martedì 31 dicembre 2013

Rock and roll hell - canzone per il giorno

Spari e follie, scene e verità. Così il primo giorno dell'anno adotto il grido dei Kiss.

Portami via da questo inferno, un viaggio allucinato tra soldati urbani feriti, un uomo convinto che si tratti proprio del suo destino, a cui non può ribellarsi e voglia di fuga.

Si potrebbe persino rubare una chitarra, per coprire il frastuono del mondo. E adesso ascolta che silenzio.

Rock and roll hell, Kiss, canzone per il giorno

Ultimi dettagli non dettagli

Un addio in extremis e un tuffo in una vacanza adolescente, tra risate e libertà. Un ritrovare e ritrovarsi nelle proprie radici. Perché il mio borgo mi ospita, ma tutto iniziò lì, affacciandosi verso la basilica.

E sentire quel richiamo alla benevolenza, dolce e fermo come dev'essere.

Mentre cantiamo grazie e cerchiamo il brindisi dell'anima prima di tutto, io so che sono un puntino. E che la luce si posi anche su di me,  mi commuove.

Si riparte, grati come ogni giorno.

Buon anno.

San Gioacchino e gli stivaloni

È tipico di un cuore generoso festeggiare il compleanno facendo regali agli altri.

Ginetto Grilli, da vero cantore, sa aggiungere ogni volta un dettaglio, quando varchi i sacri luoghi sinaghini. Ti pare di conoscere per filo e per segno la Chiesa vecchia? Mica vero. E tornando nella parte antica, recentemente scoperta e restaurata, un personaggio, un'espressione, una scritta ti inseguono.

Oggi nella testa mi gira come in un valzer rispettoso l'immagine di San Gioacchino con gli stivaloni. Come un racconto del Ginetto, sotto forma di colori.

Sacconago rules, Busto rincorre. Senza stivali.

Il sole è già alto

Il sole è già alto. I miei sogni anche di più.

Il tuo sorriso solo resta accanto a me, per accompagnarmi e spronarmi a salire.


Follia decisa

Me ne frego dei buoni propositi. Non solo il tempo non esiste, figurarsi un anno nuovo. Ma se proprio mi dovessero obbligare a trovare un inizio, lo afferrerei a settembre.

Così solo per caso oggi mi ha sfiorato una vera e propria follia. Un sogno che non può nemmeno vedere da lontano la realtà, un obiettivo irraggiungibile e quindi neanche da prendere in considerazione per scherzo.

Ecco perché, sul serio, mi metto in viaggio. È una follia e io ce la farò.

Buon anno, in ogni punto dell'anno.

Lobia

Lobia, al confine con il cielo, ma nascosto per pensare, forse amare.

Lobia, la l come ad aprire la finestra, pà Carloeu. La b a richiuderla in tutta fretta, perché non entri troppa luce.

Sottotetto, a sbirciare il cielo.

lunedì 30 dicembre 2013

C'è troppo cielo per la notte

Con le feste già a metà percorso, le luci ondeggiano e ancora sono troppe per la notte.

C'è troppo cielo costruito ad arte, e copre quello sommesso e sincero. Tappa i buchi del buio e urla con i suoi bagliori. Si accompagna agli ultimi, testardi fari.

E io, creatura tecnologico-nostalgica, mi ostino a pensarla così

C'è troppo cielo per la notte. Smorzate quello finto e liberate quello della vita.

#buonanotte

C'è sempre un Tempo

Questo è un post a tradimento, per ringraziare del tempo condiviso un amico. Lui sa che non credo al tempo, il che tra l'altro mi aiuta un poco a non impazzire per non riuscire a esaudire tutto e tutti.

Esiste tuttavia un Tempo. Ed è quello in cui ci si può trovare ad ascoltarsi e a parlare di tutto, come in un bigino, ma è prezioso come un'enciclopedia.

Esiste un Tempo in cui trovarsi, e tutto si ferma. E quindi vedi che in fondo non è tempo.

Silenzio babbano

Quei momenti miracolosi in cui sei tra i tuoi cari, e il cellulare non suona.

Il potere delle feste che tutto allontana e smorza, riporta a volumi più umani. Un silenzio magico.

Magico. Ma... era tolta la suoneria.

Silenzio babbano, si dice così, Harry Potter?

Yours is no disgrace - canzone per il giorno

Una stolta razza umana. Indossi un sorriso sul volto e celebri, ignorando le ferite sparse e inferte.

La tua non è una disgrazia. Morali che si dissolvono, guerre ignorate perché non fanno audience tra i tifosi delle parti. Buche da cui escono eserciti, armati e no.

Ma tutto, anche una parola, è arma in mano all'uomo.

Ci vuole un'introduzione, strumentale e prolungata, per ricordarlo e dire Sì, con la rabbia che spinge a cambiare, non a distruggere, alle soglie di un altro anno.

Yours is no disgrace, Yes, canzone per il giorno.

È, siamo l'Italia

Sbircio da fuori code cosmiche, intercetto mozziconi di discorsi. Tutti a pagare, costretti a farlo all'ultimo, e c'è un unico ritornello quando è finita: questa è l'Italia.

Ma mi viene raccontato che un bancomat interno era rotto e che la signora - anziana -  che non aveva contanti, è stata sgridata (anche se un avviso mancava), poi accompagnata fuori a usare il bancomat esterno e fatta rientrare, saltando almeno la coda.

Con garbo? Macché, mi dicono. E io chiedo: ma qualcuno l'ha fatto notare, si è ribellato?

No, mi viene risposto.

E se così è, penso malinconicamente: siamo l'Italia.

L'arte in compagnia

Che cos'è l'arte, mi inietta la domanda un amico. Un ottimo bicchiere da gustare in meditazione solitaria o una bottiglia da condividere con gli altri, in gioia.

Non esiste una risposta per ogni occasione. Io, anche in questi giorni, ho vissuto così: per me è un vino meraviglioso, che ha un suo sapore da non disperdere. E il caso in cui senti che non lo stai proprio buttando, è quando ti trovi con gli amici.

L'arte in compagnia, manovrare con cautela.

Più sei piccolo, più cerchi sotto la neve

La visione di un uccellino che non perde quell'espressione fiduciosa con il freddo, guarda anzi la neve come se fosse una coperta buona. Una di quelle che tengono al caldo le sorprese.

Più sei piccolo, più cerchi. Anche, soprattutto quando ogni cosa sembra nascosta.

Luèsa

Ecco il filo sottile che mi lega ai lupi. Luèsa è la lupa, ma ul pá Carloeu esegue una preziosa aggiunta. In senso figurato, è anche nebbia fittissima.

Come una lupa che sbrana ogni chiarezza di orizzonte, forse per proteggere chi ama.

domenica 29 dicembre 2013

Cold as Ice - canzone per la notte

Schiaffi di note nella notte che non riesce a essere di inverno.

Sei freddo come il ghiaccio, quando non ascolti nessuno, cerchi oro e lo butti via. Porte chiuse, il mondo fuori a tremare.

Ma il ghiaccio è in chi tiene quella porta chiusa, senza rendersi conto del prezzo che un giorno dovrà pagare.

Quanto spesso accade, lo sanno i Foreigner.

Cold as Ice, Foreigner, canzone per la notte.

Mandrie e ore troppo felici


In un angolo, e grazie alla cortesia di un cameriere accogliente, ci gustiamo il caffè.

Attorno si scatena l'happy hour, con sgomitate, urla, arraffamento. Pochi mantengono un contegno, o rispetto.

Come una ragazza che mangia e ci rivolge un sorriso bello e incoraggiante.

Una tregua, un angelo nella mandria affamata di chi sa che, un istante gioioso come quello che disegniamo nelle ore troppo felici, per non rischiare di essere infelici.

L'armadio in mezzo all'affresco


Il giallo che mi tormenta, senza possibilità di essere risolto, è: ma a chi quasi 300 anni fa venne in mente di piazzare l'armadio in mezzo alla Natività?

Un armadio stupendo, che oggi viene i brividi a guardare. Ma intanto la Madonna è lì spaesata con il Bambino. E dell'altro capo dall'armadio un gruppo di persone dai volti così vivi, che potrebbero parlare, sono stati violentemente separati.

Ciò che è in mezzo, perduto. Perché sembrava meno importante di quell'armadio, o non importante affatto.

Forse invece di investigare, devo stare attenta a non mettere io armadi nobili o sconquassati in mezzo alle Natività del 500 della mia vita. Perché poi certi affreschi non li recuperi più.

Buon proposito 2014.

Fiori, occhi che mancano

Di tutti i fiori che mi inseguono nelle tinte e nei profumi, quello che mi manca di più è racchiuso in una definizione.

Gli occhi della Madonna, mi dicevano da bambina. Minuscoli, blu, spesso nascosti. L'aroma ti sfugge e non puoi coglierli, perché subito si dissolvono.

Preziosi e lontani, ma un angelo mi assicura che i semi da qualche parte riposano, ancora più silenziosi degli altri.

Capitan Harlock siamo noi

Non mi basta il film, perché sono piccola. Voglio speranza di puntata in puntata.

 Capitan Harlock in campo a dare una lezione se calpesti i sentimenti altrui, se ti unisci al club delle maldicenze e lo fai crescere perché tu non cresci mai.

Se invece vuoi crescere ancora un poco, chiami e confidi in capitan Harlock. Perché l'unico modo di crescere forse è riconoscersi minuscoli, invocare solo per un attimo un aiuto. E quando la sigla è finita, inventarti supereroe per qualche minuto.

Capitan Harlock. Siamo noi,

Le promesse ai bambini

A una tavolata sentiamo forte e chiara la promessa.

- Andiamo a Malpensa e partiamo per sempre

Il bimbo spalanca gli occhi e c'è tutto un viaggio nel suo sguardo. Non osiamo fiatare, ma una parte di me vorrebbe avvicinarsi e dire: guarda che se prometti al bambino, devi mantenere.

Finché sento la voce di chi ha preso l'impegno: io, questa promessa manterrò.

E noi siamo lì, con uno sguardo in cui c'è tutto un viaggio.

sabato 28 dicembre 2013

Ho sognato ciò che era

Nel paesino la luminaria eternamente spenta si è riaccesa e basta a farci sorridere nella notte.

Un presepe di animaletti sinceri. Un profumo che esce dai piatti. Dai patti. E la pioggia, la pioggia che non mente mai, ci trasporta lungo le valli.

Ho sognato ciò che c'era. E forse è il sogno più bello.

#buonanotte

L'arte come la vita 500 anni fa

Ciò che avevo visto nella penombra, si lascia ammirare nello splendore.

Madonne, santi vicini e non di casa nostra, angeli delicatissimi, uomini crudeli con spade in mano e animali che vegliano con espressione di umanità.

L'arte di 500 anni fa, in una minuscola chiesa, in una comunità di poche anime. Benedetta dalla devozione e da una facoltosa famiglia. Le vesti che adornavano il corpo di un misterioso personaggio, e sento aleggiare una, cento figure.

Come il parroco che visse 99 anni, don Vespasiano Arrigoni. E in quegli anni - scrive il maestro Ginetto Grilli - nella mia Sacconago c'erano 103 maschi, di cui 32 tessitori, 25 agricoltori e altri mestieri, tra cui un fabbricante di scarpe.

Vedo in movimento come un presepe. Poi mi fermo: come si fa a camminare sulle orme di San Carlo, e poi del cardinale Federico Borromeo. Vedere meraviglie che stupirono i loro occhi, prima di addormentarsi  per secoli.

La prima volta, ho pianto. Adesso rido come un bambino a Natale, nella sua casa. È casa mia.

Sacconago, Busto Arsizio, gli amici, l'arte e la vita di 500 anni fa. Nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo "ritrovata"

Il ponte, il pianto e il cerchio pieno

Seguo grazie a @scotiaheritage la cerimonia in ricordo del disastro del Tay Bridge. Sono legata al capolavoro di John Prebble, The high girders, anche se altre ricostruzioni sono state preziose negli anni.

In quelle pagine rivedo una cronaca profonda: quella che ti trasmette la ricerca della verità, con rispetto, affetto per le persone. Senza affidarsi ad aggettivi in più, senza svuotare la sostanza della tragedia.

Il 28 dicembre 1879 il centro del ponte ferroviario di Dundee, meraviglia dell'ingegno umano, si sbriciolò. Scomparve un treno, se ne andarono 75 tra uomini, donne e bambini.

Una scena drammatica che anticipa l'orrore, è la corsa dei ferrovieri (dopo il silenzio protratto dal convoglio) verso il ponte, inghiottito dalla nebbia, un uomo salvato dal precipizio che si è creato grazie alla pietosa comparsa della luna.

Ma non c'è scena che mi comunichi il dolore e la devozione più del riconoscimento di Robert Watson, un uomo buono che viaggiava con i bimbi. Un uomo che si prodigava per gli altri, come una goccia seguita dall'altra con naturalezza. Voleva molto bene al fratello cieco e aiutava l'Istituto dei non vedenti di Dundee.

Quando il corpo di Robert fu trovato e mostrato ai suoi cari - racconta John Prebble - vennero i suoi quattro fratelli. Sollevato il coperchio della bara, tre di loro videro la sua espressione di sofferenza e non si avvicinarono, sconvolti. Solo quello che non poteva vedere, si fece avanti, si inginocchiò e sfiorò con dolcezza il suo volto,

Prima di piangere, disse: è Rabbie.

Una scena che diventa universale, terribile e consolatrice, perché in qualche modo, oltre il dolore e la morte, si vede un cerchio pieno, che continua a rigenerarsi: quello di un cuore grande come Robert Watson.

I can't explain - canzone per il giorno

Lo puoi ammettere su note psichedeliche, o consegnare la confessione a un ruggito rock. C'è un momento all'inizio - avanti e se sei fortunato o coraggioso per sempre - in cui ti dici che non sai spiegartelo.

Fai strani sogni; sei triste, anzi felice. Ti rifugi in un abbraccio e tremi. Ascolti e diventi matto; forse giá lo sei. Chiamalo anche amore, se puoi riconoscerlo, per tutta la vita.

I can't explain, The Who (or Scorpions later), canzone per un innamorato giorno

Un metro e una vita

Che strano, il darsi appuntamento dell'anno.  Sulla strada tanta fretta e grovigli di attesa bruciata: attendo il verde, con la rassegnazione  di vedere molti sfrecciare nonostante il divieto.

Io mi fermo, non tocca a me. E poi, vicino a me, due anziani. Lui percorre un metro, con l'aiuto di un girello e della moglie, che lo incoraggia.

Un metro, che dura una vita. Come quel loro stare insieme.

Chissà quanto

Chissà quanto dureranno le luci, il conversare in vetrina, gli umori forzati.

Chissà quando sorgerà il sole dentro, quando i semi buoni si lasceranno scoprire lentamente.

Chissà. Una parola a cui affidarsi senza paura.

Io scrivo. E chissà.

venerdì 27 dicembre 2013

Matusa

Ho un amico che talvolta si firma così, il matusa. Ma viaggia sempre, con la mente o verso le onde. Divora pagine e altre ne consuma, scrivendo furiosamente.

A volte si fida. A volte soffre. E forse, non lo dice, ma giura che non si affiderà più. Eppure ogni volta ci riprova, con un istinto che non si fa mai placare.

Si firma Matusa, ma conosco poche persone giovani quanto lui.

Oh happy day - canzone per la notte

La felicità. Guidata da un film, ma soprattutto dalla voce di Aretha Franklin,  avverto il giorno felice, che si ripete come una canzone trasportata da mille cori e uno solo.

Quando Gesù lavò via i miei peccati, quegli insegnamenti racchiusi in pochi verbi.

Vegliare, pregare, combattere, vivere gioendo ogni giorno.

Un giorno felice conduce a una canzone per la notte.

Se non ci rivediamo

Se non ci rivediamo, buon anno.

Come pure se non ci ascoltiamo mai veramente.

O se non ci ricordiamo una sola parola di quelle appena pronunciate.

Se non ci siamo mai trovati veramente insieme. Se sei stato per loro la maglietta dell'anno.

Buon anno, buon anno. E lo sarà.

Non è recondita (armonia)

La terra è dura, ma non vi frena. Corse che scorrono come la puntina su un disco. E la musica si alza come per magia, un abbaiare felice si aggiunge a un altro.

Il giorno della consolazione non sa spegnersi. Si ferma per consentire a una bimba minuscola di coccolare i cagnolini, sotto le indicazioni della saggia mamma. Un biscotto, un paraorecchie, scarpe che accarezzano quel che resta del prato.

Il cielo sparge il suo colore, in cambio di profumi. E tutti potrebbero far parte di un quadro.

Un'armonia, che non è recondita: solo pudica.

È già broncio

Fuori dalla banche, in colonna come condannati, passi.

Ma in altri luoghi insospettabili, perché questo broncio? Perché tanti volti tesi sotto il sole delle feste?

Era Natale. È Natale.

O era solo per finta?


I bimbi mai cresciuti nei film

Tu pensi di avere in mano il mondo con internet e di poter sciogliere ogni mistero umano.

Qualcosa però si mette di traverso, forse per fortuna. Come i bambini dei film, quelli di un tempo lontano. Sono cresciuti, ma hanno fatto altro, e non ne trovi più traccia.

Non puoi concederti malinconia. Almeno, c'è qualcosa che mai scoprirai.

E quei bimbi tali sono rimasti.

Fraschi

Non ce ne sono quasi più, volate in ogni angolo. Tranne quello vicino al tombino, pronte a intasarlo, assicura la pragmatica Arguta Paffuta.

Fraschi, che viaggiano quando noi siamo tentati di rintanarmi. Foglie che si improvvisano esploratori.

E noi che vorremmo essere per una volta leggere come i fraschi, pá Carloeu, e non a irrigidire i pensieri come rami.

giovedì 26 dicembre 2013

Notte con i vestiti di un vecchio film

Potessi spogliare le notti e i giorni di oggi, infilerei qualche vestito di un vecchio film.

Morbidi, seducenti e mai volgari, ritagliati sui sogni, e come i sogni non si sgualciscono mai.

Non sono usa e getta, potresti vedere l'ombra delle dita che vi hanno lavorato prima di allontanarsi rispettose per sempre.

Non si buttano a terra, non si bagnano con la pioggia, non davvero. Hanno il sapore di una conquista d'amore e dormono al tuo fianco.

Notte, con vestiti di un vecchio film.

Please come home for Christmas - canzone per la notte

Questa è stata cantata da tanti, se non da tutti; gli Eagles hanno implorato, Bon Jovi ha interpellato pure Cindy Crawford.

Stasera, ascoltandola, la dedico a chi ha aspettato qualcuno invano e consapevolmente o meno. A chi ha guardato lassù e non si vuole arrendere, a chi ha atteso e ha sentito di essere stato esaudito.

Ma umani, passato Natale, sbirciamo una, tante stelle e sussurriamo ai nostri cari che son dovuti partire.

- per favore torna a casa, se non per Natale, per l 'ultima notte dell'anno.

Please come home for Christmas, canzone per la notte.

Scottish Christmas and home

I can feel it's a home for me, The second secret door to my soul. So I wonder why I never managed to spend a Christmas in Scotland.

I couldn't smell its snow or caress the winter loch; never seemed to be able to share a Christmas song.

It's due to family's ties, I know. I can't live Christmas far from The land where I was born. Blood and soul.

Scotland has always talked to my soul.

So I've lived Scottish Christmas. Through my friends and my dreams.


Un anno da costruire - suor Marcella e Haiti

I miracoli, li ho visti in mille colori. Come le casette costruite ad Haiti da suor Marcella e dalla sua gente.

I miracoli sono semplici, non facili. E non si possono difendere, solo sostenere con fiducia e mani ogni giorno.

Sono trascorsi 3 anni da quando un progetto con suor Marcella e tante amiche divenne realtà. Ricordo ancora come tutto filasse spedito, nonostante i problemi. Come ci fossero porte insospettabili e continue ad aprirsi, come si creassero collane di fede sempre più robuste.

Da allora, quando la sento, quando la incontro, quando la leggo, quando vedo i volti dei bambini, percepisco quella brezza leggera che è un miracolo nel buio.

E so cosa voglio fare il prossimo anno. Non perdermi neanche un giorno con suor Marcella, perché Haiti e il mondo siano migliori. E io.


Per il calendario di suor Marcella

http://www.suormarcella.org/

Holiday - canzone per il giorno

Un giorno. Un giorno per celebrare la vita. E pensa che fortuna se ne conquisti anche più di uno.

È uno dei termini che mi piace di più, che santifica davvero la festa, e non è una semplice vacanza, un mancare di impegni, lavoro, routine: così sarebbe soltanto un vuoto.

Holiday è un giorno pieno, un giorno speciale e così a una rocker tocca cantare e ballare con Madonna.

Possiamo spargere la parola e scuotere il mondo. Via i brutti ricordi, avanti quelli buoni.

Bisogna festeggiare.

Holiday, Madonna, canzone per il giorno.

Stefano che non si offende

Santo Stefano, festa seconda. Nel tepore del rallentare, nel rivivere il Natale con più calma o prendere una pausa pure da esso.

Medito spesso sull'ossimoro che può rappresentare. Perché Stefano è il primo, il primo dei martiri, colui che con potenza predica e che si lascia togliere la vita in apparenza, perdonando.

Mi chiedo se Santo Stefano non si offenda di questo trattamento da festa seconda e poi mi dico di no, non solo perché è un santo.

Piuttosto, perché è stato il primo degli uomini. Ma l'ha preceduto un Altro, che ha predicato con potenza, sanato, si è lasciato togliere la vita in apparenza e ha perdonato.

Buon Santo Stefano.

http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412


Vantarsi del poco

Chi si vanta del poco, non ha nulla di cui essere orgoglioso.

Così parlò Arguta Paffuta ed è inutile ricordarle che è Natale.

Come una sella d'argento - Manchi #giuliano

Due lampi di Gemma nel Natale. Sella d'Argento che sa unire la forza all'intelligenza. Vedo che si allontana, con il ragazzino che ha salvato, deciso a seguirlo con il suo pony. E un altro flash di un film così differente e distante, la timida comparsa di un gondoliere.

Sella d'argento e un giovane che non ostenta sorrisi. Ruoli diversi e uno stile. Lo stile.

Penso solo questo: come, quanto manca Giuliano Gemma.

mercoledì 25 dicembre 2013

We wish you a metal Christmas - canzone per la notte

Canzoni dolci, con il panettone siete troppo. Natale è tosto, è una scarica di energia per rimettersi in pista con una grinta diversa.

Allora, se devo cantare, lo voglio fare la notte intera. E convoco i miei amici rocker, perché le suonino davvero a chi traveste il Natale di buonismo.

We wish you a Metal Christmas, canzone per la notte.

E occhio che Babbo Natale arriva in città e ha il mascara di Alice Cooper.


Notte tra blizzard e sogni


A blizzard. Ogni furiosa tempesta simile, ogni salvataggio in Antartide mi riporta al mio capitano Robert Falcon Scott. Anche oggi rivivo il suo Natale che ancora si tingeva di speranza.

Non servono luci, perché ci sono sogni, potenti eppure esposti alla natura nella loro fragilità.

La tecnologia aiuta l'uomo, se può, a salvarsi. A sognare, quello no.

Buona notte perché le tempeste si piegano a volte. Come un blizzard che si piega ai sogni.

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Non per invitati qualunque (e lento pede)

La rustisciana è una porta che si apre, non è la stanza. Ma proprio per questo forse conta di più.

Gli ingredienti variano dalle zone, ma quello più importante no. Ringrazio il prezioso libretto che 37 anni fa il generoso Giancarlo Castiglioni donò ai miei: era firmato Anteo e a Busto tutti sanno chi fosse.

Tra queste pagine si nascondono e offrono ricette e storie. E il passaggio che preferisco è questo, dul pá Carloeu.

- fare un inchino davanti a questo piatto. C'è del sudore e del pianto nella aspettativa.... È il piatto dell'amicizia e del vivere cristiano... Nessuno si metterà mai a fare la rustisciana per degli invitati qualunque.

(Lento pede, è la raccomandazione finale per digerirla... Camminando senza troppa premura di arrivare e senza troppa premura di fermarsi. Non è buona ricetta di vita?)


http://www.bustocco.com/rustisciana.htm

Dell'irrazionale

Una signora gentile e perfetta estrae una parola magica a proposito di una scelta,durante una conservazione.

Irrazionale.

Io la vedo volare,la soppeso e la lascio libera. Stranamente, faccio irruzione con dolcezza:è ciò che ho appena fatto io.

Lei, sempre cortese, giustifica che è irrazionale per la sua vita complicata.

Io no, ce l'ho semplicissima.

Per questo posso essere irrazionale.

E 98 volte Natale

Sulle spalle si somma il Natale. E ti sembra di non poterli contare, finché incontri lui, una delle rocce del tuo Natale.

Io ne ho 98 alle spalle, dice. Di colpo, capisci che i ricordi son lievi e ti fermi ad ascoltare.

Quale Natale ti racconterà? Nel 1937, militare a Oristano, con la malinconia addosso come un cappotto lacero e scomodo: manca casa. Allora, con altri tre commilitoni chiede ospitalità a un locale veneto. Per soffocare la nostalgia scorre l'alcol. E il sonno li coglierà fino a Santo Stefano.

Un giorno meno lontano da casa.

Natal e ul frègiu

La tempesta natalizia vi mette di malumore, che sia tempesta o solito gergo meteoropatico?

Io mi consolo con i proverbi, uno in particolare di quelli raccolti da Bruno Grampa e Luigi Giavini.

Fin'a Natal frègiu non fa
Dopo Natal ul frègiu al va.

Ma insomma, se prima di Natale non fa freddo e poi il gelo se ne va, che ci lamentiamo a fare?

Auguri!

martedì 24 dicembre 2013

Notte tra preghiere e risate

Come piove sui nostri brindisi umili, a ricordare la scomodità di una grotta. E come si alternano alle preghiere le risate, come quando ti chiama un simpatico rocker impegnato in un rito che qualcuno definirebbe pagano.

Ma nulla esiste di pagano, mentre piove su gioie e ferite. Pochi minuti per celebrare, senza essere schiavi del tempo. Una stella è più brillante, come se si fosse addobbata di gocce speciali.

Ho fatto ciò che potevo. E adesso voglio essere qui.

#buonanotte

Di chi siamo, più che dove andiamo

Tal chí ancora l'emozione del maestro. Tengo la sua fiaba di Natale, stupenda, perché sa stupire sul l'umana solidarietà.

Un bagliore di egoismo superato, poi il pastore che trova un intruso al posto suo nel presepe capisce che possono rimanere entrambi, una notte e più.

Chissà doveva voleva andare il pastore, ma era felice lì. E penso che conta dove andiamo, solo se ci importa chi e di chi siamo.

Ul maèstar mi ha fregata ancora, con la commozione, attraverso la sua dedica.

A Marilena, a tusa del Nino Lualdi.

Io sono questo, indegnamente, eppure ho qualcosa di lui che nessuno può togliermi o cambiare.


Ma farò quel che potrò - canzone per la vigilia

Potessi vivere in un mondo mozartiano, non lascerei entrare il commendatore così a cena. Non mi farei neanche un catalogo, di innamorati o di persone da usare.

Ma il Don Giovanni è la mia opera preferita e la suonerei a manetta, come rock'n'roll (nonno, Perdonami, non c'è speranza di redenzione neanche a Natale).

E in questo giorno indaffarato prendo una delle arie a me più care. Ti sembra di dover fare tutto, ti sembra di non riuscire a far nulla; in fondo, non vorresti far altro che portare un sorriso a tutti.

In questa corsa, voglio trovare pace. Non solo chiamando Leporello, ma accogliendo con grazia, come sa fare Don Giovanni.

Non l'avrei giammai creduto
Ma farò quel che potrò.

Su, Leporello, abbiamo da fare. E faremo ciò che potremo.

Don Giovanni, Mozart, canzone per la vigilia

I bambini che ridono forte

Vorrei ritrovare sulla mia strada bambini che ridono forte. Come una canzone che ha perso il senso del volume.

Mi guiderebbero anche nel buio, e non avrei esitazioni a scegliere la strada.

Chissà perché in queste strane notti c'è un silenzio innaturale. Oppure suoni tecnologici che umani non sono.

Vorrei ascoltare bambini che ridono forte, e ridere con loro.

La fiducia

Mi sono fatta un po' di vani ragionamenti sulla fiducia. L'ho riposta malamente e le ferite forse non si contano; altre ne avrò inferte, che me ne renda conto o no.

La fiducia, anche quando ti illudi di condividere imprese, piccole o grandi... be', viene calpestata anche più volentieri, chissà per quale ragione perversa.

Ma me ne frego. Chi calpesta la fiducia e l'umanità, si sta solo facendo del male e lo compatisco.

Dalle ferite imparo solo due lezioni da cercare di portare avanti

1 non fidarti mai
2 cerca di non tradire mai la fiducia altrui.

Si può sbagliare sul primo punto; il secondo, è più terribile.

Lemmy di qualche anno fa

Lemmy nacque in queste ore di pochi anni fa, mettiamola così. I settant'anni traguardo ancora da agguantare, ma questo bimbo nasce e non ha un sacco di fortuna all'inizio.

Non ce l'ha neanche dopo, per buona sorte. Perché la vita bisogna guadagnarsela ogni giorno. E se questo ti sembra una fregatura, pensa a cosa significhi trovarsela su un piatto, cotta e servita: una fregatura solenne, all'ennesima potenza.

Lemmy si deve sudare tutto, e uno può contestare una, dieci, duecento scelte di vita.

Ma a 68, ormai 69 anni (papà diceva che vale già l'anno successivo, che dici?), ci regala ancora un Aftershock. E per questo merita un inchino, da piccoli lord quali non siamo.

Buon compleanno, Lemmy.

Motorhead rules

lunedì 23 dicembre 2013

Nikki e la seconda chance

Non ci sono canzoni per la notte, perché gli esempi a volte sfuggono alla musica.

Nikki Sixx ringrazia per la seconda chance. Perché 26 anni fa a quest'ora era morto, il suo cuore aveva cessato di battere. Tutto era perduto, finché ha ripreso quello strano rumore a cui non facciamo mai caso.

Era il suo cuore, che cantava ancora.

Nikki ha ringraziato Dio per la seconda chance. E per la terza, quarta che ha avuto. Ogni anno passato per cui essere riconoscente, quello nuovo in cui lottare per farcela.

La seconda chance in ogni cuore. La speranza in ogni ora.

Il paté perduto

Il paté quest'anno è stato servito in cielo, e nessuno qui se l'aspetta più. Troppi angeli se lo sono conteso, accogliendo il suo artistico autore, e certo ce ne donerebbero, ma non si può.

Poi sento un profumo. E' un vaso di fiori, splendide stelle di Natale. Il signore che portava il paté speciale a mio padre e in seguito a noi per investitura d'affetto, ce l'ha fatto avere perché io lo porti da mio padre.

Lo so, dice la pragmatica frequentatrice di cimiteri, che lo fregheranno, ma non importa. Forse lo prenderanno gli angeli, prima che ciò avvenga. E il profumo dei fiori si mischierà con quello del paté perduto, che è ancora qui.

Ul maèstar in Kentucky

Sono state 24 ore di vero mistero. Senz'ansia, perché ul maèstar non è capace di metterci in agitazione.

Ma pensate un po' quando su Pinterest ieri ho beccato una foto di un catena di pollo fritto del Kentucky con un'immagine di un signore che era uguale al mio maestar. Non era una mia impressione, ma è stata confermata da un'amica e da un gruppo di arditi all'aperitivo. Tant'è che questi ultimi mi hanno incitato: telefona subito al maestar.

Detto, fatto. Solo che lui non rispondeva.

Vuoi vedere, mi son detta, che ha seguito l'esempio virtuoso nell'opera di Angelo Bottigelli "I milion daa Merica" ed è partito quatto quatto? Lui tra l'altro, la adora ed è salito sul palco tante volte.

Per fortuna, comunico urbi et orbi che oggi il maestro mi ha risposto. E' qui, non vuole scappare in America e aveva solo problemi con il cellulare. Però il dubbio mi è rimasto: vuoi vedere che gli americani hanno conosciuto la saggezza del maestro e hanno piazzato la sua foto per convincere che quel prodotto è genuino, roba "da cà nostra"?

Nata davanti al castello

Sono nata davanti al castello, quello costruito da mille soldati del tessile. Mio nonno era tra loro e ha sudato una vita intera.

Poi, quando si è trattato di nascere, sono venuta al mondo all'ospedale che non lontano si affacciava, ma il primo spettacolo che mi sono presa sul balcone di casa, era quello di un castello austero. Due torri vegliavano e io non sapevo che dietro c'era un fantasma desideroso di non lasciare, perché ancora aveva radici di vita nella terra.

Io guardavo il castello ignara, poi ne sono fuggita. E quando torno, i telai non cantano più ma almeno sono salvi in un abbraccio. Di cui, in qualche modo, faccio parte.

Ti uì

Il discorso punta diretto su una persona che sapeva tenere a bada tutti, per il bene. Io lo ricordo, quando arrivava da papà: dovevano sempre fingere di bisticciare, per esser amici.

Così quando arrivavo alla baita, e lui redarguiva i ragazzini che sporcavano il parco. O andava in municipio, con piglio da soldato. A ogni consiglio comunale si presentava e aspettava fuori l'assessore o il tecnico per chiedergli di sistemare un guaio in città.

Noi stiamo lì a parlare e a ricordare. Ma è un suo amico a tratteggiare meglio la figura.

Ti uì. Iniziava sempre così, e noi lo rivediamo.

Due parole, due sillabe in dialetto, raccontano meglio di ore di aneddoti.

domenica 22 dicembre 2013

Ci sono mari che cantano di notte

Ci sono mari che cantano di notte e ti rammarichi perché pensi che tu non possa ascoltarli, rapito da sonno e stanchezza.

Ma se offri tutta la tua attenzione, ti accorgi che non è così. Che sotto la pelle della coscienza si accoglie ogni suono, ogni lieve movimento dell'atmosfera, ogni spostamento di pensieri.

Ci sono che mari che cantano di notte, canzoni soffici o travolgenti. E noi, ogni notte, siamo lì ad ascoltarli grati.

#buonanotte

Perpetual change - canzone per la notte

Nebbia e sole, sono la stessa cosa. E forse noi le pedine loro.

Dentro fuori, dentro fuori. Guai a pensare che stiamo controllando qualcosa: proprio in quel momento potrebbe controllare noi.

Cambiamento continuo, come la terra che si muove. E per secoli noi a credere di essere il centro indiscusso: un'illusione che potrebbe non essere finita.

Deep inside the world's controlling you and me.

Perpetual change, Yes, canzone per la notte.

I minuti di un Martini

È tutto lento e io non ne vengo più fuori. Mi sembra che non ce la faremo mai.
La montagna delle incombenze cresce a dismisura ed è saggio tornare di corsa.
Poi una mia amica dice: no, 5 minuti per un Martini vanno trovati. Torniamo adolescenti quel che basta.

Le incombenze si accumulano, ma io prendo un Martini e il primo buon Natale.

Peace of mind - canzone per il giorno

Osservo chi vive in competizione e capisco che debba correre. Che il futuro per loro proceda troppo piano. Sono una maestra di indecisione, ma su questo solco non voglio più viaggiare da un pezzo.

Peace of mind. La pace della mente, il dono più bello, accoccolata ad ascoltarti ancora. Lascio interpretare agli altri i personaggi, io non ho ancora capito chi sono; sarà per questo che mi sento così libera e tutto ciò che cerco è questa pace.

Future's coming much too slow

Peace of mind, Boston, canzone per il giorno.

Solo gli alpini

Solo gli alpini ti spalancano le porte e ti trovi a casa. Sono pronti a partire, ma non dimenticano chi soffre nella loro città.

Niente fiamme libere, avverte un cartello, mentre si stappano le bottiglie. E si ride, si ricorda, con gli occhi che tradiscono il magone, ma poi si illuminano a un progetto.

Solo gli alpini sanno custodire così il passato e il futuro, senza paura.

#grazie

Ogni cosa a suo posto

Ammiro la tua perfezione. Estrarre, ritirare, uno alla volta. E commenti: ogni cosa a suo posto.

Come Rossella O'Hara contemplava sua madre, impeccabile. Io a volte mi circondo di cose per tenermi stretta l'attenzione. Tu, leggera, te ne liberi.

Ogni cosa a suo posto. E di più.

Ray e Dorothy

Ogni frammento di informazione su Jim Morrison, poi mi sfugge questo anniversario: 46 anni fa, Ray Manzarek e Dorothy. Uniti per sempre.

Ho scritto ieri sul giornale di Jon Bon Jovi e della moglie, conquistata fin dal liceo. E al fondatore dei Doors, non penso. Destino dei secondi, mi arrabbio con me stessa.

Ray e Dorothy. Lui se n'è andato pochi mesi fa, solo per starle più vicino. Vedo il sorriso di lei, nelle foto che furono. E penso: l'amore dei secondi è forse il più bello, perché più discreto e profondo.

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Scí

Tutti a spendere parole e noi diamo pure un taglio.

Scí. Basta per dire così, pà Carloeu, per farla breve e darci alle azioni, invece che allo spreco di discorsi fini a se stessi.

Scí. E proprio quando vogliamo esagerare, ci diciamo: così così... Solo allora, nella nostra incertezza, possiamo lasciarci andare: in scí in scí.

sabato 21 dicembre 2013

Notte estremamente confusa

Davanti ai fari ballano i pulviscoli, come fiocchi di neve repressa. E' un'altra notte, una notte confusa, e parecchio oserei dire.

Stanotte vorrei sognare cowboy che sparano solo se devono. E anche allora, magari un terribile istante più tardi. Ma nel mio sogno tutto si sistema e al cattivo si inceppa la pistola. O forse c'è polvere, sollevata dal vento furioso e partecipe, e tutto si ferma come in una fotografia traballante.

Ballano i pulviscoli, e granelli di strana natura si rincorrono.

Guarda che vorrei sognare forte forte, in mezzo alla confusione di porte sbattute e birre che volano sul bancone.

Ma non sogno più, questa notte estremamente confusa, se una parola semplice e morbida mi rivolgi tu.

#buonanotte

Sciampa

Mano allargata, sgraziatella come la mia. Ma anche forma di pane, come se fosse generosa.

Sciampa, pà Carloeu. Quante volte mi diceva: dammi la sciampa.

E io, come ammaestrata, correvo, la mia mano improvvisamente minuscola.

Si può scegliere

Si può scegliere di essere uniti e vacillare, di dividersi e andare a pezzi.  Si può scegliere di ringraziare per quanto si è avuto, immenso o minuscolo che sia, guardando la stanchezza sul volto di chi ha combattuto. Si può scegliere di avere sempre e solo ragione.

si può scegliere di guardare le sofferenze altrui, mischiate alle proprie, o di fissare gli occhi solo sulle cicatrici comparse sulle nostre pelle.

Il destino è una gran fregatura. Ma da qualche parte, si può scegliere.

venerdì 20 dicembre 2013

Ciascuno ha un suo grido

Gertrude e nessuno che l'ascolta. Su Twitter la pena che mi evoca Manzoni è più insopportabile.

E penso: forse ciascuno ha un grido, stridulo o soffocato. Ma noi passiamo distratti e incontentabili, calpestandone i frammenti.

Tutto stabilito

Che chance ci sono che a Socrate segua Platone, quindi Aristotele? Il pc scuote la testa, asseriva il mio prof di filosofia.

Senza scomodare chi ha scolpito il pensiero del mondo, quante chance c'erano che io ritrovassi una bimba 12 anni dopo, che fosse mia sorella e che tenessi tra le braccia suo figlio il giorno del Battesimo.

Oggi, stringendo un biglietto prezioso tra le mani e scorgendo il sorriso di mia madre, pensavo: il computer scuote la testa.

Ma un bisnonno e un papà lassù ridono e assicurano: è tutto stabilito.

Beth - canzone per la notte

Pensavo fosse una cosa da maschi , per di più musicisti.

Ma dai ragazzi, che ci vuole a lasciar perdere l'accordo perfetto e tornare da lei. Non muore nessuno, se ricominciate domani.

Beth ha ragione a lamentarsi che quattro mura non sono una casa,se è sola.

Pensavo fosse una cosa da maschi, per di più musicisti.

Poi, le telefonate sono arrivate a me.

Torno, ti giuro: non c'è nulla più importante di te.

Beth, Kiss, canzone per la notte.

Notte suonatori

Notte fitta fitta in cui scivolano via le stelle, aggrappate a qualche goccia solitaria.

Abbiamo parlato o pensato troppo, poi solo un brindisi furtivo, ma chissà perché io, perenne straniera, mi sono sentita a casa.

Poi riprendo il mio fagotto, sazia di parole. E l'unico, irrazionale pensiero che mi colpisce è...


Adesso suoniamo. Tutta notte.

Paesaggi

Paesaggi con onde che si spezzano e si ricompongono con grazie. O nebbie che nascondono senza fare male. Cieli che vanno lontano, senza lasciarti mai. O montagne silenziose, come dovrebbero essere.

Paesaggi. Chissà perché li rincorriamo così, anche solo con gli occhi. Un istante, prima di abbandonarli e guardarci attorno. Spaesati e mai troppo, perché ci sentiamo a casa, con la mente lontana.

Don't get me wrong - canzone per il giorno

Collezionista di comportamenti strani, ma non fraintendermi, davvero.

Li ritrovo tutti qui, nella canzone dei Pretenders. Tu cerchi di comportarti in modo particolarmente brillante e intelligente quando incontri l'anima giusta. Ed è verosimile che combinerai un sacco di guai. E' una spiegazione senza possibilità di essere compresa: due persone si incontrano e sono tuoni e fulmini, un acquazzone di sensazioni.

Comportamenti bizzarri, come se esplodessero dentro di te fuochi d'artificio, come una scintilla di luce che va in frantumi. Teneri e buffi. Che miracolo dolcissimo, quando si ripetono per anni e anni ancora.


Don't get me wrong, the Pretenders, canzone per il giorno.


giovedì 19 dicembre 2013

Non riesco a dirti che mi manchi

Non riesco a dirti che mi manchi. In un'altra era geologica, non c'era Natale che non passassimo insieme, eppure io ero sempre distratta. Troppi stanno festeggiando lassù, eppure io non riesco a chiederti: stai con me.

Non riesco a dirti che mi manchi. In un'altra era geologica eravamo a pochi metri. Il piccolo cresceva e io ridevo; non sapevo che sareste partiti. Altrimenti vi avrei tenuti stretti.

Non riesco a dirti che mi manchi, nemmeno nel tempo di una preghiera. Non sapevo che quel biglietto sarebbe stato finito in cielo.

Sapessi dire, ogni tanto, quanto mi mancate.

Non ti trovo

Non ti trovo correndo. Non ti trovo frugando. Non ho mezzi per implorare, e neanche la forza.

Non ti trovo cercando, e nemmeno sperando. Ti trovo disegnando e aspettando, come un'artista indecisa.

Notte umida di pensieri

Mi piace la notte umida, umida di pensieri. Ammorbiditi dalla pioggia, cullati da un ritmo antico, si sciolgono in sogni.

E pochi protagonisti, rime plasmate con casuale grazia, tu che ridi senza fare rumore.

La mia notte umida di pensieri, sciolti in sogni.

Notte umida di pensieri

Mi piace la notte umida, umida di pensieri. Ammorbiditi dalla pioggia, cullati da un ritmo antico, si sciolgono in sogni.

E pochi protagonisti, rime plasmate con casuale grazia, tu che ridi senza fare rumore.

La mia notte umida di pensieri, sciolti in sogni.

I mestieri degli altri

Tu a farmi la predica su come io debba svolgere il mio mestiere. E io, sul tuo.

I mestieri degli altri, sono i più facili da svolgere. A parole, scivolano che è una bellezza. E ti aiutano a non fare il tuo.

Dimentico sempre

Dimentico sempre la cosa più importante. Quella che mi ero segnata su un foglio speciale. Quella che doveva imprimere una svolta. Quella che univa i puntini perfetti in cielo.

Ma ho smesso di rimproverarmi e vergognosamente mi dico: dimentico sempre, per ripartire da zero.

Magic bus - canzone per il giorno

Nella coda immersa, sbircio attorno a me; mica che passi il bus magico e io me lo perda.

Anch'io sono nervosa e sorrido per dissimulare, mentre corro le miglia che mi separano da te. Né c'è un prezzo troppo alto da pagare.

Quel pullman che sembra andare sempre troppo lentamente, e quando accelera, mi chiedo: sarò pronta?

Giorno dopo giorno, salgo su quel bus ed è l'unico viaggio di cui mi importi davvero.

Magic Bus, Who, canzone per il giorno.

mercoledì 18 dicembre 2013

Senza meta

Chi passeggia sulle vite delle persone, con tacchi come aculei o scarponi infangati, è perché non sa dove andare.

Fantasmi senza meta, che frugano in castelli piccoli e caldi, per trovare consistenza. Ma per fortuna non restano.

Arguta Paffuta

Piovere piano

È il raduno improvvisato di nuvole, che si erano scordate dell'appuntamento. È il sole distratto, che piange appena.

È un pensiero di troppo, che apre il mondo e lo richiude.


Piovere piano, non come reclama la mia auto.

Piovere piano, tra sberleffo e poesia.

Piovere piano

È il raduno improvvisato di nuvole, che si erano scordate dell'appuntamento. È il sole distratto, che piange appena.

È un pensiero di troppo, che apre il mondo e lo richiude.


Piovere piano, non come reclama la mia auto.

Piovere piano, tra sberleffo e poesia.

Ciò che devo fare

Tu non mi dici mai cosa devo fare.

Solo, mi spieghi, cosa vorresti che io facessi per renderti felice.

Spesso solo con gli occhi. Ed è per questo che cerco di eseguire.

Dré

Dietro, più rapido e sincero. Un balzo e una ricerca.

Dré, c'è sempre qualche sorpresa e può anche non farti piacere.

Ma guarda dré, scopri ciò che ti hanno nascosto o ciò che non volevi vedere,

Dietro qualcosa, c'è sempre un frammento di Tutto, forse pà Carloeu.

Sullo scoglio libero

Così arrivano le nuvole, pioggia o neve che importa. Interrompono il corso dei pensieri delle stelle.

Dallo scoglio tutto appare più semplice. È affollato di amore, gli opportunisti scivolano via. Chi ti ha usato, sta già puntando verso altre mete, ignaro di come abbia usato solo se stesso.

Lo scoglio è lucido, ma non di lacrime. Credo sia il riflesso della luna.

Lei sorride, verso nuove libertà, e altri scogli deliziosi.

Mi rimetto a nuotare e che riflessi sul mare.

Impari tutto

Impari dalle buone azioni gettate nel cestino dagli altri, che i perdenti sono loro, se avessi voglia di stilare vuote classifiche. E se deciderai di ripeterle, ancora di più saranno tue, solo tue, creatore inconsapevole o più saldo.

Impari dalle cattive azioni che gli altri perdonano, non scorgono, dimenticano, esattamente allo stesso modo. Ma è più difficile non ripeterle.

Impari sempre, impari da tutto, dice Arguta Paffuta. E voglio crederle.

Come un sorriso perso e ritrovato

Ti vedo spesso vagabondare sotto un peso che non sappiamo definire. Ti vedo, e penso al tuo grande papà, a come faceva il bene nascondendosi.

Mi manca, mi manca il mondo che lui e pochi altri avevano costruito: noi l'abbiamo fatto dignitosamente a pezzi.

E mentre tu vagabondi, sotto il peso di alcol e pensieri che non si possono scoprire, noi non ci fermiamo quasi mai. Non davvero.

Forse nemmeno oggi, quando ti abbiamo detto: buon Natale.

E tu, prima di rimetterti in cammino, a ricambiare con quel sorriso perso e ritrovato.

Hyacinth house - canzone per il giorno

Quella di Jim Morrison sembra la canzone dell'ultimo giorno, vede addirittura gli ultimi istanti.

Ma voglio pensare che stia a noi scegliere se invece può iniziarne uno nuovo.  Non so chi sfamerà i leoni degli egoismi e dei tradimenti oggi. E a tutti capita di pensare che è stata tolta la loro ultima carta nel mazzo, una volta.

Nella casa dei giacinti ti succede di sognare un nuovo amico che non abbia bisogno di te, navigando tra i favori che ti chiedono dopo un improvviso "ciao".
Ma nella casa dei giacinti puoi decidere di essere l'amico di te stesso e di chi è in cerca, ogni giorno.

Hyacinth House. Doors,canzone per il primo giorno

Mai foeua da cà tua

Un tempo si chiamavano comari e si rivestivano del miglior sorriso, quello che ti lanciava schegge già prima che tu ti avvicinassi. Oggi non so che nome attribuire a chi ha questa abitudine.

Ma non è forse una tentazione un po' per tutti? Per cui mi tengo stretto l'ammonimento  del libro i Grampa-Giavini "Decidi mai foeua da cá tua". Perché già è arduo prendere una decisione nei tuoi confini domestici. Figurarsi impicciarsi e far valere un proprio consiglio forestiero e non richiesto.


martedì 17 dicembre 2013

Insieme nonostante quello che è accaduto

Finirà davvero così? Lo spero. Già mi ispira gioia però come ci si stia impegnando.
I Kiss nella Hall of Fame del rock, grazie al loro esercito. Grazie alla fedeltà a se stessi e a noi, fregandosene di tutti coloro che non andavano mai oltre la maschera e neanche capivano quella.

Sarebbe già una notizia fantastica per me, ma un'altra la batte: lo sforzo di ricucire con i membri originari della band per essere insieme quel giorno.

Nonostante tutto quello che è accaduto e l'astio sedimentato, è giusto celebrare con chi ha iniziato.

Io non stravedo per Peter Criss, pur amandolo come musicista. Ace Frehley era il mio preferito da piccola, ma non come stile di vita. Stanley e Simmons sono i miei punti fissi. E apprezzo Thayer e Singer.

bisogna essere insieme. Comunque vada, una certezza in me c'è: Eric Carr ci sarà. Non è cominciata con lui, ma il batterista gentile quel giorno dal cielo farà un sacco di rumore.

Grazie, Kiss

Luoghi dove non accade nulla

Incontri luoghi dove non accade nulla. Sulle luci fissate alla cornice del lago dal freddo, si fissano gli sguardi, finché passa un asinello.

O forse è fermo e siamo noi che passiamo, creando bizzarri movimenti. La chiesetta immobile, ma lontana dal letargo. Il fossato che in realtà è una valle lieve, per scoraggiare cittadini e pavidi.

Nel bosco si scorge appena la danza del Natale e a tavola tutto ha un gusto di una familiarità distante.

Ci sono luoghi dove nulla accade. Tranne la vita.

#buonanotte

Adeste fideles - canzone per ogni notte

Il mio mito Michael Sweet, voce potente per cantare che il Bene va cercato e amato, chiede che canzone di Natale affiderei agli Stryper.

Io gli rispondo: Adeste Fideles. Perché mi piacerebbe in versione rock con tuoni e fulmini di affetto, perché mi piace questo richiamo ad adorare nel senso più tenero del verbo.

Perché mi piace come canzone per quella Notte. E per ogni notte, poiché sempre ci si può mettere in viaggio per tendere la mano verso un Dio che si fa piccolo nella sua immensità.

Adeste fideles, canzone per ogni notte.

Proeumm, fiadà

La mia lingua è ostica, lo so. Già pronunciare la prima parola ingarbuglia. Ma è questo il bello, che nessun termine vola via senza soppesarlo e gustarlo.

Proeum, fiadà.  Primo, respirare. Perché è l'unica azione certa che compi, quando ci sei. E' la tua dimostrazione di vita primaria, anche se poi sta a tutto ciò che mediti e fai riempirla di senso.

Dai proverbi della mia città, che Grampa e Giavini hanno offerto nel bellissimo libro, manuale di sopravvivenza dai tempi antichi.

PS. Primm, per chi proprio non ci riesce o ha fretta.

Non è luce se non per tutti

Le luminarie mi stordiscono, quando dietro l'angolo c'è una cappa scura. Perché mi sembra che non sia luce, se non è luce per tutti.

E la festa strilla e brinda, ma se la porta resta chiusa anche a una sola persona, non si può chiamarla festa.

E il mondo marcia, ma se resta indietro qualcuno e non ci si ferma ad attenderlo, se qualcuno non compie lo sforzo di tornare indietro, non mi suona come un gran cammino.

Non è luce, festa, cammino, se non è per tutti.

Questo sole è tutto mio?

Come se volesse proteggere non solo dal gelo, ma dalle malinconie altro volto delle feste. Come se volesse iniettare tanta gioia in più, per fare scorta come una formichina.

Questo sole è stupendo e ci allieta le passeggiate, come le corse obbligate. Ci fa brillare gli occhi e ci spinge avanti, ancora.

Questo sole offre stupore, un senso di riconoscenza che non si può, né vuole frenare: questo sole, possibile che sia tutto mio?

E se davvero è così, quasi quasi lo offro.

Il mio amico avversario

Il mio amico avversario ride, anche quando lo mettono alla prova. A casa, in campo o in un letto di ospedale.

Parlargli al telefono per consolarlo non ha senso: è sempre lui che conforta me.

Noi che indossiamo maglie così distanti, ma con la stessa passione: a volte potremmo scambiarci gli stadi, anche se sembra follia.

Il mio amico avversario ride e a me scappa una lacrima, che per fortuna il sole trasforma in sorriso.

lunedì 16 dicembre 2013

Non scambiare

Non scambiare un sorriso per resa, un gesto gentile per debolezza, un passo prudente per esitazione.

Ognuno ha il suo linguaggio e non c'è bisogno di deformarlo per coprire i propri vuoti di significato.

C'è Marilena

Un amico, tanto, troppo impegnato. E tu che gli porgi una parentesi, che è poi il succo del discorso.

Ha un mondo e la segretaria davanti, ma riesce miracolosamente a uscire, mi racconta.

E che cos'hai detto mai, gli chiedo.

Ho detto - risponde - devo andare, c'è Marilena.

Per me, è già Natale.

Noi ci raccontiamo tutto

Noi ci raccontiamo tutto, porgendoci un bicchiere, condividendo una carezza e scambiandoci sguardi a occhi chiusi.

Solo le parole ci rivelano poco, goffe e ingombranti, escono e si ritirano subito per lasciare il posto a conversazioni reali.

Un cane tenace più delle principesse

Non metto il suo nome, anche se dicono che non sia un essere umano. E allora, la privacy non vale per un cagnolone? Senza stare a immergersi nell'eterno dibattito se poi sia una gran cosa l'umano.

Bando alle premesse, raccolgo la storia di questo cagnolone che si muove a fatica nei suoi ultimi anni. Sentirla tutta mi rattrista soltanto per un attimo.

Ha trascorso i suoi primi quattro anni legato a una (corta) catena. Grazie umani, a proposito.

I successivi cinque nel canile, perché nessuno voleva o poteva portarlo con sé.

Poi ha trovato una casa e qui è rimasto, riempito di coccole e di gioia, che lui ha ricambiato e ricambia moltiplicandole.

Adesso il cagnolone è vecchio e stanco, ma ama raccogliere le forze per chiedere una carezza un estraneo o proteggere un cucciolo con la sua sola presenza dalle giocose intemperanze della cagnolina sua compagna di avventure.

Le principesse tenaci che hanno lottato e atteso sette anni...

Quel cagnolone, molto di più. E guardando i suoi occhi sereni, non mi sento più triste.

Una nuova parola #basta

L'ho scoperta per caso, sfogliando il dizionario un giorno. Vi ricordate? Aveva qualcosa di familiare, ma il senso completo mi sfuggiva.

Al contrario, va appresa, e bene. Perché #basta è un confine, una certezza, un bagaglio, un momento da cui ripartire, se non si vuole lasciarci trascinare dall'onda di passaggio.

Arguta Paffuta e io non sappiamo nemmeno nuotare alla perfezione. Ecco perché ci esercitiamo insieme.

- Prima tu
- No, prima tu
- allora insieme, dai...
- B-A-S-T-A

Accidenti, sembriamo quasi in armonia.

Adesso,non ci sfugge più.

Addio ai monti - canzone per il giorno

Suonerò dissacrante, ma io accolgo la musica che tocca il cuore, senza analizzare e comparare le sorgenti. Ascolto e prendo l'acqua, la bevo con avidità e so che m salverà.

Mi perdonerà Alessandro Manzoni, se c'è questo suo spettacolare canto finisce in mezzo a tante canzoni, alcune che possono ritagliarsi un posto nella storia musicale, altre meno.

Ma questa mattina, per "colpa" di Lucia e di ogni persona - non personaggio - dei Promessi Sposi cento volte mi sono allontanata dalla mia terra, con lo strazio dentro. Dal lago mio amato, dalle montagne appena imbiancate, dalla città che calpesta la sua bellezza, dal Paese mio che ha visto partire - anche se poco se ne ricorda - navi, se non barconi, di emigranti, da questa terra che si è vista strappare anime combattenti dall'ingiustizia.

Addio, monti...

Ciò che è eterno, è anche universale.

I social sono anche questo. Grazie twitter, grazie twitteratura.

Addio ai monti, Alessandro Manzoni, canzone per il giorno.

Joan e chi è secondo

Se ne va un'altra elegante, di quelle con i brividi, visto che aveva incantato anche Alfred Hitchcock. I film di Joan Fontaine parlano, forse sempre con la scia del suo sorriso, pure nei momenti più terribili.

Ma ripasso la sua vita con una sensazione strana. Lei e Olivia de Havilland, sua sorella, che coppia particolare. Lei seconda, ma prende l'Oscar. E si sente in colpa - raccontano -, lei che in passato aveva bisticciato fanciullescamente con la sorella per i vestiti. Lei che a volte si sentiva la figlia meno prediletta.

Penso a tutti i secondogeniti che ho incontrato durante il viaggio con il capitano Scott e le altre persone del libro.

Addio a Joan, perché nessuno è mai veramente secondo, e tu l'hai dimostrato.

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E mi risento in viaggio come te

Mi risento in viaggio come te. Mete più vicine, ma ciascuna ha la sua storia da raccontare. Io friggo per portarne a case frammenti.

Sul treno solo la libertà di due cinesi, aggrappati a smartphone e ipad, mi autorizza a scattare rapide foto. Poi sono ospite della cortesia sull'auto e devo fare conversazione: neanche posso concedermi uno scatto furtivo. E dire che un castello mi strizza l'occhio.

Le foto mie, come le tue: immagini catturate da un finestrino o senza fermarmi troppo. Perché il mondo gira e noi dobbiamo stargli dietro come possiamo.

Ma quando ci fermiamo, nessuno può ingabbiarci.

Il papà e il triciclo

Un bimbo  arranca su sul triciclo nel parco, perché il sentiero sale un poco. E lui spinge i pedali, ma non si muove; anzi, scivola indietro. Il padre lo osserva, serissimo, quasi teso. Poi si dirige lentamente verso di lui e lo aiuta a ripartire.

C'è un'aria dove la luce si confonde e ci vogliono alcuni istanti, prima che io scorga il piccolo che vola lontano. E il papà a fotografarlo, con tecnica nuova di zecca e cuore antico.

I presepi dei miei amici

Nel santuario sotto il ritratto dell'uomo buono parte la corsa silenziosa dei presepi. E sono tutti così meticolosamente pieni d'affetto, che non so scegliere.

Ma alla fine, voto per quello del mio amico. All'altra mostra, le cose si complicano. Il presepe del Ciampolo è stupendo, quello del Piso invoca ed evoca la delicatezza della neve. Allora poso gli occhi sul capolavoro di Peppo e Pamy.

I presepi dei miei amici hanno qualcosa in più. E non è sfacciata preferenza, da parte mia: è che sento il loro speciale calore.

L'essenziale, l'invisible

Pensi di dover diventare grande, poi torni minuscola. E riascolti il piccolo principe.

Hai fame di ciò che è essenziale, ma ti sembra di non trovarlo mai. Poi, quando avverti una strana luce, forse prima con la pelle dell'anima, capisci che avresti dovuto assorbire ciò che leggevi.

L'essenziale è invisibile agli occhi. Ciò che si fa rimirare, ti allontana dalla Vita, senza calore, senza un destino da condividere.

domenica 15 dicembre 2013

Notte con sogni in prestito

E se proprio non hai sogni, non rubate quelli degli altri.

Forse qualcuno sentirà la vostra azione rispettosa e ve ne presterà uno. Oppure non accadrà nulla. Ma dormirete con il cuore leggero.


#buonanotte

Arguta Paffuta

I want to know what love is - canzone per la notte

Una montagna che non appare più così alta, forse ostile. Un sole che scalda senza che faccia male. Sono tutte sensazioni che fioriscono come in una primavera non attesa. E te le devi scrivere, per quando sarai più vecchio. Per quanto potrai dimenticare.

Così aprirai un quaderno e ti ricorderai tutti quei momenti. E ti accorgerai che non te ne sei mai veramente dimenticato.

Quell'istante lontano in cui hai detto: voglio sapere cos'è l'amore e so che tu puoi mostrarmelo.

 better read between the lines
In case I need it when I'm older

I want to know what love is, Foreigner, canzone per la notte.

O' Toole's world

Il mondo di O' Toole, un'eleganza irraggiungibile.

Come occhi che sanno frugare, senza essere invadenti.

Solo curiosi di vita, persino ora e di più.

Rip

La faccia del Gipo (e mi sento in colpa io)

Di tutte le punizioni postsconfitta vale di più questa. La faccia del Gipo, sotto un tramonto aspro. La faccia di chi ci ha creduto e ha lottato una vita, e ancora viene qui con la stessa fedeltà.

Il calcio mi ha permesso di conoscere persone di tutti i generi. Di incassare una dose di delusioni e disillusioni spaventose. Ma bastano pochi volti, poche storie a dirti: ne è valsa la pena.

Gipo Calloni è uno di questi: uno di quelli irraggiungibili, e non devo stare a raccontare tutto ciò che ha fatto, che è ancora.

La faccia del Gipo, l'espressione ferita. Quella anche saggia, di chi era riuscito a capire che al 2-1 tutto sarebbe crollato e ci avrebbero rivoltato come un guanto. Loro, gli ultimi in classifica. Ma ultimi siamo stati anche noi e ogni posizione è uno stato relativo

La faccia del Gipo. E mi sento in colpa io, come se avessi dovuto fare qualcosa, scendere in campo o che altro non so.

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/278588_busto_premia_il_supertigrotto_calloni_forza_giovani_e_pro/


Il cielo sopra il mio cuore

Il cielo sopra il mio cuore si spacca in due, senza dolore.

Sospeso sulla mia chiesa, si presenta con l'abito della festa, blu e senza una macchia. Ma oltre il confine dei pensieri si scioglie in timidi tentativi di nuvole. Una cortina esitante, che non vuole guastare l'atmosfera.

Due lembi che si sanno riunire, con un sorriso.

These are the days of our lives - canzone per il giorno

I giorni della nostra vita hanno mille riflessi in questo periodo che si tinge di festa.

I giorni perfetti, quelli che sembravano senza fine. I momenti brutti scoppiano e scomparivano, o si affievolivano, perché c'erano luci più potenti, quelli della nostra infantile follia

Non voltarsi, non lasciarsi tentare. E poi...

Eppure a ben guardare indietro i colori non sono perduti, solo cambiati. E c'è qualcosa che non cambia mai, l'amore, quello che provo per te.

These are the days of our lives, Queen, canzone per il giorno.

I muscoli e il denaro dei problemi

Note fuori margine, come appuntate in fretta. Quasi istruzioni buttate lì per il futuro, da un signore che - assicura - le sta già applicando.

1. I muscoli si fanno vedere. Ma usarli è atto di arroganza.

2. Mi racconta come restituisca i soldi incassati da coppie in procinto di sposarsi, che poi non si maritano più. C'è un motivo commerciale dietro, tuttavia anche un'altra ragione: "I soldi dei problemi non si prendono, portano male".

Di per sè, può sembrare scaramanzia. Ma mi ricorda la Kabbalah, il pane della vergogna e mi sa che da domani questi appunti verranno tenuti stretti, in ogni occasione.

La lezione di una signora

Lei dà a chi non può offrire nulla in cambio. E le sue mani si aprono timidamente, lasciando scivolare furtive. Non le piace essere notata.

Quando ha dato, sente che ha ricevuto troppo. E per togliersi quel peso dona ancora.

sabato 14 dicembre 2013

Notte come per caso

Notte così, ascoltandoti quasi per caso. E com'è che questa musica mi appare perfetta, con un senso che ho seguito dall'inizio alla fine.

Notte di stelle che stanno al loro posto e se si spostano è per farci tremare lo sguardo. Il vento danza appena, mentre i tetti si irrigidiscono.

E tu a pronunciare parole meravigliose, sì, parole che sanno ancora stupirmi. Saggezza  non da ostentare, perché saggezza non sarebbe. Tu la cerchi.

Notte, come per caso.

Silent night - canzone per la notte

Dopo le stelle, vuoi fare outing e spiegare quando hai pensato seriamente di chiudere la porta in faccia a Bon Jovi?

Va bene, confesso. Quando arrivò il secondo disco e la sua anima selvaggia mi parve in estinzione. Sul solco della musica, il colpo di grazia con Silent night. C'entra con il Natale? Magari, sospiro.

E' proprio una lamentela unica - dai, Jon, ammettiamolo - sulla notte in cui quell'amore finì, e tutto era così semplice quando tu eri la regina e io il re, e tu te ne vai. Anzi no, mi trattieni.

Così, con il residuo di borchie addosso all'anima, gridai: Jon, accipicchia, potresti quanto meno deciderti?

Ero una rocker senza cuore. Oggi riascoltando ho deciso che avrei anche dovuto, forse potuto, commuovermi.

Silent night, Bon Jovi, canzone per la notte.

Amico fedele che dolce banalità

Tutto ok? E la porta si spalanca, come l'anima.

Amici fedeli, che espressione di banalità. Una tautologia che fa bene, nel valzer di ipocrisia.

Come stai, davvero. Ti accolgono, accorrono, non esigono riverenza. Non chiedono nulla.

Nemmeno io. Felice perché esistono, in ogni momento di verità.

La vita è delizia, sussurrata in un bicchiere di semplicità. 


Grazie.

Caccia al ladro

Non mi riparano neanche gli occhiali da sole, da questa storia che è un fiume selvaggio. Un signore elegante quel che basta, con gli occhi di chi ha a lungo viaggiato in avventure. Intrighi, sparizioni, caffè avvelenati, serviti con indifferenza tra un confine e l'altro.

Che siano reali o inventate, che importanza ha. Lui tira fuori fogli e prove. Il ragazzo lo ascolta e medita se scriverci un breve articolo.

Ma no, rimprovera l'anziano, un libro.

E penso: ma vent'anni fa, sarei fuggita al riparo oppure avrei detto, sì signore, la seguo e lei mi racconta tutto. Scriviamo tutto il romanzo che vuole.

Ma taccio: sono un ladro di racconti, che fuggono da realtà o sogno con la stessa, plateale indifferenza.

Il ragazzo scende dal treno e non so cosa farà.

Io ascolto il resto, dietro un rispettoso sorriso.

Look at me, I'm Sandra Dee (reprise) canzone per il giorno

Non è la prima, irriguardosa parodia, ma le poche parole che Sandy canta sul finale, prima della metamorfosi.

Metamorfosi, che termine pericoloso, e non solo per evoca rumori croccanti alla Kafka.

Ci dev 'essere qualcosa di più di ciò che vedono.

Allora trasformati, Sandy, in quel mondo in cui tutto va consumato e gridato. Ma diventa ciò che vuoi tu, non loro. Questa è libertà.

Look at me I'm Sandra Dee (reprise), Grease, Olivia Newton-John, canzone per un nuovo giorno.

Ricordo, peso o libellula

Così ul me maestar mi frega ancora. Insinuandomi questo dubbio sui ricordi, che sono poi uno dei classici del Natale.

Più prosegui nel cammino, più senti che diventano cruciali. Ricordi per cui sorridere o piangere, che ti fanno spiccare il volo o ti appesantiscono di malinconia.

Già, peso o libellula da afferrare per le ali. Io non lo so. Forse entrambe le cose, e forse l'unica via è abbandonarsi.


venerdì 13 dicembre 2013

Il papà dei biscotti

Io ad addentare distrattamente il biscotto perfetto. A scegliere tra la fetta biscottata e il nuovo, fantastico geppino.

Poi, stasera mi si ferma il respiro in gola. Se n'è andato il "signor Camporelli", lo chiamo così. E fino a poco tempo fa - leggo sulla Stampa - era lì, fedele alla consegna di far sorridere il mondo di gusto, nel suo negozio di Novara. Quando scherzando dicevo agli avversari calcistici: l'unica cosa per cui vi grazio, è la meraviglia dolce che scorre nelle vene della vostra anima.

Addio, papà dei biscotti. E di molto di più.

Action not words - canzone per la notte

La tv, neanche è stata accesa. Riposa in una pace tremolante.

Ma che si illumini di tanto in tanto, svogliatamente, oppure no, non cambia la sostanza.

Voglio dirigere io il mio film. Non registi di circostanza, o comparse che vogliono diventare protagonisti agli occhi degli altri.

Azioni, non parole.  Non c'è bisogno nemmeno di un provino.

Un Bogart e una Monroe, non qualsiasi. Una trama romantica o di tensione.

Forse la trama mi è stata consegnata. Ma vedete quegli scarabocchi sopra? Sono miei.

Action not words, Def Leppard, canzone per la notte.

Grazie a chi chiede

Grazie a chi domanda come va, senza chiederti un piacere due secondi dopo.

Grazie a chi dà poco con il cuore, fosse anche un sorriso, che è il più delizioso dono. E che non ti inonda per compensare il vuoto che crea o per umiliare.

Grazie a chi parla, non degli affari degli altri;che cerca una strada per il mondo, con scarne parole e azioni potenti di gioia.

Ci sono tanti grazie da pronunciare, se si prova a guardare oltre le ipocrisie quotidiane.

Pattinare sull'acqua

Sul lago, voglia di pattinare. Di rispettarne l'universo profondo e oscuro, che non può svelare.
Di sfiorare appena quel velo lucido e volare via subito, per chiedergli perdono.

Il sogno si perde, come il volo, nella gola smussata dalla luminosa foschia. O forse si ritrova.

Come Robinson Crusoe

@ScotlandsPeople: Alexander Selkirk (aka Selcraig), the Lower Largo-born sailor who was the muse for Defoe's 'Robinson Crusoe', died on 13.12.1721, aged 45

Leggo questo tweet e mi rimetto in viaggio. C'è spesso una scintilla di realtà dietro una storia di fantasia. Poi l'immaginazione, la ricerca di mete della mente e la capacità di domarle fanno crescere il fuoco.

Robinson Crusoe.

Buon viaggio, marinai del globo e della penna.

giovedì 12 dicembre 2013

Impigliata una stella

Se il mattino trovate impigliata una stella, nei fili di sogni o nei primi problemi, non trattenetela, ma neanche mandatela via.

Nessuna luce è per caso, né va perduta.

Forse se la accarezzate appena, saprà come andare. E come tornare.

Impigliata una stella

Se il mattino trovate impigliata una stella, nei fili di sogni o nei primi problemi, non trattenetela, ma neanche mandatela via.

Nessuna luce è per caso, né va perduta.

Forse se la accarezzate appena, saprà come andare. E come tornare.

Ul maestar e ul Bamben

Adesso che hai evocato quell'attesa di tanti anni fa, maestro, io non sto più nella pelle.

Anch'io aspetto lui, e lui soltanto, ul Bamben. Babbo Natale è simpatico, ma non è lui il re della festa... È un bimbo tenero, eppure fortissimo, che ti offre doni e non sai neanche perché.

Perché ti ama. E tu l 'aspetti, divorando le ore prima della notte di Natale.

Così parlò Ginetto Grilli alla Famiglia Bustocca.

Notte di neve (come a Gerusalemme )

La voglio anch'io, improvvisamente, nonostante tutti i casini che mi porta.

Neve morbida e dolcemente ribelle, come a Gerusalemme. Un velo sacro e irresistibile, solo a proteggere, non a soffocare.

E noi esseri umani troppo sorpresi per volerci male.

La mia famiglia è quella

La mia famiglia, è quella che mi sa, mi vuole aspettare con pazienza. È quella che si estende e si racchiude, come in un gioco di magia.

È il volto ritrovato, quello che ha una luce prima di un nome. È quella che ti sa parlare di casa, intingendola nella musica e in un brindisi. Il prof parla di un pittore eterno, la mia boss è sempre più decisa e splendente, ogni abbraccio sotto l 'albero illuminato è vero, e allontanano le malignità che qualcuno crea e diffonde.

Ma la famiglia le prende e le distrugge.

C'è solo calore: questa è casa.

Il confine della luce

Quell'istante in cui ti vorresti aggrappare al giorno, ma comincia a scivolare via.

Allora ti volti e noti sfumature in movimento, verso la tua basilica. Ma non sai se si tratti di persone o giochi di sensazioni.

Le prime luci accede, la primissima che si affievolisce arrossendo. E tu che giri attorno al confine.

Ghiaccio, nebbia e colori

Via dal ghiaccio sottile di pinkfloydiana memoria. Mi vengono pensieri pragmatici tipo: ma perché in un parcheggio a pagamento non trovano i soldi per mettere il sale?

Ma poi arriva il sole e gioca come un pazzo che vuole salvare il mondo. Graffiti corrono frenetici lungo i binari.

E quando sei pronto a ridere e urlare, sbuca dal tunnel lei, la nebbia. Chissà perché mi sembra a colori.

Ghiaccio, nebbia e colori

Via dal ghiaccio sottile di pinkfloydiana memoria. Mi vengono pensieri pragmatici tipo: ma perché in un parcheggio a pagamento non trovano i soldi per mettere il sale?

Ma poi arriva il sole e gioca come un pazzo che vuole salvare il mondo. Graffiti corrono frenetici lungo i binari.

E quando sei pronto a ridere e urlare, sbuca dal tunnel lei, la nebbia. Chissà perché mi sembra a colori.

mercoledì 11 dicembre 2013

Gli auguri nella città vuota

Forse non hanno molto senso gli auguri nella città vuota. Luci senza spettatori, frenati da freddo, menefreghismo o frenesia di falso calore.

Eppure penso che passerà qualcuno; magari il più povero di tutti camminerà stanco e alzerà la testa, convinto o per caso. Quegli auguri saranno solo per lui. E lui, che nulla sa trattenere, li donerà alla città vuota.

Mi arrampico spesso

Come mi piace arrampicarmi sulle pareti morbide dei sogni e fingere anche di scivolare un poco.

Sentire gli spuntoni sulle mura dritte dei progetti e ricavare una gioia sbarazzina.

Arrampicarmi dappertutto, tranne sui vetri, a partire da quelli dell'ipocrisia o del dono furbo.

Oltre un premio

Sì, il tempo è galantuomo, Marco. Ieri un premio cinematografico per te. E un viaggio, oltre ancora.

Perché tutto quello che hai seminato, vedi come sta fiorendo.

E chi ha diviso, ferito, mentito e colpito, non si volterà e vedrà ciò che puoi vedere tu.

Un premio e oltre.

Tu sei il premio per tutti noi.


Nostra

Nostra. Leggo proprio così. Nostra.

E mi sento così felice e autentica che sbranerei il mondo solo per coccolarlo.

Grazie.

Estate - canzone per la notte

In bilico tra santi e falsi dei. E che dire della falsa voglia di equilibrio che mi ha tentata troppo a lungo.

Ciò che significa questa canzone per me, è chiuso in un cassetto che nessuno può aprire. Ma quei brividi si rinnovano di estate in inverno. Senza che nessuno ce li possa fregare.

L'unica cosa che non mi attira più, è quella insensata voglia di equilibrio.

Cada quel che cada.

Estate, Negramaro, canzone per la notte se si vuole il giorno.

In esclusiva, detesto

Quando sento in tv "in esclusiva", spesso mi girano le scatole. E dovrei autoflagellarmi.

Ma non riesco a farne a meno. Sento quell'espressione con orgoglio che sconfina nell'arroganza. Con la fierezza che spesso si coniuga con: è solo mio, quindi posso spararla come devo. Continuo a sbandierarla, il che mi autorizza a gridare tutto come voglio, senza ricordare che comunque ho a che fare con persone.

Giocherella con l'idea di onnipotenza e ci rende pericolosi.

Esclusiva significa conquista, non alzare il volume a caso.

In esclusiva, che parole tentacolari: un veicolo di superbia, che ci fa deragliare, se non stiamo attenti.

L'eleganza di una Parker

Una bionda signora, dove le due parole si accompagnano alla perfezione. Eleanor Parker: al momento, neanche mi ricordo una parte sua. Devo infatti leggere articoli per rimediare.

Non rammento un film, una sua comparsa finché me lo raccontano e si spalanca un universo. Ma prima, a quel nome e a quell'addio mormorato, ho solo avuto una sensazione: quella di un'ombra di eleganza, che passa, ci accarezza e che infine si congeda da noi, e dalle nostre volgarità quotidiane.

E se alla chance per un altro

E se alla chance che affiora per un altro - enorme e ghiotta, o minuscola e flebile - la prima frase che mormori è: e a me che succede?

Potresti definirti in mille modi. Oggi a  me - colpa di Arguta Paffuta - viene da chiamarti pirla, perdonami.

La felicità non è una torta: se uno prende una fetta, non la ruba a te.

Senza luci

Dietro quella cortina di luci faccio fatica a scorgere a me gesa. Dov'è il mio santuario, pure la foschia ci si mette.

Al momento potrei anche indignarmi. Poi penso: no, è proprio questa la sua forza. Essere presente, ed essere Presenza più ancora, senza imporsi. Restare sullo sfondo di voci e vano aggirarsi.

Senza luci da vestire, ma una tenera e potente da nutrire nel cuore.

martedì 10 dicembre 2013

Notte e sperare sempre (stupida bambina)

Sperare sempre. Quello stupido sorriso non ti può essere levato da nessuno.

Ballavi sulle punte, tu che con l'agilità c'entri poco.

Stupida bambina, tu e sperare sempre, fino all'ultimo oltre.

E in barba a tutti gli austeri realisti, più finti della mia arte ballerina, danzare di speranza tutta la notte.

Sai come dirmi basta

Almeno tu, sai come dirmi basta. Uno sguardo che si spalanca su un perché. Una graffiatina alla porta. Un guaito che intende: ma devi proprio continuare così?

Hai visto che sole?

Hai visto che vita?

Tu mi dici basta e io chiudo tutto.

Grazie

Voglio credere in te

Voglio seppellire le voci sotto un cuscino: voglio credere in te.

Forse non si tratta di un gesto generoso.

Voglio credere in te, perché anche in questo mondo cerco qualcosa in cui credere, raggio di Lui.