sabato 30 giugno 2018

Notte e la luna, dappertutto

La virgola, per darle il tempo di ripensarci. O consegnarlo a me per tentare di non vederla.

Ma la luna c'è, sul lago Maggiore lascia anche una striscia vanitosa, tutta d'oro. Poi si ritira sulla collina, scende tra i capannoni buttati lungo la strada e scappa via.

Riprende respiro, sui prati dove vorrebbe giocare, come me.

La luna, dappertutto. E io a crederle, ancora.

Notte e la luna, dappertutto.

venerdì 29 giugno 2018

Notte e a non poter fare niente

Ci diciamo che non possiamo fare niente o che dovrebbe farlo qualcun altro.

Ci affacciamo sulla spiaggia, scostandoci frettolosamente ai primi segnali di tempesta.

A non poter fare niente, si indovina sempre. Al riparo, o così ci illudiamo, commentiamo il naufragio dell'umanità, come se noi fossimo un'altra specie.

Notte e a non poter fare niente 

Quello che vuoi mostrare

Panni tracciati, e forse più autentici di tanti altri reali esposti con un filo di sfacciataggine.

Dentro di me ripercorro questo paese pieno di disegnate e delicate verità.

Quello che vuoi mostrare, appeso a un filo o a un desiderio, sei tu. Ma forse, molto di più, qualcosa che neanche conosci, finché lo disegni sul muro della tua anima. E capisci che è sempre esistito dentro di te.

giovedì 28 giugno 2018

Niente canzone senza i ragazzi

Vi siete mai chiesto come nasca una canzone? Io sì, spesso.

Al liceo ne ho scritte un paio, che non mi risultano pervenute in classifica.

Steven Tyler ricorda come nacque Dream on, la più epica canzone degli Aerosmith, quando lui aveva 17 anni.

Poi ricostruisce: non sarebbe mai nata senza i ragazzi. Perché così può essere la vita. Tu hai un'idea geniale o modesta, a volte il confine neanche importa.

Se ci sono i ragazzi. 

Se c'è un gruppo che arriva e di cui fai parte. Uno dove ciascuno ha un talento che non vuole tenersi per sé.

Nessuna canzone, senza i ragazzi. E che musica, tutti insieme.

Notte e io ti amo

Ingrata alla pigrizia dell'estate, stento a fermarmi da un bimbo che pedala sulla sua minuscola bicicletta. Poi lui mi urla qualcosa

- Ma tu sei il mio amore!

Incerta eppure asservita a tanta sicurezza, rallento. Finché lui confida a me e al mondo intero.
- io le amo tutte, le femmine.

Sorrido e gli raccomando: quando sei grande, scegli.

Ma c'è qualcosa di maestoso in quella sua dichiarazione, tanto che se mi guardo attorno, so che dire a ogni creatura.

Notte e io ti amo.

mercoledì 27 giugno 2018

Andrea e le piante che vogliono salvarci

Quando ero ragazza e credevo che i grattacieli fossero più coraggiosi delle piante, contestavo mio padre.

Finché un giorno mi disse: devo tagliare quel pino, mi assicurano che è troppo sofferente.

Io saltai su: no, papà, quello è il pino Andrea. Lascia che io me ne curi e si salverà.

Così accadde nei mesi a venire e io da spavalda divenni grata. Il pino, chiamato per nome, reagì e diventò bello come la rosa che lo sbirciava non molto lontano.

Un giorno fece irruzione una tempesta e lo spezzò. Io piansi, ma pensai di aver imparato la lezione, invece no.

Perché troppo spesso mi sono rassegnata o sono sfrecciata davanti a Marta, Arturo, Filippo, Arianna... Piante che chiedevano di essere chiamate per nome anche solo con uno sguardo.

Piante che non chiedevano di essere salvate e basta, ma di salvarci.

Notte e non basta sognare (la perfezione)

Un video degli Aerosmith fa breccia nella mia sera e mi ricorda cosa importa. Cosa sia la perfezione.

Sognare no. È troppo facile.

Continuare a sognare, è quella la sfida, che rende umani.

Notte e non basta sognare (la perfezione)

martedì 26 giugno 2018

Lo chiamavano Viale della Gloria

Qualche Giro d'Italia fa uscì questo fascicolo del Comune di Busto.

Mi chiesero un tema che si ispirasse al Giro e alla mia città, a ciò che me la faceva percepire come unica: io optai per il viale, il Viale della Gloria. Quello che tanti chiamano così anche se non esiste.

Quello che ti accompagna ininterrottamente dall'inizio alla fine della città. A volte, quando rientro a Busto, stordita e pensierosa, respiro davanti a questo abbraccio interminabile.

È ciò che mi dice da sempre: sei a casa.

Adesso ecco arrivare una rotonda ed ecco togliere delle creature di nome tigli in un punto.

Io non faccio politica o polemica, ma sento una ferita, nel mezzo del nostro viale.

Che chiamavano Viale della Gloria. Oggi non scriverei più quel pezzo (al netto del nome di battesimo sbagliato), mi farebbe troppo male.

Notte e troppa scelta (dicono)

Rientro abbastanza provata da manovrare il telecomando.

Ma c'è tanta scelta e io stasera avrei bisogno di qualcosa di più semplice. Tanta scelta, dicono, chissà se però c'è qualcosa da scegliere davvero.

La partita. Dall'inizio dei mondiali neanche ne ho visto una. Io, che sento la magia del calcio da bambina.

Dai c'è l'Argentina, ricordi le lacrime autodistruttrici più di 35 anni fa, l'unica volta che tradii platealmente l'Italia? Nel cuore il Brasile e l'Argentina, la mia nazionale da me considerata troppo bianconera.

Ero una ragazzina.

Ora guardo il finale della partita senza fremiti sulla sorte dell'Argentina.

Scorgo Maradona, il gestaccio che fa. Che stanchezza, davvero.

Stanotte chiudo gli occhi e magari sogno Pelè. 

Notte e c'è troppa scelta (dicono)

lunedì 25 giugno 2018

Il fiume e la sorpresa

Se avessi studiato geografia come si deve, invece di perdermi in proteste autopunitive, avrei saputo che la tua bellezza è di smeraldo. Per consolarmi, mi dico: meglio così.
E' bello sobbalzare davanti all'intensità del tuo colore, poi farlo ancora quando riguardo le immagini.

Isonzo, ripeto, mentre lo supero in una manciata di attimi. Le piante che lo abbracciano, quasi gelosamente, e io che capisco di aver varcato un confine importante.

Quello della sorpresa, che sa destarsi ancora a un colore, un respiro, una traccia di speranza.

Notte e tutto è semplice

Ci sono cieli che non ammettono titubanza. Tu ci passi sotto, con un'umiltà di cui non puoi nemmeno rallegrarti.

Una persona cara che riprende a mangiare. Un bimbo che pregusta di gettare le stampelle. Un altro che non può, ma afferra il giocattolo che gli mancava tanto. Un merlo che fischietta per ordinare il suo cibo, fuori da una pasticceria. Una strada vuota, che sembra avere tante storie da raccontare.

Tutto è così semplice, a volerlo vedere. Tutto è così semplice, a volerlo amare.

Notte e tutto è semplice.

domenica 24 giugno 2018

Notte e c'è un altro ultimo

A volte ti sembra di aver visto un ultimo. Poi ti senti come delicatamente bussare sulla spalla dalla vita e ti indica un altro volto ancora, in cui potresti specchiare anche il tuo.

Di un umano, un animale, una pianta strappata. C'è sempre un altro ultimo in agguato, abbandonato a se stesso in nome di sorti poco magnifiche e ancor meno progressive.

Creature, di fronte alle quali qualcuno si è vestito indebitamente da creatore. Ne raccogli le lacrime o le ferite cariche di dignità, che diventano anche un po' tue.

Notte e c'è un altro ultimo.

Un bagaglio leggero

In questi giorni, nel mio bagaglio lascio poche, irrinunciabili cose. Una è la filosofia, che non riesco a intrappolare come disciplina: l'ho sempre vissuta come una forma di amore, quindi di ricerca.

Scelta con ostinazione, si è beccata anche tanti rifiuti da me, specialmente quando c'erano corsi monografici di filosofi che reputavo distanti. Stima, ma niente di più. Quanti mi hanno ripreso, lungo la via, Boezio diventato addirittura un amico imprescindibile.

Una devozione che ha sempre accompagnato i miei studi e oltre, è quella a Paul Feyerabend. Forse è iniziato con la mia deformazione personale: era il lato B di un corso, storicamente le mie canzoni preferite.

Ricordo il professor Reale quando ci ammantava di Kuhn, prima dovevamo rigorosamente conoscere Popper. Paul sullo sfondo, leggo un libro, un altro...

Contro il metodo. Il profumo dell'anarchia. C'erano tutti gli elementi per affascinarmi.

Eppure era qualcosa di più, offerto con la potenza di una carezza in Dialogo sul metodo.

C'era l'amore. La parola che sfugge così spesso a chi studia e cerca una verità, anche se dovrebbe guidarlo. C'era la voglia di conoscere, non per se stessi.

Io chiudo gli occhi e vedo quegli anni in cui ero fissata sulla filosofia della scienza, volevo farvi pure la tesi, ma la realtà l'ha portata via.

Mi è rimasto dentro quell'amore che rifiuta un metodo per cercare qualcosa oltre. E che oggi mi convince che la realtà, la possiamo cambiare. Anche con un bagaglio leggero. 

sabato 23 giugno 2018

Notte e Troppo da imparare

Poche parole affiorano, quando passo attraverso tutte le lezioni che la vita posa persino con fare distratto davanti a me.

Occhi tristi o di speranza in attesa di notizie, un cielo blu spezzato da una riga bianca, un piccione che mangiucchia e mi accompagna per un pezzo, io che gli sussurro "Domani ti porto briciole buone" e poi sulla porta leggo il cartello "Vietato nutrire i piccioni".

E penso che c'è molto da imparare, ma a volte è troppo. Troppo per una mente che si guarda attorno e dentro.

Non riesco a memorizzare, se non sensazioni sotto pelle. Brividi che compaiono all'improvviso e che mi ricordano che qualcosa non ricordo più, eppure resta ancora con me.

C'è troppo da imparare, ma non smetto di guardare attorno e dentro di me. 

Notte e troppo da imparare.

venerdì 22 giugno 2018

Notte dall'omino lanciafulmini

Tra i giochi, uno solo non ho avuto il coraggio di buttare.

È il castello incantato. Ufficialmente perché sono una scozzese impenitente che non sa sognare un maniero.

Ma c'è molto di più. Credo sia merito dell'omino lanciafulmini. Il tuo avversario terminava il percorso, tu sembravi destinato a soccombere; invece, una pallina cadeva dal camino e fermava la disfatta.

Non erano sole rose: a volte, nelle ire dell'omino lanciafulmini, incappavi pure tu, ma non riuscivi a incavolarti. Ripartivi e in fondo questo imparavi.

Che si può ripartire, sempre.

Notte dall'omino lanciafulmini.

giovedì 21 giugno 2018

Tutto (ri)passa

Sotto la luce dei ricordi, tutto appare come un'opera antica, una di quelle che è stata mirabilmente costruita, si è sgretolata, rimessa in piedi e ancora sfida la polvere.

Tutto passa, ti dicono. Ma sfogliando le pagine che non sei certa di aver scritto, spuntate imbrattate di inchiostro, sai di più per una volta.

Tutto ripassa. Pensavi di averlo riposto o più onestamente che fosse andato via. Invece torna, ti fissa senza espressione come se volesse vedere la prima tua.

Non sai che fare o dire, se non sfidare il tempo e la polvere, in silenzio e aspettare altre parole sul foglio della vita.

Notte e non basta

Ci sono notti peggiori di quelle degli esami. Quelle in cui vorresti dire a una persona cara che andrà tutto bene.

Gliel'hai già detto cento volte e non basta. Prima che affronti ciò che deve, senti che dovresti dirglielo ancora.

E le ore si consumano come sigarette, invadendo l'aria di lacrime e preghiere.

Ti ho detto che ti voglio bene?
Cento volte e non basta.

Notte e non basta 

mercoledì 20 giugno 2018

Il maestro e i piccini

Incontri un maestro che ti insegna l'immensità. Lo fa con una tale naturalezza che tu, oltre ad ascoltarlo, gli parli. E gli confidi una piccola esperienza che ti ha spalancato il mondo. 

Lui osserva, poi commenta: che belle cose si imparano.

Questa sua frase ti rimpicciolisce ancora e pensi che l'abbia pronunciata per gentilezza.

Al che ti sembra che sia ancora più grande e non vedi più i piccini che cercano di fare i maestri nella tua vita.

Notte e domande che rispondono

Ci sono domande che ti scivolano dentro la vita, per apparente, se non sfacciato caso.

Lei ora torna al suo lago?

Purtroppo ora no, rispondo. Ma poi il pensiero corre avanti. Mi vedo riflessa in questa creatura pacifica, io con il fuoco addosso.

E quindi lo so, posso navigare tra mille terre.

Ma io torno al mio lago. Domande che rispondono, lo fanno brillare dentro di me e mi chiama.

Notte e domande che rispondono 

martedì 19 giugno 2018

Cosa cercare

Dove cercare, dove tutto fa meno rumore, dove ti chiamano con uno sbuffo che non osa chiamarsi profumo, dove non ti fermeresti forse se non sentissi l'ardura dentro e fuori.

Cosa cercare, quello che non era scritto da alcuna parte, che non conoscevi - o così dicono - ma vuole ristabilire con te un legame antico, un archetipo travestiti da creatura tremante.

Notte e domandami come va

È un casino spostarsi sulle strade del passato, di più vite per la precisione, perché non c'è ricordo che possa sfuggirti.

E dov'era ricoverata la nonna.

E il crotto dove si scioglievano le paure.

E l'ingresso d'obbligo in autostrada perché non si pagava il pedaggio.

In questo groviglio si ficca dentro "Dimmi di no", il piano perfetto di Bigazzi-Tozzi, quell'infelicità traboccante di desiderio, che resta allegra inseguendo l'estate.

Che estate, ci ripenso. Io ancora alle medie, il periodo della liberazione prima che altre gabbie si presentassero. E il rock che cominciava a chiamare, ma l'estate di più.

Un periodo di tregua, dove fingevi che nessuno potesse toccarti.

Dimmi di no, irrompe così: e domandami come va.

In quest'estate adulta e bruciante, ti sembra che non importi a nessuno.

Notte e domandami come va

lunedì 18 giugno 2018

Notte e (non) siamo invisibili

Sottovoce, una donna mi sussurra di uno di quelli che il mondo ama definire invisibili.

Eppure pochi erano più visibili di quest'uomo che rivolgeva un saluto gentile a chi cercava di prendersi cura di lui. Come un indiano, forse, è andato via per rendere l'addio una ferita meno dolorosa.

Non siamo visibili, quando il mondo sfreccia via. Eppure possiamo fermarlo, visibili, con una parola gentile, una preghiera o anche solo la dignità.

Notte e (non) siamo invisibili.

La forza di un profumo

La forza di un profumo, la sua leggerezza che non si può intrappolare in una foto, neanche del più potente mezzo tecnologico.

Eppure l'anima l'ha fatto suo in un respiro e nessuno può levarlo a lei, impalpabile e vera.

domenica 17 giugno 2018

Quello tra me e l'orizzonte

All'orizzonte aspettavo di vedere il mare, la laguna. C'era qualche ospite che balzava con maggiore evidenza agli occhi.

E tra me e l'orizzonte corrono  fili di pensieri che mi conducono più lontano del treno.

Frammenti di realtà, che in parte devo ancora costruire, oltre a quella che si insinua davanti gli occhi.

Quante cose mi separano dall'orizzonte è più me lo fanno desiderare.

Notte e ciao Anna dalla ragazza spaventata

Mi incammino sulle vie della cronaca, quando incontro Anna. Ascolto i suoi discorsi appassionati, mentre comincio a seguire i consigli comunali. E ancor più mi cattura il suo battersi per i malati, in un modo non gridato ma efficace. Lei è medico, quindi a fianco di coloro che cura.

Un giorno, mi ritrovo dai panni di cronista testarda a quella di ragazza spaventata. E Anna accorre, ancora. 

Mi devono operare e io ho una sola certezza. Lei vuole essere presente.

Quando tutto è finito e io ancora non sono del tutto cosciente, lei sa che deve correre da qualcuno ancora più spaventato: i miei genitori. Li rassicura, come lo farà con me: dovrò lottare ancora, in futuro.

Lo dice con quel piglio dolce di chi non si arrende mai. E neanche adesso l'ha fatto.

Buon viaggio, Anna, da una ex ragazza spaventata che ha imparato un po' a lottare, anche grazie a te.

Notte e ciao Anna.

Incontro

Io che conosco in parte le tue lotte, le tue ferite, le tue attese, mi stupisco ogni primavera della tua bellezza. 

Un acero rimasto solo, senza più le rose e fratello pino. Aggrappato a una recinzione, osi buttarti fuori quando arriva lui, che ti incoraggia.

La vostra fusione, un incontro, un fuoco di vita. Il sole gioca con la tua bellezza e la alimenta, chissà se con un pizzico di vanità.

Perché in te mi illudo di leggere, almeno un poco; davanti a lui abbasso il capo.

sabato 16 giugno 2018

Una donna come me, forse io

E' arrivata con un abito e un velo di grandi eleganza e colore, in ospedale. Quando l'infermiera ha pronunciato la sua data di nascita, io mi sono trovata a sobbalzare.

Per un attimo, ho pensato che si rivolgesse a me.

Invece, era proprio quella donna, nata in un altro continente.

Nate il medesimo giorno, in due Paesi lontani, e ora qui, nello stesso spazio, nella stessa terra, con vite forse diverse, paure identiche e identica speranza in quel momento.

non so chi sia lei, dietro quello sguardo. E forse, nemmeno io.

Buona notte e più dell'Islanda

Il cielo e lo stadio in cui trascorro ore di emozione sanno quanto mi costino queste parole.

Ci emoziona di più un'Islanda che ferma un'Argentina con un pallone 


Che navi alla deriva, nel mare o nella coscienza, con varia umanità che sembriamo conoscere benissimo

Forse perché le nostre vite non sono mai state scaraventate in mare.

Notte e più dell'Islanda 

venerdì 15 giugno 2018

Notte e il libro che non avevo mai letto

C'è un libro che non avevo mai letto, nonostante mi attirasse.

A mia sorpresa, un amico così saggio che tutti gli sorridono ma pochi lo prendono sul serio come sognerei (perché la cultura spaventa, specialmente quando non è gridata), me l'ha presentato impacchettato per il mio compleanno.

- Te lo regalo, perché è bello. E perché l'ho letto anch'io.

Io in questo periodo non ho proprio tempo, penso agli arretrati che ho da leggere. Devo studiare, devo cambiare, devo ripartire.

Sarà per questo che dopo anni di desiderio l'ho aperto e iniziato.

Il libro che non avevo mai letto, adesso chiede attenzione. Con il mio amico.

Notte e il libro che non avevo mai letto.

giovedì 14 giugno 2018

Tutta quella vita

Il fermento in città, una parodia fastidiosa e ridicola. Provo spesso a posare la testa tra l'erba, a vedere i fili trasformarsi in grattacieli e che viavai: lo sento nei passi che risuonano, e ancor più in un bisbiglio di natura che sembra avere molto da fare.

E così dev'essere. Tutta quella vita, da cullare, invogliare, proteggere, sfidare.

Un universo troppo immenso per passare (in)osservato.

Tirata a lucido

Per quanto dovessi tirare a lucido le cose attorno a me, non otterrei mai questo risultato. 

Per tanti motivi. Il più importante: perché non è una cosa. È una creatura, come me, che più di me cerca il suo creatore. 

E in una primavera sfrontata vibra di purezza. 

Tirata a lucido, per amore.

Notte e sempre qui

A volte ti dicono: ah, ma sei sparito. Per giustificare che siano spariti.

Un tempo ci impazzivo, adesso cammino lentamente verso un traguardo tenue nella sua luce.

Io sono sempre qui, quasi non ci credevo neppure io. Pronta a correre, come con uno strano riflesso.

Ma finalmente mi muovo solo per un raggio che mi scaraventi nella bellezza, spesso immeritata.

Notte e sempre qui.

mercoledì 13 giugno 2018

Notte e ancora un po'

Giorni in cui ti stupisci di quanto tu abbia dato, anche a te stessa. Stupita e stanca, ti guardi dentro, prima di mormorare: ancora un po'.

Un bacio a chi ami, una carezza a chi ti è fedele, ricambiato, una parola a chi ti adora in silenzio perché non sai fare di meglio o forse il tuo meglio è proprio questo e va rispettato.

Ancora un po' di me, un lampo dentro di me, che riversa luce fuori senza che io me accorga, almeno non subito.

Ancora un po' di energie, per imprimere qualche altra parola su questa giornata, prima di sognare la prossima.

Notte e ancora un po'.

martedì 12 giugno 2018

Notte e ogni augurio per sempre

Allieva delle parole, serbo lettere e messaggi per viaggiare nel tempo e nelle sfide.

I più fedeli, restano quelli di mio padre. Legati a ricorrenze e non solo. A volte un suggerimento, a volte un botta e risposta via lettera, altre ancora missive che ci siamo affidati, da centellinare in periodi di lontananza.

Adesso resiste la lontananza, e fa male. Così pesco un suo biglietto, quello per i vent'anni. Papà fantasioso e preciso con una strana alchimia, bussa con righe di cui ritaglio solo una porzione. 

Venti e cinquant'anni, traguardi così distanti eppure con uguale potere simbolico. Irripetibile ogni anniversario, eppure essi di più. Io sorrido e mi chino su queste righe. Perché ogni augurio è per sempre, come ogni amore.

Notte e ogni augurio è per sempre 

Ripartire

Chissà se è una maledizione come quella del Vecchio marinaio, oppure se si tratta solo di ali.

So che quando sembro comodamente seduta, persino le poche volte che lo sono davvero, c'è già qualcosa che preme. C'è un movimento che si imprime e non tardo a riconoscerlo.

RIPARTIRE.

Ripartire per credere, ripartire per crescere, per fare un passo indietro e correre poi avanti. 

Non importa se il timone appaia troppo grande e le mie mani possano anche tremare.

E' quando mi siedo, un istante, che so che devo ripartire.

lunedì 11 giugno 2018

Un amico, sottovoce

Un amico, da vite indietro, vecchie conversazioni, balenare di speranze e cadute. Un amico dai messaggi gentili, che non ha paura di navigare nella mente, neanche nella propria.

Un amico, se n'è andato sottovoce. E io, abituata a un volume lieve, mi rammarico di non averlo udito.

Un amico sottovoce, resta in te.

Buona notte e una penna mi ha salvato

Mezzo secolo non mi fa paura, mi gasa. Anche se non è merito mio, è fortuna, benedizione, qualcosa di indefinibile, magari solo un'occasione.

Poi però ripenso a tutte le battaglie, anche quelle che ho serbato solo nel mio cuore. Solo... Nel posto più importante, perché comunica con Dio.

Mentre mia madre sussurrava quella sera: c'è mio marito? Senza confessare che doveva correre in ospedale. 

Mentre mio padre raccoglieva il messaggio del solerte Giurgen e correva sì.

Be', mentre gli adulti facevano un po' di casino, io avevo fretta di nascere dopo eccessivi mesi di riposo. 

La fretta, mi è rimasta addosso, per i primi cinquant'anni. Adesso, la lascio cadere come un vestito sgraziato.

Non ho più fretta, ma voglia di vivere gli
Istanti, che siano uno o cinquecento. 

Forse mi ha salvata un angelo o forse la penna che nella magnifica foto di Daniele Belosio mi si è conficcata in testa.

Ma qualcosa mi ha salvata e io sono grata, ogni attimo di più.

Notte e una penna mi ha salvata 


domenica 10 giugno 2018

Pensiero controluce

Nel bosco corre un pensiero controluce. Un passo felpato sull'erba, che si sente appena.

Affreschi in cielo e in terra da contemplare, distrarsi per concentrarsi su ciò che conta.

Rimarrei ore a frugare con lo sguardo tra tutti i prestiti di bellezza che mi vengono offerti. Invece, so che devo ripartire per la mia meta, di cui non conosco i colori, né le possibili ombre.

Ma so anche che quel pensiero controluce mi ha attraversato e non può essere andato lontano. Che in qualche modo mi chiamerà e mi guiderà.

Notte e so che non sto affogando io

Dopo un giorno di interrogativi, guardo la tv, i social, titoli e commenti che si intrecciano.

E non so, cosa sia giusto. Rigore e umanità, due concetti distanti  come non dovrebbero essere.

Io non so cosa si dovrebbe fare. So solo che - per ora - non sto affogando io. Io sono nel mio Paese e qui per ora posso rimanere. Ho i miei problemi e le mie ferite, ma non ho mari da affrontare per sopravvivere. Non ho chi mi mette in fuga, chi mi sfrutta, chi mi accoglie, chi mi respinge.

Non sto affogando io, e per questo mi sembra così difficile parlare, anche se ai più le parole escono come un fiume in piena.

Notte e so che non sto affogando io.

Giorni che si abbracciano

Sono i giorni che corrono, quelli che volentieri lascio indietro. Quelli che divorano senza guardare chi altri debba saziare l'anima. Quelli che annaspano tra nostalgia o ansia.

Io cerco giorni che si abbraccino, incastonati come questi tappi pegno di felicità. 

Giorni che abbracciano (un senso)?e si lasciano abbracciare, fino all'eternità. 


sabato 9 giugno 2018

Notte e ci chiamavano ragazze

Ci chiamano spesso ragazze e lo fanno con quel piglio simpatico che offre loro un rifugio

Più facile trovare aiuto dalle ragazze, che dire: ho visto sbagliato.

Per fortuna le calciatrici hanno afferrato il
Mare, per viaggiare oltre ancora. Noi, più titubanti, ma decise. Sappiamo cosa vogliamo fare.

Ci chiamavano ragazze, per non sentirsi bambini. Adesso guardano dalla spiaggia.

Notte e ci chiamavano ragazze (perché erano bambini.


Dietro una cartolina

Arriva, annunciata e mai realmente attesa. Perché le cartoline devo superare troppe vicissitudini, sembra alla mia mail malata di virtuale, per raggiungere un Paese lontano.

Arriva e mi spalanca un altro mondo ancora. Quello in cui qualcuno si ferma, sceglie un paesaggio per te e afferra la penna per dedicarti un pensiero. Un'era geologica rispetto al tempo che ci ritagliamo oggi, per dare un cenno a noi e agli altri.

Leggo messaggi e firme, ringrazierò presto - mi dico - anche con una cartolina.

venerdì 8 giugno 2018

Notte e i finali rumorosi o muti

Invidio un po' dolcemente i bimbi che ho visto festeggiare l'ultimo giorno di scuola, rumorosamente.

Io ero in coda a sbrigare una commissione: più adulta di così, si invecchia.

Ecco allora che c'è uno scampanellare, seguito da coriandoli sparati nell'aria, poi da palloncini più in fuga ancora.

Una donna passa e accarezza la cagnolina, poi mi dice: ai miei tempi non si faceva così.

I nostri tempi ci sfiorano, ma questo mi fa pensare. Vedo passare una bambina vestita da donna senza esserlo ancora e questo mi fa sparire l'ultima traccia di invidia gentile. 

Rivivo gli addii silenziosi, con un urlo di gioia trattenuto o un lacrimo è muto. La coda di cavallo ancora stretta, gli abiti che cominciavo a scegliere senza correre avanti.

Riassaporo quel tempo e non lo vorrei scambiare. Felice, a modo mio, come spero lo siano i bambini di ogni tempo.

I finali, rumorosi o muti, sempre anticipatori di nuovi inizi.

Notte e i finali...

Ti aspettano gioie

Una magnifica bimba sgrana i suoi occhi nel passeggino, poi ride.

Nel viavai in corsia la persona a me cara che poco prima ricacciava le lacrime, le sorride a sua volta.

- piccola, ti aspettano tante gioie.

La bimba dagli occhioni che splendono ancora di più, sembra crederci. E anch'io, nel viavai in corsia.

giovedì 7 giugno 2018

Notte e la carezza che non fa rumore

Mettere ordine in una giornata difficile o scompigliarla per non ricordare bene.

Devo essere dappertutto, ma il mio cuore  è in un ospedale che non riesco a raggiungere. Arrivo invece all'addio di un amico, domando l'emozione tra sagge parole.

Poi, proprio quando sto per trovare pace, vedo una figura che sosta verso la parte finale della chiesa. Quando la bara arriva lì, le dispensa una benedizione che assomiglia a una carezza.

È il vecchio don, che da tanti anni non vedo. Ma non dimentica di salutare un amico.

Notte e la carezza del vecchio don 

mercoledì 6 giugno 2018

Tanti nomi

Ogni giorno posso scoprire il mio nome.  Me ne accorgo in un ristorante giapponese a Milano, dove gentilmente un'azienda mi ha aiutato a leggere il mio nome appunto. Come mi chiamano, così distante da ciò che sono? Oggi mi sembra di no.

Tanti nomi, un solo volto, al massimo tentato di nascondersi. Prima, adesso non più. Tanti nomi e un desiderio, quello di andare oltre me, ancora.  

Notte e uno alla volta

Lo confesso, sfottevo i maschi che non sanno che fare una cosa alla volta. Adesso chiedo scusa, giusto perché penso che la maggior parte sarà addormentata, quindi minimizzo il danno inferto a me stessa.

Uno alla volta, è bellissimo. Un pensiero, un'azione, un libro, un passo, un respiro.

Ognuno con un senso, sbiadito o potente. Che importa, basta che sia una volta.

Notte e uno alla volta.

martedì 5 giugno 2018

Fai ciò che ti piace (lezione rock)

Alla mia significativa età, i miei amici rocker non si sono messi a fare di più. Hanno fatto meglio. Hanno scelto se stessi, di più. Chi ancora credeva in falsi idoli, spesso li ha abbandonati.


Il veleno è quello che nella vita ti allontana da ciò che vuoi, ti getta in un meccanismo e tra i fili retti da burattini che si illudono di essere burattinai.


Ritorno ai momenti con "Poison" di Alice Cooper e sento dentro di me la gioia di aver lasciato gradualmente in questi anni un veleno cattivo e di avere solo una dipendenza sana: da quello che mi piace e mi rende ciò che sono. Sempre più mi guiderà, ora che non sono più una ragazza (be', da qualche anno, ma scelgo di non essere precisa). E nelle vene scorre questa musica 


Notte e una strana energia

Hai consumato abbastanza, da non avvertire più il potere di nulla, tanto meno di te stesso. Non senti più molte parole, bensì una voce che fa il verso a quelle che ti circondano.

Eri troppo stanco per andare in un luogo di dolore, invece ci sei rimasto per ore. E se volevi portare conforto, forse dovevi lasciare in ospedale quello che hai trovato.

Mica perché siamo speciali: c'è una strana energia, che ti accoglie oltre ogni aspettativa, ti abbraccia a tradimento, un tradimento delizioso. Arriva e si siede accanto a te, poi insiste per accompagnarti.

C'è una strana energia e non devi ringraziare (solo) te.

Notte e una strana energia.

Note di un gentiluomo

La prima volta che ti ho visto, ero una ragazza catapultata da una lezione in università alla redazione in subbuglio.

- vai un salto in commissariato e cerca il dottor Fazio a ritirare un foglio.

Eseguo, ma quando mi fanno entrare nel tuo ufficio mi sento fuori posto. Accaldata e confusa, vedo il tuo sguardo fermo e gentile su di me. Ci presentiamo e mi fai una domanda lapidaria:

- ma che buon profumo ha, che cos'è?

Mi si apre un sorriso, non ho più soggezione. E sono pronta ad affrontare gli anni di cronaca, anche quelli duri, affascinanti e travolgenti di Tangentopoli.

Ti ho sempre visto così, fermo e gentile. Ah, una volta sono riuscita a farti arrabbiare, per un titolo. Una telefonata che voleva essere dura, ma un minuto dopo ci incontravamo ed era tuttodimenticatdimentucato. Ti sei talmente appassionato alla mia città, che non te ne sei mai andato. Quanti incontri in altre sedi, chiacchierate, l'esperienza politica, i tuoi due grandi amori: la famiglia e la musica.

Note di un gentiluomo che ora si congeda e alle lacrime si mischia un sorriso per tutti i ricordi condivisi.

Non te ne sei mai andato, Walter. E mai te ne andrai.

lunedì 4 giugno 2018

Notte e dentro il dolore

Ho ancora la pelle bruciante di sole, quando si mette a piovere. E devo correre in un luogo di dolore, da dove speravo di tenere le distanze ancora.

La sera sta facendo le prove delle luci, i reparti sono fin troppo tranquilli. Dico cavolate cercando di distrarre una persona a me cara. E lei mi racconta la sofferenza  di una ragazza che è appena andata a casa; interviene la giovane donna vicino a lei, che mai era stata in ospedale prima.

Vorrei vedere oltre il dolore, ma oggi ci guardo dentro. E scorgo la bellezza di chi  tremando conforta gli altri.

Notte e dentro il dolore.

domenica 3 giugno 2018

Giochi seri di luce

Il sole sulle ali di una statua, pietra che si fonde con una palma, in un gioco di illusioni.

Chi ci crede, allora, che di pietra si tratti. A ben guardare, quel volto sta fissando il sole: un'impresa mirabile, che supera ogni materia.

Nel Castello di Spessa cammino ancora con la mente e quando sosto, anche il sole sembra riposare sul braccio della statua.

Abbiamo tutti bisogno di fermarci e di farci illuminare, anche sulle ali che non non possediamo, anche quando gli altri ci raccontano che diamo luce.

Notte e quello che (non finisce)

Un picnic racconta meglio di tutto ciò che siamo o possiamo essere. 

Nutrirci e lasciar cadere le briciole a chi le considera un bene immenso. Tutti insieme affamati e sazi, liberi e legati tra di noi.

Poi il picnic finisce, come il viaggio. Ma una briciola è rimasta anche per me. Un piccolo dono, un pegno, per dirmi che tutto quello che finisce, fa iniziare qualcos'altro se continui a vagare grata sotto il cielo e tra i fili d'erba.

Notte e quello che (non) finisce 

Collio, musica dei sentieri

Sono diventata una maleducata delle erbe, diseducata dovrei dire. Mentre  percorro i sentieri verso i vigneti, una donna saggia mi mostra piantine di cui ignoravo l'esistenza o il profumo.

Le descrive, nei loro stadi di vita, e ci spiega anche come e quando le prende e le fa divenire una delizia a tavola.

Sarà un caso, se ci credessi, che di lì a poco degustando altri vini del Collio, sento che vengono a galla nuovi profumi. No, si chiama consapevolezza, dell'immenso mondo che abbiamo attorno e dentro di noi e che abbiamo il dovere di proteggere.

Ascolto i giovani viticoltori che stringono un patto con la natura, poi storie affascinanti di libri e cinema.

Ma è solo quando sento risuonare un'armonica che colgo fino in fondo la musica dei sentieri e il compito che ci affida.

sabato 2 giugno 2018

Collio, respirare i passi

La luce si scioglie sul Collio e sembra che ancora debbano dominare le voci. Nel silenzio umano, gli animali ritrovano tutto il loro ardire. Ma tra cinguettii e diverse strofe, bisogna lasciare le porte della percezione aperte ad altro ancora.

Ci sono i passi da respirare, a ogni avanzamento nuovi e antichi profumi. Tra poco li ritroveremo nei bicchieri, perché questi vigneti sono così generosi da accogliere ogni sfumatura di vita.

Per adesso l'olfatto corre senza affannarsi e ogni aroma accarezza. Dal prato alle siepi, fiori che vogliono addentrarsi già nell'estate. Cammino anche tra le citazioni di Giacomo Casanova, al Castello di Spessa.

Mi richiamano tre semplici parole: per quanto possibile. In questo percorso mi appaiono come una  dichiarazione di sostenibilità.

Prendere dalla Terra per quanto possibile, dare altrettanto e respirare ogni passo.


Notte e luoghi in equilibrio

La frontiera attraversa i popoli. 

Oggi lo avverto dai suoni, che sanno rimanere delicati in questo passaggio capace di far crescere insieme. Per la mia prima giornata della Collio Experience voglio raccogliere questo tassello, perché anche questa è sostenibilità. L'aria quieta, anche quando passano auto e moto, come se non volesse disturbare l'indaffarata natura; le parole di una donna che si illumina nella penombra della cantina di famiglia, all'eco della sua storia. La stessa Gorizia, che di lì a poco ci accoglie, non si mette ad alzare la voce  e della principessa Sissi narra senza clamore.

Quando il vino diventa protagonista, la musica non lo soffoca, lo accompagna.  E mentre lo showcooking sta terminando,lasciamo l'abbraccio del castello e le strade vivono senza urlare. 

Al castello di Spessa, provo a entrare nella stanza, ma devo fermarmi ad ascoltare sullo spiazzo: le bestiole della notte chiacchierano e canticchiano nel buio.

Luoghi in equilibrio, anche nelle parole. Chissà cosa accade nei vigneti addormentati, domani mi sembra di poterne scoprire la voce.

Notte e luoghi in equilibrio 

Aspettando chi sei

L'arsura di certe giornate di attesa di consuma con una manciata di riflessi che non riesci a chiamare luce.

Finché arriva il fiume e scorre, scorre tutto ciò che sei.

Aspettando l'acqua, una goccia o un corso intero. Aspettando ciò che sei, raccogli i granelli di sabbia e li lasci cadere, attenta a non contarli.

Ma io mi sostengo?

Sono in viaggio verso un'esperienza che sono pronta ad accogliere, o forse non vedo l'ora di accogliermi. Un punto di incontro tra creature, in una terra come il Collio naturalmente d'incontro.

Eppure il pensiero fisso in me riguarda un passerotto ardito. Sono abituata, sul lago di Como, ad assistere alle incursioni di questi animaletti a caccia di briciole. Ieri, tuttavia, è successo qualcosa di più.

Un passerotto, più minuscolo del solito, si è posato sul nostro tavolo e ha scelto di volare su ciascuno dei nostri bicchieri. Ci abbiamo scherzato su, o bestiola che ama il vino, prima che uno di noi gli offrisse briciole di pane.

Il passerotto aveva invaso il nostro spazio di fieri umani, ma poi ho pensato alla bella foto del cervo che attraversa la strada tra i due lembi di bosco. E il lapidario commento sotto: ma non è la strada, che attraversa il bosco?

Ad un tratto ho sentito di aver invaso io, lo spazio del passerotto. Ho pensato alla giornata di fronte, come tante altre: zeppa, e senza spazio quasi per respirare. Ho pensato, ancora, che quell'animaletto grazioso e ardito volesse dirmi qualcosa di più.

Malu, tu vai ad assaporare una terra e la sostenibilità. Ma tu, ti sostieni? Stai davvero vivendo rispettando ciò che sei, che puoi, che vuoi, o ti stai sfruttando?

Io non so fornire risposte certe, ma aleggia quella domanda.

Ma io, mi sostengo?


http://www.collio.it/blog-della-sostenibilita/marilena-lualdi/

venerdì 1 giugno 2018

Notte e chi sei veramente

Raramente, qualcuno decide di scoprire chi sei. Senza protervia, con un battito di ali. Magari scegliendo il dessert giusto per te.

Arriva una bavarese, al tè verde, quello che ti piace ma al quale non hai il coraggio di inchinarti ogni mattina. Un piccolo gesto che ti interroga su chi mostri e chi sei.

Chi sei veramente, non lo decide un dolce. Ma chi compie un passo verso di te, che tu sia ferma o ti stia allontanando.

Notte e chi sei veramente.

C'è sempre da ammirare

A volte ammiri la bellezza, altre la forza. Ti  inchini di fronte alla tenacia, che altri chiamano ostinazione.

I contrasti, che si possono semplicemente chiamare vita. La pietra o il cemento, che si lasciano intenerire dal potere di un colore. E una foglia secca, che ricorda come tutto labile sia alla fine, tanto da essere eterno.