venerdì 26 agosto 2011

Forza, Nyc. Anche per l'angelo di Battery Park

Irene incombe, e ascolto la voce del presidente Obama. Ma è l'ordine di Bloomberg a gelarmi il sangue e i ricordi: evacuazione obbligatoria di diverse zone, tra cui Battery Park.
E' strano, forse anche un po' folle, pensare a quel luogo ormai diversi anni fa a New York. Era un giorno meraviglioso di turno, avevo appena pranzato con Francesco sbirciando l'acqua amabile. Leslie mi rincuorava al telefono e mi aspettava il traghetto. Di lì a poco avrei vissuto un momento delizioso, tra le piccole onde buone e sopra un gabbiano che seguiva discreto. Era il sapore della libertà.
Ma in attesa del traghetto una signora bionda si sedette accanto a me su una panchina. E io da brava italiana diffidente pensai: sarà mica una rapinatrice o una folle. Invece, lei parlò rischiarando ancora di più la giornata con un sorriso. Una donna come tante, che proveniva dall'America più profonda ed era felice di essere a New York, in viaggio con il marito e i figli. L'Italia, l'Europa, luoghi che facevano sognare, irraggiungibili. Lei si informava, si raccontava, parlava di Gesù, della sua famiglia.
Send me an angel, gracchiava la radio dopo l'incontro. Ma io l'avevo già incontrato. Un angelo come tanti, e speriamo che tanti veglino su New York, già abbastanza ferita, sul suo sguardo solo apparentemente disincantato, che viaggia tra l'acqua e il cielo, senza fermarsi mai.

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