Metti che io rinunci a tutto. Persino alle braccia protettive di mio padre. Che chieda di non avere cibo, ma fame. Di non sorridere, ma avere terrore.
Leggo il post di suor Marcella e so cosa significa.
Metti che io sia nata a Haiti. E viva paura e incertezza, fino al battito di ali di un angelo.
Notte e sono nata a Haiti.
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
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sabato 11 giugno 2016
giovedì 17 settembre 2015
Jonel potrà camminare (solo se lo vogliamo)
Le gambette di Jonel: fragili, come immenso il suo sguardo. Suor Marcella Catozza l'ha portato qui, da Haiti, per dargli una speranza.
Sembrava che ci fossero porte aperte, ma quegli spiragli non bastano più. Jonel non ha neanche un anno e la sua mamma, l'ha persa subito. Il papà l'ha affidato a Marci, che ha già tanti piccoli dei quali prendersi cura. E lei non si è tirata indietro, anzi ora l'ha portato qui, in Italia. La aiutiamo? dobbiamo aiutarla, perché quegli occhi ci chiamano.
Jonel ha una malattia rara, rarissima. Afferra le articolazioni e toglie a loro la vita. Si chiama Artrogrifosis congenita. Servono visite, interventi, riabilitazioni, tutori. Servono esperti che gli diano speranza, che lo curino con dolcezza. Servono persone che rendano possibile questo impegno, anche finanziario, e che lo amino.
Jonel può camminare, se lo vogliamo. Se ce ne facciamo carico, come ha fatto suor Marcella: è un peso così leggero, questo piccolo che ci guarda con i suoi grandi occhi.
Lui ce l'ha messa tutta e continua a farlo. Ma potrà camminare, solo se noi lo vogliamo.
http://buonacausa.org/cause/aiutiamo-jonel-a-camminare
Sembrava che ci fossero porte aperte, ma quegli spiragli non bastano più. Jonel non ha neanche un anno e la sua mamma, l'ha persa subito. Il papà l'ha affidato a Marci, che ha già tanti piccoli dei quali prendersi cura. E lei non si è tirata indietro, anzi ora l'ha portato qui, in Italia. La aiutiamo? dobbiamo aiutarla, perché quegli occhi ci chiamano.
Jonel ha una malattia rara, rarissima. Afferra le articolazioni e toglie a loro la vita. Si chiama Artrogrifosis congenita. Servono visite, interventi, riabilitazioni, tutori. Servono esperti che gli diano speranza, che lo curino con dolcezza. Servono persone che rendano possibile questo impegno, anche finanziario, e che lo amino.
Jonel può camminare, se lo vogliamo. Se ce ne facciamo carico, come ha fatto suor Marcella: è un peso così leggero, questo piccolo che ci guarda con i suoi grandi occhi.
Lui ce l'ha messa tutta e continua a farlo. Ma potrà camminare, solo se noi lo vogliamo.
http://buonacausa.org/cause/aiutiamo-jonel-a-camminare
domenica 19 aprile 2015
Notte e c'è un bimbo che salva tutti i bimbi
Schiava della mia dilagante vigliaccheria, spengo ogni schermo. Voglio sfuggire alle immagini dell'ecatombe di migranti in mare. Ancor di più, al solito gioco delle parole gridate in una circostanza in cui bisognerebbe vergognarsi (anche) di non essere capaci di silenzio.
Com'è difficile, però, spegnere la coscienza. La domanda che affiora: c'erano anche i bambini? E quando riesco a soffocare il pensiero per un istante, vedo un post di suor Marcella da Haiti: è tornato il colera e i piccoli porta via per primi.
Sono in chiesa e non ho risposte. Finché vedo un bimbo di pochi anni, in braccio al papà. Gli tira il colletto della camicia, gli accarezza le orecchie, ride e ride, poi gli stampa un bacio sul mento.
Sorrido. E penso che un bambino può salvare tutti i bambini.
Che Uno, l'ha già fatto.
Notte e c'è un bimbo che salva tutti i bimbi.
Com'è difficile, però, spegnere la coscienza. La domanda che affiora: c'erano anche i bambini? E quando riesco a soffocare il pensiero per un istante, vedo un post di suor Marcella da Haiti: è tornato il colera e i piccoli porta via per primi.
Sono in chiesa e non ho risposte. Finché vedo un bimbo di pochi anni, in braccio al papà. Gli tira il colletto della camicia, gli accarezza le orecchie, ride e ride, poi gli stampa un bacio sul mento.
Sorrido. E penso che un bambino può salvare tutti i bambini.
Che Uno, l'ha già fatto.
Notte e c'è un bimbo che salva tutti i bimbi.
domenica 12 aprile 2015
Ho sognato che non avevo un letto
Ho sognato che non avevo un letto. Non c'era spazio nemmeno per terra, per me. E la t si ingigantiva, tutto il pianeta si ritraeva, per un essere minuscolo, insignificante come me. Non potevo riposare, né guardare le stelle, né trovare la forza.
Bimbi di Haiti, non so come io possa perdere tempo ed energie nelle banalità, quando penso a voi e al vostro grido silenzioso. Sorridenti, anche quando non avete niente, finché vi accolgono le braccia di suor Marcella.
Lei sta cercando, oltre che di sfamarvi e accudirvi, tanti lettini per voi. E noi possiamo aiutarla.
http://www.vilajitalyen.org
Bimbi di Haiti, non so come io possa perdere tempo ed energie nelle banalità, quando penso a voi e al vostro grido silenzioso. Sorridenti, anche quando non avete niente, finché vi accolgono le braccia di suor Marcella.
Lei sta cercando, oltre che di sfamarvi e accudirvi, tanti lettini per voi. E noi possiamo aiutarla.
http://www.vilajitalyen.org
venerdì 5 dicembre 2014
Barbara, Francesco e la città più
Perché la mia città? Perché ha il cuore più grande.
Barbara e Francesco sono due imprenditori. Due persone innamorate. Impegnate nella famiglia, nel lavoro, nella società. La mia Regiù Chiara Massazza le ha giustamente premiate ieri sera, soci onorari della Famiglia Bustocca.
Quando penso a loro, sono grata per come amano la mia città. Un palasport rinato, la Yamamay che ci ha fatto volare alto con i sogni. Ma ho anche ragioni che ho vissuto ancora da più vicino.
Francesco, Barbara, c'è da aiutare suor Marcella e la sua gente a Haiti. È la nostra gente. Loro spalancano le porte e sostengono ogni emergenza.
Vengono da una città meravigliosa, Napoli. E il papà di Barbara ha un legame antico con Busto, nel segno del tessile che ci ha reso famosi e veri.
Giovedì sera Chiara, con il viceregiù Diani, premia questa coppia straordinaria. Bello il discorso di Francesco Pinto, e anche quello di Barbara mi emoziona: Busto è una città con un cuore speciale.
I cuori speciali, si riconoscono e si sostengono.
Barbara e Francesco sono due imprenditori. Due persone innamorate. Impegnate nella famiglia, nel lavoro, nella società. La mia Regiù Chiara Massazza le ha giustamente premiate ieri sera, soci onorari della Famiglia Bustocca.
Quando penso a loro, sono grata per come amano la mia città. Un palasport rinato, la Yamamay che ci ha fatto volare alto con i sogni. Ma ho anche ragioni che ho vissuto ancora da più vicino.
Francesco, Barbara, c'è da aiutare suor Marcella e la sua gente a Haiti. È la nostra gente. Loro spalancano le porte e sostengono ogni emergenza.
Vengono da una città meravigliosa, Napoli. E il papà di Barbara ha un legame antico con Busto, nel segno del tessile che ci ha reso famosi e veri.
Giovedì sera Chiara, con il viceregiù Diani, premia questa coppia straordinaria. Bello il discorso di Francesco Pinto, e anche quello di Barbara mi emoziona: Busto è una città con un cuore speciale.
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venerdì 14 marzo 2014
I secondi e l'ebook - grazie Nomos
Viaggiare, anche così. Mi sembra di partire su un mezzo più potente di un aereo, eppure è lieve: non lo puoi stringere, nemmeno sfiorare.
Sono grata alla casa editrice Nomos che ha voluto portare i secondi, su questa navicella, l'ebook.
Sapete che sfoglio i libri come non oso fare con i fiori, ma non sono dipendente dalla carta: anzi, penso che un aereo di carta lievissima può portare ancora più lontano le persone che mi hanno accolto nelle loro storie.
Il capitano Scott e i suoi Uomini. Re Giovanni. Gionata. Le mie eroine silenziose. I cuochi della nave, che la nutrono anche con la musica. I campioni: e nessuno rinnego. Neanche Oscar Pistorius. Soprattutto, Oscar Pistorius: sbranatemi pure.
Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri.
Il cammino di pace, meraviglioso, in Galilea. E i percorsi di amore che cerchiamo di condividere, ad Haiti e nell'hospice della mia città.
Ripartiamo? Venite con noi?
http://www.amazon.it/Limportanza-essere-secondi-Storie-eroismo-ebook/dp/B00IYTRA9I/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1394695151&sr=8-2&keywords=l%27importanza+di+essere+secondi
Sono grata alla casa editrice Nomos che ha voluto portare i secondi, su questa navicella, l'ebook.
Sapete che sfoglio i libri come non oso fare con i fiori, ma non sono dipendente dalla carta: anzi, penso che un aereo di carta lievissima può portare ancora più lontano le persone che mi hanno accolto nelle loro storie.
Il capitano Scott e i suoi Uomini. Re Giovanni. Gionata. Le mie eroine silenziose. I cuochi della nave, che la nutrono anche con la musica. I campioni: e nessuno rinnego. Neanche Oscar Pistorius. Soprattutto, Oscar Pistorius: sbranatemi pure.
Abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri.
Il cammino di pace, meraviglioso, in Galilea. E i percorsi di amore che cerchiamo di condividere, ad Haiti e nell'hospice della mia città.
Ripartiamo? Venite con noi?
http://www.amazon.it/Limportanza-essere-secondi-Storie-eroismo-ebook/dp/B00IYTRA9I/ref=sr_1_2?ie=UTF8&qid=1394695151&sr=8-2&keywords=l%27importanza+di+essere+secondi
giovedì 26 dicembre 2013
Un anno da costruire - suor Marcella e Haiti
I miracoli, li ho visti in mille colori. Come le casette costruite ad Haiti da suor Marcella e dalla sua gente.
I miracoli sono semplici, non facili. E non si possono difendere, solo sostenere con fiducia e mani ogni giorno.
Sono trascorsi 3 anni da quando un progetto con suor Marcella e tante amiche divenne realtà. Ricordo ancora come tutto filasse spedito, nonostante i problemi. Come ci fossero porte insospettabili e continue ad aprirsi, come si creassero collane di fede sempre più robuste.
Da allora, quando la sento, quando la incontro, quando la leggo, quando vedo i volti dei bambini, percepisco quella brezza leggera che è un miracolo nel buio.
E so cosa voglio fare il prossimo anno. Non perdermi neanche un giorno con suor Marcella, perché Haiti e il mondo siano migliori. E io.
Per il calendario di suor Marcella
http://www.suormarcella.org/
I miracoli sono semplici, non facili. E non si possono difendere, solo sostenere con fiducia e mani ogni giorno.
Sono trascorsi 3 anni da quando un progetto con suor Marcella e tante amiche divenne realtà. Ricordo ancora come tutto filasse spedito, nonostante i problemi. Come ci fossero porte insospettabili e continue ad aprirsi, come si creassero collane di fede sempre più robuste.
Da allora, quando la sento, quando la incontro, quando la leggo, quando vedo i volti dei bambini, percepisco quella brezza leggera che è un miracolo nel buio.
E so cosa voglio fare il prossimo anno. Non perdermi neanche un giorno con suor Marcella, perché Haiti e il mondo siano migliori. E io.
Per il calendario di suor Marcella
http://www.suormarcella.org/
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