Solo dalla signora Anna, mi scivola via la maschera e apro il cuore. I miei occhi non possono nascondere ciò che divampa dentro di me.
La barista più longeva d'Italia, nel paese da me tanto amato: scorrono i titoli, le immagini, le riprese, come anch'io nel mio mestiere ho fatto.
Ma lei è Anna. La mia dolce filosofa: a papà versava aperitivo e sguardo sul lago, a me anche sulla vita. Mi ricorda un po' la Nanda, che incontravo sempre nelle mie passeggiate in città. Nanda doveva aiutarmi a fare a maglia decentemente, cosa che avevo provato in tante occasioni, anche in collina con aiuto di autorevoli signore. Bocciata inesorabilmente, decisi che non era per me; allora Nanda mi confortava con immersioni nella vita.
Non era per me, la maglia? Ora non so se sia vero.
Né mi importa. Ascolto Anna, che ha vissuto lo stesso mio dolore, confidato a lei soltanto, nel suo percorso di quasi cento anni e mi aiuta a vederne la ragionevolezza. Ascolto lei che si dice fortunata di questo lungo cammino, benedetta perché non ha mai provato gelosia o invidia di nessuno e credo che questo sia un elisir invincibile.
Mi sono sempre accontentata di poco e quel poco non mi è mai mancato.
Adesso siamo vicine, i nostri occhi sono azzurri ma i suoi splendono più dei miei. Non sono gelosa, sono grata. Lei mi prende per mano e mi conduce fuori, alla vita che mi aspetta.
Gustando il Poco, per amore del Tutto.