Non vivo come un angelo tra le mani di un barbiere, i miei abiti sono macchiati dall’esperienza. E mentre scrivo parole a caso ad un amico che non so confortare, frugo nei tempi indefinibili condivisi.
Erano un luogo tra follia e innocenza. Ciò che contava univa, non lacerava. Io scrivevo senza il filtro dell’esperienza, ma anche senza scorza come adesso: ciascuno a modo suo navigava in quel mare. Ma forse mi illudo e già strisciava il seme dell’astuzia e degli interessi.
Ma tu no, sei sempre stato più sincero di tutti. Forse sei rimasto solo tu e io, a volte provo a venire a trovarti... da qualche parte tra follia e innocenza.
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