Sono giorni che penso al Carmelo. Da quando ho saputo, sottovoce, che se n'era andato e quasi non c'era il tempo di salutare. La sua voce che ti strigliava, ma sorrideva, in basilica. Il suo sguardo che mescolava severità e ombre di risata.
Sempre presente, il Carmelo, finché ha potuto. Tra sacro e sacrista, una manciata di lettere che aggiungono forse umanità. E so che i passi in basilica, risuoneranno più vuoti.
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
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lunedì 9 novembre 2015
mercoledì 27 maggio 2015
Notte e c'è ancora musica nella mia città
Figurati che penso: ci devono essere già aperti i negozi la sera, per avere un movimento così nella mia città. Dev'essere già estate. Ci dev'essere una musica che non percepisco, ma scorre leggera.
Coltivando queste meditazioni, arrivo alla Rava e alla Fava, dagli amici dell'In tra da Nögn.
Prendono corpo - perché anima ce l'hanno già, e vibrante - le ricerche di Giovanni Bandera, come percorsi curiosi e rispettosi allo stesso tempo, tra i butìi da Basega. In via Milano, forse il nonno mi sta aspettando. E sento che sta per muoversi ancora, dopo tanto sonno tormentato, via Solferino.
Tra queste pagine si sono innestati anche i nostri ricordi e rivedo tutta la mia famiglia, oltre a volti che si erano addormentati a loro volta. Mille mestieri, bronci finti e sorrisi poco audaci, attraversano le vie attorno alla basilica.
Giavini, Pedela, Gabri… E quanti amici ci stanno trasportando con questo prezioso libro e frammenti robusti che si aggiungono, così lontani, così vicini.
Poi, ul Pedela legge la poesia dell'orchestra dul Barlàm, la penna lieve di Angelo Azzimonti. E mi accorgo che gli organetti forse stanno ancora raccontando qualcosa.
Notte e c'è ancora musica nella mia città.
Coltivando queste meditazioni, arrivo alla Rava e alla Fava, dagli amici dell'In tra da Nögn.
Prendono corpo - perché anima ce l'hanno già, e vibrante - le ricerche di Giovanni Bandera, come percorsi curiosi e rispettosi allo stesso tempo, tra i butìi da Basega. In via Milano, forse il nonno mi sta aspettando. E sento che sta per muoversi ancora, dopo tanto sonno tormentato, via Solferino.
Tra queste pagine si sono innestati anche i nostri ricordi e rivedo tutta la mia famiglia, oltre a volti che si erano addormentati a loro volta. Mille mestieri, bronci finti e sorrisi poco audaci, attraversano le vie attorno alla basilica.
Giavini, Pedela, Gabri… E quanti amici ci stanno trasportando con questo prezioso libro e frammenti robusti che si aggiungono, così lontani, così vicini.
Poi, ul Pedela legge la poesia dell'orchestra dul Barlàm, la penna lieve di Angelo Azzimonti. E mi accorgo che gli organetti forse stanno ancora raccontando qualcosa.
Notte e c'è ancora musica nella mia città.
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