sabato 1 novembre 2025

Natale, piano piano (e quel quaderno che parla di coscienza)

 

Ne sono consapevole (cribbio, una consapevolezza ogni tanto): è troppo presto. Ma chi sa quando Natale arriverà davvero: forse, solo quando il cuore è lieto, ovvero ben disposto alla speranza.

Non so quando potrò sperare, quando la vita mi schiaccerà. Allora corro nel paese del Natale a poco distanza da casa: ne sono stordita e liberata, mi lascio domare dalla coscienza della carta di credito al primo, limitato giorno.

È meglio che io mi lasci contagiare adesso dalla gioia, perché fra un giorno, una settimana, un mese chi lo sa.

Quando sto scegliendo un quaderno da colorare per la mia mamma, una signora mi taglia la strada. Penso sia una nonna, mi ritraggo di fronte alla furia dei desideri dei bambini, ma lei mi confida tenendo abbassato il capo: «È per mia madre, ha 90 anni, l'Alzheimer. Vive in Rsa, convinta di abitare con suo marito».

Le porta un quaderno da colorare, come ho fatto io, nella differenza delle situazioni. Non oso aggiungere mezza parola, è lei a precisare: «Mi spiace, mia mamma era così intelligente».

Anche la mia. Lo è ancora, lo sarà sempre. In una tempesta quotidiana di emozioni, lo dimostra oggi. Vorrei abbracciare la signora, ma resto a rispettosa distanza. È lei ad aggiungere, di sorpresa: «Sarà così anche per la sua».

Sì, la mia mamma era intelligente. È intelligente. Molto più precisa di me, afferma lei e io mi ritraggo di fronte a questa certezza. 

Non so quando potrò sperare, quando la vita mi schiaccerà. Corro nel paese del Natale e prendo quel quaderno che parla di coscienza. 

Natale piano piano, perché non si può sempre correre, ma solo vivere se si è saggi abbastanza e persino se non lo si è.



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