mercoledì 21 settembre 2022

Il politico alla porta e il rispetto


 Molti, molti anni fa entrò un politico in redazione. Politico, non era nato: prima, aveva fatto mille cose, nella sua professione e per le persone fragili.

Quando varcò la soglia, io aprii il taccuino e lui prese un foglietto. Ben presto mi avvidi che lui stava non prendendo spunto da un foglio, ma mi dettava. Persino le virgole cercavano di scivolare nel mio discorso, al che io lo invitai a smettere.

Non lo fece, allora io chiusi il taccuino e lo invitai a uscire: non scrivevo sotto dettatura. Lui mi guardò e riprese a parlare, questa volta senza gabbie impresse sul suo foglio: eravamo liberi entrambi.

Questo episodio diventò un gesto dolce e rispettoso parecchi anni - e una pandemia - dopo. Lui si presentò a un evento che mi riguardava e non potevo sapere che sarebbe stata una delle ultime volte in cui usciva di casa. Si era presentato lì, ricordando le tante interviste - forse persino quella - i momenti condivisi, le battute, le confessioni. 

Quella sera, mi emozionai nell'udire le sue parole. Nell'udire il suo rispetto, che forse fu alimentato anche da quel metterlo alla porta.

Adesso, noi siamo liberi, entrambi.

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