martedì 11 giugno 2024

Il tempo più duro, il tempo più giusto

 

Ho affrettato tardivamente la mia nascita, cosa a cui mi son abituata fin dall'inizio. Così ho spento le candeline al momento giusto.

Perché questa è l'assurdità di questo momento, forse di ogni momento: è il tempo più duro, il tempo più giusto. Volevi tergiversare, per non disturbare papà e nessun altro: io adesso voglio prendere il tempo giusto, per te. Non ci sarei oggi, a spegnere bizzarre candeline o a gustare la torta di quand'ero piccina. 


Non ci sarei oggi, se non combattessi tu, mamma. In questi lunghi e rapidi anni, ho maturato la convinzione di non assomigliarti se non nelle mie fiere lentiggini e in qualche altro tratto. Già, dici poco: in un mondo che sembra correre ad abbronzarsi per un rito pesantemente omogeneo, noi ci coloriamo a modo nostro. Tu un po' incazzata, io orgogliosa.

Sembriamo sempre viaggiare su due binari diversi, ma non ci perdiamo mai di vista e al momento giusto tendiamo una mano per afferrare quella dell'altra.

Questo è il tempo più duro, e anche - follemente, riesco a dirlo - il tempo più giusto: quello in cui siamo a fianco, senza dimostrarci niente. Un pianto, una carezza, un nervo scoperto, un bacio divampato: siamo tutto questo e di più.

Io dico, mamma: buon compleanno a me. Questo è il tempo più duro, il tempo più giusto. E lo devo a te. 

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