Tutti si devono riposare. Anche il telefono, il tablet e tutti i loro parenti.
In questi giorni, di tanto in tanto contemplo il loro sonno. Mi piace prendere spazi di silenzio e rimirarli senza chiedere nulla.
Suonerie, soft e rock, ticchettii, rumori 4.0: tutto archiviato in un cassetto chiuso a chiave. Ogni tanto li lascio liberi, perché si sgranchiscano le gambe, salvo poi metterli a nanna ancora.
Dorme telefono, vibra un pensiero che per stanchezza si era assopito. Un nuovo progetto, un'emozione, persino un sogno. Il semplice guardare il cielo con un grazie.
Notte e dorme il telefono (sveglio un sogno).
Appunti di Viaggio di Marilena Lualdi Tra natura, dubbi e musica (Nature, music and doubts) (Questo sito si serve dei cookie per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'uso dei cookie)
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domenica 12 agosto 2018
mercoledì 6 dicembre 2017
Notte e non è più possibile parlare
Si accende una luce nell'ex ufficio di mio padre e illumina il ricordo di un telefono grandissimo.
Così mi appariva, quand'ero piccola poi. Enorme, con pulsanti magici.
Oggi penso a quanti strumenti agili esistono per farci parlare.
E non è più possibile parlare.
Notte e non è più possibile parlare.
martedì 25 ottobre 2016
Ci sarebbe il telefono
Ci sarebbe il telefono. Questo strano aggeggio che in teoria era nato per parlare. Abbatteva le distanze, oggi le contempla scocciate.
Uno mette i propri affari su Facebook e si indigna se non capisci che sì, c'eri anche tu nel pubblico fruitore.
non ha capito che preferisci essere protagonista, senza applausi.
Ci sarebbe il telefono, per dirci qualcosa di importante, se proprio non riesci a uscire.
Per sentire le voci, forse persino gli aromi che percepiva un vecchio clown.
Uno mette i propri affari su Facebook e si indigna se non capisci che sì, c'eri anche tu nel pubblico fruitore.
non ha capito che preferisci essere protagonista, senza applausi.
Ci sarebbe il telefono, per dirci qualcosa di importante, se proprio non riesci a uscire.
Per sentire le voci, forse persino gli aromi che percepiva un vecchio clown.
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giovedì 16 aprile 2015
Notte e ora ascolto il mondo (e me)
Il telefono cade dalla borsa, poi dicono che sono oggetti inanimati. Un po' impietosito, mi illudo, mi sospinge fuori dall'uscio, ignara.
E mi congratulo con quest'aria di primavera, che non lo fa squillare come un ossesso. Ma quando voglio fotografare un fiore, mi accorgo che lui non c'è. Come se mi avesse detto: vai, sei grande anche senza di me.
Ora, ascolto il mondo.
Quando rientro, parecchio più tardi, vedo che lui ha danzato da solo. Mentre io ascolta il mondo, e me.
Notte e ora ascolto il mondo (e me)
E mi congratulo con quest'aria di primavera, che non lo fa squillare come un ossesso. Ma quando voglio fotografare un fiore, mi accorgo che lui non c'è. Come se mi avesse detto: vai, sei grande anche senza di me.
Ora, ascolto il mondo.
Quando rientro, parecchio più tardi, vedo che lui ha danzato da solo. Mentre io ascolta il mondo, e me.
Notte e ora ascolto il mondo (e me)
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