L’eco del virus che afferra le nostre vite, era stato da me rimosso. Era il suono degli elicotteri: l’ho udito a lungo, anche oltre la loro effettiva presenza. Mi ricordo che infilavo la testa sotto il cuscino due anni fa per non sentirlo. O che all’alba, uscendo con il cane, sobbalzavo al loro primo comparire. Dopo un periodo lungo come un sospiro, lo percepivo nitidamente anche se l’aria non era attraversata da alcun velivolo.
Erano elicotteri che cercavano di salvare, ma mi scuotevano lo stesso, come il ricordo ereditato di una guerra che aveva stretto alla gola i miei avi.
Adesso mi ero abituata al silenzio, finché ieri sono sobbalzata udendo un elicottero. Che non c’era, non sopra di me.
Come tanti elicotteri, sento nel mio cielo.
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