mercoledì 4 agosto 2010

Non la guarderò cadere

Cara bisnonna, forse tradirò il mio principio, non il nostro nome. E non è peggio, credimi. Quando sono passata di fronte allo sguardo severo della tua casa, addormentata da tanto, troppo tempo, ho capito che non ci sarei ritornata presto. Non per vederla cadere sotto i pur doverosi colpi dei tempi moderni.
Maddalena tu, in qualche modo Maddalena io, perché il mio nome sboccia casuale dal tuo e da quello dell'altra bisnonna, cresciuta a pochi metri da te. Tu sei nata quando l'Italia era già unita, a differenza della tua consuocera, e non te ne sei accorta, credo. Perché sulla vita di ciascuno di noi gli schermi politici incidono poco.
Tu sei sbocciata nella via che conduceva al fiume e sei diventata donna, moglie e madre a pochi metri dai rintocchi della basilica. Sei rimasta sempre lì. Dai racconti dei cugini, rivedo il tuo gesto una, cento, mille volte: stai intingendo il pane nel vino, come amavi fare. Lo rivedo, sì, quel gesto. Ma non voglio vedere la tua casa sbriciolarsi, senza poter curiosare nel futuro ed esserne rassicurata. Ho il tuo nome, non la tua forza. Ciao, Maddalena.

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