Cristina e la Gabri: le seguo quasi ogni giorno sui social. Mi sento chiamata, accompagnata, coinvolta dal loro viaggio di figlia e mamma, di ruoli che il tempo sembra cambiare ma forse solo per mostrare la forza e la bellezza del legame.
Sentivo di aver bisogno di leggere il libro di Cristina, di entrare nel suo percorso di caregiver e anche di più nel mio. Quello che lei racconta, anche con un coraggio che io non ho. La tenerezza, la paura, il dolore, la speranza, la solitudine, la capacità di chiedere aiuto e anche di accettare quando non ce n'è pur senza arrendersi, la caduta, la risalita.
Coloro che guardano e non vedono, coloro che ti giudicano dalla loro vita diversa, tutti quelli che hanno soluzioni in tasca ma non possono cogliere nulla dentro le pieghe della tua anima: questi per me non hanno più importanza.
Quello che vive Cristina e che vivo a modo mio, è ciò che conta oggi e oltre il tempo.
È così vero che dentro ogni crepa nascono nuove parti di noi.
Ho letto il suo libro e lo rileggerò, lo sfoglierò ancora, anche saltando da un capitolo all'altro come si fa con le storie che diventano parte di te.
Soprattutto, guarderò fuori dalla finestra con la mamma - anche nei momenti più duri, quelli che nessuno può capire - e vedrò ora un pino, ora una piantina di primuleM qualche volta mi sembrerà di vedere il nocciolo bellissimo di Cristina e Gabri.
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