Con il loro disinvolto potere, le giornate ti afferrano così: a volte, ti proiettano davanti ciò che è appartenuto al tuo passato. Di più, ciò che ti pareva così insopportabile, nei suoi compromessi, nella sua violenza, nei suoi tentennamenti, da voler partire.
La distanza nel frattempo si è allungata e tu osservi, ascolti, sorridi pure.
Perché è così: la distanza stinge o forse attribuisce il giusto colore alle cose.
E ti dice che il tuo quadro, non può essere toccato, se non lo vuoi. Neanche da ciò che era insopportabile, e ora ti sembra indifferente, magari persino accettabile.
Se tenuto a distanza.
Notte e la distanza.
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