martedì 13 ottobre 2015

La civiltà e lo sportello

Con il fare guardingo da italiana media, entro nell'ufficio pubblico. Disarmata da una cortese impiegata, sbrigo la mia pratica quando entra e sbraita una donna.

Si piazza accanto a me, perché lei non ha tempo da perdere, e nemmeno il marito mandato via poco prima perché non aveva il codice fiscale: lui lavora, mica può andare a casa a prenderlo.

Ammiro la dipendente che mantiene la calma e chiama il direttore. Ammiro anche lui, di cui conosco la terribile, recente sofferenza, eppure si ferma a parlare con stanco garbo all'utente.

Mi rassicuro, che siamo pochi così urlanti e sempre dalla parte della ragione (al di qua dello sportello), quando entra un uomo che si lamenta a gran voce della scarsa chiarezza delle indicazioni sui servizi. I segnali erano all'ingresso, ma lui non aveva tempo per notarli.

Eccoci qui, con la nostra presunta civiltà che si sgretola davanti a uno sportello.

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