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giovedì 14 aprile 2016

Quando i treni vanno come la città

Un anno fa i pendolari facevano un pressing concreto e massiccio per riavere i treni. L'assessore regionale Alessandro Sorte arrivò a Busto Arsizio, in quel momento nella tana del lupo, grazie all'appello che raccolse il consigliere regionale Luca Marsico.

Oggi i treni sono tornati, come promesso alla stazione Nord della mia città. E anche Sorte e Marsico. Tutto bene? No, non è tutto perfetto. Dai convogli talora singoli e invivibili alla sicurezza che è diventata la situazione scottante. Ma i miglioramenti ci sono stati e la gente sa ringraziare. 

È la prima volta che viaggio seduto, ha commentato Sorte sorridendo. E il percorso Busto-Milano Centrale è parso più veloce di un anno fa.

Questo viaggio però per me è stato importante per due motivi.

Uno, per sperare. C'è chi accetta di confrontarsi, di ascoltarti nella buona e nella cattiva sorte (Sorte anche 😄), di provare a risolvere e speriamo continui così. Perché solo così si può davvero migliorare questo e altri servizi.

Due, il Comitato pendolari della mia città. Tanti hanno lottato per ottenere qualcosa per tutti. E quando dico della mia città, intendo anche di località vicine.

Li guardo: persone con vite e idee diverse, unite per un bene comune. Le mie sono parole, i loro fatti.

Quando vedo questo, mi sembra che la mia Busto vada come un treno e sia da esempio. O meglio che il treno vada come la mia città.

Assessore, guardi che i bustocchi vegliano. Per tutti. 
Grazie.




mercoledì 1 luglio 2015

I treni affollati, i treni vuoti (e perché si dice ancora)

C'è un momento in cui mi rallegro di un treno affollato. Una sera tardi, tornando da Expo. Mi va quasi alla testa, perché è stupendo viaggiare senza paura, immersi tra la gente. È quello che dovrebbe essere di solito, che ci toglierebbe l'insicurezza in cui a volte ci siamo cacciati.

La fine della poesia avviene con uno sguardo al tabellone, che mi riporta alla routine. Ritardi di cinque minuti qua e là (record di venti per un convoglio), un treno di quelli tardivi che arriva sul tuo binario senza annuncio e quattro ignari signori ci salgono felici, strappati in extremis da una voce amica: avete sbagliato treno!

Treni affollati. Treni vuoti: penso a quelli che si ostinano a passare  senza fermarsi a Busto Arsizio, ebbri di un fattore turisti Expo che francamente non ho respirato sui Malpensa Express.

Sono grata del fatto che venga ripristinata la fermata delle 8.04 da settembre. Era una prima necessità e l'assessore Sorte e il consigliere Marsico dopo aver ascoltato, hanno agito: grazie.

Bene.

Sembreremo noiosi a dire: bene, ma ancora.
Il Comitato pendolari tuttavia lo deve fare, perché la battaglia non è fine a se stessa. Qui non ci sono medaglie, ma le vite, le loro fatiche quotidiane.

Io spero che questo sia solo il primo passo.

Spero  di non vedere più treni vuoti, sfrecciare davanti a una massa di persone che devono andare a lavorare e studiare.

E di vedere treni affollati solo per gioia, per scelta ,come quelli serali per e da Expo.

giovedì 21 maggio 2015

Incontrarsi in treno primo passo

Incontro la mia città in treno. I suoi sforzi quotidiani, i sorrisi che reggono nonostante la preoccupazione e la rabbia, la voglia di costruire quando qualcosa non va. Di proporre, anche mentre lavora e per farlo affronta il suo percorso quotidiano verso Milano.

Che bello aver condiviso con i pendolari il viaggio con il consigliere regionale Luca Marsico. La proposta ottenuta sotto l'albero della vita, quello vero, di Ispra mentre parlavamo speranzosi di Expo.

Luca rilancia, con una sorpresa. Arriva l'assessore regionale Alessandro Sorte. Viaggia, in piedi con noi, sul Malpensa Express.

È bello incontrarsi, non nascondersi, parlare francamente, anche con qualche parola in bustocco o bergamasco. Il cambiamento di percorsi e orari ha messo in crisi un sistema, magari non perfetto ma che aveva trovato un suo equilibrio. Ha infranto un ecosistema, per usare un'espressione calzante di Amedeo.

Ascoltare e muoversi per farlo è già importante. Merita un grazie solenne. Ora speriamo che ci si incontri ancora: sulla tabella di marcia, con un correttivo.

Perché l'avete visto: #nnvabene.