domenica 31 gennaio 2016

Poi tutti sognano

Tutti devono raccontarti qualcosa o anche solo far rumore.

Poi, tutti sognano. E contempli il silenzio dentro di te. Non osi unirti ai sogni, per una notte, perché sei troppo impegnata ad ascoltare qualcosa di diverso.

Finché Sotto questa pace, senti il brusio impercettibile dei viaggi altrui, lontano. 

I' te vurrìa vasà - canzone per il giorno

So cosa significhi dormire su foglie di rosa. E anche il timore, quando arriva in punta di piedi il sole.

Che sia lui a spezzare l'incantesimo del tuo sonno. Anche se io non sognerei altro.

I' te vurrìa vasà, Russo-Di Capua, canzone per il giorno.

Notte e siamo uniti

Oggi sentiamo la bellissima tentazione di affacciarci su una festa di compleanno. È di un papà speciale. Un patriarca, vorrei dire.

L'ho visto nel dolore in passato, l'ho visto nella speranza. Oggi compie 95 anni e festeggia nella campagna irresistibile della sua, nostra valle. In poche ore si concentrano emozioni che le parole sono povere nel descrivere. Una famiglia che si ritrova perché è sempre insieme. E sentiamo vicini, tra di noi, coloro che sembrano essere partiti.

Ad un tratto arriva un altro festeggiato, che ancora guarda al traguardo dei novanta. Il saluto dei due patriarchi si veste di solennità nel locale.

E quando mi congedo dal nostro patriarca - il suo volto coperto solo un istante dalle mani, quando risuona il canto degli auguri - lui mi consegna un dono, un segreto che vuole essere condiviso.

Siamo uniti. Una realtà. Un auspicio. Uniti perché ciascuno di noi ha la sua strada. Ma camminiamo insieme.

Auguri, papà Franco.

Notte e siamo uniti.

Non c'erano dieci persone

Visto che tutti si dilettano a scontrarsi sui numeri, forse per non guardare negli occhi le persone, io stamattina mi godo un video di 43 anni fa.

Una delle prime esibizioni dei Kiss, mascherati di tutto punto e con la musica che voleva fuggire fuori dalle dita, dalla gola, a New York.

Una folla con meno di dieci persone, avvisa il post.

Non c'erano dieci persone, c'era pure la raccomandazione di chiudere in fretta questa sciocchezza e dedicarsi altro. Se chiudo gli occhi, mi rivedo all'Arena di Verona, otto anni fa, con i Kiss e più di dieci persone.

Ma per me non è cambiato niente rispetto a trentacinque anni fa, quando presi in mano il primo disco dei Kiss. Possiamo essere in quattro gatti o cinque milioni, ma io sono grata di ciò che ho provato e provo, prima di tutto di ciò che mi hanno insegnato.

Tra le varie cose, a fregarmene di chi ti vuole stroncare.

A ricordarmi che tutti, specialmente chi lo nega, portano una maschera di tanto in tanto.

A non voler imporre niente e a non credere che qualcuno abbia più ragione di un altro.

E a non contare mai chi ti applaude, of course.

sabato 30 gennaio 2016

E tante cose inutili

Forse faccio tante cose inutili. Ma le faccio col cuore.

Per questo, a volte, riesco persino a sentirmi lieve.

Una parte del tuo corpo

Una parte del tuo corpo non risponde più. Perché è impegnata a porsi domande.

Cosa puoi fare

Non puoi cambiare il mondo. Non puoi spazzare via i vecchi vizi dalla tua città. Non puoi mettere in ordine il tuo rione. E neanche  nel tuo palazzo sempre portare un po' di armonia.

Però forse puoi dare una sistemata alla tua scrivania: quello sempre è in tuo potere.

Notte e qual è il mio rione

Dove sono nata, dove sono scappata, dove sono stata accolta, dove le porte sono chiuse. Ho vagato e stasera contempliamo le strade del mio rione.

Il caffè, solitamente gremito, si è calmato per entrare nella notte. Pochi passi risuonano e sono scomparse le ultime luminarie. Poche ore prima, bruciavano l'inverno o i suoi riflessi, nella straripante piazza.

Adesso, i cortili tacciono e tutti sembrano imitarli, impressionati anche dalla foschia che confonde le parole. Io lo amo molto, il mio rione, come gli altri che mi hanno trattenuta senza danneggiarmi le ali.

Il mio rione, è quello in cui sono con te.

Notte e qual è il mio rione.

C'è grazia

C'è grazia negli occhi innocenti, nell'erba abbracciata al fango, nel nonno che si aggiusta la cravatta come un angelo che controlla la creatura affidatagli.

C'è grazia in un cuore che batte, come può. In una ringhiera a cui si aggrappano le colombe per scambiarsi confidenze. E in un sentiero che si addentra con fiducia senza bisogno di svelare la meta.

venerdì 29 gennaio 2016

Se il mattino non si accorge di esserci

Se il mattino non si accorge di esserci, immusonito e oscuro, chiuso in se stesso come per proteggersi,  lo spalancherò io. Con un desiderio o con un sospiro, con una briciola di sorriso, con ogni tipo di chiave che plasmerò dal tuo amore.

Fraintesi

La cosa più insopportabile è venire fraintesi. Magari da se stessi.

Palloncini dalla notte

Tornando nella notte, inciampiamo in macchie di colori. Buffe e scomposte, come frammenti di angeli che non stanno insieme.

Sono palloncini, sfuggiti chissà dove, notiamo con stupore.

Palloncini dalla notte, tracce di gioco e spensieratezza che accompagnano la nostra strade, che stemperano il nostro buio.

Notte e se la luna gioca con Ischia

Fingo di non vedere il mare, ma lo sento cantare. E ha un suono strano, ovattato e birbante. Io credo che stia giocando con la luna.

Perché a volte torno così, in fretta e senza farmi notare, a Ischia. Scelgo un paese a caso, i piedi accarezzano solo un istante la terra, poi si dirigono verso il mare. Quel velo che brilla per testardaggine, raccolgo e indosso: per me, per il mio sguardo e nessun altro.

La luna gioca con Ischia, e io non posso sottrarmi all'incantesimo del ricordo.

Notte e se la luna gioca con Ischia.

Erase and rewind - canzone per la notte

Che se non mi ascolti, mica ti imploro. Cancella, riavvolgi il nastro che prima o poi si consumerà.

So benissimo cosa voglio. Ancora di più cosa non voglio più.

Decidere è meraviglioso, è la vita. E posso dire che qualcosa, non l'accetto più.

Yes, I said it's fine before
I don't think so no more

Erase and rewind, Cardigans, canzone per la notte.

Dialoghi reali - la bellezza del dottore

- Comunque c'è da dire che il dottore era proprio gentile.

- Sì.

-  Bravo, eh. E poi educato.

- Sì, ma dillo...

- Che cosa?

- Che era pure bello.

- Sì, era bello. Specialmente le orecchie.

- Le orecchie?!

- Sì, non hai visto com'erano belle.

- No...

Bellezza da ascoltare. Mi stupisci sempre.

giovedì 28 gennaio 2016

A casa mia non entri urlando

A casa mia non entri urlando. Quindi non capisco le ragioni per cui puoi farlo sulla mia bacheca.

Notte e tutto quello che non va in fumo

Abbiamo assistito a diversi roghi propiziatori oggi, il fumo ancora addosso alla pelle e agli abiti. Tutto ciò che rimane, ci diciamo, di ciò che tanto temevamo o ci ispirava disgusto.

Ma c'è qualcosa che non respiriamo, non vediamo, non tocchiamo. Qualcosa che nell'aria si diffonde con grazia, e con una commovente resistenza. Inodore e gentile, non ci abbandona dopo qualche ora.

Quello che non va in fumo, che le fiamme neanche possono lambire, è la speranza. Anche, sopratutto quando ci ostiniamo a non vederla.

Notte e tutto quello che non va in fumo.

L'urlo della Giöbia

Nell'aria calda e ingrigita, prima delle fiamma c'è un urlo. Risuona a più riprese, con i bambini che obbediscono volentieri all'invito della prof.

L'urlo della Giöbia e come una danza di indiani, musica e rumore per darsi forza. E quando il fantoccio con la sua collana di salamini è ormai cenere, forse se scavo tra ciò che resta trovo i ricordi.

Di quando, bambina, correvo e giocavo in quel cortile e gli inverni erano reali, ma si scaldavano con l'amicizia.

mercoledì 27 gennaio 2016

Ci sarà del colore

Ci sarà del colore in questo grigio mattino. Dissimulato, sussurrato, spensierato.

Sarà nei volti dei bambini o nei voli dei desideri. Sarà sui tetti una volta scrollato via il velo della notte. Sarà sui prati, ancora semi addormentati. 

Il colore chiede solo di essere trovato in questo grigio mattino.

Ci vorrebbe uno Steven Tyler (a riunire)

Che i Guns si siano riuniti dopo solenne reprimenda di Steven Tyler, non solo mi piace moltissimo. Mi scatena un desiderio più profondo.

Ci vorrebbe uno Steven Tyler a metterci in riga tutti. A riunire coloro che si sono divisi, perché troppo diversi o troppo uguali, o perché troppo e basta. A urlare: ehi, che beep, vi sembra il caso di smettere di fare qualcosa di speciale, come la musica? Io ci sono passato, mica parlo a vanvera.


Gli Aerosmith, smantellati e straziati, ma la loro musica correva avanti più forte di loro.

Oh sì, m come musica oppure metafora.

Ci vorrebbe uno Steven Tyler a riunire. Perché solo chi ci è passato, può. Chi ha creato qualcosa di formidabile e l'ha distrutto, chi l'ha rimesso insieme e ha vacillato.

Non esiste un fallimento capace di durare, di fronte alla canzone chiamata vita.

Notte e se ci pensasse la Giöbia

Poche certezze nella vita. Una era che nel giorno della Giöbia regnasse il freddo incontrastato. Si sarebbe acceso un fuoco per mandarlo via e al suo posto si sarebbero immolati tutti i pensieri più tristi.

Questa notte di attesa mi sembra caldissima, come i miei dubbi. Che accadrà tra poche ore? Che cosa potremo mai bruciare?

Se ci pensasse la Giöbia a rimettere a posto l'inverno, forse persino l'inferno si ritirerebbe.

Questa notte, lo sognerò.

Notte e se ci pensasse la Giöbia.

Non esiste un dolore lontano

Ci sono dolori che non possono stare a distanza, nel tempo o nello spazio. Ci sono schiaffi che ti arrivano, anche se li vedi: non riesci a spostarti.

Non esiste un dolore lontano. Non esiste un riparo. Se tu hai voglia di vivere, ancora.

Chi copre, si scopre

Coprendo le statue per il rappresentante iraniano di turno, ci scopriamo perfettamente.

E resta velata una libertà che abbiamo perso, da tanto tempo, o forse abbiamo solo venduto al peggior offerente.

Nessun muro, lo può dire

Chi può dire: nessun muro? Quando c'è di mezzo poi la vita altrui?

Credo possa dirlo chi  non vuole neanche l'ombra di una parete, quando c'è di mezzo molto meno della sua vita.

Altrimenti, sarebbe meglio, e di miglior gusto, non parlare.

martedì 26 gennaio 2016

Il mio nome su una nuvola

Nella pigrizia del mattino - perché non so definirla pace - compio solo un gesto.

Scrivo il mio nome su una nuvola. Per vederlo muoversi senza fretta, per ricordarmi chi, che sono. 

Lo so che se ne andrà e potrò perdermi di vista di nuovo. 

Ma scrivo il mio nome su una nuvola e imparo a riconoscermi, anche solo di passaggio, a volare, a sciogliermi, ad arrabbiarmi, a sorridere. 

Su una nuvola, mi ritrovo.

Dialoghi irreali - Scappare

- Non ti viene mai voglia di scappare?

- Scusa, non ti sento, sto correndo.

Il bello di sbagliare

Molte, e preziose, le opportunità che offre l'errore.

Ma forse il bello di sbagliare è avere qualcosa da cui ricominciare.

Chi in fila chi no

In fila stanno i pensieri, anche quelli più complicati.

I desideri no: in ordine sparso, gioioso e irresponsabile, si inseguono finché non si mettono a rincorrere altri desideri ancora.

E forse potrebbero persino agguantare te.

Notte e le piccole ragioni per essere felici

Non so se tu (vano tentativo di prendere il distacco da me) sia come volevi essere, anzi diciamo che non lo so ma ostento confusione per vivere. E il dolore degli altri che scivola su di te, accresce questo peso.

Come si fa a essere felici, quando incontri la sofferenza ogni giorno, lontana o vicina, e lei ti prende per mano.

Ma scopri che mamma cagnolina, dopo aver sistemato i suoi cuccioli, ha trovato finalmente una casa anche per sé.

Mentre sei travolta da tutto, un amico ti ferma e ti consegna un libro prezioso, e una traccia del luogo dove ha trascorso ore felici.

Questa e altre gocce scivolano su di te, e alleviano questo peso.

Notte e le piccole ragioni per essere felici (sono grandi).

Quelli che non hanno voglia di ascoltare

Lo capisci subito se qualcuno non ha voglia di ascoltare, ma vuole solo raccontare di sé.

Neanche si è fermato a sentire o leggere; prende una parola a caso e ti rifila la sua verità, meglio se in contrapposizione alla (presunta) tua.

Poco importa se tu neanche volevi ipotizzare una verità.

Lui sa già tutto e arringa.

Facendoti passare la voglia di ascoltare.

Non chiediamo più a Expo, ma a noi

Eravamo all'ombra di una quercia, vera e profonda, che respirava il lago a Ispra quasi un anno fa. Ci siamo emozionati come e più dell'Albero della Vita.

Mi ricordo l'intensità di quel dibattito, come di quello successivo quando Expo già si avvicinava a metà percorso. È anche per questo che è sorta l'idea: perché non raccogliere questa intensità e farla rimanere. I padiglioni se ne andranno, chi avendo colto l'occasione di un messaggio bellissimo, chi no. Chi griderà al successo, chi allo scandalo.

Ma noi, rimarremo uguali? In questo caso, sarebbe una sconfitta. Per noi, per il futuro. Un discorso che abbiamo provato a impostare con persone alle quali sono grata. Perché sanno guardare, analizzare, responsabilizzare, con uno sguardo speciale.

Ecco il libro: Expo, uscirà uguale da qui. Con Expovillage

Raffaele Nurra è stato un cardine per me, fin dall'inizio: grazie alla sua esperienza e alla sua arte, mi ha guidato subito a percorrere Expo nei suoi tracciati e nella sua anima.

Monsignor Franco Agnesi ci ha trasmesso la forza del nostro cambiamento. Non il cambiamento da chiedere sempre agli altri, ma a noi stessi. Alle tante opportunità che abbiamo di migliorare il nostro mondo.

Roberta Bertolini e Andrea Della Bella non sono Expottimisti nel senso un po' superficiale che spesso sento dare. Hanno scoperto, vissuto, messo a fuoco il loro punto di vista e non solo, come scoprirete anche voi. Ho imparato tanto grazie a questi due colleghi straordinari.

Paolo Genoni è un medico e una persona che abbraccia, non esclude. Le sue riflessioni sono preziose.

E il maestro.... Be', Ginetto Grilli ha scoperto Expo dove nessuno sospettava, da bravo poeta.

Volevamo sorridere, anche criticare, prendere in giro, ma soprattutto cambiare. Hanno cercato di raccontarlo le nostre parole, a maggior ragione le vignette di Tiziano Riverso. Abbiamo cercato di amare e spronare il nostro territorio. La provincia di Varese, che unisce città e luoghi così diversi: sai quanto costa a una bustocca sbilanciarsi così, lasciatemi scherzare un po'.

Ama la tua terra, per amare il mondo.

Credo che l'aspetto più Expo di questo libro sia rappresentato da coloro ai quali è destinato. Suor Marcella e la sua gente, ad Haiti. Non uscire uguali da Expo significa anche continuare a ricordarsi dei più poveri.

Grazie a tutti i compagni di viaggio, oggi e domani.





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Le voci che non appartengono

Vado spesso in posti dove non appartengo, e mi danno della folle o della rompiscatole.

Ma forse lo faccio anche per portare le voci che non vi appartengono.

Dialoghi reali - solidarietà

- accidenti, non sto bene. Mi sa che ho l'influenza

- ti sta bene.

lunedì 25 gennaio 2016

Non chiedo mai due volte

Non chiedo mai due volte. Anzi, a essere fiscali, già alla prima volta la mia voce si ribella. E fugge con il cuore.

Notte e come la gru arrossita (potremmo stupirci)

Mentre corriamo per arrivare prima della sera, questa volta il mio sguardo è rubato dai campi. C'è una strana gru, prima ferma, poi lentamente in movimento: sembra quasi una danza.

Chissà come mai ancora si muove, immersa nel lavoro, quando il sole sta tramontando. E chissà se è lui a colorarla di un tenero rossore.

Come se il mezzo meccanico trovasse un'anima tra la natura. E forse ce l'ha anche più di noi.

Perché la sa ascoltare.

Notte e come la gru arrossita (potremmo stupirci)


Il dovere verso un bambino

Il dovere verso un bambino. Di ricordare il suo compleanno anche se l'hai appena conosciuto. Di proteggerlo, anche se non lo conosci affatto. Di assisterlo, anche se sono tutti più saggi di te.

Il dovere verso un bambino é liberarsi di ogni anche se.

L'anziano e il sorriso che cura

Nella sala d'attesa, la tensione e la confusione si sostengono. Gli sguardi distolti dai bimbi, che si cerca di far giocare per combattere la paura. Le conversazioni imbastite per riempire il corridoio dove sbirciano le paure.

C'è un'unica persona sola. È un anziano, che cammina a fatica, ma non chiede - come avrebbe diritto - di passare avanti. Si avvicina quando è il suo turno, prende istruzioni, si allontana verso il primo esame, poi torna.

Lo vedo ancora all'ultimo, quando la pazienza di tutti è sfilacciata.

Ha qualcosa in comune dal primo all'ultimo istante: sorride.

Un sorriso autentico, che inizia a sprigionarsi dagli occhi. 

Un sorriso che cura tutti, un sorriso d'angelo.

domenica 24 gennaio 2016

Silenzio dell'alba

Tutto il silenzio dell'alba non riesce a stare nel cuore. Lo sfiora, lo avvolge e gli dà desiderio, coraggio di chiedere uno, cento silenzi.

Gli impone il dovere di reclamare un diritto e di viaggiare di giorno in giorno, di alba in alba per udire silenzio e trattenerne note.

Il mio troppo

E pensi troppo, scrivi troppo, posti troppe foto di animali, ascolti troppa musica rock, dai retta a troppa gente...


Può darsi che sia vero. Come pure che tu sprechi troppo tempo a giudicare gli altri, invece di vivere.

Is music for the sad men?

Anche nelle più sfacciate canzoni pop, c'erano staffilate che non potevi levarti di dosso. Forever young ne traboccava e quando la sento, mi viene da percuotermi alla ricerca di una frase che non faccia male.

Ma peggio di tutto c'è quel dubbio che mi lascia addosso: la musica, è per le persone tristi? Si canta, si balla, per non piangere, o peggio morire?

E pensare che tutto nacque per ballare stretti. Forse per non piangere o, peggio, morire.

The music is for the sad men.

E quando danzavamo, di tutta questa malinconia non ci accorgevamo, perché fa parte dell'incantesimo?

Notte e c'è troppa luna (per fortuna)

Ma perché ti sei messa in testa di distrarci, luna? Sei troppo felina, troppo elegante, troppo socievole senza scadere nel petulante. Cambi di intensità, di colore, di calore. E noi a perdere la direzione originaria, pur di seguire il tuo spettacolo.

C'è troppa luna, borbotto, tra un po' mi convinco che la vita sia spettacolare come te.

Scostati o ti credo: sto sorridendo già.

Notte e c'è troppa luna. Per fortuna.

Conoscersi con Bellotti

Conosci te stesso. Mentre esploro le stanze di Palazzo Cicogna cercando le preziose tracce di Biagio Bellotti, sento dentro di me questa frase.

Non è solo per il titolo della avvincente mostra organizzata dalla Famiglia Bustocca, con il supporto del Comune, qui e nel meraviglioso altro scrigno e dispensatore di energie che è la Biblioteca capitolare.

Patria ut noscat. Affinché la mia città mi conosca.

È anche e soprattutto perché attraversando la vita, le opere, i sogni, le difficoltà di questo mio illustre concittadino mi sento spaesata e felice. Può apparire un controsenso, ma non lo è. Mi sembrava di sapere molto, anche se non tutto, su Bellotti. Mi trovo più ignorante che mai. Scorgo un luogo, una finestrella, un colore e mi rendo conto di come mi fosse sfuggita l'autorevole paternità.

Mi commuovo di fronte al disegno di Sant'Antonio Abate o alle foto della bellezza di storiche sale, dissolta dai bombardamenti. La musica dei bambini è la speranza che corre discreta sotto la storia di questo canonico, artista (pittore ma anche musicista, mi ricorda il maestro) e figlio di una città che come tante altre non sempre manifesta gratitudine.

Oh sì, più di tutto mi emozionano le parole che accompagnano il suo autoritratto. Difficoltà, fatiche, boicottaggi, liti: i tempi non cambiano mai.

Ma questo autoritratto appare davvero come un pegno d'amore, più forte di tutto. Lo stesso amore che bisogna cercare di offrire, in un'epoca come la nostra, dove il mecenatismo sembra soccombere e le radici spesso ignorate.

Così non è finché cercheremo di conoscere la nostra città, la bellezza e noi stessi, come possiamo.

Questa mostra, fino al 28 febbraio, a Busto Arsizio lo consente. Anche a chi abita in altri luoghi, dove Bellotti ha lasciato il suo pegno d'amore, o a chi semplicemente ama l'arte e ama cercare.




Conosci te stesso. 


sabato 23 gennaio 2016

Forse a volte non mi ascolti

Forse a volte non mi ascolti. Non mi segui neppure.

Ma so che sempre, quando c'è un pericolo o un ostacolo, sempre corri avanti a liberare la mia strada o correggere la mia direzione. E non me ne accorgo finché distrattamente non guardo indietro.

Eri avanti a proteggermi. Forse per questo sembravi non ascoltare.

Dialoghi reali - viva l'Inghilterra

- Volevo chiederle un'informazione, visto che lei è così appassionata dell'Inghilterra.

- io?!

- sì,  e a proposito Londra...

- Mi scusi, ma io sono appassionata della Scozia.

Domanda a me stessa: ma dove ho sbagliato?

Anni di devozione alla causa scozzese. Forse però dovevo imparare il gaelico, non l'inglese.

Non copio né incollo alcun messaggio

Non copio, né incollo alcun messaggio, per dimostrare alcuna cosa.

Casomai, lo ripongo nel cuore. E se non viene visto, forse è perché non c'era voglia di guardare, se non oltre se stessi.

Notte e tutto quello che non mi appartiene

Ci sono cose da cui le dita scivolano via: forse sono quelle che non mi appartengono, e a cui io non appartengo affatto.

Le riconosci, non solo per quel movimento involontario delle tue mani che presto si rivela inutile. Ma perché si accumulano, diventano un magma capace poi di muoversi e di inseguirti. E come un pacman affilato, divorano tutto ciò che trovano sulla propria strada, a partire dalle tue energie, dai tuoi sogni, dalle tue virtù; persino i tuoi difetti fanno gola.

Ma tu sai che le puoi fermare. Basta che ti alzi, che le fissi e che tu lo dica con chiarezza: voi non mi appartenete e non potete avermi.

Sparite, io devo riprendere il cammino.

Notte e tutto quello che non mi appartiene (deve sparire).

Le idee dell'altro intollerabili

Se le idee dell'altro sono per te intollerabili, e ci vomiti sopra veleno, alla fine non sei intollerabile quanto lui?

venerdì 22 gennaio 2016

Mi stupisce il mio nome

Sobbalzo in genere quando scandiscono il mio nome. Ufficialmente, perché sono abituata a sentirlo nelle sue variazioni scolpite dalla vita. Chi lo tronca, chi lo plasma con il cognome, chi lo fa ma con più rapidità.

Finché  mi è venuto il dubbio che ci sia un'altra ragione per sentirmi quasi stupita.

E' che io non lo pronuncio quasi mai, troppo presa da altro e altri.

Dialoghi reali - Un'altra lingua

- Ma sai che a volte mi sembra proprio di parlare un'altra lingua?

- Non ho capito cos'hai detto.

Notte e se fossi lucida come te

Quando alzo lo sguardo, quando mi arrendo ancora, vedo com'è lucida la notte. La luna che sembra essersi messa in ghingheri, quel cielo che non riesce a essere scuro perché contagiato dalla sua magia. E anche l'aria è un velo in cui ci si può specchiare.

Lucida, può essere la follia. Specialmente la più bella, quella di vivere.

Quasi quasi...

Notte e se fossi lucida come te.

Molto più di quanto possa dire

Parlo sempre volentieri con te e vorrei dire tante cose. Che ti ammiro, perché sai offrire sorrisi in un mondo glaciale, un mondo dove ti hanno tolto le persone più care. Che quando ero piccola, avevo una visione distratta di te  e non capivo.

Che ora lo so, ma prima lo sentivo, che ami ancora di più quel cagnolino perché l'aveva scelto lui, l'avevate strappato da un box del canile insieme.

Vorrei dirti i miei ricordi, mostrarti una lettera di quel ragazzino speciale -  che nascosi così bene dal non volerla trovare oggi per combattere il magone - raccontarti di quando le nostre vite si sfioravano.

Ma ti ascolto, e ascolto il tuo cuore grande. Ed è molto più di quanto possa dire.

Tutte le porte che si chiudono

Se non si chiudessero tante porte, perderemmo le poche che brillano di una luce vera. Luce flebile e costante, di quelle che non possono gridare per attirare l'attenzione.

Tutte le porte che si chiudono, ti fanno trovare l'ingresso sulla tua strada.

giovedì 21 gennaio 2016

L'airone e il ghiaccio

Come uno specchio rugoso, si presenta il laghetto gelato. E io avrei la voglia bizzarra di camminarci sopra.

Senonché mi raccontano che fino a pochi giorni prima ci passeggiava un airone. Da quando il ghiaccio è la nuova pelle della pozza, il volatile non si presenta più, saggio o stizzito. O forse lui, leggero e coraggioso, non vuole pattinare sui pensieri scivolosi e gelidi.  Non come noi umani, che volentieri vi indugiamo.

Correre in Scozia

Quando con la fantasia corro in Scozia, è perché non ho la possibilità, forse nemmeno il coraggio, di correre a casa.

Un diversivo per riagguantare la meta o plasmarne una sola.

Notte e se qualcuno può ascoltare

Sai che nella notte si perde ogni rumore, anche quando il buio sembra amplificarlo. E' come un ultimo grido, che si espande e si sfilaccia.

Sai che nella notte c'è un silenzio dannato. E bisogna avere il coraggio di pregarci dentro.

Anche la tua voce, però, non ha corpo e potresti convincerti che appartenga a qualcun altro.

Sai che tutti corrono avanti nei sogni e pochi hanno voglia di ascoltare.

Qualcuno può fermarsi, per amore o per sbaglio. E persino chi ha commesso senz'altro un errore, ti fa pensare questo: che si sia fermato ad ascoltare te. Ora, dovresti imitarlo.

Notte e se qualcuno può ascoltare (fermati e ascolta qualcun altro).

Dialoghi reali - il conforto

- Mi puoi dire una parola di conforto?

-Certo… dai non va tutto male! I tuoi tigrotti hanno vinto.

- Veramente hanno pareggiato.

- Ah… avevo visto un tuo post entusiastico.

- Stavo cercando di confortarmi.

Insomma, il conforto bisogna darselo in proprio.

mercoledì 20 gennaio 2016

Notte e roba da credere alle stelle

Sei serena come il cielo e guardi su, intrappolata da quei puntini luminosi abbracciati alla luna. Ma a debita distanza, come per non turbare la sua pace.

Sei sconvolta e corri. E guardi su, come oppressa da tutta quella bellezza che non ti appartiene.

Comunque vada, dovunque tu corra, stanotte c'è questo cielo perfetto nel suo gelo: frammenti di luci, conficcati in un vetro cupo.

E non stai troppo a osservare, oppure crederesti alle stelle. Sarebbe troppo, per il tuo cuore.

Notte e roba da credere alle stelle.

Non ti possono portare via tutto

Non ti possono portar via tutto, se tu non lo trattieni.

Dialoghi reali - il giusto nome

- Ciao Daniela…

- Ma…

- Ma cosa?

- Sono Marilena! Tesoro!

- Ah. Stavo chiamando Daniela.

- Questo l'avevo capito.

- Sai avevo bisogno di darle un'informazione.

- Speriamo solo quello.

Basta.

Il giusto nome.

Un amico

Un amico non è colui che ti impedisce di commettere una cavolaia. Ma è quello che ti aiuta a commetterla, al momento giusto.

martedì 19 gennaio 2016

When I am 64 - canzone per questo giorno

La canto oggi, perché un mio rocker li compie davvero, 64 anni. E di questi tempi incrocio trecento dita, perché ci hanno già strappato troppe canzoni di domani, troppi volti a noi cari.

E quando quegli anni sono lontani, si può mormorare così: sarai comunque romantico con me?Apriremo una bottiglia di vino? O staremo vicino al fuoco?

In fondo, sarai più vecchio anche tu. E chissà se avrai ancora bisogno di me.

Intanto, buon compleanno Paul Stanley. Che dei Beatles vai pazzo e oggi guarda caso compi 64 anni.

When I am sixty-four, Beatles, canzone per questo giorno.

Quando il cielo si apre

Quando il cielo si apre, come due braccia dopo una lunga lontananza.

Non importa di che colore sia.

Importa che un nuovo giorno ti venga offerto e tu lo possa dipingere come vuoi.

In questo anno (non ci vogliono entrare)

Lemmy neanche si è voluto affacciare. David l'ha appena sfiorato. Ora gli Eagles perdono frammenti preziosi di ali, con Glenn.

 E anche se è ragionamento bambino, mi dico: chissà se i nostri miti in quest'anno non sono voluti entrare. O si sono messi a fianco, forse sopra, per aiutarci a non cadere dentro il suo dolore.

Capisco che attacchino le donne

Capisco che accoltellino, attacchino, scuotano le donne, con il favore della sorpresa o dell'oscurità.

Le donne, sarebbero troppo forti per dei vigliacchi come loro.

Notte e se la vita fosse Harry Potter

Telecomando, vorrei maledirti. Mi porti da Harry Potter. Rivedo il tragitto del treno, quello che mi riporta in Scozia, altro che scuola di magia.

Io, alla  magia, mica credo. Qui mi propinano palle tipo: l'amicizia è più forte. L'amore, figurati. La lealtà paga con gli interessi. E gli animali non solo parlano: ascoltano, più degli umani.

Il personaggio più cattivo, è quello che ti sta proteggendo.

Persino i re dei fetenti, alla fine, devono soccombere al bene.

Ah, se la vita fosse Harry Potter.

E magari, lo è davvero.

Notte e se la vita fosse Harry Potter.

lunedì 18 gennaio 2016

Il sole sa sorprendere

Trafitti da ogni tipo di freddo, guardiamo l'arrivo del sole con stupore. Come se con il nostro cammino malfermo non c'entrasse proprio. Come se si fosse sbagliato a venire da noi.

E proviamo una vacillante gratitudine. Lo amiamo per tanti motivi, ma prima di tutto perché sa sorprendere, come pochi di noi riescono.

Avessi le parole giuste

Avessi le parole giuste per curare gli altri e me. Le trovassi con sorpresa mista a euforia.

Temo che le ricaccerei in gola, con la paura di rovinarle. 

Notte e la tua saggezza (si chiama amore)

Quanti libri, e non ne conosci mai abbastanza. Quanti consigli saggi, almeno quando oso chiederli. 

Poi arriva il tuo musino che mi dispensa baci silenziosi. Nella penombra il tuo profilo mi porta secoli di saggezza dei tuoi avi, che abbiamo calpestato.

Tu, nella penombra mi osservi, con amore. Chissà se sul mio sciocco volto vedi secoli di saggezza dei miei avi.

Saggezza perduta, scherzo ma non troppo, mentre ti accarezzo.

Notte e la tua saggezza si chiama amore. 

Facebook e tutto ciò che hanno

Poi irrompe una voce amica: ma non hai visto i commenti di quello e coloro che sputano post torbidi su Facebook?

No, le rispondo, non ho tempo, e a essere fiscali neanche la voglia.

Però, mi spiace per loro. Perché non hanno tempo per essere vivi e costruire.

domenica 17 gennaio 2016

Il coraggio

Dicono che bisogna cercare il coraggio. Ma spesso, è stato lui a venirmi a cercare.

Si è presentato senza far rumore e neanche mi ha detto: vieni con me. Mi ha preso per mano in silenzio e io non ho potuto che seguirlo.

Le cose più importanti

Le cose più importanti non si scrivono. Non si sussurrano, nemmeno. Si posano in un cassetto del cuore, uno di quelli che lasci impolverato. Come sotto un sortilegio, infranto da chi ti ama e - per una curiosità devota - vuole guardare dentro. Ma più forte è la volontà di levare quella polvere dal cuore.

Notte e il vento, e Sant'Antonio

Questo vento che si monta la testa e scuote alberi, veli e palazzi. Questo vento sembra voler spazzare via tutto, tranne le paure che si conficcano nella pelle.

E Sant'Antonio, che le feste più di tutti porta via, ci penserà lui a bruciarle con affettuose tradizioni. Consegnare a lui i timori, i tentennamenti, le tentazioni...

Si apre qualcosa di nuovo, sotto le sferzate del vento che cercherà di farlo apparire come un vuoto. Invece, è terra morbida su cui si può danzare.

Nulla proprio mi manca (Sant'Antonio dalla barba bianca).

Notte e il vento, e Sant'Antonio.

It can never end (live wire)

Live wire. It's the first memory, the first fist, forgive my pun. Motley Crue are rising, I listen, I share, I reject.

After 35 years I can be at one of their last concerts. We are older, but We are alive. Better, there's something alive and kicking inside us although we look so different.

I'm grateful for the path, guys. Happy birthday, even if it's over, they say. But it can never end.

http://neicassettidimalu.blogspot.it/2013/04/live-wire-canzone-per-il-giorno.html

Il sole sul pianoforte

Il sole sosta sul pianoforte e mi stupisco del silenzio. Polvere di luce che mi riporta indietro, agli esercizi, alle musiche seriose e a quelle suonate per ribellione.

Ecco, se mi fermo ad ascoltare qualcosa sento. Ma soprattutto, vedo. Tu sei nell'altra stanza e abbassi il volume del televisore per ascoltare.

Anche se non ti vedo, in realtà, sei.

E anche se non si sente, il pianoforte suona, melodie seriose o ribelli:  poi, che differenza c'è.

Dialoghi reali - come stai

- come stai?

- non lo so.

- come non lo sai?

- mi sono appena alzata.

- be' ti sei alzata.


sabato 16 gennaio 2016

Notte e vecchi biglietti

Mettendo a posto tante, troppe cose, affiorano vecchi biglietti.

Alcuni sono troppo scoloriti dal tempo, e indecifrabili. Altri sono chiari, e assumono i contorni di una presa in giro: che dono che sei, scrivevano prima di strapparmi ogni pezzo di carta e di vita.

Ma la maggior parte sono limpidi e preziosi. Amore che sgorga sui fogli. Pensieri che viaggiano ancora, verso di me, e tornano alla loro fonte.

Vecchi biglietti, per trovare nuove strade senza perdersi mai. Bussole dell'anima, guide del cuore e delle intenzioni.

Notte e vecchi biglietti.

Dialoghi reali - A scuola dal ristorante

- Mi scusi, cameriere, c'è una toilette?

- No, signora.

- No?

- No, siamo l'unico ristorante senza toilette.

- Ma davvero?

- No, signora. Ma le sembra possibile che non abbiamo la toilette?

- Mi scusi, volevo dire: dov'è la toilette?

- Adesso va meglio, signora.

Al ristorante o a scuola, che ansia.

venerdì 15 gennaio 2016

Non ti ricordi le mattine d'inverno

Non ti ricordi le mattine di inverno, finché il suo gelo silenzioso non ti porta lontano. Un lontano che in realtà è dentro di te e ti scava dentro. Alla ricerca della verità o anche solo di un rifugio che è dentro di te.

Ecco, questa è una mattina di inverno.

Dialoghi reali - l'idiota

- Comunque sono proprio un'idiota.

- perché parli così? Ma sei scema?

- no, idiota.

Notte e senza il buio

Con il buio forse è più arduo trovarti. Eppure sento che senza il buio non mi metterei a cercarti.

Notte e senza il buio.

Noi e questo groviglio

In questo groviglio che si chiamano autostrade e associate, il cielo si incupisce ancora di più. Assediati da lamiere e da pensieri. Uno su tutti: ma siamo sicuri che sia normale, sia umano assediarci tra di noi così?

Tutti uguali, per finta. Tutti similmente stressati. Tutti diretti con più urgenza degli altri, ma verso dove, veramente, non sono sicura che poi lo sappiamo.

Noi e questo groviglio di ferraglie, dove si annidano anche più contorti pensieri.

tutti i crimini del mondo (Riposa Lidia)

Quando mi guardo indietro, avverto spesso la stanchezza e il dolore di aver attraversato tante storie tragiche. Tant'è che le spalle, ripensando a diversi di quei drammi mi pesano come se avessi visto tutti i crimini del mondo.

Quando iniziai il mio percorso, quasi trent'anni fa, alla Prealpina, la morte di Lidia era già avvenuta. Il suo assassinio. Ero una ragazza che sentiva i racconti degli altri, leggeva, soffriva per tutto ciò che accadeva. E per tutto ciò che non accadeva.

Ho cambiato strada senza trovare la scorza.

Non so se si farà giustizia, ora. Ma mi sembra già più lieve il peso al pensiero che non sia mai troppo tardi per cercare di fare giustizia.

Riposa in pace Lidia. 

Pensa che criticano le rose

Pensa che criticano le rose, perché fioriscono fuori tempo. Chi dà loro delle sciocche, chi delle stordite, chi le ritiene folli nel tentare bellezza nel cuore dell'inverno, con un destino segnato.

Pensa che si prendono gioco delle rose, come se noi avessimo più potere di loro di decidere dove, quando stare e cercare di mettere germogli incerti.

giovedì 14 gennaio 2016

Abbastanza distratta

Sono abbastanza distratta da tenere stretto al cuore ciò che conta.  

Pochi fili, dalle sfumature timide. Sembrano fragili, forse non si vedono nemmeno.

Ma sono lì, dove conta, mentre il resto vola via, per il vento e la distrazione, che gioca con la mia libertà.

Sto imparando un sacco di cose

Sto imparando un sacco di cose. Solo che non so dove riporle.

Notte e Alan che non dispensa certezze

Io, solenne fan di Harry Potter (libro) confesso un certo rammarico nel sentir definito così Alan Rickman: il Piton del film del maghetto, appunto.

Tutto lì, mi viene da dire. E non è una espressione facile per me, visto che di volume in volume avevo accumulato un crescente, e ripagato, tifo per il professor Snape, suo vero nome.

Eppure questo accostamento mi lascia ferita, per tutto ciò che ha saputo mettere in scena Rickman. Cerco una consolazione in uno dei ruoli in cui mi ha più devastata. Quello di de Valera, in Michael Collins. Per inciso, lì c'era Stephen Rea, che è pure il mio incontrastato attore preferito di questi tempi.

Ma chi mi ha lasciato stupita, ferita, scottata, disillusa, era Rickman. La sua straordinaria interpretazione.

Così riannodo due partecipazioni, due ruoli così diversi, ma accomunati da una eterna lezione: attenti ai miti, alle facili interpretazioni.

Alan, non dipensavi certezze neanche quando tutto pareva scritto.  Riposa in pace, in un cielo che certezze ci promette di regalarci.

Notte e Alan che non dispensa certezze.

Le persone perfette non dicono sempre cose perfette

Le persone perfette non dicono sempre cose perfette.

Possono scivolare e ferire. Ma non smettono di essere perfette. E tu, di amarle.

Sono tremendo - canzone per il giorno

Indosso i pantaloni di (finta) pelle, dove dovrei tenere un abbigliamento dimesso. E abbasso la voce, quando urlano di più.

Forse sono tremendo, anche nell'andare via quando sento che mi stanno legando con i sorrisi. Ma so anche quando è il momento di arrendermi, arrendermi a te. Che poi - come ha detto un amico così saggio - arrendersi richiede anche più fatica.

Ma io lo faccio volentieri, perché sono tremendo.

Sono tremendo, Rocky Roberts, canzone per il giorno.

mercoledì 13 gennaio 2016

Notte e torneremo nel pub

Dopo la corsa, arriva il momento in cui ascoltare persone che mi donano le loro riflessioni. All'ombra della mia amata basilica, che di notte è una delle poche luci, assorbo le energie.

Ogni incontro è un dono, ma che gioia quando compare un vecchio amico. Vecchio anche se siamo giovanissimi, si intende. E quando usciamo, ci troviamo lì a parlare, sotto quel cielo falsamente buio. Finché due ragazzi ci avvicinano e ci chiedono: sapete dove è il locale x?

Certo, risponde lui, e lo indica, quasi li accompagna per qualche metro. Io gli sorriso, perché in quel pub tante volte ci siamo andati insieme. Erano sere, no, postsere si può dire? Momenti pazzeschi che si ricavavano dalle giornate che pur non erano leggere: ma avevano sempre uno spazio in più da condividere.

Ci siamo andati a raccontarci le nostre vicissitudini e le nostre speranze. A parlare di calcio. Be', una volta anche a promuovere la secessione del nostro rione, con apposita squadra di giunta provvisoria, ma quello era a una sera alla terza birra, dai.

Adesso siamo grandi. Eppure, quando ci lasciamo, abbiamo una promessa.

Troveremo una sera, o una postsera. Troveremo uno spazio in più da condividere.

Notte e torneremo nel pub.

Lo volevi fare tu?

Hai sempre eseguito i compiti, magari all'ultimo, ma hai provveduto. Hai provato a essere atletica, anche se eri un sacco di patate. Hai riso, quando avresti voluto piangere. E hai urlato, perché il silenzio era tutto ciò che ti stava a cuore.

Negli anni, hai compiuto tutto questo. E ora qualcuno, forse tu stessa, ti chiedi ma lo volevi fare veramente? Era questo che volevi per te?

Allora, scompiglia i compiti, più dei capelli, cadi subito su un terreno che non ti appartiene, piangi a dirotto o fai smorfie disastrose. Il tutto muta, muta come ti piace.

Alla fine, conterà una sola domanda: lo volevi fare tu?

Non muoverti se ami

Amare non è non muoverti per timore di svegliare e incrinare il sogno dell'altro. Ma essere felice del formicolio dei muscoli, e pensare che sia un solletico, un regalo folle e irresistibile. E resti con questo non sentirti, che ti fa sentire terribilmente.

No, non muoverti se ami.

I'm a river - canzone per il giorno

Il fiume sotto terra non ha neanche bisogno di parlare: sgorga con la meravigliosa introduzione, uno zampillare di note che tolgono il fiato.

Ma scava con il suo segreto, si pone quesiti impossibili come il poter recuperare dei sentimenti. Certo che ci sono, ancora, sotto quella terra che li tiene al caldo.

Chissà però qual è la risposta a un interrogativo così eterno come: è ciò che vuoi veramente. Mi sarebbe utile.

Che cosa vogliamo, veramente.

Is that what you want?
Is that what you really want


I'm a river, Foo Fighters, canzone per il giorno.

martedì 12 gennaio 2016

Non parlarmi troppo di mattina

Sì, non parlarmi troppo di mattina.

Ma non perché io sia ancora immersa nei sogni. Piuttosto, ci devo entrare.

Notte e ho camminato a lungo

Per liberarmi, ho camminato a lungo. Da sola e in compagnia. E quando ho conquistato maldestramente la solitudine, posso confessare di aver camminato a lungo anche con una speranza.

Che qualcuno mi chiedesse: come va? Con solerzia o casualità, poco importava. Ma mi sarei illuminata e avrei detto tutto ciò che passava nel cuore.

Nessuno me l'ha domandato.

Ogni volta che incontravo qualcuno, ecco che una domanda arrivava: sai che cosa mi è successo?

Ho ascoltato, disavventure buffe e drammatiche, ho letto volti disperati e annoiati. Non sono stata un granché d'aiuto, a meno che ascoltare sia utile davvero. Sì, forse visto quanto desiderassi essere ascoltata, lo è.

Quando ho finito gli incontri, ho ripreso a camminare, come una furia. Convinta che il mio peso si sarebbe moltiplicato, con tutti gli oneri altrui. Chissà perché ero più veloce, nonostante tutto.

Notte e ho camminato a lungo.


Nonno balliamo fino a scoppiare a ridere

Nonno. Sei il più alto. Il più maestoso, lì sulla destra. La nonna va fiera di te. Balli da Dio. Balli che vinci tu, persino con la tua piccola, attorno al tavolo.
Balli fino a scoppiare a ridere, e lei con te.
Nonno. Hai il nome umile di Mario. E sei nato il giorno di San Modesto.
Forse è per questo - dai, offri un alibi alla tua ratelata preferita - che non sopporto chi fa sempre il personaggio.
Ogni volta che passo da Cernobbio, è più bello perché penso a voi, al vostro unico giorno di vacanza, alla mia fortuna immeritata.
Ma io preferisco chiamarla dono.Come quello che rinnovi a me, ogni volta per il tuo compleanno.
Balliamo fino a scoppiare a ridere.

lunedì 11 gennaio 2016

La musica silenziosa

Ci sono giorni, per non parlare delle notti, in cui la musica sembra così silenziosa.

Non importa quanto alzi il volume. Tutto appare in sordina come se volesse farti pensare: la musica e chi la crea, un dono per cui ringraziare ogni giorno. Anche quando fai fatica a sentirla.

Quando ti ascoltano

Strana sensazione che le persone non ti ascoltino mai così intensamente come quando  stai parlando con gli altri.

Notte e solo la nebbia poteva pensarci

Percossa dalla pioggia, in attesa della neve, non riesco a non farmi cogliere di sorpresa.

Sei tornata, nebbia. Sono persa, in qualche modo. Immersa in una coda incerta, tra musica che gracchia oltre la grazia.

Come si fa a non perdersi, quando troppe voci sono diventate eterne. Eterne, non perdute. Ma noi siamo così limitati, per ora, che ci sembra non ci possano più realmente appartenere.

Niente scorre, tra la nebbia, ma siamo fermi in una perenne attesa.

Bisogna fermarsi, per assaggiare questa confusa eternità.

Notte e solo la nebbia poteva pensarci.

Walk a mile in my shoes - canzone per il giorno

In forma, pronti a sfornare giudizi sugli altri? Otis Clay lo sussurra con decisione.

Bene, cammina un miglio nelle mie scarpe. Scambiamocele, queste benedette calzature, e avremo delle sorprese. Forse la scomodità e magari il dolore ci toglieranno un po' di voglia, di forza, di sputare sentenze.

Before you abuse, criticize and accuse
Then walk a mile in my shoes


Per poi capire che quando mi attacchi, attacchi te stesso.

Fratello.

Walk a mile in my shoes, Otis Clay, canzone per il giorno.

Non si può essere eroi, David

Me lo cantavo pochi giorni fa, con la radio che faceva vibrare il tuo sostegno, la tua fiducia.

Oggi però non riesco. Oggi riesco meno che mai.
Oggi non si può essere eroi, non in questo giorno.

Riposa in pace, David.

Se anche la pioggia alza la voce

Se anche la pioggia alza la voce. Se perde il proprio, invernale, pudore.

Forse non c'è più speranza. O forse la speranza si fa strada proprio ora, nella terra umida e profumata di vita.

domenica 10 gennaio 2016

Lei ha sempre fatto così. Fino a ieri

Lei ha sempre fatto così. E' entrata nel ristorante, ha dato ordini con la sua garbata severità, si è presa cura di tutti.

Un giorno ha detto: basta. Ha affidato il testimone a chi amava, senza farsi tremare le mani. Dal giorno successivo, in quel locale non è più entrata, se non per sorridere. Neanche un boccone ci vuole gustare.

Lei ha sempre fatto così. Un ottimo motivo per non farlo più e per scoprire che una nuova vita la conduceva lontano. A pochi metri da ciò che aveva sempre fatto, e con addosso una libertà che le donava moltissimo.

Ha sempre fatto così. Fino a ieri. Perché basta un giorno, basta un attimo per cambiare.

Non mi sentivo libera nemmeno prima

Se devo essere sincera, confesso che non mi sentivo libera nemmeno prima di quanto è avvenuto a Colonia.

Ma sentivo che lo sarei diventata.

Notte eppure c'è pace

È tornata la febbre, complice il gelo allo stadio, ed è il minore dei mali. Anche perdere una partita, pur desolatamente, è sopportabile.

Un'amica ha perso piuttosto una persona cara, una parte di sé. E quindi, così io.

Ma un'altra è tornata da un lungo viaggio e con un gruppo speciale si riesce a imbastire un brindisi. Quanto affetto mi insegue, più forte di ogni tormento e  veleno.

Già, mi dicono che si aggirino i consueti avvelenatori, ma io non ci faccio caso da un pezzo.

Così strano che con la febbre avverta anche qualcos'altro: credo si chiami pace.

Notte eppure c'è pace.

sabato 9 gennaio 2016

La notte ancora accesa per sbaglio

La notte, ancora accesa per sbaglio, scolorita per distrazione, annebbiata dalla confusione.

La mattina si muove dubbiosa, su un grigio sentire. E avverti in questa assenza di colore ancora il respiro della notte.

Vorresti scrollarla via, con l'inverno incerto e tutte le risposte che vagano senza raggiungerti mai.

Tornate ai vostri posti

Return to your seats. Silence your phones.

Pochi istanti e il nuovo viaggio di Lemmy inizierà.

Noi ancora qui, inchiodati a malfermi posti.

Lui in onorevole ritardo: si è fermato a bere o a ridere? O cos'altro, che importa.

Tornate ai vostri posti.

Lemmy non si lamentò mai.

Lemmy è più libero che mai.

Riportare indietro le donne

Non è che vogliono riportare indietro le donne, e basta.

È che vogliono riportarle a dove si sono fermati loro. Maschi presunti, incapaci di essere uomini. E con troppi complici tra chi avanti si crede.

Notte e ciò che punge

Non punge questa pioggia, troppo morbida per procurare del male. E nemmeno quest'aria, che non si può definire gelida, ricordando il potere dell'inverno.

Eppure c'è qualcosa che punge e il dolore divampa senza che tu te l'aspetti. Sarà l'assenza di stelle, o un pensiero che non oso definire distratto. Sarà che sto già pensando a un altro giorno, senza sapere se ne avrò diritto.

Sarà che manca sempre qualcuno, e stasera manchi tu.

Notte e ciò che punge.

Non voglio più arrivare in ritardo (con me)

Corro e rincorro, ma il tempo sembra sempre più rapido di me. Con il fiatone,a lungo ho sfidato anche le leggi della gravità o del buonsenso, per scontentare il minor numero di persone possibile e non tardare.

Ma poi, la citazione di un mio saggio amico mi gela, c'è qualcuno dal quale mi sono sempre presentata in considerevole ritardo, anzi è accaduto pure che riuscissi a dare buca.

Quel qualcuno, sono io.

Non voglio più arrivare in ritardo. Con  me.

Too late, too late - canzone per questa notte

Lemmy, corrono i minuti e io non so se ce la farò a sintonizzarmi con i mezzi tecnologici. Lo spirito preferirebbe non credere che questo è un addio.

E forse non è un addio.

Troppo tardi appare, troppo tardi ripeterlo non aiuta a crederci. C'è chi finge sulla nostra pelle, e anche se noi conosciamo il suo gioco, siamo tentati di pensare che questa volta sia reale.

Ma possiamo svegliarci, troppo tardi.

In fondo che cos'abbiamo da perdere, in questo universo di vigliacchi? Vivere è l'unica partita che ci interessi. E anche quando la vita sembra finita, stiamo ancora ridendo.

Too late, too late, Motorhead, canzone per la notte.

Con un grazie a "Barabba"

venerdì 8 gennaio 2016

Lemmy ovunque siate

Così oggi è un giorno tanto terreno, Lemmy. Un giorno per noi, rimasti qui sparsi e confusi.

Il tuo spirito è altrove da un pezzo, ma non posso pensare sia lontano.

Oggi è un giorno per sfiorare un cimitero, ma poi per celebrare dove possiamo sorridere. Nel tuo bar, in uno spazio dove sei passato con il cappello sopra i pensieri. Dappertutto.

Ovunque voi siate, celebrate con noi, con lui, dicono i Motorhead.

Siamo rimasti qui, sparsi e confusi. Invece, oggi saremo tutti insieme, forse saremo meno soli.

Riposa in pace.

Notte e sono entrata

Vedo tante cose, che non riesco a guardare. Sfioro e contemplo la polvere sulle dita, senza persuasione.

Oggi ho fatto tanti incontri. Ho visto creature coraggiose cercare la forza di afferrare un boccone di vita. Ho visto un amico che da tempo dovevo abbracciare. Ho visto il mio lago sorridere prima di addormentarsi. E altro, che non ho visto solo.

Ci sono entrata. Ho sentito la sofferenza, l'energia, la gioia, l'acqua. E altro.

Notte e sono entrata.

Saranno famosi e il sudore

Saranno Famosi. La sigla fa irruzione nella mia estate, quella in cui posso tranquillamente mandare al diavolo i libri.

Imparo canzoni e passi di danza, io piccolo elefante. Afferro la chitarra e la strazio volentieri. Mi convinco che nella vita siamo nati per aiutarci.

Ma c'è sempre quell'idea che mi martella la testa. Non basta il talento, neanche puoi capire se tu ce l'abbia davvero.

Quello che ti serve veramente, è il sudore.

Nessuno me l'ha più detto da allora: solo manfrine spalmate sullo schermo.

E non so chi mi abbia mentito di più.

Dialoghi reali - Mi mancavi

Una volta all'anno, bisogna farsi cogliere dal romanticismo.

- Ciao, non ci vediamo che da pochi minuti, ma volevo chiamarti. Per dirti che mi manchi già.

- Anch'io stavo per chiamarti.

Che bello, gli anni si susseguono eppure c'è questa fiamma che ci riscalda sempre.

- Davvero?

- Sì, volevo chiederti un'informazione.

Che ci riscalda quasi sempre, per la precisione.

- Uffa, lo sa che finirà nei dialoghi reali.

Non rendere il mondo degno

Quando, persino un po' indispettita, dico a un mio amico: eppure sì, bisogna lottare, rendere il mondo degno dei personaggi che se ne sono andati.


Lui risponde: no, migliore.


E ha detto tutto, ovvero ciò che conta.

Noi possiamo, dobbiamo rendere il mondo migliore.

giovedì 7 gennaio 2016

Tutte queste stelle

E il bello è che questa distesa di stelle è lì per me.

Sì, tutte queste stelle per me.

Ma io, te le regalo.

Quasi giustizia

Questa ribellione discreta, sotto forma di vento, mi pare quasi un'ammirevole forma di giustizia.

Come a dire: tu volevi dormire? Volevi un silenzio assoluto?

Be', pensi di potertelo permettere? Voci inseguono, sempre. E anche rumori più spiacevoli, come scoppi e urla disperate.

E' quasi giustizia, che il vento sussurri, bussi delicatamente alle persiane e ti ricordi che la pace oggi solo nei sogni può riposare.

Domani, forse andrà peggio, visti i precedenti. Ma non posso stare a pensarci: devo ascoltare il vento.

Notte e non sopporto le cose ovvie

Che poi confessiamolo, anzi gridiamolo intanto che non ci sono.

Non sopporto le cose ovvie. Anche se di ovvio non c'è nulla.

Notte e non sopporto le cose ovvie.

White dove - canzone per la notte

Ogni posto è senza nome, quando brucia. Il latte e il miele, chissà dove scorrono. La speranza è morta, quando i bambini piangono. Figurarsi quando piangiamo anche noi.

Forse, nemmeno una colomba bianca oserà uscire, ancora.

Fly with the wind
Take our hope under your wings
For the world to know 


White dove, Scorpions, canzone per la notte.

Me ne frego della bomba

Me ne frego della bomba a idrogeno o cosa cavolo sia o cosa vogliono che crediamo. Sai che me ne importa quando ai primi barlumi di Colonia ho avuto sentore di cosa fosse avvenuto o cosa volessero farmi credere.

Siamo tutti fragili. Siamo tutte fragili. Tutto ciò che ci hanno raccontato per anni, decenni, secoli, balle allo stato puro.

Sono cresciuta con la paura della bomba: siete riusciti bene, negli anni Ottanta, con articoli reali e propaganda, mischiati con pazienza e sapienza. Con un film straziante, con una canzone di Sting. Ce l'ho nel sangue e non se ne andrà più.


Ma sai cosa me ne frega della bomba, quando non sono più sicura di poter attraversare le strade. Donna stupida o libera, a sentire gli odiosi dibattiti, o entrambe le cose.

Io direi, donna.

mercoledì 6 gennaio 2016

Non mi chiami tu

Non mi chiami tu, cielo immusonito più dei miei pensieri. Brivido d'inverno o sospiro nebbioso di futuro.

È il mio ultimo sogno a farmi alzare, con l'idea che ne valga la pena.

Poi, ecco che il cielo mi regala un sorriso rosa. E siamo ancora uniti.

Chiquitita - canzone per il giorno

Il contrasto di una piccola anima e di un grande dolore. Di una pesante catena che vi tiene legati e di una piuma che viene spezzata.

Hai bisogno di un miracolo, di un amico che ti dica non verità, ma certezze. Come che le cicatrici se ne andranno e tu continuerai a danzare. Ti persuaderà, anche solo con lo sguardo, anche solo un istante. Ma quell'istante durerà quasi quanto il tuo dolore.


the sun is still in the sky and shining above you

Chiquitita, Abba, canzone per il giorno

Dialoghi reali - Basta Alice Cooper

- Comunque basta con Alice Cooper. Continui a postare sue notizie e foto, basta.

- Ma se sono giorni che non lo faccio.

-Figurati. L'altra sera, quella foto?

- Veramente era Nikki Sixx.

- Va be'… e l'articolo ieri sera?

-Quello riguardava Tommy Lee.

- Be'… basta Alice Cooper.

Forse non posto abbastanza notizie e foto di Alice Cooper.

Just Sandokan

Uno dei primi dischi, una storia struggente, sapere che la TV non ci racconta sempre i finali che vogliamo.

No.


Il primo ricordo di Sandokan è che dobbiamo uscire e io non voglio. Papà e mamma vanno da nostri amici, mentre io mi danno perché vorrei sapere cosa accade in TV, in quell'oceano.

E quando entriamo in quella abitazione. una voce nota mi raggiunge.

Sandokan.

Perché questo mi trasmette il ricordo di 40 anni fa.

Tutti dovevamo guardare Sandokan.

Non tigri, ma una comunità.

Notte e Syd Barrett non sarebbe

Che sarebbe Syd Barrett oggi? Non ne ho idea.

In un'onda di arroganza, mi convinco di sapere chi NON sarebbe oggi. Uno che pontifica sulla pelle degli altri. Un antisemita prestato a cause plastificate, e di comodo. Uno che soffre ogni mattone, solo perché l'ha conosciuto. E lo scavalca, con la sua fantasia, la sua voglia di vita. Anche se finisce in morte.

Del resto, come può esserci morte, con tutti quei colori?

buon compleanno, Syd

Notte e Syd Barrett non sarebbe.

martedì 5 gennaio 2016

È sempre aspettare

Aspettare qualcuno.  Che sia una fantasiosa vecchina, una cascata bianca, parole che potrebbero cambiare la giornata, quindi la vita.

Non è cosa o chi. È quel senso d'attesa, quel fremito simile a un sorriso, l'idea che qualcosa o qualcuno ti sorprenda o semplicemente pensi a te. 

È sempre aspettare, è sempre vivere. 

Buona Befana.

Notte e la foto senza Robert Stigwood

Prima di scolpirmi un cuore rock, vivevo in un universo incantato. Ero persino convinta che si potesse essere fratelli e cantare affiatati. Che con un giubbotto di pelle non si potesse arrivare a un finale da bulli. E che ballando si dovesse per forza rimanere vivi.

In questo trambusto scatenato tra due anni incerti, ecco che nel cuore si conficca la scomparsa di Robert Stigwood. E' come se si ribaltasse uno degli epiloghi delle pellicole più amate: lo tollererei, anzi auspicherei solo di Hair, naturalmente.

Eppure neanche questo fa male abbastanza. E' quando con un collega guardiamo la foto di Stigwood sul giornale: lui è con i Bee Gees. La domanda, inopportuna e inarrestabile, è: chi è ancora vivo, in questa foto. Solo Barry Gibb, è la risposta che non possiamo ugualmente trattenere.

La foto perde anche Robert Stigwood e il giubbotto di pelle, il canto di fratelli, la danza della vita, tutto mi sembra più scolorito, stasera.

Notte e la foto senza Robert Stigwood.

Le mani e le zampe

Un tempo si stringevano le mani per concludere accordi; oggi seguono i baci per fregare meglio.

Voi, posate le zampine nelle nostre mani sgraziate e siete come un patto ritrovato. Un tentativo di farci sentire ancora umani. Quasi quanto voi, bestiole.

Un giorno mi girerò e ci sarà Steven Tyler

Siccome bisogna smettere di sognare troppo in grande, scelgo un fatto già accaduto, che mi ha ricordato un'amica.

Un giorno starò suonando l'armonica per strada (perché il pianoforte pesa e la vecchia tastiera è ancora presa-dipendente) e la gente mi ascolterà svogliatamente. Nel mio repertorio affiorerà Blind man e io ci metterò tutta me stessa.

Finché sentirò una voce sovrapporsi alle note, mi girerò e vedrò Steven Tyler.

Ora, può darsi che la canterà in modo sublime oppure che la voce si limiti a emettere questi suoni: perché rovini la mia canzone? 

Comunque un giorno mi girerò e vedrò Steven Tyler. E direi che possa bastare.

Love hurts - canzone per il giorno

Non si può sapere chi sia più stupido: chi crede nella felicità dell'amore o chi singhiozza che fa del male.

Questa canzone, non spazza via i dubbi. Più insiste sul dolore che procura, più ne fa avvertire il desiderio. 

Perché è difficile sottrarsi alla carezza della pioggia.

Love is like a cloud, it holds a lot of rain

Love hurts, Nazareth, canzone per il giorno.

lunedì 4 gennaio 2016

Notte e ho allungato la mano

Quando la mattina non ha ancora preso il largo, ma già ci ha fatto trottare, la neve è un ricordo. Solo un poco sull'erba, qua e là: chiazze di nostalgia, strappate al viavai delle varie creature.

E un velo sulle auto, che sono rimaste ferme forse proprio per godersi questo momento. Ma sì, che pensieri da bambini. Allora, se devo essere ancora una volta bimba, lo sarò fino in fondo.

Allungo la mano e sfioro questa polvere fresca, che con uno sbuffo - simile a un sorriso - se ne va. 

Chissà quando tornerà, si chiede la bambina.

Notte e ho allungato la mano.

Se Lemmy fracassa la radio

Accendo la radio rock e sputa fuori un fiumiciattolo discotecaro che mi fa inorridire. Il primo pensiero, per la precisione: se la sente Lemmy, prende a pugni la radio e la fracassa.

E spunta un sorriso, non tanto per l'immagine. Ma perché sento che Lemmy c'è ancora.

Ti ho voluto bene veramente - canzone per il giorno

Questa canzone bussa timida, grazie a un'amica. So che è affezionata a Mengoni per un motivo importante, che la lega a suo padre. E so che pensa - dati alla mano, mi viene da dire - che Mengoni sia una persona speciale.

Così ho preso con delicatezza questa canzone e la ascolto con rispetto. Mi fa pensare a quando le persone importanti si allontanano o quando ci mettiamo in viaggio e le perdiamo. Sappiamo che la meta non è un posto, sospingiamo corpo e volontà oltre, e oltre ancora, fino a non arrivare mai.

Perché la verità è solo questa, quando si vuole bene veramente.

non esiste un luogo dove non mi torni in mente

Ti ho voluto bene veramente, Marco Mengoni, canzone per il giorno.

domenica 3 gennaio 2016

Quando c'è questo silenzio bianco

Quando c'è questo silenzio bianco, che scioglie ogni resistenza, neanche sai perché sei partito. Ancor meno perché dovresti partire.

Non ci si può muovere, perché solo lo stupore è ammesso. E lui non desta rumore e corsa, finalmente addormentati.


Chiedo scusa alla neve

Chiedo scusa alla neve, se non l'ho presa sul serio. Lei credo che si vendicherà dolcemente, gettando sguardi più ammaliatori sulla mia strada.

Ma prima ancora, chiedo scusa a me. Perché mi sono dimenticata di tornare bambina. Ipnotizzata da tergicristalli e pensieri, ho perso perle preziose e timide che il cielo mi regalava.

Notte e comanda tu, neve

Prima ho promesso a me stessa che questa notte non avrei dormito, per sbirciare se fai sul serio. Le previsioni dicono di no, neve, ma forse proprio per questo devo fare attenzione.

Attenzione a che.

Ti guardo, ti guardo davvero. Adesso non vuoi farti troppo notare, ma la tua musica si insinua già. Prima crea un silenzio magico, con un gesto invisibile, quindi canta sottovoce. Potrai addormentarmi, rimanendo ad ascoltarti.

Come una ninna nanna o un invito autorevole, a cui rispondo così: comanda tu, neve. Io sono troppo piccola.

Notte e comanda tu, neve.

Still waters run deep - canzone per la notte

Le acque più tranquille, quelle che fanno meno scena, ti diranno che rovinano i ponti. Ma forse, vogliono solo scavare più profondamente, perché è nella loro natura.

Non si tratta di vincere: a nessuno vanno premi. E chi perde, si tiene tutte le lacrime. 

Le acque chete, se le osservi bene… scorgi riflessi che mai ti aspetteresti. 

But livin' in your arms
I can take it



Still waters run deep, Bee Gees, canzone per la notte

Sarei proprio stanca

Sarei proprio stanca. Abbastanza da non obbedire, nemmeno a me stessa se necessario.

Abbastanza da dormire senza esagerare, giusto il tempo di sognare. Abbastanza da non correre più a comando e da sedermi a contemplare le benedizioni. Abbastanza da non farmi calpestare e da consolare chi calpestato è stato. Da abbracciare secondo le promesse e secondo l'istinto.

Abbastanza stanca da stare lontano dal palcoscenico e da essere immersa nella vita. 

Sarei proprio stanca, e quindi felice. Abbastanza stanca da rinascere.

Have you ever seen the rain - canzone per il giorno

Non si può credere al sole, e forse nemmeno amarlo, se non sei pronto alla pioggia. Se non la desideri, persino, per rimettere a posto le cose.

La calma prima della tempesta, la tregua che arriva più tardi. Quando tutto brilla, sai che devi aspettarti le lacrime.

Ma la ricerca più strabiliante di questa canzone, tramandata di gruppo in gruppo, è questa ostinazione nel voler sapere. Anche a costo di domandare: hai mai visto la pioggia uscire da un giorno di sole?

Have you ever seen the rain, versione Smokie, canzone per il giorno

sabato 2 gennaio 2016

L'anima più veloce dell'acqua

Oltre l'oceano, oltre i mari e persino i meno arditi fiumi: ci sono anime con le quali parlare. Le conosco da una vita, fanno parte di me. Si sono allontanate per un attimo o per un tempo che sembra non finire mai.

Le conosco da pochi anni e non ci si vede mai abbastanza, ma c'è un destino che ci unisce.

Rapido e testardo, come l'acqua, che sembra dividerci: invece, ci avvicina  più che mai, stendendo rapidamente un ponte. E per magia  l'anima è più veloce di lei e corre, senza temere di bagnarsi.

Notte ed è bello essere forestieri

Credenza diffusa che sia difficile essere forestieri. E probabilmente così.

Ma c'è anche uno stordimento piacevole che ti offre. Ti svincola dalle cose, fino a farti provare la vertigine: che gioia, però, quando contempli tutto senza confini.

E quando sei forestiero, non hai remore o impacci nell'allontanarti, di nuovo.

Notte ed è bello essere forestieri.

Niente in mano

Pazienza se mi troverò con niente in mano.

Avrò dita libere per afferrare ciò che ho nel cuore.

Il copione (sta a noi)

Avrà ragione il poeta, che il copione non si può cambiare. Uno può solo salire in scena, quando è il suo momento. Ridere o piangere, far ridere o far piangere: non spetta veramente a noi.

Io amo queste pagine, che scandisco anche per riprendermi la mia lingua. Ma in un angolo di me, vorrei ancora convincermi, vorrei dirlo a voce meno timida di quella che uso per leggere in dialetto: il copione, sta a noi.

venerdì 1 gennaio 2016

Ciò che esce

Dell'anno che se ne va, so cosa non permetterò di lasciare tra le mie mura.

Cocci di rimpianti, polvere da "ce la devo fare", ragnatele di apparenze.

E gli ospiti...

Chi irride la sofferenza altrui e le fatiche. Chi sa affermare: io sono migliore di te. E le lungaggini che vengono dal palleggiare con il tempo, quando ci sarebbe da vivere finché si può.

Il fermarsi e dire: questo, l'ho imparato.

No, non ho imparato, ma a pochi consentirò di dire: insegno io a te.

Perché chi ha da insegnare, non lo fa pesare.

Tutto questo e molto più, tutti questi, non entreranno nel nuovo anno. Per far posto a tutti gli altri, al resto.

Notte e abbastanza bambina da non poter guardare Frozen

Lo so che il lieto fine farà sciogliere tutto, persino i cuori. Ma tutta la sofferenza in mezzo, non riesco ad attraversarla.

Sto parlando di Frozen. O della vita?


Sono abbastanza bambina - o adulta, perché vigliacca, chi lo sa - da non poter guardare Frozen. Da avere paura di tutto ciò che sta in mezzo, dal ghiaccio che bisogna attraversare: prima, da quello della falsità e dell'avidità.

Notte e abbastanza bambina da non poter guardare Frozen.


Quando ti capita una persona stronza

Poi tu analizza, ricorda i gesti buoni, quando riversava miele, quando poi ti ha riversato veleno. Giustifica, che viene sempre bene. Giusto, siamo tutti peccatori.

Ma a volte potresti anche confessarti, nel magma dei tuoi peccati, che ti è capitato proprio questo.

Ti è capitata una persona stronza. Perdonarla si può, si deve. Ben a distanza.

We started together, we're ending it together

The final show. It sounds so different after Lemmy's departure. Motley Crue are ending their final tour in Los Angeles and it gives me a strange peace.

Alice Cooper wasn't there this time: helping someone else. He's joking to melt melancholy. Perhaps he didn't want to steal The show.

I'm trying to smile, but lips and soul are aching.

Then a picture of the band in the beginning.

We started together in L.A., we are ending it together in L.A.

Together, that's what makes The difference in Life. And you must able to end bad and good things.

Thank you, bad boys. It's over: rock on.

Dr. Rock - canzone per il primo giorno

C'è ancora chi pensa di poter comprare con una manciata di banconote, chi si sente superiore e pulito. Chi pensa che si sia andati fuori di testa per qualche decennio e sia finita lì.

Invece, Dr. Rock arriva ancora. Anche quando sembra essersi allontanato.

Ha il potere, anche quello di sbagliare e di andare avanti. La velocità che si sprigiona dagli accordi.

Chi crede di valere di più, ha la mente di un bambino di dieci anni e non si smuoverà mai da lì.

Dr. Rock, Motorhead, canzone per il primo giorno.