche (e soprattutto) quando non eravamo tra fiori e vip, eravamo      felici.

Daniele era una guida, e lo è ancora. Perché dopo vent'anni ha cambiato tipo di macchina fotografica, ormai è supertecnologico, ma la passione è la stessa. Perché riesce a cogliere la poesia, anche dove uno non la trova nemmeno a sforzarsi per ore: a lui basta un'intuizione.

Da quei primi passi, è rimasto così. Molto più di me. E gli sono grata.

lunedì 24 giugno 2013

The spy - canzone per la notte

Torno di soppiatto e scarico i pensieri in un cassetto segreto. Perché devo subito ritornare in azione.

Sono la spia nella casa dell'amore. So che cosa stai sognando. Una piega sulle labbra, mi basta. Gli occhi, basta che si aprano un filo, un filo appena. Conoscere la tua paura più profonda e la parola che desideri: è un mistero che nemmeno io so decifrare.

Eppure vibra così spontaneo in me, e io so, di essere la spia nella casa dell'amore.

The spy, Doors, canzone per la notte.

La commozione del Giannino

Ecco a chi ho scordato di fare gli auguri. Al Giannino, il Giannino Gallazzi, che più tifoso tigrotto non si può. E un veterano non solo dello sport: ieri alla festa del Pro Patria club, durante la messa, gli  hanno fatto altre congratulazioni: per i primi 50 anni di matrimonio.

Fedele alla sua donna, alla sua squadra, sapete cos'è accaduto durante quel messaggio di auguri? Ha compiuto un gesto tenerissimo: si è preso il volto tra le mani, per nascondere la commozione e in realtà rivelandola ancora di più.

Tutti ci siamo sentiti ancora più partecipi. Più desiderosi di vederlo felice e di renderci ciascuno felice. Di essere fedeli sempre: a un ideale, all'amore, alla squadra. A ciò che siamo.

Nel cantuccio

Fa più fresco, nel cantuccio, e apri le porte a tante persone. Non entri come un elefante nelle loro vite, ma le ascolti con rispetto.

Vorrei stare più a lungo, nel cantuccio, a prendere energie e donarle, se riesco. Oggi ho trascorso per sbaglio due ore sotto il sole e vedi bene che una qualche punizione arriva.

Nel cantuccio, tutto sorride e si parla sottovoce. Non si ha tempo o voglia di litigare. Si parla di ciò che importa, non delle magagne altrui. Perché nell'ombra del cantuccio si colgono soprattutto le luci delle persone.

Creanzà

Con l'accento sbagliato temo, pà Carloeu, vero? Diamo la colpa al pc, neanche italiano, superanglosassone.

Educato, che bello detto così. Come se l'educazione fosse creatività. E dalla creatività derivasse l'educazione. Difatti, maleducato si dice malcreanzà. Chi è creativo, non può essere maleducato...

Chissà se è vero che un uomo non può cambiare più, dopo pochi anni, forse mesi di vita. E un animale invece si può educare a qualsiasi età, dice il Dog Whisperer.

E noi che ci illudiamo di creare per sempre.


Thank you - canzone per il giorno

Via gli antibiotici, basta mangiare quando si è sazi, basta biasimarsi per tutto. Bisogna scandire questo "basta" e poi tradurlo in una parola infinita: grazie


Adoro questa canzone di Alanis Morissette, che obbliga con dolcezza a trovare una ragione per essere riconoscenti a tutti e a tutto, anche quando sembra impossibile. E forse, la cosa più impossibile è dire grazie a se stessi, accarezzare una propria azione generosa, un attimo solo, per non cadere nell'autocontemplazione o sgridarsi per un'altra testarda e malevola. Ma anche qui, senza esagerare.

Perché bisogna sempre ricominciare e un grazie, a volte, aiuta.

Thank you, canzone per il giorno.

Il secondo che arrivò prima

Mi piace scoprire i santi secondi, o anche in fondo a una classifica di terrena notorietà. Ma oggi non posso che pensare a lui. Un santo grandioso, e volontariamente secondo, anche se arrivò prima.

Parlo di Giovanni Battista, naturalmente. Per me fondamentale, anche perché è il patrono della mia città. Essa non se ne accorge sempre, a volte lo trascura, per una pena ricorre comprensibilmente alla Madonna dell'Aiuto.

Ma la basilica è lì, ad aspettare ogni preghiera da poter offrire, in una delle piazze a me più care: su quello squarcio buono si affacciò la vita di mio nonno, Giovanni.

Giovanni che non voleva apparire, forse prendendo spunto dal suo patrono.

San Giovanni Battista preparò la strada e poi si ritrasse per avvertire lo splendore di Gesù.

Un grande santo, ideale e concreto protettore dei secondi che più del podio amano la loro missione.

Le fasi del trucco

Proprio un anno fa - scopro - ripercorrevo il piacevole, e determinante, momento dello struccarsi. Come levarsi un abito e indossare qualcosa di più morbido, leggero, per vivere.

Una corazza che viene meno, uno schermo che si disintossica. In realtà, ogni giorno c'è un duello con il trucco. Perché ci sono giorni in cui non sono sfiorata da voglia alcuna di ricorrervi e solo un'ombra si posa rispettosa sul mio volto; in altri, oso di più.

Ma esistono tanti modi di truccarsi, e quasi tutti mi fanno paura. Così, nel dubbio, li tengo sotto voce e offro il mio volto, a ogni costo.

L'insistenza della pioggia che sa

Una coperta riafferrata, un'altra che timidamente si posa. E' l'insistenza della pioggia, che si affaccia sulla notte.

Non so se a rincuorare o a trattenere la malinconia, come quando un ricordo si è presentato ed è indeciso se allontanarsi o restare. Prova, se vuoi, a convincerlo o afferrarlo, in mancanza di ragioni.

Questa notte, tutto è in mano a lei. Alla pioggia insistente che sa, dove vanno a finire le cose, più di una luna astuta.

domenica 23 giugno 2013

To love somebody - canzone per la notte

Nelle pieghe della notte, la voce di Janis Joplin e il suo bisogno d'amore. Ogni donna forse dice al suo uomo o è convinta di potergli dire: tu non sai cosa significa amare qualcuno. Come se fosse una prerogativa nostra.

Ma io non riesco a pensarla così, perché ogni giorno imparo, cosa significhi e lo imparo da te. Anche mentre ascolto una canzone di Janis Joplin, scandita dalla sua dedizione: perché ti spiegherò, amore, ti spiegherò. E se non ci riuscirò, getterò il mio amore tutto attorno a te.

To love somebody, canzone per la notte.

Quel poco, quel tutto

Quel poco che puoi, ma fallo tutto. Trovo un cassettino dove mettere queste parole, questo invito a rendere felici gli altri, affidatoci durante l'omelia di oggi da un sacerdote straordinario, che non vedevo da tempo.

Questo cassettino dev'essere chiuso, ma non troppo. Come a lasciar uscire il profumo o a invitare a sbirciare.

Tutti fratelli o sorelle, è più difficile coglierlo sotto il sole del luogo da te vissuto e condiviso, ogni giorno. Dalla tua casa, dal tuo palazzo, dal tuo quartiere, dal tuo gruppo, da quelli che conosci e che possono renderti la giornata migliore o indurti a mandarli a fare un rinfrescante bagno.

Quelle differenze, quelle resistenze, le più difficili da combattere. A meno di abbandonare il tuo sguardo e indossare quello di un Altro, che così diversi non ci vede.

Un poco. E tutto.

Mondu

Mondu che giri, e da quando sei tutto ti segue più o meno uguale, urlando con spirito rivoluzionario.

Piglio l'espressione accostata da ul pà Carloeu: genti da mondu, svergognata...

Chi è con te, scivola sul terreno in moto; forse una salvezza è chinarsi ad accarezzare la terra e alzare gli occhi al cielo, dove ti scrutano con altro spirito. Essere contagiati da quell'amore, e servirti senza diventare servo tuo.

Pride (in the name of love) - canzone per il giorno

Che c'entra l'orgoglio con l'amore? Ma sì, basta con questa visione inconciliabile da tempi austeri e sottomessi. Perché fare qualcosa per amore è degno di fierezza. 

Un uomo che arriva per amore, uno che perde la vita, non la dignità. Uno tradito da un bacio. Uno che va e così resta.

E sulla sabbia dove rischi di essere travolto, sulla spiaggia vuota dove ti bagni se guardi bene ci sono preziose lettere tracciate. Non le puoi dimenticare, brillano anche al buio.

Che cosa si può fare di più, in nome dell'amore.

Pride, U2, canzone per il giorno.


Life is perfect

Il fracasso sotto casa, tra bambini e cani, che all'alba vincerà e ti tramortirà.

La pedalata con la strada deserta, presenti solo le interminabili buche. Maledetta me che ho lasciato a casa gli altri occhiali, ma per questo uso non li avevo considerati. I luoghi che improvvisamente rivelano altre sfumature e io naturalmente non li metto a fuoco.

Sono in ritardassimo con i capelli bagnati. Ma nessuno mi dà il coraggio di accendere il phon e vago su una tastiera scuotendo la testa come un cagnolino impertinente (non parente di quelli di stamattina).

C'è un cielo che ora è ammiccante, ma ne urlerà di tutti i colori. E io l'aspetto.

Tu stai mettendo a posto abiti e pensieri: delizioso.

Arriverò in tempo, per la benedizione. Per l'amicizia.

Tutto ciò che deve, perché la vita è perfetta.

Se potessi essere diversa

Ho già dimenticato i mozziconi di gossip e sto espellendo anche il suo retrogusto. Frasi buttate a caso, lascio a cadere. Né mi importa chi faccia finta. Preferisco pensare agli incontri veri, costanti o casuali, a tutto ciò da cui posso imparare.

Importa che non posso essere diversa. Che quella radiografia spietata e sorridente che viene servita non mi interessa. Che se finisco nella macedonia, non fuggo: ignoro soltanto. Che sono estranea, e non posso farci nulla. È più bello vivere.

Ho aperto gli occhi e tante pagine stanno volando via, senza che io apra cassetti per chiuderle. Non hanno bisogno nemmeno di essere riparate, perché troppo impegnate a ridere leggere mentre si disperdono nell'aria.

Non posso essere diversa. E se potessi essere diversa, non lo vorrei.


C'è sempre una partita sbagliata - Murphy calcistico

Anche se conta come il due di picche (magari non così poco, ma quasi), sospiro sull'esito di Italia-Brasile. C'è sempre una partita sbagliata, sulla mia strada.

Ma come, mi dico, quando tifavo io i carioca, più di quanto non sostenessi l'Italia, tutto andava irrimediabilmente male. Adesso che ho messo la testa a posto, noi azzurri dobbiamo prenderlo.

Forse è un'espiazione, una legge del contrappasso, anzi di Murphy, all'ennesima potenza.

Tuttavia, riesco a cogliere la differenza sui tempi antichi. Allora, seguivo eroi; oggi non ne vedo, se non frammenti esitanti qua e là.

Apro gli occhi, torno sulla terra. E tifo la mia nazionale.

I've got you under my skin - canzone per la notte

Sono rientrata con la pelle fredda per questa sera lunare. Ma basta poco per riprendere il tepore e canticchiare per farti sorridere.

Perché sotto la mia pelle ci sei tu. Immerso nel cuore, una parte di me. E quella voce che subito cercava di intromettersi, subito zittita da questa consapevolezza che non posso spiegare.

Ti ho sotto la mia pelle. E sacrificherei ogni cosa per tenerti vicino, zittendo le paure o i sussulti della ragione. Che cos'è la ragione? Quello strumento che ci tiene lontano dalla vita.

Lo ripeto da anni, da un'esistenza intera. Ti ho sotto la mia pelle e non posso, voglio farci niente.

I've got you under my skin, Frank Sinatra, canzone per la notte.

Tutto sotto la luna

Sotto la luna la foto della mia squadra. La torre dei desideri. Lo spettacolo di un gruppo speciale e un amico che è un attore straordinario sul palco, così persona vera nella vita.

La mamma che è ancora più bella. Chi crede, e crede ancora di più, sotto questi riflettori discreti, e si fa unire da un gesto buono o da una birra. Un ragazzo misterioso e ferito, che aiuta chi incontra.

Sotto la luna cambia la città e non mi sforzo di riconoscerla.

Sotto la luna, torno dal mio campanile e giuro che non ti parlerò di Pro Patria

Ma prima, lasciami fare una pedalata. Sotto la luna.

sabato 22 giugno 2013

Mettere a fuoco

Molti si indispettiscono o scuotono il capo perché detesto mettere a fuoco soprattutto i fiori. Mi piace avvicinarmi al massimo, finché i confini si annullano per lasciare trionfare i colori.

E' un mio vezzo, inculcato anche dalla mia miopia che mi ha abituata a non cercare sempre di adeguarmi e di adeguare a tutto. Una forma di libertà che adotto per me e per loro.

I fiori, prima di tutto, come dicevo, perché mi piacciono così. Avvicinati, finché tutto si fonde. Diventano ancora più morbidi e a seconda della luce o dello sguardo più potenti o indifesi. Senza alcuna correzione alcuna che ne tradisca l'essenza, l'esistenza stessa.

E' una  mia scelta rifiutarmi di mettere a fuoco. Di adeguarmi e adeguare.

Another brick in the wall - canzone per il giorno

Anche questa un po' impegnativa, ma imprime un buon ritmo e un dubbio cruciale.

Vogliamo essere mattoni che costruiscono o che si fanno imprigionare? Vogliamo rinchiudere le idee o cadere gioiosamente a liberarli? Vogliamo farci educare o educarci? Vogliamo finire nel tritacarne dell'inconsistenza o essere tanti mattoni diversi e felici di essere tali?

E soprattutto, forse... sappiamo ciò di cui abbiamo bisogno e ciò di cui proprio non ne abbiamo?

Another brick in the wall, Pink Floyd, canzone per il giorno

Un cassetto, un armadio, un cuore

Un  mondo, anche  minuscolo in apparenza, non sta in un cassetto. Non se lo guardi con il cuore, che tutto fa crescere. E nemmeno basta un armadio o una casa, a guardar bene.

E' proprio per questo, in fondo, che alla fine opto per il cassetto. Chiedo al cuore di plasmarlo perbene, senza comprimerlo e rassicurarlo che potrà assumere le dimensioni che vuole. Lì starà al riparo, ma in qualsiasi momento può uscire. E incontrare altri mondi, come lui.

Crescere insieme, rimpicciolirsi per poter essere trasportati, in uno spazio infinito.

Quando beve Gary Cooper

Potere dei social network e ti fanno sfilare davanti nell'immaginazione Gable, Tracy e Cooper. Il mondo sembra già più bello, oltre che fresco.

Allora ripesco il film, anzi la scena che mi ha fatto riscoprire Gary Cooper e me la vedo tre volte. Avete mai visto un uomo ubriaco con maggior classe di lui, in "Arianna", quando scopre i (presunti) infiniti amanti di Audrey Hepburn sotto la sfilza di note dei musicisti con i quali si scambia il carrello dei liquori?

Un uomo così potrebbe essere ridicolo. Lui no. Ubriaco, incavolato, incredulo. Perfetto.

Una pietra sopra, sopra una pietra

Il lavoro e la squadra che amava il nonno. Sotto la luna, che sbircia il castello del cotonificio, metto il piede nel museo della Pro Patria creato per un giorno dalla passione di Andrea Fazzari. Basta vedere gli occhi di Gipo Calloni luccicare: che sogno, vedere questi cimeli esposti per sempre.

Cimeli. Così vivi... Fuori ride la festa, e anche noi. Il Pro Patria club. Un film straordinario. Gli abbracci con il Tigrotto.

I tifosi, una gioia contagiosa. Una città che sa amare e ringraziare. E quando tutto tace, ci pensa lei. Come con il libro della promozione

Non facile capirla, ma innamorarsi meno arduo di quanto si possa pensare.

Mi spiace per chi non rimane con noi a festeggiare. Lo ringrazio per ciò che ha fatto in questi anni, mi spiace per lui. Perché siamo un popolo fedele, che pur sa essere libero.

Questa libertà, il nostro dono più bello che vorremmo offrire a tutti. Chi legge e gli riporta tutto come sapevo, gli dica anche questo, oltre a quando cito Novelli, come tutti coloro che ci rispettano.

Guardiamo avanti. Ma sappiamo guardare indietro e riconoscere tutti i protagonisti, sognando anche un museo per sempre.

Mettiamo una pietra sopra le sofferenze, e sopra quella pietra costruiamo il futuro.

Anche per te nonno, che sorridi sotto la luna.

venerdì 21 giugno 2013

Stairway to heaven - canzone per la notte

So che compio scelta impegnativa. Ma stasera tutto ciò che luccica, sarà oro. E io con una parola otterrò ciò che voglio.

Potrei vedere la scala del cielo dagli occhi di Giacobbe o sentirla da queste note. Non posso che scivolare beata su scale di ogni tipo e fare il solletico alle stelle; loro non avrebbero da ridire.

Non ho un ruolo, nelle foreste che ridono, ma solo visioni e vita.

Stairway to heaven, Led Zeppelin, canzone per la notte

Un foglietto di troppo

Quel calendario da mutilare ogni giorno, che mi sembrava indispensabile, è sparito da un pezzo.

Ora ho il megafoglio con tutti i giorni raccolti, come a fare gruppo contro lo scorrere dell'inesistente tempo. Aggrappati a sogni, personaggi, scadenze, ispirano tenerezza.

Ma è vero che pure quel foglietto di troppo che ogni 24 ore spariva aveva il suo fascino. Alcuni, cruciali, venivano conservati da me nei diari e nelle agende.

Penso a quanto sarebbe importante e inutile quello di oggi: un 21 giugno che segna un'estate, in realtà già invadente da giorni. E magari tra poco, per impazienza o capriccio, se la fa scappare.

Raise your hands - canzone per il giorno

Questa è la storia di quando Jon Bonjovi cercò di apparire un ragazzo meno bravo del solito, diciamo. Con indecisioni sulle mani, perché qua le alziamo, altrove - ricordate - assumevano altra direzione.

Le cattive intenzioni sono limitate al titolo dell'album, non temete: slippery when wet. Poi si torna sul solco del rocker sì, ma con giudizio.

Raise your hands, per me è una meravigliosa canzone per iniziare la giornata. Musicalmente e non solo. Offre una carica speciale e non invita alla resa; almeno, opera dei deliziosi distinguo. Sempre sotto il fuoco, di corsa, nella battaglia quotidiana, c'è anche da alzare le mani, a volte.

Quando vuoi sorridere, quando un altro ti aiuta, quando c'è da contemplare il mondo. E' allora, incredibilmente, che ti sembra di vincere.

Raise your hands, Bon Jovi, canzone per il giorno.

Mucen

Residuo di sigaro, come quelli che il nonno teneva, non lasciandolo poi così piccolo: per chi non aveva la minima possibilità di fumarlo, era un tesoro. E lui non ne negava mai.

Forse è per questo gesto aggraziato e generoso, pà Carleou, che non mi stupisco dell'altra definizione, modo di dire legato a "mucen". Bambino simpatico. Forse perché l'ultimo gusto è il primo, perché ciò che è breve e fiammante, dà linfa alla vita, o forse perché piccolo, piccolo soltanto.

E in un mondo megalomane, non c'è nulla di più incantevole.

Pregare per Lourdes

Pregare per Lourdes, il mondo sembra alla rovescia. La grotta ferita, i pellegrini fermati, la chiesa piangente.

Pregare per Lourdes, e per un attimo ci si sente annegare nello smarrimento. Ma l'acqua solleva la sua furia e vedi una luce brillare. Non è ribaltamento di ruoli.

Pregare per Lourdes, perché il suo compito di amore sia portato avanti. Pregare, per implorare, ringraziare, aiutare.

Tutto questo assieme, più dolce del fiume.

Just miss Scotland

I just miss Scotland. When it's hot in the shade, and when rain is talking to me. When I am walking through my thoughts or through my years.

Remember the first breath there, and the first tear here. I feel all my roots here melting there: my beloved country and I can see no borders.

A hint, a smell, a smile, the silence of a powerful island, the cry of the town, the pride.

I just miss Scotland and Italy as well.

You are The sunshine Of my life - canzone per la notte

Ancora più bello cantarla di notte: sei la luce della mia vita. Chiudessi anche gli occhi, vinta dal sonno, non potrei non sentirne il timore.

È la gioia di amarsi da milioni di anni, perché davvero non sapremmo contarli. Per questo sto sempre vicino a te, perché non posso fare a meno della luce per vivere.

Come un fiore, ti seguo, e non conosco tramonto.

You are The sunshine Of my life, Stevie Wonder, canzone per la notte.

giovedì 20 giugno 2013

La legge calcistica di Murphy 2

Scoraggiata dall'esperienza mattutina, non ho più rivolto mezzo invito alla festa della Pro. Senonché entro in un altro negozio et voilà. Esposta la locandina!

Il morale riprende vigore e felice chiedo al commerciante: lei tifa Pro?

Lui scuote la testa: no, sa, tifo Legnano.

Murphy,non può essere che nella mia città incontro tifosi rivali a questo ritmo. Vado nel bar che ha un conto in sospeso con me: lui juventino e laziale, vi ricordate che ferita inferta dopo la Coppa?

Ordino il caffè e quasi gli ordino: lei deve farsi perdonare. Lei tifa Pro.

Lui annuisce e mi riporta il sole: sì.

Pausa di riflessione: anche se mezza famiglia tifa Legnano.

Rinuncio.

La legge calcistica di Murphy

Questo commerciante che mi sta preparando la gioia da giorni pregustata, mi è simpatico. Un po' burbero, quindi va anche meglio.

Vedo un gagliardetto sportivo di un gruppo bustocco e mi dico: dai che faccio un po' di propaganda alla festa biancoblù con questo brav'uomo.

- lei è tifoso della Pro Patria?

Lui scuote la testa, apparentemente indeciso.

Ho capito, è un pentito, di quelli che se ne sono andati ma torneranno, torneranno perché dentro di sé lo vogliono.

- perché da un po' non va allo stadio?

Riscuote la testa: no, veramente tifo un po' Legnano.

Brav'uomo, dai che la pago e vado, cribbio Murphy aveva ragione.

Roba vecchia

Tra i messaggi per la morte di James Gandolfini (per il quale il mio tifo massimo era in Romance & Cigarettes, tra l'altro) ne lampeggia uno che mi deprime.

Dice, rispondendo a un articolo: ok mi spiace, ma è roba vecchia. Non c'è dolo sicuramente in quel messaggio e credo nel sincero dispiacere di chi l'ha scritto. Ma esprime anche ciò che siamo diventati, senza dare la colpa alla rete: che resta uno strumento, quindi in mano a noi.

Contano i fatti, ma conta anche la velocità. Conta che una notizia sia già vecchia dopo poche ore e che sia quasi fastidioso ripeterla o - peggio - approfondirla. Tanto, "la sappiamo". E certo, la vita è anche un esame, come dimostra forse la caccia a maturità e dintorni sui media.

Ma ogni tanto, invece di sapere (o credere di sapere) e archiviare per fare spazio ad altro, sarebbe bello sentire. Fermarsi a provare qualcosa senza mandarlo via subito.

Le bici portate dalle sirene

La mia prima bicicletta. È un sogno, per cui ho lottato come una bambina. Ma non ce l'avrei fatta senza una sirena.

Perché quando accendi un desiderio sei sempre combattuto. La paura sa come insinuarsi. Tu lotti e a volte hai bisogno di un sostegno, anche se non lo ammetteresti nemmeno sotto tortura.

Da piccola mio padre mi prese un'automobilina e io ero felicissima, perché mi sentivo pronta a divorare il mondo. La bici di famiglia, usata di malavoglia e abbandonata con l'arrivo dell'auto vera.

Ma voglio tornare bimba. Voglio scoprire gli angoli vicini, senza esagerare, perché altrimenti perdono magia.

Se ce la farò, ora che tengo stretto il manubrio della mia bici, è anche grazie a una sirena, una creatura decisa e lieve che pedala splendidamente. E un giorno, non molto tempo fa, mi disse: ti ricorderò ogni giorno che devi realizzare quel sogno, mantenere la promessa.

L'ho ascoltata.

John Taylor e la regola dell'amicizia

Compie gli anni - discreti, pure lui - John Taylor e mi ripropone il dilemma. Avevo ragione quando ero ragazzina e detestavo i Duran Duran, oppure oggi quando mi sembrano migliori di tanti vuoti gruppi oggi?

La risposta forse è l'eterno de gustibus. Certo è che John Taylor mi ha aiutato a imparare le regole dell'amicizia. Se sono stata più civile rispetto a tanti altri rocker verso i Duran, è per affetto della mia sorellina. Che ha ricambiato sopportando le mie musiche estreme.

That's amicizia.

Ah, buon compleanno Mr. Taylor

Mi spiace

Mi spiace essermi stufata di salutare nel vuoto una mummia bendata di maleducazione; proprio quel giorno in cui ho scandito il saluto solo alla persona al suo fianco, lei si è destata. Ed era troppo tardi per rimangiarsi il silenzio.

Mi spiace non rispondere più veramente a chi mi chiede un favore. Magari potrei rispondergli con una domanda: perché mi cerchi solo per avere favori?

Mi spiace per le lacrime di troppo, e per quelle che ho trattenuto. Per le strade lasciate a metà, più che per quelle nemmeno sfiorate.

Mi spiace molto, non aver declinato mezza virtù del mio sangue e di ciò che mi hanno trasmesso.

Tutto ciò che posso offrire, un #mispiace.

Under pressure - canzone per la notte

Ci sono canzoni in cui le parole non aggiungono molto. Come questa, se non fosse per la voce di Freddy Mercuri.

Sotto pressione, lo comunica nota dopo nota. Denti stretti, un peso immenso, la parola amore ormai fuori moda. Eppure si continua ad amare.

E quell'ultima danza, che tuttavia non si esaurisce mai. Spinta dall'eco di una parola. E dell'unica domanda che vale: non possiamo darci un'altra chance?

Under pressure, Queen, canzone per la notte

Il mistero di Bobbio

L'unica traccia di ricordo sulla maturità è un magnifico episodio dopo il tema. Tema che per me fu il più corto della storia. Non riuscii infatti ad andare oltre la seconda facciata e siccome era anche sul silenzio, pensai impunemente di essere in tema. E così andò, poi, come mi confessò in seguito il prof, stanco di interminabili papiri,

Una nostra compagna era però fuori in lacrime. Perché, le chiedemmo? Lei disperata spiegò che aveva sviluppato la traccia sulla frase di Bobbio; solo che, traviata dall'assonanza con il cognome di un'altra ragazza, l'aveva chiamato Gobbio.

Un compagno, che saluto, arrivò e salvò la situazione: ignorante, è Nobbio!

Ormai, non piangeva più nessuno.

mercoledì 19 giugno 2013

Sentimentale

Arguta Paffuta me l'ha sibilato com'è suo solito: guarda che mi stai diventando sentimentale. Vorrei darle torto, anche perché mi procura soddisfazione.

Soltanto, temo che abbia ragione. Pensavo che col tempo sarei diventata una roccia e così in parte è stato. Non mettevo in conto che le rocce si sgretolano.

Mi emoziono ripensando a un momento speciale, di vita, all'hospice e neanche riesco a dissimulare. Ieri mi sono commossa e indignata ascoltando un giovane che raccontava dieci anni in cerca di lavoro.

Spesso riesco a fermare e mandare via le lacrime. Ma le spine, anche buone, che restano nel cuore no. L'unica via è consentire di farne nascere rose.

Arguta: sentimentale!

Cuckoo song - canzone per il giorno

Non ci sono sempre parole, ma una musica che ne rincorre un'altra. Un verso antico che nell'immaginario abbiamo imprigionato in una scatola di legno.

Mi fa riaffiorare il ricordo di quando ero ragazzina, e un'amica in montagna non si dava di pace la notte, senza che io capissi perché. Ho girato tutta la casa - mi spiegò poi - per trovare l'orologio che continuava a fare "cucù".

A volte la libertà della natura ci sembra insopportabile. Sulla collina ascolto i cuculi a ogni ora. E a loro, come alla splendida persona che stamattina me l'ha fatta ascoltare, dedico Cuckoo song.

Cuckoo song, Oldfield, canzone per il giorno.

Notte prima degli esami e di che

Che sollievo scoprire in rete di non essere l'unica. Avete presente la notte prima degli esami, quella irripetibile della terza media,svolta verso un primo barlume di indipendenza. Oppure quella della maturità, a cui ti aggrappi per prendere respiro prima di tuffarti nel futuro?


Le avete presenti? Beati voi. Io non ho il minimo ricordo di quei due momenti. Nel primo caso la testa era legata al cuore, tra battiti straordinari e - ammettiamolo - i Mondiali del 1982, anche se non si disputarono mai.

Nel secondo, non pervenuto alcun ricordo. Tranne un repentino cambio di materia. Invece, all'esame sì, dalle domande bastarde alla mia amica che vegliava.

Ma la notte... Dormivo, immagino. O lo sto facendo ora.

Shut up and dance - canzone per la notte

Parlare costa poco. Ci sono momenti in cui non essere profondi forse salva dalla superficie. In cui ti arrovelli mentre potresti tendere le ali prima del volo.

In cui hai bisogno di aprire la porta alla musica e lasciare che si impossessi di te. C'è un gran casino attorno e tu saresti pronto a ribellarsi, a pronunciare una parola di troppo, mentre sai quale strada ti può riparare e far vivere.

Taci e danza.

Don't get deep. Shut up and dance. Senti che le parole hanno preso a loro volta il ritmo, ma dentro di te.

Shut up and dance, Aerosmith, canzone per la notte.

Garavagna

Mormorala a occhi chiusi e le vedi sfilare tutte, come un gomitolo che improvvisamente corre e quel filo non finisce mai, ti soffoca,

Garavagna, sequenza di tribolazioni.

Mormorala a occhi chiusi. Chissà come è successo: sono già lontane. Ti osservano e vorrebbero tornare, ma solo tu puoi farle scorrere come un film lontano.

martedì 18 giugno 2013

Stick to your guns - canzone per il giorno

E pensare che tifavo pure gli indiani. Tuttavia, oggi vorrei essere così, un cowboy. Cappello deciso, calato sul volto, e pronto a volare via.

Perché non è solo una cavalcata, dare bella mostra di sé. E se sputi a terra, meglio intenderlo veramente.  Devi farlo credere a tutti, che sei un cowboy. Prima di tutto a te.

Con le tue pistole della vita strette a te, e il grilletto si preme solo se c'è bisogno. Come andare alla guerra.

Alcuni ti ameranno, altri ti odieranno. Avrai cicatrici e dovrai dare tutto te stesso. Ma spara, nella vita, solo se ce n'è bisogno.

Stick to your guns, Bon Jovi, canzone per il giorno.

Non avere niente in comune con Lemmy

Caccerò la testa nella sabbia, per disertare ogni concerto rock con meno dolore. Quelli a cui sono legata, sono già appartenuta, e quelli che avrei potuto scoprire, dopo una consultazione basata solo sui dischi (cd, tuona Arguta Paffuta, si dice cd, sei vecchia).

E perché, Argi, i personaggi dei quali stiamo parlando sono ragazzini? Osservo anche Lemmy dei Motorhead, che ha avuto un ruolo fondamentale da enciclopedia del rock. Ma sono più distante dal loro stile, e più immersa nei miei beniamini.

Guardando la sua vita, le sue idee, deliziose o insopportabili, mi chiedo: che cos'ho in comune con Lemmy? Nulla. A parte l'amore per la musica e la convinzione che possa essere vita. Forse anche lei uno splendido inganno, e quindi terribilmente reale.

Lemmy, lo invoco scherzosamente quando c'è qualche grana da sistemare senza troppe remore. Ma poi in fondo una cosa non dico in comune, però che vorrei avere c'è: la coerenza, anche dolorosa, sempre presente. Il non doversi, tanto meno volersi rinnegare. Il non vendersi. Il perdersi, con l'unico scopo di trovarsi.

Lemmy, mentre sei a Milano, ci sono due o tre cosette che dovresti sistemare? Vieni qui, please?


Il dialetto e gli oggetti scomparsi

Mentre sfoglio le parole scolpite dal pà Carloeu, mi sfiora una tristezza testarda. Ci sono parole che non so pronunciare in  italiano (tradurre è termine orribile).

Perché non esistono più. Sono scomparse dalla nostra vita, cittadina e non solo. Ricordo la bella lezione di dialetto nell'ultima trasferta calcistica. Il guaio principale era che quelle parole non potevano essere trasmesse in italiano, proprio perché si riferivano soprattutto ad oggetti che ormai non facevano più parte della nostra vita. E quindi erano spariti, inghiottiti pure dall'oblio linguistico, dopo quello di conoscenza.

che cos'è la canzulina? Infuso a base di sugo di liquirizia. Non esiste una parola che la catturi o la liberi. Né io la berrò più. Cavastrel. Gli allevatori ancora la conoscono, immagino: museruola che si mette ai vitelli da latte per evitare che mangino strame. Io non la saprei indicare. La nisciuina, donnola, non saprei riconoscerla in alcun modo, né so se da queste parti esista ancora.


Poi ci sono le parole che so dire in italiano, ma non le scorgo pressoché più... Non c'è motivo per pronunciarle. Una simbolica? Càsia, ovvero carrube. Mi riportano alla prima vacanza al mare, da bambina. Ero in Liguria e chissà perché proprio le carrube ricordo così nitidamente. Forse, perché poi non le ho viste più.

Strange days - canzone per la notte

Forse è solo con la saggezza della notte che si può scoprirlo: giorni strani ci hanno scoperto. Noi pensiamo di viverli, ma sono loro che ci afferrano. Ci hanno rintracciato, desiderosi di cancellare le nostre gioie casuali.

Giocare o soccombere: la nostra scelta è tutta qui. La stranezza riempie l'aria e gli spazi, fino a percepire una confusione da brivido.

Io credo che abbia ragione Ray Manzarek: in ogni epoca ci sarà un ragazzo che cerca libertà e troverà nei Doors, in Jim Morrison o anche in improbabili gruppi la sua strada.

Intanto ci sbircia una strana notte di pietra.

Strange days, canzone per la notte.

Pensieri sparsi e ordinati

Li raccolgo, come i capelli, e li stringo appena. Un nodo morbido, giusto per ordinarli. Ma i pensieri vanno tenuti sparsi. Sul lenzuolo, sul tappeto, sulla nuda terra: si trovano bene dappertutto.

A patto di poterti guidare, e di non allontanarti dalla meta. Né importa se l'avessi decisa tu, quella destinazione, o una mente più limpida: perché, sapresti davvero indicare la differenza?

Pensieri sparsi, da guardare appena, poiché li vedi in tutta la loro beata diligenza. Anche se domani mattina ti sembrerà di trovarli in una disposizione diversa, non preoccuparti.

Torneranno, e ti sembreranno più fedeli a te stessa, di quanto non lo sia tu.

lunedì 17 giugno 2013

Riempire l'attesa

Che cosa fare, per riempire l'attesa. Quando ti dicono: fermati prego. Che sia tu, chi ti trasporta, il tuo cervello, chi ti è vicino o lontano.

Leggere, rispondere, scrivere, spiegarti al telefono che va tutto bene o che sono incavolata nera: tanto qualsiasi vana parola io pronuncerò, tu capirai dalla voce.

Chissà perché bisogna riempire le attese. Fissare un punto. Ascoltare la radio. Fare conversazione. Portare avanti un lavoro.


La paura del vuoto, che è il più bello dei pieni: quello in cui fai dondolare i pensieri, e se cascano amen. I pensieri sanno rialzarsi.

Su quel pianeta libero - canzone per il giorno

Quattro calci a un barattolo mi sembra una delle espressioni più belle di libertà: evoca quel gesto birbante di un ragazzino, che così alleggerisce la pressione. E dà corpo, arte, a un altro gesto incivile di adulto che è abbandonare quell'oggetto malconcio.

Canto Su quel pianeta libero, anche come un carico in bocca al lupo per Michele Zarrillo. Ci torno, su quel pianeta senza smog e paure, dove è bello restare a una debita e salutare distanza.

Ma quel pianeta è anche la nostra stanza, non ha bisogno di grandi strumenti per farsi raggiungere, oltre all'amore e alla fantasia.

Nel cielo di una camera che basta per volare

Su quel pianeta libero, canzone per il giorno.

Balla da solo

Vuoi fare il figo splendidamente? Dettare le condizioni, decidere tu - lontano anni luce - chi sta coltivando per amore e chi sta strappando sogni? Vuoi essere il deus ex machina di tutte le situazioni? Essere venerato per ciò che fai, anche se con la realtà non c'entra nulla? Vuoi chiudere le orecchie di fronte a chi ti ha sempre aiutato, e difeso, quando meno te lo meritavi?

Buona fortuna. Ce la farai, vedrai. Farai il figo splendidamente. Da solo.

Arguta Paffuta

Ritorno sulla gentilezza tardiva

Sono stata aspramente redarguita dalla proprietaria di questi cassetti, per aver detto che sarei stata gentile, ma più tardi.

Perché ho da fare, perché non voglio incentivare a essere bastardo chi già sta praticando questa triste arte, insomma, per una serie di ragioni meravigliose che vorrei ammirare per l'eternità.

Ma non ho tempo. Allora, rispondo a Malu e a chi si è scandalizzato. E' vero, non devo aspettare più tardi a essere gentile con chi non se lo merita. Devo attendere molto di più.

buona giornata da Arguta Paffuta.

Lo splendido inganno e la falsità

Sono ancora immersa nello splendido pubblico di Comerio, nella profondità  di Matteo Fontana che ha saputo incontrarsi così dolcemente con "L'importanza di essere secondi". Ma la mia gratitudine sta anche nell'incontro con uno scorcio della presentazione di "uno splendido inganno", il libro di Andrea Fazioli, a opera di Barbara Bottazzi.

Che ho subito preso e come spesso accade, prima di entrare nel percorso apro una pagina e ho colto una frase deliziosa: anche nelle piccole cose, la classe è inconfondibile.

Ho assorbito le parole di questo autore, e l'abisso che sta tra lo splendido inganno e la falsità. Perché anche la vita immaginaria, è vero, può essere realissima e quella quotidiana che crediamo concreta, un'astrazione.

Mi risveglio con la frase di Guareschi, da Andrea riportata. Lui che conosceva a memoria le vie del suo paese, non ne esplorava una per lasciarla all'immaginazione. Alla splendida realtà.


Lay your hands on me -canzone per la notte

Per scusarmi di un titolo così esplicito, attribuisco tutte le colpe senza indugio al loro autore. Il bravo ragazzo Bonjovi.

Lui è un angelo, fin troppo, se mi permettete. E allora cogliete la musica dall'aria quasi sacra dell'inizio, prima di concedersi al rock (che con il sacro comunque va d'accordo). Assaporatela e vivete questo momento bellissimo, in cui la persona cara vi sfiora.

Sono un guerriero, un poeta, un predicatore. Non vale solo questa stupenda dichiarazione, tutta la canzone?

E' tardi, sono stanca e ti ho fatto impazzire oggi. Ma non posso esimermi dal cantare

Lay your hands on me, canzone per la notte.

domenica 16 giugno 2013

Che c'è Grecia

Oggi, dagli splendidi Amanti dei libri, siamo tornati da te. E questa sera leggendo la notizia dell'ultima esibizione dell'orchestra sinfonica, ho sentito che era trascorsa un'altra era, ancora.

Che c'è Grecia? Si può assistere in silenzio a un'agonia? Intingervi una vacanza senza passione? Si può venire da te, senza sentirsi al tuo capezzale? Si può continuare a chiamarsi Europa, mentre ignoriamo i tuoi silenziosi dolori?

Sono domande della sedicenne che arrivò un giorno innamorata della libertà e pensò che da te sarebbe ripartita per conquistare il mondo intero. Che ha sempre immerso la testa nella tua acqua tiepida e ammiccante, per alimentare i pensieri. Che sogna di tornare da te e non rimanere ferita dai tuoi cambiamenti.

Che c'è Grecia? Da te il silenzio. Dalla tua lontana vicina Turchia il fracasso, che al nostro tacere è inversamente proporzionale.

Che c'è Grecia? e che c'è, Europa, se poi esisti?

Spicchi e grandi orizzonti

Via verso nuovi orizzonti. Quante volte ho preso l'aereo, con ansia gioiosa da bambina. Ho spiato un film e mi sono addormentata, cedendo solo all'ultimo, su libri perché dovevo agguantare una terra nuova.

Sarei salita persino su una navicella spaziale, come se avessi potuto poi contare le stelle.

Invece, ora compio pochi passi e non vedo spicchi, ma grandi orizzonti, ritagliati sulla tua figura, pensierosa alla finestra. Mi fermo e gusto il mondo, con te.

Eva beware of the city - canzone per il giorno

Questo dialogo danzante di Evita mi dipinge tutto ciò che mi sta stretto della città. Della metropoli o di chi si finge tale.

Ogni pericolo accompagna sprezzante le parole di Magaldi alla ragazza che vuole partire per la Grande Mela argentina e di ogni Paese, ma non sa cosa può accadere.

Perché bisogna fare attenzione alla città, Eva. E' fredda e affamata. Non può essere controllata,  è folle. E quelli che sono stupidi, verranno spazzati via. Ma una sorte persino peggiore attende coloro che stupidi non sono: diventeranno ciò che non dovevano, cambiati irrimediabilmente.

Tutte queste parole, mentre Eva scalpita e vuole partire a tutti i costi. E io non saprei se tendere la mano e cercare di trattenerla.

Eva beware of the city, canzone per il giorno.

E se le cose si ribellano

Auto ribelli, frigo chiassosi, muri che si lamentano, computer che vogliono sempre avere l'ultima parola.

Che sarà mai? se le cose si ribellano, facciano pure. Mi metto da parte, un passo più in là e posso ignorarli con grazia.

 E se insistono nella rivolta, pazienza, non le distruggo.

Se le cose si ribellano, ci sono sempre le persone. Hai visto mai.

La prossima volta sarò gentile

Lo so, la presunta proprietaria di questi cassetti vi rifilerà Barrie e il suo invito a essere un po' più gentili del necessario.

Ma io non sono Wendy, piuttosto preferisco Peter Pan. E mi chiedo:  ma se uno è gentile con te e si interessa alla tua sorte (fuggevolmente) solo quando ha bisogno di qualcosa, ti pare il caso di assecondarlo e cascarci? Così lo spingi verso la via della perdizione, non credete?

Impugno il mio senso educativo e lo evito cortesemente. O si sfogherà con la sua incerta corte oppure non si accorgerà, oppure si metterà in discussione. Ok, la terza opzione è rara.

Comunque, non sono crudele. La prossima volta sarò gentile. Se mi viene in mente.

yours
Arguta Paffuta

I giorni senza ritorno

I giorni senza ritorno, sono quelli che hai vissuto e da cui sei discesa, come su uno scivolo d'acqua. Come un surfista che ha sentito tanto, aspetti che torni l'onda giusta.

Ma forse non può offrirti la sua meravigliosa rocciosità ancora, o forse quando lo fa, tu sei distratto.

Giorni senza ritorno, capricciosi loro o tu, ostinato nel voler guardare in un'unica direzione. Quella da cui i giorni non tornano più.

Alta protezione - canzone per giorno e notte

Non ho forza e lucidità stanotte per scegliere la canzone, perché sono in dolce apnea tra due miei non favoritissimi.

Sì, insomma, se in questo periodo riesco ad avere un'alta, adeguata protezione per scrivere, lo devo agli Iron Maiden, prima di tutto. Grandissima riscoperta in età non più giovanissima (loro, Arguta Paffuta, che hai capito), e devo dire che seguire a distanza il loro tour mi ha comunicato altro entusiasmo. Il loro universo di note ruvide e diligenti, le loro storie a metà tra duelli e leggende, innalzano un muro del suono delizioso e impenetrabile.

Purtroppo, invece, faranno una brutta fine gli AcDc. Che oggi ho usato come spauracchio per far durare nei tempi leciti gli interventi dei compagni di tifo. Per qualche giorno li ho usati come sveglia. Ma non posso arrivare a odiare "You shook me all night long".

Per il giorno e per la notte, che piacere trovare un'isola dove nessuno ti può raggiungere, se non su tuo comando.

sabato 15 giugno 2013

Quello che resta

Bizzarra e testarda, l'insoddisfazione umana. Quando chiudi un'impresa, una missione, una semina piccola o gigantesca. Che poi chi lo decide.

Sei felice. Stringi ciò che hai costruito e finito. E già ti sembra distante. Una vaga malinconia passeggia sulle tue dita mentre lo sfiorano.

Quello che resta, riaffiora quando una persona amica riesce a riportarti dentro quel viaggio. O un angelo, o entrambi.

That's what friends are for - canzone per il giorno

Si spengono le luci, anzi diventano più forti. Siamo in The "Office"' all'Orange County dove tante volte ci siamo trovati a lavorare e sognare. Adesso, un doppio sogno realizzato.

Il nostro libro, di tutti, eccolo. PROmossa. La nostra squadra, tutti noi. Anche qui mentre sfogliamo questo libro che ci fa emozionare sempre più. Allora mi viene in mente questa canzone che offro a tutti gli amici, tutti nella stessa squadra. Gli amici del Tigrottino, il Pro Patria Club, Tiziano, ul maèstar Ginetto, la nostra tigre Matteo e il nostro capitano Danielino, il club Il Tigrotto, tutti i volti. Che bello abbracciare anche la Famiglia Bustocca, viva e presente vicino alla sua città, la sua Pro.

Una sola squadra.

Ecco a cosa servono gli amici, ricorda la canzone. Continuate a sorridere, a splendere. Essere l'uno al fianco dell'altro?

Siete venuti e avete aperto il mio cuore.

Ecco, anche, a cosa servono gli amici.

A realizzare i sogni. E a mantenerli.


http://www.propatriaclubs.com/2013/06/promozione-il-libro-che-celebra-al.html

Il dono che meno ti aspetti

Anima generosa della famiglia, quante volte ti feriscono. Non perché tu ti aspetti qualcosa, non sarebbe nella tua natura. Ma certo ci sono momenti di tale ingratitudine che lasciano vacillante anche te.

E ti sgridiamo, noi pragmatici. Perché fai così con tanti, e tanti si approfittano. Perché non pensi a te, qualche volta e ti concedi qualcosa, invece di regalarlo agli altri, subito. Anche a chi fa in fretta a dimenticarti o schiacciarti.

Poi, torni a casa con un mazzolino prezioso, da qualcuno che proprio non ti saresti mai aspettata... E i tuoi occhi sono così brillanti, che giuriamo: per un po' non ti diciamo più nulla. Anzi, chiamaci quella persona, ruvida e scostante come sembra, e l'abbracciamo.

Micro è bello

Microcosmi, dal sapore dell'ossimoro, subito. Perché micro è un granello; cosmo evoca l'universo.

Invece, si incontrano, mi emozionano, non vedo l'ora di respirarne le note di ogni genere, a Comerio. Leggendo la pagina iniziale, sono rimasta conquistata da più aspetti. Mi piace che si evidenzi la "filosofia", per deformazione professionale giovanile. Poi leggo gli interventi di Vittorio Cosma e Silvio Aimetti e assaporo questo dialogo. Qual è la scintilla? Scrive Cosmo che voleva fare qualcosa per il luogo dove è nato. E il sindaco invitando musica, libri, danza: ricominciamo dal piccolo. Perché "si parte da un piccolo punto per pensare alto". Ecco sciolto, in movimento, l'ossimoro.

Li ringrazio ed esprimo la mia riconoscenza anche a Matteo e tutti gli Amanti dei libri, per avermi coinvolta in questo viaggio.

Domenica alle 12.30 nel cortile del Comune ci troveremo per "L'importanza di essere secondi" .

Ma non perdetevi gli altri appuntamenti.

Buon viaggio


http://www.microcosmi.net/programma/
http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412

Voglio imparare

Voglio imparare. Quando mi sveglio con questa febbre, non ce n'è per nessuno. Una piccola, nuova azione da assorbire. Una pagina che troppo a lungo mi era sfuggita. Un mondo intero da scoprire.

Voglio imparare... E non sto ad aspettare che qualcuno me lo dica. Perché mentre ci sta pensando, io sono già fuori a guardarmi attorno. Catturo una parola e un sentiero, prima che io stessa me ne accorga.

Fino al prossimo bivio, o su una strada diritta e tutt'altro che facile, perché io sarò lì, a cercare di imparare.

Before my eyes - canzone per la notte

Avete mai sentito i Tesla? Ah, ditemi di sì o andate a scoprirlo. Negli anni Ottanta comprai un loro Lp per dovere di enciclopedia rock, ma scoprii che facevano sul serio, dannatamente sul serio. Forse troppo, per l'appariscente mondo musicale.

Sorvolando sul nome, già speciale, assaporai ogni canzone perché terribilmente originale.

E stanotte canticchio Before my eyes, perché davanti a me si materializza quell'onda che ipnotizza quando la persona amata compare, proprio sotto gli occhi.

Emozionati, impauriti, incapaci di riconoscersi,

Davanti ai miei occhi, ci sei tu.

Before me eyes, canzone per la notte.

Un altro sorso è possibile

Quando tutto si ferma a fatica, e mi costringo a sedermi, guardarlo, pensare... A volte tutte e tre le cose insieme.

Se le idee sono ancora disordine, tu arrivi. Un filo di colore che si agita nel bicchiere. Il mio whisky che si muove al ritmo delle onde di Skye. Ti mando giù quasi distrattamente e sobbalzo. Perché mi sembra che tu abbia un gusto diverso, ancora.

Non sei mai uguale, in ogni momento in cui ci accompagni sai raccontare altre storie.

Un altro sorso è possibile e ti sto ad ascoltare.

venerdì 14 giugno 2013

La resistenza di un sogno

Un sogno è un pallido riflesso della notte, se lo scuoti leggermente e se ne va. Un sogno è resistenza, pura e indiscussa.

Si trova attorniato da esplosioni, viene pugnalato, lo stesso destino sembra guardarlo di sbieco talvolta. Ma lui va avanti, malconcio e saldo, senza scomporsi più di tanto.

C'è solo un tipo di sogno, a dire il vero, che sa sfidare tutto questo e di più. E' quello condiviso. Metti un gruppo, minuscolo o numeroso non importa, che se lo tenga stretto, lo difenda e abbia il coraggio poi  - una volta salvatolo - di offrirlo agli altri.

Ecco, allora si può assistere alla resistenza di un sogno.

Meno un giorno, tigri.

Each time you break my heart - canzone per il giorno

Tormentata da motivetti dance, afferro questo per dovere-piacere. Each time you break my heart, diciamo che è la canzone carina per una volta, caruccia per due e poi sclero, soprattutto se di ballare non ho la minima voglia.

Ma su, prendiamo una frase buona e mettiamo da parte l'orgoglio. 

Si può sospirare così, o maschietti? e con quel vocino? Come la canzone, basta una volta sola, o si diventa stucchevoli. Però si verifica il solito processo: invecchiando, anche quello che tu, dura rocker respingevi, diventa tollerabile.

Buona giornata con
Each time you break my heart, Nick Kamen.

Meglio sentirsi dire

E hai ragione, Arguta Paffuta, perché è meglio sentirsi dire: ma perché non ti hanno fatto accomodare. Piuttosto che: scusa, puoi levarti di là?

In fondo alla tavola, come dice Gesù. E senza le briciole sulle labbra, che tradiscono come tu ti cibi di pane della vergogna.

Lottare per tutto, costruirsi tutto: che importa cosa arriva. Le bandierine sono esili e fuori moda.

Guarda cos'ho fatto con l'aiuto di Tanti. Meglio di scoprirsi a pensare: guarda cosa mi hanno regalato, senza che io abbia fatto nulla, anzi neanche ci abbia provato.


La formula magica e il destino

E' seccante e mi addolora aver perso un'altra serata nel castello magico dell'Admiral Hotel. Ma anche per chiedere scusa ai magnifici Fabrizio e Daniela, vi racconto una storia.

Ho finito troppo tardi per accorrere lì e condividere quei momenti in cui tutto si unisce con armonia: pagine, sensazioni, pensieri curiosi e soprattutto amicizia. Lo sapevo prima e allora mi sono un po' irritata con il destino, che ha pensato bene di rimediare. E mi ha permesso di partecipare anch'io.

Questa mattina, infatti, camminavo distratta  in ferie, con la convinzione di perdermi come sempre, perché basta che scelgo una strada diversa, per curiosità, e finisco nel nulla.

Invece, mi sono ritrovata davanti all'Admiral. In un attimo, raffica di battiti e ho gustato tutto: le sere avvenute, quella di oggi, quelle che verranno se non le potrò vedere.

Mi son detta: non posso essere lì stasera, tuttavia mi hanno guidato fino  a qui questa mattina. E allora lascio una formula magica, preparata dal più sapiente destino: sono un bacio di amicizia, un pensiero che non riesce a farsi guidare (ma loro ci riusciranno, con la loro dolce saggezza), un frammento di abbraccio e polvere che le stelle avevano lasciato lì, nascosta, la sera prima perché questo elisir potesse essere preparato.

Sono dovuta scappare, presto, con il sole vanaglorioso e convinto che fosse il suo turno. Ma so che quella pozione magica è rimasta lì, in un angolo ad aspettare, ed è corsa a rifugiarsi in un angolo del salone incantato, per poi danzare con le voci degli amici.

Muasen

Se lo dici, lo tocchi già. Morbido, il frutto che preannuncia l'estate, anzi che la sta già assaggiando. Muasen. Muasina.

Una m che ti fa scivolare dolcemente verso un sentiero delicato, dove ti sfili le scarpe e non hai paura di nulla. Poi la u, che accentua quel piacere e lo prolunga. E un po' aspro il finale, perché il frutto dei rami è così, può nascondere sempre una punta di acido. Ma per valorizzare, far trionfare il suo sapore più vero.

E mentre ne sfiori l'epidermide, con ul pà Carloeu dici felice: muasen.

Miscijà

Quando mi attraversano i pensieri e ne riannodo troppi, corro da te e resto così. Miscijà. Raggomitolata, e pronunciandolo mi vedo come sono, come un gatto, stanco e in cerca di un tepore non invadente.

Mi piazzo lì, come un foglio accartocciato, ma morbido, da accarezzare. Sembro piccolissima, ma giuro che oggi ho imparato tanto, tantissimo.

Miscijà, perché solo con te sono al sicuro e posso svelarmi così. Persa, ritrovata, semiaddormentata, con una fiducia tale che ti affido anche i miei sogni, perché domani me li possa raccontare tu.

Notte, e in quel sogno vorrei mettere anche una storia dul pà Carloeu.

giovedì 13 giugno 2013

Does anyone know - canzone per la notte

How can I trust anyone
When honesty is such a dirty word

Accompagnata da questo schiaffo, peggio di una puntura di Scorpione, navigo tra altre incertezze. Quelle sofferte da "Does anyone know".

Credo che spessa venga da condividere questo dilemma: come posso fidarmi di qualcuno, quando l'onestà è una parola sporca. 

Sporca davvero, che tu sia in autostrada e ti suonano perché cerchi di rispettare una regola; sorrisetti e "tu che vai troppo piano". Quando sai bene che una persona non merita qualcosa e sta tradendo la fiducia, ma taci. Forse perché hai capito che qualcuno vuole essere tradito.

Qualcuno sa cosa sia questa vita? La verità che cerchiamo? Qualcuno sa far sentire qualcosa come se fosse reale?

Sono interrogativi di Herr Klaus Meine. E li soppeso così.

Does anyone know, Scorpions, canzone per la notte.

E' sempre l'altro santo

Gli occhi che sapevano scavare dappertutto, il linguaggio colorito, la camicia a ogni stagione. E la sua profonda umanità. Che cercava quasi di mascherare, usando un guscio tutto suo.

Invecchiando e diventando orso, capisco sempre di più Antonio, un capo che è stato fondamentale per me. Quello che mi ha insegnato a cavarmela nell'era senza telefonini, internet e strumenti onnipresenti, a raccontare tutto ciò che si poteva e persino di più. A non abbassare mai la testa davanti a nessuno. 

Oggi, Sant'Antonio da Padova (E qui in omaggio alla devozione familiare sorvolo su ogni considerazione calcistica), mi fa venire in mente un meraviglioso aneddoto orsistico di Antonio, che non voleva mai essere festeggiato, anche se lui ogni anno era il primo a chiamarti per Natale e le feste comandate.

17 gennaio, Sant'Antonio Abate: buon onomastico, Antonio.

Risposta: no, è l'altro.

13 giugno, Sant'Antonio da Padova: buon onomastico, Antonio.

Risposta: no, è l'altro.

Per lui era sempre l'altro. Con l'ombra di un sorriso da mascherare subito, battendo sui tasti della macchina da scrivere.

Auguri, Antonio. In cielo ci sono tutti e due. Mi manchi.

Il libro preferito

Tra le domande sagge del mio saggio amico, piove questo. E ti confesso che, ore dopo, mi chiedo se io sia stata saggia nel risponderti.

Non sono riuscita a dirti un libro, ma ti ho inondato di testi. Quello preferito in Italia, L'isola di Arturo, con la mia magica Morante, e tutte le opere di Truman Capote: da Altre voci altre stanze che con la storia di Procida secondo me si lega, al desiderio inespresso di ogni giornalista che è A sangue freddo.

Qualcosa che non posso spiegare in minuti, nemmeno in ore. E  a dirla fino in fondo, non riesco a spiegarlo nemmeno a me stessa.

L'unica certezza è che in un  mondo in perenne alluvione di - spesso ridicole - informazioni ho un amico speciale che mi chiede quale sia il mio libro preferito.


Raise your glasses - canzone per la notte

Un viaggio di sola andata, una freccia lanciata che raggiunge il bersaglio e la sensazione che tutti noi dobbiamo sentirci qualcuno, ne abbiamo bisogno.

E siamo stati spezzati, ma non sconfitti. Continuiamo a batterci, fino a ottenere il risultato. E se dobbiamo sentirci qualcuno, sia ora.

Così per me alzare il calice con questa canzone vuol dire anche correre con il ritornello: non ci fermiamo davanti a nulla, nemmeno il filo spinato, con un fiammifero accendiamo il mondo e se ci provassimo, ora non potremmo salire più in alto.

tutti possono alzare il calice. Essere fieri e campioni. Se mettono in gioco se stessi, se la forza dei numeri è quella del cuore. Se dai tutto te stesso.

Anche per questo motivo mi piace cantare con i Kiss

Raise your glasses, canzone per la notte.

Da che parte stare

Ci sono ore che acquistano un peso speciale. Ti esamini allo specchio, ti allontani, ci torni e vorresti capire cosa sia cambiato.

Perché qualcosa di diverso c'è. E puoi renderti conto del fatto che una battaglia nuova stia cominciando. Tu che magari credevi di potere o dovere mediare.

Ma non è più così. Capisci da un battito di ciglia, da una manciata di ore e di parole, da un silenzio di troppo, che non appartieni più a qualcuno, a un gruppo, a un pezzo di strada. Che non lo difenderai più, ma lo lascerai camminare da solo. Che, se devi scegliere, non incontri la minima difficoltà.

Sai a chi appartieni. Sai da che parte stare. E dall'altra parte, non ti fracassino le scatole, perché tu li fermerai senza problemi.

Non ti appartengo più, dirai. Con l'unica, sottile differenza che voi non mi siete mai appartenuti.

Io ho respirato l'aria a cui appartengo e sono felice mentre mi ripeto: so da che parte stare.

mercoledì 12 giugno 2013

La mucca e l'amicizia esistono

Così prima di un altro brindisi, penso a tutte le persone che ho incontrato e sentito in queste ore.

Penso a un piccolo grande amico e ai conti che il suo cuore fa sempre tornare per me. A un messaggio commovente, a tanti abbracci fisici e virtuali. Ai sentieri esplorati consapevolmente e guidata.

E penso a una mucca. Sì, a una mucca. A un'Amica che ha fatto di tutto per riportarmi all'atmosfera dei monti che amiamo. Ma mi ha persino trasportata indietro nel tempo.

Sapevo che aveva una bacchetta magica, è andata però anche oltre nell'esercizio dei suoi poteri.

Ora so che il barattolo incantato - quella che chiamavamo la mucca ribaltabile, perché giri e muggisce - esiste ancora. L'amicizia, quello lo sapevo già.

Il resto, lo dirà la canzone per la notte.

La dieta nel cassetto

Nel cassetto c'era lei, che mi guardava scocciata. E l'ho rassicurata: guarda che sei finita lì, ma non ti ho dimenticata. Era giusto perché ti trovavi a disagio tra tutti gli impegni di questi giorni.

Cosa? Settimane, va bene, che carattere! Sai che il tempo non esiste.

Comunque, le garantisco che sarà di nuovo all'aria aperta. Cito a testimone Arguta Paffuta, mentre si diffonde il profumo del risotto.

-La dieta può attendere. Gli altri

Così parlò Arguta, ma non fatele caso. Intanto chiudo il cassetto, mica che la dieta voli via.

Strong enough - canzone per il giorno

Oggi più che mai, forti. Forti abbastanza. Anche per farmi perdonare la citazione di Diana Ross, passo a Cher che da lei fu soppiantata nella KissNovela.

Ma anche perché mi sprona questa canzone. Non occorre simpatia, non servono parole e persino un miracolo, canta lei, perché sono forte abbastanza. Per cavarmela, per dirti di andare via.

Se ti senti incompreso, be' ho novità per te, insiste Cher. Ho un libro da scrivere su quanto ci si senta usati. Ma sono forte, forte abbastanza.

È una canzone per tante occasioni. E forse oggi la cantano un po' di persone, che credono abbastanza in una causa da non farsi frenare dai comportamenti altrui.

Strong enough, canzone per il giorno.

Quel dono oppure tre

A volte non esiste un locale della vita che possa contenerli, altre ti sembra di averli persi tutti.

Io, bimba innamorata di colori di ogni specie, mi soffermo spesso sui pacchetti. Perché essi stessi sono dono, forse i più incantati, perché carichi di attesa.

A te che hanno appena strappato di mano un dono, vorrei offrirne due, ma non ne trovo. Allora,  nel fondo del cassetto rovisto e trovo uno specchio.

È tutto ciò che posso offrirti, ma lancia almeno uno sguardo. Vedi quel dono com'è bello, a partire da quella luce negli occhi. Non possono davvero rubartela.

Tutti quanti hanno un dono, nascosto, malconcio o sfavillante. Spesso, tutti e tre insieme.

La notte silenziosa (averne)

La notte è il vicino che vuole sistemare quel muro malandrino dopo i dodici ritocchi. È la macchina con guidatore addormentato al semaforo rosso. È il duo di cagnolini che alle due decide di dialogare intensamente. È il telefono che - giuro - ho messo in versione silenziosa e invece continua a urlare notifiche.

La notte è tutto questo e mi, vi chiedo: scusate, ma se dormissimo un poco?

Notte

Un canto del chi

Chi non c'è, probabilmente non c'è stato mai. E chi ti sorride, può sorriderti ancora.

Non hai bisogno di un mare di abbracci, quando diventano tutti uguali e si fanno concorrenza per un fermo immagine.

Chi cade, può finalmente risalire. E chi sta volando, fa meglio a non guardare giù, come chi pattina sul ghiaccio evocato dai Pink Floyd.

Ognuno danzi ciò che e dove vuole. Ma non trascini sul suo palco gli altri, se tiene a loro. Resti a riscuotere gli applausi, come resterà domani: da solo.

Chi conta le proprie fragilità, perde i numeri della vita. Ma chi non le vede, smarrisce anche se stesso.

Un canto del chi, di ciascuno e nessuno, un canto che insegue la libertà.

Le quattro cose belle

Siccome sono ottusa, me le scrivo ormai. E questa volta le ripongo nel cassetto.

Io in un paradiso che promette la terra rifiorita, con i volti cari.

Tu che ridi come non facevi da tempo,

Il vino che ha un nome di un doppio sogno realizzato e scorre nella nostra gioia.

La mia sorellina che parla con te di gatti.

E potrei proseguire, ma ho detto quattro e qualche limite, lo devo rispettare.

martedì 11 giugno 2013

I fili e il trisnonno

Si può afferrare un filo e poi esitare. Ma quando lo segui, magari sospinto anche da chi crede in te, trovi tracce che sapevi assopite. Non eri consapevole, tuttavia, che fossero ancora più belle di quanto aspettavi.

A modo mio, ho costellato la vita di voti e su troppi ho sorvolato. Sono felice di essere riuscita a compierne uno, a poche ore dalla scadenza. Sulle orme del trisnonno, del quale non so quasi nulla, eppure rispetto ad altri avi già c'è un mondo narrato grazie al suo nome.

Angelo, mi mette tenerezza. Il cognome è uno dei tanti nella mia città. Ma il ceppo mi ha sempre sussurrato tutto.

Tengit. Mi ha detto perché un padre nettamente artista si mette a creare telai e a portarli nel mondo. Perché mi commuovo a sfiorare un tessuto. Perché non so credere che un miracolo possa finire.

Un Tengit di nome Angelo, un angelo di cui vorrei vedere il volto. E il filo mi mostra cos'abbiano fatto altri uomini del suo ceppo. Quegli uomini geniali e importanti, ai quali faceva riferimento la bisnonna Maddalena immagino.

Miracoli in una terra non lontana. E il mio trisnonno con il suo piccolo prodigio silenzioso, chino a tingere segreti per poterli svelare il mondo. Il filo, lo accarezzo e cambia colore.

Ciò che si può fare

Ciò che si può fare con il genio, ciò che si può creare con la luce. Ciò che si può mantenere con l'amore.

Ciò che si respira a un tavolo fatato, con l'amicizia che si rafforza sui colori. Fiori e maglie che vanno e ritornano, un sollievo che si chiama potersi chiamare fuori dal tempo.

Ciò che si può sussurrare, con il coraggio. Ciò che si può sentire sulla pelle, anche molto più tardi.

Tutto questo è una giornata, che non finisce e che ti porta alle radici di ciò che sei.

Do you know - canzone per il giorno

Faccio uno strappo alla regola, di cui Arguta Paffuta afferma di sentire già il dolore, e ascolto una canzone di Diana Ross. Va be', voglio essere generosa e abbandonare per un momento il club ostile degli anni Ottanta.

Questa canzone, dal retrogusto socratico, sottopone a una raffica di domanda, e le risposte possono essere tristi. Ma non solo, su Diana...

Tuttavia è bello, sano, utile chiedersi: so dove sto andando? Mi piacciono le cose che mi mostra la vita? Ottengo ciò che spero dalla vita?

Ed è vero, voltandosi non ci sono porte aperte; per questo meglio guardare avanti. Anche carichi di interrogativi, senza lasciarsi scivolare i sogni via dalle dita.

Do you know, Diana Ross, canzone per il giorno.

Mi sento un'erbaccia

È una magnifica sensazione. Mi sento un'erbaccia, di quelle che accarezzo spesso distrattamente nel prato. Un articolo ne celebra il ritorno, con tutte le proprietà curative, senza apparire, ma cercando di portare del bene.

Io mi sento un'erbaccia, egoista si intende, che a fatica schiude i suoi poteri magici, che nascosta nel manto verde sta benissimo, perché vive e respira colori. Ogni tanto si lascia andare, ma senza esagerare.

Vuole affinare i suoi poteri e abbandonare un po' di remore. Può farlo, senza l'ansia di farsi cogliere, nel suo posticino adorato, imparando dalle erbacce migliori di lei.

Un amico e gli annunci

Un amico si riconosce da infiniti elementi. Ad esempio, un amico è un ragazzo che da dieci giorni a questa parte, dopo un tuo messaggio disperato, si dedica a esplorare tutti gli annunci di cagnolini.

Lo fa con lo scrupolo e la diligenza che lo contraddistinguono, e nulla, lascia al caso. Io non so se coronerò il mio sogno. Ma nel frattempo mi dico: quant'è bello avere un amico così.

Lo vedo immerso negli annunci, perché interessano a me, giorno dopo giorno. Serio nel cercare di aiutare una ex ragazza un po' folle.

E solo qui riesco a dirti grazie come vorrei, anzi non ancora.

Vieni via con me

Arguta Paffuta viaggia con il ritmo e le sue convinzioni. Ma talvolta ammette che le serve un aiuto, perché anche lei vacilla, abbagliata dalle moine altrui.

Per questo non si scompone quando le vede finalmente smantellate e capisce come chi ti chieda tanto, spesso non voglia darti nulla di reale. Lei si rallegra, sì, perché dice: le illusioni appesantiscono il mio cammino, sono le speranze che mi mettono le ali.

In questo periodo - mi confida - ha assistito a tante scene diverse, e a nessuna vuole partecipare. Così mi ha fatto da tempo un cenno, che sa essere insieme dolce e perentorio: vieni via con me, e con chi ti ama. Teniamo il nostro ritmo e abbracciamo chi vuole sospingere, e non frenare gli altri.

Schiava di nessuno, aperta agli abbracci veri. Chi ti tradisce, si è già punito e non vale la pena nemmeno ricordarsene. Ogni giorno, in viaggio con chi amo, ringrazio la mia vista fragile che mi permette di individuare a fatica puntini sempre più lontani. Ecco, non ho voglia di fare fatica, se non per cercare la Verità e per amare. E so che Arguta Paffuta sorride.

E lucevan le stelle - canzone per la notte

Questa notte devo rassicurare mio nonno e domare l'animo rock. Anche se continuo a pensare che con l'opera ha un feeling.

La Tosca mi è carissima, per diversi motivi. Contiene tutti i temi e le contraddizioni, ma (giusto poi usare l'avversativo?) mi fa dannare per il finale. Come Hair o il Rocky Horror (Perdonami nonno) spengo un attimo prima del non happy end.

Spengo appena si chiude questa canzone, anzi no, aspetto ancora un poco perché l'arrivo di Tosca da Mario è stupendo. Esiste però qualcosa di più stupendo di E lucevan le stelle?

Quel profumo che si leva dalla terra, il passo della persona amata che è così delicato da sembrare solo sfiorare la rena, i baci e le carezze, ogni fremito che unisce una coppia. Poi la consapevolezza del ricordo e del bivio drammatico.

Distrutti eppure con una certezza: non ho mai amato così tanto la vita.

E lucevan le stelle, Tosca, Puccini, canto per la notte.

lunedì 10 giugno 2013

Il gladiatore e i colori dei sogni

Non sono abile nelle rimozioni, ma oggi è tutto il giorno che cerco di soffocare un pensiero, un tarlo, una fitta.

È piombata su di me con un sms, poi la triste corsa su facebook. Un ragazzo, che conoscevo per la passione politica, battute dallo sfondo romano, e un sorriso sempre. Un sorriso.

Se n'è andato, e io mi sono convinta che fosse avvenuto per una disgrazia improvvisa, come se solo un fulmine crudele potesse fermare quel sorriso.

Ma non era così. Quel ragazzo, io lo chiamo così, stava lottando. E adesso, oltre alle battute scambiate, guardo la definizione di sé: allegro e sorridente sempre... Il motto carpe diem, che mi piace più dell'altro, pur condividendo il significato di entrambi.

Riguardo la tua bacheca e tutto sembra diverso. Il tuo cartello "Cercasi un anno migliore" non suona più scherzoso. Fuggo e questo magone va combattuto in qualche modo. Perché ti rivedo quel giorno nel bar con i tuoi amici a discutere di ideali. Cribbio, vorrei essere anch'io un gladiatore stasera.


Sai che ti dico? Chiudo gli occhi e scelgo uno dei tuoi post. Questo, i sogni nel cassetto fanno la muffa. Chissà di che colore sono i sogni in cielo.

Ciao gladiatore.

Ps mejo er vino dei castelli che de sta zozza società.

Don't stop me now - canzone per il giorno

I feel alive. Basta questo per accendere una giornata, come la notte. Brucio attraverso i cieli, a 200 gradi, e mi chiamano Mr. Fahrenheit.

Tigre che sfida le leggi di gravità. ciascuno di noi può essere. A un patto. Che sia convinto, irrimediabilmente convinto che deve sentirsi così vivo, ardere, conquistare ciò che si vuole, non ciò che si usa.

A questo punto, abbattuto l'ostacolo dentro di sé, deve passare all'altro... quello molto più lieve. A quelli che cercheranno di riportarlo giù.

Per questo, è utile una formula magica. Che magari parte così: non fermarmi ora...

Don't stop me now, Queen, canzone per il giorno.

La merenda e la rete

Così è la rete, questo magnifico e detestabile mondo moderno. Tu sfiori un luogo e gli Iron Maiden vi stanno facendo un'adorabile merenda. Sono lì a crogiolarsi al cospetto del tuo amato lago.

E tu da dove lo sai? Li hai forse incrociati, come ai bei tempi antichi? Macché, lo scopri da una foto su twitter.

Non c'è più aria di avventura, ecco. Come quella fantastica volta - una trentina di anni fa - in cui passeggiando per Milano, assicurai al mio gruppo che un tizio in stazione era il chitarrista degli Scorpions, se ben ricordo. Noi ragazze, ammetto, dicevamo: quello carino. Forte del mio amato tedesco, ho guidato il drappello all'assalto. Finché lui si gira e si rivolge a un altro, sputando frasi in romanesco.

A scorpio' vie' qua. Namo a fare una gita sul lago, che poi ci vedono su twitter.

Come quando ti svegli

Come quando ti svegli, è ogni volta che hai maturato una nuova idea, una speranza. Al momento un po' confuso e la paura ti ricaccia nel sonno o ci prova.

Tu ti ribelli, anche contro te stesso. E ti rimproveri, di essere ancora immerso in un sogno. Ma quando la lucidità si lascia conquistare, a poco a poco, capisci che puoi davvero tentare.

Che c'è sempre una realtà più bella ad attenderti, se la tieni accesa con un desiderio.

Come quando ti svegli, vuoi dividere questo nuovo mondo con chi ami.

domenica 9 giugno 2013

The winner takes it all - canzone per la notte

In omaggio a una sirenetta che adora questa canzone, la infilo con una convinzione: questa non è un lamento da perdente.

Oh sì, lei vi dirà che ha perso e cade, che il vincitore si piglia tutto. Che non c'è storia. Ma già all'inizio orgogliosamente rammenta che lei ha giocato rispettando le regole. E qua e là le sue domande sono ghiaccio che urta e si insinua come un dubbio: è davvero felice quel vincitore?

Quando ammiriamo la scena finale, lui che va a stringere la mano e lei che gli chiede scusa perché è così tesa, senza fiducia in sé. Non so perché, ma in quelle scuse vedo qualcosa di regale.

The winner takes it all, Abba, canzone per la notte.

Acqua, terra e magia

Non ti scambierei per nulla al mondo, sei solo splendidamente simile.

Acqua e terra che conversano con naturalezza. Tempeste che sfiorano e scappano. E se restano, le accetti con la tua fragilità. Profumi che non si possono smarrire.

Piemonte, Scozia. Ora chiudi gli occhi che si avvicina Skye; non crede alle magie di San Salvatore, ma poi si arrende e lo ama.

Impronte umide. Pensieri autentici. E un calore che nessuna pioggia può sminuire.

Scambio i miei laghi, i miei mari, i miei mondi, perché son tutti nel mio cuore.

Mi piace l'ora

Mi piace l'ora in cui gli amici si affacciano, parlano con la loro vera voce, si siedono e ti portano in giro per il mondo.

Quando ti ascoltano davvero e non ti obbligano a giochi di ruolo. Quando tornano bambini e quando lo sono rimasti. Quando sanno godere di ciò che mi fa felice e quando non lo capiscono ma lo rispettano.

Mi piace l'ora in cui parliamo per ore, senza che gli altri lo sentano. Ma ne portiamo la luce, quando usciamo dal nostro giardino. Tanto che noi stessi ci stupiamo: dov'è la tempesta?

Mi piace il suono dei passi che annuncia chi amo e mi ama persino, in quest'ora.

Aspettarti

Immersa nella natura, c'è una parte di me che non ti aspettava più. Mi dicevano che eravate scomparsi, forse trasferiti dove la castagne avevano ripreso sapore. O forse, era una pietosa bugia.

Ti ho aspettato a lungo, e non sei tornato. Oggi stavo giocando con i quadrifogli, lasciandoli nella loro benedetta sorte, quando sulla pianta ho sentito uno strano movimento. Strano anche per gli uccellini. Frammenti di foglie che cadevano e un verso particolare.

Non posso comunicarti l'emozione nel constatare che eri tu. La tua coda immensa, quasi grande come il corpo, il tuo bruno rossore, sfrontato, la tua fame.

Mi hai vista. Non sei fuggito. Neanche quando mi sono allontanata e sono tornata per farti una foto, sentendomi in colpa.

Mi hai aspettato. Più di quanto avessi fatto io. E quando eri sicuro che io fossi felice, te ne sei andato.

Grazie, piccolo scoiattolo.

The song is over - canzone per il giorno

Non è da Accarezzare per l'apparente tristezza iniziale, ma mi piace per il ritornello che prende ali e non si fa più fermare.

Perché, credo, una canzone non è mai veramente finita. La offri a quegli spazi immensi aperti davanti a te, o sprigioni il tuo cuore nelle note fino al mare. E puoi cantare la tua canzone fino alle montagne che sfiorano il cielo. Cantarla alla libertà e a coloro che la cercano.

E se dovesse accadere che non potrai più cantarla, ci sarà qualcun altro che lo farà.

La canzone è finita. Ma mai veramente.

The song is over, The Who, canzone per il giorno.

Cambiando senso

Un saggio che gioiosamente ho ritrovato e al quale devo una svolta di vita, mi raccontava come fosse un po' seccato del nostro dipendere dalla vista.

Caso vuole che due incontri memorabili e un'amicizia siano con persone che non possono affidarsi ad essa.

Ma in certi momenti, immersa nella natura e nelle fasi dell'esistenza, avverto come ogni senso sia un tassello, più o meno determinante per i propri passi. Ci sono estati in cui sono sensibili più ai canti che ai colori. E non so sottrarmi agli aromi. E quando sfioro chi e ciò che amo, è come se raccogliessi tutto ciò insieme.

Dipende dal momento, dalla ricerca, da molto altro che non so individuare. Né m'importa, perché sto già cambiando senso.