martedì 4 novembre 2025

Ci confonda l'autunno

 

Stretti nella giacca per il vento e per vezzo, si viene fermati energicamente dall'autunno. Una sferzata di luce si insinua tra le foglie, così tu cerchi di sottrarti a quello spettacolo dorato.

Eppure non è possibile. L'autunno mi fa ritrarre, senza rinchiudermi in me stessa, o meglio - confessiamolo - ci provo, ma lui me lo impedisce.

Ci confonda l'autunno, parlandoci di giornate più brevi e più scarse energie, ma poi ci confessi la verità: meno siamo in controllo, più siamo liberi.

sabato 1 novembre 2025

Natale, piano piano (e quel quaderno che parla di coscienza)

 

Ne sono consapevole (cribbio, una consapevolezza ogni tanto): è troppo presto. Ma chi sa quando Natale arriverà davvero: forse, solo quando il cuore è lieto, ovvero ben disposto alla speranza.

Non so quando potrò sperare, quando la vita mi schiaccerà. Allora corro nel paese del Natale a poco distanza da casa: ne sono stordita e liberata, mi lascio domare dalla coscienza della carta di credito al primo, limitato giorno.

È meglio che io mi lasci contagiare adesso dalla gioia, perché fra un giorno, una settimana, un mese chi lo sa.

Quando sto scegliendo un quaderno da colorare per la mia mamma, una signora mi taglia la strada. Penso sia una nonna, mi ritraggo di fronte alla furia dei desideri dei bambini, ma lei mi confida tenendo abbassato il capo: «È per mia madre, ha 90 anni, l'Alzheimer. Vive in Rsa, convinta di abitare con suo marito».

Le porta un quaderno da colorare, come ho fatto io, nella differenza delle situazioni. Non oso aggiungere mezza parola, è lei a precisare: «Mi spiace, mia mamma era così intelligente».

Anche la mia. Lo è ancora, lo sarà sempre. In una tempesta quotidiana di emozioni, lo dimostra oggi. Vorrei abbracciare la signora, ma resto a rispettosa distanza. È lei ad aggiungere, di sorpresa: «Sarà così anche per la sua».

Sì, la mia mamma era intelligente. È intelligente. Molto più precisa di me, afferma lei e io mi ritraggo di fronte a questa certezza. 

Non so quando potrò sperare, quando la vita mi schiaccerà. Corro nel paese del Natale e prendo quel quaderno che parla di coscienza. 

Natale piano piano, perché non si può sempre correre, ma solo vivere se si è saggi abbastanza e persino se non lo si è.



domenica 26 ottobre 2025

Tutto in volo

 

Basta che entri in gioco il vento, la sua beffarda attitudine a scompigliare nuvoli e pensieri, e il mio sguardo si perde ancora nel cielo, fra quelle strane creature. Le forme più bizzarre che si sfaldano e si ricreano, gli uccelli che sembrano cercare la corrente giusta per fare meno fatica o per scivolare verso il loro destino, le foglie che si mettono a loro volta a danzare.

Tutto in volo, nella stagione che accarezza i miei brividi e li trasforma in fragili sogni, ancora.

venerdì 24 ottobre 2025

Ti ho vista ballare

 

Sotto le carezze della pioggia, ti ho vista. Non sapevo bene chi fossi tu (figurarsi me, sento che sussurri): nella mia ignoranza completa, ti ho attribuito l'identità di una cavalletta, finché amiche più sapienti mi hanno aiutata indicando "Mantide religiosa".

Dall'etichetta leggendariamente crudele, sono scivolata a ciò che sembravi: fragile, abbarbicata per ore a un muro che confondeva con il tuo colore.

In cerca di protezione, di vita o che altro. Come noi,

Da allora, ti ho tenuta d'occhio con un'ansia crescente, io che a lungo coltivai una imbarazzante paura di creature come te. Finché è uscito un barlume di sole, finché tu ti sei spostata in modo impercettibile.

Finché tu ti sei messa a camminare, ma a me parso che tu ballassi.

Sì, ti ho vista ballare. E io senza paura né pudore, a ballare con te.

lunedì 20 ottobre 2025

Luce d'autunno

 

Non illumini che l'anima, illumini l'universo. 

Sei la nostra luce d'autunno, la compagna discreta di brevi passeggiate che per noi significano vita. 

domenica 19 ottobre 2025

Hope under construction

 

Un palazzo avvolto da un cantiere e rose che si posano su questo scenario, con disincanto.

L'uomo affaccendato a riparare, la natura a creare.

In un giorno grigio fino allo stordimento, quelle rose si ostinano a raccontarmi di speranza.

Hope under costruction, come un sito che sta aspettando di rinascere. E le rose a sussurrare che ci credono.

giovedì 16 ottobre 2025

La maschera che mi salvò nello Spazio (ciao Ace)

 


Ero persa nel pieno delle convenzioni e anche in un po' di leggera musica, fino a quell'istante, quello in cui i miei compagni di scuola mi regalarono "Unmasked" dei Kiss. Il resto è storia personale: io che arranco nel mondo del rock, sempre più duro per corazzarmi contro le ipocrisie della vita.

Ma siccome si cerca sempre un beniamino, che lo si sappia o no, all'inizio ho trovato inequivocabilmente te, Ace. Io donna di squadra per il basket coltivato ogni ragionevole dubbio di altezza e tuttavia solista come vezzo di figlia unica, ho scelto l'extraterrestre come ti chiamavo allora. Quello che nello spazio si perdeva senza vergognarsi.

Sei stato il mio primo chitarrista, quello che secondo me non veniva mai abbastanza apprezzato dal vasto mondo dei Soloni (persino più vasto dello spazio, che ne dici Ace?), la mia devozione ha retto anche l'impatto delle biografie sempre più particolareggiate e infine l'uscita dal gruppo. La prima per me, e quindi dolorosa, perché quella di Peter Criss era stata troppo immediata per farmi male ed Eric Carr era una tale luce per me, che non ho visto buio alcuno.

Con te, è stato diverso. Al liceo mi sono messa anche a fare la tesina su una tua canzone, roba che oltre a turbare la professoressa ha sfidato anche le compagne più benpensanti attaccate dichiaratamente ai cosiddetti cantanti o gruppi impegnati.

Cosiddetti.

Perché loro pensavano che fosse tutta una maschera e invece voi dicevate qualcosa di terribilmente vero: le maschere, siamo noi. Sono incollate a viva forza sulla nostra anima e chi finge di non saperlo, non si trova mai.

Adesso che tu, Ace, sei veramente nello Spazio, in uno spazio ancora più vasto di quello che potevamo pensare, io ripenso all'unica volta che ho provato a truccarmi come te (con pentimento definitivo perché mi si bruciò la pelle), al dispiacere di non averti mai visto dal vivo, eppure guarda che amico sei sempre stato, più di altre maschere.

Non ho altre parole che le tue, come quella canzone che finì nella mia tesina: firmata Ace Frehley, ma io la firmerei "La maschera che salvò Marilena nello Spazio"

I'm snowblind, I can't see a thing
I'm snowblind, I don't wanna sing
I'm snowblind need a familiar face
I'm snowblind think I'm lost in space