Trasparenza e profondità convivono con naturalezza nelle persone. E quando queste scrivono, imprimono nero su bianco i propri pensieri con un gesto che profuma di liberazione.
Maria Giovanna Massironi aveva lasciato indizi preziosi, passando da quello strumento che amiamo più spesso usare male e criticare: i social. Eppure proprio lì si era già potuta gustare la sua ricerca, poetica e realista (perché non c'è contraddizione forzata). Poi qualcosa è accaduto: quei versi sono stati presi con la delicatezza che meritavano e posati in un libro elegante.
Rifletto su questo termine, che a volte sembra porre distanza; invece, costruisce un ponte luminoso tra le persone che vogliono ascoltare e capire e invita a cercare sempre di più il bello che è traccia del vero. "Cronache dalla Terra di Nessuno" è diventato proprio questo, grazie alla finezza della casa editrice Albaccara e al tocco grafico impeccabile di Chiara Occhipinti: un luogo dove camminare in punta di piedi, fermarsi, respirare, commuoversi, sorridere.
Non ci si stupisce di come Maria Giovanna fosse «una bambina con pensieri enormi» che non le stavano tutti in testa. Così si vivono con lei nel libro tutte le sessantaquattro notti e i sessantacinque giorni, dove il confine tra il sonno (quando arriva, e spesso senza riposo) e il risveglio si fonde.
Molte di noi erano «ragazze piene di sogni nei nostri geometrici abiti di piqué dalle tinte pastello». Educate alle regole, dal vestiario a ogni gesto quotidiano. Ribellarsi? Liberazione è una parola più potente di ribellione. Alla fine, ti puoi commuovere pensando ai minuziosi e minuscoli atti delle formiche, che le cicale neanche intuiscono. Vero, mentre la natura scombina e sistema tutto, può balenare che «tutto sembra bello, tranne gli umani».
Eppure, accarezzando la possibilità di dimenticare (che si ribella e scappa via, consegnandoti alle lusinghe della memoria) si arriva al termine di un viaggio con una strana consapevolezza. Che la babele riaffiora, fa parte di noi, ma ha anch'essa colori. Che la vita ci aspetta, ci travolge, ci confonde, ci abbraccia. O forse siamo noi, ancora una volta, a poterla abbracciare.
Grazie di questi pensieri trasparenti e coraggiosi. Come l’eleganza.
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