lunedì 22 novembre 2021

L'irresistibile bisogno di essere felici

Nella borsa il computer ha dovuto sloggiare, perché ho voluto viaggiare con la leggerezza pensosa di un libro. Ma quando arrivo alla stazione e compro i biglietti della metropolitana verso la tappa successiva, gli occhi si posano su Topolino. Ne esploro le diverse tipologie e penso che dovrei proprio leggerlo. Penso anche che è meglio comportarsi da adulta e mi muovo verso il bar per un caffè. 
Ma si profila una coda eccessiva, la cui attesa non posso permettermi. Del resto, a chi la voglio raccontare. Sguardi e sospiri si orientano verso l'edicola e alla fine capisco che non posso non tornare lì.

Provo l'irresistibile bisogno di essere felice e non comprendo perché io debba combatterlo. Torno a Canossa, dunque, indicando l'oggetto del desiderio. Quando sono sul pulmino, devo assolutamente leggere la prima storia. Mi fa sorridere, piangere, soprattutto mi permette di imparare. Forse di ricordare, che è un altro modo per dirlo poi.

Di ritorno, la sera, affianco il libro - dedicato a San Francesco e a San Giovanni della Croce - e il fumetto. Instantaneamente mi torna in mente una delle definizioni di me medesima che dipingeva mio padre «Sacro e profano». Lui lo diceva passando nel mio locale segreto, dove il rosario era appeso vicino ai poster metal. Ma lo sento risuonare anche qui, e credo che ci sia qualcosa di stupendo che unisce sacro e profano, per così dire, e stasera l'ho colto.
È sempre quello il protagonista: scegliere ciò che rende felici. Anche a costo di tornare sui propri passi o di perdersi nel futuro.



 

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