Ondeggio tra la nebbia e il cielo, accarezzati da uguale morbidezza. La rocca sta sonnecchiando, forse per confondere i nemici.
Il mio lago è di una bellezza cui non mi so abituare, ancora più stregato quando non lo grida.
Poi entra quell'essere che invidio nella sua rigorosa libertà: si prende la scena, con corpo e ali nitidi più dei miei pensieri. Resta fissato sull'immaginaria pellicola, tanto che con il dito sfioro come a cancellare una sbavatura che non c'è.
È il momento perfetto, quello in cui tutto si fissa a memoria dell'eternità. Io, mi trovo in un angolo di questo quadro: quello più invisibile, come se io non esistessi se non per un istante, e distrattamente.
In un angolo del momento perfetto, come te cerco di non farmi notare prima di volare via.
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