Coltivando queste meditazioni, arrivo alla Rava e alla Fava, dagli amici dell'In tra da Nögn.
Prendono corpo - perché anima ce l'hanno già, e vibrante - le ricerche di Giovanni Bandera, come percorsi curiosi e rispettosi allo stesso tempo, tra i butìi da Basega. In via Milano, forse il nonno mi sta aspettando. E sento che sta per muoversi ancora, dopo tanto sonno tormentato, via Solferino.
Tra queste pagine si sono innestati anche i nostri ricordi e rivedo tutta la mia famiglia, oltre a volti che si erano addormentati a loro volta. Mille mestieri, bronci finti e sorrisi poco audaci, attraversano le vie attorno alla basilica.
Giavini, Pedela, Gabri… E quanti amici ci stanno trasportando con questo prezioso libro e frammenti robusti che si aggiungono, così lontani, così vicini.
Poi, ul Pedela legge la poesia dell'orchestra dul Barlàm, la penna lieve di Angelo Azzimonti. E mi accorgo che gli organetti forse stanno ancora raccontando qualcosa.
Notte e c'è ancora musica nella mia città.
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