E’ accaduto così, dovevo assolutamente scendere da te. Compiere un’assurda deviazione per camminare lungo la riva e spiare rispettosamente la Rocca da lontano, prendermi un pezzo di fantastico pane alle noci, respirare i fiori con gli occhi. Fermarmi.
Non sei una creatura facile, lago. Tanti sfuggono al tuo fascino e scambiano la tua riservatezza per malinconia. A me piaci ogni momento, ogni giorno di più (su, dimmelo che invecchio) e quando sono lontana da te, come ora, avverto un vuoto bizzarro.
Accarezzo il lago Maggiore quando mi avvicino, anche solo con lo sguardo quando mi rifugio sulla collina. E’ sempre se stesso, sempre in attesa di qualcosa che cambi senza stravolgere, di un soffio di vento o di un raggio di sole, per mutare senza perdersi.
Quando ti sbircio dall’alto, mi sento immersa ancora di più in te. Ti guardo e penso ai laghi che ho assaporato nella mia vita. Mi arrampico fino in Scozia e mi inchino all’unico specchio lassù che mi riconduce a te, il Loch Lomond. Così dolcemente vasto eppure capace di essere tenebroso, così immenso eppure desideroso di offrirti oasi dove non può catturarti nessuno. Senti la sua melodia, la ballata che accompagna una storia di amore e battaglia? Anche tu certamente ne hai una, e io ho solo voglia di scoprirla, magari dentro di me.
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