venerdì 31 ottobre 2014

Il tempo e la critica

Ci sono persone che non hanno il tempo per fare niente, dicono spesso. Ed è vero, perché sono troppo impegnate a criticare.

Criticare, è il niente.

Dialoghi reali - La laurea in filosofia

- una laurea in filosofia oggi non si nega a nessuno

Battutona, signora. Solo che oggi io sono di cattivo umore, non so neanche prenderla con filosofia

- Io sono laureata in filosofia.

Non mi ricordo nemmeno come abbia cercato di rimediare, povera. Sono stronza io, guardi, perché non dovevo nemmeno risponderle. Però le dico un'altra cosa, da stronza patentata quale sono oggi, e poco filosofa. Sono laureata in filosofia, sì. L'ho fatto studiando mentre lavoravo. Con le borse di studio, per non pesare sulla mia famiglia. E portando un esamino di 19 libri, ad esempio.

Poi credo che un sacco di laureati siano dei cretini: in filosofia e altro. E forse io sono la prima. Anche perché mi sono messa a parlare di me, cosa che detesto.

Tuttavia, lo ridico a scanso di equivoci: sono laureata in filosofia. Non me ne vanto, ma ne sono felice. Amo cercare, come posso, e spero di farlo sempre.

Notte e voglio provare a cambiare

Poi mi sento dire: ma non vedi che tutto è finito? Che tutto è distrutto? che non c'è più speranza?

No, non lo vedo. Ma siccome voglio ascoltarti, voglio costruire un ponte, sono pronta a darti ragione.

Mettiamo che tutto è finito, distrutto, che non ci sia più speranza.

Che cosa dovrei fare? Andarmene? Restare e criticare? E a che cosa servirebbe quest'ultima scelta? A consolarmi di essere nel giusto? E che me ne fregherebbe? Essere nel giusto, mentre tutto svanisce, bella storia: non resterebbe nessuno nemmeno ad applaudirmi.

allora ti dico cosa vorrei fare: provare a cambiare.

Notte e voglio provare a cambiare.

Dialoghi reali - Madison Square Garden

- Un giorno suonerò al Madison Square Garden. Cribbio se non lo farò.

- Be', avranno un campanello.

giovedì 30 ottobre 2014

I giovani che si lamentano

Ci sono giovani che sento lamentarsi: vanno avanti i vecchi, perché non lasciano il posto a noi?

È vero, ma per alcuni di quei vecchi vedo una cosa: sono curiosi, vivi e quello spazio, se lo sono conquistato con il sudore. Non lamentandosi di quelli prima: perché non lasciano il posto a noi? E dicono ancora moltissimo.

Ci sono giovani ai quali bisognerebbe dare più chance. Altri che dovrebbero essere più giovani, come quei vecchi.

La pazienza che frena

C'è una pazienza che lancia. E una che frena. Occhio che la seconda, frega pure.

Notte e basta un poco di (polenta e) zucchero

Quando ero piccola, credevo bastasse un poco di zucchero o così mi raccontavano. Adesso so che lo zucchero ha tanti volti: scompare in fretta, ce n'è troppo facilmente, te ne versano per confonderti e ci aggiungono veleno.

Sarà per questo che ne metto così poco, in tutto: per sentire i veri sapori, costi quel che costi.

Ciò che cerchi in una giornata di festa che deve aiutare a costruire, un poco. Tu sei lì, in uno dei posti più belli e spesso inosservati della tua città, e sai che comunque vada sentirai di tutto di più, che ti verseranno zucchero e veleno. Eppure non importa, perché c'è quel sapore unico, incontaminato.

L'amicizia di chi vede lo sforzo dell'altro e vuole aiutarlo. Il ritrovare e sospingere chi è rimasto indietro perché è stanco e non perché era impegnato a criticare; aggiungere chi sta già facendo altro, per farlo insieme.

E poi conta altro ancora. Il maestro è a casa. Il mio maestro è un birbante, che rende migliore il mondo.

Come gli alpini. Che cosa stanno facendo ora? Offrono polenta e zucchero. Questo è zucchero autentico, che non tradisce i sapori.

Notte e basta un poco di (polenta e) zucchero.

Büsti (la ballata del maestro) - canzone per la notte

I tempi 'indré forse più del lavoro, del denaro, della sensazione di stare tutti bene, son racchiusi in quel cuén delle feste. Davvero, sembravano interminabili o comunque con quel ritocco perfetto, quell'aggiunta discreta, ma non frettolosa. Mentre ora già il Natale vola via.

Il maestro ci riporta a quei momenti, guarda la decadenza, fa vivere il rimpianto, cunsciá come non pensavamo, ci ride su con una pennellata che non riesce a essere irriverente.

Eppure ci consegna anche la fiducia e la speranza, quattro gatti che siamo rimasti. C'è sempre qualcosa di antico, qualcosa che possiamo tenere saldo di centocinquant'anni: lavorare  insieme, con tutti quelli che lo vogliono fare, fuasté che sono già dentro i nostri cuori.
 
Stem chi non a piàangias' adossu

Büsti, Büsti gran citá (la ballata dei 150 anni), Ginetto Grilli con Raffaele Viganò, canzone per la notte

Abie baby - canzone per il giorno

E i nostri padri? Hanno scherzato? Non avevano niente di meglio da dare? Far nascere nazioni, liberare gli schiavi,festeggiare per ricordare che il lavoro non è finito.

Abie Baby, buon compleanno. E inverto le iniziali per fare gli auguri alla mia città, che è andata nel mondo e il mondo ha accolto.

Tutti gli uomini, creati uguali.

Happy Birthday

Abie Baby, Hair, canzone per il giorno.

Poche idee ben confuse

Adesso mi concentro sulla festa.

Io ho poche idee e ben confuse, perché amo dannatamente la mia città.

Sono bustocca e felice. E amo ogni angolo di mondo, perché sa regalare sorprese.

 Non sono varesina, né varesotta. Se proprio devo accarezzare una città, mi concedo a Milano.

Ma amo la mia città e oggi questo piccolo momento dei 150 anni lo prendo così: come un'occasione per ripartire, sottovoce e convinta, perché si possa stare insieme a chi resta indietro. Non importa dove andremo, ma con chi lo faremo.

Non sento la stanchezza del viaggio: anche il maestro è tornato e stiamo per fare festa.

Sono bustocca, abito il mondo con grazia.

Ma non sono varesina, né varesotta, né qualcosa con la v.

Abito il mondo, con grazia, e la mia città, da imbranata.

mercoledì 29 ottobre 2014

Notte e non mi interessa la vetta

Daje, la vetta. E che mi interessa, poi? Non è solo perché la Roma mi ha insegnato il fattore P.

Passione, stranamente mista a pazienza. È che non mi interessa la vetta: mi interessa essere vera.

Notte e non mi interessa la vetta, nel calcio e nella vita.

Help (Deep Purple) - canzone per la notte

La richiesta d'aiuto è una cosa seria e non l'ho mai ammessa allegra. Per questo mi inchino alla versione dei Deep Purple.

Se devi chiedere aiuto, sentendoti molto più vecchio, dovresti rallentare. Scandire bene le parole, maledirti mentre invochi così.

help

Help, Beatles ma meglio con i Deep Purple, canzone per la notte.

Grazie città mia (cittadina del mondo)

Fa figo essere cittadini del mondo, ma esserlo è duro, durissimo. Significa capire che in ogni angolo di pianeta abitiamo e dunque dobbiamo anche soffrire.

Viaggi infiniti per il globo. E fa figo prendere le valigie, non i fardelli dei popoli. C'è una via che aiuta, e non perché sia facile.

Amare la propria terra, io credo che possa dare una mano. E io amo la mia città. Per questo la striglio, all'occasione, e non la riconosco, perché la amo tantissimo. Le sue rughe sono le mie, legate ai sorrisi e alle lacrime. Sono nata e rinasco ogni giorno, accanto alla sua basilica. Mio nonno ha pianto la prima volta lì, e cento volte ha riso. La voce testarda, quasi monella, della campane ha ispirato una delle liriche più irriverenti di mio prozio Angelo Bottigelli: e cavolo, quanto mi piace quella poesia.

I miei cugini si innamorarono e sfidarono i tempi di dolore. Mio nonno percorse pochi metri e incontrò mia nonna. E tanti fili si unirono. Mio padre si spostò poco più in là: la vita legò a una ragazza della Valle e fece fiorire il loro amore oltre il confine del centro, dove c'era la loro ditta. Perché quella ditta era - anche - loro. E di mille persone, e del mio maestro.

Io ho fregato tutti e mi sono spostata nel rione che era stato Comune non mi ha ancora nominata figlia, perché il tempo non basta; mi  consola il fatto che quel rione  è del mio maestro.

Tutto questo casino, di viuzze, viali e fili, mi rende felicemente una bustocca. E cittadina del mondo.

ecco perché giovedì 30 ottobre io voglio festeggiare i tuoi 150 anni di città.

http://lafamigliabustocca.org/2014/10/buon-compleanno-busto-arsizio/

Me day

Ascolto, corro, proseguo, annuisco, soffro e rido.

Ma poi arriva quel giorno: il me day. È lui che mi ricarica, che mi dice: rallenta un po' tesoro, siediti e parlati di ciò che desideri, come il tema libero a scuola, capisci.

Me day, il giorno devo proprio dare retta a Malu o come si chiama, fermare le richieste assillanti per creare il silenzio, condizione amorevole perché risuoni la sua voce, notoriamente pallida.

Me day, perché sono stata messa qui e ora, e chiederanno conto a me di ciò che ho fatto.

Vi ascolto tutti. Ma adesso sto preparando il me day.

Non ti scordar mai di me - canzone per il giorno

Starebbe meglio anche la luna, se tu fossi qui. E forse persino al sole strapperei un sorriso.

Un tango che ha un tempo sottomesso, domato fino all'eccesso. Non ti scordar mai di me, di ogni mia abitudine, anche delle più seccanti.

A tutto un po' si consuma, senza preavviso se ne va.

Ma non dimentico. Neanche tu, in quella galassia che non posso scorgere.

Non ti scordar mai di me, Giusy Ferreri, canzone per il giorno.

martedì 28 ottobre 2014

Stupida ad aiutare

Stupida io a voler aiutare.

E più stupida sarei stata a non volerlo fare.

Notte e c'è quella vecchia strada (così nuova)

Quando ti stai perdendo, si affaccia una strada vecchia e consumata. E quando la riconosci, sai che non ti smarrirai sul serio.

Di più. Sai persino che, a modo suo, è dannatamente nuova, perché sa sorprenderti, perché ti conduce al tuo futuro.

Notte e c'è quella vecchia strada (così nuova). Che ti porta a casa.

Wide lovely eyes - canzone per la notte

Si può salutare il cielo con occhi grandi, occhi spalancati. La spiaggia si rimpicciolisce, eppure pochi istanti prima sembrava immensa: bastava contare i granelli di sabbia.

Forse per questo non riesco a essere infelice, quando smontano la giostra. Tengo gli occhi spalancati sul cielo, mentre saluto.

E le leggende che sappiamo creare...


Wide lovely eyes, Nick Cave, canzone per la notte.

Chi è più vecchio di un hotel

Forse dieci anni fa. Non vorrei mettermi a contare, ma un evento preciso mi inchioda a un anno. E io devo rigenerarmi a Dundee.

Fuga in Scozia dall'Inghilterra grazie a mia sorella. Puntiamo sull'Hilton, c'è pure una dipendente italiana a farci sorridere. Ma il bello è che l'albergo danza sul Tay. Il mio fiume lo accarezza e poi si dedica a giochi di luce. L'aperitivo con gli amici scozzesi, la notte su uno scenario più grigio, il mattino che coccola gli ultimi sogni con i riflessi.

Non è passato un secolo, ma l'albergo non c'è più. Dundee è un fermento, macerie per fare strada ai sogni. Oggi leggo che Hilton vuole tornare.

Anch'io.

lunedì 27 ottobre 2014

Se ci fosse una tana

Siamo dannatamente indifesi. Ma se ci fosse una tana, anche una minima possibilità di un posto sicuro, questa sarebbe la mia.

Spesso si associa, stupidamente, il museo a qualcosa di vecchio. Eppure qui, al museo della mia Pro Patria, voluto fortissimamente da Andrea Fazzari, vedo solo ragazzini. Il Visco, il Cavigioli, il Gipo e il Bumba, Lulù Oliveira e queste tigri giovani e un po' spaesate forse.

Ogni articolo, ogni foto, ogni maglietta racconta un pezzo di noi. E più si parla, e più si cerca di celare la commozione. La nostra maglia, bellissima, seconda solo a quella del Genoa, ma non per noi. E il Trame che assicura: ogni volta che la indosso per scendere in campo, mi sento una belva.

Se ci fosse una tana, anche una minima possibilità di un posto sicuro, Pro tu saresti la mia.

Notte e c'è uno spartiacque

Una barriera che libera, l'avevi mai vista? All'improvviso, così fragile e sicura si presenta.

C'è uno spartiacque e vedi sprigionare da quella parete acque cupe, chissà da quanto tempo ristagnavano e venivano scambiate per altro. Forse persino per fottuto petrolio.

Invece, erano solo una macchia grigia e pesante, che frenava tutto il resto.


E se guardi bene, c'è uno spartiacque. Neanche osavano appoggiarsi, sfiorarlo: sono acque leggere, quasi impercettibili. Una goccia, due: vogliono liberare tutto il bene.

Neanche fossero i due mari che si incontrano in Grecia, quelli che osservasti con amore impaurito.

Notte e c'è uno spartiacque. E tu puoi decidere da quale parte stare.

Più gratitudine

Se volevi un po' più di gratitudine, è tempo di interrogarti. Se volevi davvero dare.

domenica 26 ottobre 2014

Se ci fosse una tana

Siamo dannatamente indifesi. Ma se ci fosse una tana, anche una minima possibilità di un posto sicuro, questa sarebbe la mia.

Spesso si associa, stupidamente, il museo a qualcosa di vecchio. Eppure qui, al museo della mia Pro Patria, voluto fortissimamente da Andrea Fazzari, vedo solo ragazzini. Il Taglioretti, Il Visco, il Cavigioli, il Gipo e il Bumba, Lulù Oliveira e queste tigri giovani e un po' spaesate forse.

Ogni articolo, ogni foto, ogni maglietta racconta un pezzo di noi. E più si parla, e più si cerca di celare la commozione. La nostra maglia, bellissima, seconda solo a quella del Genoa, ma non per noi. E il Trame che assicura: ogni volta che la indosso per scendere in campo, mi sento una belva.

Se ci fosse una tana, anche una minima possibilità di un posto sicuro, Pro tu saresti la mia.

Notte e ho bisogno di un'altra fiaba

Quanto è vero che non ho bisogno di eroi. Sono troppo grande per credervi. Ma con le fiabe, è un'altra storia.

Ci posso, ci voglio credere, o perlomeno voglio ascoltarle. E mentre cerco di chiamare il sonno, so che ho bisogno della tua voce. Solido e forte, ma non eroe.

Gli eroi mi hanno stufato, perché poi scoprì gli altarini. Ho bisogno di una favola, piuttosto, e raccontata da te.

Notte, e ho bisogno di un'altra fiaba.

Calma - canzone per il giorno

Entro oppure non entro, canto si vede che ho pianto. Che parole strane, per un uomo, o così ci dicono.

Questo monologo interiore, di una persona che cerca la calma, ma cerca la vita in realtà. Un lavoro che se ne va, un tentativo di camminare ostentando indifferenza e dignità, una compagna che non capisce o capisce troppo.

Taci che il silenzio mi piace. Ogni parola fa franare la pazienza, eppure di parole ci si arma per proteggersi dagli altri.

T'amo, tutto il resto non conta.

Calma, Umberto Tozzi (con Bigazzi), canzone per il giorno.

Come se ci volesse una scuola

Spunta un pezzo di vita in cui all'improvviso o per lento e inesorabile accumulo di consapevolezza ti senti inadeguato. Cominci a consultare esperti e magari ti metti in testa pure di frequentare una scuola, perché altrimenti non sai come fare.

E più ci pensi, più l'ansia ti scava. Finché un angelo ti porta, come un soffio, un pensiero: ma l'hanno affrontato, prima di te, generazioni e generazioni. Magari senza darvi tutta questa importanza. E' caricandolo che pesa, è svuotandolo di orpelli che respira.

Come se ci volesse una scuola, per vivere.

Calm down.

Dialoghi reali - povero Sting

Sting in tv, versione qualche anno addietro.

- certo che cantava proprio bene, povero Sting.

- sì, ma canta ancora bene.

- è vivo?!?!

Povero Sting. Proprio

sabato 25 ottobre 2014

Notte e se non c'è più Reyhaneh

Una notte come tante, una morte come tante. Queste due ultime parole pesano sull'aria.

E penso: quante bombe gettiamo, quanto sfoggio di tecnologia vana facciamo, quanto ci sentiamo padroni della civiltà mondiale.

Poi non riusciamo a salvare nemmeno una vita. Nemmeno una, nemmeno una giovane impiccata nonostante ogni campagna.

E se non c'è più Reyhaneh, tutto ciò mi sembra ancora più doloroso. Doloroso, non assurdo. Assurdi siamo noi, il nostro cordoglio ufficiale, la nostra impotenza. Proprio così dobbiamo ricordarci che non siamo i padroni della civiltà, nemmeno della nostra.

Notte e se non c'è più Reyhaneh...

Noise - canzone per la notte


Nei giorni in cui ti senti piccino e sogni di farti grande, almeno per un istante. Ma resti così, minuscolo e ininfluente, se cerchi una scusa. Se ti va bene come calpestiamo la terra, in silenzio.

Fare rumore, a volte, è la salvezza. Non aspettare un lieto fine, mentre i giorni si trasformano in anni.

Fai rumore, per il mondo

Noise, Tokio Hotel, canzone per la notte

Sognando un po' di Scozia

Tu stai leggendo un libro sulla Scozia e mi commuove che pensi a me. In questo momento difficile, in cui porti il pensiero lontano, stai vicino anche a me.

E io ti prometto che ci andremo. E tu sorridi fino a bollarmi: sognatrice.

Ma temo, credo, spero che sogniamo insieme, perché la vita ci piace ancora immensamente.

Wild flower - canzone per il giorno

Se tu sei un fiore selvaggio, selvaggio è il mio desiderio di dirtelo. Come un lupo umano, un cucciolo testardo, che sa solo piangere per ottenere ciò che vuole.

Stella dei miei sogni, anche adesso che il cielo si illumina con la complicità del giorno. Chissà come faccio a individuare comunque la tua luce.

Wild flower, The Cult, canzone per il giorno.

venerdì 24 ottobre 2014

Finché la polio e un bimbo

A bearci di civiltà e alibi per i drammi che non possiamo risolvere.

Be' qui non esistono alibi. Finché un solo bimbo sarà colpito dalla polio, siamo delle nullità.

End polio now.

http://www.endpolio.org/it

From the beginning - canzone per il giorno

Non giriamo attorno alle parole: si possono perdere di vista molte cose, senza essere ciechi.

Ed è possibile anche fingere di smarrire l'evidenza. Ma è sufficiente un filo sottile, o uno sguardo per aggrapparsi a questa espressione meravigliosa, come un abbraccio al sacro libro: dall'inizio.

Dall'inizio, eri destinato a me.

From the beginning, Emerson, Lake & Palmer, canzone per (ogni) giorno.

Notte e meno capisci

Meno capisci, più cerchi di dire la tua. Per questo motivo, pura ignavia o tentativo di assolvermi contro ogni evidenza, cerco di parlare poco.

Notte e meno capisci...

giovedì 23 ottobre 2014

Rumori tra gli ultimi passi della notte

Rumori tra gli ultimi passi della notte, che non vogliono dire niente e tutto dicono. Vorrebbero essere neutrali, ma sono colorati del passato, di una ferita, di un abbraccio, di un sogno.

Salmo o canzone sfrenata, lacrima o risata, rumori che si perdono tra gli ultimi passi della notte, ma non in te.

Si fa in fretta

Si fa in fretta a dimenticare, a ridere, a non pensare. Ad abbracciare e  a distrarsi, altalene umane che danno la colpa al vento.


Notte e con molta arroganza mi basta (non diventare come te)

Visto che ci va di dare colpa al vento, mi aggrego per una volta. Sarà lui che mi ha portato tutta questa arroganza.

Sbagliando, incespicando, ferendo, oltre il lecito. Vorrei tanto migliorare, ma vedo anche le piccole luci a cui posso aggrapparmi. Non usare nessuno, in alcun campo, non portare "io io" come un raglio in ogni faccenda, stare alla larga dalle vetrinette.

Notte e con molta arroganza mi basta non diventare come te. E mi bastano i miei errori.

World behind my wall - canzone per la notte

Che meraviglia dev'essere risvegliarsi in un sogno, e non vedere riflessi dietro il proprio muro.

Dicono che sia bellissimo là fuori, ma non ci si può fidare: forse poi anche loro hanno una parete davanti.

Bisogna saper cadere e strisciare: sulle ginocchia cambia tutto.

Bisogna toccare terra per sentire e per guarire.

World behind my wall, Tokio Hotel.

Landslide - canzone per il giorno

Come uno smottamento che ti porta a valle, e può venire a ogni età, a ogni momento.

Lo guardi al rallentatore, finché ti accorgi che sei tu che ti muovi. E l'unica via per ritrovare il cielo e il suo specchio è forse non aver paura di cambiare.

Landslide, Fleetwood Mac, canzone per il giorno.

mercoledì 22 ottobre 2014

Momenti topici per la laurea

Momenti topici, in cui chiedersi: ma perché ho in tasca una laurea? Si rincorrono in circostanze di vita, alcune anche meno drammatiche di altre.

Tipo: le infinite istruzioni tecnologiche di una macchina nuova nell'era dell'elettronica sulle quattro ruote.

E peggio: quando cerco di aprire, invano, il sacchetto per i bisognini del cane.

Notte sognando sui libri

Morbide sono le parole, cucite da un filo di pensieri. Può accadere così che il riposo sbocci sui libri.

A me, a te, piace spargerli per cambiare lettura a un saggio capriccio e poter adeguatamente sostituire. Bello è però anche rimirarli, come una coperta creata per caso, da qualcuno che vede più lontano di noi.

E ci si può assopire,perché è una scusa per sognare meglio.

Notte, sognando sui libri.

The wall - canzone per la notte

Andare oltre, abbatterlo. Non bisogna arrivare ai Pink Floyd, c'è il muro vissuto dai Kansas.

Una barriera oscura e silenziosa, tra ciò che sei e ciò che avresti voluto. È facile temere di essere troppo deboli per andare oltre. Abbagliati da ori e gioielli, dall'incantesimo che gettano... Eppure si può andare oltre.

Via dal muro per diventare ciò che si è, ciò per cui ci hanno creati.

The wall, Kansas, canzone per la notte.

L'angelo e il più debole

Chissà come fa un uomo saggio e generoso a partire, a diventare un angelo e lasciare qui il più debole. Forse lo fa proprio per questo, mi dico, perché deve rivestirsi di forze ulteriori per guidare una fragile creatura.

E mentre ne contemplo una nel suo vagare solitario, mi fermo, chiacchiero, mi chiedo se abbia mangiato, se qualcuno ci abbia pensato, a un certo punto mi sfugge un pensiero per l'angelo.

E la creatura fragile indica il cielo: adesso è lassù.

Proprio in quel momento mi sembra di vedere vicino a noi un uomo saggio e generoso, che non è mai partito, che è solo diventato angelo perché vuole fare di più.

Baby - canzone per il giorno

Sembra una canzone di altri tempi: dall'anno, dai contenuti lo è. Eppure contiene tutto: la sorpresa, la preoccupazione, i progetti che due giovani fanno fatica a mettere a fuoco nel caos generale.

E tra i dubbi e le dichiarazioni d'amore, di adorazione, alla fine resiste solo la gioia.

Spero che nostro figlio abbia i tuoi occhi.

Baby, Prince, canzone per il giorno.

martedì 21 ottobre 2014

Lilli e il capo che capiva

E si possono scrivere tante scemate sulla bellezza e sulle tentazioni come sulle occasioni che avvicinano cielo. Ma un volto bello era il tuo, e l'unica vera storia capace di commuovermi me la raccontava tanti anni fa, un capo che capiva.

Che sapeva prima ancora di scrivere, cogliere ciò che la gente sentiva. Mi indicò una piazza: qui è cresciuta lei, e tutti i tormenti, suoi e nostri, il bisogno di essere felice, il coraggio.

Tu di una città a cui mi legano i superficiali, anche se da me è lontana, fisicamente e spiritualmente.

Buona notte, Lilli, e sii l'anima che vuoi, che puoi.

Chinarsi un po'

Immagina: chinarsi, solo un po'. Avvicinare il volto alla terra o a un libro aperto appena, che si fa scompigliare dal vento.

Avvicinarsi con l'assaggio di uno sforzo e cogliere barlumi di un mondo, solo apparentemente piccino. Anzi no, lo è davvero. E quindi allontanarsi poi, non per prendere le distanze, ma per ringraziare Dio di aver creato minuscoli tesori.

Lasciarli così, liberi di restare in disparte, silenziosi.

Chinarsi un po', prima di mettersi in punta di piedi a sbirciare il cielo.

Poi comanda il vento

Stanco di tutto, anche di noi, arriva e mette a soqquadro i pensieri. Li sparge, li ribalta, li bacia fino a soffocarli, li libera...


Li vedi volare, anche contro se stessi.

Poi comanda il vento. Ed è così generoso, che ti lascia libero.

Notte e andrà tutto a posto (davvero)

Quando ostenti di non ascoltarmi, so già che ti stai arrendendo. Tanti parlano e straparlano, ma noi abbiamo poche parole per riassumere una giornata e una vita.

Ti amo.

Ho sbagliato tanto, mai usato nessuno.

Il whisky ci passa vicino e ci porta la musica di un'isola, ma non resta con noi a lungo.

Nessuno merita la mia schiavitù, tutti meritano il mio rispetto anche quando non lo meritano affatto.

Così mi dico e ti dico....

Notte e tutto andrà a posto (davvero).

Under the rose - canzone per la notte

Chissà se esiste una frase più perfetta. Esiste sempre una frase più perfetta.

Più cambi, più resti uguale.

E chissà se tu sei capace di sacrificarti, davvero.

Accettare, cercare, caricarsi di un giuramento e sapere che devi essere degno di una profezia, non importa pronunciata davanti a quanti.

In questa canzone compare anche la prima, timida firma di Eric Carr. Dunque, dev'essere tutto vero.

Under the rose, Kiss, canzone per la notte.

Come complimenti

Poi ci sono quelle strane persone, che più ti porgono complimenti, più ti fanno male.

It's probably me - canzone per il giorno

Come resistere, come dire no: lascia perdere. Di fronte a una persona che non è la più facile che si conosca, mettiamola così. Cerchi pure un'altra voce in suo sostegno.

Lasciale il silenzio che si merita, in un'aula di tribunale, vera o virtuale.

Invece no e le tendi una mano:  se ti guardi attorno in quell'aula, una faccia amica la troverai. Nel giustizialismo imperante, nel pianeta di esseri umani con corazze di certezze, ti offro tutti i i miei dubbi, la mia comprensione.

Mi hai svelato l'ipocrisia di persone che sfilano con il loro perbenismo. Chi aderisce a onorevoli campagne pubbliche e prende in giro le persone come te, nel privato.

Allora, adesso che tutto va a rotoli, senza santificarti, né condannarti, senza scordare la forza che hai dato a me e tanti, prima che tutto si sbriciolasse...

se hai bisogno di una faccia amica, detesto dirlo, ma probabilmente è la mia. E non è la sola.

It's probably me, Sting, canzone per il giorno.

lunedì 20 ottobre 2014

Niente dovrebbe più stupirmi

Niente dovrebbe più stupirmi. Voltagabbana, indifferenza cronica, ripensamenti, casacche cambiate alla velocità della luce e dentro tutto, i miei errori.

In questo eterno ripetersi di varie corbellerie, dovrei proprio essere vaccinata a tutto. Navigare senza distrazioni.

Niente dovrebbe più stupirmi. Tranne questo.

Notte e c'è sempre un capitano (in tutto questo soffrire)

Vorresti dimenticare il calcio e sarebbe persino saggio, per un po'. Ma basta un capitano, uno vero, persino due per esagerare, e ti dimentichi di dimenticare.

La partita più imbarazzante degli ultimi anni, e dire che ti sembrava impossibile. Volti pagina, quando ti soffermi su ciò che conta. La tua maglia bianca e blu, sempre la più bella. E Matteo Serafini, che fa di tutto e per tutti, unica bussola in un mondo disorientato.

Basterebbe già per tirarti su, invece ti assale un'altra ondata di energia, che ne scatena una di gratitudine. Guardi il volto solare di Paolo Tramezzani e pensi: ma che fortuna abbiamo avuto, in tutto questo soffrire, di poter contare su capitani speciali.

Capitano è colui che guida, non grida. Che aiuta perché conosce il dolore, ma anche la capacità di reagire. Capitano è colui che non impone, ma si fa rispettare.

Ne avessimo avuto uno, nella storia della Pro Patria, saremmo già fortunati. E invece due, anzi di più. Capitani nel cuore, che conta più di una fascia: come sarà sempre per me Andrea Vecchio.

Cielo, che fortuna Pro Patria, in mezzo a tutto questo soffrire. E che fortuna, Malu: chiudi il cassetto e sogna la verità.

Notte e c'è sempre un capitano (in tutto questo soffrire, nel calcio e nella vita).

Nuntereggae più - canzone per la notte

Abbasso e alè, per me pari sono. Come tutti quei nomi, alcuni - pochi, preciso - persino amati, perché trasmettono ricordi belli e sensati.

Sigle ritoccate, ma l'essenza non cambia mai. E sforzi di apparire, che sotterrano la gente, a partire da quella che non ha niente.

Neanche l'acqua corrente, la capacità di pensare ancor meno.

Con una dedica speciale, a chi calpesta i sogni e la dignità delle persone. Di cuore gli canticchio: nuntereggae più.

Nuntereggae più, Rino Gaetano, canzone per la notte.

Demons - canzone per il giorno

La chiarezza mi crea confusione. Eppure almeno fu chiaro il colpo di fulmine, con questa canzone, persino con il suo video. E con questo attacco geniale.

Questa evidente attesa di qualcosa di terribile, mascherata tra i sorrisi, ugualmente cantata da note e immagini.

E sapere che nessuno sa cosa possa accadere. Tanto meno i demoni, che si accontentano mediocremente di non sapere. E convincono molti umani a seguirli su questo sentiero, tra i sorrisi.

But the demons never need to know
what the demons never got to see.


Demons, Super Furry Animals, canzone per il giorno.

domenica 19 ottobre 2014

Dialoghi reali - con te

- come vorrei essere con te, in quello splendido posto, come ieri sera...

- ieri sera non eri con me

(- guai a te se domani lo metti sui dialoghi reali

- lo metto ieri)

Notte vincendo con McEnroe and anyone

Chi dorme questa notte? Ho una marea di tornei da tennis da ripassare. Domare l'emozione di rivedere McEnroe e amare questo sport ancora, profondamente.

Anche se lui è il mio preferito, indiscusso, sorrido al mito Borg. Faccio persino un cenno di saluto a Lendl, che non sopportavo, allora lui si è vendicato facendomi vincere Murray.

Poi vedo altri campioni di quegli anni e subito dopo. Il mio caro Gerulaitis. Vilas che vidi dal vivo proprio contro Lendl. In tema di classe, applaudo Edberg. Arrivo fino giusto ad Agassi, ma poi corro indietro.

Non posso dimenticare Fleming e le emozioni del doppio con McEnroe. Con il lunghissimo Peter, John mi sembrava quasi un angioletto.

Un signore, Fleming, che disse: la migliore coppia nel doppio è costituita da McEnroe e chiunque.

Scansati, sonno. Devo gustarmi tennis archeologico.

Notte vincendo con McEnroe and anyone.

Can't stop - canzone per il giorno

Inciampare forse è solo un nuovo ripartire: se lo fai, completa il movimento.

E non riuscire a fermarsi, in un fiume di parole che scorre tra respiri e strettoie rock, è una garanzia di libertà. Scegliere una vita che non sia di imitazione.

A volte, se hai bisogno di risposte, è saggio rivolgersi alla polvere.

The wave can't stop

Can't stop, Red Hot Chili Peppers, canzone per il giorno.

sabato 18 ottobre 2014

Notte scagliando la racchetta (come McEnroe)

 È sbagliatissimo, trattieniti: guarda come è calmo l'altro.  Va bene, ma l'altro è sempre calmo, per definizione.

Sbagli, sbagli a scagliare la racchetta, McEnroe. Ma sei così dannatàmente vero. Anche perché dietro c'è tutto il resto, che è quello che conta e fonda.

Tu intanto fonditi, se vuoi, e noi con te. Cribbio, c'è sempre un momento in cui scagliare la racchetta, tra la riprovazione generale. Che carica.

Notte, scagliando una racchetta.

Splendido splendente - canzone per la notte

Avanti anni luce, difatti Rettore splendeva.

Tutto relativamente.

Solo che un tempo bisturi protagonista per rivendicare: mi distinguo tra la gente.

Oggi per essere così uguali, da provocare la nausea. Splendido splendente e neanche ci si rende cinto che noia sia.

Splendido splendente, Rettore, canzone per la notte.

Come il miele insegna

Il miele, solitario e compagno che sa valorizzare ciò a cui si unisce: conosco pochi capaci di poter indossare simili vesti, in apparenza contrapposte.

Domenica a Torino #COLturadigitale aiuta a scoprirlo e mi rende felice come ogni volta che si offre spazio al miele. Delizia, cura, consolazione, ma soprattutto un lavoro di squadra.

Il miele insegna e i suoi colori intinti nella luce mi hanno sempre dato speranza, come una pennellata su un grigio mattino, come una lezione di armonia che ai signori uomini zucconi spesso non vuole entrare in testa.

Il miele da ascoltare, come chi vi dedica la vita valorizzando ciò che minuscole e fiere creature operano.

http://colturadigitale.wordpress.com

Crazy nights - canzone per il giorno

In barba al titolo, questa è una canzone utilissima per il giorno. Perché ci sono un milione di modi con cui tentano di seppellirti, ma tu ne hai molti di più per vivere.

Ricordarti che appartieni e avvicinarti alla radio della vita con decisione, sentire il suo pulsare e non esitare nel mettere mano al volume: al massimo, perché in queste notti folli bisogna gridare la luce del giorno.

You are my people, you are my crowd
This is our music, we love it loud.

Crazy nights, Kiss, canzone per il giorno.

venerdì 17 ottobre 2014

I deboli

I deboli sono quella cosa che potresti diventare anche tu. Che potresti già essere, se ti accorgessi del pallore dell'anima.

Io non piango (forse mi commuovo)

Con affetto guardo il fiume in piena Tomas Milian e gli credo quando afferma di non essere un piagnone: piango solo quando parlo d'amore.

Lo capisco. Io non piango, se non quando qualcuno apparentemente se ne va per sempre. Da sei anni ho imparato a non piangere affatto, se non di gioia, e Pianto non è.  Non c'è nulla che meriti un pianto, se non separarsi da chi ami.

E comunque io non piango. Forse mi commuovo: a un ricordo, a una preghiera, a un miracolo. All'amore.

Notte and life is a bonet

Perché non parli? Come un'opera d'arte, mi guarda immobile il bonet. È solo l'ultimo in ordine di apparizione, ma mi ispira più filosofia di tutta la tavola, nonostante le meraviglie che Il cantuccio mi sa offrire nella tenera Brovello.

Tenera come questo bonet, che si fa esplorare senza tentennamenti dal cucchiaino. Che per me è uno dei lasciapassare del Piemonte, come un salvacondotto per tempi difficili.

E quando lo attraverso, io penso che sì, la vita è anche un bonet. L'ossimoro amaretto che ride con il cacao, poi si ferma come in un gioco ad attendere la tua mossa.

Notte e life is a bonet.

E la prof di francese tra le foglie morte

Una telenovela che si rispetti, non può finire. Ecco che rispunta la prof di francese. Lo fa vicino a un parco, in piena crisi autunnale, e già mi sembra di sentire Les feuilles mortes.

Nonostante mi fosse terribilmente simpatica, la prima reazione è di stizza, perché continua a non voler cambiare. Però è giusto che io la saluti, dopo quasi trent'anni.

Ora la saluto. In italiano? Si chiederà chi sono, io mica continuo a non voler cambiare. Le dico bon jour? Brava, e se poi mi interroga?

Il conflitto interiore mi lacera e la lascio passare.

Intanto le foglie morte cadono a mucchi.

Vedi, prof, non ho dimenticàto.


A chi interessa

A chi interessa? Lei è la prima che oggi mi chiama, leggendo quanto ho raccontato. Mi risponde così, il vecchio leone. Che da un po' di tempo pare convinto di questa deriva.

Non importano le cose di ieri, già non abbiamo tempo di soffermarci sull'oggi.

Eppure il suo racconto di un Papa oggi beatificato, un Papa che ebbe parole buone per la mia città, mi commuove. Mi importa di tutte le persone che ha incontrato, potenti e non. E se andiamo ancora più indietro nelle epoche, quanti tesori trovo.

Sì, qualche anno fa sentii il grande manager di una mega azienda dire: le cose classiche sono morte, non interessano a nessuno, e nessuno se le ricorderà.

Oggi, l'unica cosa che con certezza non ricordo, è il nome di quel manager.


Jealous guy - canzone per la notte

Posso confessare che Jealous guy è arrivata nel mio universo per interposta persona, nella versione di Peter Criss?

Ormai l'ho fatto. Poi un amico chitarrista mi gira gli spartiti e soprattutto mi presenta John Lennon: io da rocker dura propendevo per i Rolling Stones nel l'eterna lotta con i Beatles. Adesso, grazie al cielo, non ho più certezze.

Bisogna crescere, essere capaci di lasciar battere forte il cuore quando si pensa al passato. E comportarsi da sciocchi, di fronte alla persona che ami, arrivare a ferirla per nulla.

Non è nulla. È che sei insicuro, tremi nella tua anima... Sei un ragazzo geloso e se ti accosti al pianoforte, chiedi perdono come puoi.

Jealous guy, John Lennon, canzone per la notte.

Dialoghi reali - distinguo

In chiesa entra un giovane, poi un altro. Entrambi, nel giro di pochi istanti, spengono il telefono.

Deviazione colpevole dalla preghiera, dico ad Arguta Paffuta: vedi la differenza tra le generazioni? Noi sempre attaccati al cellulare, e lì a spegnere magari un attimo dopo invece che prima. Gli anziani neanche sfiorati dall'idea, perché o l'hanno zittito prima o più presumibilmente chissà l'ultima volta che l'hanno acceso. Che bell'osservatorio sociale.

Lei guarda e compatisce (me), tanto più quando entra un'anziana e dopo essersi seduta sulla panchina spegne il cellulare.

giovedì 16 ottobre 2014

Feyerabend che mi sfuggì

Kuhn mi segnò la vita, non solo la filosofia: che poi ho detto una corbelleria, come se esistesse un confine. Ma poi caddi vittima di Feyerabend.

Ho usato il termine cadere, perché mi porta più vicino alle espressioni di altre lingue per dire innamorarsi. Prima ragione, sviluppai per questo suo filosofo una vera devozione. Seconda ragione, era questo che percepivo tra le sue righe, specialmente le ultime: amore puro, compassione, empatia.

Fuori tema, filosofa? Stai scherzando, la parola amore dà l'impronta iniziale alla filosofia.

Al professor Reale non confessai mai questa mia "deriva" feyerabendiana, in sana salsa anarchica, ma concepii una intenzione perversa di laurearmi con una tesi in Filosofia della Scienza e di intervistare direttamente lui, Paul. Magari a Berkeley. Ero talmente convinta che credetti a un baldo giovane intenzionato a farmi da tramite: ma poi percepii che aveva un altro interesse, peraltro affrontato in modo meno banale rispetto alle collezioni di farfalle.

Il cielo raddrizzò tutto, riportandomi sulla strada delle Comunicazioni sociali. Lavoravo già, e molto, e non fui soddisfatta del mio esame di Filosofia contemporanea. Inoltre mi si richiedeva una full immersion preliminare in Germania, per me impossibile in quel momento.

Il sogno finì così, ma non persi di vista Feyerabend. Né quel delizioso retrogusto di compassione, che non amo definire tolleranza, quel meraviglioso approccio socratico che mi rendeva il mondo intero più accettabile.

Ciò che ti ha salvato

Ciò che ti ha salvato, puoi e devi preservarlo. E forse l'unico modo è condividerlo.

Senza schiacciare, senza costringere, ma come una mano tesa a salutare e, se necessario, a soffermarsi un istante in più a stringere.

Notte e ci sarà sempre una tempesta

Schivare una tempesta, non è così facile. Quando pensi di averne evitata una, nuove nubi sembrano sogghignare all'orizzonte.

E su un amico ne arriva una reale, un ciclone di quelli che danzano sulla pelle degli altri. Una preoccupazione per lui si veste di metafora.

C'è sempre e sempre ci sarà una tempesta, a volte sfacciata, altre travestita. E non possiamo caricarci con slogan vuoti, che poi volano via.

Sorridiamo, come possiamo, e tratteniamo il fiato per attraversarla.


Notte e ci sarà sempre una tempesta.

La mia libertà - canzone per il giorno

Non c'è muro in grado di staccare dalla libertà. Come un quadro che accetta di restare sempre in movimento, da una casa all'altra, guardo questo fiero patrimonio che mai poi si possiede veramente.

Può essere quella di Califano o un'altra forma impugnata da spiriti in viaggio. Libertà, e cantare sempre, con la voce che uno vuole indossare. E non fidarsi di nessuno, neanche dell'anima più candida, ma non per questo non essere capace di amarla.

Mi basta la mia libertà.

La mia libertà, Franco Califano, canzone per il giorno.

Dialoghi reali - quel buco di una casa

La signora a momenti arrivava tardi - Dio non voglia - a messa. E prima di pregare, si è rivolta alla vicina di rito.

- dovevamo pagare la Tasi... Ma sono matti quelli

Triste scuotimento di testa dell'altra anziana.

- e pagare tutti quei soldi per quel buco di una casa. E per avere che cosa poi, che in giro è uno schifo?

Preghiamo. E chiediamo perdono perché stanno girando, vorticosamente.

mercoledì 15 ottobre 2014

Notte e tutto è giustamente assurdo

Ascoltando una ballata che fa sperare, vedo un quadro assurdo e sbircio una possibilità di sfuggirgli.

Ma non c'è, e ci sto già camminando. È così assurdo che a un certo punto non riesco più a crederci. Sarà perché mi vengono in mente i fili nascosti, ficcati in altri quadri e spuntati a dare tocco di armonia sul più bello, ovvero inaspettato.

Sarà assurdo e basta. Oppure sarà giustamente assurdo.

Notte e tutto è giustamente assurdo.

Il poeta di quale città

Sai cosa significa incontrare un bustocco milanese? Come a tirare un filo più profondo di tutti, nascosto e bellissimo. E se lo sfiori appena, altri ne seguono, come una matassa morbida e pensierosa.

Nella nostra biblioteca, dedicata al nostro professore, Gianbattista Roggia, dobbiamo attraversare Milano, il suo cuore, le sue contraddizioni, grazie a un personaggio che qui però non è nato. Diresti che lo legano solo pochi mesi di vita, i primissimi passi, e quindi dimenticati, a Busto Arsizio. Eppure così non è.

Quando ho letto la tesi di Valeria Grazioli su Gaetano Crespi, energia umile e potente a cavallo tra due secoli, ho deciso dentro di me: devo andare a Milano un giorno e visitarla così, dall'osservatorio generoso di un uomo che lavorava nelle assicurazioni per vivere, ma fioriva e aiutava a fiorire nella poesia, nell'arte, nella musica, nel giornalismo. Un uomo che non si dava pace, se non si tributava il giusto omaggio a Carlo Porta. Che sapeva scherzare, in modo serissimo.

Poi, arriva questa serata magica in biblioteca. Mi guardo attorno. C'è la mia Famiglia Bustocca, con Chiara e Giovanni. Loredana Vaccani, che fa vivere questo luogo con tutta la sua capacità di viaggiare e sognare, ancora. Ci sono Ginetto Grilli e Luigi Giavini, che non sopperiscono solo alle nostre carenze dialettali, ma danno altra luce al poeta e alla sua città.

Già, la sua città. Qual è poi? Sul finale un intervento a sorpresa, l'alunno di un suo discendente.

Busto, quanto c'è di Busto in quella vita, quell'orgoglio pacato ma che in ogni occasione veniva esternato: noi siamo di Busto. E lo sei stato, Gaetano, forse anche in quel non apparire a forza, nello slancio per gli altri, nell'essere motore senza fare troppo rumore.

Mi sa presto andrò a fare un giro a Milano, per dire grazie a Busto. Quella Busto di ogni volto ed età che stasera si è affacciata su un suo figlio, curiosa e felice.

Whatever you want - canzone per la notte

Esordire subito così e non deviare dal cammino. Qualsiasi cosa che ti piaccia o di cui tu abbia bisogno, o voglia soltanto.

Se paghi scegli e il prezzo più alto viene dal tuo cuore.

Senza scomporsi, Status Quo tutti d'un pezzo a martellare su questa idea. E non si sposta nemmeno un capello (della volontà).

Qualsiasi cosa tu voglia, vieni a prenderla. Prima che saliamo sul treno di mezzanotte.

Whatever you want, Status Quo, canzone per la notte.

Reale e la (co)scienza che ti cambia la vita

Se chiudo gli occhi, professore, rivedo lei e il testo che estrae come ouverture del corso di Storia della filosofia antica.

Sono appena approdata in università e ho un sacro timore di lei. Anche se nella mia mente ragazzina, quando penso a lei tolgo una pausa fondamentale e dico: realeantiseri.

Ma adesso il liceo è finito, inizio l'università e lei non è un libro, è una persona. Una coscienza...

Professore, io ho un sacro timore, ma perché tira fuori questo strano testo? Kuhn? La struttura delle rivoluzioni scientifiche? Io pensavo di incontrare Platone...

Abbi pazienza. E seguo lei, seguo Kuhn con un rispetto che cresce. Così è il mondo della scienza, della filosofia, della coscienza. Altro che cumulo progressivo di nozioni, certificate da oggettivi esperimenti.

Prima, ci siamo noi, bellissimo e terribile. E prima ancora, Qualcuno che starà abbracciando lei, professore. Magari "convocando" anche Platone.

A proposito... Platone e Kuhn insieme mi hanno cambiato la vita. Grazie professor Reale.


martedì 14 ottobre 2014

Come un lampo lento

Non riesco a non stupirmi neanche davanti a ciò che da una vita cerca di abituarci.

Come i segnali della mattina, timidi e poi sempre più decisi, al confine della frenesia.

La piazza ancora buia e umida che si anima, a poco a poco, e il luogo più affollato è la chiesa. Poi le auto si infilano nei sogni e svegliano chi resiste.

Il pane ancora caldo, una gioia da toccare, e il cielo si colora di lampi. Ma sono lampi lenti e contagiosi di luce.

As tears go by - canzone per la notte

Seduti a contemplare i bambini che giocano. Stanno facendo qualcosa di nuovo, così credono; eppure le facevamo anche noi.

Non c'è spazio per baci, quando non è il tempo a scorrere, bensì le lacrime. Ricchezze che non possono comprare nulla, se al posto del canto dei bimbi, regna il suono della pioggia.

As tears go by, Rolling Stones, canzone per la notte.

Data spostata

Quando cerco a colpo sicuro un documento, un articolo che ho scritto pochi mesi fa, che coltellata se scopro che risale magari a un anno prima.

Mi manca il fiato, come se qualcuno mi avesse portato via quegli anni. E se accade ripetutamente, la vita.

Una data spostata, con violenza, e la voglia di incollare i giorni del calendario.

Il male aggrovigliato

Il male aggrovigliato al bene, e quest'ultimo che arriva così, come meno te l'aspetti.

Seguo un'intervista di Paolo Poli e mi tengo stretta questa frase. Mentre viaggio a lungo in personaggi lontani e irresistibili, mi risento la bimba che spalanca gli occhi e il cuore davanti alla tv.

Ora, gli occhi, li chiudo subito. Ma prima aspetta, voglio gustarni questo viaggio con Paolo Poli e mondo in bianco e nero che brillava di colori.

L'unica luce

 La mattina presto, c'è un buio strano, più simile a una coperta sorridente, attorno a te.

E scivola via, solo dopo il suono delle preghiere. Quando ripasso davanti al tuo santuario, nel corso della giornata, sembra guardarsi attorno con serenità per infonderla: e lo amo in ogni ora.

Ma la mattina presto, quando tutto sta appena cominciando a cedere al movimento della vita, è il momento che preferisco, quello in cui l'unica luce sei tu, Madonna dell'Aiuto.

L'unica luce

 La mattina presto, c'è un buio strano, più simile a una coperta sorridente, attorno a te.

E scivola via, solo dopo il suono delle preghiere. Quando ripasso davanti al tuo santuario, nel corso della giornata, sembra guardarsi attorno con serenità per infonderla: e lo amo in ogni ora.

Ma la mattina presto, quando tutto sta appena cominciando a cedere al movimento della vita, è il momento che preferisco, quello in cui l'unica luce sei tu, Madonna dell'Aiuto.

A bridge over troubled water - canzone per il giorno

Una promessa così, fatta scivolare con dolcezza sotto la tempesta e sopra lo specchio delle sue minacce.


Sarò un ponte sopra quelle acque agitate, un passaggio di pace nei momenti in cui non trovi amici, distratti nel nulla, indaffarati o entrambe le cose.

Caricherò il traffico delle preoccupazioni, il passaggio delle sofferenze. Un ponte gettato sulla tua isola, che ti terrà al sicuro,ma non solo.

A bridge over troubled water, Simon & Garfunkel, canzone per il giorno.

lunedì 13 ottobre 2014

Notte sognando la vecchia, buona pioggia

Il canto diventa un ruggito, un brontolare cupo del pianeta. Eppure amo la pioggia, quella timida o senza inibizioni, non importa.

Ma gli occhi hanno visto troppo e la canzone mi incute timori ancestrali, quindi così attuali.

Il cielo cupo sopra di me, e anche le stelle si nascondono.

Ma tornerà il sogno di una pioggia buona, essenziale. E di un uomo che non la trasforma in nemica.

Notte, sognando la vecchia, buona pioggia.

Quante vere parole

Sono tanti i motivi per cui adoro ascoltare una persona cara che sfiora il secolo. Perché è saggio, perché ti svela il mondo e ti accompagna in ogni epoca.

Il fatto studiato svogliatamente a scuola si incarna e si anima. Il personaggio celebrato nella tua città, diventa così umano.

Eppure c'è di più.

Le parole. Quante ne usa, e impeccabili. Non le nostre, già poche, e che sembrano perdersi per strade.

Quante parole, e vere, precise, in cui rimane impigliata l'attenzione.

Noi ne abbiamo pronunciate solo alcune, anche a caso, e già scende la noia, un'altra scusa per non capirsi.

Eat the rich - canzone per la notte

Per me non esistono i ricchi come categoria seccante a sé, piuttosto quelli che lo fanno. Che non sentono come stoni il loro esibire, in quest'epoca più che mai.

Ma pazienza, e neanche è giusto dare un loro sapore. Secondo Steven Tyler neanche hanno un sapore piacevole.

Credi in tutte le buone cose che il denaro non può comprare.

Eat the rich, Aerosmith, canzone per la notte.

Shame - canzone per il giorno

Che considerevole attacco, Robbie: ci sono tre versioni, la mia, la tua e la verità.

E che vergogna non ascoltarsi mai, ma magari parlare via televisione (o via social) come ad alzare il volume sul proprio vuoto.

Meglio scrivere lettere nella mente e ribellarsi alla vergogna di non ascoltare mai e di dimenticare che ci sono tante versioni, oltre alla verità.

Shame, Robbie Williams, canzone per il giorno.

domenica 12 ottobre 2014

Passi per caso

Una commissione lontana diventa una sfida simpatica, poi una passeggiata. Perché anche se la strada è lunga, hai voglia di aumentarla ancora.

Vuoi mettere allungare il percorso passando dal parco meraviglioso nella sua veste autunnale. E c'è la tua chiesetta del cuore che vuoi sbirciare. Un angolo del centro, che sfugge a tutti i frettolosi. Il caffè si fa sostituire da un cappuccino, che prende più tempo. E intanto incontri, per caso, tra passi per caso.

Come ha ragione Teresa Monestiroli, che respiro in questo adagio urbano.

Ora rientro, anzi ancora una deviazione che porta dritta alla meta.

Notte e il giardino continua a fiorire

Il giardino della signora che pochi mesi fa si era improvvisamente addormentata, sembrava assopito a sua volta. Tant'è che non osavo prolungare lo sguardo quando ero di passaggio.

Per fortuna, un addobbo di festa ha pensato di chiamarci. Ed ecco che il cancello si apre, escono persone e frutti. La cucciola, con le sue coccole, si guadagna una mela, ma la abbandona per nuove carezze.

Anche se non ci conoscevamo, fino a pochi istanti prima, ci troviamo a parlare. Della signora improvvisamente addormentata, della vita, del giardino. E tutto, continua a fiorire.

Notte e il giardino continua a fiorire.

Rusty cage - canzone per la notte

Non c'è gabbia abbastanza arrugginita da non poter aprire per fuggire. Cavalcare l'aria con le visioni di Johnny Cash.

Anche quando il sangue bolle e le catene tirano, c'è sempre uno spicchio di libertà che chiama. E sarà una fuga di mezzanotte oppure bruceremo sogni piano come un diesel.

Ma spezzeremo la gabbia arrugginita.

Rusty cage, Johnny Cash, canzone per la notte.

La sera che non chiede scusa

Sarà questo forse l'autunno. La sera, che quando arriva non chiede scusa.

Stai ancora respirando i profumi e confondi la nebbia con la prima oscurità; le zanzare complici dell'indecisione.

La sera invadente, che anzi ti spiega come d'ora in poi avrà anche meno riguardi. E in questo suo brusco rivolgersi a te, dopo la prima tensione trovi sollievo. La sera che non chiede scusa, ti spinge verso le decisioni.

Jump - canzone per il giorno

Alzarsi e non farsi mai trascinare giù, è un bel programma di vita. E credo che non sempre si possa volare, ma saltare, con il corpo o con il pensiero, sia già un bell'inizio.

Andare avanti e saltare: non può essere peggio di ciò che sembra. Con un salto, tenere alti i sogni, mentre si rafforzano le ali.

You won't know until you begin.

Jump, Van Halen, canzone per il giorno.

sabato 11 ottobre 2014

Dialoghi reali - chi sei

Due adorabili bambine giocano sui due lati del marciapiede. Arrivo io e il balzo deve interrompersi.

Una delle due raccomanda all'altra: lascia passare questa...

Un istante interminabile. Dal sostantivo dipenderà la mia visione di me stessa nei prossimi minuti.

Poi: persona.

Accetto, con grazia.

Notte e sai dove ricomincia il viaggio

Poi vai a un corso, che informa molto e magari aggiorna poco. Ma questa è un'altra storia.

Vai a un corso e sfilano 25 anni di vita. Visi e sensazioni, persone cruciali e fantasmi. Sotto la pioggia hai anche la freschezza delle riflessioni. Che bello, il primo solare volto di un'amica. E quindi quello rassicurante dell'amico (anche di tifo) di tuo fratello.

C'è tutto da guardare, molto da afferrare e altrettanto da lasciar andare via.

Notte e passano 25 anni. E sai dove ricomincia il viaggio.


Eyes without a face - canzone per la notte

Così facile ingannare o prendere in giro; il sollievo invece così difficile.

Finché ci sono occhi senza un volto, non importa se frugano ancora.

Grazia o disprezzo, in viaggio su un pullman psichedelico c'è la voce stranamente pacata di Billy Idol.


E un giorno anche gli occhi saranno in dissolvenza.

Eyes without a face, Billy Idol, canzone per la notte.

Les enfants qui s'aiment - canzone per il giorno

I ragazzi al loro primo amore, che i passanti non possono capire, cercano subito di intrappolare nel primo giudizio.

Come se fossero là per loro, mentre si trovano più lontano della notte. In un posto a sé, di cui troppi hanno dimenticato la gioiosa verità.

Les enfants qui s'aiment, Yves Montand, canzone per il giorno.

Il mio canestro

Nostalgia tour, o tappa traditrice. Chissà cosa mi spinge a operare una variazione sul percorso e ad aprire una porta per me addormentata da quasi trent'anni.

Quella del palazzetto dove giocavo a basket. Il campo, ora quasi piccolo. Il primo canestro, che si annoia nel silenzio e l'altro in fondo, nella penombra. Cambiate le porte degli spogliatoi, partendo da quella dove, ahimè o Ahia e basta, mi si incastrò la treccia nella corsa.

Il mio primo, e unico veramente praticato, sport. Le prime emozioni, le prime ingiustizie e quella voglia di non cedere, mai. Non riesco a restare qui, perché ho già vissuto tutto.

E riparto, dal mio primo canestro.

venerdì 10 ottobre 2014

Forse non sono io

Forse non sono io, che trovo una certezza. Forse non ero io, quella in scena in una delle duecento vite che si sono messe a scorrere come un fiume poco incline a farsi domare.

Forse non sarò io quella che dirà basta, ma sarà pronta ad affrontare un'altra esistenza ancora. O forse sì e già, felice, non mi riconosco.

Notte lontana dalle recite

Da tempo mi sottraggo alle recite o ci provo. A farse impastate dall'umanità per distrarsi dalla vita.

Stasera, al nostro tavolo, nella nostra vita, pensando ai nostri amici autentici e a cast cui non ci interessa appartenere, ripensavo proprio così.

Non mi vanno più da un pezzo le recite. Perché non mi piace fare l'attrice, né la spettatrice. 

Voglio vivere.

Notte lontano dalle recite.

You and I - canzone per la notte

Forse è proprio la curiosità a tracciare la strada, la capacità di stupirsi sempre reciprocamente, la voglia di saperne di più.

Tu ed io. Con questo sogno tenace di trovare un luogo per il nostro amore, dove possiamo nasconderci per ascoltarci meglio.

Amarsi un giorno per sempre, e sempre come se fosse il primo giorno. Creati così, per condividere. Un mondo, e tu ed io.

You and I, Scorpions, canzone per la notte.

One way ticket (to hell) - canzone per il giorno

Tutti possiamo farci schiacciare e partire per l'inferno, pure annegando il ricordo.

E possiamo incolpare notti scure o voci minuscole, possiamo essere così generosi da riconoscere di avere esagerato. Tutti possiamo prendere un biglietto di sola andata all'inferno. Ma tutti abbiamo la possibilità di stracciarlo e tornare.

And back.

One way ticket to hell, Darkness, canzone per il giorno.

giovedì 9 ottobre 2014

Notte e la coscienza travolta

Così ricordiamo il Vajont e ancora non riesco a leggere per più di un minuto, seguire per più di una manciata di sequenze questa ferita gigantesca, a maggior ragione nella sua assurdità.

Così siamo qui ancora a tremare per Genova. Eppure la vita, il destino, la nostra coscienza ci avevano avvisati da poco: la loro voce fresca, sui solchi delle nostre certezze.

Ma la coscienza forse è la prima a essere travolta.

Notte e la coscienza travolta.

FIve o'clock in the morning - canzone per la notte

Prima ancora che la città si addormenti, è il tempo dei dubbi. Per chi era convinto di essere un vincitore sempre, per chi non l'ha mai potuto nemmeno sognare.

Le vie deserte, attraversate da un interrogativo. Per un attimo, passava la voglia di ballare e questa atmosfera cupa e quasi perversa viaggiava lungo la vita.

Nella città silenziosa, non c'è modo di attutire il battito del cuore, unico protagonista.

FIve o'clock in the morning, Village People, canzone per la notte.

Salve, sono l'Occidente

Salve, sono l'Occidente. Quello distratto, a meno che qualche argomento sia di moda come i jeans strappati (a sapere che almeno questi non lo sono più, ringrazierei il Signore). Che sia griffato, così posso sentirmi nel giusto e insultare gli altri.

Tutto a patto che non si faccia nulla. Che le battaglie e le posizioni scomode siano degli altri.

Salve sono l'Occidente e fingo di tremare, ma mi sento tanto al sicuro.

Ha qualcosa da offrirmi? Una causa da imbracciare - ma non i fucili, no, perché io darei la mia vita per tutti pur di non sparare - così mi passa la noia per qualche mese?

Salve sono l'Occidente. Indeciso sul da farsi, a meno che qualcosa compaia nel mio stanco cielo e mi faccia sentire non vivo. Giusto figo, per un po'.

Chi, cosa difficile

Quando penso che tanto, tutto è diventato troppo difficile, dopo una giornata con l'affanno, il dubbio mi sfiora.

Forse, difficile sono (diventata) anch'io.

mercoledì 8 ottobre 2014

Notte e le dico tutte

Mari, tutto bene?

Benissimo. Questo non è un dialogo reale in versione blog, ma la risposta che offro a un amico, mi scorre nelle vene. Tutto bene, perché uso le parole che credo servano e non le limo. Perché ogni tanto bisogna sbattere fuori l'energia, anche verbale, per farne entrare altra di più sana.

Notte e le dico tutte. Infilandole anche nei sogni.

Kicks after six - canzone per la notte

Dicono che non ci sia fuga, e avranno ragione. Ma chi se ne frega, finché ci sarà un numero magico: può essere il sei (da solo), o qualsiasi altra cifra liberatoria.

Schiavi di nessuno, capaci di trasformarsi quando serve.

Le brave ragazze forse diventano cattive dopo le sei. E se fossero cattive prima?

Wake up, girls.

Kicks after six, Scorpions, canzone per la notte. Con un grazie all'ispirazione twitterina

Just Liedholm

E' il tuo compleanno, mister. Uno di quelli per cui innaffiare l'anima con il vino che ti piaceva.

Sentire la tua mancanza è poco, di questi tempi. Mi ritengo persino fortunata, quando penso che ho un allenatore come Garcia, con o senza violino. E altri gentiluomini come te esistono ancora, mi ripeto, fanno solo meno rumore in questa poltiglia di civiltà sportiva.

Ma tu sei stato il primo allenatore che si è affacciato sulla mia vita, con le tue adorabili contraddizioni. Spirito nordico, scaramanzia latina, mi hai regalato niente meno che il primo scudetto della mia vita.

E non scorderò mai l'incontro con te e la Roma in quel magico 1982, quando il sogno sembrava ancora improbabile a noi poco avvezzi a vincere. La Roma di Falcao, dicevo allora. Oggi forse sono più saggia e amo il calcio in modo diverso: dico la Roma di Di Bartolomei.

E di Liedholm. Auguri in cielo, mister.


martedì 7 ottobre 2014

Sono delusa, ma è calcio

Sono delusa, o forse mai rassegnata. Romanista preparata al peggio fin da piccola, ma non per questo incline a farmi rubare la gioia del calcio. E mi farò odiare dagli juventini, ma sai che notizia: do persino ragione al capitano.

Ma è calcio. Lo voglio, gli sono grata per le piccole felicità, lo collego a mille emozioni e a volti preziosi.

Ma è calcio.

Io sono una romanista delusa, preparata al peggio fin da piccola.

Forse è persino specchio di questo Paese.

Ma adesso vogliamo parlare, vogliamo fare altro?

E' calcio.

You know you're right - canzone per il giorno

Ora taccio, taccio davvero. Ma non mi nascondo.

Mi viene in mente quel modo che aveva il mio capo Antonio, un uomo diretto e sincero e dannatamente allergico alle troppe parole.

Quando rompeva qualcuno, in modo infondato, con fiumi di parole... Antonio rispondeva così: guardi, ha ragione. E l'altro annaspava, perché non se l'aspettava o non era abituato, o entrambe le cose.

Sai, hai ragione. Che bella frase da dire a chi tormenta, forse l'unico modo per fermarlo e aiutarlo a infilare un pensiero tra le parole.

Non temerò la paura.

You know you're right, Nirvana, canzone per il giorno.

Domani faccio tutto

Infila anche questo nella tasca dei pensieri, che forse si chiama pure agenda. Devo essere lì, lì e lì ancora, ma ho sicuramente dimenticato qualcosa.

Così mi conforto da sola, ripetendo: domani faccio tutto.

Domani faccio tutto, lo ridico così funziona.

Domani faccio tutto. O almeno qualcosa.

Dialoghi reali - Sei bellissima

Sul filo, la voce si scioglie con dolcezza: sei bellissima, ma proprio un amore.

E tu che puoi fare? Commuoverti, è chiaro: grazie...

Voce più compassata: stavo dicendo al jack russell che passava.

Naturalmente.

lunedì 6 ottobre 2014

Non so disegnare

Tanti tuoi talenti rimpiango, perché proprio non sono rimasti impressi nella mia incerta sostanza.

Non sono capace di stringere i denti e lotto, ma neanche lontanamente come te. Non so trattare e se tento uno pseudoaffare, sarà al ribasso e chiedendo quasi scusa.

Non so orientarmi, tra le strade e nella vita.

Ma tra i talenti tuoi che più mi spiace non possedere come tua benedizione, se ne impone uno: non so disegnare.

Notte e basta la luna

Persa nei pensieri, neanche sapevo come fossi arrivata a quel punto. Il cigolio del garage e delle contorsioni mentali, colonna sonora della sera.

Finché lo sguardo è andato per conto suo e mi sono accorta che la luna rideva. Mi ha contagiata e indotto alla fuga, prima di darle ragione ufficialmente. E anche adesso, che ascolto, parlo, scrivo e accarezzo fotografie, sento come un solletico sulle labbra.

Notte e basta la luna.

Twin peaks - canzone per la notte

Dovrebbe scendere come la notte, come la notte di quarant'anni fa. Come un'acqua cheta, che ti sta sconvolgendo la vita.

Bastava la sigla per farmi sentire così al sicuro, che matematicamente era esclusa ogni tranquillità. Inizia Twin Peaks, non capirai un tubo e forse per questo la paura sarà ancora più gelida.

Adesso leggo che torna, come quella brezza tra gli abeti che non si sa placare. Tornerà anche la musica, come una strega incerta.

Ma nessuno mi saprà ridare quel vago senso di terrore. Anche perché nessuno sarà in grado di farmi provare la falsa sicurezza che lo precedeva.

Twin Peaks, Angelo Badalamenti, canzone per la notte.

Dialoghi reali - ci vedi

- ci vedi?

- sì

- bene

Annotazione: stavo guidando

Alexander the Great - canzone per il giorno

Quando sei pigro o indaffarato, o solo intimorito, davanti alla storia e alla poesia, possono aiutarti gli Iron Maiden.

A loro sono grata dalla maturità, quando mi aiutarono a studiare meglio The ancient mariner di Coleridge. Il bigino vale anche per Alessandro Magno e altre epoche rivivono grazie a loro.

Una pagina di storia, che vibra di non sola cronaca: perché tu segui l'onda del conquistatore, dell'uomo che sembra immortale tra gli altri esseri fragili chiamati umanità.

Basta una pennellata finale, a ricordare che fragili siamo tutti. Anche Alexander the Great.

Alexander the Great, Iron Maiden, canzone per il giorno (anche a scuola).

Il mese delle amiche

Ogni mese è cristallizzato nel mio diario, seguendo le vicende e vicissitudini di famiglia. Oggi ottobre mi ricorda la peculiarità, che qualcuno chiamerebbe coincidenze.

Vi sono nate tre delle amiche più care, a partire da oggi. Tre donne così differenti tra loro, e anche per questo, in questo preziose. Da una vita accanto a me, anche quando sono in viaggio per il pianeta o nei pensieri. 

Ci sono mesi bollati come insopportabili, e altri dolcissimi. Come questo, il mese delle amiche vere, con le quali ridere, piangere, perdersi e ritrovarsi. Ma sempre insieme.

domenica 5 ottobre 2014

Scomodo il personaggio

Timida persona, cammino, anche se non sono timida per niente. E' che mi piace essere persona, appunto, non personaggio.

E mi arrogo il diritto di cambiare, ridere, puntare gli occhi seri sul mondo.

Scomodo, il personaggio, perché devi imparare una parte. E io ho poca memoria, per fortuna.

Amico - canzone per la notte

Quello che non passa, mentre tutto va. Vuoi vedere che l'eternità è anche questa: l'amicizia.

Ringrazio Roberta per aver messo il disco perfetto, ripercorrendo la giornata. Gli amici che non ti puoi godere sempre quanto vuoi, ma che sanno accoglierti con lo stesso sorriso di ieri, che sa già di domani.

Un luogo dove arrivi, quasi di soppiatto, e non solo trovi un amico, ma ne scopri altri, tesi per il bene, senza mettersi in mostra. E incontri un'amica nuova, pure, che ti sembra irresistibile nella sua grazia.

Poi ti sposti a un pranzo in ricordo di un'amica. Ci guardiamo, sotto il sole tenace di ottobre, e non riusciamo a scoprirci molto diversi. Ci sono i piccoli che corrono, come i nostri pensieri. Qualcuno non c'è più, ma si è solo spostato, per guardarci meglio.

Sarà tornare ragazzi e crederci ancora un po'.

Amico, Renato Zero, canzone per la notte.

Mia sorella, De Cesaris e io (come 30 anni fa)

Fermarsi così, in un luogo qualsiasi e per questo forse importante. Fermarsi adesso, quando i sogni dell'adolescenza sembravano quasi al sicuro.

De Cesaris, nella collezione di fantaconversazioni mie e di mia sorella. Quei fogli dove ci scambiavamo opinioni, battute, storie immaginarie sui nostri veri campioni trent'anni fa. Era lei la fan dell'automobilismo, io seguivo a ruota e neanche è una battuta.

Poi un giorno mi scrive lei da Budapest: ho conosciuto Senna, sto vivendo un sogno fantastico, incredibile.

I sogni ti stringono la mano. Se ne vanno prestissimo. E se ne vanno sempre troppo presto, anche quando non sei più adolescente.

Riposa in pace, Andrea.


We could be so good together - canzone per il giorno

Anche infestando la giornata di bugie, come il fatto che gli angeli possano morire, io danzo su questa realtà.

Che staremmo così bene insieme, che ci stiamo.

E gli angeli ci ridono su, con grazia, con un passo lieve e irresistibile.

We could be so good together, Doors, canzone per il giorno.

L'arte dell'amicizia

Questa è una comunicazione di servizio. Il servizio che i ragazzi fanno a noi: ricordarci che l'arte non si mette da parte, ma si offre. Che viene dal cuore, prima che dalle mani, e che diventa vera se è condivisa, anche con una festa.

Domenica Marco, i suoi amici e i volontari mostreranno ciò che hanno fatto durante una festa appunto in via Palestro, nella mia città. La cooperativa Speranza, il nome che profuma di realtà.

Mostreranno ciò che hanno fatto. Ciò che sono, lo mostrano ogni giorno, stando insieme e chiamando anche noi a far parte di un'avventura di nome amicizia. Che con la speranza ha molto a che fare.

sabato 4 ottobre 2014

L'amore che osserva,che non si butta

Contemplando il volto innamorato nel dire addio, leggo anzi più d'amore. Forse devozione, una strana forma di rassegnazione dell'attesa, che già pregusta il nuovo incontrarsi. E raccontarsi,in fretta, ciò che è accaduto nel frattempo.

L'amore che osserva, mentre lei si deve allontanare. L'amore che accetta e vede già oltre.

L'amore che non si butta, quando traballa la voglia di capirsi o si accende una scintilla da qualche altra parte. L'amore che non si getta al migliore offerente, come l'amicizia in fondo. Che si sottrae alle mode o al volubile apparire.

L'amore che sa continuare a camminare, anche quando insieme è difficile. Ma è autentico, inestimabile.

L'amore che osserva, che non si butta. Come l'amicizia.

Doni stupendi, da conservare con gioia e fatica. E ringrazio quel volto innamorato e coraggioso, che me l'ha ricordato.

Notte e ho visto San Francesco

Parco insolito che si spalanca tra noci indurite di vecchiaia e giochi, ma c'è tanto spazio per essere felici.  E amici ai quali abituarsi, momenti da mettere insieme piano.

Poi arriva lui. Mi dicono sia un biologo e non credo ai suoi anni. Arriva con il suo cane, ma gli si avvicinano anche le altre bestiole. E lui le tiene in pista, senza forzarle.

Io credo sia San Francesco o gli assomigli molto, perché parla un linguaggio silenzioso che noi umani limitati non possiamo capire. A meno di tacere, a meno di arrenderci all'evidenza che siamo creature.

Notte e ho visto San Francesco.

Get it while you can - canzone per la notte

Un'ipoteca sul dolore, che non sarà mai pari all'emozione. Afferralo, mentre puoi, in questo mondo che sembra impegnarsi più a odiare.

E non c'è un fratello di cui fidarsi. Non si può fare affidamento su nessuno.

Ma amare sì, questo ti ripaga di ogni gioco d'azzardo perduto.

Get it while you can, Janis Joplin, canzone per la notte.

Adolescente

E tu mi dici: smetti di comportarti da adolescente.

Va bene, mi rispondo, ma per un giorno trattami da adolescente.

venerdì 3 ottobre 2014

Amor mio - canzone per il giorno

Io troppo amata vedo che tu hai qualcosa in più. Come un'energia che da lassù ti viene donata, perché il tuo cuore la merita.

Note e parole che danzano, essenziali come se uno scalpello le avesse liberate.

Amor mio, e un fuoco che si accende sull'orizzonte. In spiaggia tante meraviglie da guardare. Ma la più intensa sei tu.

Adesso ridi.

Amor mio, Mina (Battisti), canzone per il giorno.

One step ahead - canzone per la notte

Un passo avanti, troppo e mai abbastanza.

Un passo per essere al sicuro, uno per perdersi il gusto. Fermarsi no, a meno che si voglia tornare stupidi come un tempo.

Un passo di troppo, un passo che manca.

Solo un passo avanti è troppo lontano da te.

One step ahead, Aretha Franklin, canzone per la notte.

Notte e siamo tutti insieme

Poi decidono che possiamo ritrovarci. Non siamo tutti e ci possiamo non riconoscere subito. Ma siamo noi, gli stessi bimbi che sono cresciuti in fretta, così in fretta da essere rimasti uguali.

Quelli che se ne vanno, in apparenza, quelli che hanno camminato prima di noi e unito le nostre strade, ci chiamano. E noi arriviamo, confusi, commossi, forse imbarazzati, nell'ombra quieta di una chiesa.

Ma possiamo ritrovarci, ancora e ancora. Siamo gli stessi bimbi che sono cresciuti in fretta, così in fretta da essere rimasti uguali.

Notte e siamo tutti insieme, se vogliamo.

Santi non si nasce

Santi si diventa, ma lo sguardo si posa su Edmondo di Scozia, patrono di oggi. E figlio di Santa Margherita, impeccabile se non fosse inglese (just joking).

Chiudo gli occhi e mi ritrovo nella cappella, semplice e intensa, a lei dedicata a Edimburgo, intinta nella nebbia del mare. Lei devota al Creatore e a tutte le creature più povere.

Santi non si nasce, ma l'esempio rende la via meno tempestosa.

People have the power - canzone per il giorno

Stavo sognando, e un facile pacifismo con soldati e pastori sdraiati sotto le stelle. Un sogno, caduto anche per accidente nella realtà, una persuasione strana che le nostre orecchie non sono appiccicate allo smartphone (o forse quelle ormai sono più le dita) ma a quanto sta accadendo.

Per prevenirlo, per viverlo, per cambiarlo.

Perché il potere lo abbiamo noi tutti, perché possiamo governare. E se vi sembra un'utopia, come una fontana che sboccia nel deserto, forse è perché non ci abbiamo mai provato a sufficienza.O ci pare comodo lasciare il mondo in mano a - quattro - scemi.

The power to dream / to rule
to wrestle the world from fools
it's decreed the people rule


People have the power, Patti Smith, canzone per il giorno

giovedì 2 ottobre 2014

Metti che nessuno ti chieda un piacere

Metti che nessuno ti chieda un piacere. Che gli importi solo di come stai tu. Che controlli se la luce sul tuo volto è impeccabile e ne sorrida, felice, anche se felice non è.

Metti che nessuno ti chieda un piacere. Ancora più volentieri, glielo faresti tu.

I don't mind if you forget me - canzone per il giorno

Furioso quanto vuoi, sdegnato o seccante, ma che bel grido, Mr. Morrissey.

In questo piagnisteo costante, nella rete di falsità e scene, oggi accenuate pure dai social, tu lo dici chiaro e tondo.

Non me ne frega niente se mi dimentichi. Anzi, mi farebbe quasi piacere. Se volessi provare ancora qualcosa con i falsari come te.

Accidenti, devo farlo conoscere ad Arguta Paffuta. Respingere è una cosa, ma da parte di uno scemo è crudele?

Addirittura...

Comunque, non me ne frega niente se mi dimentichi: anzi, inizia già.

Finita la canzone, tornerò gentile, ma è bello vedere Arguta ridere, sorpresa.

I don't mind if you forget me, Morrissey, canzone per il giorno.

Notte, aperta come il tuo cuore

In un giorno così convulso, cucciola, vorrei riportarti al tuo parco, ma non riesco.

E pur di non vedere delusione nei tuoi occhi, mi fermo a un altro giardino inesplorato, per lasciarti correre. Scorgo una persona che non vedevo da anni e mi rallegro.

Ma mi scuso con te, entrando: qui non ci sono i tuoi amici.

Nel giro di mezzo minuto, li sono tutti. Il labrador, dolcemente geloso della propria pallina, te la lascia pure.

Notte, aperta come il tuo cuore, cucciola.

Dialoghi reali - di che colore

- sai che in rosso stai proprio bene?

- pensa che prima ero vestito d'azzurro.

Questo finisce nei dialoghi reali, lo so già.

Fortress around your heart - canzone per la notte

Oh sì, anche se costruire la città richiese un giorno, io sono brava a organizzare un assedio attorno al tuo cuore.

Ma le dimensioni della fortezza mi allarmano, non mi fermano. Non ho armi per abbattere ciò che ho stupidamente edificato.

Eppure con i mattoni che restano e che moltiplico con il mio amore, eccolo lì: un ponte e sono subito da te.

Con un grazie a Fra.

Fortress around your heart, Sting, canzone per la notte.

Ciao creatura fiera della tua storia

I cortili si sono rimessi a vivere, grazie a te, ai tuoi racconti. E non importa se li hanno spazzati via.

Sono rimasti con noi, come le delizie preparate dal bisnonno o il bicchiere di vino della bisnonna, con l'ultimo boccone di pane intinto. Come il sorriso di tua mamma quando arrivavamo da lei, quello di tua sorella che raddoppiava a Natale, con i pacchetti colorati.

Ul pá Carloeu, l'ho conosciuto veramente grazie a te. E i 100 anni di Busto città, quel tuo pegno, guarda un po'. Persino Crespi d'Adda, sei tu la prima ad avermi sospinta là, alle nostre radici.

Fiera della tua storia, della nostra storia. E io sono fiera di te, di averti conosciuta, perché sei stata una donna capace di prodigarsi sempre per gli altri, senza chiedere mai.

Adesso non puoi riposarti, dopo gli abbracci in cielo, perché c'è lui, e non solo, che devi vegliare quaggiù.

Ma io ti vedo già luminosa, come quando da bambina con la tua cuginetta spiavi il mio nonno barbiere, immerso nei suoi riti. E la meraviglia, la gioia erano grandi. Come lassù.

Buon viaggio, nuovo angelo.

Ginetto e Agnese, senza fare rumore

Sessant'anni così, lui con la sua agenda fitta di eventi e dedizione, lei un passo indietro con quegli occhi che però testimoniano come non sia in disparte.

Ginetto e Agnese. Il maestro e sua moglie, insieme da 60 anni: o meglio questa è la partenza ufficiale, affrontata uniti quando costruirono casa e vita nel deserto di un borgo che ancora non si era spinto fino a lì.

Ginetto e Agnese, con il riserbo della mia gente. E chissà che se perdoneranno il piccolo casino fatto oggi.

Ma mentre leggo, ascolto, contemplo il maestro, non posso non commuovermi alla bellezza di un percorso sulla sabbia del tempo che brilla come oro. E mi viene in mente un'altra immagine, molto lontana anche se non così: io bambina che entro in una cartoleria. Tra fogli e penne di sogno, non vedevo ancora il filo che mi avrebbe legata a questa coppia.

Ginetto e Agnese, senza fare rumore.

mercoledì 1 ottobre 2014

Notte e non ti lascio decidere per me

Non prendere la stanchezza per scusa, né che io abbia tanto da fare o da sopportare.

Non ti lascio decidere per me. Che tu sia una persona, un computer, un social troppo diligente, uno sguardo che mi incrocia.

Anche quando sembro distratta, so dove voglio andare: ci sto provando.

Notte, e non ti lascio decidere per me.

Chi sbandiera oro

Se sbandieri oro, non hai nient'altro. O rischi per uno sciocco luccichio di smarrire la vera luce che hai.

Dimmi di no - canzone per la notte

Tralascio l'intera sceneggiatura, che mi fa addormentare con un sorriso, per concentrarmi su una frase. Come l'eco di una conversazione oggi.

Tutto bene, un fermento che conduce verso una meta e dovrebbe rendere felice. Invece, mi dice: non sono proprio felice, non lo sono completamente.

- E domandami come va. Sono felice solo a metà. Come questa mia sigaretta, che non brucia come vorrei, come uno che ha preso sei.

Che raffica di parole, Tozzi-Bigazzi.

A volte, c'è di mezzo un amore. Altre, un dettaglio che manca: manca sempre un dettaglio, se lo vogliamo. Se abbiamo questa voglia dannata di cercare, sempre.

Come una sigaretta che brucia, ma non abbastanza.

Sei felice? Dimmi di sì. E se invece devi rispondere di no, continuiamo a cercare.

Libera interpretazione di

Dimmi di no, Umberto Tozzi, canzone per la notte.