martedì 30 aprile 2013

Vecchio stampatore

E se avessi potuto scegliere da chi fermarmi per ascoltare, avrei scelto te, vecchio stampatore.

Tanti mi parlano, senza preoccuparsi della consistenza della mia corazza. E tanti mi ascoltano, immersi in se stessi. Tu mi hai ascoltato prima che me ne accorgessi; non c'è una mia parola che sia andata perduta, nemmeno quelle che non ho potuto dire.

Quando mi hai avvicinata, ho sentito prima l'orgoglio che qualcuno mi ascoltasse. Poi la commozione come figlia di un tessitore. Di più, di un mago che permetteva ai tessitori di fabbricare meraviglie. Questo aspetto ha preso il sopravvento e mi ha inondato di sensazioni rare.

Poi ti ho ascoltato. E già da una frase ho imparato cose che nessuno mi aveva detto. Forse non le ritenevano importanti, ma tu sì. E quindi io.

Sei la prima persona che ho incontrato, e non lo sai, ma anche questo aveva un senso.

Così ti dico: se avessi potuto scegliere da chi fermarmi per ascoltare, avrei scelto te.

E l'ho fatto, e lo farò.

Live wire - canzone per il giorno

Lascio fluire dentro di me l'energia accumulata ieri con l'intero album e quindi mi appello a questa canzone. Anche se non è Dolce Stil Novo, né una carezza, neanche nascosta in un pugno.

Ma carico di energia, elettrico per illuminare la giornata, più oscura a volte delle notti, io sono con i Motley Crue. Sento che se si libera questo potere, non c'è muro che non possa abbattere, persino a pugni.

Senza freni, nel fiume della vita, si può divorare tutto senza esserne divorati. C'è un confine, un pulsante anche per un filo di elettrica natura, che è meglio non stringere.

live wire, canzone per il giorno.

Il fuoco di Diego

In questo frescolino mi dà calore e sorriso il fuoco di Diego Occhiuzzi. Alle scorse Olimpiadi è uno degli atleti che mi ha caricata di più, che con la sua grinta ha raccontato molte storie capaci di darci nuove energie.

La prima, lo sapete, è che a volte secondi significa una partenza, un punto onorevole da cui ripartire, dandosi slancio.

Un altro aspetto di Diego che mi piace è l'amore per la sua città. Perché Napoli è meravigliosa, bisogna accostarsi con rispetto e voglia di farsi contagiare dal fuoco.

Buon compleanno, Diego, io ti dono un GRAZIE grande quanto il tuo cuore.

L!importanza di essere secondi
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Giorno dispettoso

Vado matta per i giorni dispettosi. Quelli che ti svegliano senza preavviso, con un raggio impertinente o il rumore di un prato tagliato, oppure solo con un solletico interiore che ti fa sbocciare prepotente voglia di vivere.

Mi piace la marachella di una giornata che sorge sfidando il tuo broncio, ignorandolo o prendendosene gioco, finché non scoppi a ridere anche tu.

Vado matta per i monelli, travestiti da giorno, che camminano sbracciati sotto la pioggia o avvolti da tessuti nel sole. E li rincorro, anche se mi sono svegliata ora, solo perché sono dispettosa anch'io.

lunedì 29 aprile 2013

Un'altra notte bambina

Così si scioglie, così si avvicina un'altra notte bambina. Tu che scuoti il capo davanti alla mia trepidazione, ma sorridi sotto i baffi.

Chiuso un importante lavoro con la mia squadra - e quanto sono bravi loro, e quanto io piccina - penso all'altra squadra, quella che attendo domenica, ad essa così collegata.

Ti prometto che dormo, ma mi assalgono le emozioni di un anno e di quanti altri abbracciati. Aspetto, con la paura della bimba che stava giocando e si è ritrovata più volte con niente in mano. Ma poi ho aperto le mie piccole dita e ho ricominciato a giocare.

Un'altra notte bambina e tu che vegli su di me.

Sogno tigri, lo sai, per quello sorridi.

Starry eyes - canzone per la notte

Oggi ascoltavo con un brivido un diamante grezzo, #toofastforlove dei Motley Crue. E anche se questa canzone non è la mia preferita, la scelgo per la sua controversa tenerezza.

Mi piace l'immagine di occhi di stelle. Possono sorridere quando piangono, o piangere quando sfoggiano sorrisi, ma senza menzogna. Possono ascoltare con pazienza o non ascoltare affatto, ma frugano fra le stelle con piacere infantile.

Nessuno può portare via la loro luce e rincorrono delizie di sogni.

Starry eyes, senza menate, semplicemente, canzone per la notte.

Illusione felina

Esco da un luogo, il cancello ancora sbarrato e mi blocco. Oltre ci sono occhi di gatto, rintanato tra due auto. Ci fissiamo nel buio, senza fiatare, come due animali che devono capire se possono convivere in un oscuro mondo.

Non mi sento a disagio, in un comportamento così poco umano, perché faccio come lui e siamo le uniche creature quaggiù. Finché sento arrivare auto in corsa e mi assale la paura di distogliere il gatto dal pericolo. Mi muovo, dolorosamente umana ora, e lui è sparito,

Chissà perché mi sento quasi sola, con tutta la gente che gira intrappolata nelle scatole metalliche. È solo entrando nel mio cancello che sobbalzo: un gatto che sta fiutando discretamente il sacco dell'immondizia nella casa accanto. È simile a lui, forse è lui schizzato fin qui, a chilometri di distanza.

Illusione felina che rende l'umanità meno penosa.

Un tempo rassicurante

Scusate se torno sul tempo, ma mi sembra che stia concentrando (troppe) energie nostre. Quante imprecazioni stanno piovendo, più di queste gocce?

Ma non trovate che il tempo - splendido o piovoso - sia meraviglioso? Qualcosa che sfacciatamente sfugga al nostro controllo, che ci rimette al nostro posto e che ci permette di sentirci ciò che  siamo: creature, e non creatori.

Riposto il nostro delirio di onnipotenza, magari in una pozzanghera, sediamoci di fronte alla finestra e ammiriamo ciò che non dipende da noi. Così possiamo investire le energie su ciò che possiamo, forse dobbiamo fare davvero.

I'm gonna love you - canzone per il giorno (di pioggia)

Come avrete capito, Peter Criss è una specie di esperto della pioggia, perché in un solo album l'ha ficcata in due canzoni.

Questa è più sfumata, ma fa anche giustizia del tempo e di quanto dovremmo disinteressarcene per portare avanti la nostra piccola o grande vita. Insomma, I'm Gonna love you è perentoria.

Spara una raffica di imperativi alla sua donna, il primo dei quali ci sembra francamente scontato e anche un po' masochistico: non farti trovare a dormire con un altro uomo. Eh va be', penso che ci fosse arrivata  pure lei.

Ora, scherzi a parte, la canzone mi piace per la sua musica incalzante e per la dichiarazione d'amore oltre ogni meteo, che stamattina calza a pennello (o forse dovevo dire ombrello).

Ti amerò, con la pioggia o con il sole. Vi pare poco, come certezza, visto che ormai per ogni azione quotidiana consultiamo il bollettino meteo? Quasi quasi era meglio l'oroscopo...

I'm gonna love you, canzone per il giorno (Di pioggia).

Purché se ne sparli, nonna

Quando vedo qualcuno abbacchiato perché si sparla di lui, mi viene in mente un'irresistibile frase della nonna.

Lei era un filosofa nata, forse merito anche della sfilza di libri letti da sua madre, donna fiera delle campagne. Non a caso aveva anche un nome impegnativo, frutto di quelle pagine, Argia.

E come la madre era forte e lucida, anche se ebbe una vita così diversa e provata fin da giovane per un cuore troppo fragile. La malattia però non ne rodeva l'orgoglio e non abbassava la testa, quando vedeva qualcosa che non le andava e quando incontrava l'arroganza, cattiva parente della fierezza.

Se qualcuno le riferiva che avevano parlato male di lei, le alzava le spalle e commentava: meglio di me che di un altro.

Perché se acquisti questa consapevolezza (che agli occhi degli altri sbagli pressoché sempre e ti giudicano in due secondi, qualsiasi cosa tu faccia), anche la forza ti viene. Così ti addossi volentieri questo peso, preservando un altro più fragile, al quale tutto quello sparlare procurerebbe veramente male.

La carezza di una patrona

Servirebbe oggi, domani e ogni istante ancora la carezza di una patrona. Per me Santa Caterina da Siena è ed è stata sempre una presenza discreta e costante, capace di prendermi per mano nei momenti decisivi.

Quanti 29 aprile di svolta. Uno, tanti anni fa, in cui baldanzosa mi affacciavo al primo round dell'esame di giornalista, in un indeciso weekend di maggio romano. Lo sa solo lei le corbellerie che scrivevo, con la testa già immersa nella mia capitale.

E pochi anni dopo una delle scelte più difficili della vita, che troppo scelta non era: lei lì a darmi speranza. Non importa se sembra ormai un altro mondo e se quella speranza non ha più vita.

Ne ho altre. Penso anche grazie a lei. Che è pure patrona d'Italia, capace di scuotere governanti e pontefici, spronando a essere uniti contro ogni tentazione di orticellismo. E la vedo ancora, in giro per questo Paese folle, sempre indaffarata eppure capace di fermarsi per darmi una carezza.

domenica 28 aprile 2013

La goccia del pensiero

Occhi socchiusi per godersi la musica dell'ultima goccia che cade sulla balaustra, sulla mente. Come un ultimo pensiero che si lascia mettere a fuoco, e che in realtà si forma, cade, si espande.

Fa il rumore che deve, per cercare di impedire il sonno e far respirare la consapevolezza della vita. Ma l'ultima goccia alza la voce, quasi si esaspera di questa solitudine e si illude di poter svegliare il mondo. Non sa che il suo grido è un sussurro e che si deve lasciar vincere dalla notte e dalle sue regole oscure.

Tintinnio, ultimo, del giorno che sogna quello nuovo.

Where do I go - canzone per la notte

Una giornata simile mi porta alla canzone dell'interrogativo per eccellenza. E mi perdonerete se viaggio ancora sulle onde di Hair, con il suo urlo liberatorio.

Una giornata in cui non si può capire nulla di ciò che accade, forse perché se ne parla troppo. Dove vado, è solo l'inizio dell'interrogatorio.

Seguire il fiume o i bambini, non mi porta alla risposta. A quel qualcuno o qualcosa che mi dice perché devo vivere e morire. Né il vento o il tuono, oppure la città dove giace (e mente) la verità.

Queste domande getto sulla strada, ma la risposta non si sente affatto nel vento.

Where do I go, canzone per la notte.

Quello che offre la pioggia

In questi umidi spazi, umide ossa, umidi pensieri cerco di adattarmi alla pioggia. Se fossi romantica, la loderei per i colori che sta rinfrescando, ma la mia pelle ha bisogno di altro.

Non so cosa abbia da offrire una pioggia insistente, dopo una tregua di sollievo, se non il senso dell'attesa.

Aspettare sotto la pioggia che un sogno ti accarezzi meno invadente sulla pelle. Che quei colori dipinti in modo certosino possano brillare. Che il golf possa scivolare dalle spalle e lasciare spazio a un bacio sotto la luna.

La pioggia, l'attesa, la pazienza. Gocce che si mischiano tracciando una strada verso il sogno.

La strana assonanza tra rete e auto

Combattuta su ciò che diciamo, o meglio gridiamo nella rete, ondeggio nel mio piccolo rifugio. Perché siamo così spavaldi, a volte crudeli? Ripeteremmo davanti alle persone che amiamo, o che incontriamo parole così dure, espressioni rissose? E se la risposta è no, perché lo facciamo?

Purtroppo per me ci ho ripensato anche in auto. Dopo aver pronunciato una variazione pesante sul tema di essere vuoto e assurdo a due automobilisti: uno mi tagliava la strada, l'altro non partiva più.

E mi son chiesta: ma se fossimo pedoni, io avrei ripetuto uguali insulti a due persone che mi creavano intralcio sul marciapiede?

No, mi rispondo. Perché nella scatoletta metallica mi sento potente e soprattutto protetta. Come nella rete.

L'essere umano in cerca di illusioni. E di alibi.

Fly away - canzone per il giorno

Aspettando il teletrasporto, la mia futura invenzione preferita, metto le ali con il buon Lenny Kravitz o ci provo.

Ci sono giorni in cui il desiderio di volare via è irresistibile (come Lenny, mi suggerisce l'incontenibile Arguta Paffuta) e con una chitarra o con la mente o con le ali bisogna proprio mettersi in viaggio. Magari anche con la bici, se si è in forma come l'amica Catia.

Sfrecciando nel cielo, sopra gli alberi la prospettiva cambia, come sul mare all'improvviso domato e in stupita attesa del passaggio di questa farfalla.

Andarsene,volare, fare il solletico alle stelle, sbirciare la Via lattea o sbuffare su Marte: tutto qua? Ripartire, non importa dove, basta rincorrere il desiderio. Ma certo, con te è meglio.

Fly away, canzone per il giorno.

Notte che verrà

L'allarme che esplode a pochi metri sembra un perfido alleato delle tue emozioni. Quelle che ti levano il sonno, dopo un'illusoria tregua.

Mi volto e rivolto nei sogni, ma ormai c'è lui anche quando tace. Si potrebbe sollevare il velo sdi stelle, per capire cosa accade davvero, tra registi di film e comparse appagate. Ma fa freddo e la fatica ha il sopravvento.

Quando sei vicino a un traguardo, rivivi ogni passo come la vita. Chi frena più il cuore... Lo nascondo al caldo, sognando la notte che verrà domani.

Sentieri stretti

A volte ci sono sentieri stretti che ti feriscono le gambe, armandoti di rovi, e non sai chi ti ha spinto lì. Ti convinci che potresti esserci finita per errore o disattenzione, ma non riesci a fermarti.

Per una manciata di istanti ti chiedi se tu non sia scivolato in un vicolo cieco, tanto più che non si vedono molte persone. Poi ti accorgi che senti meglio ogni pensiero della natura, e quindi anche di te. Ti dilata respiro e spirito, questo sentiero stretto che improvvisamente profuma d'infinito..

Dininguardia

Guardati bene... Raccomandazione inutile, in italiano. E basta con questi ammonimenti (il fatto che fossi in procinto di scrivere ammonizioni significa che ho la testa nel pallone, vero?), che tanto facciamo sempre ciò che vogliamo,

Ma se parla ul pà Carloeu, dininguardia... Tutto cambia. Come un passo di filastrocca, ci fermamo allo svanire della musica e ci guardiamo attorno tramortiti. In guardia da tutto e da tutti, fino al prossimo giro.

sabato 27 aprile 2013

Two minutes to midnight - canzone per la notte

Che importa se la mezzanotte è passata: ho ancora un piede nella giornata che sembra trascorsa. L'adrenalina, l'attesa con gli amici, la mia squadra su un campo lontano come un sogno.

Nelle orecchie ho ancora gli Iron Maiden, che da giorni mi stanno accompagnando, ma non voglio soffermarmi sui versi che sono di sangue e dolore. Voglio viaggiare con la musica, e pensare che ogni giorno ci sono due minuti alla mezzanotte, alla giornata che può cambiarti la vita, o strapparti lacrime o un sorriso. Quei due minuti che sembrano lenti o impazziti.

Poi ti ritrovi nella giornata che aspettavi, desideravi e temevi. Ma non ne sei troppo convinto... È come se mancassero sempre quei due minuti.

Two minutes to midnight, canzone per la notte.


La mano

E mi chiedi, lo sento, quali siano stati i momenti più felici della mia vita.

- Quelli in cui mi hai tenuto la mano

- Allora sei felice, ancora

Dibati

Dibati. Il volto quasi si imbroncia nella riflessione, pronunciando queste sillabe.

Dibati, ricorda ul pà Carloeu, significa dipende dal caso. Al dibati, è questione di. Un relativismo sano, che permette di sopportare e farsi sopportare. Avere le idee chiare e fisse a volte è una fregatura.

Dibati. Analizziamo ogni caso. E in un momento diverso il caso cambierà, forse ci darà sorriso ciò che ci angustiava.

Good morning starshine - canzone per il giorno

Visto che è una canzone con qualche anno alle spalle, posso parlare di una creatura che non vedo da un pezzo, il sole...

Ancora capelli, che si sollevano o scivolano all'affacciarsi di una giornata al suo finire, con i confini che si sfumano. Buongiorno, luce delle stelle, scandiscono i giovani di Hair. La terra saluta, voi brillate lassù e noi brilliamo quaggiù. Persino quando non ci vediamo...

E ci guidate quando cantiamo. E c'è amore nella luce del sole, in questa confusa gioia, che si riflette negli occhi di chi amo.

È una canzone che rimane sospesa tra la notte e il giorno, con immutata emozione, in quell'angolo magico in cui gli uccellini cominciano a raccontare la felicità per l'alba imminente.


Good morning starshine, Hair, canzone per il giorno

Con qualsiasi tempo, qualsiasi luce.

Sogno a metà

C'è un palco piegato alla luna e io non ci voglio salire, preferisco stare ai suoi piedi. Pur vuoto, pare sprigionare una musica continua.

Non sono le voraci chitarre, né la mia fragile tastiera, eppure note invisibili si riversano da lì. Sfumate nell'argento, sciolte in un abbraccio, si spandono come un ruscello gonfiato dall'estate.

Invece sei solo tu, una pozzanghera violata da una macchina disattenta. E mi svegli, più per curiosità che altro. Un sogno a metà, indeciso se sfuggirmi.

Cronaca del piacere vano

Quanto può costare un favore? La desolante vicenda di cronaca di cui vi rendo partecipi può spiegarlo.

Esco dalla fiera e una macchina accosta: sta andando via? Sì, rispondo, ma sono in un punto lontano del gremito parcheggio. La signora che occupa il posto del passeggero, dice di non preoccuparmi, mi seguiranno.

Ecco che in macchina sto per fare retromarcia, mentre la grigia auto dietro di me sospira il posto. Peccato che ne arrivi un'altra sulla destra ostruendomi la via e ispirandomi il timore che voglia scippare il posto "prenotato" dagli altri. Gli faccio cenno di indietreggiare, ma fa scene irose. Mi tocca sbloccare la situazione, optando per una via alternativa. Solo che compare la signora il cui sopra e mi sento in dovere di scusarmi.

La chiamo: vado, ma occhio che non vorrei che quel tizio con la sua arroganza vi rubasse il posto.

Lei si irrigidisce e presto capirò perché. Dice: ma quello è mio marito.

Scompaio, come spesso accade non ho capito nulla. E dai, Arguta Paffuta, smetti di ridere che dobbiamo fuggire.

venerdì 26 aprile 2013

Carezza ricambiata

Chissà perché è la sera che mi riporta le riflessioni sul tatto. Forse perché il buio frena la vista e i rumori si diradano, così esso può comandare.

Stasera non ho mosso le mani, ma ho disteso la parola e l'ho aperta come un lenzuolo. L'aria fresca è corsa ad accarezzarmi il volto, come a ricambiare o rubare il mio gesto verso i fiori di poche ore prima. Una goccia potrebbe sfiorarmi il dorso della mano o il ginocchio. Tutto il corpo canta e  sa ascoltare, nella saggezza della notte.

Non c'è bisogno di parlare, il tatto è ogni frammento di me.

Rip it out - canzone per la notte

Quando riuscii ad accaparrarmi i quattro album solisti dei Kiss, il mio preferito fu quello di Ace Frehley. Da una parte omaggio al chitarrista extraterrestre di cui, ragazzina, ignoravo le derive. Ma è davvero un album delizioso ed essenziale.

Ne fecero le spese anche i prof, perché si beccarono, in ordine, una tesina su una sua canzone e un tema a lui dedicato. Si era appena consumata la rottura con i Kiss e io scrissi un accorato componimento su chi volessi invitare al pranzo di Natale, povero. Indovinato?

Con gli anni l'adorazione ha preso una piega più accettabile, ma confermo che quel disco mi piace molto, come le sue cavalcate con la chitarra. Stasera risento Rip it out e non riesco nemmeno a scuoterla via come dichiarazione di vittimismo maschile. Perché Ace sa lamentarsi col sorriso.

Fallo a pezzi, questo mio cuore, guardami piangere. Lo volevi dall'inizio. So di non potermi più fidare di te. Andiamocene, senza salutarci. Fallo a pezzi, questo mio cuore.

Ma attenzione, Ace ride, e non è più vittima, perché bellamente sibila: spero che soffrirai. Oh, fuori la verità amico.

E auguri perché oggi è il tuo compleanno.

Rip it out, canzone per la notte.

Alive and kicking - canzone per il giorno

Che iniezione gioiosa, quella che trovo grazie a Pamela. Confesso che non sono una patita dei Simple Minds, ma questa canzone mi è sempre piaciuta moltissimo.

Quando danza sinuosa e quando accelera il ritmo delle domande, mi trova pronta ad assaporarla. Vivi e scalcianti, preferisco l'espressione letteraria a quella ortodossa italiana, perché visivamente è stupenda.

Chi ti salverà quando tutto si sbriciolerà, cosa farai quando salgono le fiamme, come ti potrai salvare, chi cambierà la direzione della marea per te?

Vivo e scalciante, è l'amore, e quindi noi che di questo siamo fatti. Finché lo è, finché lo siamo, nulla può fermarci.

Alive and kicking, canzone per il giorno.

Cos'è uno schermo

Un messaggio inaspettato contribuisce a gettare altra luce sulla giornata. Chi dice che piove, forse è distratto.

E la cara Valentina, che mi sorprende e mi dà gioia, mi scrive anche un altro promemoria. Dietro ogni schermo c'è un cuore. Vero, delicato, provato, grintoso, non possamo saperlo. Ma c'è sempre un punto in cui possiamo iniettare felicità o dolore.

Maneggiare con cautela, oltre lo schermo c'è di più. Grazie, Vale.

Honestly, I dream Of you

Honestly, I do not fear darkness, as I dream of you. I'm not stubborn and I am so easy, as I dream if you.

You are my land and my cloud, not forgetting the Sun. You give me strength and I feel frail, 'cause you make me feel how small and supported I am. Deep in my heart I see the road leading to you and I know Someone else made it.

Honestly, I dream of you. Even when I am with you.

I remi della barca

Un tempo pensavo: voglio proprio riposare, ogni tanto, e affidare i remi della barca. Nel mio mare le onde sembravano minuscole alla piccina, incantata dal suo grande capitano.

Poi passano gli anni e i remi pesano, nonostante tu sia cresciuta. E quei remi, non li abbandoni più. Perché non vuoi gravare su chi ami. E quanti attorno sembrano invece rassicurarti: dalli un po' a me, ma quando ci hai provato, ti tornano con amarezza e pesano ancora di più.

Non pensi più di affidare i remi della barca, in qualsiasi condizioni siano le tue mani. Io li tengo e li trovo leggeri, se osservo le Nuvole o te rannicchiato in un angolo del nostro fragile mezzo, in un momento in cui il sorriso ti illumina.

Mi fermo nel mare e respiro la nostra fragilità, come fosse la brezza che fa stare in volo i gabbiani.

Non era poi così importante

Non era poi così importante che ci fossi o che parlassi. Ogni mia espressione è andata perduta, in apparenza in un tratto di cammino.

Non me la prendo, né cerco altre inutili espressioni. Ai giochi, alle corse, al cortocircuito non  voglio reagire più, né lasciarmi surriscaldare. Vedi che sorrido. E vorrei che facessi così anche tu, anima ferita che incontro.

Dura la vita di chi confida nel mondo, come di chi vi rinuncia. Gli altri nulla possono, se cammini stanco ma lucido, e non è importante se parlano ugualmente.

È importante che ci emozioniamo della vita, ancora, ed è importante se riesci a suscitare un sorriso, una speranza.

giovedì 25 aprile 2013

Gioia piena

Sul bordo del lago, come una piscina traboccante, contare i fremiti dell'acqua. E ascoltare i tuoi pensieri scorrere tra le mie braccia.

Non avere sguardo che per il silenzio, perché la gioia piena non va urlata o evapora. Il nostro silenzio è come una nuvola e ci proteggiamo da chi vuole trasformarli in spettacolo o terreno per il gossip. Il nostro silenzio non è un vuoto, ma gioia. Gioia piena.

Notte

You are my destiny - canzone per la notte

Smetti per un attimo di pensare, mugugnare e altre buffe mosse. Ascolta questa canzone, perché non ne esiste una che sento più vera oggi.

Tu sei il mio destino, condividi il mio sognare anche quando ti ostini a rimanere sveglio. Sei la mia felicità, ecco cosa sei. Sei la mia dolce carezza e condividi la mia solitudine, perché lo sguardo su questo mondo torna dentro casa, perplesso.

Solo il cielo può portare via il tuo amore da me, ma ho l'impressione che il cielo non ne sia interessato, perché ama i propri, originari disegni.

Sei il mio destino, più della mia vita. E vedi che adesso sorridi ancora.

You are my destiny, Paul Anka, canzone per la notte.

Ci vuole più tatto

Provo sincera vergogna da rocker fallita, ma me l'ha ispirato un fiore. Il buio copriva tutto, testardo, allora la mano si è allungata per una carezza. La superficie morbida, all'improvviso, ha preso colore: quel rosa tenue si è messo a frugare nel cielo.

È diventato un vizio... E ho sfiorato il foulard, un muro ruvido, una gelida maniglia, vedendo tutto in modo più nitido. Poi ho trovato te e l'emozione ha offuscato la vista, è rimasto solo il tatto.

I got life - canzone per il giorno

Ho la vita, le risate, la libertà. Le offro a quanti li scoprono attorno a me. Ma se mi guardo allo specchio, il cuore mi scoppia alla visione di tutti i doni che sono stati offerti a me e alle creature, a questa immensa libertà che le lega.

Anche se ho modi strani, mal di testa e altri dolori, brutti momenti come voi. I capelli, la testa, gli occhi, il mio collo, la mia anima e la descrizione in Hair si spinge su ogni frammento di sé. Non importa che uso ne facciamo, non in questa situazione: ora importa celebrarli nel dono che essi sono.

Ma mentre si danza nella liberazione di Hair, sento la parola che risuona più dirompente. È vita, vita, vita. Condizione essenziale della libertà che poi dobbiamo riconquistarci tutti i giorni.


i got life, Treat Williams, Hair, canzone per un giorno da liberare


I luoghi dove torni piccina

Ci sono luoghi dove ritorni piccina, anche se ormai riesci ad afferrare tutto con le mani oppure nulla più ti sta.

Ci sono luoghi in cui entri con il piglio da adulta, quell'aria vagamente orribile con cui stai gridando che se il mondo non è tuo, poco ci manca. Poi ti rivedi lì, minuscola, a scegliere un quaderno o a sospirare un cono. Senti il profumo delle matite o di un dolce che non potevi mangiare, fuori dai pasti. Ti senti all'improvviso così piccola e impotente, ma piena di desideri. E di quella nullità che sei, ancora, ti inebri il cuore.

Chissà perché

Sarà per cullarmi e poter dormire ancora una manciata di minuti, ipnotizzata da una cantilena. O la malìa verrà da uno specchio appena impolverato. Ma mi interrogo così.

Chissà perché chiudere, quando non si è mai aperto. E seminare, quando non si ha la pazienza di innaffiare. Chissà perché cadere vittima dei colori, quando la verità è nero su bianco.

Chissà perché torturarsi quando si è già pagato e perché non si trova mai il conto, lì in bella vista.

E più di tutto, chissà perché chiedere quando delle risposte non ci importa affatto.

I would do anything for love - canzone per la notte

Mi smarrisco tra le parole infinite di questa canzone, travolgenti come una battaglia, e non credo sia lei l'avversaria.

Farei qualsiasi cosa per amore, ripete Meat Loaf, forse per crederci e quando ha raggiunto la cima dell'onda si ribella proclamando: ma non farò questo.

Strano contemplare i duri dichiarati salire e scendere, arrampicarsi e sprofondare. Imprigionati in giorni in chi non viene facile, altri in cui viene in scioltezza oppure affatto.

Puoi far sì che sia un pochino meno freddo? Mentre piange, ride, soccombe, rivela una verità forse. Noi che proclamiamo: farei qualsiasi cosa per amore. Tranne...

I would do anything for love, Meat Loaf, canzone per la notte.

Semplicemente Marco

Sì, presto scriverò auguri a diversi che condividono il tuo nome, e degni. Ma oggi più che mai il mio primo augurio, libero e potente, va a te, Amico mio. In questi giorni, come ogni giorno. In queste pagine, come tante pagine. 

Non è ricordo di te, ma presenza per tutti noi, tuoi amici, noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrarti. Di ridere, di condividere momenti terribili e altri più lievi, di dipingere un mondo con i nostri  differenti ideali. Ma erano ideali e le distanze ci avvicinavano, tutti.
Oggi più che mai, ricordo te e il tuo mondo. E se ci ripenso, credo che abbiamo vissuto due o tre esistenze, e la tua ora è più intensa e vera delle nostre.
Chissà se là, nel campo senza tempo, ci sussurri ancora quella frase, il nostro bastone: 
il tempo è galantuomo.
Lo è, lo è: finché esiste, nessuno è più galantuomo di lui. Poi mi sa che diventa ancora più bello.
Buon onomastico, semplicemente, Marco.

mercoledì 24 aprile 2013

La ricerca discreta

Non occorre urlare, per cercare; anzi, alzare la voce mette in fuga la realtà come i sogni. Basta protendere un poco, un poco soltanto, il volto verso la fonte di ogni calore. Non è obbligatorio nemmeno aspettare che il cielo sia così blu, perfetto fino allo stordimento.

La ricerca discreta è esporsi, un petalo alla volta, senza esibirsi e deliziare senza mascherarsi, senza portarsi troppo lontano durante la ricerca.

Stanze che si riaprono

Talvolta, più potenti dei cassetti, si riaprono antiche stanze. Oggi è toccato a quella dove scrivevo svogliatamente la mia tesina d'arte, con l'elegante Antonietta che mi cercava i libri.

Lui, l'artista di casa e del mondo, era in un'altra stanza, ancora. Forse, ne potevo sentire il respiro. Avrei potuto. Ma ero giovane e impaziente, dovevo vergare quella tesina dannata e volevo scappare via da altre stanze ancora, anguste perché ci dovevo entrare e dovevo lasciarle quando altri volevano: la scuola dove scandivo "Another brick in the wall" in omaggio alle mie flebili ribellioni.

I quadri mi sbirciavano nella casa di Angioletto e Antonietta, due A intrecciate dal buon gusto, con la firma della terza a, l'arte regina. Ma io ero indifferente e scalpitavo. Mi sono sfuggite tante storie che vorrei piangere oggi.

Stanze che si riaprono e ora sono spoglie, tanto che sento un brivido.

I remember you - canzone per il giorno

Non c'è stato risveglio con la pioggia, le gocce non sono arrivate a lavar via un sogno. Ma ti ricordo, comunque e sempre.

Sei il mio primo pensiero, sei l'ultimo, sei quello che scandisce ogni istante, perché ogni istante ha un senso. E sento che ancora mi stai stringendo la mano, magari anche per farmi uno scherzo e ridere, ridere prima con gli occhi.

Mi hai promesso che mi avresti pensata sempre e so che non mi lasci mai sola. Anch'io, non ti voglio lasciar davvero andare. Ti affido sì libero a luce e promesse, ma ti tengo anche qui, senza soffocarti. Sei il sogno che non se ne va mai via realmente. Vorrei sentirti dire: ti ricordo. Ma so che invece dici: sono qui con te.

I remember you, Skid Row, canzone per il giorno.


L'odore buono del mercoledì

Che cos'è ora, se non un giorno robusto calato a caso nella settimana. Indeciso se rigare dritto con gli altri o tirar fuori qualche frase strampalata.

Così diverso da anni fa, quando aveva un odore tutto suo, impegnativo ma buono. Il primo punto d'approdo di un cammino, con righe vergate più in fretta al pensiero che si apriva una strada verso un paesaggio libero. La lezione di piano, per cui non avevo studiato abbastanza eppure venivo perdonata. La consolazione che il mercoledì è il giorno prezioso per i Gemelli, da Mercurio pilotato: anche se mi perdevo sempre e comunque, perché l'astrologia per me è solo un vezzo, un modo di sfottersi un po'.

Tracce di libertà nascoste tra la polvere della fatica. Ecco l'odore buono del mercoledì, ora - ammissione da vecchietta - spento da troppi aromi, anche strepitosi, ma tutti uguali.

L'effetto della dieta

Non è vero che le diete non sortiscano alcun effetto. Io, ad esempio, ho ripreso questo sentiero, pur con scarpe rattoppate e voglia pari a zero, e comincio già a sentirne uno che timidamente bussa e affiora.

Ho una fame terrificante.

Arguta Paffuta

Se i ragni facessero rumore

Terminando le pulizie di primavera o illudendomi, mi sono convinta: se i ragni facessero rumore, sarebbe una vita migliore. Fa rima e senso.

Niente agguati notturni, senza che tu nemmeno potessi sospettare della loro zampettosa esistenza. Un sano ronzio sarebbe perlomeno educato: ti risvegli in tempo per evitare un contatto. Invece, loro corrono veloci e senza emettere mezzo suono. Anche se io una notte lontana da un ragno sono stata svegliata, ma non mi crede nessuno, quindi è inutile insistere.

Diamine, non volete ronzare, non vi sembra nel vostro stile? Un fischio, un sibilo, un qualsivoglia verso.

Nulla, preferiscono il silenzio, assaggio del loro successo e della loro sopravvivenza.

E se anche noi facessimo meno rumore?


Superman tonight - canzone per la notte

Non ho neanche un vecchio, sbiadito tatuaggio in cui si possa vedere un'ombra di eroismo.

E mi ripeto con i Bon Jovi: forse sono cinica o dolosamente logica. A differenza di Jon il bravo ragazzo, non so se venderei l'anima per essere eroe, nemmeno stanotte.

Del resto, chi ci salva se crollano le stelle del nostro cielo? Chi ci mette al sicuro dalla marea improvvisamente troppo alta?

Non so, Jon che respingi tutti i dubbi, dalla vita vista solo come una bugia o dalla convinzione sull'esistenza del cielo, che vacilli. Io non credo che occorra essere eroi, per un istante, per un'ora e quindi per la vita.

Ma ogni tanto, in qualche notte più fredda degli altri, hai ragione: un superman anche di passaggio, scalcagnato, malconcio e affievolito... saremmo disposti a farlo entrare.

Superman tonight canzone per la notte.

martedì 23 aprile 2013

Cattiva coscienza (X files di ca' nostra)

Brutta bestia, la cattiva coscienza. Domenica ho pensato che il giorno doveva essere propizio per la mia squadra. E per varie ragioni.

Una nascondeva un pensiero da carogna: un nostro avversario in altra serie aveva perso, dopo una serie di successi. Doveva essere di buon auspicio. E' un pensiero di cui potevo persino vergognarmi e che non ho messo nero su bianco. Dopo poche ore, però, noto che su twitter ho un follower legato alla squadra con cui dobbiamo tradizionalmente bisticciare.

I dubbi mi assalgono. Uno, in una crisi di sonnambulismo l'avevo scritto. No, pfui, controllo, sollievo. Due, mi hanno letto nel pensiero: si affaccia l'ipotesi in stile X Files e avverto un certo disagio.

Alla fine, opto per la più tradizionale coincidenza. E approfitto per salutare l'avversario. Chiaro che dobbiamo tenerci d'occhio e osteggiarci, altrimenti non c'è gusto.

Ma cribbio se ci mancate, voi e l'altro, rivale per eccellenza. Quando esistevano i derby, e ci divertivamo tantissimo. Se non volete venir giù voi (dai, scherzavo), aspettateci che un giorno vorremmo tanto arrivare lassù.

Pericolosa sull'isola

Eh no, compagno di sogni scozzese, non dovevi portarmi su Skye. Lì divento un guerriero che si commuove di poesia. Respiro l'aria umida, sognando di essere svegliata da quei dannati dei gabbiani, capaci di chiedere pietà, non di darne, vere creature del mare condannate alla sopravvivenza.

Lì cavalco le colline e non trovo nascondigli. Tolgo il cappello davanti alla distilleria e riparto con addosso quell'aria indiavolata che fugge all'assaggio degli angeli e poi si arrende. Seguo i percorsi nascosti del Bonnie Prince Charlie e gli spalanco la porta verso la salvezza.

Lì sono come la Scozia: divento ciò che sono.

Take me to the farm, canzone per il giorno

Se vi sentite già in fermento come una metropoli intera e trovate ospiti sgraditi nel vostro caffè, se vi stanno pulsando le vene e il nervosismo è il vostro più affidabile compagno, potete caricare questa canzone e partire.

Invocate di portarvi alla fattoria, che spesso non è poi così distante. Trovatevi uno scampolo di prato: la natura si annida anche lì, persino tra le cartacce che altri (e anche voi, su) hanno buttato nei giorni scorsi. Magari raccoglietele e contemplate il risultato: avete ricreato un mondo immacolato.

E lo so, siamo egocentrici, ammalati irrimediabilmente della nostra unicità. Eppure non siamo Peter Pan, non se invece di volare con la mente lontano dalle responsabilità, prendiamo le distanze dallo smog del qualunquismo e della frenesia fine a se stessa.

Ripetiamo, con Steven Tyler: take me to the farm, finché non ci calmiamo. O magari andiamoci noi a questa benedetta fattoria.

Take me to the farm, Aerosmith, canzone per il giorno.

Il tema perfetto e San Giorgio

Il tema perfetto è stato da me scritto per manganellare affettuosamente il mio ex professore e ora amico, che per fortuna è su facebook, ma non guarda nei miei cassetti. Spero, altrimenti lo saluto.

Mi viene in mente oggi, giorno di San Giorgio. Siccome il mio amico è maschilista dichiarato, così dichiarato da non esserlo poi nei fatti, ci piazzò davanti un titolo provocatorio. Noi donzelle dovevamo raccontare: ci sarebbe piaciuto nascere maschi?

Eh no, gli risposi vergando appassionatamente quei fogli. E sul finale scomodai proprio San Giorgio. O meglio, non volendo essere blasfema, un cavaliere che gli assomigli. Grazie, cavaliere, che mi hai salvato dal drago potente e minaccioso. Ma ti sembra il caso... tornando dall'impresa, ti pungi con una spina e mi porgi singhiozzante la mano da fasciare?

Chi crede che io sia cattiva, può condividere un minuto di meditazione sull'atteggiamento di molti uomini quando hanno un principio di influenza.

Il luogo più lontano

A rigor di logica, il luogo più lontano è quello che richiede più tempo per andarci e tornare; tanto cbe nella vita spesso si rimanda, in modo da ritagliarsi il momento perfetto.

Così distante, da pregustarlo, assaporarlo (chissà se si infiltra un filo di delusione) e magari vederlo una volta sola.

Ma che cos'è il tempo, mistero ancora irrisolto per me.  E io penso che il luogo più lontano sia quello per cui serve più coraggio per ripartire.

Mi piace crederti

Mi piace crederti e guardarti controluce, annotare un tuo sussulto e una piega di gioia sul tuo volto.

Mi piace ascoltare quella musica che chiamano voce e che diventa un motivo noto e irrinunciabile nella mia colonna sonora, la base da cui ripartire ogni giorno con il mio strumento.

E mi piace scompigliarti le carte e i pensieri, mi piace quando dici che scasso e poi torni a chiedermi un consiglio; così mi faccio piccina e non riesco a parlare.

Mi piace crederti, crederti. Perché so che dici sempre la verità, tu, persino quando non ci credi tu.

Here comes the sun - canzone per la notte

Nell'ora della ribellione arrivò il sole, forse quasi stupendosi di tanta confusione. Oh sì, lo sentiamo proprio mentre Richie Havens si affaccia sulla luce del riposo.

Arriva il sole arriva il sole, e dico che va tutto bene. Che è stato un inverno lunghissimo e solitario, sembra trascorso un anno, ma ora arriva il sole. E illumina sorrisi sui volti, cancella il tempo colorandolo di primavera.  Il ghiaccio si è sciolto lentamente, torna chiaro come un'era fa.

Ma arriva il sole e non c'è che da sospirare: va tutto bene.

Here comes the sun, canzone per la notte.

Buon riposo, Richie.


lunedì 22 aprile 2013

Un brutto avversario

Così, riavvolgendo le tue radici, a fatica ma con dedizione, ti accade di incontrare una cara persona che da un po' non vedevi.

Il banale come stai, diventa gelido quando ti risponde: non bene. E ti auguri che sia un malessere, una seccatura, un male prontamente domabile. Ma lui, serio e dignitoso, precisa: una brutta malattia. Non c'è più nulla da aggiungere, perché così l'ha inquadrata, ma anche affrontata, presa per le corna. E tu vorresti che dicesse di più perché sei tornata bimba e devi ottenere rassicurazioni. Lo fa. Sto combattendo, afferma ancora.

E dietro il sorriso sofferente, ma che non cede, abbiamo già riposto questa nube, come se ci fosse più da piovere.

Lo so che stai combattendo e prego che quel brutto avversario si troverà spiazzato.

Preghiera riaffiorata

Camminando sotto il peso del crepuscolo, eppure incredibilmente leggera, mi arresto a ridosso della piazza. Nella via dove in fondo, lo so, tutto - o molto - ebbe inizio, via ridotta ora a un innocuo passaggio tra due piazze da affrontare spediti, c'è ancora Lei.

Splende nella cappelletta antica, e un vetro la separa da me oppure la restituisce con strani riflessi. Rinchiusa, come può essere così libera? Una Madonna sempre lì, e che non mettevo a fuoco da anni, come una preghiera dimenticata, riaffiorata.

Lo slancio e gli applausi

Il presidente invoca lo slancio. E io penso a quanti ne vedo tutti i giorni, lontani dalle stanze corrosive e corrose. In poche ore, quanta emozione, quanta vitalità: il tempo di aprire e chiudere l'iPad, e le risento.

Ho assistito a ragazzi che hanno studiato con entusiasmo la vita pulsante della squadra della loro città. A un amico che ogni anno afferma che non scriverà più, ma si commuove a una sfumatura e riprende una penna per colorare le vite altrui. A un vecchio leone, che privo di vecchia retorica sa inchiodare l'attenzione dei giovani e spingerli verso il domani.

Incontro lo slancio ogni giorno. Senza applausi vuoti, perché le mani sono impegnate a seminare, a sfogliare pagine, a costruire.

Mi hai insegnato a brindare

Con tutti questi mali, bronci e saette noi attraversiamo lo schermo immuni. Mi hai insegnato a brindare, in qualsiasi istante.

Calpestiamo la terra con leggerezza e alziamo il calice grati di un respiro, di un abbraccio, di un piccolo dono o di una minuscola conquista. Mi hai insegnato a brindare, che ci capiscano o no, che ci riusciamo a far capire o neanche un po'. Che faccia male o il solletico, che sia tutto buffissimo o gramo, ma gramo.

Mi hai insegnato a scegliere il bicchiere giusto, fin da bambina. E ci scorrono via tutti i giudizi, non le carezze, mentre alziamo il calice.

Not to touch the earth - canzone per il giorno

Respiro i primi sussulti di protesta per la terra martoriata, dalla voce di Jim Morrison quando la musica è finita.

Nelle ore dedicate a Colei che ci ospita e non riceve un granché di ringraziamenti, ascolto questa canzone. Non toccare la terra, non vedere il sole, niente da fare se non correre, correre.

Ci sono visioni di ieri e oggi, tra queste note. E una casa enorme che si spalanca sulla corsa e potrebbe essere inghiottita o inghiottire. Ma intanto su per la collina, il sole sembra più vicino e brucia, brucia, incolpevole. Nonostante questo avvertimento e mille altri, siamo qui ancora desiderosi di afferrare la luna e magari di ferire anche lei.

E noi non siamo il re lucertola, che tutto può fare.

Not to touch The earth, Doors, canzone per il giorno.

I pensieri nel cappello

Il mio cappello parigino, pois bianchi come lentiggini di luce sul fondo scuro, ha affrontato ogni tempesta e anche questa.

Quando lo tolgo, ho sempre paura che fuggano anche i pensieri. Perché sono convinta che lì sotto si lascino andare e crescano meglio. Così levo il cappello con un gesto che qualcuno può scambiare di eleganza, ma è soltanto di prudenza.

Lo faccio volare, come una farfalla appesantita, e quasi centro il bersaglio. Ma mi piace anche vederlo cadere con un mezzo sorriso, come se volesse giocare ancora. Invece, ti devi addormentare, vecchio cappello comprato a Parigi, e anche voi pensieri rimasti fedelmente legati a me: fate almeno finta, in una notte in preda a brividi ed entusiasmo, cominciate voi a placarvi o dovrete afferrare indietro me.

Notte, con i pensieri stretti.

Troppa grazia, inglesi 2

In un mondo difficile, nella tappa verso la Scozia e la spedizione Scott avevamo scelto come unica sosta inglese una al confine, così per sicurezza. Molto al confine, Carlisle. E la fattoria - sì, quella che mi fa tradire le mie radici spirituali per l'Inghilterra - era conficcata in un luogo improponibile e irraggiungibile.

Non sono alibi che una donna adotta per mascherare il suo scarso senso d'orientamento. Mi ero fatta spiegare la strada, ma la sorellina e io non riuscivamo a trovare il bandolo della matassa.

Mi ricordo quel vagare, tornando a Carlisle in cerca di un'anima viva per strada che ci dicesse come fare a raggiungere la fattoria. Dopo vari tentativi e sguardi persi nel vuoto, abbiamo chiesto a un signore dedito al giardinaggio di fronte a casa sua in quel momento.

Lui ci ha guardato ed è rientrato in casa. Ecco, è questa la gentilezza degli inglesi? Il sangue era pronto a ribollire nelle vene, così come il motore si riavviava. Ma attenzione, l'uomo usciva e diceva: spiegarlo è troppo difficile, vi accompagno direttamente, seguite la mia macchina.

In un percorso bello e impossibile abbiamo obbedito, fedelissime dietro all'auto del signore gentile. Che una volta arrivato all'ultimo incrocio, ci salutava e rientrava alla base.


Stand up - canzone per la notte

Alzarsi e mettere in moto l'amore, comparso quasi per caso in una notte lontana in cui non eravamo soli, eppure lo eravamo davvero. Una sedia vuota a una tavola, uno sguardo vuoto negli occhi.

Alzarsi insieme e guardarsi stupiti, di come il destino sappia mettere di fronte un uomo e una donna, nel momento giusto, nel luogo perfetto, contro ogni calcolo statistico dell'umanità.

E in questo gioco che si faceva serio, far scorrere anche una canzone che ci stringiamo al petto pure stanotte, perché quel movimento innescato continua.

A poco a pcoo, come un buon vino, l'amore è un motore che non si ferma mai. Passo dopo passo, facile e lento sulla scala per il cielo. Con la notte, forse, ne vedi meglio le luci discrete sui gradini.

Stand up, kick love into motion. Def Leppard, canzone per la note.

La zampata di rosa

E se fosse la pioggia a far sprigionare i colori, il sole giusto con una pennellata finale? E poi si prende lui il merito.

Non che alla pioggia importi. Le basta forse abbassare lo sguardo e vedere questa zampata di rosa, evidenziata dal suo grande lavoro, costante o capriccioso a seconda dei giorni. La zampata di rosa è anche un po' la sua e come una madre continua a parlare, un discorso più simile a un canto rassicurante, mentre sul telo della terra si dipingono piccoli prodigi.

domenica 21 aprile 2013

Tacagh'adré

Una vittoria fa bene allo spirito e spinge avanti i sogni. Tacagh'adré che la tempesta primaverile ha pennellato di un verde vivissimo i soffocanti viali.

Tacagh'adré che tu sorridi come un gatto che non vuole aprirsi troppo, nel calduccio del suo divano, ma stai già pregustando la mia attenzione.

E tacagh'adré che un'aria leggera e insistente continua il suo gioco, che una preghiera cammina sullo sfondo verso la sera e che si può stare anche al calduccio dell'anima.

Tacagh'adré, aggiungere tutto questo alla Vita e volare.

La tigre una bimba dal braccio ingessato

Una bimba dolce, una bimba fortissima: solo più tardi ho scoperto questo segreto. Alle Bellotti tra i ragazzini che hanno assaltato festosamente noi del Tigrottino a caccia di autografi, stupendoci moltissimo, le bambine hanno scritto un capitolo ulteriore.

Due hanno chiesto a me e agli amici di firmare loro il braccio: eravamo titubanti, perché non sapevamo come l'avrebbero presa mamme e papà. Poi lei, che ci ha svelato l'arcano, porgendoci il braccio ingessato. E solo più tardi ho scoperto che aveva rotto il braccino da poco e stoicamente aveva sopportato il dolore, poi l'ospedale  e l'ingessatura che dovrà tenere per un mese, ma non ha voluto mancare all'incontro.

Firmando le ho chiesto quando potrà levarsela. Il 18 maggio ha risposto con il suo sorriso forte, che raccontava ancora l'emozione per aver gridato forza Pro Patria.

Ah ragazzi, togliamo il gesso, togliamo le paure. Dobbiamo festeggiare con i nostri bambini.

Rubare la scena

E tutto questo sgomitare per rubare la scena? Non ne vedete in abbondanza?

Quando lo scorgo, è solo perché sto leggendo o guardando un fiore e il movimento di ombre rischia di disturbarmi. Allora, se proprio voglio pace anche da fuori, e non solo in me, mi rassegno a rivolgermi alle ombre sfarzose: guardate che la scena è tutta vostra, io sto in platea, galleria o dietro le quinte; sto dove cavolo mi pare, basta che non ci siano riflettori.

Se proprio volete rubare la scena, pur non sapendo a chi, lo fate piano che io devo leggere?

Mi sono già pentita di aver parlato a chi non ascolta. Tiro fuori le cuffiette, per vivere: la soluzione viene sempre da noi.

Arguta Paffuta

I Love it loud - canzone per il giorno

Su in piedi, non abbiate paura. Oppure giù, se volete, con l'amore che infuria come un uragano.

Non bisogna essere per forza un ragazzo di strada, per non voler essere domato. Colpevole, finché non vengo trovato innocente, con le dita dell'anima immerse nella musica. Musica che mi piace alta oggi, alta davvero. In mezzo agli occhi, senza compromessi. 

Basta trattarci da alieni, basta compromessi, basta alibi, perché con la nostra musica non è possibile. Bisogna scuotere la mattina con il volume alto.

Prendere o lasciare, questa giornata va vissuta senza sordina, senza maschere e senza lasciarsi imbrigliare da chi non vuole ascoltare. Su il volume. Prendere o lasciare.

I love it loud, Kiss, canzone per il giorno.

Troppa grazia, inglesi 1

Ascoltando un fiume di parole in un programma britannico, mi interrogo sulla gentilezza intrinseca nelle espressioni dei nostri dominat... (ehm, piantala Arguta Paffuta, cribbio, che ci legge il nostro figlioccio), amici inglesi.

Una delle cose che mi ha sempre stupito, devo dire: questa capacità di portare la gentilezza stendendo  le sillabe e i gesti su un morbido telo.

L'ho toccato con mano più volte, ma un episodio simbolico viene dal racconto di un amico, che a volte cito ad esempio e ora scrivo.


Lui era un insegnante di inglese in erba. Va a Londra. Alla fermata del bus chiede a un signore di passaggio se sia giusta la tappa per la sua meta e si sente rispondere un sì irrobustito da un fiume di parole. Che non capisce, per inciso. Dopo qualche minuto, da incerto in terra straniera, ripropone la domanda e si becca un nuovo sì stemperato in un discorso. Dopo mezz'ora trova un uomo pietoso che gli rifornisce il sì ma mormora lentamente le parole che seguono.

Sì, ma la fermata è stata soppressa, quindi deve andare a quella successiva che si trova...

Dire no, era indelicato.

Troppa grazia, inglesi.

Raramente

Raramente ho pazienza e quasi mai mi vesto d'arguzia. Le luci sparate mi danno fastidio, tanto quanto il buio della notte.

Raramente inseguo e quasi mai batto la pigrizia. Mi consegno, finché non mi passa la voglia o non me la fanno passare.

Raramente voglio arrampicarmi e quando accade, cerco di pentirmene presto.

Raramente libero una parola nell'aria, mentre raramente la trattengo verso il foglio.

È questa rarità che mi definisce, mi scruta e mi trasforma, questo non vergognarmi di ciò che sono e riderne in libertà.

Hold on to my heart - canzone della notte

Così un gruppo tra i più oltraggiosi, dal nome pungente e dal leader senza legge, confessa la debolezza, o l'umanità, se si vuole addolcire il termine.

Racconta una fiamma nel cuore che nessuna pioggia può spegnere. Niente, se non un abbraccio. Perché tutto ciò che sono, è nelle tue mani.

Così un uomo confessa la solitudine e la paura, che non può soffocare senza di lei. E dimentica frastuono e amplificatori, per ripetere come una ninna nanna


hold on to my heart, wasp, canzone della notte

sabato 20 aprile 2013

Il profumo del taglio

All'erba strappata e umida, si aggiunge un profumo diverso. Mi afferra la gola e mi incatena gli occhi a terra: un tronco tagliato, un pianto discreto che se ne va.

L'aria impregnata di quel dolore, di chi sa di doversene andare per lasciare qualcosa che aiuti a rinascere, ma ancora non è in grado di spiegarselo. E tace, soffocando le sillabe e i singhiozzi.

Che strano, che adorabile aroma. Che pianto discreto. Un mormorio che parla di vita, affiora da quel tronco e dal giardino sospeso nei sentimenti.

Un profumo che guida la sera e ci fa sentire più uniti, nel nostro ciarliero silenzio d'umanità. Tu, gli Amici e un profumo di eternità.

L'amico vulcano

Così difficile scuotere la pioggia, penso arrabbiata come un gatto umido. E poi un amico ti scrive, ti ringrazia per ciò che hai fatto... E tu sai che non hai fatto proprio niente, che il vulcano è lui e deve ringraziare solo le proprie forze e la capacità di far stare insieme gli altri.

Ma lui non si sofferma mai sulle punta delle proprie dita, sul cuore grande che ha. Non si ferma a specchiarsi, non si ferma proprio. In viaggio subito, ad aiutare qualcuno, come l'aria che non sa posarsi perché vuole subito farsi respirare.

Time after time - canzone per il giorno

Anche questa canzone è rimasta sotto pelle. Forse la pioggia la costringe a stare lì al calduccio tra i ricordi, mischiando i piani del tempo.

Perché in tutta questa confusione qualche certezza si fa avanti, come quando minuscole gocce si  estendono sul vetro e non se ne vogliono andare. Se ti perdi mi puoi cercare e mi troverai. Se cadi, ti afferrerò, sarò lì ad aspettare. 

Non so se esista il tempo, ma se lo intingo nella pioggia, forse si fermerà e ammirerò il tuo sorriso.

Time after Time, Cyndi Lauper, canzone per il giorno.

Notte invadente

Questa notte invadente, in cui le emozioni non vogliono dormire e se ci provano, alza la voce la pioggia.

Ti sembra di essere su un fiume focoso, senza saper nuotare, né remare. Non sai se strapparti le vesti o essere saggiamente felice. Così indossi una seconda pelle e provi a chiedere aiuto al buio. Ma anche lui è invadente, come la pioggia impazzita, come i tuoi sentimenti e la notte tutta.

Notte...

Il prof severo

Te lo ricordi il prof sulla cui voce esitante parlavamo? O al quale facevamo il verso, se aveva una parola ripetuta un po' troppo?

Ieri in un'aula ascoltavo e ripensavo: è vero che è il prof severo a essere ricordato di più. Il suo nome, lo rammenti bene e anche se storci il naso, sai una cosa: in fondo, spesso hai imparato più da lui. Un suo mezzo sorriso ti caricava per 20 giorni e un suo voto meno lesivo ti dava alla testa.

Quelli che te la davano sempre vinta, anche se tu stavi perdendo, allora li aspettavi con ansia. Ma se ne sono andati senza lasciarti molto.

Mai troppo lupi

Non si è mai troppo lupi per non sapere quando fermarsi e quando donarsi. Contemplo le espressioni di due lupi che sembrano vedere solo lo sguardo e la bellezza e dell'altro.

Ho il consueto dubbio: sono loro o noi i più umani? E la natura è questo enorme vaso dove confluiscono tutte le coscienze, di ogni varietà, fino ad assomigliarsi?

Non si è mai troppo lupi per sorridere, respirare un fiore, amare.

Your song - canzone per la notte

Ancora avvolta dalla bellissima voce di Piera Pizzi, mi congedo dalla giornata già sciolta in mille gocce con questa canzone.

È così difficile esprimere l'amore, l'ammirazione, la devozione a una persona, che ciascuno sceglie la strada possibile, tutta sua. Elton John sa scrivere una canzone, ma c'è chi scolpisce, chi danza, chi cucina, chi fa un gesto brusco per non svelarsi.

Spero che non ti dispiaccia, ma questa è la tua canzone. Cantata sottovoce o gridando sotto la pioggia, importa solo questo: che la vita sia meravigliosa, finché ci sei tu in questo mondo.

Your song, canzone per la notte.


venerdì 19 aprile 2013

Piove quanto basta

Piove un attimo dopo che hai salutato i tuoi amici automuniti #tantomicascenderàlinfernosubito.

Piove quando non c'è mezzo balcone sotto cui ripararti, e l'ombrello ti sta aspettando stravaccato a casa.

Piove quando basta, e non è tragedia.

Su, sorridi, dopo aver detto ecciù.

Una ragazza fortunata (grazie piccoli)

Se apro il cassetto delle fortune, non lo richiudo più. Allora prendo quest'ultima prima di ritirarla nel cassetto e lasciarlo aperto a metà.

Quest'anno seguendo la mia Pro Patria ho potuto scoprire altri amici e fratelli. Una famiglia, col Tigrottino, con ciascun componente che mi ha insegnato e regalato qualcosa. Oggi siamo andati nelle scuole dove i ragazzi seguono i tigrotti e il nostro cammino. Vedere quei bambini scatenati da fantasia ed entusiasmo, sentire la voce e guardare i gesti di ogni amico in mezzo a loro, è una ricarica incredibile.

Ciascun bimbo era un mondo, e noi con loro. Sono una ragazza fortunata, che non riesce a richiudere quest'altra fortuna nel cassetto, perché le scoppia il cuore di riconoscenza.

Comunque vada... Ma meglio se va bene.

Antici... Pation

Che delizioso termine, con le labbra che si fermano un istante a creare positiva agitazione prima di tutto in se stessi. Sapete che adoro questa parola declamata da Tim Curry.

In italiano, non funziona, anticipazione bleah. Antici... Pation, fa diventare passione l'attimo dell'attesa, in cui sosti, cerchi di respirare ma spingi avanti l'emozione prima di te.

Anticipation di incontri, volto, immagini, parole.

Io oggi ho tre occasioni vibranti per vivere questo e viaggio verso la seconda.

Flaming Youth - canzone per il giorno

Quando tirava aria di ribellione, la mettevo su e cantavo. Perché quando si è ragazzini, si pensa anche questo: che gli adulti ti diano del folle o del pigro, che le cose da te compiute siano solo odiate da loro. Il che tra parentesi ti trasmette rabbia, ma anche un'irresistibile voglia di farle ancora.

L'uniforme di pelle e l'età, usate per uscire dalla gabbia e urlare questa convinzione: che la gioventù fiammante metterà a fuoco il mondo, ne brucerà le brutture. E la sua bandiera volerà sempre più in alto.

Ottimismo da anni Settanta. Ma chissà perché mi viene da guardare il cielo.
flaming Youth, Kiss, canzone per il giorno



Ripreso a lavorare

Il mio amico me l'ha scritto quasi in sordina, dalle sue splendide valli: ho ripreso a lavorare. Dopo aver chiuso e dopo aver pensato che doveva rassegnarsi a lasciare la professione amata, qualcosa è successo.

Non è come prima, non ha la stessa libertà e non durerà a lungo, ha precisato. Ma i profumi e i colori sono quelli che l'hanno caricato per anni.

Non vedo l'ora di vederlo al suo posto di combattimento e gli faccio gli auguri. Gli rubo questo segreto e lo infilo nel cassetto per dare speranza ai tanti che non ci credono più.

One Of these nights - canzone per la notte

Sulle ali degli Eagles, vivo la ricerca in una di queste notti. Si troveranno angeli o demoni. Si scoprono molte cose, con la luna piena.

Qualcuno con il quale essere gentile tra il buio e la luce: avete sentito molte definizioni più belle di questa? Una di queste notti, ti ho già trovato da un pezzo, ma mi sembra che la ricerca sia sempre nuova, poiché sempre nuove sfumature scopro sul tuo volto.

Una di queste notti, fuggo. E torno prima che sia l'alba nei tuoi pensieri.

One Of these nights, canzone per la notte.

I sogni non entrano

Lui mi prende in giro, perché i miei sogni sono un romanzo intero. Sarà per questo che non entrano nei cassetti: troppo ingombranti. O sarà altro.

Sogno moltissimo e mi ricordo tutto, raramente però ne scrivo, come se temessi che solo menzionandoli ne perderei le ultime tracce. Quelle che rimangono sospese sulla pelle della consapevolezza e che non si staccano, se tu fai finta di nulla.

I sogni non possono essere imprigionati o si spengono, non indossano nemmeno le scarpe. Preferiscono camminare a piedi scalzi nei sentieri nostri o in ciò che ne è rimasto.

giovedì 18 aprile 2013

Dalla nuvola non scendo

Non scendo quasi mai dalla nuvola, perché è morbida. Le formiche come persone, o viceversa. Le autostrade ridotte a sentieri.

È solo se capisco che tutto è minuscolo, e io di più ancora, che sento un fuoco buono dentro di me. Un fuoco che profuma di antico e sereno, e che alimenta fumo come nuvole. Sempre più in alto, senza staccarsi, adorabile come le creature.

Il cuore dei piccoli

Davanti alla foto di quel giovane papà sta crescendo un vero giardino e dovrei esserci abituata. Ogni mazzo, ogni pianticella sono una canzone d'amore e non c'è splendore che possa superarli in apparenza.


O forse sì. Perché vedo che una piccola mano ha raccolto rossi petali ormai secchi e non li ha buttati. Al contrario, li ha disposti come un cuore davanti a quella foto: e di fronte ad essi, non trovo un fiore più bello.

Un fiore semplice

I fiori che mi rincorrono o che io inseguo, sono uno più meraviglioso dell'altro, destano cioè meraviglia. Ma qualche giorno fa mi ha interrogato una semplice margherita.

Ci può essere il rischio di dire banale, invece di semplice. Un rischio che alimenta quella confusione festosa di colori portata dalla primavera, come se ne fosse unico emblema.

Invece, margherita è solo bianca, con quel giallo, fisso sorriso. Sembrano non esistere differenze, tra le margherite. Ma lei mi ha chiesto se davvero sia così.

Se non possono - o non vogliono - giocare con i colori, sanno farlo in modo stupefacente con le luci. Le attirano, con il loro candore, le trattengono con sorrisi e carezze, e non so se le restituiscano; magari sono gli stessi raggi che non se ne vogliono andare.

Semplice, non banale, margherita neanche vuole la mia risposta, perché è troppo occupata a giocare con le luci.

Bitter sweet symphony - canzone per il giorno

Non è forse agrodolce uno degli aggettivi più azzeccati per la vita? Incontri la felicità e con essa entra il dubbio che qualcosa possa portarla via. Tocchi terra e c'è già un raggio pronto a risollevarti.

Schiavo al denaro, forse per scordarti che la fine c'è per tutti, e gratis. E la consapevolezza che non puoi cambiare, immerso nella tua muffa. Ma forse non vuoi cambiare, perché tu continui il tuo cammino e c'è una luce che ti scalda il volto. Non sai pregare e ti ritrovi in ginocchio, con suoni che riconoscano la sofferenza.

E anche se non puoi cambiare, puoi essere mille persone. La vita è agrodolce, ed è il tuo gusto preferito.

Bitter sweet symphony, Verve, canzone per il giorno.


Quelli che ti fanno un piacere

Ho sorpreso Arguta Paffuta a straparlare con un ragazzino. E più o meno, gli diceva così

Quell che ti stanno attaccati quando puoi essere utile; che ti sentono ma non ti ascoltano; che annuiscono e intanto ti giudicano; che ti mettono da parte quando non servi e travestono di scuse la loro mossa

Ragazzo, ti fanno un grande piacere. Ti mostrano quanto tu sia forte e quanto siano meravigliosi coloro che ti stanno vicino davvero.

Adesso prendi un pallone e vai a tirare quattro calci in un campo: non sarai solo.

L'onda e le abitudini

Al cospetto del lago, tutto rallenta fino a fissarsi sulla tavolozza delle luci cristallizzate. Un ronzio dell'anima si fa sentire in sordina e l'aria ha un timore rispettoso a muoversi.

Finché arriva lei, un'onda birbante e voluttuosa. Ci giriamo a cercare chi, cosa l'abbia provocata, ma sembra già nascosta. Forse in un angolo a congratularsi della propria, ardita mossa, aspettando di rompere quell'armonia e costruirne un'altra, libera dalle abitudini.

L'onda a gridare che nulla di fisso esiste, poi si vergogna della verità.

Wing - canzone per la notte

Una sensazione così, più forte persino della vita: percepirsi come un'ala, una piuma, nel blu del cielo. Come una pedina, non obbligata a muoversi. Come una visione, negli occhi altrui senza che possano vedere.

Ogni immagine scelta da Patti Smith conduce lì, alla libertà. Perché assumendo ognuna di queste forme, e nonostante il loro limite, si è liberi.

E quando si è liberi, ci si vuole e si vuole donare.

Se potessi fare qualcosa per te, saresti una piuma nel blu del cielo,

Wing, canzone per la notte.

mercoledì 17 aprile 2013

Sono come la mia pelle

Benvenuto primo sole, abbracciato al lago. E stasera contemplo il mio primo rossore. Mi chiedo quanto finiscano per assomigliarsi anima e corpo, spirito e materia, e chissà se si separeranno mai davvero.

A volte, assomiglio alla mia pelle. Non mi piace esporre l'anima al sole gridato e il primo contatto la fa arrossare; in casi disperati, si brucia.

Poi torna come prima. Non candida, ma felice di essere libera, capace persino di giocare con i raggi senza sottomettersi troppo. Delicata in apparenza, forte troppo e abbastanza.

A volte, si assomiglia alla propria pelle.

Il bello del bello

Così mi chiedo, guardandomi attorno, che si addormenti la foschia sul lago o che le luci si moltiplichino in una danza... Che gioielli antichi non si tolgano la polvere o che la scuotano con un piccolo sorriso.

Mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmi tutta questa bellezza attorno a me, quando viaggio per me o per lavoro. La risposta è niente, lo so.

Il bello del bello è questo: ti capita, senza che tu l'abbia chiamato in un modo speciale. Arguta Paffuta suggerisce che vale pure per il suo contrario. Ma io non ho tempo per ascoltarla, perché sto contemplando il bello.

Blood on blood - canzone per il giorno

L'avevo riposta così in fondo a un cassetto, che quasi me lo ricordavo. Ma questa mattina presto l'ho aperto per mettere in ordine, ed eccola "Blood on blood" dei Bon Jovi. Credo sia una delle canzoni più straordinarie sull'amicizia, quella cementata da piccoli prima che ciascuno prenda la propria strada.

La uso oggi anche per vedere il sangue in senso buono, il patto tra amici bambini che vorrebbero scuotere il mondo e cavalcarlo. Un piccolo taglio e una enorme promessa in tempi che brillavano perché si era amici per sempre e ciò che dicevi, facevi.

Jon Bon Jovi, però, è sempre ottimista e sa una cosa. Che di quei piccoli ribelli, uno è diventato avvocato, l'altro un medico  e il terzo solo un cantante in un rockband con i capelli lunghi.

Eppure.. se nella notte risuonasse il telefono, non ci sarebbero più distanze e differenze. Uno per uno, chiunque correrebbe dall'altro.

Blood on blood canzone per il giorno.

Intingere

Prendere un dito e come un rabdomante condurlo alla corte dei colori, affinché ondeggi e segnali. Vederlo vibrare fino a toccare terra e scegliere la sfumatura che in realtà l'ha già chiamato.

Intingere, avere il coraggio di sporcarsi. Un lieve prezzo da pagare, rispetto a quando il dito correrà sul foglio. Macche casuali acquisiranno un ordine sospetto e il dito esiterà più di una volta: come quando parlo, si chiederà quanto profonda sia sua libertà, o corra sulla superficie di un colore.

Intingere. Sporcarsi. Creare. E osservare se stessi, stupiti, mentre si colora il mondo.

L'ho persa

Con gli anni sto solo peggiorando. In auto almeno c'è san navigatore, ma a piedi mi oriento come una folle banderuola. Ultimamente ho trovato un escamotage: l'iPad acceso che segnalava percorso e posizione, così se sbagliavo a procedere il pallino blu urlava adirato fino a diventare quasi rosso.

Ma non si può girare solo con lui in mano. Anzi, a volte mi ribello e mi dico: devo riuscire con le mie forze. Difatti oggi, nonostante avessi ricevuto precise indicazioni, ho preso la sinistra invece della destra, dopo aver girato varie volte la cartina per capire il punto di partenza. Intestardita, mi sono fermata con aria da turista seccata a una mappa esposta; solo che non rintracciavo mezza via delle mie, il che mi ha insospettito.

Entro in una pizzeria a chiedere, non prima di aver meditato se ostentare accento straniero. Rinuncio e riparto, seguo le indicazioni, torno al punto di partenza e.... ma cribbio, qui ci passo davanti sempre con la macchina.

Ad Arguta Paffuta l'ho spiegato mille volte: quello che percorro in auto, non è mai uguale a quello che devo affrontare con le zampe, ecco che cambia la prospettiva.

Ma... dov'è Arguta? L'ho persa, sarà mica andata dall'altra parte.

I can't stop the rain - canzone per la notte

Ve la ripropongo così, fuori stagione, perché c'è un'altra pioggia che stento a domare. Con la notte che cade sulla città, amplificando la solitudine.

Così non riesco a fermare la pioggia, eccola tornare. A un lampo di immagine, a un ricordo, a un dettaglio che non riesco a tenere chiuso fuori, sotto quell'acqua insistente: più facile che le gocce bagnino il mio rifugio.


Quando penso al tuo nome, l'unico ricordo è dolore. A te, bimbo, e a ogni fiore strappato dall'umanità stordita da se stessa.

Ecco, la pioggia torna. Ancora.

I can't stop the rain, Peter Criss, canzone per la notte.

martedì 16 aprile 2013

Angeli che sbucano

Tu scruta pure il nero più nero, ma all'improvviso sbucano. Non parlo di eroi o protagonisti di avventure e salvataggi plateali, di quelli che passeranno alla storia. Più discretamente, come angeli che non devono apparire.

Ti stai preoccupando per una cosa e torni, trovi il biglietto di un amico con una traccia di soluzione. Lui che è oberato di impegni e che ha una sua tristezza dentro (non importa se è restio a confessarla, anzi la percepisci di più), ha pensato a te e ad aiutare qualcuno che più di te lo merita.

Stai riflettendo su quanto poco ci prendiamo cura dei bambini, nella loro natura splendida e delicata, e un amico ti invita a unirti a una pagina facebook dove lui di loro si occupa senza manifestarsi troppo. Sullo sfondo, senza mettersi in vetrina, perché i protagonisti sono loro.

E quanti altri potrei citare. Angeli che sbucano e ti sorridono, il tempo di illuminarti e di incoraggiarti a riprendere il cammino.

L'ultima idiozia (per cui non perdere tempo)

L'ultima idiozia, sempre presente e insidiosa, le solite menate di chi ficca "se" e "ma", di chi oppone i morti ai morti, di chi festeggia la morte altrui pensando di essere vivo.

Al calduccio delle loro poltroncine, al sicuro tra le loro mura, saprebbero però sistemare loro il mondo, tanto hanno le idee chiare.

Io che non capisco un tubo, non voglio perdere tempo a sedermi e imparare da loro. Per una volta, mi ribello e non ascolto più.

C'è da aiutare, da pregare, da vivere, e mi sembra già impegnativo, piuttosto che perdere tempo con la solita idiozia su steccati tra le terre e nelle menti.

Tre lentiggini

Dal sole della collina sono scese tre lentiggini, come un pegno d'amore di cui vado fiera.

La prima è per portare sul volto la certezza che c'è qualcosa sopra di noi; ci vuole bene e noi lì a dibattere... Se ci ferisce, è perché abbiamo esagerato o esitato, mi dico. E l'accarezzo.

La seconda, per rammentarmi che c'è sempre qualcosa di nuovo che sboccia in noi, ogni primavera, ogni giorno. Ed è folle, sbarazzino, timido o ardito a seconda del giorno che lasciamo schiudere in noi.

La terza solo per sorridere, o ridere addirittura. Come una macchia di gioia che sa sfidare ogni ombra, un colore che si posa sulla pallida pelle.

Tre lentiggini, un solo dono in me.

Cercando Bernadette

Cercando orme leggere, di chi cammina in punta di piedi perché si affida al cielo. Con il Gave che sembra sognante, non importa se lo sferzi la pioggia o si inumidisca in esso il sole: Lourdes ha sempre una sua luce.

Cercando Bernadette, nel giorno in cui le hanno aperto la porta del cielo, quella porta già socchiusa per lei. Sognando un raggio, uno solo, della sua umiltà, della sua fiducia plasmata in coraggio.

Perché si può sfidare ogni falsa autorità, assaggiando quella d'Amore.

Bernadette, cercandoti perché tu ci prenda per mano. Almeno per un tratto, uno solo.

Save our souls - canzone per il giorno

Un incubo che non finisce, un grido che si ripete. Sos, save our souls.

Salvate le nostre anime, così i Motley Crue attraversano la notte e la città nell'album "Theatre of pain", teatro di dolore: le maschere del sorriso e delle lacrime, cucite dal filo della vita.

Sono stato il ballerino, il perfido romancer. Mentre angeli neri ridevano nelle strade della città.

A volte non c'è tempo, non c'è modo nemmeno di dire "salvate le nostre anime"...

e il giorno è già cominciato.

Save our souls, canzone per il giorno.

lunedì 15 aprile 2013

Pity on me, on me

Chissà perché stasera nella testa rimbomba Aspettando Godot, di continuo. Arguta Paffuta che riesce a essere cinica anche in una notte così, afferma che è perché si tratta dell'unica opera inglese imparata a memoria.

Ma non ho la forza di sorridere. Beckett riporta una disperazione vera, se non si alza lo sguardo e non si trova (o non ci si lascia trovare da) qualcosa.


E quando Estragon e Vladimir si disputano un po' pietà...

God have pity on me
And me?

On me, on me, pity on me...

Chi ha bisogno più di pietà, questa sera? Chi la cerca? Chi la offre?

Notte...


Soffrire in 140 caratteri

Non guardo mezza immagine, come 12 anni fa e come ogni volta in cui posso. Non accendo mezzo tg e non voglio vedere nulla, proprio nulla, sentire toni calcati e recitati, raccogliere concitate dichiarazioni.

Mi basta soffrire in 140 caratteri, twitter basta e avanza. Poche parole ti dilaniano, ma con più pudore, forse con maggiore umanità.

Boston, sapore d'Europa oltre oceano. Sport, tolleranza, rispetto. Non esiste nulla di intoccabile, per l'umanità.

Strappo la spina della tv, che tanto dorme sempre e non la sveglierò stasera.

Si può soffrire, si può morire in 140 caratteri.

Capitan Uncino - canzone per il giorno

Ovvero: ciurma, questo silenzio cos'è? Mi piace che con Bennato il Capitan Uncino - di solito da me immaginato o come silenzioso o come sbraitante quattro parole in croce, perché uomo d'azione - sia così ciarliero.

Lo vedo sollevare come un velo sulla barca della vita e dare la sveglia a tutti, con le sue contraddizioni. Perché di Peter Pan e dei suoi mocciosi non gli interessa niente, assicura, ma poi sono il nemico pubblico numero uno. Insomma, è più facile crearsi nemici immaginari o ingrandire quelli reali per sentirsi un po' più importanti.

Sbruffoni quanto basta, per vivere.

Capitan Uncino, canzone per il giorno.

Il tunnel e il coraggio

L'ho rifatto: mi sono infilata nel tunnel verde, stretto tra siepi e ondeggiante verso il precipizio. Niente di eroico, vi assicuro. Ma da sempre lo sbircio e scelgo la via più facile.

Qualche tempo fa un bambino mi ha detto: ma cosa c'è lì? E mi ha intimato: andiamo. Io con il mio sciocco freno a mano tirato, scuotevo la testa. Allora lui mi ha afferrato la mano e mi sono lasciata trascinare. Per me era la prima volta che mi avventuravo, appunto, nella galleria verde e minacciosa ai miei occhi molto più infantili.

In queste ore, mi sono affacciata. Sprigionava aggressività primaverile e squadre di moscerini vi danzavano, mentre i ragni studiavano il da farsi. Sono partita e mi sentivo libera. Ma c'era una manina che mi teneva.

Nella fattoria d'Inghilterra

Se volessi cominciare con il piede giusto, vorrei riaprire gli occhi nella fattoria d'Inghilterra. No, non sono impazzita: ho detto proprio Inghilterra.

Dove la notte è nera e affascinante, e il mattino si colora dei suoni delle bestiole. Svegliati da profumi antichi, si può attraversare il mondo che non finisce mai e perdersi senza agitarsi troppo. Quando il sole è alto, tutti hanno già tracciato la loro strada e accolgono i pigri con un sorriso e una tazza fumante.

Chissà come è dolcemente invadente lassù, nella fattoria d'Inghilterra, la primavera ritardataria.

Più tardi

Mi piace pensare più tardi. Impacchettare ogni tentazione di vedere la giornata e imprigionarla già ai primi raggi di lucidità.

Infilarmi le scarpe più tardi, per avvertire ancora un attimo la freschezza del suolo o la morbidezza dell'erba, e allora mi sento una creatura curiosa.

Mi piace sospirare più tardi, perché ora ogni respiro è prezioso. E incavolarmi più tardi, perché adesso indossare la rabbia è inutile e dannoso.

Un istante, un istante ancora, per affrontare le discese - forse poco - libere della vita.

domenica 14 aprile 2013

Chihuahua - canzone per la notte

Imprinting da pinterest, che mi ha insinuato questa canzone nella testa a raffica di foto. Ma mi piace ricordarla, perché il tormentone Chihuahua può far danzare o perdere la pazienza.

E proprio da quest'ultima riparte, per quei giorni che non girano, per quelle notti che si incastrano in veglie, per quei momenti dove dovete recuperare la calma per ripartire senza buttare qualcosa di prezioso.

Servirà pur una parola magica, in questo mondo troppo tetro a volte. Allora provate a ripetere, Chihuahua. Mal che vada vi verrà voglia di ballare (Arguta mi suggerisce, anche di fracassare la radio, ma chi dà retta a lei).

Chihuahua, sorriso, canzone per la notte.

Cuculo è

Comanda lui, da ogni parte della collina. Che Dono i suoni della primavera, che scorrono sulle curve della collina.

Tutti a gara di delicatezza, tranne lui, il cuculo. Anzi loro, che si chiamano un po' spaesati, scossi da tanto improvviso splendore. Sarebbero assordanti, a ben vedere, per noi isterici cittadini. Invece, ci appare una deliziosa melodia, che invita quasi a danzare.

Cuculo è chi ripete la sua canzone, senza timore di passare per antiquato.

Henry e l'errore

Che fine aveva fatto questo film nella mia cineteca approssimativa? Vedere i frammenti finali di "A prova di errore" mi fa chiedere perché si siano dovuto bombardare le scuole di "The DayAfter", quando c'era questa meraviglia degli anni Sessanta.

Il volto profondo di Henry Fonda, presidente degli Stati Uniti, rende tutto perfetto. E il suo discorso con il leader sovietico al telefono, quando gli annuncia che getterà bombe atomiche su New York per "rimediare" all'errore tecnologico che non può fermare le bombe su Mosca, ed evitare una rappresaglia più devastante.

Non è colpa di nessuno, gli dicono dall'altra parte. E lui - che sta sacrificando i suoi uomini, la sua gente e sua moglie, in visita proprio a New York - replica: no, è colpa nostra, nostra se non smettiamo, se non ci fermiamo.

In balia di una tecnologia costruita dalle nostre fragili mani, interrogativi che non si domano, ancora.

Ps Larry Hagman nella parte dell'interprete che rende possibile il dialogo tra Usa e Urss, da commossi applausi.

I - canzone per il giorno

Neghiamo forse che fossi spaventato? Che volessi correre via? In questa primavera vedo il lampo che scuote la canzone: quello che mostra ciò che serve.

Io credo in me. Cantano e si contemplano come in una rivelazione. Posso fare tutto ciò che devo? Credo in qualcosa che gli altri non riescono a capire, occupati a dire che non avevo una sola chance di farcela.

Macché, credo in me, come un trascinare di energia che poi prende il volo. Non ho bisogno di fama o soldi, bensì solo di questa persuasione. Solo bisogno di questa volontà e di non farmi rompere le...


I (Believe in me), Kiss, canzone per il giorno.

Solo a guardarti

Dovrei raccontare ogni vibrazione; a volte lo vorrei, persino. Mi chiedono parole per descrivere ciò che vivo, come se a loro importasse. Ed è perché capto la vanità di questo interesse, spesso, che di termini non vado in cerca.

Mi chiedo parole per trasmettere ciò un mio gesto significa, ma appena apro bocca, so di averlo già trasformato.

Le parole, che vivono per conto loro e che mi vengono meno. Solo a guardare te, non sento la necessità di pronunciarle o magicamente acquistano un senso.

Nice dream - canzone per la notte

Sarà solo un sogno? Lo sfoglio in fretta, per non pensarci, e mi concentro sullo spartito. Così ignoro la nuova raffica di dubbi, per un po'.

Mi amano come un fratello, mi proteggono, mi ascoltano... Bel sogno. E se hai bisogno, correranno. Bel sogno, bel sogno davvero.

E se pensi di essere forte abbastanza, se pensi di appartenere, un altro bel sogno che si è acceso. Sa di amaro il pessimismo dei Radiohead, anche se vi leggo anche esperienze accadute.

Ma mi ribello, danzando: i sogni sono desideri. E sono forte abbastanza, se lo voglio. Vedi quanto lo voglio?

Nice dream, canzone per la notte.

Fuochi di paglia

Fuochi di paglia, io vedo. Grandi entusiasmi nati dal nulla, e chissà se nel nulla finiranno. Se non possono ignorarti, ti accusano e non capiscono che se non replichi, è perché non ti importa, come non interessa realmente a loro. Vivi e non ti angosciare.

Perché c'è da vivere. E i fuochi di paglia non ti scottano, ti spingono solo lontano. Non vuoi essere stato un fuoco di paglia anche tu. Lesto da prendere ed esibire, poi da giudicare a priori, meglio se su pubblica via. Ma sono così impegnati a bruciare, che non importa nient'altro.

Fuochi di paglia, che lascio volentieri, mentre abbraccio la Vita.


sabato 13 aprile 2013

Il fumo dal bicchiere

Stiamo riflettendo e il pensiero sale come fumo. Come fumo dal bicchiere, dove non dorme più il nostro whisky, ma si illumina per noi.

Forse è la stagione che ha voglia di cambiare pagina e ritmo; è la nebbia che se ne va per sempre e affida la sua scia a noi soltanto. A Skye gli angeli stanno assaggiando il Talisker, proprio come noi, incerti mortali Chissà se anche loro avvertono questo sapore di fumo, di nebbia liberata, di indipendenza da sorseggiare.

Distolgo lo sguardo dal ghiaccio che insisti a mettere e proteggo il mio bicchiere dal tuo tentativo.

C'è un mondo, che non si può catturare. Come il fumo dal bicchiere.

Come si chiama il panettiere

E il mio pane preferito, conquistato nel mio negozio preferito. Lo pregusto già, mentre sto pagando e mi chiedo: ma questa signora così gentile che rende ancora più delizioso il pane preparato nel forno, come si chiama?

Peggio, come si chiama il panificio. Io dico sempre: vado a fare la spesa dal panettiere superbuono di via... Mi sento un po' in colpa, mentre la signora cortesemente parla della primavera. E sbircio lo scontrino, almeno ora, dopo anni, lo so. Arguta Paffuta scuote la testa: proprio oggi deve venirti in mente? E ha ragione.

Ma quando ci rifletto, credo di non aver fatto un torto in fondo. E' bello vedere qualcuno che ama ciò che fa, tanto che dentro di noi lo fondiamo con le sue creature.

Il mio posto nel castello

Il mio debole per i castelli è in versione minimalista. Mi piace esplorarli e sentirne la storia, ma quando vincerò il milione di euro e me ne comprerò uno (che dici, Arguta Paffuta, non basta?!), so già quale sarà il mio posto.

In un alloggio, uno solo, che riposa nella torretta. Nella mia segreta stanza, coglierò ogni bagliore del tempo e avrò gioie e brividi in ugual misura. Pochi metri di libertà, ritagliati in mezzo al cielo, una finestra impigrita dal vizio di vivere tra le nuvole.

Questo è il mio sogno, con una condizione dettata da Arguta: accesso incondizionato alla biblioteca del piano inferiore.

Girls just want to have fun - canzone per il giorno

Non credo sia vero, ma mi adeguo per accogliere il ritorno di Cyndi Lauper, chissà in quale versione colore.

Mi piace, però, la dolcezza con cui si ribella, non aggredendo, bensì opponendo prima un riconoscimento affettuoso (papà, sei sempre il numero uno) e poi scegliendo la sua strada. Non accettando di farsi rinchiudere nell'ombra da nessuno, esce sotto questo sole e brilla di una primavera sua.

Un po' di divertimento, chiuso il giorno di lavoro. Un tempo sembrava scanzonata rivolta, oggi suscita tenerezza.

Girls just want to have fun, canzone per il giorno.

Mia - canzone per la notte

Tu che vieni nuovo e morbido, da un mondo sconosciuto, accetta queste note di un'eterna ninna nanna. Prima ancora che ti stia cullando, c'è un usignolo timido per la notte. E se i tuoi piccoli occhi potessero vedere, coglierebbero che sei nella tua casa.

Una ninna nanna per qualcuno di nuovo e morbido, che sia stato voluto o rigettato già.

Non so da dove tu venga piccino. So solo che tu non devi piangere, perché sei nella tua casa: un mondo   che spaventa un po' tutti noi, ma non lo diamo a vedere.

Una ballata dolce, un'eterna ninna nanna. Non piangere, piccino, non sei solo.

Mia, Aerosmith, canzone per la notte.

Il cancello aperto

Su pinterest mi delizia quest'immagine di un cagnolino lanciato con entusiasmo alla sua meta. E qual è ? Lo slogan grida: vivi come ti avessero lasciato il cancello aperto.

Sbatti contro, o salta... non ti rendi conto che quel cancello è aperto in realtà? Dove in realtà significa secondo la tua percezione. E' un modo carino per scomodare la questione del libero arbitrio e per analizzare se gli ostacoli esistano o no sul tuo cammino.

Ma rimanendo nel dubbio, c'è un'espressione vincente. Il cancello può essere aperto o chiuso: l'importante è come lo vivo io.

Sto già galoppando.

venerdì 12 aprile 2013

Come il profumo del legno

Alla fine, svelandomi e scoprendomi, con i profumi addosso che mi raccontano la giornata.  Un campo per niente timido sotto l'incoraggiamento della primavera, o un  luogo dove si plasmano prelibatezze varie che ti rincorrono, ancora...

E il profumo del legno. Si avvicina, si insinua, si lascia conoscere, poi sembra fuggire. Ma quando tu ti ritrai, ce l'hai ancora dentro. Racconta della vita, quella vera e incalcolabile, dove nessuno vuole catalogarti. Lo senti sulla giacca e se la levi, lo ritrovi sulla pelle. Come se tu fossi, davvero, una creatura primordiale.

Livin' la vida loca - canzone per il giorno

Posso osare solo perché ogni rocker che si rispetti dorme, e se lo vede muoversi e parlare, non credetegli.

Intanto imbarco la Vida loca e se non crediamo a tutto questo vortice, possiamo perlomeno ballare. Sotto la pioggia, viene anche meglio, e ci facciamo traviare dal ritmo di un essere comparso all'improvviso. Il fatto che all'acqua preferisca lo champagne, me lo rende ancora più simpatico.

Upside-inside-out.

Ogni giorno stiamo vivendo la pazza vita, quella più folle mai vissuta descritta da Jim Morrison.

E io invece inizio oggi con Ricky Martin. Mah.

Livin' la vida loca, canzone per il giorno.

Contraddittorio, yes

Ogni tanto la mattina le tiro fuori, le spolvero, le lucido e le rimetto al loro posto. Le contraddizioni mi guardano riconoscenti, che credete anche loro hanno un'anima. Più di tanti fusi.

Non saranno chic, non alimenteranno i conti in banca, finiranno persino nel mirino di chi ti conosce. Eppure io sono convinta che ci sia solo una cosa più arricchente delle contraddizioni: rendersi conto di averle e ringraziare di ciò, perché non importa se il percorso sarà a zig zag: lungo la strada incontreremo molte più scoperte e non ci monteremo nemmeno la testa.

Buondì.

Vorrei una finestra chiusa

Vorrei una finestra chiusa, un istante solo, anche con la primavera a pieno ritmo. Vorrei vederla bloccata e impolverata, testarda nel suo sottrarsi al bisogno di luce.

Incastrata e seccata, quel tanto che basta per scoraggiare ogni ulteriore tentativo, mentre il sudore e la rabbia ti frenano. E quando ti sei rassegnato al suo essere immobile, la lasci perdere, ma intanto è trascorso tempo prezioso.

Allora ti accorgi della porta spalancata, di cui ti raccontava il vecchietto di Ischia.

Che te ne fai, di una finestra.

Every breath you take - canzone per la notte

Stupidamente da ragazza scambiavo per canzone d'amore. Ho dovuto crescere ancora un pochino, per sentire che chi ti sta appiccicato, chi osserva ogni tuo respiro, passo e voto che spezzi, non ti sta amando.

Sta cercando disperatamente di sopravvivere. Ma ti trascinerà a fondo, ti soffocherà. Senti il suono ricorrente, che ti stritola prima delle parole. Pochi anni dopo bisticciavo con un compagno di scuola (che saluto), perché adoravo la naturale evoluzione, secondo me, di questa canzone: Set them free (id you love somebody). Dai Police a Sting, doppia evoluzione.

Continuo a pensare così e ad accarezzare la libertà dell'amato, che lo riporta sempre da te, senza ossessioni.

Every breath you take, canzone per la notte.

giovedì 11 aprile 2013

Tutto ciò che hai

Tutto ciò che hai, lo cercano, che siano granelli o tesori da capogiro.

Ma di ciò che sei, a loro non importa. Non si sforzano di vedere se non la propria immagine.

E a te, alla fine, interessa anche meno. Si prendano ciò che hai, anche lo specchio. Quella luce che ti preme, rimarrà al riparo.

Two sides Of The coin - canzone per il giorno

La mia moneta forse vola troppo spesso in alto, ma non lo rimpiango. C'è quel momento in cui spicca io volo e sembra non volersi fermare, che condivido febbrile. È persino il momento preferito, che mi fa sentire più umana di quando essa cade.

Two sides Of The coin,  canta Ace Frehley in questa canzone in cui ha ben altri, pragmatici problemi. Però non manca un tocco di filosofia. Le due facce della moneta, da cui scegliere, le due facce della moneta, sono mie.

Entrambe.  E quando decido, perché decido, mi piace non calpestare l'altra, vestendomi di tentazione di certezze. Socratica fino alla fine, vivo, indago, amo, consapevole di non sapere. Neanche se ho scelto la faccia giusta della moneta. Non lo so io, figurati se me lo faccio dire dagli altri. Arroganza da dubbiosa, innamorata della libertà.

Two sides Of The coin, Ace Frehley, Kiss, canzone per il giorno.

Sebino e un istante di mito

Un'intervista sulla Roma e sul calcio di oggi mi spinge indietro, con un brivido. È sempre quella ragazzina ostinata, che un padre rassegnato ha portato alla soglia di un albergo. Che si è inventata una balla per tenere impegnato il custode e poi si è spinta nella hall.

Sbattuta solennemente indietro, con rimprovero. Lei sui gradini, affranta, non vuole ammettere il fallimento e sospira. Dev'essere stata una mezza preghiera, perché esce un angelo e le promette che lei incontrerà tutti i giocatori e avrà gli autografi. Deve solo avere pazienza qualche minuto.

Così lei attende, consapevole che gli angeli non scherzano, ma il tempo è qualcosa di indefinito. Aspetta con fiducia e sul suo quaderno di ragazzina verranno vergati tutti gli autografi di quella Roma di 30 anni fa. Falcao, Conti, Pruzzo... Tutti escono e firmano. Di Bartolomei, il grande e serio campione.

Ma prima che la promessa venga compiuta, esce uno di loro. È Sebino Nela: parla con qualcuno che conosce, prende in braccio una bimba e sorride.

La ragazza guarda, col fiato sospeso, il primo dei suoi miti da vicino. Un istante, infinito.  Non lo capisce ancora, ma giocano soltanto a pallone. Bello sport, ma un gioco. Lei in quel momento non la pensa così. E guardando il calcio attuale, ripensando a quella squadra, forse nemmeno oggi.

Rincorrere il mare

Spesso ho immaginato questo: rincorrere il male, senza volerlo afferrare, ma solo fargli sentire il fiato sul collo. E più ero piccola, più lo pensavo. L'avrei sfidato, anche se nemmeno mi guardava, ossessionato dalla propria potenza.

Follia peggiore di quella diagnosticata per averlo voluto svuotare, eppure mi piace ancora mettere a fuoco questa immagine. Il mare, rincorrerlo fino in fondo e oltre, finché sale in oceano e gioca con la sensazione di onnipotenza, ma prima o poi mare deve tornare, e cercare sbigottito da dove provenga.

In quel momento mi pare di toccarlo come un cucciolo impaurito e mi metto in testa ridendo che ho vinto la gara, mentre l'ho appena persa. Perché in quel momento egli ha trovato la sua umiltà e può ripartire con saggezza.

We don't need Another hero - canzone per la notte

Sulle rovine, sfuggendo alla polvere ogni giorno, dall'inizio fino alla soglia dell'eternità. In fondo, non cambiamo un granché.

Pronti a invocare un eroe che sistemi tutto ciò che non possiamo o vogliamo, mentre viviamo sotto la paura e ci sentiamo l'ultima generazione, Chissà se ci rendiamo conto che non cambiano un granché.

Forse bisogna tornare bambini e alzare la testa con quel fare in bilico tra il nuovo e l'antico, per osare cantare.

Non abbiamo bisogno di un altro eroe, non abbiamo bisogno di conoscere la via di casa.

We don't need Another hero, Tina Turner, canzone per la notte.

mercoledì 10 aprile 2013

Chignon di sogni

Questa sera ho raccolto i capelli, invece, per cullarli. Per trasmettere loro un'illusione di ordine e certezze, nelle pieghe del riposo.

Ma quando meno se l'aspetteranno, accorrerà un folletto, se non una Fata, e con un tocco lieve li trasformerà in uno chignon di sogni. In preda a una musica segreta, esso si scioglierà. Vibrerà, riderà, raggiungerà luoghi appena luminosi.

E quando, sfatto, si addormenterà, sarà ora di tornare a pensare. Sfatti su un cuscino, tormentato dal sole.

Ho ripreso la tastiera

Ho ripreso la tastiera. Ho sollevato la sua coperta e le ho tolto la polvere che comunque si era annidata. Prima che la toccassi, ho rivisto mille note impazzire.

Gli annunci che pubblicavo da ragazzina: cercasi gruppo rock-heavy metal in cui suonare. Poche telefonate e per niente interessati alla mia presunta arte. Una tastiera allora contaminava ancora l'anima del rock duro e puro, con rare eccezioni. Guarda, non abbiamo proprio bisogno di una tastierista, però se vuoi ci conosciamo...

Sob. Giù a piangere con Pissing in a river, o a scuotere il mondo con You shook me all Night long. Arrampicarmi con i Led, scavare nei dubbi con i Doors.

Ho ripreso in mano la tastiera, dopo qualche settimana, e le ho chiesto scusa.

In quel momento ho udito la voce di Arguta Paffuta: be' dovresti chiederle scusa perché stasera la suoni.

Message in a bottle - canzone per il giorno

Ritmo e riflessione sulle onde del mare, di cui quasi non si vede l'azzurro. Milioni di bottiglie le coprono e cercano di raggiungere una vana meta, con lo sguardo il biglietto nel loro ventre fruga per capire se un destinatario esiste.

Te ne accorgi dopo una notte, in cui non ti sei nemmeno pentito di chiedere aiuto. Ma uscire sulla spiaggia e vedere quello spettacolo, ti ha insegnato a non lanciare più bottiglie; cammina sulla sabbia e conta i granelli, se puoi. Chi li ha creati, quelle bottiglie sa raccoglierle tutte.

Message in a bottle, Police, canzone per il giorno

Il signor questo qui

Ovvero conversazione surreale, che ci vede al centro.

- sai che cosa ha fatto questo qui?
- questo qui chi?
- ha preso l'auto, è uscito e
imploro pietà: ma di chi stai parlando
Ricevo un'occhiata quasi offesa, perché non sono dotata di sufficiente intuito. Dovrei capire immediatamente chi sulla carta d'identità ha scritto "questo qui". Cerco di visualizzarlo, disperatamente, ma non riesco. Mi arrendo, ma la soluzione del caso mi viene rivelata 5 minuti dopo,

Il tempo per pensare: ma quante volte diamo per scontate parti - fondanti - dei nostri discorsi con gli altri? Questa (volta) qui no, vi no proprio raccontato tutto.