Facebook ti ricorda che è il compleanno di nonno Guido. Chiamala senza emozioni, questa tecnologia. Istintivamente, clicco sulle sue mail e mi scorre un mondo davanti.
Nonno Guido, che legge il libro dedicato al suo grande amico e scopre che in trent'anni di legame ancora forse non lo conosceva del tutto, per la sua generosità smisurata. Nonno Guido che se rispondevo appena sveglia la mattina, cioè alle sei complici i gatti, mi sgridava un poco: eh ma riposati.
Nonno Guido, che la sera mi immagina così:
«Stanca ma soddisfatta per la giornata sicuramente intensa vissuta».
E che guarda le mie foto su Facebook e riesce a individuare una tristezza nei miei occhi, che nemmeno io vedevo.
Nonno Guido che parla, che sollecita, che osserva. Quelle mail raccolte sono come un dialogo che mi scorre dentro, che mi fa sentire in puntuale colpa quando non ho potuto richiamare, che mi fa sorridere e pensare.
Io domani voglio alzarmi così, alle sei, complici i miei gatti e leggerò una mail sola, scritta anni fa eppure tra poche ore.
«Preparati dopo la "graziosa" sveglia ad un altro tour de force».