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martedì 21 luglio 2015

Appuntamento al buio sul treno

Il viaggio è iniziato da pochi minuti, quando si spegne il treno per Arona. E' sera, ma sul convoglio diventa notte.

Suggestivo, all'inizio, un po' inquietante quando le luci non si riaccendono subito. Alziamo la voce della conversazione, ci scherziamo anche su, perché in quella carrozza siamo solo in tre. Diamo uno sguardo più avanti e intravediamo una luce in fondo al tunnel, ops, al treno. Fuori sembra tutto ancora più buio del solito, nonostante l'illuminazione delle case che incrociamo.

Succede, con tutti i disguidi che accadono in questi giorni, ci consoliamo. 

Il giorno dopo, una persona a me cara mi dà un appuntamento per un'ora. Poi precisa: se non mi sopprimono il treno come ieri.

Accipicchia, non è qui finiremo con il buio pesto?

#nnvabene

giovedì 21 maggio 2015

Incontrarsi in treno primo passo

Incontro la mia città in treno. I suoi sforzi quotidiani, i sorrisi che reggono nonostante la preoccupazione e la rabbia, la voglia di costruire quando qualcosa non va. Di proporre, anche mentre lavora e per farlo affronta il suo percorso quotidiano verso Milano.

Che bello aver condiviso con i pendolari il viaggio con il consigliere regionale Luca Marsico. La proposta ottenuta sotto l'albero della vita, quello vero, di Ispra mentre parlavamo speranzosi di Expo.

Luca rilancia, con una sorpresa. Arriva l'assessore regionale Alessandro Sorte. Viaggia, in piedi con noi, sul Malpensa Express.

È bello incontrarsi, non nascondersi, parlare francamente, anche con qualche parola in bustocco o bergamasco. Il cambiamento di percorsi e orari ha messo in crisi un sistema, magari non perfetto ma che aveva trovato un suo equilibrio. Ha infranto un ecosistema, per usare un'espressione calzante di Amedeo.

Ascoltare e muoversi per farlo è già importante. Merita un grazie solenne. Ora speriamo che ci si incontri ancora: sulla tabella di marcia, con un correttivo.

Perché l'avete visto: #nnvabene.







sabato 25 aprile 2015

Non ci posso credere (addio al treno)

Non ci posso credere. No, non posso credere che nella regione lesta a definirsi la locomotiva e la terra del lavoro, si taglino i treni a chi deve andare a lavorare.

Che nella Lombardia pragmatica si corra a mettere treni per la gallina domani (di incerte proporzioni e frequenza) e si faccia cadere l'uovo di oggi, con noncuranza.

Non riesco a pensare che la mia città, abituata ad andare nel mondo e ad accoglierlo, si trovi con meno collegamenti con la sua Milano (perché sì, è anche un po' nostra), per non parlare della nostra Malpensa, per accogliere il mondo a Expo. Come se non potessero convivere.

Non ci voglio credere. Voglio pensare che qualcosa possa accadere, ancora. Che lunedì 27 non sarà questo groviglio di contraddizioni, ma che le persone di buona volontà e buonsenso possano fare qualcosa.

Io vengo a dirti addio, treno delle 8.04. E come una folle o come un'illusa, visto che siamo pure la città del film festival, sogno che qualcuno arrivi a Busto e dica: no, questo finale va cambiato.


mercoledì 1 aprile 2015

Mi dicevano: lascia l'auto

Mi dicevano: lascia l'auto e ama l'ambiente. Sai che gioia, faccio dai 100 chilometri al giorno in su e sono solo felice di obbedire al tuo richiamo.

Ero disposta a pagare di più per assecondare questo saggio consiglio e credevo che un altro mondo fosse possibile. Se mi danno la possibilità, io neanche apro il garage. Finché mi cancellarono, anzi mi tagliarono (dopo solenni proteste) i treni.

Meno Malpensa Express per tutti, anzi per noi pendolari ai quali avete  sempre giustamente raccomandato: lasciate l'auto a casa.

Nel frattempo mi avete costruito strade che ogni tanto imbocco per variare: tipo la pedemontana, che a me non serve, se non negli orari di punta, quando posso permettermi di allungare i percorsi pur di sfuggire a code cosmiche e navigare quasi solitaria. Ma se la affronto la sera, mi sento un navigante disperso. Pochissime macchine, sotto le stelle divertite.

Mi dite: lascia a casa l'auto.

Poi mi tagliate i treni e mi offrite nuove strade.