martedì 4 febbraio 2014

I luoghi dove si soffre

Non sopporto i luoghi dove si soffre, solo aspettando e temendo, o già feriti.

In coda all'ospedale, davanti a una fabbrica chiusa che credevi essere anche tua, con il volto chino sul vuoto a una stazione.

Eppure è lì - insegna la Kabbalah - che incontri umanità e la puoi assorbire, che cresci, che diventi più forte.

Due anziani in silenzio, mano nella mano, finché esce un'infermiera: andate, siete liberi cittadini.

E il sorriso a un tratto scalda tutti, anche chi non potrà allontanarsi con quella dolce sentenza.

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