sabato 30 novembre 2024

Quando la nebbia si insinua (è tutto più chiaro)


 Quando si insinua la nebbia nelle nostre vite, mette in chiaro tutto. I dubbi, la bellezza nascosta il tepore del sole che non dichiara resa all'inverno.

Un grattacielo si inchina alla natura, io cerco di fissarmi negli occhi questo racconto delle immagini e impasto esili parole.

Quando la nebbia si insinua nelle nostre vite, tra le strade fiere di Milano o di un paese che non vuole apparire, c'è un ultimo raggio che brilla. È quello che ci rivela non tutto, ma ciò che conta. Che fissa un attimo imperdibile, in cui siamo finiti dentro per caso noi.

venerdì 29 novembre 2024

Identità perdute, eppure salvate

 


Identità perdute, eppure salvate da un'ultima, irresistibile carezza della macchina fotografica. O meglio di uno sguardo, quello di Davide Comotti che a Crespi d'Adda ha saputo attraversare volti e ricordi, stemperati nel tempo.

"Immagini destinate a scomparire dal cimitero di Crespi d’Adda" è il sottotitolo della mostra di Davide che ha accolto all'Unesco Visitor Centre i partecipanti al festival "Produzioni ininterrotte". Sabato 30 novembre alle ore 17 presenta "Identità Perdute" a Nembro nell'ambito degli eventi fuori Crespi, un viaggio nel viaggio.

È stupefacente camminare tra quelle immagini che accompagnano la morte, la accentuano in ciò che sembra tentare di scivolarle via: la memoria. Ma in quelle foto "catturate" da Davide la dissolvenza è frenata da un particolare che resiste per un tempo indefinito, dal sussulto che provoca in noi e improvvisamente proprio grazie a quel dettaglio ci rendiamo conto di prendere consapevolezza di quella persona e di volerne sapere di più. 

Occhi neri ci chiedono di guardare e ricordare. E non dimenticare.

Nel cimitero, mentre qualcuno affretta il passo, il loro è un invito a rallentare e a osservare il luogo, con rispetto.

Affascina ogni angolo di Crespi, il suo ordine metodologico che sa sfociare in bellezza, ma al cimitero tutto sembra scomporsi e ricomporsi in un disegno. Tutti diventano uguali, ma anche queste immagini contribuiscono a far pensare che forse non è così. Che ciò che si è stati, può sbiadire, eppure proprio per questo sollevare la nostra voce. Entra in scena quel "Dovere di memoria" di cui parla Giorgio Ravasio, presidente dell'associazione. Crespi d'Adda. È lui a commentare: «Il passato ci insegue. Non scompare mai».

Ci troviamo così a cercare di fermare con un dito una goccia (di acqua o di tempo) che scivola su un disegno: non incontra colori, ma bianco e nero pronti ugualmente a sfaldarsi. Tutto se ne va, se ne andrà, ma noi grazie a Davide abbiamo fissato con i nostri occhi un momento irripetibile sulla tela delle vite. Abbiamo salvato quelle identità perdute, e anche un po' la nostra.

domenica 24 novembre 2024

Noi forestieri in cammino




L'anno corre verso la conclusione, ma noi forestieri siamo sempre in cammino.

Lo è il mio libro "L'ultimo dei Fuasté" (Edizioni Progetto Cultura) che tornerà a incontrare chi vuole conoscere meglio Mario, Malik e tutti i personaggi mai esistiti ma indissolubilmente persone. A gennaio, si riprende con le presentazioni.  

Ma il viaggio già continua, il viaggio non si ferma mai. Ogni passo, ogni testimonianza, ogni messaggio che ho ricevuto su questa storia è una ricarica per me. Sono stata anche meravigliata ancora una volta dalla Vita, che mi ha dimostrato come superi anche in modo estremamente inattesi la fantasia.

Che cosa accade in un'azienda, in un piccolo mondo e nel mondo immenso che è l'umanità: lo leggete qui.

TROVATE IL LIBRO QUI

Ma questa io come la ballo?


 Ma questa io come la ballo? La frase finale di una serie - non spoileriamo - mi insegue da giorni. Perché tu credi di fare ciò che sei, quindi si presentano periodicamente inevitabili incrinature. Tuttavia, resisti perché ti dici che sì, è questa la vita, non si può essere sempre ciò che si vuole e non ti devi fare menate.

Il tuo fiume di azioni continua a scorrere con un sorriso neanche di circostanza: ci credi davvero. Finché un fatto, minuscolo o immenso, ti sprofonda nella consapevolezza: tu non sei quella cosa lì. Capisci così quanta sofferenza tu ti sia inflitta nel cercare di deviare il tuo corso, intrappolarlo in convinzioni e convenienze.

Capisci che tu, di ballare non hai voglia affatto. Magari di volare o camminare o non muoverti un centimetro, di suonare, cantare o stare muta.

Tu sei un fiume, con il suo corso dolcemente invariabile come la natura della rana e dello scorpione.

Tu, non hai più voglia di ballare, perché non è ciò che sei.

venerdì 22 novembre 2024

Such an ignorant thing to do

Quarant'anni fa mi bombardarono con la paura della guerra atomica e non mi ha mai realmente abbandonata. Eppure oggi, constatato che un muro abbattuto significa molto meno di ciò che  pensavo, la sento più presente che mai.
Perché condanniamo le democrazie, fallimentari quanto vogliamo, ma pieghiamo il capo di fronte alle dittature.
Siamo attentissimi ai diritti, ma insultiamo chi li tutela e osanniamo chi li calpesta. Processiamo uno stato democratico e crediamo a dittatori e terroristi.
Contraddizioni sconvolte e sconvolgenti, scegliamo chi è carnefice graziando chi lo dilania. 

Come quasi quarant'anni fa, io non ci sto.
Such an ignorant thing to do 
Condannando una democrazia, fallace o addirittura fallimentare, ci condanniamo a morte.

giovedì 14 novembre 2024

Se mi guardi

 

Conto - infine e prima ancora - per il tuo sguardo. Che spezzi una cortina di nuvole, giochi con la luna o si mimetizzi con assoluta perfezione.

Se mi guardi, esisto e so persino amare quel mio tremare, che si trasforma in fiducioso abbandono.

Se mi guardi, esisto e ti guardo anch'io.


When I'm feelin' blue

All I have to do is take a look at you


mercoledì 13 novembre 2024

Noi simili, distanti


 Non pensavo che avrei respirato un giorno senza di te, papà. In effetti, è proprio così. Anche oggi, anche di fronte ai fallimenti, a ciò che ho perso di quanto mi hai affidato, alla consapevolezza della differenza cosmica tra noi simili, ti ho qui con me.

Sedici anni dopo aver chiuso gli occhi tuoi e un po' i miei, non ho niente da dire, o dimostrarti: tu vedi tutto più di me. Faccio come la micia e mi accoccolo davanti alla tua immagine, quella che pulsa nella mia anima.

Noi simili, distanti: cosa è venuto in mente a qualcuno di separarci.

Non pensavo che avrei respirato un giorno senza di te. Non allontanarti, davvero: rimedierò a qualcosa, ti deluderò in molto, ti amerò in tutto.


sabato 9 novembre 2024

Il tempo è follemente dalla mia parte



 Molti anni fa, ero incazzatissima con me, non con il batterista uscente dei Kiss. Perché mi dicevo, sono appena scesa in pista e lui se ne va. Per fortuna, è scoccata la scintilla di umanità con il successore, Eric Carr che è entrato a pieno titolo nel mio L'importanza di essere secondi.

Tuttavia, in un momento di esitazione presi il suo primo album da solista e capii che aveva troppi messaggi per me. Per questa assurda ragione, credo, lo misi frettolosamente da parte. Oggi non posso più. Colpita da controversi segnali, penso che sia proprio così.

Mi sentivo fregata dal tempo, forse perché non gli credevo affatto. E adesso il tempo è follemente dalla mia parte.

Adoro la coincidenza tra tempo e volta, in inglese, perché è un richiamo alla responsabilità. 

Questo è il mio tempo, questa è la mia volta. Questa, semplicemente, sono io. 


lunedì 4 novembre 2024

È tempo di fermare il tempo

 


Ma dove lo rovesciamo, tutto questo tempo? In un contenitore che scuotiamo e buttiamo poi via?

È tempo di fermare il tempo. Capire, nelle pieghe più profonde, che nessuno è immortale e un nostro attimo nella nostra corsa folle merita la sua attenzione. Che nemmeno noi immortali siamo, per quanto ce la tiriamo.

Frammenti di polvere, neanche calcolabili in una clessidra, diciamo: non abbiamo tempo.

È tempo di fermare il tempo, di ascoltare vecchie storie, anche cento volte e cento volte cambiate. Di perdersi negli occhi di chi ha tanto lottato e di ritrovare i nostri. Di piantarla di pensare che il mondo non può stare senza di noi.

In modo maldestro ho deciso di fermare il mio tempo e ringrazio chi l'ha fatto per rendere felice mia madre, e anche me, in queste ore di festa improvvisata. Scendendo dal piedistallo del suo tempo, immerso nella nostra polvere che è di terra e stelle.