lunedì 14 ottobre 2013

Perché crederci ancora (volando con Meroni)

Un amico me lo ricorda, quasi cogliesse che scossa com'ero potevo farmi sfuggire un momento così intenso.

Anche se le lacrime non possono essere trattenute, forse proprio per questo, lo ringrazio ancora di più. Guardo, vivo la straordinaria storia di Gigi Meroni, sospinta dal sorriso coraggioso di Zanardi, e mi chiedo: perché crederci ancora? Uno sportivo, un uomo così. La sua danza in campo, la sua ostinazione buona, la sua originalità che non è vizio, la sua fedeltà che sa tener duro anche di fronte alle regole vuote di sentimenti. Quella maglia, che fa parte di lui e che oggi viene lanciata dai campioni con lanci acrobatici, ma con quanto cuore?

Gigi, perché crederci ancora? Perché siamo qui ancora catturati da ogni tua azione, sul campo e silenziosamente nella vita, perché se tu prometti manterrai come con Combin in quel derby dove apparentemente non c'eri. Perché ci stia dicendo ancora qualcosa e il calcio d'oro falso non brilla più, se ascoltiamo.

Perché crederci ancora? Nello sport, e in ogni scelta che compiamo, di fedeltà a qualcosa, qualcuno.

Oggi non trovo spiegazioni razionali, per nulla. So solo che stasera se chiudo gli occhi mi sembra che la speranza stia compiendo voli strani. E non voglio che cada, un modo per tenerla sospesa lo troverò.

Grazie Gigi

Grazie Alex e Sfide.

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