Una volta almeno, ci troviamo tutti nelle condizioni di ultimi: che ce ne rendiamo conto o no. Ci sarà sempre un momento in cui la nostra parola, il nostro pensiero, persino le nostre vite saranno considerati di poca o nessuna importanza da qualcuno. In cui scivoleremo in fondo a una lista non scritta, banale o drammatica.
Anche per questo, dovremmo fermarci e riflettere su quanto sta accadendo alla Sfattoria degli Ultimi. Un nome schietto e profetico. Si tratta di un santuario che si prende cura di più di cento animali tra maiali e cinghiali salvati da condizioni di disagio e maltrattamenti a Roma e che ora è tristemente sotto i riflettori per il dramma in cui è stato gettato: il provvedimento di abbattimento di suini che non sono ammalati e sono isolati dagli altri, vivendo in un santuario. Provvedimento decretato a causa della peste suina per cui era scattata la zona rossa.
Per chi ama gli animali, che sia vegetariano come me o vegano, anche per chi non lo è ma percepisce il paradosso doloroso di questa vicenda, è un colpo al cuore. La mobilitazione di tante persone, giunte da tutt'Italia, ha gridato proprio così e adesso si vedranno gli sviluppi giudiziari, mentre la politica è poco o niente pervenuta.
Eppure quanto sta accadendo riguarda tutti noi. Riguarda ogni ultimo, quindi ogni essere umano, ogni animale, ogni esistenza. Se passa questo principio per cui si possono uccidere animali sani, animali d'affezione, microchippati, che cosa potrà accadere alla prossima diffusione di un virus che può riguardare altri tipi di bestiole? Un'autorità sanitaria ci potrà dire che si dovranno uccidere ad esempio i nostri cani, i nostri gatti, i conigli per prevenire una malattia? Questo dubbio affiora, perché in quel momento sarebbero loro gli ultimi, e magari ci verrà detto che la loro vita è meno importante di altri obiettivi da raggiungere. E noi, staremo a guardare?
E poi siamo ultimi anche noi umani. Possiamo esserlo. La storia ce l'ha dimostrato e ce lo continua a dimostrare.
È un bivio drammatico, ma anche illuminante.
Protestare pacificamente ma fermamente e muoversi per gli Ultimi è una battaglia di civiltà. Ed è persino un atto di egoismo, proprio perché siamo tutti - almeno una volta - ultimi.
AGGIORNAMENTO 15 AGOSTO qui
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