Il telefono cade dalla borsa, poi dicono che sono oggetti inanimati. Un po' impietosito, mi illudo, mi sospinge fuori dall'uscio, ignara.
E mi congratulo con quest'aria di primavera, che non lo fa squillare come un ossesso. Ma quando voglio fotografare un fiore, mi accorgo che lui non c'è. Come se mi avesse detto: vai, sei grande anche senza di me.
Ora, ascolto il mondo.
Quando rientro, parecchio più tardi, vedo che lui ha danzato da solo. Mentre io ascolta il mondo, e me.
Notte e ora ascolto il mondo (e me)
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