Si spalanca il Veneto, e un po’ il mondo, a Soave. Tra le vigne che raccontano 40 milioni di anni, dall’oceano al vulcano, l’orizzonte ha altro da dire. I Colli Berici, che ho potuto vivere un paio di anni fa con la loro , poi gli Euganei. Dietro, si può respirare il mare se l’estate e la determinazione lo consentono.
Li conoscevo, dai libri sfogliati troppo distrattamente poi dal loro assaggio, e adesso accade qualcosa di più vero e profondo.
Li ri-conosco.
Come tante persone sfiorate, incontrate di nuovo con i loro sogni, in questi giorni.
Conoscere volti e luoghi è stupendo, ma è riconoscerli il dono irresistibile. Non tratti o volti generici bensì energie, aspirazioni, fragilità che hai potuto rivivere.
E ha ragione un amico saggio, che mi riconobbe prima di vedermi: è così che si capisce che c’è una moltitudine di bene, in ogni orizzonte. E riconoscendola possiamo farla traboccare da ogni luogo.
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