Lui si chiama Ora, lei Dopo: una frazione di secondo divide il loro passaggio sulle piante. Lui è bruno, lei fulva e più piccola, ma non penso che ci sia storia: comanda lei. Sono i miei vicini e se parto, a loro non manco; né si stracciano le code, se io ci sono. Sono troppo occupati a mettere da parte per l’inverno nocciole, ghiande, prossimamente castagne. Di notte, grattano sul tetto senza alcun ritegno e se borbotto mi sembrano rispondere: «Eh, tu sotto la finestra hai in ordine motorini aggressivi, folla scatenata del bar, mamme con suv dal motore perennemente acceso e con il clacson perennemente in azione, e vieni qui a lamentarti di noi?». Touchée.
A dire il vero, avevano tenuto il broncio a causa di una disavventura vissuta per un ghiro: loro non perdonano gli umani che vogliono fare i campagnoli e poi sono cittadini fino al midollo, bleah. Poi sono ricomparsi e con una strafottenza deliziosa: un giorno hanno anche finto di non vedermi (ma lo sapevo che mi inquadravano con gli occhietti e non poteva fregargliene di meno) e sono scesi lungo il castano a chiacchierare. Si sono lasciati persino fotografare e hanno riso della sottoscritta: «Che cos’è, non hai mai visto uno scoiattolo? Chissà quando incontrerai un lione». Spero proprio di no, darling. Perché sono sicura che questa frase l'hai detta tu, Dopo.
Nessun commento:
Posta un commento