venerdì 20 settembre 2024

Ho salvato uno scoiattolo e un pezzo di me

 

Sarà anche perché ieri ho visto uno scoiattolo morto, come addormentato, su un marciapiede. L'ho segnalato a un vigile, con il cuore ferito di chi non ha ancora capito cosa accade ogni istante. Questa mattina, quando ne ho visto un altro in giro spensierato, con le cornacchie in agguato, mi sono improvvisata vigile. Le ho allontanate e sono rimasta per quanto potevo a controllare che l'animaletto trovasse rifugio.

Per quanto? Non si può trovare rifugio per sempre.

Sono andata via, con questa dolorosa convinzione; ho incontrato una persona che da 13 anni ricorda con dolce ostinazione mio fratello. L'ho condotta in giro per la città, gli ho fatto conoscere l'altro fratello, ascoltare i canti nascosti di questo nostro tessuto urbano. Quando ci siamo trovati davanti alla basilica, è come se mi fossi accorta solo in quel momento: l'addio a mio fratello, l'abbiamo pronunciato qui. Come l'ultimo caffè con lui, chi lo scorda quella mattina, la fatica pazzesca che affrontò per venire a berlo con me, quei pochi metri da casa sua come chilometri.

Mi commuove, questa persona che ha scavato nella bellezza nascosta della mia città e ha reso omaggio a mio fratello.

Mi commuove chi non dimentica, chi si prende cura del passato e del futuro. 

E come quando mi chiesero di parlare alla prima edizione del premio dedicato a mio fratello, ecco che mi trovo a sparare una battuta per rompere il velo della commozione. Sono fiera di avercela fatta, ma poi, quando sono in un momento apparentemente tranquillo, ordino al bancone e mi accorgo che mi osservano.

Scorrono lacrime sul mio volto, più forti di me.

Questa mattina ho salvato uno scoiattolo, non so per quanto.

Questa mattina ho salvato un pezzo di me e tu hai sorriso, fratello mio.

giovedì 19 settembre 2024

All my life, been so polite (c'è gentilezza e c'è masochismo)

 

Lo so, avevo appena reso omaggio alla gentilezza (qui), ma non esistono per una filosofa che voleva laurearsi con una tesi su Feyerabend le tesi scolpite nell'assoluto. 

C'è una gentilezza che rinfresca, come quella che citai poche ore fa, e una che rischia di essere scambiata per debolezza. 

All my life, been so polite

così canta una figura di riferimento, Ken alias  Ryan Gosling in Barbie. Siccome non ho la patente da intellettuale da sventolare forzatamente davanti ai guardiani dell'alta cultura, non temo di citare questo film che mi ha fatto riflettere più di altri, carichi più di sbadigli che di concetti.

Tutta la vita sono stata così gentile... No, non come Ken, sono stata anche orribile, ma se prendiamo il termine gentile nell'accezione prima menzionata, sì, lo sono stata. 

Capi chinati o borbottii, reazioni fiammanti spente per gentilezza. 

Per debolezza.

Ho preferito spesso andarmene invece di litigare. Piangere invece di urlare (arte che applico in genere due o tre volte all'anno, anche perché ho scarsa voce). Soffocare invece di soffiare in faccia la mia verità.

Allora, c'è gentilezza e c'è masochismo. Io sono scarsa allieva sul primo fronte, voglio ritirarmi senza indugio dal corso del secondo.

Crescere, credo significhi investire energie nella gentilezza autentica. Quella che ti fa essere grata se qualcuno commette un piccolo gesto, comprensiva se non può proprio farlo, ma ti fa anche diventare indifferente verso chi si dichiara amico e non scorge neanche in lontananza il dramma che stai vivendo, persone che si lagnano del loro stato e intanto fanno ciò che vogliono calpestando ciò che fa bene a molti, se non a tutti.

Mi stai parlando? Facciamo che non ti capisco. 

Forse cadrà anche il prossimo velo di gentilezza: guarda, non me ne frega proprio.

Intanto canticchio: per tutta la mia vita sono stata gentile... Adesso questa fase della vita prevede che io sia gentile con me stessa.

martedì 17 settembre 2024

La formazione non finiva lì (ciao dottor Alicicco)

 

La formazione non finiva lì. Sulla panchina c'erano personaggi determinanti per la mia Roma, per il suo presente, il suo futuro, la sua salute fisica non solo. 

Leggo della scomparsa del dottor Alicicco e sì, penso che la formazione stampata nella mia anima contemplava anche lui, oltre naturalmente a Giorgio Rossi. La loro presenza rassicurante e discreta, finita sotto i riflettori quando hanno salvato delle vite. Ma loro c'erano sempre, la vita intrecciata a quel lavoro che era passione. 

La formazione non finiva lì. E nemmeno il calcio, che oggi muove tanto le labbra, poco i cuori: non più il mio.

lunedì 16 settembre 2024

Un fiore scivolato nell'autunno

 

Non cerco più, adesso che sento i morsi dell'autunno. Latita chi dovrebbe capire ciò che stai vivendo o almeno sedersi al tuo fianco in silenzio,  persino chi pagheresti banalmente per sistemare questo o quello in casa non è una banalità.

Dopo una caccia stata, oggi si palesa un operaio ad affrontare uno dei guai sospesi ed è già una bellissima notizia. Parlava sottovoce - e questa è una notizia straordinaria - e anche con gli occhi: un fitto comunicare di gentilezza.

Non ha solo risolto il mio guaio, ma mi ha lasciato una sensazione di pace. Come un fiore scivolato nell'autunno, che ruba la scena alle tante foglie cadenti del mio cammino, vite che non c'entrano più con la mia.

mercoledì 11 settembre 2024

Come quando chiusi gli occhi (Non posso desiderare tutto, non posso controllare tutto)


Roberto, da autentico amico e qual è, mi trasmette tutta la forza delle Paralimpiadi. Con i suoi racconti, le immagini, questa adorabile mascotte che a Parigi ha gridato più forte di tutti. Sono con Lorenzo e Davide,  con Team Equa, con Ercole: il bronzo è il lavoro di due anime fusa in una.

Mi ha immerso nella mia cascata di desideri e paure, in questo momento più potenti che mai. Non posso volere tutto, non posso aver paura di tutto. Non posso lanciarmi come mio padre sulle strade in bici verso il Ticino, sia perché sono una cagasotto, sia perché questo è un mondo irrimediabilmente compromesso.

Non posso desiderare tutto, non posso controllare tutto. Posso Vivere, posso trarre il meglio di me stessa o almeno provarci. Non posso essere te, papà, posso fare come te, rimanendo assolutamente me.

Tanti anni fa qualcuno mi buttò in acqua pensando: così imparerà a nuotare. Era un imbecille, ho affrontato fior di corsi con le medesime paure.

Adesso galleggio su una consapevolezza: noi vivremo, lotteremo, avanzeremo verso i nostri sogni.

Come quando chiusi gli occhi, perché ero accerchiata sul campo, e feci canestro da metà campo. Fu la mia mente - chi dice che fosse il cuore - a scorgere la salvezza più lontano. Non feci la differenza in quella partita, ma nella mia testa, sì.

mercoledì 4 settembre 2024

Non si può perdere nemmeno un piccolo miracolo

Piccoli miracoli, scintille che squarciano muri di buio. Come tu che combatti e poi acconsenti a un'acconciatura dopo tanto tempo. 

Non si può perdere nemmeno un piccolo miracolo, quando si ama la vita. E tu, la vita mi hai dato, mamma.

Piccoli miracoli, che ti accarezzano e poi sembrano ritrarsi, cacciati dall'oscurità quotidiana. Invece, con amorevole ostinazione si riaffacciano e si posano sulla nostra pelle umida. Come, con un bacio.