Accade che la macchina della vita si inceppi, inciampi in salite tortuose. Sconsolati, guardare una strada che diventa una barriera: non so quante volte ti sia capitato. So che non me l’hai mai raccontato, hai cercato di nascondermelo o di soffocare la frustrazione. Raramente, ho sentito i tuoi ruggiti: mi sono anche permessa di cercare di scuoterti.
Io, che oggi ancora sono ferma con l’auto davanti a una salita, che posso contare su pochi e devo lottare con me stessa, sfoglio le parole che ti chiesi di scrivere per cercare di portarti via dai pensieri e poi donai a tutti per ricordarti. Ancora una volta, non ho capito che le avevi scritte per me. La soluzione c’è sempre o sempre ci si può provare. Se la macchina non sale sui tornanti, si può tentare di inserire la retromarcia, sfidare la salita così. Tu sei arrivato fino in alto, tutto in retromarcia, e io che ho pure paura del vuoto - scuotevi la testa con un sorriso - riaccendo il motore, giro l’auto e ci provo. Ogni metro, in retromarcia sui tornanti, con te.
Da Quando il nonno prese per il naso il re. Antonio Lualdi
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