Metti che avessi capito tutto, in un lampo d'estate controvoglia. Anche solo distrattamente, una carta lasciata cadere per inerzia, e si delinea il filo fiammente di un senso: seguire con sfrontatezza la corsa logica delle formiche.
Circostanze chiare si presentano con un mezzo sorriso: «Non avevi mai intuito di noi, finora?». Un frammento di canzone, anche solo evocata; una luce che si impunta, per il tempo necessario ad abbagliarti; creature che si stavano aspettando proprio lì.
Metti che avessi capito tutto. Riprenderei a cercare di capire da capo ancora, mentre inseguo con lo sguardo le formiche.
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